CENTRI DI SCLEROSI MULTIPLA DEL TRIVENETO IL RUOLO … · sviluppare un programma di trattamento al...
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CENTRI DI SCLEROSI MULTIPLA DEL TRIVENETO
IL RUOLO DELL’INFERMIERECONVEGNO
10-11 GIUGNO 2005- HOTEL RIVIERA E MAXIMILIAN - TRIESTE
RUOLO DELLA RIABILITAZIONE NELLE VARIE FASI DI MALATTIA
A. ZADINISTRUTTURA COMPLESSA DI MEDICINA RIABILITATIVA
AZIENDA OSPEDALIERO - UNIVERSITARIA OSPEDALI RIUNITITRIESTE
I sintomi che saranno descritti sono presenti con diversa entità e importanza, nelle diverse fasi della malattia, che possiamo identificare con:
Fase della diagnosi e dei primi sintomiFase delle ricaduteFase della cronicità
Fase delle limitazioni irreversibiliPer ciascuna fase le modalità d’intervento vanno
modulate sulle caratteristiche e bisogni del paziente e del suo entourage.
I problemi nel paziente con sclerosi multipla includono aspetti primari, secondari e terziari.
Gli aspetti primari si correlano direttamente con la localizzazione delle lesioni, per esempio a una
perdita della visione segue una lesione del nervo ottico.
Gli aspetti secondari insorgono dalle complicazioni dei primari, per esempio le infezioni del tratto
urinario, secondarie a una paraparesi.Gli aspetti terziari includono le conseguenze
psicologiche, sociali ed economiche, per esempio perdita del lavoro, depressione, incapacità a
svolgere il proprio ruolo sociale.
IL CAMMINO
Molti dei pazienti con sclerosi multipla hanno disturbi del cammino come sintomo maggiore.
La valutazione rivela a volte spasticità, indebolimento, atassia cerebellare o sensoriale o
la combinazione di tutti questi. Basandosi su questa analisi lo specialista può
sviluppare un programma di trattamento al fine di sviluppare al meglio le abilità del paziente.
LA SPASTICITA’La spasticità può essere definita come un
aumento del tono muscolare (velocitàdipendente) con aumento dei riflessi profondi e
dell’estensore plantare. I pazienti spastici camminano in maniera rigida e frequentemente manifestano una caduta del
piede nella fase di oscillazione del passo. Spesso soffrono di spasmi dolorosi.
Dal punto di vista riabilitativo i pazienti devono essere istruiti nelle tecniche di stretching
possibilmente ripetendo più volte al giorno gli stiramenti.
Dal punto di vista riabilitativo i pazienti devono essere istruiti nelle tecniche di stretching
possibilmente ripetendo più volte al giorno gli stiramenti.
Tale tecnica, impostata dal fisioterapista, può essere insegnata a chi assiste il paziente e può
essere associata all’esercizio in acqua a patto che l’ambiente non sia caldo.
DIMINUZIONE DI FORZA
Quando la diminuzione di forza interferisce con il cammino, la gestione del cammino dipende dalla severità e dalla insorgenza più o meno acuta della
diminuzione di forza. Gli esercizi consigliati sono finalizzati ad
aumentare la resistenza.
Negli esercizi attivi il paziente si muove nel rangearticolare più ampio possibile con la gravitàeliminata quando l’indebolimento è severo.
Un programma completo in questo senso, include esercizi che tengano conto degli aspetti
cardiovascolari.
ORTESI DEGLI ARTI INFERIORI
Necessario che il paziente comprenda chiaramente lo scopo e i benefici delle ortesi che devono essere
confortevoli per non stimolare la spasticità, possibilmente facili da indossare, preferibilmente
senza assistenza e ragionevolmente estetiche. Va fatta inoltre attenzione che le ortesi non
inducano una pressione a livello cutaneo,specialmente per quei pazienti che hanno
problemi di sensibilità o di spasticità.
ATASSIA
In caso di atassia il paziente può migliorare con esercizi specifici che sviluppino l’attenzione e il
controllo visivo. Inoltre si è mostrato utile posizionare pesi a livello delle estremità per aumentare la percezione così
come esercizi che stimolano il controllo propriocettivo di difficoltà crescente.
BASTONI E DEAMBULATORI
I pazienti abitualmente necessitano di un periodo di allenamento all’uso di tali presidi.
