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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 13 giugno 2017

Pagina I

JOBS ACT AUTONOMI

Il Jobs act degli autonomi «prenota» la Gazzetta di oggiSole 24 Ore 13/06/17 P. 35 1

ENERGIA

Energia, la ricerca si fa in ateneoCorriere Della Sera 13/06/17 P. 44 Cecilia Bressanelli 2

INDUSTRIA 4.0

Industria 4.0, Calenda: non tutti gli incentivi saranno confermatiCorriere Della Sera 13/06/17 P. 35 Enrico Mano 3

ISTITUTI TECNICI

Studenti in fuga dagli istituti tecniciSole 24 Ore 13/06/17 P. 12 Claudio Tucci 5

POLITICA ECOMICA

«Il populismo non è sconfitto La Terza via per la sinistra è stata un fallimento storico»Corriere Della Sera 13/06/17 P. 13 Aldo Cazzullo 7

ABOGADOS

Gli «abogados» vanno in pressing sulla GiustiziaSole 24 Ore 13/06/17 P. 36 AlessandroGalimberti

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PARTITE IVA E PROFESSIONISTI

Il Jobs act degli autonomi«prenota» la Gazzetta di oggiAttesa per oggi lapubblicazione in Gazzettaufficiale del Jobs act degliautonomi. La legge introducediverse novità cheriguardano i lavoratoriautonomi, molte delle qualientreranno in vigore il giornosuccessivo allapubblicazione della norma. Ilprovvedimento prevedemisure volte a tutelareeconomicamente i lavoratori,come gli interessi di morache scattano trascorsi 30giorni di mancatopagamento, l'ampliamentodei limiti di deducibilità dellespese di formazione e

aggiornamento, il divieto dimodifica unilaterale delcontratto da parte delcommittente.

Per i professionisti iscrittialla gestione separatadell'Inps vengono ampliate leprestazioni di sostegno incaso di malattia, maternità eper i collaboratori senzapartita Iva viene messa aregime l'indennità didisoccupazione. La legge sioccupa anche del lavorodipendente, normando losmart working, cioè lapossibilità di svolgerel'attività in un luogo esternoall'azienda e non predefinito.

Jobs Act Autonomi Pagina 1

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L'accordo tra Eni e Università di Bologna

Energia, la ricerca si fa in ateneo

FrancescoUbertini

di Cecilia Bressanelli

Ç icurezza, transizione energetica,energie rinnovabili, supporto del-l'eccellenza operativa e sistemi in-

dustriali. Queste sono le aree su cui sifocalizzerà la collaborazione tra l'Uni-versità di Bologna e Eni.

Domenica a Bologna, nell'ambito delG7 Ambiente, l'amministratore delega-to di Eni, Claudio Descalzi, e il rettoredell'Alma Mater Studiorum, FrancescoUbertini, hanno siglato un accordoquadro triennale del valore di cinquemilioni di euro su temi di ricerca e svi-luppo in ambito energetico.

L'accordo amplia e mette a sistemaun rapporto di cooperazione plurien-nale nei settori della ricerca e della for-mazione che si è concretizzato in borse

di ricerca, partecipazione a progetticongiunti ed erogazione di master.

«Così si consolida il posizionamentodell'Università quale centro di eccel-lenza nel campo dell 'innovazione tec-nologica ed economico - sociale chemira a sviluppare sinergie con enti eimprese per potenziare le iniziative diricerca», ha dichiarato Ubertini. «PerEni ha aggiunto De scalzi questa èun'ulteriore conferma della strategia dialleanza con il mondo universitario ita-liano e permetterà l'accesso a uno stra-ordinario bacino di competenze».

La firma è avvenuta alla presenza delministro dell'Ambiente Gian Luca Gal-letti: «L' impresa proiettata al futuro habisogno dell'eccellenza nel campo del-la scienza e della ricerca per uno svi-luppo tecnologico sostenibile».

@ RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Pagina 2

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LA - LE AZIENDE

Industria 4.0, Calenda:non tutti gli incentivisaranno confermatiIl ministro alle imprese: investite ora, possibili tagli nel 2018

ROMA Non tutti gli incentivi delpiano Industria 4.0 sarannoconfermati nella prossima leg-ge di Stabilità. Lo ha annuncia-to il ministro dello Sviluppoeconomico, Carlo Calenda, al-l'assemblea dell'Assolombar-da, rispondendo a quella che èuna delle principali richiestedegli industriali. «Dobbiamofare una finanziaria seria - hadetto - che non sarà lacrime esangue, ma che indirizzerà lerisorse verso la continuazionedi un percorso. Bisogna raffor-zare Industria 4.0, il che nonsignifica che tutti gli incentivisaranno confermati, non fun-ziona così altrimenti sarebbe-ro tagli fiscali permanenti». Leparole del ministro, spiegano isuoi collaboratori, hanno co-

la metà dei 18 miliardi di eurocomplessivamente stanziatiper il Piano industria 4.0. finoal 2027.

Oltre ai quasi 9 miliardi (dicui 5,7 nel periodo 2020-27)per iper e super ammorta-mento, ci sono: 3,4 miliardiper il credito d'imposta del50% su spese incrementali inricerca e sviluppo; quasi 3 mi-liardi per gli sgravi fiscali sulsalario di produttività; più di1,3 miliardi per la «Finanza perla crescita» (Pir, start up e pmi

innovative); circa 6oo milioniper la nuova Sabatini (creditoagevolato sugli investimentiinnovativi) e un miliardo per ilFondo di garanzia (sostegnoper l'accesso al credito).

tratti di leasing (oltre 76mila)in beni strumentali per un va-lore di quasi 3 miliardi. Più diun contratto su quattro ha ri-guardato il leasing di beni adalta tecnologia nel campo del-l'elaborazione e trasmissionedati.

Grande successo anche perla nuova Sabatini. L'utilizzodella misura è raddoppiato ri-spetto allo scorso anno. Ad og-gi le domande di contributoprenotate sono 2.706 per un fi-nanziamento complessivo di683 milioni di cui 254 relativi abeni che ricadono nel pianoIndustria 4.0. In aumento del6,6% anche le richieste accetta-te di garanzia pubblica sul cre-dito a valere sul Fondo garan-zia.

Tornando a super e iper am-mortamento, le due misurecoprono gli investimenti effet-tuati entro il 31 dicembre 2017,ovvero entro il 30 giugno 2018a condizione che entro il 31 di-cembre 2017 il relativo ordinerisulti accettato dal venditore esia avvenuto il pagamento diacconti in misura almeno parial 20% del costo di acquisizio-ne.

Le imprese premono peruna proroga di questi due in-centivi, ma questa deve fare iconti, come ha ricordato Ca-lenda, con il sentiero strettodella prossima manovra di Bi-lancio. Sono invece finanziatifino all'anno d'imposta 2019 icrediti d'imposta su ricerca esviluppo; fino al 31 dicembre2o18 la nuova Sabatini; fino allstessa data il fondo di garan-zia, ma con risorse ridotte. So-no invece strutturali le agevo-lazioni fiscali per investimentiin start up e pmi innovative.

Enrico Marro

me primo obiettivo quello dispingere le imprese a sfruttarei mega incentivi previsti per gliinvestimenti fatti quest'annoche, appunto , potrebbero nonessere prorogati , in tutto o inparte, nel 2018.

