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HOTEL DOMANI n o v e m b r e 2 0 0 9 114 M adonna di Campiglio, a 1500 metri di altezza, è stata una delle perle più pre- ziose dell’impero austroungarico dove il Kaiser Francesco Giuseppe e l’adora- ta moglie Sissi trascorrevano le vacan- ze estive assieme alla corte e all’aristo- crazia mitteleuropea. Il Teatro Hofer, tuttora esistente, ne rappresenta la memoria storica e il miglior retaggio di un’epoca che amava la dolce vita bucolica e agreste immemore della catastrofe che l’avrebbe travolta nell’agosto del 1914. In seguito Madonna di Campiglio ha conosciuto altre stagioni di splen- dore all’insegna delle nuove classi sociali borghesi che si sono afferma- te tra le due guerre e soprattutto dopo la seconda metà del Novecento. L’inverno è diventato il teatro di un nuovo sport sconosciuto agli impera- tori della casata d’Asburgo: lo sci. Gli impianti di risalita hanno segna- to il paesaggio invernale che si è caratterizzato con decine di migliaia di appassionati del nuovo sport in tutte le sue declinazioni. L’estate ha perso parte delle sue attrattive a fronte della crescita prepotente delle stazioni balneari e delle nuove destinazioni esotiche che promettono so- le e mare tutto l’anno. La montagna, schiacciata sullo sci, sta ritrovando il suo antico Genius BOUTIQUE HOTELS & SPA Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa, Madonna di Campiglio (TN) Una Bomboniera Esclusiva Renato Andreoletti, Alberta Carlesso Nella conca di Madonna di Campiglio, in un angolo particolarmente tranquillo, l’albergo inaugurato l’8 dicembre del 2008 propone uno stile assai particolare dove l’ospite è concretamente al centro della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. 20 camere, ristorante di pregio, bar, Spa e Beauty Farm, garage interrato, l’albergo offre un habitat esclusivo per una clientela sofisticata che ricerchi il benessere e l’anima della montagna declinati con una qualità del servizio decisamente superiore rispetto alla categoria delle 4 stelle dell’hotel. Un rapporto tra committente e general contractor, la famiglia Zambotti e Concreta, che è diventato simbiosi stilistica ed eccellenza strutturale

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Madonna di Campiglio, a 1500 metri di

altezza, è stata una delle perle più pre-

ziose dell’impero austroungarico dove

il Kaiser Francesco Giuseppe e l’adora-

ta moglie Sissi trascorrevano le vacan-

ze estive assieme alla corte e all’aristo-

crazia mitteleuropea.

Il Teatro Hofer, tuttora esistente, ne rappresenta la memoria storica e il

miglior retaggio di un’epoca che amava la dolce vita bucolica e agreste

immemore della catastrofe che l’avrebbe travolta nell’agosto del 1914.

In seguito Madonna di Campiglio ha conosciuto altre stagioni di splen-

dore all’insegna delle nuove classi sociali borghesi che si sono afferma-

te tra le due guerre e soprattutto dopo la seconda metà del Novecento.

L’inverno è diventato il teatro di un nuovo sport sconosciuto agli impera-

tori della casata d’Asburgo: lo sci. Gli impianti di risalita hanno segna-

to il paesaggio invernale che si è caratterizzato con decine di migliaia

di appassionati del nuovo sport in tutte le sue declinazioni. L’estate ha

perso parte delle sue attrattive a fronte della crescita prepotente delle

stazioni balneari e delle nuove destinazioni esotiche che promettono so-

le e mare tutto l’anno.

La montagna, schiacciata sullo sci, sta ritrovando il suo antico Genius

BOUTIQUE HOTELS & SPA

Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa, Madonna di Campiglio (TN)

Una Bomboniera Esclusiva

Renato Andreoletti, Alberta Carlesso

Nella conca di Madonna di Campiglio, in un angolo particolarmente tranquillo, l’albergo

inaugurato l’8 dicembre del 2008 propone uno stile assai particolare dove l’ospite è

concretamente al centro della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. 20 camere,

ristorante di pregio, bar, Spa e Beauty Farm, garage interrato, l’albergo offre un habitat

esclusivo per una clientela sofi sticata che ricerchi il benessere e l’anima della montagna

declinati con una qualità del servizio decisamente superiore rispetto alla categoria

delle 4 stelle dell’hotel. Un rapporto tra committente e general contractor, la famiglia

