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CEDU E ORDINAMENTO ITALIANO LA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO E L’IMPATTO NELL’ORDINAMENTO INTERNO (2010-2015) a cura di ANGELA DI STASI con i contributi di Maria Laura Aversano Maria Caterina Baruffi Francesco Buonomenna Michela Capozzolo Luisa Cassetti Vito Colucci Giuseppe D’Angelo Gaetano D’Avino Gaetano De Amicis Angela Di Stasi Andrea Didone Antonio Didone Giovanni Diotallevi Daniela Fanciullo Antonella Giannelli Luigi Iannicelli Anna Iermano Romina Incutti Lorenzo Ioele Vitulia Ivone Luigi Kalb Armando Lamberti Alessia Mari Daniela Marrani Angela Martone Giuseppina Mastrogiovanni Caterina Miraglia Stefania Negri Rossana Palladino Gisella Pignataro Antonio Scarpa Stefania Stefanelli Valeria Tevere Maria Josè Vaccaro Antonio Valitutti Sabrina Vannuccini Francesco Verdoliva

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CEDU E ORDINAMENTO ITALIANO

LA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI

DELL’UOMO E L’IMPATTO NELL’ORDINAMENTO INTERNO

(2010-2015)

a cura di

ANGELA DI STASI

con i contributi di

Maria Laura Aversano Maria Caterina Baruffi Francesco Buonomenna Michela Capozzolo Luisa Cassetti

Vito Colucci Giuseppe D’Angelo Gaetano D’Avino Gaetano De Amicis Angela Di Stasi Andrea Didone

Antonio Didone Giovanni Diotallevi Daniela Fanciullo Antonella Giannelli Luigi Iannicelli Anna Iermano Romina Incutti

Lorenzo Ioele Vitulia Ivone Luigi Kalb Armando Lamberti Alessia Mari Daniela Marrani Angela Martone

Giuseppina Mastrogiovanni Caterina Miraglia Stefania Negri Rossana Palladino Gisella Pignataro Antonio Scarpa

Stefania Stefanelli Valeria Tevere Maria Josè Vaccaro Antonio Valitutti Sabrina Vannuccini Francesco Verdoliva

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Il presente volume beneficia di un contributo del Dipartimento di Scienze

Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) dell’Università degli Studi di Salerno

e si inserisce nelle attività dell’Osservatorio sullo Spazio europeo di libertà,

sicurezza e giustizia (www.slsg.unisa.it).

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PRESENTAZIONE

di Guido Raimondi*

Quest’opera vede la luce in un momento nel quale le

istituzioni europee si trovano ad affrontare movimenti di opinione, e anche umori della società civile, particolarmente critici.

La Corte europea dei diritti dell’uomo, e più in generale il sistema di protezione dei diritti umani creato con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, firmata a Roma il 4 novembre 1950 (in seguito: la Convenzione), non fanno eccezione.

Allo scetticismo “popolare”, che si manifesta soprattutto quando le sentenze della Corte sembrano tutelare soggetti i quali a giudizio di molti non meriterebbero protezione, si accompagna poi in taluni casi l’insofferenza di alcuni governi rispetto a talune prese di posizione giurisprudenziali della Corte, considerate non sufficientemente rispettose del “margine di apprezzamento” che la stessa giurisprudenza di Strasburgo pure riconosce agli Stati.

Queste ultime preoccupazioni hanno condotto in particolare il Regno Unito all’attuale nota riflessione sull’opportunità di sostituire lo Human Rights Act del 1998, che impone la diretta applicazione della Convenzione da parte dei giudici britannici, con un Bill of Rights nazionale – mentre non è del tutto spento il dibattito su di una possibile denuncia della Convenzione – e la Federazione russa all’adozione di una legge, recentemente entrata in vigore, che consente al governo di rivolgersi alla Corte costituzionale per far valutare la conformità alla Costituzione di una decisione giurisdizionale internazionale e di

* Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo.

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VI PRESENTAZIONE

ottenere, in caso di risposta negativa, una sorta di autorizzazione a non eseguirla.

Tutto questo mentre, paradossalmente, si assiste a grandi progressi sul fronte dell’applicazione della Convenzione a livello interno.

