Celim Bergamo nel mondo n.3 Set-Nov 2012

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Spedizione in Abbonamento Postale: comma 20/c - Art. 2 - Legge 662/93 Bergamo Settembre-Novembre 2012 Anno 16 Nr. 7 BERGAMO O.N.G. nel mondo ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE CRISTIANO IN BOLIVIA DA 50 ANNI I nostri volontari in missione da mezzo secolo e per il centro Eterazama arriva il premio Sodalitas

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Notiziario n.3/2012 del Celim Bergamo

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Settembre-Novembre 2012 Anno 16 Nr. 7

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

IN BOLIVIADA 50 ANNI

I nostri volontariin missioneda mezzo secoloe per il centroEterazama arrivail premio Sodalitas

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I primi 100 giorni del consiglio pag. 3

Orti scolastici pag. 5

PRIMO PIANO- Bolivia un viaggio lungo 50 anni pag. 6

IL PROGETTODalle Alpi alle Ande si cresce insieme pag. 10

EVENTI CELIM pag. 11

LE ATTIVITà - Forum cooperazione speranze e delusioni pag. 12

Notizie Flash pag. 13

L’ANALISI - L’eredità del Concilio pag. 14

A Merano con il Celim Bergamo pag. 15

Nozze solidali pag. 16

Direzione, redazione, amministrazione Via Conventino, 824125 Bergamotel. 035 459.85.00fax 035 459.85.01e-mail: [email protected]

Registrazione delTribunale di Bergamo: n° 13 del 29/4/1983

Direttore Responsabile:Elena Catalfamo

Proprietario pro-tempore:Presidente Celim Bergamo:Andrea Milesi

Hanno collaborato:Daniela Agazzi, Umberto Amadigi,Andrea Milesi, Nicola Vitali,Laura Arnoldi

Trimestrale interno dell’O.N.G.Distribuzione gratuita fuori commercio

Stampa:Tipografia dell’IsolaTerno d’Isola (BG)

Garanzia e tutela dei dati personaliai sensi dell’art.13 D. Lgs n.196/03I dati personali vengono trattati solo in relazione alle finalità della nostra Orga-nizzazione, in particolare per la creazione di un indirizzario (invio del notiziario) e per informare sulle attività associative in genere.I dati non saranno comunicati a terzi o diffusi all’esterno dell’Organizzazione.

Ultimi bigliettiper vincere ricchi premi!

Sono ancora disponibili gli ultimi biglietti della sottoscrizione a premi del Celim Bergamo a sostegno del progetto “Non solo coca” di Eterazama. Con solo 1 euro si possono vincere dei ricchissimi premi, dal viaggio in Toscana al soggiorno di una settimana in Italia, alla city bike, allo smartphone. Se non ti è possibile recarti in sede per prendere i biglietti, vai sul sito www.celimbergamo.org, fai una donazione on-line di 50 € e ti spediremo l’intero blocchetto da 50 biglietti! La fortunata estrazione avverrà domenica 28 ottobre nel Piazzale degli Alpini a Bergamo con una bella castagnata organizzata gli alpini della Bassa Bergamasca.

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

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Editoriale

I PRIMI 100 GIORNIDEL CONSIGLIO

Quando si instaura un nuovo governo, si è soliti misurare il suo valore e la sua capacità prendendo come misura di tempo i primi 100 giorni, immaginandosi che questo sia il tempo necessario per dare avvio alle

azioni necessarie che saranno il filo conduttore della propria visione. Se dovessi perciò andare ad applicare questo principio ai lavori del nuovo Consiglio, credo che il metro dei 100 giorni sia un po’ stretto per vari motivi.

Uno perché in questi 100 giorni bisogna annoverare tutta l’estate e l’altro per-ché uno dei metodi che abbiamo immaginato di utilizzare è quello di non cadere nella trappola di rincorrere le emergenze che di volta in volta si fanno avanti, ma di provare a immaginare una organizzazione che abbia un anima vicina a quello che pochi mesi fa dicevamo “una pagina da girare”. Questo non significa andare a disconoscere le quotidianità e le profonde difficoltà che una organizzazione come il Celim deve affrontare per rimanere viva, ma significa piuttosto quello di provare

ad immaginare il Celim del futuro e vedere di costruirlo con un mattone alla volta, coscienti che non abbiamo la certezza di arrivare a vedere esaurita l’opera. Nel concreto, il pensie-ro cardine che per il momento è stato percorso è quello di dare seguito alle azioni e ai progetti che abbiamo ereditato, di rafforzarli e orientarli ai giovani per quanto ci sia possibile, di non ridurre la nostra capacità di impatto e la nostra professio-nalità e parallelamente di provare a sondare quali possano essere le alleanze necessarie per immaginare il nostro futu-