Zambotti e Concreta, che è diventato simbiosi stilistica ed eccellenza strutturale

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no immersi. Lo sapevano assai bene i Romani che

temevano la forza fi sica e la cocciuta determinazio-

ne dei montanari che arruolarono in massa nelle le-

gioni appena riuscirono a integrarli nel loro impe-

ro. Lo hanno scoperto a loro danno tutti coloro che

si sono scontrati con le picche dei tenaci montanari

svizzeri. Lo stiamo riscoprendo noi contemporanei,

che dalla natura ci siamo allontanati e che alla na-

tura torniamo appena ne abbiamo l’occasione. In-

fi ne, ma non è l’ultimo degli elementi rigeneranti,

non esiste luogo e tempo migliori della vacanza in

montagna per potersi dedicare a se stessi, alle let-

ture preferite, alla scoperta di un patrimonio eno-

gastronomico che il movimento favorisce inducen-

do il sano appetito e garantendo la migliore delle

digestioni a chi svolge attività fi sica, dall’infanzia

fi no alla più venerabile delle età.

In estrema sintesi, questo è stato il progetto di vita che ha indotto la fa-

miglia Zambotti (Elisabetta Tessaro e Tiziano Zambotti) a realizzare una

vera e propria bomboniera ai piedi del gruppo dolomitico del Brenta,

in un angolo estremamente tranquillo di Madonna di Campiglio, a cin-

Loci di destinazione ideale tutto l’anno e so-

prattutto d’estate grazie ad antichi fattori che

la civiltà moderna sta riscoprendo: la monta-

gna è sinonimo di salute grazie alla particolare

carica elettrica delle quote più elevate, sopra i

1000 metri, che svolge un ruolo antidepressivo

per una popolazione cittadina stressata e an-

siogena a causa dell’inquinamento ambienta-

le e della vita frenetica che si conduce in pia-

nura. Il colore dei boschi, dei campi, dei fi o-

ri, del cielo solcato dai cirri estivi, la presen-

za tranquillizzante delle mucche e dei cavalli

al pascolo hanno effetti terapeutici incredibi-

li sugli esseri umani. La vita all’aperto che si

conduce inevitabilmente in montagna, con i

saliscendi naturali del terreno, aiuta a svolge-

re attività fi siche che in città stanno scomparendo: camminare, correre,

respirare a pieni polmoni, ascoltare il rumore del torrente piuttosto che

degli uccellini perennemente indaffarati. Non esiste nulla di più natu-

ralmente rilassante e rigenerante che abbandonarsi ai suoni e al dina-

mismo della natura. Lo sapevano i nostri antenati, che nella natura era-

Elisabetta Tessaro

Lo Chalet

Dolce Vita è un

piccolo gioiello

dell’hotellerie

contemporanea

che abbina qualità

progettuale e

gusto estetico,

il tutto

profondamente

ancorato alla

storia del luogo

in cui si trova

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que minuti a piedi dal centro della città. “Abbiamo scelto di creare un

concept alberghiero su misura per una clientela esclusiva che apprez-

zasse ciò che apprezziamo noi: una qualità della vita scandita dalla me-

moria di ciò che ci circonda e di chi ha vissuto in questi luoghi e nello

stesso tempo assolutamente contemporanea per la qualità del comfort

e dell’offerta enogastronomica e dei servizi” spiega Elisabetta Tessaro,

la vera anima del progetto, giornalista e albergatrice nonché mamma.

“Mio marito è ingegnere civile e costruttore edile: non avevamo di con-

seguenza problemi dal punto di vista della qualità ecologica dell’edifi -

cio che intendevamo realizzare. Avevamo bisogno invece di professio-

nisti che condividessero il nostro sogno di realizzare un habitat conce-

pito su misura per i nostri clienti: appassionato, divertente, intrigante,

esclusivo. L’architetto Steven Mufatti, Project Manager di Concreta, è

stato il nostro alter ego assieme all’azienda di Sondrio, che non solo ha

interpretato perfettamente i nostri desideri ma è riuscita anche a farli

propri, lavorando in simbiosi con noi.” Elisabetta Tessaro è anche una

grande viaggiatrice e dai suoi viaggi ha tratto alcune radicate convin-

zioni: l’albergo è la casa dell’ospite e come tale va progettato, la strut-

tura come il servizio. L’albergo contemporaneo deve offrire un comfort

contemporaneo con un’anima antica, la più antica possibile, che affon-

di le proprie radici nel tempo e nel luogo in cui si trova. L’albergo è la

rappresentazione del vissuto del territorio ma deve anche diventare il

vissuto dell’ospite, che si deve affezionare alla camera che lo ospita co-

me alle persone che si impegnano per farlo star bene. L’albergo infi ne

è un gioco che deve coinvolgere attori e spettatori perché in hotel tutti

sono attori, anche il personale, e nello stesso tempo tutti sono spettato-

ri, anche gli ospiti.

