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IL CALITRANO ANNO XXXV - NUMERO 62 (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2016 CENTRO STUDI CALITRANI Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV) www.ilcalitrano.it IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1 ISSN 1720-5638

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IL CALITRANOANNO XXXV - NUMERO 62 (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2016

CENTRO STUDI CALITRANIVia Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)

www.ilcalitrano.it

IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1

ISSN 1720-5638

Calitri,06.09.2015.Festadegli80enni.In

alto

dasinistra:VitantonioDelliLiuni,VincenzoCicoira,Teodolinda

Paolantonio,AngelaInverso,MicheleCapos-

selaeAntonioTetta.S

econdafiladasinistra:CanioGautieri,VincenzoZabatta,AngeloZabatta,Angelom

ariaCerreta,VincenzoScoca,AntoniaMaffucci,

GaetaninamadredidonPasquale,CanioCestone

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ilia.Primafiladasinistra:MariaLucrezia,GicintaZarrilli,AntoniettaCodella,BenedettaGer-

vasi,RosinaCaputo,OresteGargano,M

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piedi:MichelinaSantoro,MariaGiuseppaDiRom

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Zabatta.

N. 62 n.s. – Maggio-Agosto 2016 IL CALITRANO

R E Q U I E S C A N T I N P A C E

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IL CALITRANOANNO XXXV - N. 62 n.s.

Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizionidell’Associazione Culturale “Caletra”

Fondato nel 1981

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Chiuso in stampa il 25 luglio 2016

IN COPERTINA:Calitri, 1957. Salvatore Scoca ai P’ppun’in una delle sue abituali visite fra i cali-trani.(Foto: Archivio Fotografico Pro LocoCalitri, per gentile concessione)

IN QUESTO NUMERONon uccidiamo la speranzadi A. Raffaele Salvante 3

Il principe poveroFrancesco Maria Mirelli (II)di Emilio Ricciardi 4

Le collezioni di Michele Cerreta:un tesoro da valorizzaredi Pietro Cerreta 7

La biblioteca dei Gesualdoalla fine del ’400di Concetta Zarrilli 10

Lavoro e destino.Chiedi alla polveredi Alfonso Nannariello 12

Il premio Caruso 14

Antonio e Mariadi Marco Bozza 15

LA NOSTRA BIBLIOTECA 20

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22

REQUIESCANT IN PACE 23

Rocco Di Napoli11.01.1950†15.04.2016

Sei stato la nostra guida econtinuerai a essere ilnostro esempio di vita. Latua famiglia

Serafino Rossi02.01.1933†16.06.2016

Dedicò la sua vita allavoro e alla famiglia.Raccolse stima e affetto dacoloro che ebbero modo diapprezzarne l’onestà e lagrande bontà di cuore.

Antonietta Talzighetti1941†Varese 09.07.2016

Gli amici di Calitri sonovicini nel dolore al maritoCesare Giovanni Buldo eai figli Vincenzo e Nadia.

Giuseppe Stifano02.01.1928†21.01.2016

Beati quelli che osservanola rettitudine e il ognitempo la giustizia(Salmo CV)

Pasqualina Paolantonio11.03.1915 †13.02.2016.

“Grazie Mamma”i figli Angela e Vito Stanco

Canio Galgano03.03.1952†14.02.2016

Per la bontà che illuminòla sua esistenza, per ilricordo che lasciò in quantilo conobbero, per l’affettoche nutrì verso la suafamiglia, resterà semprenei nostri cuori.

Rosa Acocella07.08.1975†18.06.2015

Non si perdono mai coloroche amiamo, perchépossiamo amarli in Coluiche non si può perdere.Sant’Agostino

Salvatore Diasparra18.11.1958†16.08.2015

Un anno è ormai passato,soli siamo rimasti asopportare. Gli amici sonodispersi, evitano,dimenticano, ma io ricordoancora la luce del miocammino. Assunta

Vincenzo Sicuranza13.01.1927†12.11.2015

A voi quest’immagineperché richiami alla vostramente un dolce ricordo edalle labbra una mestapreghiera

Giuseppe Forgione12.02.1941†06.07.2012

Caro papà, a quattro anni dallatua scomparsa la tua assenza èancora molto forte,nel quotidiano e sopratuttonelle ricorrenze.Sei sempre nei nostricuori...tua figlia Mariagraziae la tua famiglia.

Vito Di Guglielmo16.03.1936†11.09.2015

In te mi rifugio, o Signore,ch’io non sia confuso ineterno! Scampami nellatua giustizia e liberami,tendi verso di meiltuoorecchio e salvami.(Salmi, 71-1)

Giuseppe Di Maio04.09.1925†14.06.2015

Sarai sempre il faro dellanostra vita.Hai abbandonato questomondo ma rimarrai persempre nei nostri cuori. Ituoi cari

Berardino Galgano09.01.1918†27.04.2005

O Dio, ascolta la miapreghiera, porgi l’orecchioalle parole della mia bocca.(Salmi, 54-4)

Giuseppe Cianci19.05.1928†21.06.1999

Resterai sempre nel cuore diquanti ti vollero bene. Lamoglie Maria e i figliAngelomario e Antonio.

Antonio Zabatta06.07.1933† Dragona 01. 05. 1985

A 31 anni dalla tua dipartita,il tuo ricordo resta vivo persempre nei nostri cuori. Chivive nel cuore di chi restanon muore. I nipoti

Michel Simone16.12.1927†Belgio, 13.12.2013

Con il suo amore, la sua bontà, la sua generosità, il caropapà se n’è andato come ha vissuto. Il cuore riempito deglisguardi, noi conserveremo una memoria commossa di tuttala compassione e l’affezione che ci avete testimoniato.Sua moglie, i figli, i nipoti e i pronipoti, la famiglia e tutti isuoi amici.

Paolo Miele15.06.1973†08.04.2015

Signore, non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ma tiringraziamo per avercelo dato. I nostri occhi pieni dilacrime sono fissi nei tuoi pieni di luce (Sant’Agostino). Nelprimo anniversario della sua scomparsa, la famiglia tutta loricorda con immenso amore.

Brigida Ziccardi27.04.1924 †06.03.2015.

Vincenzo Zabatta02.07.1922†01.01.1996

Cari genitori e nonni il tempo passa mail vostro ricordo è vivo nei nostri cuori,la vostra mancanza è incolmabile.

Ancora un grazie per avervi cresciuticon tanti sacrifici e educati all’onestà,al lavoro e alla fede. Figli e nipoti

Girolamo Caruso04.05.1937 †05.10.2015

Ciao nonno Girolamo! Dopo anni di sofferenze ci hailasciati...Non c’è giorno che passi che non sei nei nostri pensieri..enon c’è giorno che passi che la nostra cara nonna Angelanon ti pianga... Nel ricordo del tuo primo Compleanno incielo, ti abbracciamo infinitamente!Le tue nipoti Marta e Sara.

Il 07 maggio a Calitri, inpiazza della Repubblica, èstata scoperta la lapide inmemoria di SalvatoreScoca. Alla celebrazionehanno partecipato i figli e iparenti, le scuole di Cali-tri, le autorità civili e reli-giose, nonché la cittadi-nanza. Al convegno pressol’auditorium del LiceoScientifico di Calitri, sonointervenuti oltre al rela-tore prof. Pino Acocella,il presidente della ProLoco Vitale Zabatta, ilprof. Donato Lucev, il diri-gente scolastico GerardoVespucci e il sindacoMichele Di Maio. Durantequesti due giorni (06 e 07maggio) di commemora-zioni si è ricordato l’impe-gno dell’On.Scoca per lasua Calitri, volle istituirela scuola media, l’istitutotecnico, la scuola d’arte eil liceo scientifico, oltre alsuo fattivo impegno nellastesura della CostituzioneItaliana (in particolare nel-l’art.53). La targa comme-morativa, opera del prof.Fulvio Moscaritolo, vuolessere un segno tangibiledel riconoscimento delpopolo calitrano.

Roma, 1955. Viaggio di nozze di Lucia Pannielloe Giuseppe Tartaglia. Ai miei genitori conprofondo amore mi mancate. La figlia MariaAntonietta

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S iamo alle solite, ancora una volta alleprecise e circostanziali osservazioni

dell’abnorme e sconcertante atteggia-mento della cosiddetta “minoranza” si ri-sponde con insulti e calunnie, che deno-tano un certo nervosismo e sbandamento;certamente non possiamo accettare talecomportamento da parte di un gruppo didilettanti allo sbaraglio, che volutamenteignora – meglio sarebbe dire se ne frega- delle regole della democrazia (siamotentati dal sospettare che dietro tutto que-sto insensato atteggiamento, possa essercila “manina” di qualche “burattinaio”,che consiglia, suggerisce, orienta, per-suade: altrimenti non si spiegherebbe tan-ta ottusità).Non saremmo voluti scendere così in bas-so, ma bisogna pure insegnare le buonemaniere a questi sbarbatelli maleducati,disinvolti e arroganti, invitandoli anzitut-to a guardare in casa propria (medice cu-ra te ipsum (Luca (4, 23) = medico curate stesso) cioè guarda prima in casa tua,invece di vomitare ignobili accuse su chista dedicando la propria vita al servizio deicittadini del proprio paese…uno spetta-colo ignobile e vile, stupido ed insolente.Come se non bastasse ai primi di mar-zo, con vera faccia tosta e strafotten-za, la minoranza, ha presentato un“esposto” all’Autorità Nazionale An-ticorruzione ??? sull’affidamento la-vori (manutenzione straordinaria stra-de ed edifici e riqualificazione urbana):un episodio gravissimo e preoccupan-te; nulla di penalmente rilevante, macerto moralmente sconsolante. Ci vie-ne il dubbio fondato che questi gio-vincelli non si rendano effettivamen-te conto di quello che stanno facendo:ma come, in un paese come il nostrocon gli urgenti e improcrastinabili pro-blemi che pesano sui cittadini, c’è gen-te che si diletta a giocare con il rischio(ormai certezza) di far perdere al no-

stro paese delle importanti opportunitàdi ripresa. Ma loro cosa rischiano personalmente?NULLA, così è bello fare politica… si faper dire… evitano di impegnarsi perso-nalmente e girano intorno, al problema;è come parlarsi addosso, perdere tempo,in pratica l’antica, farraginosa, inconclu-dente ma pericolosissima politica del“tanto peggio, tanto meglio”.

Non si può più aspettare, c’è poco da cin-cischiare, occorre una netta presa di co-scienza per operare ora e subito, i roma-ni dicevano hic et nunc = qui ed ora, perdire che una cosa non ammette proroghenella sua attuazione, di chiacchiere al ven-to se ne sono dette tantissime, invece oc-corre porre mano ai fatti perché la disoc-cupazione che porta miseria nellefamiglie, nel paese e nella società, deve es-sere affrontata e tamponata drasticamen-

te e non a parole che possono essere for-bite ed eleganti, ma restano soltanto pa-role, un imponente mare di chiacchiereimbarazzanti….Non si può aspettare oltre.Gli egoismi, le incapacità, le gelosie, leambizioni fallite e il cinismo spregiudi-cato emergono drammaticamente e mol-te domande sorgono spontanee davanti adun tale devastante scenario: la vogliamosmettere una buona volta? vogliamoveramente impegnarci nell’interessedei cittadini o vogliamo continuare afare le guerre contro i mulini a vento ?In una fase in cui occorre trasformare unapericolosa transizione in una grande op-portunità di palingenesi siamo chiamati“tutti” a mettere da parte ogni nostro“particulare” per spenderci a favore delbene comune, uscendo da questa cappadi opacità sociale, dobbiamo darci il co-raggio di osare.L’amore, e non l’odio, è mutamento con-tinuo, trasformazione che nasce dal mo-vimento, come già abbiamo imparato daPlatone, perché è desiderio incessante dicolmare una distanza. Il tempo attuale,nella sua straordinaria complessità, ne-cessita di una particolare attenzione vigi-le e continua.Quello che ci deve interessare è il pre-sente, qui e subito occorre ritrovarel’orgoglio delle nostre radici sempretese alla pace, con la volontà, o megliola passione di mettersi in gioco senzaperdere il rispetto verso le persone, per-ché noi non giudichiamo le persone mai fatti. Lamentarsi, senza darsi da fare secondole proprie possibilità, è il segnale inquie-tante di un populismo che avanza terri-bilmente, generando disaffezione e crean-do spazi per un individualismo pericolosoper la tenuta della democrazia.

A. Raffaele Salvante

NON RAGIONIAM DI LORO MA GUARDA E PASSA (INF.III/51)

NON UCCIDIAMO LA SPERANZALa Politica non è per definizione una “cosa sporca” bensì il luogo

del compromesso in nome della governabilità.