ro, sicuri del fatto che dentro un momento così complesso di crisi, la presunzione di pensare di farcela da soli non ci è consentita. E siccome nessuno dei nuovi consiglieri ha capacità di preveggenza o è proprietario di alcuna bacchetta magi-ca, ad oggi possiamo dire che siamo ancora a una fase che potremmo definire di “pioggia di idee”, che non potrà essere protratta a lungo e che deve necessaria-mente arrivare a fare delle scelte.

Fare questa scelta vorrà dire indirizzare il Celim su una strada che potrebbe essere senza ritorno e perciò va misurata con parsimonia e soprattutto con il maggior consenso possibile; immaginiamo per esempio la opportunità di fusioni o profonde condivisioni con altri organismi o associazioni. Per il momento come Consiglio garantiamo l’impegno e la continuità, per sancire il futuro vogliamo par-larne con voi.

Andrea MilesiPresidente Celim Bergamo

In un momento di crisi,non ci è consentitala presunzionedi farcela da soli

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Fotonotizia

ORTI SCOLASTICIECCO I SEMI

Il Celim Bergamo, in collabora-zione con Civiltà contadina e Centro missionario diocesano, lancia il pro-getto “Semi di speranza” per l’anno 2012-2013. La proposta è rivolta agli oratori e ai ragazzi delle scuole che dovranno portare avanti per un anno del loro percorso scolastico, compresa l’estate, la coltivazione di un piccolo orto, un’area dedicata alla coltivazione dei cereali e una di piante aromatiche. Civiltà contadina metterà a disposizio-ne i semi e le conoscenze per la col-tivazione dell’orto, mentre il Celim e il Centro missionario saranno disponibili a incontri di formazione con le classi o il gruppo oratorio sui temi del diritto al cibo, solidarietà, cooperazione inter-nazionale e missionarietà. Le scuole, invece, dovranno mettere a disposi-zione due insegnanti per ogni classe per seguire il lavoro dei ragazzi, i veri protagonisti di questo progetto: saran-no loro, infatti, a seguire lo sviluppo dell’orto, dalla preparazione del terre-no alla vendita dei prodotti finali rea-lizzati con il proprio lavoro. Le attività in programma riguardano la creazione di un campo di frumento, di un orto e di un’area di piante aromatiche e una gara per la produzione delle “Zucche ben fatte”. Il progetto parte a ottobre e fino al mese di settembre dell’anno successivo i ragazzi dovranno turnare, anche nel periodo estivo, per custo-dire il sacco, irrigare l’orto e il campo di frumento. Al termine del progetto ci sarà un mercatino per la vendita delle erbe aromatiche e dei prodotti dell’or-to, del pane e delle piadine realizzate con la farina ottenuta dalla molinatura dei chicchi di frumento e la premiazio-ne delle “Zucche ben fatte”. I proventi del mercatino andranno alla raccolta fondi per l’acquisto di semi non ibridi da donare alle famiglie di contadini nei diversi paesi del mondo in cui il Celim Bergamo e il Centro missionario ope-rano, creando così un solido collega-mento con terre lontane.

Daniela Agazzi

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Il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, ha voluto visitare quest’e-state la Bolivia e la missione che festeggia i 50 anni di presenza nel Paese sudamericano e di coopera-zione tra le Chiese. Un lungo viag-gio in tre tappe: La Paz, Cochabam-ba e Santa Cruz, durante il quale monsignor Beschi, accompagnato dal direttore del Centro missionario diocesano, don Giambattista Bof-fi, dal segretario, don Giampietro Masseroli e dalla sorella Chiara, ha conosciuto missionari, laici e opere nate in mezzo secolo di storia.A La Paz ha potuto ammirare la parrocchia di Munaypata, la prima costruita dai missionari bergama-schi, e la scuola, l’asilo e il Cerefe, il centro per disabili, nati dopo la costruzione della comunità cristia-na. A Cochabamba è stato signifi-cativo l’incontro con tanti laici che, insieme a sacerdoti fidei donum e religiose, hanno fatto crescere la missione.A Santa Cruz, è stato possibile inaugurare la chiesa del Quior dedi-cata a monsignor Roberto Amadei, già vescovo di Bergamo e grande

sostenitore della missione, ma an-che accogliere 20 giovani pronti a fare un’esperienza di servizio in Bolivia. C’è stato spazio per la ri-flessione e per guardare al futuro.Nella tappa di Cochabamba, la so-rella Chiara e una troupe di gior-nalisti hanno fatto visita anche a padre Sperandio Ravasio nel Cha-pare per conoscere da vicino il cen-tro professionale costruito insieme al Celim Bergamo.