Il risultato è stato un piccolo gioiello dell’hotellerie contemporanea che

abbina qualità progettuale e gusto estetico, il tutto profondamente an-

corato alla storia di Madonna di Campiglio e all’indiscutibile privilegio

di essere ai piedi di uno dei più importanti gruppi dolomitici italiani,

quello del Brenta, in un momento non meno magico perché le Dolomi-

ti lo scorso mese di giugno sono state iscritte dall’Unesco tra i siti natu-

rali Patrimonio dell’Umanità. In Italia sono 44, il maggior numero per

singolo Paese dell’intero pianeta. Nel mondo sono 189. Ultimo ma non

meno importante, il colpo da maestri di essere riusciti a convincere un

nomade come Enrico Croatti, romagnolo doc allievo di Gino Angelini

a Los Angeles e diventato famoso in televisione a fi anco di Antonella

Clerici nella trasmissione “La prova del cuoco”, a fermarsi a Madonna

di Campiglio per mettere a disposizione della clientela la sua arte, che

Di fronte alla

reception si apre

il Lounge Bar con

il grande camino

rivestito di ferro

brunito sospeso

sulla panca in

legno realizzata

su misura

L’area ricevimento sfugge volutamente agli stereotipi d’albergo. Boiserie,

pavimento e soffitto sono in rovere massiccio

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è arte autentica. Ha portato in montagna lo squaquerone e la piadina, cui un romagnolo che si rispetti non può rinunciare, assieme a una cul-tura enogastronomica assolutamente italiana e mediterranea per il ri-spetto della materia prima utilizzata e di una tradizione unica sul pia-neta Terra necessariamente rivisitata alla luce del gusto contempora-neo ma mai tradita nella sua essenza. Noi abbiamo una “prova del cuo-co” che non molti cuochi – anche “stellati” – hanno superato: il risotto. È una tradizione che un lombardo e una veneta assorbono fi n dalla più tenera età. Croatti l’ha superata con un 10 e lode. Croatti è un ricono-sciuto maestro di cotture e al Dolce Vita insegna anche a cucinare co-me solo i grandi chef sanno fare. Sono due pomeriggi di corso di cuci-na utilizzando lo chef table: uno schermo che proietta nel ristorante in tempo reale ciò che accade in cucina.

CONNUBIO PERFETTO FRA TRADIZIONE E MODERNITÀIl linguaggio progettuale della facciata esterna dell’albergo richiama un piccolo castello di montagna diventato residenza, con la torre d’angolo e i grandi balconi ai piani. La struttura si eleva dal suolo per tre piani, la SPA è al piano meno uno, dove si trova anche il garage interrato, cui si accede a fi anco dell’entrata. Il dialogo tra interno ed esterno è intenso e continuo. È il gioco apparentemente casuale dei montanti inclinati sul prospetto principale, che si ritrovano anche nel ristorante, e l’originale disegno della zona ingresso, con la grande fi oriera in acciaio corten in-castonata sui massicci travi di legno piantati nel terreno. La reception è piuttosto inusuale e sfugge volutamente agli stereotipi