I bastoni di solito sostengono il peso di circa il 20 – 25% del peso corporeo, devono essere
regolati sulle misure del paziente, il supporto per la mano deve essere posizionato a livello del gran trocantere producendo una flessione
del gomito di circa 20 – 30°.
I deambulatori danno il massimo del supporto ma la deambulazione avviene molto lentamente
e sono usati in pazienti con scarso equilibrio.I deambulatori con le ruote sebbene indicati per persone con problemi di debolezza e dismetria
agli arti superiori, introducendo instabilità, possono essere pericolosi.
Il paziente dovrebbe avere una flessione dei gomiti di circa 15-20°.
Gli ausili per la deambulazione trasferiscono peso dalle estremità inferiori a quelle superiori ma necessitano di una adeguata forza dell’arto
superiore ed inoltre di un’adeguata stabilità del tronco per mantenere equilibrio e una corretta
postura. L’allenamento al cammino è incompleto sino a
quando il paziente non dimostra abilitànell’affrontare le scale e i piani inclinati.
La tecnica più sicura per affrontare le scale è di iniziarle con l’arto inferiore sano in salita e quello
leso in discesa.
CARROZZINE
Quando la deambulazione diventa insicura o impossibile anche con i bastoni o il deambulatore,
è necessario l’uso di una carrozzina che frequentemente viene usata dal paziente per tratti
più lunghi di strada. Qualche paziente ha difficoltà ad accettare la
carrozzina ma altri vi si affidano troppo facilmente e precocemente.
La prescrizione della carrozzina deve essere fatta sulla base delle misure antropometriche e delle caratteristiche dell’ambiente in cui il paziente
abita.
Il paziente deve essere allenato all’uso della carrozzina e al trasferimento dalla carrozzina al
letto, alla sedia od al wc.Questi trasferimenti richiedono equilibrio del
tronco, controllo delle anche e delle ginocchia ed una ragionevole forza degli arti superiori.
Le carrozzine elettriche possono essere prescritte per pazienti con una severa disabilità agli arti
superiori, ma dalla assoluta conservazione delle attività cognitive.
ARTI SUPERIORI
I problemi agli arti superiori includono debolezza, tremore e problemi di sensibilità.
Al di là delle normali tecniche neuroriabilitative èimportante l’intervento del terapista occupazionale
con training compensatori o con l’uso di ausili e ortesi che facilitino le attività della vita quotidiana.Nel caso di tremore si sono usate stoviglie o splint
appesantiti in maniera tale da migliorare il feedback propriocettivo.
VALUTAZIONEI problemi vescicali sono tra i sintomi che creano maggior disabilità. Si dividono tradizionalmente in
irritativi ed ostruttivi.I sintomi irritativi includono sensazione d’urgenza,
aumento della frequenza, nicturia.I sintomi ostruttivi includono esitazione, diminuzione
della forza del getto, la doppia minzione, l’interruzione del getto e senso di riempimento post-minzionale.
La sola analisi dei sintomi può indurre in errore.
Per esempio dei sintomi suggestivi di ostruzione come esitazione o diminuita forza
del getto possono avvenire durante la minzione quando la capacità della vescica è molto
piccola e non è presente ostruzione o quando un’infezione produce non solo i sintomi della
cistite ma anche accentua i problemi neurologici preesistenti.
Una improvvisa modificazione nella funzione della vescica può essere associata con il peggioramento
dei sintomi neurologici così come una spasticitàaumentata agli arti inferiori può suggerire
un’infezione urinaria. E’ più pratico classificare le disfunzioni neuro-
urologiche nella sclerosi multipla come un deficit di riempimento, un deficit di svuotamento o la
combinazione delle due in quella che è chiamata dissinergia detrusosfinterica.
La vescica che non si riempie adeguatamente ha una capacità minore del normale ma si svuota
completamente. L’urgenza, la frequenza, nascono da una
contrazione involontaria del detrusore disinibito, la lesione responsabile può essere collocata in
qualsiasi posto del sistema nervoso centrale al di sopra dei segmenti sacrali del midollo.
Circa la metà dei pazienti con MS hanno questo tipo di problema.
La vescica che non si svuota completamente deriva dalla debolezza o dalla deafferentazione del
detrusore che deriva da una lesione di segmenti sacrali.
I pazienti accusano esitazione, senso di riempimento dopo il getto, un getto urinario debole,
uno svuotamento non frequente od una incontinenza paradossa.
Solo il 10 e il 15% dei pazienti hanno questi problemi.