Maria IraciPoggioreale (TP) 21.10.1944

†Cisterna di Latina (LT) 10.06.2016

La costernazione e il dolore dei cittadini e,degli amici in particolare, ha commosso lacomunità calitrana, al ferale annunzio delladipartita di Maria, sposa di Antonio Zazzari-no nelle non poche traversie della vita. Unaprece.Nessuno, finchè vive, può dimenticarti. (Na-maziano “De Reditu”)

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L’ appartamentoTerminato l’inventario dei beni del

marito, la principessa dichiarò “che intutta la casa niun altra cosa vi esiste dipertinenza del defonto signor principedi Teora, né poteva altro esistervi, per-ché il medesimo prima del matrimoniosi ebbe vita militare, con strettissime fi-nanze, e quando si maritò con lei, que-ste non erano cangiate, perlocché tuttofu dato, e portato da lei, e dalla sua ca-sa”; inoltre, quando i Mirelli riebbero ibeni di Santa Maria in Elce e si trasfe-rirono in Calitri, le rendite dell’abbaziafurono usate per pagare i debiti del prin-cipe e la gestione dei beni rimanenti fuaffidata alla nobildonna.Sebbene ritenesse di non avere alcunobbligo in tal senso, la principessa, “se-guir volendo la di lei abituale delica-tezza e servire ad una esattezza inattac-cabile”, chiese al notaio e ai periti diprocedere anche all’inventario degli og-getti che erano di sua “esclusiva pro-prietà, pertinenza e godimento”, in mo-do da non lasciare nessun dubbio suisuoi diritti, attestati da “in con trastabilititoli”.Innanzitutto, tenne a precisare la donna,era stata lei a procurarsi “la casa di at-tuale abi ta zione … appigionata da essasignora principessa a proprio conto ecarico dal signor don Michele Zam -paglione”. Poi aveva provveduto all’ar -re damento “con proprio denaro, e conoggetti, e mobili portati in porzione dal-la sua casa paterna … mentre il signorprincipe né si ebbe oggetti dalla sua ca-sa paterna, né capitali disponibili, né vo-glia mai d’acquistarne; perloché ellamedesima per non stare male agiata edin modo indecente al comune stato si è

ritrovata nel duro bisogno di fare ciò chefar dovea il marito, cosicché ella ha do-vuto provvedere alla decenza dello sta-to conjugale, ella adempiere ad ognigiornaliero bisogno della comune fa-miglia”, acquistando perfino i granai ne-cessari “per riporvi i generi della rendi-ta”. Infatti i contadini pagavano l’affit todelle terre versando ai proprietari unacerta quantità di grano che veniva con-servato nei magazzini di cui ciascunacasa padronale era provvista. L’inventario dei beni della nobildonnacomportò due giorni di lavoro in piùper il notaio e per i periti, ma grazie aesso è possibile conoscere l’a spet to del-l’appartamento in cui i coniugi eranovissuti. La ricognizione iniziò dalla“stanza d’in gresso con finestra a mez-zogiorno”, arredata con un tavolino,qualche vecchia sedia e “una tina di le-gname di abete per la bucata”. Nellastanza successiva “con balcone simil-mente a mezzogiorno” il mobilio con-sisteva in un “tavolino di ceraso”, una“mezza dozzina di sedie dipinte colortorchino” e “due stipi di legname casta-gno a mezz’al tez za situati ai due lateralidel balcone”. Nel primo erano conser-vati due servizi da tavola, uno “inglesecon zuppiera e piatti corrispondenti, el’altro napoletano, stimati ducati se-dici”, oltre a un “aceto ed oglio di cri-stallo, quattro saliere, numero dodicibicchieri per acqua ed altrettanti pervino … più una fruttiera di terraglia”(cioè di ceramica bianca) per un valorecomplessivo di sei ducati e dodici car-lini; invece nel secondo furono ritrovati“un servizio di caffè con sei tazze diporcellana dorate nei bordi, zuccheriera,caffettiera corrispondente del valore di

ducati tre, e grana sessanta … più altroservizio ordinario del valore di carliniventiquattro” e “due servizi di tavolacon mensali e ventiquat tro salvietti, tuttidi fiandra fina, del valore di ducatidieci”. In angolo della stanza c’era un“lettino usato per il domestico GiuseppeDurante” con “due materassi di Sasso-nia, una coverta, lenzuoli corrispon-denti, lettiere di pioppo e scanni di ferroed altro, stimato ducati nove”.L’ultima camera di questo lato della ca-sa era arredata con due lettini, uno di le-gno di noce e l’altro “di ferro con quat-tro pomi di ottone negli angoli superioried altrettanti ai piedi”, una “colonnetta”tra i due letti, “una dozzina di sedie di-pinte color verde”, “un piede di baci ledi ferro fuso, con bacile sovrapposto diterraglia” (l’acqua corrente sarebbe ar-rivata a Calitri solo mezzo secolo dopo)e, a capo del letto, “un quadro dell’Ec-ce Homo di pastello con cornice dora-ta di palmi due per tre, stimato ducaticinque”. Terminato l’inventario della stanza, iperiti si trasferirono nell’ala oppostadell’ap par tamento, alla quale si avevaaccesso da un secondo ingresso postodi fronte al primo. Da qui si entrava inun’ampia cucina illuminata da un “bal-cone posto a mezzogiorno”, nella qua-le fu ritrovata una “fucina grande di ac-qua della capienza barili otto” checostituiva la provvista di acqua potabi-le. Il corredo di utensili comprendeva“tredici casseruole con coverchi corri-spondenti di rame e con manichi di fer-ro; due colabrodi di rame con manichidi ferro; cinque tortiere; quattro tiellecon corrispondenti coverchi di rame, econ manichi di ferro; due sartagini di

IL PRINCIPE POVEROFRANCESCO MARIA MIRELLI

di Emilio Ricciardi seconda parte

La prima puntata di questo articolo è stata pubblicata nel numero precedente del «Calitrano». Si tratta dell’in-ventario dei beni di Francesco Maria Mirelli e della moglie Caroli na Pignatelli, compilato dopo la morte del prin-cipe. In questa seconda parte si parla soprattutto del l’appartamento e dei beni della principessa.

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ferro, ed una di rame; due bacili grandidi rame; tre caldaje, e due caldaruli” perun peso complessivo “di libbre cento-sessantanove … stimate dal perito Leo-ne ducati trentasette, e grana diciotto”1.Furono inventariati anche “due forni dicampagna di ferro, due graticole, duespiedi, ed altri piccoli oggetti di batte-ria di cucina, stimati ducati tre … quat-tro caffettiere di rama bianca, ed una dirama rossa … più quattro candelieri diottone del peso libbre ventiquattro, sti-mati ducati sette, e grana venti”.Superata la cucina si accedeva a un’an-ticamera “con finestra a mezzogiorno edivisa in due da un paravento”, dietro ilquale era stato sistemato “un lettino auso di domestico”. L’anticamera a suavolta introduceva alla galleria, dove iperiti provvidero a valutare il mobilio,tutto di proprietà della principessa (ilprincipe possedeva solo i quadri appe-si alle pareti). L’ar redamento, piuttostoscarno se si considera l’ampiezza delsalone, comprendeva “sedie numerotrenta dipinte di ver de … un divano dipioppo con impellicciatura di noce, ve-stito di magrammé, e cuscini corri-spondenti … un tappeto appié del diva-no di color rosso e verde lungo palmiotto per due, di lana” e “due console diceraso” alle estremità della stanza. Sul-la prima consolle era sistemato un lu-me di cristallo, sulla seconda “uno sca-rabat to di legno noce con lastrecorrispondenti” e ai lati “due campanedi cristallo … con buchi di fiori”2. Dalla galleria si aveva accesso a unastanza senza finestre che conteneva unarmadio a muro, un “granajo di legno difaggio, vuoto, della capienza di tomoladuecentocinquanta”, un “altro piccologranajo della capienza di tomoli venti-cinque similmente di faggio” con “to-moli sei di carosella” e “una cassa perla farina similmente di faggio della ca-pienza di tomoli quattro” con dentro “to-moli due di farina”3.La stanza successiva, “con finestra a oc-cidente”, era quella della cameriera“con letto per la medesima ad una piaz-za …uno stipo a mezz’altezza tinto inrosso di legname di pioppo, un tavoli-no di pioppo e due sedie”, oggetti cheappartenevano a Lucia Romano, la do-mestica dei principi. L’arredamento era

completato da “un armadio di pioppodell’altezza di palmi otto per quattro, edue di larghezza”, con dentro “dodicibottiglie di cri stallo da vino, ventiquat-tro bicchierini di rosolio, e tre guantie-re, stimati tutti detti ogget ti ducati sei egrana quaranta”. Da questa camera siaveva accesso a quella della principes-sa Carolina, dove naturalmente l’in-ventario fu più laborioso.

Gli oggetti della principessaLa stanza di donna Carolina Pignatelliera ampia e ariosa, con una finestra edue balconi, uno a sud e l’altro a ovest,dai quali era possibile vedere la chiesamadre, la piazza del paese, il mercato,che si svolgeva ogni lunedì nel piccololargo tra vico Teglie e “la strada” (l’at-tuale corso Matteotti), e, spingendo losguardo più lontano, il panorama dellavallata del l’O fan to con le colline in lon-tananza e il Vùlture sullo sfondo. Rispetto al resto della casa l’arreda-mento era più ricco, con mobili di qua-lità migliore e con qualche oggetto d’o-ro e d’argento. Al centro della stanzac’era “una scrivania di pioppo impel-licciata di noce con cinque foderi, sti-mata ducati sette”, nella quale eranoconservati “i libri di magazzino, ossia diesazione delle rendite dei tre fondi del-la badia di Santa Maria in Elce appella-ti Tufiello, Luzzano, e Cardinale … piùtre libri di compasso dell’agrimensoreLonardo Martiniello … relativi ai sud-detti tre fondi”. Gli altri “tiratoj” con-tenevano “lettere di corrispondenza del-la signora principessa e fascicoli distampati di scritture in bianco per lenuove locazioni a farsi de’ mentovati trefondi”. Questo conferma che era donnaCarolina, come lei stessa aveva affer-mato, a gestire il patrimonio di fami-glia, forse con l’aiuto di qualche uo modi fiducia come Angelomaria Melaccio,una persona molto legata al principe.Ai lati del balcone esposto a sud c’era-no “due comò di legno di noce, ciascu-no a quattro tiratoi, stimati ducati sedi-ci”. Il primo conteneva “la biancheriadella signora principessa di camicie,lenzuoli, ed altro …più le vesti dellastessa di diverse stagioni”, mentre nelsecondo furono ritrovati “gli abiti delsignor principino” e, in un cassetto chiu-

so a chiave, “uno scatolino di legnamedi noce contenente un riposto di argen-to, composto di dodici forchette, ed al-trettanti cocchiai, nonché il cocchiajo-ne, e sei cocchiarini d’argento per caffèsenza marchio, del peso libbre sei, o permeglio dire once settantadue, stimatiducati settantacinque. Più dodici col-telli inglesi senza punta con manicod’osso bianco ducati tre e grana ses-santa. Più due orologi da tasca entram-bi d’oro … ducati settanta”. Il resto dell’arredamento comprende-va “sei sedie dipinte color verde … duelettini di ferro con pomi di ottone aduna piazza, con lettiere corrispondentidi tavole di pioppo, ciascuno con trematerassi di Sassonia, cioè di color ros-so e bianco, due di essi per ogni lettopieni di lana con le cusciniere corri-spondenti, ed un paglione sottopostopure di Sassonia, len zuoli corrispon-denti di tela di lino imbottita di ma-grammé colorata, stimati entrambi du -cati settanta … un piede di bacile diferro fuso con bacile corrispondente diterraglia … u na colonnetta di noce vi-cino al letto … una cassetta da sederedi noce … una tavola di pioppo ad usodi tavolino detta lava mano dipinta co-lor ceraso con toletta superiore” più “unco mò rustico di pioppo impellicciato dinoce a tre tiratoi” nel quale erano ripo-sti “quattro co vertini di pelo di coni-glio, altrettanti di librettini fini di Fran-cia, e due di cottone sfioccato, delvalore di ducati sedici”. L’ultimo oggetto presente nella stanzaera un “ritratto di un palmo e mezzod’altezza per u no … che dicesi dellaprincipessa di Morra”, cioè di CaterinaCaracciolo (1573-1622), figlia del con-te di Sant’Angelo dei Lombardi e mo-glie di Ettore III Pignatelli, principe diMorra e grande di Spagna, uno dei piùillustri antenati di donna Carolina.

La stalla e i magazziniTerminato l’inventario nell’appartamen-to, notaio e periti si spostarono nella stal-la “po sta al primo piano della strada piaz-za, con porta di entrata per la stradamedesima”, dove furono ritrovati “tre ca-valli da sella, uno di manto bajo con mar-chio lettera B, un altro di manto morellosenza marchio, ed un altro di manto stor-

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no detto rapicano, e questi sono queglistessi che si fecero sequestrare dall’arci-vescovo di Conza nell’interesse del suoseminario a danno del defunto principe diTeora”, che evidentemente era riuscito aindebitarsi anche con la Curia, costrin-gendo la moglie a ricorrere ai giudici perevitare il sequestro delle cavalcature. Ilmaniscalco Toglia, incaricato di stimareil prezzo degli animali, diede “al cavallobajo il valore di ducati sessanta, di duca-ti cinquanta all’altro di manto morello, edi ducati trentasei all’altro storno”, men-tre il quarto quadrupede presente, “un asi-no per il trasporto dell’acqua”, fu valuta-to dodici ducati. Infine cinque “selle allatirolese, delle quali una da donna con lebriglie corrispondenti”, furono valutatecomplessivamente venti ducati.La principessa aveva affittato anche duevani sottani da usare come magazzini.Il primo, che aveva “l’entrata per la stra-da piazza” e apparteneva al “signor Pa-squale Scoca”, conteneva alcuni vecchigranai di faggio “vuoti di generi”, più al-tri granai “di pertinenza del proprieta-rio del magazzino”. Nel secondo, “ap-pigionato alla signora principessa dadon Gaetano Rinaldi” e “sito nel vicoTornillo”, c’erano altri granai per unacapienza complessiva di quattrocentotomoli, anche in questo caso vuoti, e poi“dodici cofani vestiti di pelle nella par-te interna, dodici sacchi di paglia di ca-napa, altri dodici più piccoli, detti col-le da trasportar generi, due piazze di teladi canapa per misurar generi, ed otto cri-velli di ferro”; il resto degli oggetti pre-

senti non apparteneva ai Mirelli, ma alproprietario del sottano. I granai vuoti e la stalla con i cavalli pi-gnorati sono l’immagine più eloquentedelle condizioni in cui era vissuto l’e-rede dei signori di Calitri. Non solo èimpossibile ogni para gone con i patri-moni di altre casate patrizie dell’epoca,ma anche con gli e len chi di terre, case,armenti e gioielli che si leggono nei con-tratti matrimoniali e negli atti di suc -cessione dei grandi proprietari comeZampaglione, Berrilli e Tozzoli e perfi-no di alcune famiglie della borghesiaricca come i Polestra, i Vitamore e i Ni-colais. La confezione dell’inventario fu proba-bilmente l’ultima umiliazione che Ca-rolina Pigna tel li dovette subire prima dilasciare Calitri e ritornare per sempre aNapoli con il figlio. Ma anche il nuovoprincipe si rivelò inadeguato al suo ruo-lo di capofamiglia e dissipò in brevetem po ogni avere, prima di morire dimorte violenta a soli ventinove anni4.

1 Una libbra corrisponde a circa mezzo kg.2 Lo scarabattolo era un soprammobile di le-gno e vetro fatto a forma di armadio e utiliz-zato per conservare ninnoli e altri piccoli og-getti.3 La “carosella” era una varietà di grano piut-tosto comune a Calitri.4 Cfr. V. Acocella, Storia di Calitri [1946], r.a.Calitri 1984, 226.