Negli ultimi anni si guarda al sistema europeo di protezione dei diritti umani in prospettiva nuova, rispetto alle chiusure, anche di natura psicologica, del passato, che avevano caratterizzato l’approccio al diritto e alla giustizia nei Paesi europei, non esclusa certamente l’Italia, finché non si è affacciata e poi affermata, dapprima timidamente, e al puro livello tecnico dell’attività interpretativa della giurisprudenza, poi finalmente al livello delle coscienze dei giuristi, l’idea di quello che si tende oggi a chiamare ordinamento integrato, l’idea cioè dell’esistenza di un nucleo di valori europei, che, senza negare la diversità e il pluralismo delle culture e dei popoli stanziati sul nostro continente, concorrono a formare il concetto d’identità europea, il quale si traduce in principi e regole giuridiche che i giudici nazionali ed europei insieme, di qui la necessità del dialogo tra di loro, concorrono a far vivere ed a tradurre in pratica. Non per caso, i quaderni che la Corte europea dei diritti dell’uomo pubblica con i lavori dei seminari che accompagnano l’inaugurazione solenne dell’anno giudiziario son per l’appunto intitolati “Dialoghi tra giudici”.

Si parla perciò, oltre che di “ordinamento integrato”, di “tutela multilivello” dei diritti individuali. A questo proposito, in un’ottica italiana, il tradizionale approccio dualista del nostro ordinamento rispetto al diritto internazionale non rappresenta un ostacolo all’integrazione dell’ordinamento nel sistema giuridico europeo e quindi al dialogo tra i giudici. Secondo l’approccio monista, che per esempio è proprio della Francia, il diritto statale trova il suo fondamento nel diritto internazionale, mentre secondo quello dualista l’ordinamento statale è originario, e quindi del tutto separato dal diritto internazionale, cioè dall’ordinamento giuridico della comunità degli Stati1.

1 B. CONFORTI, Diritto internazionale, X ed., Napoli, 2014, p. 334.

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PRESENTAZIONE VII

Ora, se è vero che nell’ordinamento italiano le norme del diritto internazionale hanno bisogno di essere per così dire nazionalizzate, cioè richiedono misure interne di adattamento, le modalità con le quali questo avviene permettono di dire che vige da noi un sistema di “dualismo temperato”, se non di “monismo di fatto”. In effetti, per quanto riguarda le norme del diritto internazionale generale, l’adattamento è avvenuto una volta per tutte, ed al livello più alto, quello costituzionale, attraverso l’articolo 10, primo comma, della nostra Costituzione, mentre per la stragrande maggioranza dei trattati internazionali, compresi la Convenzione ed i Trattati dell’Unione europea, il legislatore ha provveduto con leggi che contengono “ordini di esecuzione” di tali strumenti. Ciò vuol dire che nei due casi l’interprete interno, cioè il giudice nazionale, è posto in contatto diretto con la norma internazionale, che quindi va applicata in quanto tale, senza lo schermo di una norma nazionale interposta.

In effetti, ed è questo il punto su cui vorrei porre l’accento, nessuna spettacolare integrazione di ordinamenti si è verificata negli ultimi tempi. Se integrazione vi è, e, in effetti, è così, questa si è prodotta sin dal momento dell’introduzione nell’ordinamento italiano delle pertinenti norme internazionali, e in particolare, per quanto riguarda il c.d. “diritto di Strasburgo”, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con la legge (4 agosto 1955, No. 848) che ne ha autorizzata la ratifica e ne ha ordinata l’esecuzione nell’ordinamento italiano.

Ciò che è mutata, e di molto, negli ultimi decenni, è la sensibilità dell’interprete interno nei confronti di questi valori giuridici. È questo nuovo clima che ha consentito la messa in cantiere e il varo della giurisprudenza della Corte costituzionale inaugurata con le sentenze no. 348 e 349 del 2007. Senza voler entrare nel dibattito, tuttora vivo, sull’opportunità del “controllo accentrato” di convenzionalità, affermato da questa giurisprudenza, rispetto al modello francese di “controllo diffuso” di convenzionalità, si può dire che questa giurisprudenza costituisce senza dubbio una grande apertura rispetto alle reticenze del passato, manifestatesi sia al livello della giurisprudenza costituzionale che di quella della Corte di cassazione.