I BURRITOSDELLA COCA

Si chiamano «burritos» e sono i ragazzini che nella zona tropica-le del Chapare vengono utilizzati come asini («burro» in castigliano) per trasportare la droga. Ormai la Bolivia si attesta al secondo posto dopo il Perù e precedendo la Co-lombia come zona rossa per il nar-cotraffico. Dalla produzione massi-va di foglie di coca, al processo di produzione della pasta base e poi della raffinazione della cocaina fino

Primo Piano

ELENA CATALFAMO

BOLIVIAUn viaggiolUngo 50 anniIl vescovo Beschi in visita in Bolivia per i 50 anni della missione. La tappa della sorella Chiara a Eterazama per conoscere il progetto del Celim Bergamo

ai corrieri, gran parte della popola-zione della regione tropicale è coin-volta nel mercato clandestino.Persino i bambini abituati fin da piccoli a dare una mano nel cam-po per la coltivazione delle foglie di coca e i ragazzi vengono utiliz-zati per il trasporto di tutti gli «in-gredienti» che servono alla pro-duzione: dalle attrezzature (ormai anche qui la produzione come in Colombia si sta meccanizzando), alla gasolina, fino alla calce (ele-mento basico che compensa l’aci-dità del principio attivo delle foglie e dà l’aspetto bianco della cocaina) e al vetro (che rende più pesante il composto per poter guadagnare di più sul peso).

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LA PIAGA DELNARCOTRAFFICO

Il governo di Evo Morales (il leader che proprio tra i cocaleros aveva trovato i principali sostenitori della sua elezione) difende la produzio-ne delle foglie di coca per usi tradi-zionali e sta cercando di limitare il narcotraffico militarizzando la zona delle grandi foreste tropicali, ma anche ponendo una serie di divie-ti alla circolazione di alcune merci. Un esempio: in Chapare il gasolio è color rosso, trattato in modo spe-ciale, per poi non essere utilizzato nella produzione di cocaina e dopo le 18,30 non viene più distribuito

dalle compagnie petrolifere per li-mitare lo smercio notturno ed even-tuali traffici illeciti. Le continue leggi però sembrano solo di facciata: per chi attraversa i posti di blocco per entrare nella zona della «blanca» infatti i controlli non sono così cir-coscritti e la corruzione anche tra le forze dell’ordine è alta. I fondi legati al narcotraffico di fatto costituiscono un grosso sostegno all’economia del Paese, insieme alle rimesse de-gli emigranti: a La Paz, Cochabam-ba e Santa Cruz crescono le case costruite con i soldi della blanca. I giornali parlano della presenza pro-prio in questa zona di vecchie co-noscenze dei cartelli colombiani con gravi ripercussioni sulla sicurezza e

l’aumento della violenza. Sempre più giovani poi iniziano a fare loro stessi utilizzo di droga. È in questo clima che opera ormai da più di 20 anni padre Sperandio Ravasio, 66 anni, originario di Pontida: dopo un’esperienza missionaria a Saca-ba (nell’hinterland di Cochabamba) con monsignor Berto Nicoli, il primo missionario bergamasco inviato in Bolivia, si è trasferito nel Tropico e ha aperto la parrocchia di Villa Tuna-ri (poi gestita da padre Mauro Pala-mini oggi rientrato in Italia) e quella di Eterazama dove vive con un’altra laica bergamasca, Elisabetta Car-rara. Padre Sperandio negli anni ha conquistato la fiducia e la stima della gente del posto; conosceva

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Primo Piano

bene il leader del Mas poi diventato presidente, e tra i suoi parrocchiani la maggior parte è in qualche modo implicata nel traffi co di droga. Molti in particolare i giovani.