Nella dissinergia ci sono contrazioni involontarie del detrusore che però sono deboli, sono
frequentemente associate con contrazioni concomitanti dello sfintere uretrale esterno.
I pazienti notano un’interruzione volontaria del getto urinario o una completa impossibilità allo
svuotamento.
La dissinergia risulta da una lesione situata al disopra dei segmenti sacrali e al i sotto della
formazione reticolare pontina.La dissinergia è probabilmente la disfunzione neurologica più seria poiché una contrazione
detrusoriale contro una impossibilità alla fuoriuscita dell’urina predispone al reflusso
ureterale.
GESTIONE DEI PROBLEMI VESCICALI
Sradicare le infezioni urinariePrevenire le infezioni
Controllare i sintomi neurologici
Importante determinare il volume residuo che determina direttamente la possibilità di infezioni.Volume residuo > 100 ml o che eccede il 20% del
volume totale è un elemento significativo che deve suggerire l’uso di antisettici urinari.
Un grammo di vitamina C 4 volte al giorno acidifica le urine così come il succo di mirtillo.
Il volume residuo può essere misurato in molti modi, o con l’utilizzazione della cateterizzazione o
con lo scanner. I pazienti che non riescono a riempire la vescica e
non hanno un volume residuo significativo abitualmente rispondono a farmaci anticolinergici
od a farmaci miorilassanti. I pazienti con vescica iper-riflessica possono
indurre lo svuotamento stimolando la contrattura del detrusore con tapping sovrapubici od altre
metodiche. Tale metodica non deve essere usata con pazienti
con dissinergia perché può causare reflusso ureterale.
L’autocateterizzazione intermittente viene raccomandata per i pazienti che non riescono a
svuotare la vescica adeguatamente. Questa tecnica deve essere preceduta da
un’accurata pulizia del meato uretrale e una volta che le urine cominciano a defluire può essere
applicata una pressione sovrapubica. La frequenza delle cateterizzazioni varia a seconda
del volume residuo. Naturalmente i pazienti che sono obesi o che hanno problemi di vista,
sensibilità, coordinazione manuale, spasticità o problemi cognitivi non riescono a praticare
l’autocateterizzazione.
Il posizionamento di un catetere a permanenza deve essere l’ultima opzione.
Può essere necessaria una stomia sovrapubica e potrebbe essere preferibile per una maggiore
facilità a mantenere l’area pulita. Un’altra possibilità è l’uso di cateteri esterni per gli
uomini.
Molti pazienti denunciano la costipazione come problema.
Oltre all’origine neurologica del problema, altri fattori contribuiscono alla costipazione, come
l’immobilità, una dieta non adeguata in contenuto di fibre e di acqua e l’uso di farmaci.
I pazienti devono bere da 6 a 8 bicchieri di liquidi al giorno ed eventualmente aiutarsi con preparati
ricchi di fibre.L’incontinenza fecale è meno frequente nei pazienti
con MS e comunemente origina da un ristagno fecale misto a diarrea.
La disartria è comune nei pazienti con MS e in generale i disturbi del linguaggio aumentano con
l’aumentare dei deficit neurologici.
GESTIONE DEI DISTURBI DEL LINGUAGGIOI pazienti con problemi di articolazione devono
rallentare il linguaggio per permettere alla lingua di compensare la perdita di controllo.
In particolare la pronuncia delle consonanti è un problema per i disartrici poiché richiede
l’elevazione della punta della lingua. Esercizi utili sono quelli che coinvolgono i
movimenti della lingua.Siccome spesso gli esercizi non danno un sostanziale beneficio, bisogna pensare ad
alternative al linguaggio attraverso l’uso di lavagne o l’uso del computer
Pur non essendo un disturbo molto frequente, si associa alla severità della malattia ed è
potenzialmente letale.
La deglutizione coinvolge vari momenti:Anticipazione, scelta, preparazione e quantità di
cibo.Preparazione nella cavità orale di cibo o liquido
dell’appropriato volume e consistenza.
Deglutizione che può essere divisa in 3 stadi.Linguale: la lingua si appoggia sul palato duro anteriormente e centralmente intorno al bolo
seguita dalla propulsione del bolo nell’orofaringe.
Faringea: la laringe si muove in alto e in avanti per chiudere le corde vocali, la peristalsi fa
avanzare il bolo attraverso il faringe nell’esofago e stimola i recettori nel
cricofaringe, i segnali passano ai nervi trigemino e glossofaringeo.