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VIII PRESENTAZIONE

Quella della sempre migliore applicazione della Convenzione a livello interno è l’unica strada percorribile se si vuole salvaguardare la pertinenza e l’efficacia del sistema europeo di protezione dei diritti fondamentali, la cui cifra non può essere che quella della sussidiarietà rispetto ai sistemi nazionali. La Corte ha compiuto progressi spettacolari, grazie anche all’entrata in vigore del protocollo no. 14 alla Convenzione e all’istituzione della figura del giudice unico, che hanno permesso di ridurre il proprio arretrato da circa 160.000 affari pendenti alla fine del 2012 ai circa 67.000 attuali. Nonostante ciò, senza un deciso miglioramento della situazione della protezione dei diritti umani a livello nazionale, sarà sempre più difficile alla Corte di Strasburgo rispondere alla domanda di giustizia dei ricorrenti entro un termine ragionevole.

Questa consapevolezza è stata espressa in termini molto chiari dal documento finale approvato dalla più recente Conferenza intergovernativa sul futuro del sistema europeo di protezione dei diritti umani, tenutasi a Bruxelles nel marzo del 2015, documento che ha affermato con forza il principio della responsabilité partagée (responsabilità condivisa) tra il livello internazionale ed il livello interno del sistema.

In questo quadro gli Stati parti sono chiamati a una serie di comportamenti “virtuosi”, come per esempio la presa in considerazione anche della giurisprudenza della Corte relativa ad altri Stati, al di là degli stretti obblighi imposti dall’art. 46 della Convenzione, il miglioramento dell’efficacia dei ricorsi interni, la verifica della compatibilità con la Convenzione dei progetti di legge e delle prassi amministrative e, direi, soprattutto, l’impegno nelle attività di sensibilizzazione e di formazione.

È proprio su queste ultime attività che si concentrano le speranze per il futuro. Solo attraverso un’opportuna sensibilizzazione degli operatori giuridici interni, soprattutto giudici e avvocati, sarà possibile ottenere una protezione dei diritti fondamentali già al livello nazionale, con evidenti benefici per le vittime di potenziali violazioni, la cui tutela sarà più rapida e non dovrà attendere i tempi di Strasburgo, e per lo stesso sistema europeo che, finalmente decongestionato, potrà

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PRESENTAZIONE IX

assolvere il suo compito di “rete di sicurezza” rispetto ai sistemi nazionali e non più quello di supplente di sistemi interni inefficaci. Le difficoltà di funzionamento dei sistemi nazionali si ripercuotono inevitabilmente sul sistema europeo, congestionandolo e creando così un circolo vizioso assai pericoloso.

Ecco perché l’opera che si presenta, alimentata dal contributo e di accademici e di pratici del diritto, e chiaramente volta alla diffusione delle conoscenze sulla Convenzione tra gli operatori interni, è particolarmente meritoria.

Il volume si apre con un’introduzione della curatrice, Professoressa Di Stasi, che abbraccia i temi delle garanzie “multilivello” e della protezione sostanziale nella Convenzione, della tutela procedurale, dell’esecuzione delle sentenze e dei rapporti fra l’ordinamento italiano e il sistema convenzionale. Si tratta di un prezioso “viatico” che consentirà anche ai neofiti del sistema europeo di protezione dei diritti umani di orientarsi con sicurezza nel loro percorso successivo attraverso numerosissimi aspetti dell’applicazione della Convenzione, selezionati e sviluppati, in coerenza con l’impostazione sottolineata, con particolare riguardo al loro impatto sull’ordinamento italiano.

Il lettore troverà quindi delle analisi complete e aggiornate su tutti i temi più rilevanti inerenti all’applicazione della Convenzione, dalle violenze poliziesche e al sovraffollamento carcerario, alla violenza domestica, alla tutela della libertà personale e del giusto processo, alla protezione della vita privata e familiare, della libertà di religione, della libertà di espressione, e così via, senza dimenticare i diritti contenuti nei protocolli addizionali, in particolare il diritto di proprietà tutelato dall’art. 1 del protocollo no. 1 alla Convenzione.

In definitiva, si tratta di uno strumento prezioso per approfondire la conoscenza della Convenzione e della giurisprudenza della Corte, particolarmente utile, oltre che, ovviamente, per coloro che si dedicano allo studio della materia, per i pratici del diritto, ai quali spetta l’importantissima responsabilità di far vivere e prosperare la Convenzione dinanzi ai giudici nazionali.