d’albergo. Le boiserie in legno di rovere massiccio formano, in continui-tà con pavimenti e soffi tti, una moderna scatola in legno che intercetta il lounge in un’accogliente panca, il cui schienale è ricavato incassando delle fasce imbottite e rivestite in loden nella trama alternata di doghe di legno. I corpi luce sono stati disposti ad arte per ottenere un effetto lavaggio della parete esaltando in questo modo la forza espressiva del legno piallato a mano. Ascensore e scala sono stati collocati subito do-po la reception. Sulle pareti di scale e corridoi, ma anche delle camere, frasi signifi cative dei grandi alpinisti del passato piuttosto che di fi loso-fi o di scrittori del calibro di Shakespeare o Dante Alighieri. Splendida la frase di Ettore Castiglioni: “Non si può amare senza conoscere, ma non si può veramente conoscere se non per forza d’amore”. Suggestive le lampade delle scale realizzate utilizzando vecchi sci anni Trenta co-me basamenti verticali per le applique a muro. Intense le fotografi e in bianco e nero di giovani seminaristi che ballano e giocano nella neve. Intensissime le fotografi e dei grandi rocciatori degli anni Trenta, spe-ricolati scavezzacolli che hanno scritto la storia dell’alpinismo di mon-tagna. Alcuni sono sopravvissuti per diventare vecchi saggi, altri si so-no trasformati in giovani nuvole rosseggianti al tramonto, come Paul Preuss, il poeta dell’arrampicata libera. Un altro, Hermann Buhl, è an-cora in un crepaccio dell’Himalaya. Chissà quante pipe di tabacco si è fumato da allora…Di fronte alla reception si apre il Lounge Bar con il grande camino rive-stito di ferro brunito sospeso sulla panca in legno realizzata su misura e, sullo sfondo, l’Ice Cube trasparente che fi ltra lo spazio verso la stu-be e il ristorante. L’Ice Cube è stato creato con pareti opaline retroillu-

SCHEDA ALBERGO

Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa Via Castelletto Inferiore, 10

38084 Madonna di Campiglio (TN)

Tel. +39 0465 443191

Fax +39 0465 446668

www.chaletdolcevita.it

[email protected]

Proprietà e gestione: Zambotti Tessaro

Camere: 20

Ristorante Dolomiéu

Lounge Bar

Ice Cube

Smoking room

Spa & Beauty Panta Rei

Garage

Lo scenografico Ice Cube, trasparente e retroilluminato, contiene il bar e filtra lo spazio verso la stube e il ristorante Dolomiéu

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minate con luce azzurrina. Contiene il bar dell’albergo e si affaccia sia sul Lounge Bar che sul ristorante sul retro. I tronchi di betulla disposti in prossimità degli spigoli hanno la doppia funzione di elementi sceno-grafi ci e protezione contro gli urti accidentali. La macchina del caffè merita un’occhiata per niente distratta: è una Fae-ma 61. L’Ice Cube è stato disegnato espressamente dal giovane archi-tetto alpinista Steven Mufatti di Altrostudio, il quale ha dato vita, con la collaborazione del designer Marco Bedognetti, a questo inusuale pro-getto per Concreta Contract.

Il Lounge Bar contiene prestigiosi divani di pelle disegnati da Pao-la Navone. Il camino è sempre acceso. I totem espositivi sono di Fa-bio Cammarata. Sul Lounge Bar si apre anche la Cigar Room, arreda-ta con imbottiti di pelle e destinata agli amanti di cioccolato, sigari e rum! La saletta è pavimentata in rovere antico e fasciata con boiserie piallate a mano. La stube de Tiz è un nido caldo di abete antico del Trentino. È inte-ramente fasciata di legno, dalle pareti al pavimento al soffi tto. Il legno di pareti e soffi tto è abete trattato a cera, quello del pavimento è rovere antico. La moderna stube ospita una tipica stufa della tradizione locale (muletto) di calce bianca. Nel Ristorante Dolomiéu una scatola di legno di rovere piallato a ma-no (lo stesso materiale con cui sono stati creati tutti gli spazi convivia-li dell’albergo) accoglie la grande stele del camino bifacciale rivestita interamente di ferro. Sullo sfondo i divisori in legno a ics ripresi dalla facciata esterna, omaggio alla libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti del 1977. Come nella hall e nella Lounge, i pavimenti alternano tonali-te dalla Val Genova (granito) con fi nitura spazzolata e rovere piallato a mano. Suggestivo anche il fratino in legno di cedro posto al centro del ristorante come “tavolo degli amici”. Il ristorante si espande sulla gran-de terrazza che corre lungo il perimetro esterno dell’albergo arredato con tavolini (con le tipiche sedie di plastica fi rmate Philippe Stark), un altro splendido fratino e un’area sopraelevata, a fi anco dell’entrata del-l’albergo, ideale per i cocktail serali. Nel Dolomièu il camino è già ac-ceso fi n dal mattino.

La stube de Tiz

è un nido caldo

interamente

rivestito in

legno (pareti e

soffitto in abete

trattato a cera,

pavimento in

rovere antico),

con una tipica

stufa della

tradizione locale

Lo chef

Enrico Croatti

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L’hotel ha 20

camere, tutte

diverse. Quelle

del terzo piano

sono dedicate a

7 grandi alpinisti

del passato.