SPERANZA AI GIOVANI

È per questo che, con l’aiuto del Ce-lim Bergamo e della diocesi, oltre che di vari partner tra cui lo stesso governo boliviano e di importanti fi -nanziatori quali Conferenza Episco-pale Italiana, Fondazione S. Zeno e Fondazione UBI Banca, ha inaugura-to nel marzo 2009 il Cefte, Centro di formazione tecnologica Eterazama. Offre proprio a partire dai ragazzi un’alternativa alla coca. «Abbiamo pensato di dare una speranza a que-sti giovani, fargli capire che un’altra strada è possibile, diversa da quella che hanno praticato fi n da piccoli - spiega padre Sperandio Ravasio, che

in questo progetto ha avuto largo sostegno anche dalla sua parrocchia: al Cefte non s’impara solo un mestiere ma uno stile di vita. Sono loro stessi poi a diventa-re un esempio per gli altri giovani». Tre i percorsi avviati che vedono già i primi diplomati: in infermeria, informatica e industria di alimenti. «A oggi - spiega Marco Are-si, 38 anni, di Brignano, coordinatore del progetto per il Celim Bergamo e braccio destro di padre Sperandio - ci sono circa 200 alunni iscritti e ab-biamo realizzato già diplomato alme-no un’ottantina di giovani. La totalità ha trovato impiego perché abbiamo scelto corsi su richieste che venivano dal territorio. Il loro esempio diventa uno stimolo anche per gli altri gio-vani: così sanno che un’alternativa è possibile. Su questo progetto ab-biamo avuto anche il pieno appoggio del governo che copre interamente

gli stipendi degli insegnanti». «Alcuni studenti hanno iniziato a convertire i campi dei genitori dalle foglie di coca a quelle di cacao, di chinotto, di frutta tropicale per la produzione di marmellate, bevande, cioccolato, tutti prodotti di larga esportazione. Certo non redditizi come la droga ma segno evidente di un cambiamento» spiega padre Sperandio. Ora il Cefte sta cercando di raggiungere la piena auto sostenibilità grazie a un pro-getto di produzione e distribuzione di merende per le scuole: «L’attività di produzione della merenda scola-

che vedono già i primi diplomati: in infermeria, informatica e industria di

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stica, oltre che a garantire la soste-nibilità del Cefte - spiega Aresi, da otto anni in Bolivia - consentirebbe di raggiungere un altro obiettivo im-portante: garantire una migliore qua-lità dell’alimentazione infantile. In tal senso, si attende, come effetto diret-to dell’iniziativa la distribuzione della merenda scolastica, nelle scuole del Municipio in questione, per un totale di 17.000 bambini (fascia d’età 6-12 anni) che frequentano le scuole pri-marie pubbliche».

Giornalista de L’Eco di Bergamo

stica, oltre che a garantire la soste-

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Primo appuntamento nel mese di settembre con le attivi-tà promosse nell’ambito del

progetto «Dalle Alpi alle Ande»: a Villa di Serio, nella zona del Parco dello skateboard, volontari italiani e latinoamericani si sono impegna-ti nella giornata della campagna «Puliamo il mondo», promossa da Legambiente per sensibilizzare alla raccolta differenziata e al rispetto della natura. La presenza di asso-ciazioni boliviane è particolarmen-te significativa in una zona molto frequentata nel fine settimana da gruppi di latinoamericani che tal-volta rappresentano un «proble-ma» sul fronte dell’ordine pubblico e della gestione dello spazio. «È il terzo anno della nostra Campa-gna Limpieza - dice Diego Ruggeri dell’associazione Red Madre Tierra - volta alla sensibilizzazione am-bientale. Cerchiamo di coinvolgere i fruitori non sempre sensibili alla tutela della natura. Ma con il Comu-ne di Villa di Serio è nata una posi-tiva collaborazione». Dopo la puli-zia, il parco si è animato grazie al 3° «Tinkunaku», festival con dan-ze e folklore dalla Bolivia per fare conoscere la cultura tradizionale andina e lanciare un messaggio di incontro tra culture. «Dalle Alpi alle Ande» è il primo progetto di co-

sviluppo promosso da associazio-ni di migranti boliviani presenti nel nostro territorio in collaborazione con organizzazioni non governa-tive bergamasche. Ente capofila l’associazione Casa dei boliviani, rimasta recentemente orfana della fondatrice Pinuccia Fadda. «Obiet-tivo del progetto, che ha richiesto grande impegno da parte delle nostre associazioni - spiega Rosa Ruiz della Casa dei boliviani - é dare vita, insieme a organizzazioni, istituzioni locali e partner in Bolivia, ad azioni e interventi specifici sulla tematica ambientale che favorisca-

no uno scambio di esperienze e buone pratiche tra Italia e Bolivia». Lo scorso anno la Casa dei bolivia-ni, con Cesvi, Celim, Red Madre Tierra, Legambiente e Ocma (Or-ganizacìon comunitaria de la Mujer amazonica) in Bolivia, si è presen-tata al bando del Comune di Milano per il Cosviluppo 2010 riuscendo ad ottenere un finanziamento di cir-ca 100 mila euro. Da qui è nato il progetto composito e ricco d’inizia-tive che si svilupperà nel corso del prossimo anno.