Esofagea: il muscolo cricofaringeo si contrae, il laringe si mette in posizione di riposo per permettere la respirazione, la peristalsi e la
gravità spingono il bolo nello stomaco.
VALUTAZIONE
Importante l’anamnesi del problema raccolta dal paziente, dai familiari e dagli infermieri.
Le domande includono l’insorgenza, l’evoluzione e gli effetti delle differenti consistenze del cibo e la
presenza di tosse o soffocamento.Quando il paziente si lamenta che il cibo si ferma in
gola a livello della base della lingua, il bolo probabilmente si ferma a livello delle valleculae.
Quando l’ostacolo sembra essere sopra il laringe, il bolo probabilmente si è fermato nei recessi
piriformi.
La tosse e il soffocamento generalmente indicano aspirazione.
Se non ci sono difficoltà per i liquidi il paziente può avere un difetto dei movimenti della lingua; se al
contrario ha difficoltà nella deglutizione dei liquidi, probabilmente ha un deficit del riflesso di
deglutizione. L’aspirazione durante la fase linguale è secondaria
ai disordini del controllo della lingua o ad una ritardata o assente stimolazione del riflesso di
deglutizione.
Uno scarso controllo della lingua può essere dovuto a un deficit cerebellare od ad una paralisi
pseudobulbare.Di conseguenza la lingua perde il controllo del bolo
durante la fase preparatoria e quest’ultimo cade nel faringe.
GESTIONE
I cambi di posizione del capo o gli esercizi per la lingua possono aiutare il paziente.
Ci sono diverse strategie per stimolare il riflesso di deglutizione.
Il paziente può flettere il capo per allargare lo spazio valleculare riducendo il pericolo di
aspirazione e mantenendo il cibo nelle valleculae durante il ritardato riflesso.
La dieta può essere fatta di cibo più consistente in piccoli bocconi. Se il laringe rimane pervio
durante la deglutizione, il paziente deve essere istruito di inspirare e trattenere il respiro e
quindi deglutire. Successivamente il paziente deve tossire espirando, in modo da eliminare eventuali
residui nel faringe o nelle vie aeree superiori.
Circa il 15% dei pazienti con MS sviluppa decubiti in qualche momento della malattia.
Molti fattori contribuiscono allo sviluppo dei decubiti,non solo la pressione, il ristagno venoso,
ma anche gli sfregamenti o l’umidità. Pertanto il rischio di sviluppo dei decubiti
comprende pazienti immobilizzati e in particolare quelli con diminuzione della sensibilità, problemi cognitivi, incontinenza e nutrizione non adeguata.
Per evitare decubiti deve essere addestrato il paziente ad esercizi
che allentino la pressione ogni 15 minuti, all’uso di ausili come i cuscini
antidecubito che devono essere prescritti dopo aver calibrato la pressione e cambiati di
frequente
Sono determinati da: ambiguità della diagnosi
fattori imprevedibilisintomi improvvisi o “non visibili”
In particolare le reazioni più frequenti alla malattia quando si cronicizza sono:
Paura del dolore o della disabilità e senso di perdita di controllo sulla propria vita
Paura di perdere il proprio ruolo familiare e socialeSenso di colpa per non essere in grado di far fronte
ai compiti usualiNegazione della malattia
Perdita del senso di autostimaDepressione
I problemi più frequenti riguardano:La memoria
La difficoltà a concentrarsiLa capacità a risolvere problemi teorici e pratici
Questi problemi accadono prematuramente in circa il 15-20% delle persone con MS
Premesso che se vi sono problemi sessuali o di rapporto tra la coppia questi tendono a
riproporsi invariati o addirittura peggiorati, vi sono alcune considerazioni riguardo
l’attività sessuale:L’inibizione sociale porta a una difficoltà ad
affrontare il problemaLa fatica può determinare un ridotto
interesse nel sesso
Esperienze di incontinenza possono bloccare irreversibilmente l’attività sessuale
Un singolo incidente di mancata erezione può bloccare l’attività sessuale
Questi aspetti non conducono solo a una riduzione dell’attività sessuale ma
interferiscono anche nella comunicazione e relazione con il partner
La diagnosi di MS colpisce non solo il singolo ma tutta la famiglia.
Un errore comune è di cercare di fare troppo per la persona con sclerosi multipla rendendola debole
psicologicamente e fisicamente. Un sostegno eccessivo scoraggia la persona con
sclerosi multipla dal responsabilizzarsi ed attivarsi rispetto a sé stesso e agli altri.