Il riferimento è in particola-re al superammortamento(140% dell'investimento) e al-l'iperammortamento (250%)per i quali il governo ha giàpreventivato di spendere circa

In bilicoSuperammortamento(al 140%) eiperammortamentocostano 9 miliardi

I primi dati disponibili suiper e super ammortamentomostrano un forte aumentodegli ordinativi per investi-menti, in particolare sui mac-chinari: + 13% nel primo trime-stre del 2o17 rispetto allo stes-so periodo del 2016, con puntedel6o i nelle macchine per ce-ramica, del 22% in quelle uten-sili e del 20% in quelle per fon-derie. Inoltre, nei primi5 mesidel 2017 nei confronti dellostesso periodo del 2o16 c'è sta-to un aumento del lo % dei con-

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Industria 4.0 Pagina 3

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La produzione industriale8

2016 2017 APRILE2015

4 .--------------------------------- ---------------------------------------------

2

Apr MagGiu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr MagGiu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr

Fonte, stat, dati da aprile 2015 ad aprile 2017, variazioni percentuali

Sviluppo

Il ministrodello Sviluppoeconomico,Carlo Calenda,ha detto chenon tutti gliincentividelprovvedimentoIndustria 4.0sarannoconfermatinella prossimaFinanziaria. «Irecenti numerisu Industria 4.0sono positivi -ha detto - mail miocommento è diprudenza,perché si trattadi una sfidaancora davantia noi»

Corriere della Sera

Industria 4.0 Pagina 4

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Nel 2016/2017 iscrizioni al minimo storico ma alle imprese mancano 60mila profili all'anno

Studenti in fuga dagli istituti tecniciIn crescita i licei che in dieci anni hanno conquistato 40mila iscritti

Claudio TucciROMA

È fuga dall'istruzione tecnica:nell'ultimo decennio questo seg-mento della scuola superiore chesforna geometri, ragionieri e peri-ti nei campi dell a meccanica, elet-tronica, trasporti, chimica, tessile,ha perso quasi 12omila studenti,117.122 ragazzi per la precisione,toccando, nel 2016/2017, l'annoscolastico appena conclusosi, ilminimo storico di appena 821.078alunni (si pensi che a fine anni'9ogli studenti iscritti "al tecnico" siattestavano intorno al milione).

Demografia a parte (che purepesa, con una natalità ai minimitermini) è ormai unpo'che gli isti-tuti tecnici sono abbandonati alloro destino. Lo testimonia il calodelle iscrizioni al primo anno: dal2010, anno dell'ultima riforma, inpoi, le scuole tecniche, suddivisein due macro-settori Economicoe Tecnologico e n indirizzi, ven-gono scelte da meno di un giova-ne su tre (3o,5°io del totale degliiscritti alle superiori). Allo stessotempo, sono aumentati i ragazzinei licei: inio annidi quasi 40milaunità (l'anno del "sorpasso" è sta-to il 20o7/2008, quando le statisti-che forniteci dal ministero del-l'Istruzione - e pubblicate qui afianco - segnano, in quel periodo,931.749 studenti ai licei, 930.578negli istituti tecnici).

Le motivazioni di questa pro-fonda inversione di tendenza nel-le decisioni di famiglie e studentisono diverse, sia di natura didatti-ca, sia soprattutto politica. Sotto ilprimo profilo, c'è sicuramente uncarente orientamento alle medie(gli istituti tecnici scontano anco-ra la sbrigativa e ingenerosa eti-chetta di scuole di "serie B"). C'èpoi il numero elevatissimo di di-scipline nel biennio iniziale (inclasse si sta32-33 ore a settimana, aseconda di dove viene collocatal'ora di geografia economica, con-tro le 28 ore di un liceo, opzionescienze applicate); e la "pratica" è

scarsa: «Oggi - racconta MaurizioChiappa, preside di un istitutotecnico- materie come fisica e chi-mica hanno ciascuna una sola oralaboratoriale a settimana, primaerano due. Anche disegno è scesoda tre ore a una sola. Per non p arla-re di informatica: qui gli alunnifanno didattica sul campo per ap-pena tre ore a settimana».