Nella foto, la

suite soppalcata

intitolata a

Bruno Detassis

Nelle foto,

le camere dedicate

a Paul Preuss

e a Tita Piaz

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20 CAMERE D’AUTORE

Soltanto 20 stanze, alcune con il caminetto a legna di Citterio, declinate

nei toni dei beige e dei grigi calmi e materici, offrono un’ospitalità spe-

ciale e morbida. Le camere, una diversa dall’altra, sono vestite di tes-

suti pregiati e legate a un concept che le riporta alle stagioni o al mito.

Il primo piano “Velvet”, dove i tessuti sono in setoso velluto, ricorda la

sensualità dei prati e la struggente bellezza dei tramonti sulle Dolomiti,

mentre il mezzanino “Wool” è dedicato alla lana, calda e avvolgente,

che rimanda all’aria frizzante e al biancore dell’inverno. Sotto le grandi

travi a vista della mansarda trovano invece spazio le stanze dedicate al

“MiTo’s”, piccoli gioielli nati dalla passione per l’alpinismo e da un in-

tenso vissuto di montagna dell’architetto Steven Mufatti.

In queste stanze tutto rimanda alla storia, al carattere e alle aspirazioni

dell’alpinista che ha ispirato il progettista. I sette “grandi” hanno tutti

in comune un forte legame con le Dolomiti e da queste guglie svettan-

ti sono stati ugualmente rapiti. Soggiornare in questi spazi, permette di

entrare in connessione con la forza magica della natura impressa nel ru-

de granito dell’Adamello e nella rosata dolomia del Gruppo del Brenta.

Sono Giorgio Graffer, Bruno Detassis, Cesare Maestri, Tita Piaz, Ettore

Castiglioni, Paul Preuss, Hermann Buhl.

La camera dedicata a Giorgio Graffer si caratterizza in particolare per il

letto a baldacchino, a centro stanza, realizzato su disegno in ferro cru-

do trattato a cera. La stufa sulla panca è di Citterio, la vasca free stan-

ding, posata su un tappeto di ciottoli di fi ume, è di Philippe Stark. La

suite soppalcata Detassis ha la stufa a legna, un’imponente testata del

letto in legno di rovere tinto grigio e spazzolato con doghe a tagli incli-

nati omaggio alla sky line delle Dolomiti. Pavimenti in rovere scuro, ar-

redi in rovere tinto grigio, tetti in legno di larice spazzolato. I bagni con

le pareti in vetro temperato satinato a sfumare verso l’alto. Nella Casti-

glioni la copertura è stata realizzata con travi accoppiate in legno di la-

rice. Le pareti murali sono state trattate con pittura traspirante a base

di biocalce. Originale il bagno della Preuss: il volume a tutta altezza

della stanza da bagno è interrotto da un soppalco con struttura in legno

che contiene il vano della doccia. La parete di fondo, alta più di quat-

tro metri, è rivestita con pannelli trattati in resina su cui sono fi ssati gli

appigli di arrampicata. Credo sia unica al mondo!

Ogni unità dispone di collegamento internet con ADSL, televisore a cri-

stalli liquidi, con programmi SKY Gold Hotel e canali satellitari. La

dotazione comprende inoltre cassaforte, frigobar, set cortesia, ciabatti-

ne in spugna e accappatoio con logo dell’hotel.

Quasi tutte le stanze sono dotate di balcone e alcune si fregiano di pezzi

di design storico o d’antiquariato locale e d’oltralpe. Nelle camere del-

l’hotel vi sono pezzi di designer che hanno fi rmato la storia del ’900: Le

Corbusier, Mies Van der Rohe, Charles & Ray Eames, Arne Jacobsen,

Alvar Aalto e Philippe Stark. Le camere si caratterizzano per un’ecce-

zionale ottimizzazione dello spazio e per i bagni, anche questi d’autore.

Box doccia enormi nella maggior parte dei casi, una vasca in camera

in una suite, vasca e box doccia in un’altra suite, perfi no una sauna fi n-

landese nella suite più importante che occupa il bow window del pri-

mo piano della torretta laterale dell’albergo. Le camere del terzo piano,

quelle dedicate ai grandi alpinisti del passato, hanno soffi tti mansar-

dati e balconi esterni. Tutte hanno letti king size bianchi con piumino

e quattro cuscini, televisori lcd da 26 pollici a parete, collegamento In-

ternet con cavo di rete (il piano terra è wireless). L’accesso a Internet è

gratuito. Le camere sono controllate con un sistema di Building Auto-

mation con scheda elettronica dotata di transponder.