La vita è magnetismo.Non dovete né spingere

e né tirare, dovete attrarre.

Giovanni Rinaldi24.07.1959 †16.03.2016

Giovanni Rinaldi era noto per la sua genti-lezza e il suo immancabile sorriso. Per chi loha conosciuto ha potuto apprezzarne l’en-tusiasmo, la voglia irriducibile di partecipareattivamente alla vita del paese.

Lui, insieme ai suoi amici, da giovanissimofondò RADIO IRPINIA, emittente loca-le che riscosse un fortissimo successo. Ri-cordo nelle tue parole e nei tuoi occhi lapassione che riversavi nel tuo program-ma sulle Canzoni e Dediche Richieste,facevi lo speaker. Ciò che hai fatto tu, og-gi, non verrebbe in mente a nessun altro… c’era la voglia di fare e non la rasse-gnazione! Da qui poi approdasti alla tuaPRO LOCO, ne fosti più volte presiden-te. Sempre parte attiva, sempre proposi-tivo. Dalla tua caparbietà nacque la BAN-DA MUSICALE DELLA CITTÀ DICALITRI. Amavi la fotografia, altra tuagrande passione. Fondasti anche l’ Ofan-to, giornale della Pro Loco. Grazie al tuoimpegno la Pro Loco, negli anni, continuaad avere la presenza di volontari del SER-VIZIO CIVILE NAZIONALE, se non fos-se stato per te, molti di noi non avreb-bero potuto vivere quest’esperienza.Grazie alle tue idee Calitri ha avuto mo-do di dimostrare di essere un po’ piùavanti rispetto agli altri paesi. Purtroppo la tua improvvisa scomparsaci ha lasciati storditi, increduli, affranti.Sappi che un sorriso lo avremo sempreper te, ogni qualvolta ti ricorderemo, lostesso tuo sorriso.Grazie amico

Una volontaria del S.C.N.Ringraziamo tutti i cittadini per i traguardi raggiunti dall’apertura del chiosco ECO PURA, in datadata 10.05.2015

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C alitri e Aquilonia: paesi contigui, tra-dizioni affini, ma molto diversi nel

modo di conservarle. A Calitri, ad esem-pio, la collezione di strumenti dei conta-dini e degli artigiani, realizzata da Mi-chele Cerreta, non ha trovato altrasistemazione, dopo aver perso quella ori-ginaria presso la locale Scuola Media,dov’era sorta negli anni Ottanta. AdAquilonia, invece, una raccolta simile,iniziata con lo stesso spirito da Benia-mino Tartaglia, è diventata addirittura unMuseo Etnografico. Ho ragione di te-mere, oggi, che i materiali raccolti contanta cura da Michele non abbiano mol-ta speranza di essere riesposti.Ho scritto Michele, semplicemente co-sì, perché, sebbene egli avesse vent’an-

ni più di me e fosse una persona autore-vole per i ruoli svolti nella società, erapur sempre mio cugino. Mi si dirà che è inutile avere dei dop-pioni, dopo che il Museo di Aquilonia siè ormai così affermato. Ciò potrebbe es-ser vero in teoria, ma la collezione cali-trana in realtà non è un doppione ed è unpeccato grave lasciarla deperire tra rug-gine e tarli. Si tratta infatti di un patrimonio ben or-dinato di oggetti, non presi qua e là allarinfusa, ma scelti con criterio scientificoallo scopo di documentare, spiegandola,la vita dei nostri antenati. C’è poi unaspetto umano, non secondario. Nel ri-ceverli, Michele garantiva ai donatori diquei materiali di conservarli integral-

mente, tramandando così la memoria del-le loro funzioni d’uso e nel contempoquella di chi li aveva posseduti. Era unmodo indiretto di perpetuare una voceche giungeva da lontano. Tale impegnoera ricambiato da illimitata fiducia, sa-pendo tutti che egli ne avrebbe avutoamorevole riguardo. E per riportare alla mente ciò a cui mi ri-ferisco, oltre a proporre qui in fotografiaalcuni manufatti della collezione sud-detta, invito i lettori a visitare il sito diScienzaViva http://www.scienzaviva.it/video_exhibit%202016_03.php. Lì si ri-vede Michele in un breve video mentreracconta, con la sua tipica cadenza de-scrittiva, gli aspetti della tecnologia delferro di cui erano fatti alcuni attrezzi ado-

LE COLLEZIONI DI MICHELE CERRETA:UN TESORO DA VALORIZZARE

di Pietro Cerreta

Disegni di utensili del calzolaio eseguiti da Michele Cerreta.

perati nel nostro paese. È interessante sa-pere che lo stimolo per questa ricerca sca-turì, in lui, da un progetto della Comu-nità Europea del 1976 sull’agricoltura esull’alimentazione destinato alle scuoleirpine. L’obiettivo educativo era quello dicollegare il sapere col saper fare: guar-dando al futuro ma anche recuperando ilpassato. Calitri e la sua Scuola Media,grazie a Michele, vi si distinsero perchéseppero agire affrontando il tema conconcretezza.Chi si soffermerà a guardare detto videonoterà che l’allestimento degli oggettiesibiti da Michele è essenziale, nel sen-so che non ricorre ad arredi costosi. Per-tanto, riproporlo in qualche altro am-biente destinato alle memorie storichedei calitrani, sarebbe semplice perchénon comporterebbe ulteriore accollo dispese. So che la Pro Loco è ben dispostaa lavorare in tal senso.Sono compiaciuto, intanto, che presso laScuola Media di Calitri, di cui Micheleè stato preside per tanto tempo, sia ancorain qualche modo accessibile, benché na-scosta, un’altra sua collezione, quella deivasi di ceramica, dei monili femminili edelle punte di lance reperti da lui recu-perati da tombe antiche. Vediamo in che modo. Con l’introdu-zione dei trattori in agricoltura, tra gli an-ni Cinquanta e Sessanta, i solchi risulta-rono sempre più profondi. I vomeriandarono così ad intaccare più di fre-quente i depositi funerari dei nostri lon-tani progenitori, per secoli rimasti sepoltied intatti. Michele raccoglieva ogni co-

sa emergesse da quegli scavi ed, essen-do consulente agrario nonché amico deicoltivatori, li convinceva a non buttar mainiente di ciò che vedevano affiorare dalterreno. Mi limito, per ragioni di spazio,a riportare qui l’immagine di un solo re-perto. Si tratta della punta di una lanciadi bronzo che il tempo ha patinato di unbellissimo colore verde, che purtroppoin bianco e nero non si può percepire. Sevolessi mostrare per intero ciò che ho fo-tografato, le pagine di questa rivista nonbasterebbero a contenerlo. Questi bel-lissimi oggetti potrebbero anch’essi farbella mostra di sé davanti al pubblico ca-litrano ed interessare i turisti, quandovengono in visita a Calitri. Nella stessaScuola ho trovato anche altre due rac-colte, la cui presenza è ugualmente ri-conducibile alla cura di Michele. La pri-ma di queste è quella degli strumenti dellaboratorio scientifico della Scuola di Av-viamento Professionale di tipo Agrario eFemminile di Calitri di cui egli fu diret-tore prima dell’istituzione, nel 1963, del-la Scuola Media Unica. In essa è ancorapresente, abbastanza integro, quel mo-dellino di cassetto di distribuzione dimacchina a vapore che tanto mi affasci-nava da piccolo perché, mentre la ruotaassociata girava, il pistone, attraverso unacoppia biella-manovella, scorreva real-mente su e giù dentro il cilindro. Nel ri-trovarlo, ho ricordato i tempi in cui fre-quentavo la scuola elementarenell’edificio scolastico di via Francesco

Tedesco ora demolito, in un’aula postasullo stesso piano della Scuola d’Avvia-mento. Chiedevo al maestro di poter an-dare da mio cugino Michele a prenderequel modellino e lo mostravo in classe aimiei compagni come qualcosa di strabi-liante, dal momento che a noi, ragazzi dicampagna, le macchine a vapore rara-mente era dato di vederle e, quelle po-che volte, solo da lontano. La seconda raccolta, invece, riguarda gliinsetti delle campagne nostrane, studia-ti da Michele in qualità di esperto di en-tomologia. Essa è costituita da piccolipezzi di resina epossidica trasparente, al-ti due centimetri e larghi tre o quattro, ot-tenuti da colate in recipienti opportuna-mente sagomati, al cui centro egliincludeva l’insetto da studiare. Una vol-ta solidificata la resina, l’insetto poteva

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Naschetta. Attacco al nasello in ferro per to-ri e bovini molesti per renderli docili al ri-chiamo

Canneggh. Piccoli tubi di canna adoperati dalmietitore per proteggere dalla falce le dita concui afferrava il grano

Lancia in bronzo, trovata a Calitri, tuttora conservata nei locali della scuola media

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essere comodamente osservato da vici-no, tenendolo in mano senza interferiresulla sua fisiologia. E ancora. Alle spalle del suddetto edificio scola-stico sorgeva una torretta in cui era al-loggiata una piccola stazione meteoro-logica, nella quale c’era il pluviometro.Periodicamente egli rilevava i dati delleprecipitazioni segnati da un pennino suun rullo di carta rotante e li spediva, senon erro, ad un centro di ricerca univer-sitario. Un bell’esemplare di barometroa mercurio era collocato, invece, nel suoufficio.Parallelamente a questa attività, Miche-le svolgeva tutto quello che era necessa-rio all’istruzione dei ragazzi i quali, nonpotendo seguitare gli studi per ragionieconomiche, frequentavano l’Avvia-mento di tipo Agrario invece che la scuo-la Media e si sarebbero in seguito occu-pati del lavoro nei campi.Ma ciò non bastava, egli di sera prepa-rava i giovani più grandicelli, i coltiva-tori che per intenderci rientravano dallecampagne al calar del sole. Michele li in-vitava ad usare sempre più le modernetecnologie, tra le quali spiccava quel-l’aggeggio, per me curioso, che era l’in-cubatrice per i pulcini. L’Avviamento, come s’è detto, era an-che di tipo Femminile. Le studentesse lìvenivano educate alle mansioni di eco-nomia domestica e ai lavori di ricamo,

taglio e cucito. E Michele organizzavaogni anno, immancabilmente, l’esposi-zione dei lavori più pregiati. In ciò si ser-viva com’è ovvio dell’aiuto delle docentiche ne avevano seguito la realizzazione.Tutta la popolazione di Calitri vi accor-reva, curiosa.Ma non vorrei che di lui si avesse l’ideasbagliata di un uomo all’antica deside-roso principalmente di preservare il pas-sato. Egli era invece, per certi aspetti, piùmoderno di altri perché coglieva quantodi nuovo, utile e interessante forniva inquel momento la produzione industrialedell’Italia postbellica. Ad esempio, allorché la Geloso alla finedegli anni Cinquanta commercializzò ilprimo magnetofono, Michele subito l’ac-quistò. E lo fece non solo per il deside-rio di possedere l’incredibile strumentocapace di registrare la voce, una novitàdi quel tempo insieme alla televisione,ma anche per creare un nuovo ponte co-municativo con i calitrani lontani, spe-cialmente quelli che, ormai da tempoemigrati nelle Americhe, desideravanoprovare l’emozione sonora contenuta neimessaggi orali dei loro cari. Ed io ricor-do bene che la domenica sera, a casa mia,che era poi la casa dei nonni comuni, egliconvocava parenti e vicini, invitandoli adaccostarsi al microfono per «incidere»,con i sentimenti più calorosi, le espres-sioni da far pervenire ai congiunti al dilà dell’oceano.

L’apparecchio, nei primi tempi, fu infat-ti chiamato «incisore», perché si imma-ginava che le parole scolpissero dei se-gni sul nastro magnetico, come avvenivasui dischi. Di sicuro, c’era qualcosa cheveniva fisicamente fissato sui nastri, maera frutto di un’azione per noi impensa-bile a quel tempo perché di natura elet-tromagnetica e pertanto non riducibilead un atto meccanico. Poi lo si chiamòregistratore, termine che lo qualificavapiù in generale come raccoglitore di da-ti, in questo caso di dati vocali. Il posto dei nastri magnetici oggi è statopreso dai video, il cui supporto è diven-tato talmente evanescente da non lasciarpiù intuire in cosa consista. Alla voce es-si aggiungono le immagini e trasmetto-no il tutto senza neppure bisogno di con-fezionare una busta ed imbucarla allaposta. Michele sarebbe stato felice di adope-rarli. Ne sono certo perché ultimamen-te egli si lasciava riprendere da me conla videocamera quando lo intervistavosulle tecnologie agricole di cui eraesperto, non solo come laureato in Agra-ria, ma anche come figlio di agricolto-ri, agricoltore lui stesso. Nel suo recen-te Dizionario Calitrano si trova, tral’altro, la preziosa documentazione ter-minologica di queste conoscenze. Sitratta in fondo di un’altra collezione pre-giata realizzata da Michele, quella del-le parole calitrane che fra poco non siuseranno più.L’ho interrogato più volte, fino alla set-timana prima che si ammalasse grave-mente, giusto un anno fa, sull’uso dellazappa, del bidente e dell’aratro nelle va-rie fasi dei lavori di campagna. Gli chie-devo di spiegarmi in che modo il conta-dino sapesse sfruttare le conoscenzefisiche e naturalistiche in suo possessoin modo da approfittare utilmente di que-gli arnesi. Ora conservo questo gruppo diriprese come ulteriore suo contributo al-la cultura calitrana, per collocarle su unsito web che ho in animo di creare. In-tendo aggiungere ad esse anche le testi-monianze di altri amici e colleghi, i qua-li hanno fatto e sanno fare tante cose,come Michele. Potrebbero servire ai piùgiovani ad apprendere nozioni su quellaciviltà operativa nella quale, proprio co-me lui, la gente di Calitri ha sviluppatole sue radici per poi distinguersi degna-mente nei campi moderni.

Foto delle allieve della scuola di Avviamento di tipo femminile di Calitri partecipanti alla 4°mo-stra di ricamo e cucito dell’anno 1957. Sull’uscio, da sinistra: Michelina Donatiello, prof. MariaFrancesca Di Maio, e il direttore prof. Michele Cerreta. Prima fila da sinistra: Anna Cesta, LuciaLampariello, prof. Dora De Martino, ? Del Toro, Lucia Della Valva, Luigina Trofa, dietro Maria San-toro, Gerardina Cantore, Antonia Gervasi e Giuseppina Di Milia.