Così facendo gli istituti tecnicihanno attenuato quell'identitàprofessionalizzante. Il segnale piùevidente è la cadut a di nuovi alunninei vari indirizzi: dal 2oio/2011 al2016/2017 le iscrizioni al primo an-no all'Elettronico-elettrotecnicosono passate dal 3,2% del totaleiscritti alle superiori al 2,6% (unadiminuzione del 20%io circa - qui apesare sono programmi un pò da-

Proietti (Miur): l'offertadidattica è validaBrugnoli (Confindustria):non possiamo dimenticarcidell'istruzione tecnica

tati e che mettono insieme specia-lizzazioni diverse fra loro). In di-scesa pure l'indirizzo Cat (ex geo-metri - dove peraltro è quasi spari-to l'insegnamento del diritto); equello Amministrazione, finanza,marketing (le iscrizioni si sono ri-dotte da u,9°io a 7,8%). Più o menoresistono gli indirizzi di Meccani-ca e Moda; in leggera crescita In-formatica, Chimica e Trasporti.

Il punto è che gli ultimi ministridell'Istruzione si sono voltati dal-l'altraparte (laleggelo7sièdedica-ta solo all'istruzione professiona-le), e addirittura Maria Chiara Car-rozza, in ossequio alla spendingre-view, ha soppresso la cabina diregia ministeriale (la direzione ge-nerale per l'Istruzione tecnica).Siamo, inoltre, l'unico paese almondo a non avere una strutturainterdipartimentale dedicata alle

scuole tecniche e profes sionali, e allegame conimprese e territori.

A poco sono valsi, finora, gli ap-pelli di Confindustria a sostenerel'istruzione tecnica, supportati tragli altri da Romano Prodi, LuigiBerlinguer, Mariastella Gelmini,Cesare Damiano, Maurizio Sacco-ni, Valentina Aprea.

La mancanza di attenzione aquesto mondo sta facendo danni:ogni anno sono circa 6omila i pro-fili tecnici che le aziende non rie-scono atrovare; un dato che stridecon un tasso di disoccupazionegiovanile che in Italia, seppur incalo, siattestaintorno a137°io (peg-gio di noi in Eurolandia solo duepaesi, Spagna e Grecia). Un pec-cato mortale, se si pensa, che finoagli anni Novanta, l'istruzionetecnica ha guidato lo sviluppo in-dustriale italiano, creando ric-chezza, prodotto, innovazione.

«Non c'è dubbio che qualcosasi sia bloccato - ammette FabrizioProietti, dirigente del Miur che sioccupa di istruzione tecnica -.Tuttavia l'offerta didattica restavalida: l'indirizzo Amministra-zione, finanza e marketing, peresempio, contiene nel propriocurriculo tutte quelle competen-ze, dall'imprenditorialità al digi-tale, che Europa2o2o ritiene stra-tegiche. Certamente,va migliora-to l'aspetto comunicativo».

«Siamo all'emergenza - ha ta-gliato cortoilvicepresidenteperilCapitale umano di Confindustria,Giovanni Brugnoli -. Non riuscia-mo a trovare tecnici specializzatiperle nostre aziende e nemmeno acoprire il turn-over dei prossimianni. Dobbiamo certamente po-tenziare l'orientamento. Ma biso-gna coinvolgere famiglie e docentiper far vedere loro quanta impresac'ènelterritorio,e quali opportuni-tà riesce a offrire ai giovani prepa-rati. Siamo il secondo Paese mani-fatturiero d'Europa, il settimo nelmondo. Basta dimenticarci del-l'istruzione tecnica».

91 RIPRODUZID NE RISERVATA

Istituti tecnici Pagina 5

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Il calo degli istituti tecnici

IL CONFRONTOAlunni per tipologia di istituto. Scuola secondaria di II grado.

AA.SS: 1999/2000 - 2016/2017

Licei

1.000.000............................6 +

950.000................ .........................

900.000................ .........................

850.000................ .........................

800.000................ .........................