LA SPA PANTA REI

Al piano meno uno dell’albergo la Spa Panta Rei regala all’ospite

un’esperienza davvero unica. “Una volta era il mare” si legge in al-

cuni testi di Madonna di Campiglio e proprio dalle profondità mari-

ne in cui le Dolomiti erano abissate giunge il sale, elemento di an-

cestrale benessere e riconosciute proprietà curative. Il relax al Dolce

Vita è Thalasso, declinato tra pareti ambrate di sale del Mar Morto

e cascate rosate di sale himalayano. Un design essenziale, materiali

pregiati e la ricerca di un benessere intimo, fanno della Spa un luogo

di eccellenza. L’hotel propone l’ingresso gratuito alla Spa Panta Rei

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che, oltre alla piscina con nuoto controcorrente e Jacuzzi, offre sauna

fi nlandese e alle erbe, bagno turco, cascata di ghiaccio, docce emo-

zionali calde e fredde con cromoterapia, doccia con scroscio di luce,

grotta di sale per il relax con pareti di sale himalayano, cascata e ne-

bulizzatori d’acqua salina. La grotta è inoltre dotata di lettini ad ac-

qua, cromoterapia e musicoterapia.

La Beauty dell’hotel è stata collocata al primo piano per garantire la

massima privacy e tranquillità agli ospiti. Ci si lascia coccolare da ma-

ni esperte con l’ausilio dei trattamenti più effi caci sia a base di pro-

dotti Thalasso che di fi toelementi. n

Progettisti: Studio tecnico Impresa edile Tiziano Zambotti, Arch. Steven Mufatti, Arch. Massimo Mescia

Interior design: Arch. Steven Mufatti – Designer Marco Bedognetti per Concreta

Impresa Edile: Impresa edile Tiziano Zambotti

General Contractor: Concreta

Impianti elettrici: Francesco Marzadri

Climatizzazione: Masè Termoimpianti

Telefonia: Telmekom

Software di gestione: Enri Giacomuzzi

Cucine: Ambach - Grandi Cucine Failoni

Abbattitori di temperatura: Lainoz - Grandi Cucine Failoni

Sottovuoto: Lainoz - Grandi Cucine Failoni

Ascensori: Alessandro Salvaterra

Serramenti: Artfal

Porte automatiche: Artfal

Portoncini camere: Artfal

Serrature: Viro

Arredi parti comuni: Concreta

Outdoor: Kartel e Uno Più

Divani: Paola Navone per Baxter

Poltrone: Baxter

Totem espositivi: Fabio Cammarata

Arredi camere: Concreta

Lenzuola, tovagliato e spugne: Bellomo

Sedie: Concreta

Tessuti d’arredo: Christian Fischbacher, Skopos, Mario Sirtori, Limonta

Complementi d’arredo: Casa Cozio Antichità, Concreta, Contemporary Home

Lampadari e punti luce: Viabizzuno

Materassi: Simmons

Sanitari: Flaminia

Rubinetterie: Flaminia, Grohe

Vasca da bagno: Philippe Stark per Hoesch

Accessori bagno: Hansgrohe

Set cortesia bagno: La Bottega Dell’Albergo

Telefoni: Siemens

Televisori: Sharp

Frigobar: Dometic

Casseforti: Techno Max

Posaterie: Broggi

Porcellane: Villeroy & Boch e Schönhuber Franchi

Stufe a legna: Moroso, Citterio,

Caminetti: Armani Arredo Casa

Arredo verde e giardino: Vivaio Stella Alpina

Moquette: Masland

Graniti: Pedretti Graniti, Tonalite Val Genova, Verde Vittoria Valmalenco

Mosaici centro benessere: Mosaico

Pavimenti, rivestimenti e mosaici: Emilceramica

Tappeti: Baxter

Centro benessere e attrezzature Spa: Hofer Group

Arredi centro benessere: Concreta

Web site: Kumbe

FORNITORI

Un design essenziale,

materiali pregiati

e la ricerca di un

benessere intimo

fanno della Spa

Panta Rei un luogo

di eccellenza