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PREMESSA

A più di sessanta anni dall’entrata in vigore della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – durante i quali la vecchia Europa ha registrato modifiche epocali in un crescente relativismo valoriale – la CEDU conserva un elevato tasso di modernità e di sintonia con il diritto vivente. Esso è il prodotto non solo di un impegno della Corte di Strasburgo a rendere living la Convenzione ma anche di una naturale vocazione della stessa a ricomprendere sotto la giurisdizione della Corte – mediante un’interpretazione dinamica ed evolutiva delle basi giuridiche convenzionali – fattispecie non compiutamente codificate (tutela “indiretta” dell’ambiente, nozione ampia di vita privata e pluralità di modelli di vita familiare, evoluzione della condizione di vittima, ecc.).

Perché un volume sulla giurisprudenza della Corte europea

dei diritti dell’uomo? La misura dell’effettività di una Convenzione – che

disciplina materie che, normalmente, sono di competenza statuale – è data dal grado di tutela dei diritti in essa consacrati e dal livello complessivo di conformazione ai suoi valori fondamentali ad opera degli ordinamenti giuridici degli Stati parte.

Al tempo stesso, allorquando la violazione dei diritti e delle libertà sia accertata in via giurisdizionale, la prova della suddetta effettività riposa nella corretta esecuzione delle sentenze definitive della Corte di Strasburgo laddove l’eventuale carattere generale delle misure testimonia limiti “strutturali” del sistema interno. Il tutto nell’ambito di un processo circolare atteso che, a monte, l’individuazione dei diritti e delle libertà da tutelare è operata dagli Stati attraverso la firma e la ratifica della CEDU e dei suoi Protocolli addizionali ma, a valle,

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XII PREMESSA

l’implementazione degli stessi fa assurgere alla Corte europea una funzione – di tipo sussidiario – che si traduce anche nell’integrazione delle garanzie apprestate dai vari ordinamenti nazionali.

Perché un’indagine circoscritta alla sola Italia? La CEDU, come è noto, non specifica le modalità di

incorporazione negli ordinamenti interni il che ha comportato la necessità di definizione – attraverso la giurisprudenza della Corte Costituzionale – del rango delle sue norme ma anche l’intervento del legislatore al fine di predisporre un meccanismo ordinario di esecuzione delle sentenze della Corte (legge 12/2006 e DPCM 1° febbraio 2007).

L’opera, di fronte ad un numero ingente di sentenze che

riguardano il nostro Paese, pur senza trascurare il richiamo a casi emblematici precedenti o successivi ed a pronunce riguardanti altri Stati europei, circoscrive il suo intervallo di osservazione al periodo 2010-2015. Esso costituisce un lasso temporale ritenuto idoneo a consentire di definire – attraverso la disamina ragionata della giurisprudenza della Corte di Strasburgo – i punti di criticità e le lacune dell’ordinamento italiano ma, al tempo stesso, di verificare i follow-up, in senso legislativo, giurisdizionale e amministrativo, di tale giurisprudenza. Tale disamina è finalizzata a far emergere, per tabulas (attraverso i trentacinque studi contenuti nella parte II), la tipologia dei diritti e delle libertà invocati laddove, in non pochi casi, il consistente richiamo al margine di apprezzamento degli Stati, comporta una declinazione dei contenuti normativi convenzionali, “adattata” alle specificità ordinamentali italiane.

Ne emerge un sistema euro-italiano di tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che, tra luci ed ombre, testimonia una spiccata permeabilità tra fonti, corti e valori giuridici.

Questo volume è frutto di un network di ricerca eterogeneo

che ricomprende studiosi di formazione accademica con interessi scientifici variegati ma anche operatori del diritto

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PREMESSA XIII

(magistrati e avvocati). A tutti va il mio ringraziamento per aver contribuito ad una riflessione congiunta che ha preso le mosse da vari punti di osservazione ed ha beneficiato dell’apporto di competenze diversificate. Tra i junior researchers dell’Osservatorio sullo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia – che in vario modo mi hanno supportato nelle attività legate alla curatela dell’opera – un grazie a Rossana Palladino, ad Angela Martone, a Michela Capozzolo e, soprattutto, a Daniela Fanciullo che si è fatta carico anche di compiti redazionali e ad Anna Iermano che ha dato prova di fine sensibilità giuridica. Dulcis in fundo, un ringraziamento speciale al Presidente Guido Raimondi che ci ha onorati della Sua benevolenza.