Istituti tecnici

1999/ 2002/ 2005/ 2008/ 2011/ 2014/ 2016/2000 2003 2006 2009 2012 2015 2017

GLI INDIRIZZI DEGLI ISTITUTI TECNICIAlunni iscritti al 10 anno, statali e paritarie . Percentuali sul totale

10/11

16/17

Amministrazione, 10/11finanza e marketing

Turismo

Agraria, Agroalimentaree Agroindustria

16/17 ., 7,8

10/11 2,7

16/17 3,6

10/11

16/17

10/11

16/17

1,3

M 1,8

Chimica, materiali 10/11 1,6e biotecnologie 16/17 2,4

Costruzioni, ambiente 10/11 3,9e territorio 16/17 1,9

Elettronica 10/11 3,2

ed elettrotecnica 16/17 2,6

Grafica e comunicazione10/11 0,3

16/17 110,8

Informatica 10/11 3,4e telecomunicazioni 16/17 5,3

Meccanica , meccatronica 10/11 2,2ed energia 16/17 2,6

Sistema moda

Trasporti e logistica

10/11 0,1

16/17 , 0,2

10/11 1,1

16/17 -1,5

11,4

11,9

14,6

17,119,1

Fonte: Miur

Istituti tecnici Pagina 6

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T'iniTFRVrcTA GIULLA -NO AMATO

«Il populismo non è sconfittoLa Terza via per la sinistrae stata un fallimento storico»L'ex premier, giudice costituzionale: la Corte non è per il proporzionale

di Aldo Cazzullo

Giuliano Amato, la sinistracontinua a perdere elezioni.Ma la Francia esprime la novi-tà Macron.

«In Francia l'elettorato deipartiti della sinistra tradiziona-le aveva traslocato verso movi-menti populisti. Ma ora la finedella storia è il radunarsi di unalarga maggioranza attorno a ungiovane che promette governo.Per essere ottimisti sull'Europaè proprio importante che ci siaquesta Francia; perché l'allar-garsi del consenso a part iti diprotesta, e il fatto che la stessapresidenza degli Stati Uniti siaandata a un candidato che hasaputo interpretare quella pro-testa, stavano segnando unastrada di cui non vedevamo losbocco. Come dice MichaelSandels, è un errore vedere soloestremismo nella protesta po-pulista, o vederla solo come ri-vendicazione economica; allespalle c'è un fallimento politicodi proporzioni storiche».

Quello della sinistra rifor-mista.

«Tra gli anni 8o e gli anni2000 ci muovemmo nella sciadei cultori della Terza Via. Noneravamo noi che cambiavamoin proprio, era la società chestava cambiando: i camici bian-chi sostituivano le tute blu, itecnici sostituivano gli operai.Il mondo che avevamo rappre-sentato rischiava di non essercipiù. Furono gli anni in cui con-temporaneamente emerserotutti i nodi sempre più pesantidi quella che chiamammo lacrisi fiscale dello Stato...».

La crisi del 1992.«...E il duo Reagan-Thatcher

diffondeva la magia del merca-to come magia che, sconfitto ilcomunismo, avrebbe conqui-

stato il mondo e sarebbe basta-ta a farlo crescere nella demo-crazia. Buona parte di questoera più che vero.

Ciò che non vedemmo erache la globalizzazione avrebbeportato nei nostri Paesi cre-scenti disuguaglianze e perditedi reddito, di patrimonio, diposti di lavoro».

Sta rinnegando la TerzaVia?

«L'ipotesi della Terza Via erafondata sulla "cetomedizzazio-ne" dei ceti proletari; il che sa-rebbe accaduto in Cina e in In-dia; mentre nei nostri Paesi cisarebbe stato un contraccolpodi impoverimento degli stessiceti medi. Quando questo arri-vò, noi avevamo quasi smantel-lato l'intervento pubblico sulquale si era costruito il secolosocialdemocratico. Io stesso,presidente dell'antitrust all'ini-zio degli anni 90, dicevo che or-mai era la politica della concor-renza l'unica politica industria-le che serviva. Ci siamo accortidopo che non era così; perchéla promozione dell'innovazio-ne tecnologica e il suo trasferi-mento nell'impresa almeno intaluni Paesi, e di sicuro nel no-stro, hanno bisogno di un in-tervento pubblico. Eravamo ri-masti senza risposte; e chi pri-ma si era affidato alle nostre ri-sposte, ora si affidava a chiamplificava la sua protesta».

