Ceramica

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Si lavora in molti paesi d’Abruzzo, dal Gran Sasso alla Majella. Ma un posto di riguardo è da sempre riconosciuto a Castelli, il piccolo borgo immerso nel verde ai piedi del Monte Camicia, sul versante settentrionale del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Castelli rappresenta il più famoso centro di produzione dell’arte della ceramica e della maiolica in Abruzzo. Da qui, fin dal quattrocento, gli splendidi manufatti, frutto della perizia e dell’abilità degli artisti artigiani, fanno il giro dei musei e delle fiere dell’artigianato più importanti del mondo, facendo conoscere Castelli come una delle realtà produttive più prestigiose in assoluto. La produzione di ceramica è ben avviata a Castelli dalla fine del quattrocento, e dal cinquecento i maestri maiolicai dell’antico centro della montagna teramana danno vita alla "pentacromia", la nuova tradizione cromatica che caratterizza il periodo aureo della produzione locale. I maestri castellani rispondono al nome di Ponpei, Lollo, Grue, Gentili, Cappelletti, Fuina. In molti casi si tratta di

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le ceramiche d'abruzzo

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Si lavora in molti paesi d’Abruzzo, dal Gran Sasso alla Majella.

Ma un posto di riguardo è da sempre riconosciuto a Castelli, il piccolo borgo immerso nel verde ai piedi del Monte Camicia, sul versante settentrionale del Parco

Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.

Castelli rappresenta il più famoso centro di produzione dell’arte della ceramica e della maiolica in Abruzzo. Da qui, fin dal quattrocento, gli splendidi manufatti, frutto della perizia e dell’abilità degli artisti artigiani, fanno il giro dei musei e delle fiere dell’artigianato più importanti del mondo, facendo conoscere Castelli come una delle realtà produttive più prestigiose in assoluto.

La produzione di ceramica è ben avviata a Castelli dalla fine del quattrocento, e dal cinquecento i maestri maiolicai dell’antico centro della montagna teramana danno vita alla "pentacromia", la nuova tradizione cromatica che caratterizza il periodo aureo della produzione locale.

I maestri castellani rispondono al nome di Ponpei, Lollo, Grue, Gentili, Cappelletti, Fuina. In molti casi si tratta di

intere generazioni di artisti artigiani che si tramandano l’arte da padre in figlio. Fra il Seicento e il Settecento, con l’opera del maestro Carlo Antonio Grue, la ceramica di Castelli raggiunge la sua massima espressione, come ben dimostra Io straordinario soffitto maiolicato della chiesetta campestre di di S. Donato, a Castelli, con oltre ottocento mattoni decorati.

I pezzi prodotti nelle botteghe artigiane di Castelli si caratterizzano per i tipici colori impiegati; giallo, verde, azzurro, arancio e bruno manganese.

Le decorazioni si ispirano ai soggetti più vari: fiori, piante, paesaggi, sole, luna, stemmi, icone, ex-voto. Un appuntamento da non mancare è

la mostra d’arte ceramica che in agosto anima l’intero borgo artigiano di Castelli.

La fama di Castelli può ben dirsi unica proprio per l’alto valore artistico e culturale raggiunto. Oggi un contributo popolare alla tradizione regionale è fornito dagli artigiani di Loreto Aprutino, Penne, Lanciano, Civitella Roveto, Spoltore, Nocella di Campli.

“Andammo cinque miglia più oltre, a un’altra Terra detta le Castella (Castelli, Teramo), posta sopra di un colle, tra due fiumicelli; nella qual Terra si fanno vasellamenti nobili di candida terra, e se ne portano fino a Napoli. Ne vedemmo due botteghe, e ci fu dato da bere” Frà Serafino Razzi, toscano (luglio 1575)