Centro Studi Olivotti, Mira: 20 aprile 2016 · Una teologia della liberazione e ... Mentre in...

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Centro Studi Olivotti, Mira: 20 aprile 2016 Enzo Pace, Scuola Galileiana, Università di Padova ISIS: la grande discordia

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Centro Studi Olivotti, Mira: 20 aprile 2016

Enzo Pace, Scuola Galileiana, Università di Padova

ISIS: la grande discordia

ISIS 2014

ISIS 2015

Palmira (Tadmur)

Le basi (remote) ideologiche dell’ISIS

� Teoria e pratica della guerra rivoluzionaria anti-imperialista in ambiente musulmano nel periodo post-coloniale.

� L’ermeneutica moderna del jihad come obbligo di fede

� La lotta contro le élites politiche post-coloniali e l’abbattimento degli stati nazionali post-coloniali

Sayyid Qutb (1906-1966)

Chi era Sayyid Qotb?

� Egiziano, funzionario del Ministero dell’Istruzione� Membro dei Fratelli musulmani� Inviato dal governo egiziano negli Stati Uniti (1948) per studiare il

sistema educativo americano. Durante il soggiorno tiene un diario sull’America barbara e infedele.

� Dopo un’iniziale adesione alla Rivoluzione dei Liberi ufficiali, guidati da Nasser, del 1952, Q. condivise la persecuzione dei Fratelli musulmani e fu imprigionato per molti anni.

� In carcere scrisse un commento al Corano (Fi zilal al Qur’an/All’ombra del Corano) e Ma’alim fi’l-tariq (Pietre miliari), la sua opera più influente, nella quale riformulava i concetti di jihad e di jahiliyy in funzione di una teoria delle lotta insurrezionale armata contro i regimi filo-occidentali.

� Scarcerato nel 1964, Q. fu nuovamente arrestato nel 1965 con l’accusa di complottare ai danni di G.A. Nasser e giustiziato nel 1966.

Dal sunnita Qutb allo sciita ‘Alī Shariati (1933-1977)

Un “protestante” islamico?

� Studia sociologia e filosofia in Francia dove frequenta Massignon, Sartre e Franz Fanon e approda ad una sua sintesi personale fra misticismo, esistenzialismo, marxismo e sciismo.

� In particolare, egli inizia a criticare radicalmente il ruolo del clero sciita e il potere da esso esercitato nella società.

Una teologia della liberazione e suoi nemici

� Nelle sue lezioni svolge un' analisi marxista della società, critica severamente il clero parassitario ed oscurantista e l'approccio superstizioso al Corano, e alza sempre più forte la voce contro la illiberalità del regime dello Sha Palhavi.

� Si fa così tre nemici: i partiti di sinistra a causa della sua attenzione alla religione - cui egli rivendica il ruolo di forza mobilitante delle coscienze e che invece i movimenti di sinistra bollano come"sovrastruttura"-; lo Sha e il suo potente apparato repressivo e il clero sciita.

Shariati e l’anima religiosa o spirituale della rivoluzione sociale

�Alì Shariati fu sociologo e filosofo, contribuì a preparare la rivoluzione iraniana contro la dinastia dei Pahlavi del 1978-79.

�Muore prima della fase rivoluzionaria –per infarto a Londra o forse eliminato da sicari della polizia segreta - dove si era rifugiato dopo un periodo in carcere in patria.

On the sociology of islam (1968)

� Nel libro egli sostiene che l' Islam non è incompatibile con la modernità; la religione islamica, quale descritta nel Corano, sostiene, si basa sul consenso e dunque sulla democrazia; gli ‘ulema, invocando il monopolio della interpretazione vogliono sostituirsi a Dio e pertanto sono idolatri; lo Sha stesso si presenta come nuovo idolo ed il clero è suo complice.

� Egli dimostra che è possibile studiare il Corano alla luce della ragione e affronta senza ipocrisie anche la condizione femminile.

� Alì Shariati diviene così punto di riferimento per una generazione di intellettuali che rivendicano un discorso non clericale sulla religione

� Egli invoca un Islam senza chierici.� Rilegge il Corano sottolineandone gli aspetti liberali e la grande

attenzione data alla giustizia sociale. Sottolinea la divisione, presente nel Corano, tra oppressi e oppressori e mette per la prima volta in contatto settori attenti ai valori religiosi con l'intellettualità di sinistra e la gioventù urbana secolarizzata.

� Per Shariati l' Islam è il principale vettore di liberazione degli oppressi. Egli conia una nuova

� Parola d'ordine: Islam come terza via tra capitalismo e comunismo, tra materialismo e idealismo.

� Studia la questione del gender nella società islamica. Critica la reificazione femminile.