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N el febbraio del 1017 il principe lon-gobardo di Salerno, Guaimaro IV,

riconosceva all’abate Dauferio dell’or-dine di San Benedetto il possesso del mo-nastero di Santa Maria in Elce, da que-sti costruito ex novo dalle fondamentasulla riva sinistra del torrente Orato, nelterritorio fra Calitri, Cairano e Andretta.Ad un millennio di distanza, in attesadelle celebrazioni previste per l’annoprossimo, mi piace ricordare questo mo-numento, che ho sempre immaginato co-me un “presidio” di cultura, oltre che diciviltà, fede e preghiera. La presenza deimonaci benedettini era garanzia di gran-de laboriosità, in agricoltura e nell’arti-gianato, e grazie alle loro opere e alle do-nazioni dei fedeli, l’abbazia di SantaMaria in Elce era una delle più ricche,possedendo notevoli beni fino a Saler-no. Nel XV secolo, dal governo degli abatibenedettini essa passò nelle mani degliabati commendatari della famiglia Ge-sualdo, che ne aveva reclamato il pos-sesso; mentre il numero dei monaci di-minuiva vistosamente, l’abbazia noncessò di essere un importante riferimen-to, soprattutto per gli abitanti del picco-lo borgo che nei secoli le si era formatointorno, almeno fino alla distruzione diquest’ultimo nel 1597i. Dal 1489 ne fuabate commendatario Massenzio Ge-sualdo, figlio di Sansone, primo Conte diConza, e di Costanza di Capua. Mas-senzio e altri due suoi fratelli, Luigi con-te di Conza e signore di Calitri, e Anto-nello, possedevano le tre sezioni dellaricca biblioteca di famiglia, che com-plessivamente comprendeva circa 170esemplari. I libri di Massenzio si trova-vano a Santa Maria in Elce, quelli di Lui-gi nel castello di Calitri, quelli di Anto-nello nel palazzo di famiglia aFontanarosa; insieme ad altri beni di fa-miglia, furono sequestrati nel giugno del1494, quando Luigi, come altri baroni,si ribellò al re Alfonso II d’Aragona e fuarrestato con i suoi familiari. Il com-missario regio, assistito da altri funzio-

nari, fece compilare l’inventario, custo-dito presso l’Archivio di Stato di Napo-liii. Già nel 1999 Padre Gerardo Cioffa-ri pubblicava su questo giornale i titolidella biblioteca di Massenzio, e qualchepagina dopo, sullo stesso numero, Emi-lio Ricciardi elencava quelli di Luigi nelcastello di Calitri iii; qualche anno dopo,

il prof. Mario Del Treppo, dell’Univer-sità “Federico II” di Napoli, in un inte-ressante contributo rendeva nota anchela sezione di Fontanarosaiv. I libri si tro-vavano in casse chiuse, alcune recantisegni di effrazione, a Santa Maria in El-ce “dui sportoni sferrati e scasciati”, aCalitri “uno sportone da campo trovatoaperto”, che conteneva anche un corre-do completo da torneo, e a Fontanarosa“una casciecta piccula mustiata trova-ta aperta con la chiavatura rocta”. Lasezione più ricca era quella di Massen-zio, con 87 libri su circa 170v; la menofornita era quella di Antonello, che alladata dell’inventario era già morto. An-tonello però aveva avuto i libri più pre-giati: tre libri a stampa rilegati a mezzapelle, i “Trionfi” di Petrarca tutto rico-perto di pergamena bianca e un libro dicontenuto familiare rilegato addirittura

con fibbie d’argento; messali in cartafrancese, di gran pregio, di formato pic-colo e di carta sottile; in uno scrigno c’e-ra una “carta da navegare”, e inoltre duelibretti di canto che, insieme ad una vio-la (anche se priva di corde) trovata nel pa-lazzo, testimoniavano il suo interesse perla musica. A Calitri Luigi sembrava averpreferito i tre grandi autori della lettera-tura italiana in volgare: “Dante ad pen-na vechio et strazato in carta di bamba-ce”, “ lo Petrarcha e li sonetti adstampa” (più copie) “ e Boccaccio, il suoprediletto, di cui aveva più copie del De-camerone, ossia le “Centonovelle adstampa”, l’opera giovanile “Il Filoco-lo”, e altri in formato tascabile, “lo librode Joan Boccazo in volume piccolo adstampa… la fiammetta de Joan boccazoin volume piccolo… una fiammetta involume pizulo in pergamena ad penna”;Luigi possedeva quasi tutti testi in vol-gare, pochissimi in latino (i “Commen-tarii” di Cesare, il “De officiis” di Cice-rone, le “Vite” di Plutarco, un’opera diPlinio), traduzioni di classici dal latinoal volgare, “Isopo vulgare et storiato(istoriato, con scene dipinte), ovidio me-damolfoses vulgate ad penna in cartapergamena… le epistole de ovidio in vul-gare ad stampe…” e finanche “la bibiavulgata ad stampa”. Uno dei libri delconte, un “De armis”, probabilmente diChristine de Pizan, pregiato codice mem-branaceo, non sfuggì all’occhio espertodel commissario addetto al sequestro,uno spagnolo che viveva a corte, mag-giordomo di casa reale, “messere Die-co”, il quale prese il libro “per portare-lo al s. Re”; il prof. Del Treppo ipotizzache si tratti dell’opera della poetessa Ch-ristine de Pizan “Les livres des faits d’ar-mes et de la chevalerie” del 1410, rite-nuto allora molto importante edesclusivo, un testo destinato ai cavalieriscritto però da una donna, una singolarefigura di intellettuale, che di cavalleria erituali feudali se ne intendeva molto, vis-suta alla corte di re Carlo V, anche se diorigine italiana. Luigi aveva inoltre mol-

LA BIBLIOTECA DEI GESUALDO ALLA FINE DEL ’400e la camera della loggetta in Santa Maria in Elce

di Concetta Zarrilli

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ti messali vecchi e mal ridotti, alcuni difattura molto grossolana definiti “pae-sani”; in base a quest’ultimo dato il prof.Del Treppo ha affermato che “vien dapensare che il conte conservasse pressodi sé anche i breviari e i messali usati nel-le funzioni religiose dai dipendenti delcastello, che non dovevano essere pochi,o dei vassalli del luogo”, ed infatti sap-piamo che molti erano i preti che offi-ciavano nella chiesa del castello, intito-lata a Santa Maria della Neve, e nellecappelle della famiglia Gesualdo nellechiese del paese, nella Chiesa Madre ein quella appena costruita di Santa Sofiaannessa al monastero di San Sebastiano,fondato tra 1480 e 1489. I libri di Massenzio erano in gran partemessali, breviari, antifonari in buono sta-to, alcuni sicuramente suoi personali, eclassici latini di autori quali Cicerone,Valerio Massimo, Alberto Magno, Giu-stiniano, Seneca, Aulo Gellio, Orazio,Lucano, Lattanzio, Sallustio, Properzio,Eusebio, Persio, Svetonio, Quintiliano,Plinio, Giovenale, Marziale, Apuleio eun “De re rustica” presumibilmente diVarrone; non mancano opere più “mon-dane”, come le “Heroides” di Ovidio,lettere che l’autore delle “Metamorfosi”e dell’ “Ars Amatoria “ immaginò esse-re state scritte da eroine del mito e dellastoria ai loro amanti che le avevano ab-bandonate, e testi delle commedie diPlauto; in netta minoranza vi troviamogli autori greci, vi compaiono infatti so-lo Diodoro Siculo e Giuseppe Flavio. Sitrattava della biblioteca di un perfettoumanista, come Massenzio doveva es-sere, nella Napoli aragonese contempo-raneo di Giovanni Pontano e di JacopoSannazaro, del quale suo fratello Luigia Calitri possedeva il capolavoro, “ loarchadio sannazaro ad penna” cioè l’”Arcadia” scritto a mano; non manca-vano inoltre testi di astrologia, fra i qua-li l’opera di Tolomeo, testi di musica eun “libro de zorfa de canto”, cioè di sol-feggio, e carte geografiche, “carte de na-vicare... un papamundo ad stampa conle figure in volume grande” che dimo-strano la curiosità per i viaggi e le sco-perte geografiche, non dimenticando chesolo due anni prima Cristoforo Colom-bo era approdato a San Salvador.Al con-trario dei libri di Antonello, quelli diMassenzio non erano rilegati con mate-riali preziosi; molti erano addirittura “di-

sligati” o “squaternati”, cioè erano infogli sciolti o in quaderni sfusi, perciòandavano custoditi in scrigni come lecarte sciolte, e si compravano a minorprezzo dallo stampatore prima di essereda questi confezionati, riservandosi difare la rilegatura in un secondo momen-to, o di farla da sé. Massenzio risulta co-sì il più parsimonioso dei fratelli, inte-ressato sinceramente alla sola lettura enon al possesso di esemplari di pregio.Nella “camera del gaifo” di Santa Ma-ria in Elce, cioè la camera che si affac-ciava sulla loggetta, dove si trovavano lecasse con i libri, c’era “uno banchectoda tenere scripture aperto intro lo qua-le ce sta uno Tulio de Officiis de stampalegato ad modo de regestro con certescripture de niente…”; la presenza diquesto banchetto da scittura mi ha sem-pre fatto pensare a questa camera adibi-ta oltre che a biblioteca anche a “scrip-torium”; molto probabilmente nei secoliprecedenti era il posto dove i monaciscrivevano e miniavano antichi codici,come avveniva anche nei più piccoli mo-nasteri benedettini; che ciò si sia verifi-cato non è impossibile, poiché, come horicordato in precedenza, Santa Maria inElce non era affatto un’abbazia di se-condaria importanza. È un vero peccatoche di tutto quel patrimonio non sia ri-masto assolutamente nulla, che si debbasolo ricordare e immaginare, anzichécontemplare, osservare e studiare le me-ravigliose architetture di Santa Maria inElce e le bellezze che custodivano.

1 Nel 1597 il cardinale Alfonso Gesualdo die-de il permesso di distruggere il borgo, istigatoe mal consigliato da un suo spietato agente, Pro-spero Crudele (di nome e di fatto) dell’Aquila.L’abbazia fu risparmiata e continuò ad esiste-re; nel 1734, poiché era in rovina, fu ricostrui-ta in contrada Demoste.2Archivio di Stato di Napoli, “Relevi”, vol. 322,ff. 81-111 [1494]3 “Il Calitrano” n. 10 n.s. gennaio-aprile 1999,pag. 8 e segg.4 M. Del Treppo “La biblioteca dei Gesualdo,feudatari del Regno di Napoli” in “Italia et Ger-mania. Liber amico rum Arnold Esch” nsrg VonH. Keller, W. Paravicini und W. Schieder, Nie-mayer, Tubigen 2001, pp. 583-6015 Sfrondando i doppioni, tutte e tre le sezionicontavano circa 170 libri per un totale di 74 au-tori diversi. I doppioni sono molto importanti,perché ci consentono di individuare i gusti dichi possedeva quei libri.

Notai di CalitriNotaio Nascenzo Fastiggi

1558-1573Notaio Giovanni Codella

1561-1587Notaio Giovanni Battista Balascio

1590-1604Notaio Giovanni Battista Balascio jr.

1650-1685Notaio Leonardo Martiniello

1604-1631Notaio Nicolantonio Rosa

1574-1612Notaio Giovanni Lupone

1604-1611Notaio Pompilio Margotta

1623-1628Notaio Giovanni Progena

1640-1642Notaio Antonio Berrilli

1722-1745Notaio Virgilio Palmieri

1690-1742Notaio Eligio Rinaldi

1723-1751Notaio Giuseppe Antonio Cestone

1739-1761Notaio V? Polestra

1734Notaio Annibale Rinaldi

1759-1797Notaio Giuseppe Rinaldi

1798-1808Notaio Pasquale Berrilli

1749-1798Notaio Francescantonio Cestone

1779-1788Notaio Andrea Toglia

1781-1788Notaio Giovanni Lupone jr

1752-1803Notaio Salvatore Lupone

1767-1784Notaio Michele Zampaglione

1760-1788Notaio Michele Margotta

1779-1786 Notaio Francesco Santoro

1782-1784Notaio Vincenzo Santoro

1775-1808Notaio Sigismondo Nicolais

1776-1810Notaio Francesco Nicola Nicolais

1805-1831Notaio Giuseppe De Maio

1802-1829Notaio Arcangelo Berrilli

1835-1884 Notaio Luigi Berrilli

1820-1853Notaio Michele Stanco

1849-1892Notaio Luigi Nicolais

1854-1870 c:Notaio Giovanni Stanco

1855-1883Notaio Luigi Cerrata

1861-1894?Notaio Giovanbattista Polestra

1892-1900

“I l poema epico non è un progettoletterario; è già stato scritto sul-le bocche della tribù”, così Derek Wal-cott in La voce del crepuscolo. Quan-to era sulle nostre labbra Vinicio l’hatrascritto, da Il Paese dei Coppolonialle Canzoni della Cupa, e illustrato,dalla prima edizione del Calitri SponzFest ai docufilm e videoclip che ci ri-guardano. Impastandola con voce e in-chiostro, ha reso fitta e densa la pol-vere ormai quasi tutta gettata al ventodei nostri miti e delle nostre tradizio-ni. Riportandola in bella copia, ha re-so grumo, pietra miliare della nostrastoria, la scrittura rimasta sulle boc-che. Raccontandolo, ha reso leggen-dario il taglio del labbro leporino.‘Chi tiene polvere spara, chi no sentele botte’. Anche questo si è trovatoscritto una mattina sulle nostre porte.Polvere, in questa locuzione, non è lapolvere che raccoglie sotto il letto iltempo. Non è quella “esposta al sec-co” delle Canzoni della Cupa. È piùpolline che polvere. È gialla comel’oro.La polvere del nostro verdetto, infat-ti, non è inerte e arida. È polvere fe-conda. È polvere che sazia. È polvereesplosiva. È polvere di soldi. È in-nanzitutto denaro. Pertanto, a secon-da della polvere che si ha, metallica ocartacea, o di altre ricchezze, così sispara. Fino a puntare al bersagliogrosso. Fino a ‘sparare a pallini’. ‘Civuole la polvere per sparare a pallini!’Questa polvere che diciamo apre