Wilders, Le Pen, Grillo: ilpopulismo sta refluendo?

«Aspetterei a dirlo. Questo fe-nomeno, che ha colpito in parti-colare la sinistra riformista,conserva grande forza per l'in-fluenza che ha esercitato anchesui partiti di governo. Ovunqueci sia stata un'attiva minoranzaispirata a questo sentimento ar-ti-establishment ha cambiatol'agenda politica. Come sostieneYves Mény, la maggior efficacia i

populisti l'hanno avuta nell'in-filtrare coi loro temi il discorsodei partiti maggiori. Lo prova ilpassaggio da quella che era lacorrettezza politica a sloganqualche anno fa non pronuncia-bili da parte di esponenti deipartiti maggiori».

Si riferisce a Renzi?«Sono un giudice costituzio-

nale, non posso parlare di poli-tici italiani. C'è stata questa in-filtrazione che ha riguardatoEuropa e antieuropeismo, im-migrazione e anti-immigrazio-ne, sicurezza e benessere inprimo luogo per i nostri citta-dini: l'America first. Non è unsentimento nuovo, ispirava giàl'Uomo Qualunque; ma lo spet-tro sociale di coloro che lo nu-trono si è molto allargato. Pen-si ai giovani, che hanno vistodisconosciute le ragioni dellanostra impostazione: studiate,datevi una competenza, e avre-te un posto di lavoro miglioredi quelli che non studiano.Non è che questa verità abbiacessato di essere vera; il fatto èche ci sono Paesi in cui non sirealizza. Tra cui purtroppo ilnostro».

Ma l'Europa ora sta accele-

rando. Merkel dice che dob-biamo prendere il futuro nellenostre mani . Lei le dà credito?

«Non ho mai creduto alla fa-vola cinese con cui comincianoquasi tutte le conferenze rotaria-ne, secondo cui l'ideogrammadi crisi significa anche opportu-nità. A parte che sembra non siavero neppure per i cinesi, vorreivedere chiunque alle prese contre crisi: economia e finanza, ter-rorismo, migranti. Da uccidereNadal. Se noi siamo ancora qui aparlare di Europa, e abbiamosentimenti popolari come quelliche stanno emergendo, possia-mo non essere così pessimisti.Molto sarà dovuto alla capacitàdell'Europa di dare le risposteche mancano su economia, ter-rorismo, migranti. A fine anno siprevede che sbarchino in Italia200 mila migranti. Ma in tuttaEuropa a fine anno si sarannocreati più di 200 mila posti di la-voro. I barconi si fermano tenen-do aperta l'autostrada dell'im-migrazione legale».

Qual è stato il punto di svol-ta?

«Brexit. Alcuni l'hanno vistacome l'apertura della diga, inve-ce ha funzionato esattamente

Politica ecomica Pagina 7

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all'opposto. Ha fatto intravede-re i guai in cui si stava caccian-do il Regno Unito e ha provoca-to la reazione: no, io no. Anchecosì i francesi hanno eletto e da-to la maggioranza in Parlamen-to a un presidente che ha fattosuonare l'Inno alla Gioia primadella Marsigliese. Ora si posso-no creare le condizioni per rac-cogliere attorno alla Germaniaun gruppetto di testa che indi-vidui e proponga soluzioni co-muni per uscire dalla palude».

Vedremo mai gli Stati Unitid'Europa?

«Ci possiamo arrivare. Ci sa-rà sempre in Europa un po' piùdi condivisione del governo co-mune con gli Stati, rispetto auna federazione del secoloscorso. Ma questo non ci po-trebbe impedire un'integrazio-ne politica che rendesse reali-stico parlare di Stati Uniti d'Eu-ropa».