Due piste rivoluzionarie diverse

� In ambiente sciita, le idee di Shariati saranno la base ideologica di una rivoluzione di massa, che alla fine però sarà guidata da un ayatollah (dunque da un esponente del clero sciita)

� Mentre in ambiente sunnita la lotta rivoluzionaria prenderà decisamente la via dell’insurrezione, guerriglia e guerra rivoluzionaria dal 1979-80 ai giorni nostri

Da qui la riproposizione della grande discordia “sunniti-sciiti”

� In realtà fra l’Iran e il ruolo egemonico che tenterà di esercitare, prima nel mondo sciita e poi anche fra i movimenti politico-religiosi sunniti che guarderanno, negli anni Ottanta, alla rivoluzione iraniana come una rivoluzione possibile e riuscita

� Tale fascinazione in ambiente sunnita finisce quando una potenza regionale come l’Arabia Saudita cercherà di contrastare l’influenza ideologica dello sciismo, proponendo la sua ricetta “rigorista e fondamentalista”

Il Crescente sciita

� Il ‘Crescente sciita’ indica la crescita esponenziale del ruolo politico degli sciiti nel Medio Oriente, con l’eccezione dell’attuale Giordania.

� I musulmani sarebbero circa 1,3 miliardi, divisi fra sunniti e sciiti. Gli sciiti, la minoranza, sono il 10-15% del totale (fra i 130 e i 195 milioni).

� In un vasto territorio che va dal Libano al Pakistan, il numero di sciiti e sunniti sembra essere di fatto analogo.

� Gli sciiti rappresentano circa l’80% della popolazione che vive sui giacimenti di petrolio e gas del Golfo Persico.

La presenza sciita

� In Libano, i due quinti della popolazione è sciita, stanziati nel Jabal ‘Amil e nella valle della Beqa.

� In Siria, ci sono piccole comunità sciite nella zona di Aleppo e a Damasco. In compenso, il gruppo di potere guidato da Bashar al-Assad è alawita (12-15%), di matrice sciita.

� In Iraq, gli sciiti sono stanziati in prevalenza nella regione che corrisponde all’antica Mesopotamia. Rappresentano la maggioranza relativa del paese (circa 55%), la più importante comunità sciita del mondo arabo.

� Il Kuwait ha una consistente minoranza di sciiti (circa il 20-25%). In Arabia Saudita la percentuale di sciiti arriva al 10-15%, concentrati nella costa settentrionale del paese che si affaccia sul Golfo. In Bahrain, gli sciiti raggiungono il 60%. Lo Yemen è a maggioranza sunnita, ma zaydita (minoranza sciita), nella parte nord, regione di Sa’ada.

Presenza degli sciiti

� In Turchia ci sono vari gruppi sciiti (20%: imamiti, ismailiti, zayditi e alawiti, questi ultimi in maggioranza, pari ~ a 10milioni).

� In Iran, dove lo sciismo è religione di stato, sciiti sono i Persiani e gli Hazara (Azeri): oltre il 90% del paese. A nord dell’Iran, la ex repubblica sovietica dell’Azerbaigian è nominalmente a maggioranza sciita (75-80%).

� A est, in Afghanistan, sono per lo più sciiti i cittadini di Herat e l’etnia Hazara, circa un quinto della popolazione (20-25%). Con la caduta dei talebani, i loro diritti sono stati riconosciuti nella nuova costituzione.

� In Pakistan, gli sciiti sono circa il 20% e sono presenti massicciamente nelle regioni nord-occidentali; per numero rappresentano la seconda comunità dopo l’Iran.

� In India, gli imamiti sono presenti a Lucknow e nel Deccan, gli ismailiti (Aga Khan) nel Gujarat e a Bombay

Luoghi santi sciiti al di fuori dell’Iran

� Najaf (imam ،Ali) Karbala (imam Huseyn)

Samarra: la moschea sciita in onore del 10° imam Al-Hadi al-Askari

I quartieri di Baghdad nel 2003: in verde, sunniti; in arancione, sciiti; in giallo, cristiani

I quartieri di Baghdad nel 2013: in verde, sunniti; in arancione, sciiti; in giallo, cristiani

La bandiera dell’ISIS

� Il nero era il colore preferito dagli Abbasidi ed associato all’attesa salvifica del Mahdi

Cronologia dell’ISIS o DA،ISH

والشامالعراقفياإلسالميةالدولة / al-Dawla al-Islāmiyya fī al-،Irāq wa l-Shām

2004-2015…

2004-06Gruppo di Al-Qā،ida

in Iraq vs. occupazioneUSA

2012-2013Il gruppo si spostain Siria vs. regineBashar al-Asad

2013Dopo conquista

di Raqqa, al-Baghdadiproclama

lo Stato islamico

Giugno 2014:Conquista di Mosul

Proclamazione Califfato

Concorrenti e alleati

� L’ISIS nel 2014 ha definitivamente rotto i rapporti di con il fronte (di opposizione armata contro il regime di Bashar), al-Nusra: segno sia di non aver più bisogno di un alleato sia di voler essere l’unico attore politico-militare-religioso a giocare sullo scacchiere siro-iracheno e oltre per l’egemonia del jihad internazionale.

Jabhat al-Nusra e Le province fedeli all’ISIS

� Al-Nusra nasce nel 2012, resta affiliato ad al-Qā ،ida e rompe con l’ISIS nel 2014.

� Mentre si formano fuori dell’area-siro-irachena dei movimenti affiliati all’ISIS (che rappresentano nel linguaggio dell’ISIS le wilayat, le province del Califfato, ancora incompleto, dal momento che mancano all’appello le due capitali storiche degli imperi musulmani dell’VIII e IX secolo: Damasco e Baghdad).

� Le wilayat più importanti sono quelle del Sinai, di Barqa e Tripoli in Libano, di Derna e Sirte in Libia.