varchi e brecce nell’accerchiamentodella vita avversa. Come quella spara-ta dalle famiglie di profughi erichiedenti asilo il cui viaggio dellasperanza verso le nostre coste è resopossibile dalla polvere raccolta dal-l’intero loro clan. Come quella spara-ta da tante nostre famiglie che, pur nonriuscendo ad arrivare a fine mese,stringendo la cinghia fin che possono,sparano la loro polvere per laureare ifigli.Il nostro modo di dire ‘chi tiene pol-vere spara’, prima di Marx nel Capi-tale, scopre la metamorfosi delle cose:dalla polvere, questa sì del cd Polveredelle Canzoni della Cupa, che im-polvera gli abiti di lavoro, alla polveredegli spicci del salario, alla trasfigu-razione di quest’ultima in cose che siacquistano al mercato. Pertanto: ‘se sideve comprare ci vuole la polvere!’ e,in simmetria, ‘se si deve suonare civuole la musica’, la stessa argentinadei quattrini.Polvere e musica in questo Sponz, co-me nell’edizione scorsa. Polvere di gra-no l’altranno al Formicoso, impastatacol sudore del lavoro. Polvere da spa-ro, polvere sonante quest’anno, polve-re del salario che transustanzia, comela formula sull’ostia, l’esistenza.Come lo scorso, anche in questoSponz si scorge, nelle forme elegantie discrete dell’insetto perfetto uscitodal bozzolo dell’immaginario di Vi-nicio, l’economia dei Siensi. Se nesente confermato il “raglio” e riaffer-

mata quell’economia della biada e del-la mungitura, vale a dire di quel frut-to civile che è il lavoro, lavoro che fasentire il gusto del bene uscito dal se-no premuto con sensuale dolcezza al-la Vita e alla Terra. Si avverte nel te-ma dello Sponz di quest’annol’urgenza, per quanto sottotraccia, dellavoro, perché solo in esso la persona,impiegando le proprie energie a unoscopo, energizza se stessa sentendosiutile e viva. Si sente sollecitare un pia-no organico nazionale per la promo-zione e protezione del lavoro, senza ilquale tutte le botte fin qui sparate so-no frizzi di petardi che avviliscono chiha sparato, facendogli constatare cheha fatto la fine dei tracchi e delle bot-te a muro. Solo col lavoro, ricaricatidal basso dosaggio vitale di ‘chi nontiene polvere’, passiamo da esseri li-minari a uomini. Conquistata con illavoro la dignità di noi stessi, l’esi-stenza, tenendo sotto tiro l’assalto deigiorni avversi, cambia l’abito impol-verato in quello eucaristico, in quellodella festa.Anche se sembra sovrapponibile allalocuzione/tema di quest’edizione del-lo Sponz, un altro nostro modo di dire,anch’esso non solo nostro, ‘chi tienesanti va in paradiso’, non combaciaaffatto. Proprio per niente. Se in en-trambe le asserzioni c’è sia un ‘chitiene’, che sostiene l’idea di un qual-cosa che si stringe, sia un cambia-mento di situazione, stato o condizio-ne che la cosa tenuta garantisce, ledichiarazioni si differenziano sostan-zialmente in relazione allo strumentosalvifico. Nell’ultima locuzione ri-portata il riscatto viene dal santo pro-tettore. È lui che porta ‘in paradiso’.E da queste parti, in questa Irpinia ein questa Italia, specie oggi, molte ani-me di purgatorio questuano elemosi-ne e favori che, se ottenuti, spostano

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SPONZ FEST 2016

LAVORO E DESTINO.CHIEDI ALLA POLVERE

di Alfonso Nannariello

solo da fiamma a fiamma. Da quelledell’inferno a quelle mortificanti delpurgatorio della bassezza e della me-schinità. Nel tema dello Sponz di que-st’anno la salvezza è nelle nostre ma-ni. Per riscatto. ‘Aiutati che Dio tiaiuta!’ si dice in tanti posti. Anche qui.E qui Dio, mutuando termini dalla fi-losofia aristotelica, aiuta come causaefficiente della resurrezione, serven-dosi di noi, come causa strumentale emateriale dell’insurrezione.Qui, ad Atella della Campania, per es-sere precisi, solo una volta l’Altissimointervenne con il suo angelo, tirandoper i capelli il santo divenuto protet-tore di Calitri, Canio, un africano di

Iuliana, dice la sua passio, mentre ilboia stava per mozzargli il capo. Soloallora bombardò i carnefici con tuoni,lampi, grandine e con boati e scosse diun terremoto. Da allora, nonostanteancora si continuino a spiccare testedal collo, l’Altissimo ha cambiatostrategia. E noi con lui. Ora ci fa tira-re su da soli. Ora ci tira fuori da tuttele paludi, afferrandoci lo stesso per icapelli, ma con le nostre mani. Comeil barone di Münchausen.Come lo scorso, anche questo Sponznon è più solo miti e tradizioni. È unatraccia, una indicazione. Come loscorso, anche questo riafferma quellametodologia della partecipazione,

quel crowdfunding sociale, quell’im-pegno collettivo di persone che met-tono in comune ognuno la polvere cheha per fare la botta forte che si vuolesentire. Per quanto con eleganza e dis-crezione, è rimarcata anche in questoSponz la necessità di quell’economiadal basso, di quell’economia che ac-comuna persone, enti e associazioniin uno stesso sforzo, quell’economiache amministra l’ôikos, la dimora co-mune. È ribadito quel modo di viveree di esistere che ci fa sentire solidalitra di noi, e non solo. Col suo Sponzquest’anno Vinicio rafforza l’albanuova. Ci conferma che siamo coniu-gi e divinità della Natura.

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Calitri, 1962, matrimoniodi Giovanna Cerreta e Ni-cola Ragazzo. Prima fila:Sibilia Enzo, Sibilia Mario,(?), Sibilia Rosanna, gli spo-si, Cerreta Lucia Di MiliaGiuseppina Cerreta Um-berto, Di Milia Michele,Abate Giovanna, CerretaCanio. Seconda fila: Si-bilia Raffaele, Sibilia Roc-co (si intravede solo la te-sta), Ragazzo Leonardo DiMilia Elvira, Canio Cerre-ta, Luigi Cerreta, Di Car-lo Maria Galgano Rosa,Cerreta Michela, CerretaMichele, Cestone Vincen-zo, (?). In alto i fratelli An-drea e Vincenzo Cerreta.

Sabato 30.04.2016 in c.da Orto di Cioglia è stata inaugurata l’isola eco-logica, per la nobilitazione e il recupero dei materiali. L’area è stata dedi-cata a Giovanni De Nicola (17.12.1943†23.08.2008).

Si è tenuta a Calitri la 34°Fiera Interregionale, dal 13 al 17 aprile 2016.Ringraziamo gli organizzatori e il presidente Nino Campana che ogni an-no gentilmente ci ospitano e che continuano il loro impegno per le no-stre zone. Il prossimo appuntamento è ad agosto.

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Il Premio “LE ECCELLENZE NELLE IMPRESE” allo stilista calitrano Salvatore CARUSO

da IL CORSIVO 09/04/16 anno 2 n.15

Avellino. È andato allo stilista calitrano Salvatore Caruso il premio“Le eccellenze nelle Imprese” promosso dal Lions Club di AvellinoHost e dal Lions Club Avellino Principato Ultra. Lo stilista artigianocalitrano, padre del brand “Nelle Grandi Fauci” (griffe di moda ma-schile nota per aver vestito, tra gli altri, l’abbigliamento di scena diattori come Raoul Bova, Alessandro Preziosi, Claudio Amendola,Paolo Conticini, Giulio Scarpati, Sergio Assisi, Kaspar Capparoni,Massimo Ghini, Claudio Bisio, Massimo Ceccherini), è stato insi-gnito del riconoscimento, insieme ad altri tre imprenditori irpini, inuna cerimonia ufficiale, patrocinata dal Comune di Avellino,che siè tenuta venerdì 1 aprile, alle ore 18 presso il Circolo della stampadi Avellino. Diversi parametri utilizzati dall’organizzazione terri-toriale dei Lions per identificare le best practice manageriali cheoperano con successo in ambito locale. Fra i requisiti esaminati:aziende capitanate da giovani imprenditori under 45, imprese che

si sono distinte nel mercato di appartenenza per il loro core business. Ed ancora: società che hanno portato il made in Irpi-nia ad di fuori dei confini nazionali e che hanno prodotto, con la loro attività, un ritorno economico sul territorio provinciale.Tutti criteri che premiano il lavoro e l’impegno profuso da Caruso che sta fecendo, della sua signature, una label sempre piùapprezzata e conosciuta nei circoli nazionali e internazionali della moda per uomo. Soprattutto nel campo della jeanseria doveil suo marchio è diventato celebre grazie all’idea del “No Wash Jeans”.Denim, frutto di numerosi esperimenti e concepitosu telai tradizionali con aghi ancora di legno, che viene pulito in freezer o all’aria aperta così da avere un effetto persona-lizzato sulla vestibilità. “Ricevere questo importante premio – dichiara entusiasta il maker Caruso – mi emoziona e mi inor-goglisce non poco”. “Essere considerato un’eccellenza nel panorama imprenditoriale irpino – continua – è sì un grande at-testato di stima. Ma è anche una grande responsabilità che mi spinge ad un senso del dovere ancora più forte.Il tutto nell’otticadi fare sempre meglio e di più”. “La nostra terra – conclude – ha tanti talenti acquisiti e in erba. Sembrerà forse scontato.Ma sacrifici, idee sempre nuove e in movimento, capacità di innovarsi e rinnovarsi, fare rete anche in maniera trasversale pos-sono essere ingredienti giusti per emergere soprattutto in un mercato che impone sfide sempre più glocal. La mia esperienzaè fatta da questi elementi. Spero possano essere utili soprattutto alle nuove generazioni

Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia. RINNOVO CARICHE SOCIALI NELL’ARCICON-FRATERNITA IMMACOLATA CONCEZIONE CALITRI (AV).Domenica 10 gennaio 2016, nel salone della Chiesa Immacolata Concezione di Calitri (Av) alla presenza del Vicario Zona-le don Cosimo EPIFANI, delegato arcivescovile, della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia, edal Padre Spirituale don Pasquale RICCIO, l’Arciconfraternita Immacolata Concezione ha rinnovato le proprie cariche socialiper il triennio 2016/2018.

L’assemblea generale ha eletto il nuovo Consiglio Direttivo, che risulta così costituito:Vitantonio DI MILIA PrioreVincenzo GALGANO 1°AssistenteAntonio BAVOSA 2°AssistenteCanio CIALEO ConsigliereLeone (Leo) COPPOLA ConsigliereAntonio DI MILIA ConsigliereGerardo NIGRO ConsigliereAntonio Mario RABASCA Revisore dei contiFabio CALA’ Revisore dei contiGiuseppe STROLLO Revisore dei conti

Concluse le operazioni per il rinnovo delle cariche amministrative ed organizzative si è innalzato il canto del “Te Deum”Il Consiglio Direttivo nella seduta di insediamento del 15 gennaio 2016 ha nominato/eletto quali componenti delConsiglio i confratelli:

Angelo MARGOTTA CassiereMichele CICOIRA SegretarioPasquale CALA’ Maestro dei NoviziVincenzo CUBELLI Maestro dei Novizi

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L a perfezione non esiste, ma se vo-gliamo immaginarla, è un po’ come

il canto degli uccelli una mattina di pri-mavera in cui la natura da impulso alsuo risveglio, agitando l’umana co-scienza lungo dimensioni assai più vi-vaci e meno plumbee.Il gioco della perfezione sussiste nel-l’immaginario, anche nell’incontro,nello sguardo fulmineo, nell’occasionedorata in cui due persone, perfette sco-nosciute, diventano piano piano la co-noscenza reciproca, il gusto del buono,il trillo dell’attenzione, la guida co-stante su quella che è l’onda della vita.La vita è proprio come un’onda, alti ebassi, ma quando hai un appiglio a cuiafferrare la mano o l’eco della voce, al-lora la navigazione va sempre nella giu-sta direzione, anche con la bussola al-terata. L’incontro, il cammino lungo ecostante intorno al globo terracqueo, liho visti nella fantastica coppia formatada Antonio Zazzarino e Maria Iraci.Ho avuto modo di conoscerli da pic-colo, e di serbare un lungo ricordo finoagli ultimi giorni della loro esistenza.Parlandoci, ascoltandoli ho sempre avu-to l’impressione di far ruotare il mappa-mondo in qualsiasi direzione, perché ognilatitudine o quasi era stata toccata. Hoavuto l’impressione di sfogliare l’atlantedell’intraprendenza, del dinamismo, del-la voglia di fare e non accontentarsi.La spola costante tra il Venezuela, sededel business calzaturiero, e l’Italia, dovenella ridente Cisterna di Latina, si sta-

gliano a perdita d’occhio ettari di terrenoche hanno prodotto ogni ben di Dio, tracui l’immancabile kiwi.Tonino il cuore pulsante, la mente, lo svi-luppo dell’idea, l’esempio assoluto di co-me stare fermi non sia possibile, bisognasempre fare per avere, magari sbagliando,ma con l’alibi di poter rifare tutto ancorameglio.Maria, dolcissima donna, capace di stareaccanto ad un uomo esuberante, attentaalla famiglia e a quegli aspetti che solo lasensibilità di una donna sa gestire. Unacompagna di viaggio instancabile a sup-porto di Antonio. In entrambi è stato sem-pre vivo, a distanza di anni, il magone del-l’emigrazione, della lontananza nel viverein una terra che sul fronte dei principi de-mocratici non è proprio idilliaca, ma cheha permesso loro di realizzare ciò che al-trove, forse, non avrebbero potuto.Nascecosì l’idea di erigere un monumento qua-le custode della figura dell’emigrante,quello di un tempo, povero, con i calzonirattoppati e lo spago ad avvolgere un con-tenitore cartonato, più che una valigia (fe-nomeno che oggi è mutato nella forma, siva via col trolley, ma non arrestato nellasostanza).Tutto però, inizia a scricchiolare quan-do la tenacia di Tonino viene scalfita daun problema ai reni che potrebbe por-tarlo in dialisi. Per un giramondo comelui, sarebbe stata la fine. L’idea di esse-re vincolato ad una macchina di ripuli-tura interna, senza la possibilità di muo-versi a suo piacimento, lo avrebbe ucciso

anzitempo. Ed ecco che come una stel-la cometa rispunta Maria, che con tuttol’affetto gli regala altri anni di felicitàgrazie alla donazione di un rene. La com-patibilità e il desiderio dell’unione sonopiù forti di tutte le avversità vissute neltempo, e a volte, con cocenti delusioni.Quando però si subisce un trapianto, perquanto si possa andare avanti, non si è piùquelli che madre natura ha confeziona-to. Il corpo diventa una macchina checammina con un pezzo estraneo, e quelpezzo, affinché funzioni, necessita digrossi supporti farmacologici, che neltempo, aggravano la condizione fisica eanche psichica.Così, nella sua Cisterna di Latina, il ca-ro Tonino colto da malore, finisce inospedale, e in ospedale termina la suacorsa nel mondo terreno. La cara Maria,pur fingendo di resistere al duro colpo,in cuor suo ha perso la forza del battito,l’impulso del respiro, l’intreccio conquella mano che per anni ha stretto for-te, e così, dopo pochi mesi, sempre percomplicazioni legate alla salute, ha rag-giunto il suo Tonino.Tutto questo è solo la punta dell’icebergdi vite vissute intensamente, per narrarele quali, ci vorrebbe un’opera enciclo-pedica.Una cosa però è certa: il bello della vitanasce quasi sempre per caso, con unamatita immaginaria che traccia il dise-gno dell’esistenza, che può essere bellao brutta, ma sicuramente ha il sapore del-la scoperta.