Salerno, 30 marzo 2016 Angela Di Stasi

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XIV PREMESSA

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AUTORI Maria Laura Aversano – Magistrato. Consulente giuridico del Servizio affari giuridici, del contenzioso diplomatico e dei trattati e dell’Agente del Governo italiano presso la Corte europea dei diritti dell’uomo – Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Maria Caterina Baruffi – Professore ordinario di Diritto internazionale, Università degli Studi di Verona

Francesco Buonomenna – Ricercatore confermato di Diritto internazionale e Docente di Diritto internazionale privato e processuale, Università degli Studi di Salerno

Michela Capozzolo – Dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche, curriculum: Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia e cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, Università degli Studi di Salerno

Luisa Cassetti – Professore ordinario di Diritto Costituzionale, Università degli Studi di Perugia

Vito Colucci – Magistrato della Corte di appello di Salerno Giuseppe D’Angelo – Professore associato confermato di Diritto ecclesiastico e canonico, Università degli Studi di Salerno Gaetano D’Avino – Avvocato e dottorando di ricerca in «Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia», indirizzo autonomo del Corso di dottorato in «Diritto pubblico, Teoria delle istituzioni nazionali ed europee e Filosofia giuridica», Università degli Studi di Salerno Gaetano De Amicis – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione Angela Di Stasi – Professore ordinario di Diritto internazionale e dell’Unione europea, Direttore dell’Osservatorio sullo Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia (www.slsg.unisa.it), Università degli Studi di Salerno Andrea Didone – Avvocato. Dottore di ricerca in Diritto dell’economia, Università Politecnica delle Marche

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XVI AUTORI

Antonio Didone – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione Giovanni Diotallevi – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione Daniela Fanciullo – Dottore di ricerca in «Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia», indirizzo autonomo del Corso di dottorato in «Diritto pubblico, Teoria delle istituzioni nazionali ed europee e Filosofia giuridica», Università degli Studi di Salerno Antonella Giannelli – Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di appello di Salerno Luigi Iannicelli – Professore straordinario di Diritto processuale civile, Università degli Studi di Salerno

Anna Iermano – Dottore di ricerca in «Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia» e Assegnista di ricerca in «Diritto dell’Unione europea applicato», Università degli Studi di Salerno Romina Incutti – Magistrato. Consulente giuridico del Servizio affari giuridici, del contenzioso diplomatico e dei trattati e dell’Agente del Governo italiano presso la Corte europea dei diritti dell’uomo – Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Lorenzo Ioele – Professore associato confermato di Diritto del lavoro, Università degli Studi di Salerno Vitulia Ivone – Professore associato confermato di Diritto privato – Docente di Nozioni giuridiche fondamentali, Università degli Studi di Salerno Luigi Kalb – Professore ordinario di Procedura penale, Università degli Studi di Salerno Armando Lamberti – Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico e di Diritto Costituzionale, Università degli Studi di Salerno Alessia Mari – Segretario comunale Daniela Marrani – Ricercatore di Diritto internazionale e Docente di Diritto dell’Unione europea, Università degli Studi di Salerno Angela Martone – Dottore di ricerca in «Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia» e Assegnista di ricerca in Diritto dell’Unione europea e Diritto internazionale, Università degli Studi di Salerno

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AUTORI XVII

Giuseppina Mastrogiovanni – Dottore di ricerca in Diritto processuale civile, Università degli Studi di Napoli «Federico II» e Assegnista di ricerca in Diritto processuale civile, Università degli Studi di Salerno Caterina Miraglia – Professore ordinario di Istituzioni di Diritto privato, Università degli Studi di Salerno Stefania Negri – Professore associato confermato di Diritto internazionale e Docente di International Human Rights Law – Direttore dell’Osservatorio sui diritti umani: bioetica, salute, ambiente (www.odubsa.unisa.it), Università degli Studi di Salerno Rossana Palladino – Ricercatore di Diritto dell’Unione Europea – Titolare del Jean Monnet Module «Migration and Fundamental Rights at the Southern Borders of the European Union», Università degli Studi di Salerno Gisella Pignataro – Professore associato confermato di Diritto privato comparato e Docente di Diritto privato dell’Unione europea, Università degli Studi di Salerno Antonio Scarpa – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione Stefania Stefanelli – Ricercatore confermato di Diritto privato – Docente di Diritto privato e di Diritto di famiglia, Università degli Studi di Perugia Valeria Tevere – Dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche, curriculum: Internazionalistico-europeo-comparato, Università degli Studi di Salerno Maria Josè Vaccaro – Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università degli Studi di Salerno Antonio Valitutti – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione Sabrina Vannuccini – Dottore di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione europea, Università degli Studi di Firenze Francesco Verdoliva – Magistrato della Corte di appello di Salerno

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ABBREVIAZIONI PERIODICI

Ambiente & Sviluppo Amb. Svil. American University International Law Review Am. U. Int'l L. Rev. Annuaire Français de Droit International AFDI Archivio nuova procedura penale Arch. Nuova Proc. Pen. Archivio Penale Berkeley Journal of International Law

Arch. pen. Berkeley J. Int’l L.