Giornalista de L’Eco di Bergamo

Il progetto

DALLe ALpI ALLe AnDeSi creSce inSiemePrima tappa del progetto di cosviluppo promossodai migranti boliviani insieme alle realtà bergamasche del non profit

LAURA ARNOLDI

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Eventi Celim

NOtE DI SOLIDaRIEtàA gORLe IL 21 OTTObRe

Prosegue l’iniziativa “Note di solidarietà” del gruppo “Marco Brena’s minstrels” a sostegno dei progetti di coo-perazione del Celim Bergamo. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 21 ottobre alle 20.45 nel cine-

teatro di Gorle. Una serata organizzata in collaborazione con la parrocchia “Natività di Maria Vergine” di Gorle in occasione della Giornata missionaria mondiale. In programma una serata di animazione musicale proposta da un gruppo di studenti musicisti di età media 14 anni accompagnati dall’insegnante Marco Brena che intratterranno i ragazzi del pubblico e le loro famiglie suonando e cantando sulle note musicali degli anni ‘70 e ‘80, dal rock dei Deep Purple alla disco music con aggiunte di versioni personali di alcu-ni successi italiani di Pfm e Pooh. Durante la serata sarà allestita la mostra fotografica “Ecuador. Terra di mezzo” e un banchetto di raccolta fondi a sostegno del progetto del

Celim Bergamo in terra ecuadoregna sulla sovranità e sicurezza alimentare. Ingresso gratuito fino a esaurimen-to posti.

Il Celim Bergamo ha ricevuto dalla Fondazione Sodalitas un attestato di merito per il progetto “Non solo coca” di Eterazama (Bo). Candidato alla 2a SODALITAS SOCIAL INNOVATION, programma della Fondazione Sodalitas

volta a sostenere il settore non profit in partnership con le imprese, il progetto è stato selezionato dalla Giuria come finalista tra i 129 progetti presentati come eccellenti per capacità di innovazione sociale, sostenibilità economica e partnership con le imprese. Se pur il progetto scelto come vincitore è stato un altro, la Giuria presieduta da Pier Mario Vello, Segretario Generale di Fondazione Cariplo, visto il valore del progetto, ha deciso di attribuirgli una Menzione Speciale. Un attestato importante che riconosce l’ot-tima qualità progettuale del Celim spinto ora più che mai ad affrontare la riduzione delle risorse economiche per non lasciare scoperte intere aree di bisogno per le quali opera con forte impegno da ormai quasi 50 anni.

fINaLIStI aI PREMI SODaLItaSNUOVO TRAgUARDO DeL CeLIM

A seguito di una serie interminabile di tira e molla forse questa volta ci siamo, Gli Ospedali Riuniti di Bergamo riusciranno a fare il tanto desiderato trasloco nella nuova sede e lasceranno a disposizione della cooperazione internazionale e delle associazioni no profit bergamasche gli strumenti e gli arredi che non saranno trasferiti. Il Celim Bergamo, prenderà parte a questo progetto insieme ad un’altra ong amica della Focsiv, la Medicus Mundi

di Brescia. Queste due ONG, coordineranno insieme all’ente lombardo Biteb l’invio e la organizzazione della dismissione di tutti gli strumenti e gli arredi (che arrivano ad essere quasi 30.000) per tutte quelle realtà del Sud del mondo e dell’associazionismo lombar-do e non che ne faranno richiesta. Obiettivo della azione è quella di trovare una nuova allocazione e uso sociale a tutta una serie di strumenti e arredi che altrimenti sarebbero finiti nella spazzatura. In questo progetto il Celim assumerà il ruolo di coordinatore dell’i-niziativa, facendosi portavoce del mondo del no-profit verso l’azienda ospedaliera ed organizzando in stretto coordinamento con le altre associazioni citate, gli aspetti logistici

e gestionali dell’operazione, secondo uno spirito di servizio e di volontariato. A tal riguardo accoglierà tutti i gio-vani e le persone di buona volontà che avranno voglia e desiderio di donare parte del loro tempo per una causa nobile a favore delle realtà della cooperazione internazionale e della popolazione più sfortunata e povera del nostro pianeta e del nostro territorio. Vi aspettiamo tutti!