Antonio e Mariadi Marco Bozza

La città che non sorride mai di Giovanni Toglia (cappiegghij)Un giorno mi recai al cimitero per fare una visita ai morti, tutto mi sembrò una cosa normale, ma mentre ero dentro mi ven-nero degli strani pensieri. Una piccola città circondata da un enorme muro, racchiude in sé la gioia di tanti abitanti che ancheessendo popolata da uomini, donne e bambini, questa città non sorride mai. Passando per le vie, tutti ti guardano come se vo-lessero dirti qualcosa, ma le loro bocche non parlano, ciò che parla è il loro sguardo pieno di vita e di tristezza, che anche colpassare degli anni non muta mai. Ma tutto ciò è così caro a tutti perché ognuno di noi ha qualcuno che abita in questa città eche guardando per le strade non vedi quell’immensa folla che cammina, un volto di mamma, di padre o di figlio, che con lelacrime agli occhi crede di parlare con il proprio caro, che a sua volta, con il suo volto pieno di vita sembra dire “Non pian-gere, lo vedi che io sto bene, piuttosto pensa a te, che ogni volta che mi vieni a trovare ti trovo più invecchiato”. Questa è lacittà senza sorrisi, dove ognuno ha la propria casa e tutto ciò che c’è è una lampada e un po’ di fiori secchi, che solo la piog-gia fa rifiorire, dove tutti ti guardano ma nessuno ti giudica, dove solo i tuoi sogni si possono realizzare senza nessuna diffi-coltà e poterti guardare uno con l’altro senza giudicarsi, come spesso accade in questo mondo pieno di odio e di corruzione,ed è questo che ti rende tutto più facile nella città che non sorride mai.

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Calitri primi anni 70, da sinistra in piedi: Vittorio Toglia (tottacreta), Gio-vanni Toglia (cappiegghj), Giovanni Di Milia (paglier’), Giuseppe Fatone (fa-ton’), Vito Antonio Toglia (cappiegghj/+23.11.1980), Luigi Di Maio (urt’lan’r’ Cast’glion’), Vincenzo Zarrilli (v’ton’), Vincenzo Scoca (baggian’), MarioCapossela (nzaccand’/deceduto), Luigi Bavosa (buld’).

Muccioli Teresa (14.09.1941) e Luigi Diasparra (03.12.1936) festeggia-no 55 anni di matrimonio. Sposi a Ruvo del Monte il 06.02.1961. Augu-ri dai figli Agnese, Mario, Rosetta e Vincenzo, da parenti, amici e dalla Re-dazione.

Il 23.02.2016 la dott.sa Giulia Zarrilli (Poggibonsi) è stata premiata -allaCamera dei Deputati presso Palazzo Montecitorio in Roma- come unadelle 106 eccellenze d’Italia. Alla dott.sa un augurio dalla mamma Anto-nella, dal babbo Antonio Zarrilli (ciamban), dal fratello Daniele, dal non-no Antonio, dalla nonna Delli Liuni Rosa Maria, dal fidanzato Mirko, dallacognata Valentina, dagli zii e parenti tutti. Complimenti dalla Redazione.

Calitri, 25.05.2016. Il gruppo di portatori della statua di san Canio. Da si-nistra: Carmine Iannece, Giovanni Miele, Salvatore Fierravanti, Vincen-zo Di Pietro, Antonio Zarrilli, Michele Gallo, don Pasquale Riccio. A ter-ra da sinistra: padre Angelo Sardona rogazionista, Giuseppe Fierravanti,Angelo Maffucci e il sindaco Michele Di Maio. Un invito a tutti i calitraniad essere maggiormente presenti e partecipi offrendosi volentieri per iltrasporto della statua.

Calitr’ mij

Li cal’tran’ chi s’ n’ vann’ ,s’ n’vann’ cu lu nuzz’ nda lu cor’

p’cchè lassan’ nu pajes’chi eia stat’ la naca r’ la vita lor’,

e lor’ hav’ rat’ cos’ chi n’ s’ ranna mai scurdà.

Lor’ ten’n’ la sp’ranza r’ t’rnàp’cchè sann’ che hann’ lassat’ qua

e nu prezz’ tropp’ car’ ma purtropp’ ranna fa.T’hamm’ lassat’ Calitr’ mij

lundan’ n’ sim sciut’ma nda lu cor’ t’hamm’ p’rtat’.

Qua ndov’ sim’ arr’vat’stann’ tutt’ cu la cap’ calata

cum’ stess’n’ ngazzat’,n’ n’geia sol’ chi t’ scaglienda

e n’ n’geia ciel’ chi puoj tar’mend’.

E Calitr’ mij quanda malinguniaa p’nzà a quigghj ciel’

e a quigghj sol’ chi la matina quann’ t’auzav’t’ ria frahor’ p’ totta la sc’rnata.

E si t’nia n’ picca r’ fatia, era fessa e m’ n’ scia!

Giovanni Sicuranza

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Calitri, 28.02.1966 matrimonio diRosa Gallucci (ard’ casazz’) e Ca-nio Maffucci (spacca c’pogghij). I fi-gli Enza, Michele, Luciano e Nino, iparenti e tutti gli amici auguranoinfiniti auguri per la nozze d’oro

Calitri, vendemmia 2012 presso le cantine “La guardia”. Da sinistra: Angelo Galgano (tottacreta), Giuseppe Di Maio (scardalan’), Michele Cerreta die-tro, Gerry Savage, Raffaele Pastore (m’rcand) e Michele Zabatta (ciend’ capill’). Davanti da sinistra: Canio Cerreta (ricca recca) con la moglie Anto-nietta Petraglia, Vincenzo Codella (st’val), Concetta Russo (bellascrima), Maria Russo, Della Badia ????, Michelina Fatone (carezza), Angela Fastiggi (chian-gon’), Maria Eleonora Monico, Bernardette Savage e Demetrio Nicolais.

Calitri, 2014. Festeggiano pasquetta (davanti il ristorante la Gatta Cene-rentola), da sinistra:Vito Natale, Angelo Cubelli, Emilio Zabatta, Ange-lo Caruso e Michele Caruso. Dietro Michele Galgano con Marta Pica.

Cestone Giovannina (m’calon)mentre ,in occasione del Natale2015 prepara I gravajuol alla suafamiglia.

27.12.2015 e 27.12.1965. Giuseppe Cucciniello e la moglie Mia Clotilde(Tilde) Pio festeggiano le nozze d’oro. Auguri dalla famiglie e dalla Reda-zione.

05.06.2016. Anniversario di matrimonio di Sonia Giarla e Massimo Cian-ci, qui con i figli Amina e Tiziano. Amate e ricordatevi di essere felici, sempree comunque! Siamo angeli in cerca di un sorriso, essere spirituali che stannofacendo un’ esperienza terrena! Onoriamo questo viaggio nell’unico modo pos-sibile: amare! Chi è stato vicino alla nostra anima lo sarà per sempre! A specialfamily.

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Belgio, Charleroi, primi anni ’50. Due giovaniminatori, gli amici Pietro Di Napoli (sc’mm’rott’,a sinistra) e Vito Melaccio (f ’lic’/18.09.1931+03.01.2012).

Calitri, 06.04.2015. Gli sposi Vincenzo Delli Liu-ni (‘u ciamban’) e Teresa Kalyan con i testimo-ni Marie Thirwall e Angelo Zabatta. Gli sposiricordano il loro primo anniversario di matri-monio con immensa gioia per aver celebratola fusione di più culture con quella calitrana.Sinceri auguri da parenti, amici e dalla Reda-zione.

Calitri, fine anni ’50. I fratelli Antonio e LuciaZabatta (quequ).

Calitri, elezioni comunali 1980, in attesa della presentazione delle liste. Sulla soglia, da sinistra: Giu-seppe Cubelli (ndrand’la), Antonio Maffucci (patr’nett’) e Giuseppe De Nicola col cappello (piecur’).A terra: Angelo Cetta (p’cec’), Giuseppe Rainone (‘a pastora) e Vito Galgano (m’l’nar).

Germania, Colonia, 2015. Laurea di Tiziana Za-batta. Da sinistra: il fratello Enzo Fabio, la neodottoressa, la madre Maria e il padre Giusep-pe Zabatta (quequ). Auguri dalla Redazione.

La piccola Emma nata (da Paola Di Cecca e Lu-ca Russo il 30.10.2015) a Milano ...ma con cuo-re Calitrano!

Calitri, 24.04.2016battesimo della pic-cola Giulia Di Mat-tia. Da sinistra:Rossella Fierravanti(madrina), la festeg-giata in braccio allamadre FrancescaFatone, il fratellinoDavide in braccio alpadre Giuseppe eIolanda Fierravanti(madrina). Auguri daparenti, amici e dal-la Redazione.

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Gruppo “I Mediterranei”, estate 1975. Da sinistra: Claudio Iannella (fi-glio di Benito u c’nes, al basso), Vincenzo Quaranta (kembò, al triccabal-lacche e voce), Giovanni Buldo (chitarra e voce), Antonio Abate(18.10.1955-19.01.2013 alle tastiere vox), Vito Zabatta (mattaion alla bat-teria e voce).

Gruppo “I The First”, 1972. Da sinistra: Rocco Di Napoli (11.01.1950-15.04.2016, alla batteria), Francesco Maffucci (u parrucchier’, alla chitarrae voce), Vincenzo Scoca (cinz’ u baggian’, alle tastiere e organo Welson),Giovanni Buldo (bubù, alla chitarra e voce), Michele Calà (11.01.1949-30.06.1995 al basso).

Calitri, 18.03.2016. Cena con gli allievi del corso di informatica di baseorganizzato da IL CALITRANO. Da sinistra in piedi:Antonio Cianci,Orazio Santoro, Cecilia Rossi, Angela Toglia, Raffaele Salvante, Michele DelCogliano, Antonio Cialeo, Gerardo Maffucci, Giovanni Nusco, GiuseppeFastiggi. Seduti da sinistra: Lisa Marchitto, Gaetana Zarrilli, GiovanniDi Milia e Gerardino Zabatta. Nella foto sono assenti: Giuseppe DiMaio, Lucia Martiniello, Alessandra Del Cogliano, Giovanna De Lorenzo.

Gruppo “I Mediterranei”, 1972/73. Da sinistra: Claudio Iannella al bas-so, Antonio Abate alla tastiera,Vincenzo Quaranta alla chitarra e alla bat-teria Mario Fatone (24.09.1954-24.12.1980)

PER RICORDARE CARI AMICI CON CUI ABBIAMO CONDIVISO MOMENTI BELLI NELLA VITA ENELLA MUSICA: ROCCO DI NAPOLI (U’ BOIA), MICHELE CALA’ (U’ BAMMIN’), ANTONIO ABATE(MAST’ TONN’) E MARIO FATONE (CAREZZA) .

Calitri, 07.05.2016. Festadei 70 anni della signoraFrancesca Cianci (u napu-litan’). Qui con tutta la fa-miglia. Da sinistra: Mi-chele Cialeo (nipote), VitoMartiniello (figlio), Anto-nietta Galgano (nuora),Vincenzo Martiniello (ni-pote), Antonio Martiniel-lo (nipote), FrancescoCialeo (nipote), AntonioMartiniello (u lancier’/ ma-rito), la festeggiata, Miche-le Martiniello (figlio) conin braccio la figlia Alessia(ultima nipotina), France-sca Galgano (nuora), Te-resa Martiniello (figlia),Salvatore Cialeo (genero)e davanti i piccoli Diego eGiorgia Martiniello (nipo-ti). Auguri di buon com-pleanno da tutta la fami-glia e dalla Redazione.

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Pironti - Bellino - Piccininno: Her-berto Consano Archiepiscopo (sec.XII) Contributo alla biografia del san-to e alla storia di Conza; Ed. Delta 3- Grottaminarda 2015.Questo studio è frutto della competen-za di chi ha dedicato buona parte delsuo tempo alla ricostruzione del con-testo storico antropologico e della bio-grafia di un personaggio caro alla cittàe all’Arcidiocesi di Conza: Sant’ Er-berto.Un’indagine certosina, una ricostru-zione critica che sollecita l’interesse diquanti, e non solo, al tema si appas-sionano. Il plauso non va solo al metodo di la-voro, all’accuratezza della ricerca cheoffre un contributo di conoscenza e ag-giunge importanti tasselli alla storiadella città, ma soprattutto al soggettoesemplare che si è scelto.Credo, infatti, che la figura di S. Er-berto possa essere intesa da tutti come

un segno, un simbolo ed un monito dacondividere, anche da un punto di vi-sta laico, oltre la fede e la religiosità.Un segno della continuità nel tempo,del patrimonio di cultura di un popo-lo, della devozione e del valore di unterritorio. Un simbolo di civiltà e del-la capacità di ogni comunità di espri-mere o di adottare grandi personalità edare il meglio di sé, quando non sia mi-seramente affetta dall’auto sottovalu-tazione, che fa ritenere sempre e co-munque migliore ciò che viene detto ofatto dagli altri.Un monito proprio nel suo essere inos-sidabile punto di riferimento, invoca-zione, grido e speranza di una comu-nità provata da cento eventi e da milleavversità: ciò che vale non muore, re-sta, risorge e rivive giorno per giorno.Quanto al merito indiscutibile dellapubblicazione, che per espressa “eticascientifica deve rimanere aperta agliulteriori o eventuali risvolti della ri-cerca”, lo scorrere del tempo ha mo-strato l’alternarsi dei giudizi e delleconclusioni e credo che questo rincor-rersi di notizie e di idee sarà ancora Alcentro di dibattiti tra venti, cinquanta,cento anni.

