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  • Che cosa determinala resistenza al freddo

    nelle piante?

    La resistenza al freddo dipende dalla capacit della pianta diimpedire la perdita di acqua dalle sue cellule.Piantagioni di banane sulle Alpi o aranceti nella pianurapadana non sono immagini fantastiche, totalmente al di fuoridella possibilit, soprattutto se si potr conoscere pi pro-fondamente i meccanismi di base che regolano la tolleranzadelle piante al freddo. Infatti obiettivi meno spettacolari diquelli menzionati, ma ancora molto significativi, sarannoraggiungibili in un prossimo futuro perch sono migliorate,sia la nostra conoscenza della fisiologia vegetale, sia lacapacit di manipolare la tolleranza al freddo delle piante.Senz'altro la resistenza al freddo il fattore fondamentale chedetermina la distribuzione geografica delle specie vegetali. Lepiante sensibili al gelo, come banani o avocado possonoessere gravemente danneggiate o anche uccisedall'esposizione prolungata a temperature ben superiori algelo (per esempio 10 =C). Al contrario le piante resistenti algelo come i piselli e le patate, sopravvivono a brevi periodi digelo, ma vengono uccisi se le condizioni di gelo continuanoper oltre 4 ore. Le piante resistenti al freddo d'altronde,sopportano prolungati periodi di freddo ed i risultati dilaboratorio indicano che la resistenza al freddo di alcunepiante di questa categoria permette loro di sopravvivere atemperature minime di -60 C. Qual la causa di variazionitalmente ampie nelle sensibilit delle piante al freddo? Comeconseguenza della selezione naturale, le piante autoctone diuna particolare zona climatica, sono adatte agli estremi ditemperatura caratteristici di quell' ambiente, spostando lepiante da quella zona si possono verificare problemi di sopravvivenza.Per esempio i banani tenuti a temperature basse ma non di gelo soffrono degli squilibri metabolici cheuccidono le cellule e provocano delle striature brune e necrotiche nei frutti. Anche piante pi resistentipossono essere uccise se il gelo sopravvive durante il periodo normale di vegetazione. Parecchie variet diAzalea e Rhododendron che crescono normalmente nelle zone pi temperate, vengono uccise dai geli tardiviquando vengono coltivate in zone pi settentrionali semplicemente perch tendono ad iniziare lo sviluppovegetativo troppo precocemente in primavera. Altre piante non riescono a sopra-vivere perch i geli della tardaestate distruggono la vegetazione prima che queste siano acclimatate alle basse temperature. Durante il corsodell'anno qualsiasi albero. adattato alle condizioni dell'ambiente temperato settentrionale, alterna periodi diresistenza e di sensibilit al freddo. Il termine acclimatazione si riferisce al passaggio da una condizione disensibilit a quella di resistenza mentre deacclimatazione indica il passaggio inverso. Ovviamente ilperiodo stagionale di acclimatazione e di deacclimatazione di importanza fondamentale nel determinare laresistenza al freddo della pianta. La durata e l'entit dello stato di acclimatazione, anche importante.

  • Infatti le piante legnose vengono classificate seconde l'entit della loro resistenza al freddo dimostrata allostato di acclimatazione, quindi le diverse categorie possono tollerare temperature sotto lo 0 C madifferiscono nella gradazione della loro resistenza. Quando una pianta, indipendentemente dalla sua classi-ficazione nei riguardi della resistenza, danneggiata dal gelo, vengono interessati diversi processi dannosi.Uno dei primi e fondamentali passi, la formazione di cristalli d' ghiaccio negli spazi fra le cellule. Ilcongelamento dell'acqua negli spazi intercellulari provoca la fuoriuscita ulteriore di acqua dalle cellule viveadiacenti, verso gli spazi intercellulari, dove subisce il congelamento a sua volta. La quantit di ghiaccio neglispazi, aumenta rapidamente man mano che l'acqua esce dalle cellule. Se lasciata senza controllo, lafuoriuscita di acqua pu portare a un severo stato di disidratazione. Infatti la spiegazione corrente dei dannida gelo alle piante, quella che la morte dei tessuti causata direttamente da un avanzato stato di disidra-tazione cellulare, causata dalla formazione di ghiaccio nei tessuti. Secondo questa spiegazione quando laquantit di acqua nelle cellule scende sotto un valore di soglia minima. le molecole proteiche nel protoplasmacellulare iniziano a legarsi l'una all'altra formando una struttura stabile ma non funzionale. In questo statodel protoplasma cellulare permanentemente alterato, il metabolismo rallenta sempre pi, fino a provocare lamorte delle cellule e quindi dell'intera pianta. Sembra che le piante che sopravvivono a temperature letaliper le altre essenze, riescano a farlo prevenendo la disidratazione causata dalla formazione del ghiaccio.Una possibilit di ottenere ci richiede il superraffreddamento, cio l'assenza di formazione di ghiaccioanche durante i periodi di gelo. Un'altra possibilit quella di far formare il ghiaccio negli spaziintercellulari, riducendo la perdita di acqua delle cellule. Spesso questo sistema di prevenzione del gelo,richiede alterazioni osmotiche nel protoplasma delle piante resistenti. Le piante alofite (tolleranti dellasalinit), sono pi resistenti di quelle, simili ma non tolleranti, perch la pressione osmotica del loroprotoplasma impedisce efficacemente all'acqua di uscire dalle cellule e di concorrere alla formazione dighiaccio negli spazi intercellulari. Altre piante resistenti, accumulano un elevato contenuto di sostanzeorganiche solubili durante l'acclimatazione. Altre, invece, possono resistere al freddo semplicementeperch possono riaversi anche da estreme condizioni di disidratazione in seguito alla formazione dighiaccio; esempi di tale comportamento sono la betulla (Betulla papyrifera), il pioppo tremulo (Populustremuloides) e parecchi salici.