OSPEDaLI RIuNItI, attREzzatuREpeR IL SUD DeL MONDO

La volontaria Elisa Bettani ritira il premio

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Le attività

Terminato il Forum nazionale della Cooperazione si tirano le somme. Caratterizzato da

una partecipazione straordinaria (quasi 2 mila iscritti) e da una pre-senza istituzionale ai più alti livelli, dall’intervento del Capo dello Sta-to al premier Monti, dai ministri di Esteri e Cooperazione al commis-sario europeo per lo Sviluppo, fino a cooperanti ed esponenti della società civile. “Il principale aspetto positivo di questo Forum - spiega Gianfranco Cattai, presidente Foc-siv - è stato senza dubbio quello

FORUM COOpeRAZIOneSperanZe e DelUSioni

di avere riacceso l’attenzione sul tema della cooperazione interna-zionale, di aver rilanciato la parola solidarietà e di aver sottolineato l’importanza della costruzione di relazioni dell’Italia nel contesto in-ternazionale: parole che ormai ap-partenevano a una cerchia sempre più ristretta di operatori. La parte-cipazione straordinaria testimonia che questo obiettivo è stato rag-giunto”.Come affermato nel suo intervento conclusivo il ministro Riccardi ha ribadito che “Abbiamo rotto il silen-zio”. Aggiunge Cattai: “Direi che il merito più grande del Forum è sta-to far capire in modo chiaro che la cooperazione è prima di tutto una sfida culturale”.Cosa succederà da domani? “Qui sta il punto; capire quali saranno le tappe, i luoghi e le modalità in cui le varie parti citate a più riprese in questo Forum si troveranno per costruire e dare forma concreta a questa battaglia culturale”.

Delusioni? “Certo, dal punto di vista dei segnali economici ci aspettava-mo di più, di fatto non è stato au-mentato nulla del budget assoluta-mente risicato della cooperazione italiana”. “Anche sulla riforma della legge non è stato detto nulla che già non si sapesse, salvo rafforzare l’idea della necessità di un ministro dedicato. Aspettiamo quindi di ca-pire le posizioni che prenderanno il ministro Terzi e il ministro Riccardi. È ancora tutto possibile; sia che si porti avanti la riforma sia che la ri-forma resti lettera morta”.Tema particolarmente sviluppato quello del rapporto tra profit e non profit nella cooperazione. Qual è la posizione delle ong? “La posizione è di assoluta apertura su questo – chiarisce Cattai -: sempre più si do-vrà andare verso una direzione che non è solo cercare finanziamenti presso i privati ma è progettazione comune, nel rispetto delle differenti mission, per sviluppare nuove idee e forme di cooperazione. Certo l’intervento di Scaroni (amministra-tore delegato dell’Eni, ndr) è stato una grande delusione riguardo a questo perché non ha coniugato l’idea di cooperazione espressa in questi giorni al Forum, parlando solo del ruolo dell’Eni in Africa. Va probabilmente distinto il ruolo della grande impresa da quello, differen-te, più agile e flessibile delle piccole imprese”. Intanto il Ministro Riccar-di ha dato appuntamento a fra due anni per un nuovo Forum che valuti i risultati del percorso avviato oggi.

Il Forum sulla cooperazione di Milanoha avuto il merito di attirare l’attenzione sul temama lascia ancora troppi dubbi aperti.

Pubblichiamo una intervista a Gianfranco Cattai,presidente Focsiv e dell’Associazione ong italiane,di bilancio sul recente Forum della cooperazione di Milano.È tratta da Vps, la rivista Volontari per lo sviluppocon cui il Celim Bergamo ha intrapreso una collaborazione.Per chi volesse saperne di più www.volontariperlosviluppo.it

Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione

Internazionale

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Il Celim Bergamo ha aderito alla campagna mondiale “Seed Freedom – Salviamo i nostri semi” lanciata da Vanda-na Shiva. L’obiettivo della campagna è quello di lanciare l’allarme ai cittadini ed ai governi di tutto il mondo su quanto stia diventando precario l’approvvigionamento dei semi e di conseguenza quanto sia a rischio la nostra sicurezza alimentare. I semi sono il primo anello della catena alimentare, ma oggi la libertà dei semi è seriamente minacciata dall’azione delle multinazionali che puntano ad appropiarsene. Aderendo alla campagna, il Celim Ber-gamo ritiene fondamentale la creazione di una sinergia tra i diversi movimenti che vogliono proteggere i semi. La campagna mondiale per la libertà dei semi vuole dare, infatti, forza a tutti i movimenti esistenti, di custodi e difensori dei semi nati dal basso e creare un’alleanza

più forte, più ampia e con profondi legami di solidarietà per mantenere i semi liberi come “beni comuni”.