BioLaw Journal BioLJ Bulletin des Droits de l’Homme Bull. dr. homme Cahiers de droit européen Cah. dr. eur. Cambridge Law Journal Camb.L. J. Cardozo Law Review Cardozo L. Rev. Cassazione Penale Cass. pen. Columbia Journal of European Law Columbia Journal of Transnational Law

Columbia JEL Columbia JTL

Common Market Law Review CML Rev. Comunicazioni e studi Com. e studi Comunità internazionale (La) Com. int. Contratto e impresa Contr. e impr. Corriere del merito Corr. mer. Corriere Giuridico Corr. giur. Corriere tributario Corr. trib. Critical Quarterly for Legislation and Law CritQ Cuadernos de Derecho Transnacional Cuad. Der. Transn. Developing World Bioethics DW Bioethics Diritti dell’uomo. Cronache e battaglie Dir. uomo Diritti umani e diritto internazionale Dir. um. e dir. internaz. Diritto Amministrativo Dir. Amm. Diritto comunitario e degli scambi internazionali Dir. com. scambi internaz. Diritto del Commercio Internazionale Dir. com. int. Diritto dell’Internet Dir. Internet Diritto dell’Unione Europea (Il) Dir. Un. eur. Diritto di famiglia Dir. fam. Diritto di Famiglia e delle Persone (Il) Dir. fam. e pers. Diritto & Diritti Dir. & Dir. Diritto e Giurisprudenza Dir. e giur. Diritto & Giustizia D&G Diritto & questioni pubbliche Dir. & Quest. Pubbl. Diritto ed economia dei mezzi di comunicazione Dir. ec. mezzi com. Diritto fallimentare e delle società commerciali (Il) Dir. fall. soc. comm. Diritto, immigrazione e cittadinanza Dir. imm. citt. Diritto penale contemporaneo Dir. Pen. Cont. Diritto penale e processo Diritto Pubblico

Dir. Pen. proc. Dir. Pubbl.

Diritto Pubblico Comparato ed Europeo Dir. pubbl. comp. eur. Droit et Société Dr. et Soc. Enciclopedia del diritto Enc. dir. Estudios constitucionales E.C. Europa e Diritto privato Eur. Dir. Priv.

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XX ABBREVIAZIONI PERIODICI

European Constitutional Law Review EuConst European Human Rights Law Review EHRLR European Journal of International Law Eur. JIL European Journal of Legal Studies EJLS European Journal of Migration and Law Eur. Jour. Migr. Law European Law Journal Eur. law journ. European Law Review ELR European Public Law European Yearbook on Human Rights

Eur. Public Law Eur. YHR

Fallimento e le procedure concorsuali (Il ) Fall. e proc. conc. Famiglia e diritto Finnish Yearbook of International Law

Fam. e dir. FYIL

Fordham International Law Journal Fordham Int’l L.J Foro Italiano (Il) Foro It. Funzione pubblica (La) Funzione pubbl. Giornale di Diritto Amministrativo Giorn. dir. amm. Giurisprudenza Commerciale Giur. comm. Giurisprudenza Costituzionale Giur. Cost. Giurisprudenza di Merito Giurisprudenza italiana

Giur. Mer. Giur. it.

Giustizia Civile Giustizia insieme

Giust. civ. Giust. ins.