(dalla prefazione del signor VitoCappiello sindaco di Conza)

ALFONSO NANNARIELLO: Lavendetta dell’arcangelo Gabriele, Del-ta3 - Grottaminarda (AV) 2016, pp. 94.Ninetta (Raffaela Pignone 1802-1832), nel vortice di un tempo vento-so di briganti, di annate senza frutti escarsità di affetto, cercando di bracciain braccia chi le aveva sbandato l’ani-ma in corpo, i sensi e il cuore, prese atrattare con tutti i dissoluti e debo-sciati. Spargendo la sua carne, stra-ziata d’amore, commise un brutaleomicidio. Ma la storia non inizia e nonfinisce così.

(dalla seconda di copertina)

ALFONSO NANNARIELLO: L’in-dole del rovo, Delta3, Grottaminarda(AV) 2015, pp. 302.Un racconto fatto di tanti racconti. Unanarrativa antropologica che ripercorreil nostro passato attraverso una ricer-ca etimologica paziente, accurata, ana-litica. Un ulteriore lavoro dell’autoreche arricchisce il nostro patrimonio po-polare volgendo particolare attenzio-ne a quelle tradizioni scomparse.

LA NOSTRALA NOSTRABIBLIOTECABIBLIOTECA

Calitri, 27.08.2015. Festa dei 25 anni. Quarta fila da sinistra: Katia Russo, Roberta Codella, En-za Gautieri, Michele Margotta, Giovanni Fierravanti. Terza fila da sinistra: Mariangela Miele, Fe-derica Lettieri, Maria Di Cairano, Francesco Cestone, Celeste Fierravanti, Iolanda Fierravanti, Fran-cesca Viglioglia e Maurizio Maffucci. Seconda fila: Emanuel Gallucci, Alessandra Vallario, AntonellaCestone, Marida Calabrese, Claudia Cialeo, Gaetano Di Maio. Prima fila in piedi: Lucia Toglia, Lo-renza Sansone, Giovanna Altieri, Anna Fierravanti, Anna Di Napoli, Luisa Acquaviva, Lucia Basile eVincenzo Gammella. In ginocchio:Angelo Maffucci, Alessandro Lucrezia e Alessio Raho.

A Franco Fiordellisi, un doppio augurio per l’e-lezione a nuovo segretario della CGIL Irpiniacon l’80% dei voti; e per il suo matrimonio, av-venuto il 25.06.2016, con la signorina Rita La-bruna, nella cornice di una incantevole ed ec-cellente festa nuziale. I nostri più sinceri, sentiti,partecipati auguri dalla redazione.

N. 62 n.s. – Maggio-Agosto 2016 IL CALITRANO

212121

SSOOLLIIDDAARRIIEETTÀÀ CCOOLL GGIIOORRNNAALLEE

DA CALITRI

Euro 5: Di Luzio Silvia, De Vito Antonietta, Euro 10:Maffucci Benedetta, Di Luzio Donata Luongo, Paolantonio Giuseppina, Boz-za Maria, Margotta Giuseppina ved.Gervasi, Cestone Assunta, Di Cecca Angelo Cir-miniello Rosa, Tornillo Giovanna, Cirminiello Angelomaria,Girardi Graziella, SimoneMario, Fatone Concetta, Armiento Antonietta, Martiniello Antonio, Galgano Rosa DiCairano, Di Maio Giuseppe Cestone Maria, Cestone Leonardo Antonio, Di MiliaRaffaele, Briuolo Giovanni, Di Cecca Vito, Galgano Bernardino, Galgano Giovanni,Zarrilli Pasquale via Tozzoli74, Rosania Pietro, Cerreta Giuseppe, Lucrezia Antonioe Nivone Lucia, Miele Giovanni, Cubelli Alfonso, Cestone Vincenzo e Galgano Lu-ciana, Borea Giovanni, Di Guglielmo Luigi, Maffucci Vincenzo e De Nicola Irene, Gras-so Raffaella in Paolantonio, Martiniello Teresa, Di Napoli Giuseppe, Russo Pietro, Euro 15: Maffucci Angelo & Calabrese Maria Concetta, Toglia Giovanna Nivone, Boz-za Antonio, Cerreta Rosa Antonia, Ferri Gina e Iannella Claudio, Metallo Giovanni,Martiniello Canio e Di Cosmo Giuseppina, Colucci Giuseppe, Buldo Maria e ZabattaAntonio, Di Milia Giovanni e Gervasi Teresa, Margotta Canio, Fiordellisi Antonio,Galgano Francesca, Panniello Carmine, Galgano Vito e Cerreta Iolanda, Russo Gio-vanni e Bozza Angela, Fatone Michelina, Fierravanti Maria, Rubino Maria Celeste, Me-tallo Canio e Di Milia Rosa,Avella Maria,Euro 20: Di Napoli Di Cecca, Miele Antonio Giuseppe c/da M.Caruso, MaffucciGaetanina, Contino Vito, Cianci Lucia, Cicoira Mario Angelo, Caputo Vitantonio viaDante 37, Di Milia Nicola, Armiento Assunta, Tabaccheria Antonietta Di Cairano,Zampaglione Michele, Di Milia Antonio, Zarrilli Antonio, Fastiggi Antonio, Di CeccaBerardino, Gautieri Vito, Maffucci Michele, Sperduto Giovanni, Acocella Pietro, Sco-ca Vito, Anonimo, Forgione Angelo, Lucrezia Vincenzina, Rabasca Antonio Mario, DiCosmo Michele, Nannariello Pasqualino, Martiniello Michela e Della Badia Canio,Tateo Domenico, Metallo Colomba, Metallo Michele, Senerchia Angelo e StancoGiovanna, Bozza Vincenzo, Roselli Donato, Di Napoli Antonella e Vodola Sabino, Rus-so Canio, Iannece Carmine, Zarrilli Vincenzo ed Elisa, Cerreta Giovanni e CodellaFilomena, Di Carlo Giuseppina, Nicolais Raffaele, Gautieri Vincenzo e FastiggiM.Francesca, Di Maio Concetta, Di Milia Pasquale, Zabatta Canio, Aristico Gaetano,Maffucci Donato, Scoca Antonio, Di Maio Vincenzo e Nicolais Vincenza, Pachi Nancy,Mastrullo Giuseppe, Di Napoli Giuseppe, Codella Canio e Valeria, Capossela Mario,Di Milia Michele, Salvante Giuseppe e Scoca Carla, Buldo Giovanni, Zarrilli Antonioc.da Demostre, Senerchia Francesco e Lucrezia Luigina, Fastiggi Giuseppe via Sot-topittoli 8, Forgione Angelo Francesco, Roselli Francesco, Cubelli Giuseppe fu An-gelo, Cestone Angelo e Maffucci Enza, Zarrilli Rocco, Toglia Lucia, Zarrilli Canio, Tar-taglia Maria Antonietta, D’Emilia Pasqualino,Forgione Maria, Cioffari Umberto, DiCairano Vittorio,Gianmatteo Silvana. Gautieri Donato,Zarrilli Giuseppe, Bovio Co-simo e Lucia, Euro 25: Di Cosmo Angelo e Di Napoli Vincenza, Enzo Di Maio, Lettieri Angelo, Euro 30: Rauso Fabrizio, Fiordellisi Giovanni e Maria, De Rosa Corrado, CarusoGirolamo, Miranda Antonio e Francesca Cestone, Di Milia Vincenzo e Basile Elisa,Immerso Maria, Zarrilli Michele via Verdi, Nesta Vincenzo, Fierravanti M.Francesca,Cicoira Gianna e Di Cecca Michele,Miele Giuseppe e Maffucci Lucia, Metallo Fiori-na, Metallo Giuseppina, Euro 40: Di Milia Vito e Angela,Euro 50: Nicolais Angelomaria, Caruso Angelo, Metallo Gerardo, Cestone Gio-vanni, Salvatore Caruso, Cianci Massimo, Zarrilli Donato e Maffucci M.Teresa, Caiaz-zo Vodola Clara, De Nicola Canio,Euro 70: Armiento Giuseppe,Euro 100: Studio Tecnico Via Largo Croce 35,Euro 150: Bar New Poldo’s,Euro 800: Corso di informatica,

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE

Euro 5:D’Onofrio Giuseppe (Castellamare di Stabia),Caruso Maria Carmela (Ca-stelfiorentino), Di Maio Antonio (Verbania), Euro 10: Codella Rosa Di Milia (Salerno), Falcone Michelangelo (Foggia), Stanco

Francesco (Barbaiana), Cestone Vito (Buttapietra),Lettieri Lucia (Colle di Val D’El-sa), Don Pasquale Di Fronzo(Rocca San Felice), Colucci Pasquale (Sirignano),DelliLiuni Rosa Maria (Poggibonsi),Zarrilli Antonio (Poggibonsi), Zabatta Mario (Cantù),Di Milia Angela (Castel San Pietro Terme), Lampariello Luigino (Salerno), Currà An-tonio (Novate M.se), Cella Iolanda (Meda), Ragazzo Michele (Fano), Fastiggi Vittorio(Mariano C.se), Cianci Giacinta (Treggiaia), Cicoira Teobaldo (Nova M.se), ScocaEleonora (Nova M.se), Acocella Vitantonio (Lentate), Di Domenico Maria (Poggib-bonsi), Buglione Gerardo (Cantù),Maffucci Giovanna (Salerno), Di Milia Iolanda (Pon-tedera), Zarrilli Maria Antonietta (Conza della Campania), Cecere Marco (Firenze), Euro 15: Libreria già Nardecchia (Roma), Scoca Vincenzo (Bologna), Scoca Vincen-zo (Perticato), Pastore Antonio (Lioni),Margotta Canio (Meda), Zarrillin Giuseppe(Bollate),Mazziotti Antonietta (Santa Marinella), Acocella Ada (Castelfranci), Lantel-la Salvatore (Torino), Rubino Michele (Carmignano),Lotito Vincenzo e Nesta Ro-setta Maria (Foggia),Euro 20:Cianci Giuseppe (Villa Verucchio), Ardolino Marianna (Baronissi), Cande-la Anna ved.Carola (Milano), Maffucci Marco (Roma), Gautieri Vito (Moncalieri), Fra-sca Rosetta (Roma),Scoca Mauro e Bozza Rosina (Chieti),Zampaglione Angela (Ro-ma), Rubino Canio (Briosco), Di Milia Iolanda (Pontedera), Di Milia Antonietta(Milano),Cicoira Grazia (Roma), Sperduto Massimo e Maffucci Vanessa (Saludecio),Senerchia Mario (Vicchio di Mugello), Acocella Nicola (Limidi Soliera),Leone Gio-vanni (Milano),Nicolais Luigi (Manfredonia), Rabasca Corcione Barbara (Caserta),Codella Maria Antonietta (Roma), Carusp Patrizia (Roma), Gautieri Giuseppe (Bo-logna), Casarin Russo (Mestre), Rella Giovanna (Pescopagano), Galgano Anna (Mi-lano), Maffucci Marco (Roma),Cubelli Vito (Foggia), Caruso Michele (Lomazzo), Gau-tieri Angelo (Trezzo D’Adda), Pecora Angelo e Lucia Nappo (Capriglia), NicolaisMaria (Lavena Ponte Tresa), Savanella Michela Ferroso (Avellino), Simone Vincenza (Maddaloni), GalganoAngelo Maria (Salerno), Maffucci Vincenzo (Bregnano), Pastore Umberto (Verona),Fastiggi Michele (Salerno), Di Milia Rocco (Avellino), Giuseppe e Maria Zabatta.Euro 20,17: Bertolasi Silvia Maria (Sermide),Euro 25:Margotta Mario (Figino Serenza), Lampariello Franchino (Garbagnate), Fe-nu Vigorito Vincenza (Uta), Di Cosmo Mario (Poggibonsi), Simone Anna (Carife), DiNapoli Vincenzo (Bollate), Pezzella Di Maio Giusi (Dragoni), Antonio Vespucci(Sant’Andrea di C.), Abate Michele (Roma), Giuliano Canio e Lampariello Maria (Ge-nova Idra),Di Milia Mario (Busto Arsizio), Pastore Elio (Faenza),Euro 30: De Nicola Antonietta (Poggibonsi), Maffucci Angelo Michele e CupponeRosanna (Lissone), Nannariello Rosellina (Genova), Di Cairano Giuseppe (Milano),Nappi Gaetana (Bergamasco), Nivone Antonio (Sant’Angelo dei L.), De Matteo Er-silia Di Maio (Roma),Armiento Edoardo (Roma),Grieco Paola (Roma), Vallario Giu-seppe Nicola (S.Miniato Basso), Cubelli Lorenzo (Bergamo), Maffucci Samuele (Sea-no),Codella Elio (Corsico),Maffucci Giuseppe (Portici), Euro 40: Cicoira Ettore (Napoli), Lavanga Pasquale (Cagliari), Euro 50: Messina Giuseppe (Roma),Lucia Anna Senerchia (Latina), Tozzoli Giovan-ni Paolo (Roma), Fierravanti Lucia (Olgiate C.sco), Scoca Maria Antonietta (Guido-nia), Miano Mario e Vincenzo (Napoli), Raffaele Marra (Caserta), D’Ascoli Berardi-no (Genova), Acocella Alfonso, Maria Alfonso e Federico (Salerno), Angela Di Maioved.Carmine Palermo, Euro 100: Cicoira Ugo e Silvia (Aosta), Liliana Bonanome (Venezia),

DALL’ESTERO

BELGIO: euro 60 Di Carlo Raffaela,euro 15 Gervasi Antonietta,Ferrante Pasquale;euro 20 Ruberto Vincenzo, euro 30 Galgano Antonio, GERMANIA: euro 100 Nicolais Giovanni (Reutlingrn), euro 20Volz Michelina,Gautieri Gaetano, Zabatta Giuseppe, INGHILTERRA: euro 20 Fasulo Ester,SVEZIA: euro 25 Armiento Michelangelo,SVIZZERA: euro 450 Associazione Calitrani in Svizzera, euro 50 Petito Mario,AUSTRALIA: $ 50 Fastiggi Angelo, $ 20 Maffucci Donato,CANADA: euro 50 Sacino Giuseppe,U.S.A.: $25 Bongo Robert, VENEZUELA: euro 100 Di Napoli Vito e signora.