I SEMI DI vaNDaNa ShIvaUNA CAMpAgNA peR SALVARLI

Il Celim Bergamo esprime profonda preoccupazione per le tensioni in atto Siria. La guerra civile siriana vede opposte le forze governative e quelle dei rivoltosi, riunite nel Consiglio nazionale siriano. Il conflitto è iniziato il 15 marzo 2011 con dimostrazioni pubbliche, si è sviluppato in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra

civile nel 2012. Le proteste, che hanno assunto connotati violenti sfociando in sanguino-si scontri tra polizia e manifestanti, avevano l’obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Assad ad attuare le riforme necessarie a dare un’impronta democratica allo stato. Secondo il governo invece miravano a creare uno Stato islamico radicale, vista la presenza nel Consiglio nazionale siriano dei Fratelli Musulmani e altri gruppi legati all’A-rabia Saudita ed al-Qa’ida. Secondo varie fonti, incluse le Nazioni Unite, sono state uccise fino a 24.495-32.895 persone, di cui circa metà sono civili, inclusi i combattenti armati di

entrambe le parti, tra cui circa 1.900 manifestanti dell’opposizione. Secondo l’ONU, circa 1,5 milioni di siriani sono sfollati all’interno del paese. Per fuggire alle violenze, decine di migliaia di siriani si sono rifugiati nei vicini Paesi, tra cui la Turchia, la Giordania, il Libano e il Kurdistan iracheno.

La GuERRa CIvILE IN SIRIaLe pReOCCUpAzIONI DeLL’ONU

Dopo il viaggio in Bolivia per i 50 anni della cooperazione tra la Chiesa di Bergamo e quella del Paese suda-mericano, proseguono gli eventi a 50 anni dal Concilio Vaticano II e dalla partenza dei primi sacerdoti fidei donum per La Paz. Il Centro missionario diocesano promuove dal 24 al 26 ottobre una riflessione aperta a tutti sulla missione a Bergamo. Il 24 ottobre la riflessione si apre con la presenza di Ephrem Joseph Younan, Ignace

Joseph III, Patriarca della Chiesa Sira, che terrà una relazione dal titolo “La Chiesa è mis-sionaria: nella diaspora e nel pluralismo l’urgenza e la bellezza dell’annuncio. L’orizzonte è la missio ad gentes”. Seguirà l’intervento di monsignor Italo Mazzoni, vicario episco-pale per la Pastorale della diocesi di Como, su “Il presbitero vive nella missione. È una spiritualità esistenziale proiettata sull’orizzonte del mondo. Prendersi cura del quotidiano”. I due incontri sono rivolti ai sacerdoti mentre il 25 ottobre alla comunità del Paradiso in via Cattaneo (dalle 9 alle 12) interverrà monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina

e monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo oltre alla testimonianza della laica missionaria saveriana Teresina Caffi. Il 26 ottobre il convegno sarà aperto ai laici nella parrocchia di Loreto in via Kolbe dalle 20.30 con l’introduzione biblica di Luca Moscatelli, teologo del Cmd di Milano e il vescovo Beschi. Il programma completo è consultabile sul sito www.cmdbergamo.org.

IL PatRIaRCa DELLa ChIESa SIRaAL CONVegNO MISSIONARIO DI beRgAMO

Notizie flash

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14 celim SETTEMBRE 2012

L’Analisi

Difficile, se non impossibile, rievo-care oggi, a distanza di 50 anni dall’inizio del Concilio Ecumeni-

