Cera una volta …. Cera una volta una mucca che aveva partorito un vitellino….

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C’era una volta

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C’era una volta …

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C’era una volta una mucca che aveva

partorito un vitellino….

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e, naturalmente, il suo corpo aveva iniziato a produrre latte per

nutrirlo durante i primi mesi di vita fino a che non fosse stato in grado di brucare e digerire l’erba

dei prati

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E così facevano tutte le mucche

della terra

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E anche tutti gli altri mammiferi

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Ma un giorno gli uomini decisero di rubare il latte alle mucche e ai

loro vitellini ed usarlo non solo per i propri bambini ma anche per gli

individui adulti

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e col tempo inventarono sistemi sempre più sofisticati per

mungere le mucche dopo averle imprigionate e ingravidate

tramite fecondazione artificiale

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uccidendo poi i legittimi destinatari del loro latte se maschi

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e alimentandoli artificialmente e rinchiudendoli in lager

se femmine e quindi adatte per le nuove provvigioni di

latte.

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Ma perché se la maggior parte degli uomini è concorde nel condannare gli orrori

delle guerre e dei lager(senza che peraltro questi siano mai cessati)

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è altrettanto concorde nel considerare normale e accettabile l’esistenza dei mattatoi

e degli allevamenti?

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Possibile che sia solo perché gli animali non abbiano le parole e gli strumenti (libri, giornali, TV) per denunciare la propria sofferenza?Perché non abbiano la capacità di influenzare direttamente la politica con le proprie opinioni e i propri voti?

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EPPUREcome dice Marguerite Yourcenar:

Ci sarebbero meno bambini martirise ci fossero meno animali torturati,meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura,se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove gli animali agonizzano senza cibo e senz’acqua diretti al macello

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Dato che

• “La crudeltà verso gli animali è tirocinio della crudeltà contro gli uomini” Ovidio

e

• “Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa che, dopotutto, si tratta solo di animali”Theodor Adorno:

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infatti

“Noi non abbiamo due cuori - uno per gli animali, l'altro per gli umani.”

Alphone de Lamartine

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L’UOMO LA SPECIE PIU’ ARROGANTE

che ha coniato il linguaggio per mistificare la realtà e la cui menzogna più grande è l’invenzione della parola

“umanità”per designare

il “complesso di doti e sentimenti solitamente positivi che si ritengono propri dell'uomo e lo distinguono dalle bestie: es.: possedere grandi doti di umanità”.

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Poi, per sancire con maggiore autorità l’uso mistificante di questa parola, le ha contrapposto

“bestialità”per designare “la brutalità e la crudeltà”, caratteristiche che sono invece innegabilmente esclusive della razza umana.

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Regno Animale

Tipo Cordati

Sottotipo Vertebrati

Classe Mammiferi

Ordine Primati

Famiglia Ominidi

Genere Homo

Specie Sapiens

Classificazione scientifica dell’uomo:

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Come è potuto succedere che nel corso della storia

in tutte le civiltà conosciute centinaia di milioni di uomini e di animali

siano stati e continuino ad essere imprigionati, torturati, massacrati con la complicità passiva o attiva

della maggior parte di noi?

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Recentemente lo psicologo Andrew M. Lobaczewski, nel suo libro Ponerologia politica (da ς, poneros = male), analizza a fondo la personalità degli psicopatici - o sociopatici - (che costituisce solo il 6% della popolazione totale)

e individua nei politici la maggior parte di loro

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Lo psicopatico è caratterizzato da:

• Incapacità di provare qualsiasi emozione (all’infuori della rabbia)

• Incapacità di provare amore e formare legami affettivi significativi

• Assenza di conflitto interiore• Assenza di coscienza• Incapacità di provare empatia• Incapacità di provare senso di colpa o rimorso• Bassa tolleranza alle frustrazioni• Simulazione costante nei rapporti con gli altri• Bisogno costante di eccitazione• Brama di potere con sfruttamento e manipolazione

strumentale degli altri per raggiungere i propri scopi

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Gli individui “normali” d’altro canto posseggono un meccanismo di difesa automatico di fronte a realtà disturbanti che consiste nella negazione delle parti di realtà che contrastano e interferiscono con i bisogni fondamentali della sopravvivenza e del benessere psicofisico.