L'esito delle elezioni inglesipuò scongiurare Brexit?

«Da prima ancora che siaprisse la procedura dell'artico-lo 5o del trattato, penso chequando sarà il momento il Re-gno Unito potrà e forse dovrà ri-proporre ai suoi elettori la scel-

Chi è

• GiudiceGiulianoAmato, 79 anni,è giudice dellaCorteCostituzionaledal 2013.È stato duevoltepresidentedel Consiglio(1992-93;2000-2001)evicepresidentedellaConvenzioneper il futurodell'Europapresiedutada ValéryGiscardd' Estaing

ta tra restare e uscire. Perchél'articolo 5o parla di "intenzio-ne" di uscire; e in diritto l'inten-zione non è mai irrevocabile.Tra due anni, finito il negoziato,gli elettori che nel 2016 hannovotato alla cieca, senza conosce-re le condizioni del Leave, po-trebbero essere chiamati a deci-dere conoscendo le condizio-ni».

Corbyn è andato meglio delprevisto.

«A sinistra l'unico che non haperso è quello che pareva il can-didato al massacro. Ma il bizza-ro Corbyn non ha perso perchéè rimasto vicino a quelli cui glialtri non erano neanche in gra-do di rivolgere la parola; manon è che avesse le risposte.L'università costa troppo? Fac-ciamola gratis. Ma la parola gra-tis non funziona mai; perchénulla è mai gratis, c'è semprequalcuno che paga».

Quindi il populismo non èancora sconfitto.

«C'è da lavorare molto. Ilconfine che separa la democra-zia diretta dalla democrazia de-finita impropriamente illibera-le è molto sottile: il popolo in-distinto sollecitato dalla demo-crazia diretta tenderà ariconoscersi in una figura, l'uo-mo forte, che fa valere le sue ra-gioni contro tutte gli altri. Que-sta è la negazione della demo-crazia; altro che democrazia il-liberale. Oggi vince Macron,ma non è ancora stato sconfittoOrbán, il leader ungherese cheil 28 gennaio 2017 ha detto: "Siapre una nuova era in Europa. Ilpopolo vuole società democra-tiche, non società aperte"».

Ma per Macron ha votatouna minoranza.

«Víctor Pérez-Díaz sostieneche dobbiamo porre un alt allapolarizzazione tra guelfi e ghi-bellini, oriazi e curiazi, populi-

sti e antipopulisti. La polemicapolitica è arrivata a livelli paros-sistici, compreso un uso dellemale parole che non si era maivisto con una tale degradata in-tensità. Siamo sicuri che lamaggioranza si riconosca inquesta perenne scomunica,questo continuo manifestareostilità verso altri? Questo è ciòche i fanatici del web, afflitti damolte tossine nei loro organi-smi, scaricano di continuo; nonpuò diventare il paradigma cor-rente della politica. Quelli chenon sono andati a votare inFrancia non appartengono aigruppi che sentono il bisognodi trattar male gli altri: il voto èun'occasione preziosa per farsivalere contro».

In Italia si voterà con la leg-ge uscita dalla sentenza dellaCorte costituzionale . Una bel-la responsabilità...

«Noi abbiamo dichiarato ille-gittima parte di una legge. L'esi-to delle sentenze della Corteviene trasmesso al Parlamentoperché ove serva intervenga. Lacorte è responsabile di ciò cheessa ha fatto; non è responsabi-le di ciò che il Parlamento nonfa dopo le sue sentenze. Chi hainterpretato la sentenza dellaCorte come espressiva di un at-teggiamento contro i sistemimaggioritari farebbe bene aleggerla, perché di sicuro nonl'ha letta. In essa infatti è sottoli-neata la differenza tra ciò che laCorte ha dichiarato illegittimodell'Italicum, e da una parte ilsistema maggioritario francesee dall'altra quello adottato pro-prio da noi per il governo deiComuni».

Quindi il sistema francese eovviamente quello delle co-munali non violano la Costitu-zione?