co Vaticano II l’atmosfera di grande at-tesa, di partecipazione e di condivisione che attraversò gli anni della prepara-zione (1959-1962), della realizzazione (1962-1965) e i primi anni della sua ap-plicazione.Si parlava allora di “fine dell’era costan-tiniana”, “dell’ora dei laici nella chiesa” e dell’esigenza, più volte sottolineata da Giovanni XXIII nei Suoi messaggi, che la Chiesa, in tutte le sue componenti (il Popolo di Dio), superasse il suo at-teggiamento di distacco dal mondo per “metterlo in contatto con le energie vivi-ficatrici e perenni del Vangelo”. Il Conci-lio Vaticano II è stato come una ventata di aria fresca, di cui si sentiva il bisogno, che, sotto l’impulso dello Spirito Santo, ha invaso tutta la comunità cristiana,e che è stata grandemente accolta...” Lo spirito cristiano cattolico ed apostolico del mondo intero attende un balzo in-nanzi verso una penetrazione dottrina-le e una formazione delle coscienze, in corrispondenza più perfetta di fedel-tà all’autentica dottrina, anche questa studiata ed esposta attraverso le forme dell’indagine e della formulazione lette-raria del pensiero contemporaneo” (dal ‘Discorso di apertura del Concilio’, 11 ottobre 1962).I circa 2500 vescovi che hanno lavorato a Roma nelle tre sessioni hanno discus-so a tutto campo sulla Chiesa, i suoi presupposti,i suoi rapporti con le altre religioni e con il mondo contemporaneo. A questo proposito sono state fonda-mentali le 4 Costituzioni (= documenti base): sulla riforma liturgica (Sacro-

L’eReDItà DeL COnCILIO50 anni Dall’iniZio Del concilio ecUmenico vaticano ii

santum Concilium), sulla chiesa, la sua natura e missione universale (Lumen Gentium), sulla Rivelazione, la Bibbia e la sua interpretazione (Dei Verbum) e sul rapporto della Chiesa con il Mondo contemporaneo (Gaudium et Spes).Si affiancano altri documenti fondamen-tali, fra i quali: il decreto sull’Ecumeni-smo per l’Unità dei cristiani, scritto in collaborazione con gli altri cristiani inter-venuti al concilio e poi il decreto sull’a-postolato dei laici, quello sui presbiteri, sull’attività missionaria della Chiesa, e il decreto sull’attività pastorale dei vesco-vi. Senza dimenticare le “dichiarazioni”: sulle relazioni della chiesa con le reli-gioni non cristiane (induismo, buddismo, la religione musulmana e la religione giudaica) e quella sulla libertà religiosa. Significativo il fatto che la costituzione “Gaudium et Spes” venne approvata alla fine del Concilio, il 7.12.1965, segno che la sua elaborazione trovò diversi ostaco-li e i vescovi fecero fatica a convergere su un nuovo modo di concepire le rela-zioni della chiesa con il mondo attuale, vero punto focale e banco di prova del suo rinnovamento. Qui, dobbiamo notare, che il concilio non si è dimenticato di noi. Nel documento sopra citato al capitolo V “La promozio-ne della Pace e la comunità dei Popoli”, trova posto, nel paragrafo “La costruzio-ne della comunità internazionale” al n° 88 questa affermazione: “I cristiani vo-lentieri e con tutto il cuore cooperino alla edificazione dell’ordine internazionale… Tanto più che la miseria della maggior parte del mondo è così urgente che sembra di intendere nei poveri l’appel-lo del Cristo che reclama la carità dei suoi discepoli. Si eviti questo scandalo: mentre alcune Nazioni i cui abitanti per la maggior parte si dicono cristiani go-dono di una grande abbondanza di beni,

altre Nazioni sono prive del necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di miserie...Sono pertanto da lodare e da inco-raggiare quei cristiani, specialmente i giovani, che spontaneamente si of-frono a soccorrere gli altri uomini e le altre nazioni.”È ciò che il Celim-Bergamo ha promos-so e realizzato fin dal 1964 e al quale si ispira l’insieme della cooperazione internazionale. Oggi, è l’invito di Bene-detto XVI, il Vaticano II è ancora tutto da scoprire. Diverse cose sono state fatte, ma si respira un’aria di restaurazione e soprattutto, vistosamente, in diversi in-terventi si sottolinea la continua scarsa presenza dei laici nella chiesa, conside-rati ancora, per lo più, come “forza da lavoro”, ma non coinvolti nelle analisi e nelle decisioni relative all’impostazione e realizzazione di una pastorale che in-tenda muoversi nelle linee della “ nuova evangelizzazione”.L’anno della fede iniziato l’undici otto-bre, è una occasione offerta dal Papa a tutta la chiesa per crescere nella linea del Vaticano II e leggerne i documenti.E come più volte il Card. Martini, recen-temente scomparso, ha affermato: non si tratta di auspicare presto un Vaticano III, ma di portare a compimento, tenen-do conto dei necessari aggiustamenti, quanto già suggerito dal Vaticano II.

UMBERTO AMADIGI

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