La negazione può assumere varie forme tra cui le più importanti sono:

• Negazione del fatto in quanto tale (non è vero … che i vitelli vengano uccisi per utilizzare tutto il latte delle mucche)

• Negazione della gravità del fatto (è vero ma … non è così grave … che le mucche soffrano per la prigionia e la separazione dai propri figli e che i vitelli soffrano quando vengono allontanati dalle proprie madri e poi uccisi)

• Negazione della responsabilità (è vero ma non è colpa mia … non ci posso fare niente e, se anche smettessi di comprare e consumare latte e derivati, le cose non cambierebbero: quindi tanto vale … che non mi privi di questo piacere …)

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La negazione porta alla dissociazioneEsempi:

• Salviamo la specieSalviamo la specie e…massacriamoe…massacriamo l’individuo l’individuo

• Rispettiamo il porcellino e …macelliamo Rispettiamo il porcellino e …macelliamo salva- salva- il maiale il maiale

dana(r)odana(r)o

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Emozioniamoci per una Emozioniamoci per una e … chiudiamo il e … chiudiamo il partita partita cuore alle cuore alle emozioniemozioni

autentiche autentiche

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Ma, come dice Gibran:

La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera, E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime. E come può essere altrimenti? Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.

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L’incapacità di provare emozioni L’incapacità di provare emozioni non è altro che il vuoto della non è altro che il vuoto della

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E per non essere risucchiati da questo E per non essere risucchiati da questo vuoto tentiamo di riempirci con vuoto tentiamo di riempirci con qualsiasi cosa, di “aggrapparci” a qualsiasi cosa, di “aggrapparci” a oggetti illusori nella disperata ricerca di oggetti illusori nella disperata ricerca di emozioni che ci facciano sentire viviemozioni che ci facciano sentire vivi

ma in realtà siamo solo in grado di ma in realtà siamo solo in grado di indossare maschere simulatrici di indossare maschere simulatrici di quelle emozioni che abbiamo rinnegatequelle emozioni che abbiamo rinnegate

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La nostra società è sempre più senz’anima La nostra società è sempre più senz’anima perché le persone che occupano i ruoli chiave perché le persone che occupano i ruoli chiave della politica e dell’informazione sono della politica e dell’informazione sono senz’anima:senz’anima:

letteralmente essi non hanno alcuna coscienzaletteralmente essi non hanno alcuna coscienza

E continuano a lavorare per creare una realtà E continuano a lavorare per creare una realtà pervasa pervasa (e perversa) (e perversa) da un “comune modo di da un “comune modo di pensare e di sentire ” conforme ad essi e in cui pensare e di sentire ” conforme ad essi e in cui tutti gli altri, cioè noi, dimentichiamo di avere tutti gli altri, cioè noi, dimentichiamo di avere un’ anima.un’ anima.

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Tutte le civiltà, la nostra inclusa, sono state costruite sulla schiavitù e innumerevoli omicidi di massa.

Quando si comprende la vera natura dell’influenza dello psicopatico

(che è privo di coscienza e di qualsiasi morale oltre che di emozioni) sul resto dell’umanità che è stata programmata nei secoli

a dissociarsi dalle proprie autentiche emozioni

SI INORRIDISCE

ma allo stesso tempo tutto improvvisamente comincia ad essere chiaro

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Riassumendo:

Gli uomini sani

provano empatia verso tutte le forme viventi e non farebbero mai loro del male se non costretti, e comunque proverebbero poi rimorso e senso di colpa

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gli psicopatici

basano le loro relazioni con tutte le altre forme di vita (compresi gli altri uomini) esclusivamente sull’esercizio del potere e sul tornaconto personale e non sono in grado di provare rimorso nemmeno per le azioni più efferate

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Gli altri:

Noi, che leggiamo questo scritto e diciamo“bello, giusto, così dovrebbe essere… “

E poi ritorniamo alla vita di sempre senza cambiare nulla delle nostre abitudini perché

“troppo faticoso e poi …tanto a che serve…!”

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• Eppure, perché il nostro mondo sia migliore, basterebbe che

ogni uomo di coscienza si assumesse la responsabilità dei propri atti.

• Qualità indispensabili: onestà intellettuale e coraggio (1) morale

(1) dal latino cor (cuore) e habeo (ho) = ho cuore35

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