    Tenendo presenti tutte queste considerazioni, che cosa si pu fare, praticamente per prevenire i danni del geloalle piante? Una precauzione ovvia quella di irrigare bene le piante, prima del periodo di geloprobabile. Tenendo i loro tessuti turgidi o rigonfi possibile prevenire l'estrema disidratazione cellulare chenormalmente uccide le piante gelate. Un sistema simile quello di irrigare per aspersione le piantesuscettibili di danno, quando la temperatura scende sotto lo zero. Lo scopo di tale precauzione duplice: siraggiunge il massimo contenuto di acqua nei tessuti vivi ed il calore (conosciuto dai fisici come calore latentedi fusione), ceduto dall'acqua che ghiaccia sulla superficie della pianta, contrasta gli effetti del gelosull'acqua nei tessuti della pianta. Anche i programmi di ibridazione per introdurre la resistenza in piantesensibili al gelo diventeranno estremamente importanti nei prossimi anni. Altri sistemi di prevenzione deidanni da gelo, sono ancora allo stadio sperimentale e quindi non disponibili per la pratica; alcuni sonoanche molto dibattuti.Ricercatori dell'Universit della California stanno tentando di utilizzare dei ceppi di batteri, modificatimediante tecniche di ingegneria genetica, come agenti per la prevenzione del gelo. Lo scopo della ricerca, sibasava sul fatto, che alcuni tipi di batteri chiamati batteri criogenici, sono normalmente presenti comeepifiti sulle piante e le rendono suscettibili ai danni del gelo perch diventano centri di nucleazione per ilghiaccio. Sostituendo i batteri criogeni con altri non criogeni, si pu ridurre la sensibilit della pianta al gelo.Sfortunatamente ancora troppo presto per giudicare se la teoria sar seguita dall'impiego pratico; inoltremolti esperti mettono in dubbio l'opportunit di introdurre nell'ambiente dei batteri potenzialmentepericolosi. In particolare gli aspetti pi dibattuti riguardano la possibile diffusione dei batteri anche sualtre piante, come le erbe infestanti, rendendole resistenti al freddo. Oppure, dato che i batteri criogenicinormalmente presenti sulle piante potrebbero avere effetti benefici, anche se non ancora conosciuti, sullepiante ospiti, una loro sostituzione potrebbe comportare la scomparsa di tali effetti favorevoli. Infine ibatteri non criogeni potrebbero avere un effetto sul clima con conseguenze non facilmente prevedibili. Comesempre quando la ricerca pura viene usata per risolvere dei casi pratici, la risposta alle preoccupazioni delpubblico sull'uso dei batteri non criogeni, in prevenzione dei danni da gelo dipender, alla fine dai risultatidi esperimenti destinati a identificare i possibili effetti negativi dell'adozione di un tale sistema.Se non si evidenzieranno aspetti controproducenti sar possibile marcare un significativo progresso nellastrategia della modificazione della resistenza al freddo delle piante. Come sempre la migliore conoscenzascientifica di un fenomeno, come la resistenza al freddo, se applicata propriamente ricca di potenzialitper il miglioramento della tecnica agricola.

    (tratto da: Clamer informa Gennaio 1987)

    John W. Einset ARNOLDIA FALL '85