IL CALITRANO N. 62 n.s. – Maggio-Agosto 2016

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MOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna Rosania

I dati relativi al periodo dal 01 febbraio al 30 giugno 2016 sono stati rilevatipresso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri

NATI

Tuozzolo Kovacs Daniel Rubindi Vincenzo e di Farago Kovacs Eva 28.10.2015

Senatore Massimo di Vincenzoe di Di Cecca Roberta 22.01.2016

Zabatta Sofia di Carmine e di Capozi Giulia 02.02.2016Acocella Gabriele

di Nicola e di Cimmino Marianna 03.03.2016Cialeo Sveva Maria di Giuseppe Raffaello

e Racioppi Alfonsina Luisa 24.03.2016Calabrese Crystal di Domenico e di Albano Sara 05.04.2016D’Onza Ylenia di Giuseppe e di Di Salvo Lucia 07.04.2016Ruggiero Camilla di Vittorio e di Basile Bianca 23.04.2016Iannece Gerardo di Antonio e di Maffucci Enza 26.04.2016Coppola Gabriele

di Michele e di Maria Maddalena Nicolai 02.06.2016Traficante Antonio di Giuseppe e di Caputo Sonia 04.06.2016Traficante Gerardo di Giuseppe e di Caputo Sonia 04.06.2016Cicoira Vincenzo di Michele e di Piazza Carmen 23.06.2016

MATRIMONI

Codella Michele e Grieco Anna 16.04.2016Cestone Vincenzo e Del Re Valentina 23.04.2016Lucrezia Giuseppe e Pepe Giusy 07.05.2016

DECESSI

Di Carlo Felicetta 06.03.1929 - † 06.01.2016Caputo Filomena 04.03.1937 - † 03.02.2016Gonnella Gerardo 10.04.1957 - † 04.02.2016Pagliarulo Gerardo 25.04.1938 - † 12.02.2016Paolantonio Pasqualina 11.03.1915 - † 13.02.2016Galgano Canio 03.03.1952 - † 14.02.2016Metallo Vincenza 25.02.1924 - † 18.02.2016Galgano Gaetana 20.02.1922 - † 23.02.2016Vallario Mario 28.10.1936 - † 28.02.2016Di Milia Antonia 14.06.1925 - † 02.03.2016Strollo Lucia 08.10.1935 - † 02.03.2016Acocella Michela 13.08.1926 - † 14.03.2016Rinaldi Giovanni 24.07.1959 - † 16.03.2016Di Napoli Vincenza 22.02.1926 - † 22.03.2016Marchitto Maria 25.11.1937 - † 05.04.2016Guglielmo Lucrezia 18.10.1924 - † 06.04.2016Di Napoli Rocco 11.01.1950 - † 15.04.2016Jaitem Jamal Kawsu 09.01.2016 - † 26-04.2016Maffucci Antonia 29.10.1923 - † 28.04.2016Zarrilli Michelina 07.11.1950 - † 07.05.2016Zabatta Lucia 13.09.1924 - † 08.05.2016Senerchia Angelo 28.10.1940 - † 13.05.2016Di Cecca Maria Luigia 11.09.1939 - † 17.05.2016Di Cecca Maria Michela 25.02.1921 - † 21.05.2016Di Napoli Salvatore Antonio 18.04.1955 - † 01.06.2016Russo Donato 05.03.1927 - † 10.06.2016Rossi Serafino 02.01.1933 - † 16.06.2016

Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.

Luigi Simone20.06.1954†Belgio,04.05.2014

Ogni fiore, ogni parola,ogni gesto d’amicizia e disimpatia ci hannoprofondamente colpiti.

Angela Zarrillivedova Simone29.03.1922†05.12.2013

La morte non è niente.Sono solamente passatodall’altra parte: è comefossi nascosto nella stanzaaccanto. Io sono sempre ioe tu sei sempre tu.

(Henry S. Holland)

Salvatore Antonio Di NapoliDirigente scolastico dell’I.C.S. “A.Manzi”di Calitri18.04.1955†01.06.2016

La Redazione di questo giornale vuol rendere il doveroso omaggioal carissimo D.S., uomo intelligente, onesto e lungimirante che hadedicato la sua vita all’amore per la famiglia e alla scuola. La suaprecoce dipartita ha segnato l’animo di tutti coloro che hannoavuto la fortuna di conoscerlo. Il suo lavoro era la sua missione.Riportiamo qui un suo pensiero:

PER I DOCENTIÈ questa la sfida vera per i docenti “IMPARARE A NON INSEGNARE”, così ildocente si trasforma in un promotore di creatività. Non è colui che trasmette un saperebell’e confezionato, un boccone al giorno, un domatore di puledri, un ammaestratore difoche. È un adulto che sta con i ragazzi per esprimere il meglio di se stesso, persviluppare anche in se stesso gli abiti della creazione, dell’immaginazione,dell’impegno costruttivo in una serie di attività che vanno ormai considerate alla pari.

Grazie Preside!

N. 62 n.s. – Maggio-Agosto 2016 IL CALITRANO

R E Q U I E S C A N T I N P A C E

23

IL CALITRANOANNO XXXV - N. 62 n.s.

Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizionidell’Associazione Culturale “Caletra”

Fondato nel 1981

Sito Internet:www.ilcalitrano.it

E-mail:[email protected]

Creato e aggiornato gratuitamenteda ITACA www.itacamedia.it

Direttoredott.ssa Angela Toglia

Direttore ResponsabileA. Raffaele Salvante

SegreteriaMichela Salvante

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83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1Tel. 328 1756103

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La collaborazione è aperta a tutti,ma in nessun caso instaura un rapportodi lavoro ed è sempre da intendersi

a titolo di volontariato.I lavori pubblicati riflettono il pensiero

dei singoli autori, i quali se ne assumonole responsabilità di fronte alla legge.

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commerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633e successive modificazioni.

Le spese di stampa e postali sonocoperte dalla solidarietà dei lettori.

Stampa: Polistampa - Firenze

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Il Foro competente per ogni controversiaè quello di Firenze.

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Chiuso in stampa il 25 luglio 2016

IN COPERTINA:Calitri, 1957. Salvatore Scoca ai P’ppun’in una delle sue abituali visite fra i cali-trani.(Foto: Archivio Fotografico Pro LocoCalitri, per gentile concessione)

IN QUESTO NUMERONon uccidiamo la speranzadi A. Raffaele Salvante 3

Il principe poveroFrancesco Maria Mirelli (II)di Emilio Ricciardi 4

Le collezioni di Michele Cerreta:un tesoro da valorizzaredi Pietro Cerreta 7

La biblioteca dei Gesualdoalla fine del ’400di Concetta Zarrilli 10

Lavoro e destino.Chiedi alla polveredi Alfonso Nannariello 12

Il premio Caruso 14

Antonio e Mariadi Marco Bozza 15

LA NOSTRA BIBLIOTECA 20

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22

REQUIESCANT IN PACE 23

Rocco Di Napoli11.01.1950†15.04.2016

Sei stato la nostra guida econtinuerai a essere ilnostro esempio di vita. Latua famiglia

Serafino Rossi02.01.1933†16.06.2016

Dedicò la sua vita allavoro e alla famiglia.Raccolse stima e affetto dacoloro che ebbero modo diapprezzarne l’onestà e lagrande bontà di cuore.

Antonietta Talzighetti1941†Varese 09.07.2016

Gli amici di Calitri sonovicini nel dolore al maritoCesare Giovanni Buldo eai figli Vincenzo e Nadia.

Giuseppe Stifano02.01.1928†21.01.2016

Beati quelli che osservanola rettitudine e il ognitempo la giustizia(Salmo CV)

Pasqualina Paolantonio11.03.1915 †13.02.2016.

“Grazie Mamma”i figli Angela e Vito Stanco

Canio Galgano03.03.1952†14.02.2016

Per la bontà che illuminòla sua esistenza, per ilricordo che lasciò in quantilo conobbero, per l’affettoche nutrì verso la suafamiglia, resterà semprenei nostri cuori.

Rosa Acocella07.08.1975†18.06.2015

Non si perdono mai coloroche amiamo, perchépossiamo amarli in Coluiche non si può perdere.Sant’Agostino

Salvatore Diasparra18.11.1958†16.08.2015

Un anno è ormai passato,soli siamo rimasti asopportare. Gli amici sonodispersi, evitano,dimenticano, ma io ricordoancora la luce del miocammino. Assunta

Vincenzo Sicuranza13.01.1927†12.11.2015

A voi quest’immagineperché richiami alla vostramente un dolce ricordo edalle labbra una mestapreghiera

Giuseppe Forgione12.02.1941†06.07.2012

Caro papà, a quattro anni dallatua scomparsa la tua assenza èancora molto forte,nel quotidiano e sopratuttonelle ricorrenze.Sei sempre nei nostricuori...tua figlia Mariagraziae la tua famiglia.

Vito Di Guglielmo16.03.1936†11.09.2015

In te mi rifugio, o Signore,ch’io non sia confuso ineterno! Scampami nellatua giustizia e liberami,tendi verso di meiltuoorecchio e salvami.(Salmi, 71-1)

Giuseppe Di Maio04.09.1925†14.06.2015

Sarai sempre il faro dellanostra vita.Hai abbandonato questomondo ma rimarrai persempre nei nostri cuori. Ituoi cari

Berardino Galgano09.01.1918†27.04.2005

O Dio, ascolta la miapreghiera, porgi l’orecchioalle parole della mia bocca.(Salmi, 54-4)

Giuseppe Cianci19.05.1928†21.06.1999

Resterai sempre nel cuore diquanti ti vollero bene. Lamoglie Maria e i figliAngelomario e Antonio.

Antonio Zabatta06.07.1933† Dragona 01. 05. 1985

A 31 anni dalla tua dipartita,il tuo ricordo resta vivo persempre nei nostri cuori. Chivive nel cuore di chi restanon muore. I nipoti

Michel Simone16.12.1927†Belgio, 13.12.2013

Con il suo amore, la sua bontà, la sua generosità, il caropapà se n’è andato come ha vissuto. Il cuore riempito deglisguardi, noi conserveremo una memoria commossa di tuttala compassione e l’affezione che ci avete testimoniato.Sua moglie, i figli, i nipoti e i pronipoti, la famiglia e tutti isuoi amici.

Paolo Miele15.06.1973†08.04.2015

Signore, non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ma tiringraziamo per avercelo dato. I nostri occhi pieni dilacrime sono fissi nei tuoi pieni di luce (Sant’Agostino). Nelprimo anniversario della sua scomparsa, la famiglia tutta loricorda con immenso amore.

Brigida Ziccardi27.04.1924 †06.03.2015.

Vincenzo Zabatta02.07.1922†01.01.1996

Cari genitori e nonni il tempo passa mail vostro ricordo è vivo nei nostri cuori,la vostra mancanza è incolmabile.

Ancora un grazie per avervi cresciuticon tanti sacrifici e educati all’onestà,al lavoro e alla fede. Figli e nipoti

Girolamo Caruso04.05.1937 †05.10.2015

Ciao nonno Girolamo! Dopo anni di sofferenze ci hailasciati...Non c’è giorno che passi che non sei nei nostri pensieri..enon c’è giorno che passi che la nostra cara nonna Angelanon ti pianga... Nel ricordo del tuo primo Compleanno incielo, ti abbracciamo infinitamente!Le tue nipoti Marta e Sara.

Il 07 maggio a Calitri, inpiazza della Repubblica, èstata scoperta la lapide inmemoria di SalvatoreScoca. Alla celebrazionehanno partecipato i figli e iparenti, le scuole di Cali-tri, le autorità civili e reli-giose, nonché la cittadi-nanza. Al convegno pressol’auditorium del LiceoScientifico di Calitri, sonointervenuti oltre al rela-tore prof. Pino Acocella,il presidente della ProLoco Vitale Zabatta, ilprof. Donato Lucev, il diri-gente scolastico GerardoVespucci e il sindacoMichele Di Maio. Durantequesti due giorni (06 e 07maggio) di commemora-zioni si è ricordato l’impe-gno dell’On.Scoca per lasua Calitri, volle istituirela scuola media, l’istitutotecnico, la scuola d’arte eil liceo scientifico, oltre alsuo fattivo impegno nellastesura della CostituzioneItaliana (in particolare nel-l’art.53). La targa comme-morativa, opera del prof.Fulvio Moscaritolo, vuolessere un segno tangibiledel riconoscimento delpopolo calitrano.

Roma, 1955. Viaggio di nozze di Lucia Pannielloe Giuseppe Tartaglia. Ai miei genitori conprofondo amore mi mancate. La figlia MariaAntonietta

In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMPper la restituzione al mittente previo pagamento resi

IL CALITRANOANNO XXXV - NUMERO 62 (nuova serie) MAGGIO-AGOSTO 2016

CENTRO STUDI CALITRANIVia Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)

www.ilcalitrano.it

IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni

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ISSN 1720-5638

Calitri,06.09.2015.Festadegli80enni.In

alto

dasinistra:VitantonioDelliLiuni,VincenzoCicoira,Teodolinda

Paolantonio,AngelaInverso,MicheleCapos-

selaeAntonioTetta.S

econdafiladasinistra:CanioGautieri,VincenzoZabatta,AngeloZabatta,Angelom

ariaCerreta,VincenzoScoca,AntoniaMaffucci,

GaetaninamadredidonPasquale,CanioCestone

eRocco

DiM

ilia.Primafiladasinistra:MariaLucrezia,GicintaZarrilli,AntoniettaCodella,BenedettaGer-

vasi,RosinaCaputo,OresteGargano,M

icheleCianci.Davan

tiin

piedi:MichelinaSantoro,MariaGiuseppaDiRom

a,AngelaRusso,BenedettaMaffucci,Giu-

seppeCaputo,RaffaeleGalgano,Vito

Zabatta.