«E cosv>.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi hainterpretatola sentenzadella Cortecome fossecontro isistemimaggiorita-ri dovrebbeleggerla.Il sistemadelleComunali?Non viola laCostituzione

Per essereottimisti

sull'Europaè proprioimportantequestaFrancia conMacron chefa suonarel'Innoalla Gioiaprima dellaMarsigliese.Gli StatiUnitid'Europa?Ci possiamoarrivare

Alleanze L'allora premier britannico Tony Blair con Giuliano Amato, a quel tempo presidente del Consiglio, durante una pausa del summit Ue di Nizza nel dicembre 2000 Ars

Politica ecomica Pagina 8

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Professioni . Chiesto incontro a Orlando

Gli «abogados»vanno in pressingsulla GiustiziaAlessandro GalimbertiMILANO

I 332 abogados italianiraggiunti dal decreto ministe-riale del 12 maggio di «rigettodel riconoscimento del tito-lo di avvocato conseguitoin Spagna» hanno invitato ilministero a revocare la circo-lare e a chiarire che «la Spa-gna non ha mai messo in dub-bio ilpercorso» diformazionedi questi professionisti legal-mente stabiliti (e iscritti) inItalia. La diffida è del 24 mag-gio scorso, «ma finora non ab-biamo ricevuto risposta. Ildanno d'immagine che stiamosubendo è incalcolabile - dicel'abogado Giuseppe Lipari,che già assiste i colleghi neinumerosi ricorsi al Tar apertiin Italia - pertanto chiedere-mo un incontro col ministroAndrea Orlando».

La vicenda degli abogados,che pure a livello europeo han-no una disciplina e una giuri-sprudenza chiarissime e uni-voche (tra le ultime, sentenza19 settembre 2016, causa C-506/04; sentenza 19 settembre2016, causa C-193/o5) sconta lecomplicazioni della regola-mentazione spagnola, modifi-cata a più riprese dal 2011 al2015, passando per una serie didecisioni giurisdizionali con-troverse. Tuttavia, spieganogli abodagos italiani, le autori-tà iberiche competenti hannoda tempo risolto la questionedegli stranieri, confermandola piena legittimità delle iscri-zioni ottenute prima del 2015.In sostanza fino all'ottobre2011 per il riconoscimento deltitolo era sufficiente la solalaurea, ma dopo la "stretta" im-posta dalla Ue c'era stato unvuoto di norme attuative dura-to due anni, durante i quali era

stato riconosciuto il titolo aisoli spagnoli ma non agli stra-nieri. La discriminatorietà diquesta decisione è stata defini-tivamente sanata dal Consi-glio Generale dell'Avvocaturae dal Tribunale superiore digiustizia diMadrid i129 giugnodi due anni fa, che hanno in so-stanza definitivamente di-chiarato la regolarità delleiscrizioni a tutto aprile 2015.

Un'ulteriore complicazio-ne è sorta quando il ministeroitaliano ha chiesto, nei mesiscorsi, un controllo sugli elen-chi agli omologhi di Madrid,sbagliando però destinatario

Il CASODopo il decretodi via Arenula i legalihanno presentatouna diffida al ministeroperla revoca del testo

(la competenza spettava almi-nistero dell'Istruzione); il re-sponso a titolo personale delfunzionario, che pure sottoli-neava la propria incompeten-za (rimettendo la questione aicollegi territoriali degli aboga-dos) è stata utilizzata- tra gli al-tri indizi - dal ministero per ri-tenere illegittima l'iscrizionedegli abogados, disattenden-do anche lo stesso responsoImi (internal market). Da qui ildecreto di via Arenula del 12maggio scorso di revoca del-l'iscrizione di 332 abogados.Decreto che ignorava, tra l'al-tro, il ricorso pendente al TarLazio (118o8/16) sull'incompe-tenza dell'autorità spagnolache aveva qualificato come il-legittime le iscrizioni.

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