Giustizia penale Giust. pen. Giusto Processo Civile (Il) Giusto processo civ. Grotius Grotius Guida al Diritto Harvard Human Rights Journal

Guida dir. Harvard HRJ

Harvard International Law Journal Harvard Int’I L.J. Human Rights Law Journal HRLJ Human Rights Law Review HRLR Inter-American and European Human Rights Journal Int.Am. & Eur.Hum.Rts.J. International & Comparative Law Quarterly International Journal of Constitutional Law

ICLQ Int’l J. Const. Law

International Law and Politics Int’l Law and Politics International Legal Materials ILM Irish Journal of European Law IJEL Italian Yearbook of International Law Italian YIL Ius Publicum Network Review Ius Publ. Net. Rev. Journal de droit européen J.D.E. Journal du droit international (Clunet) Clunet Journal européen des droits de l’homme Journ. eur. dr. home Journal of Environmental Law Journ. Env. Law Journal of European Criminal Law Journ. eur. cr. Law Journal of Medical Ethics JME Journal of Private International Law JPIL Justice et cassation Just. et cass. Lavoro nella giurisprudenza (Il) Lav. giur. Legal Issues of Economic Integration L.I.E.I. Les Petites affiches LPF Maastricht Journal M.J. Maastricht Journal of European and Comparative Law Maastricht JECL Minnesota Journal of International Law Minn. JIL Minori e giustizia Netherlands Quarterly of Human Rights

Min. e giust. Netherlands QHR

Netherlands International Law Review Netherlands ILR New journal of European criminal law New journ. eur. cr.law New York University Journal of International Law & Politics N.Y.U. J. Int'L L. & Pol. Nordic Journal of Human Rights Nordic JHR

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ABBREVIAZIONI PERIODICI XXI

Nordic Journal of International Law Nordic JIL Nuova giurisprudenza civile commentata Nuova giur. civ.comm. Nuova Rassegna Nuova Rass. Nuove leggi civili commentate (Le) Nuove leggi civ. comm. Ordine internazionale e diritti umani Rivista OIDU Politica del diritto Processo Penale e Giustizia Public Law

Pol. dir. Proc. Pen. Giust. Pub. L.

Quaderni costituzionali Quaderni Cost. Quaderni di diritto e politica ecclesiastica Quad. dir. e pol. eccl. Quaderni europei Quad. europ. Questione giustizia Quest. giust. Rassegna dell’Avvocatura dello Stato Rass. Avv. Stato Rassegna di diritto civile Rass. dir. civ. Rassegna di diritto pubblico europeo Rass. dir. pubbl. eur. Rassegna forense Rass. Forense Rassegna tributaria Rass. trib. Recueil Dalloz Rec. Dalloz Recueil des Cours de l’Académie de Droit International de La Haye

R.A.D.I.

Responsabilità Civile e Previdenza Resp. Civ. Prev. Review of European Administrative Law Rev. eur. adm. Law Revista Aranzadi de Unión Europea Rev. Aranzadi Un. Eur. Revista da Facultaide de Direito da Universidad de Lisboa RFDUL Revista de Administración Pública Rev. Adm. Públ. Revista de Derecho Comunitario Europeo Revista derecho com. eur. Revista de Estudios Politicos Rev. Estud. Pol. Revista de Instituciones Europeas Rev. Inst. Eur. Revista Española de Derecho Europeo Revista Española de Derecho Internacional

R.E.D.E. R.E.D.I.

Revue critique de droit international privé Rev. crit. dr. intern. privé Revue de droit international et de droit comparé Revue de jurisprudence commerciale Revue de science criminelle et de droit pénal comparé

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XXII ABBREVIAZIONI PERIODICI

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Ann. suisse dr. eur

Studi sull’integrazione europea Studi integr. eur. Sud in Europa: bollettino d’informazione sull’Unione europea The Global Community: Yearbook of International Law and Jurisprudence The Law and Practice of International Courts and Tribunals

Sud in Europa Global Community YILJ LPICT

Tilburg Law Review Tilburg L. Rev. Utrecht Law Review U.L.R. Yearbook of European Law Y.B.Eur.L. Zeitschrift für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht ZAÖRV

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INDICE

Presentazione ............................................................................... pag. V Premessa ...................................................................................... » XI Autori ........................................................................................... » XV Abbreviazioni periodici ................................................................ » XIX

PARTE I di Angela Di Stasi

IL SISTEMA CONVENZIONALE

DI TUTELA DEI DIRITTI DELL’UOMO:

PROFILI INTRODUTTIVI

CAPITOLO I

Garanzie “multilivello” e tutela sostanziale nella CEDU

1. La tutela “multilivello” dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali tra garanzie universali e garanzie regionali .... pag. 3

2. La CEDU e la sua rilevanza sotto il profilo sostanzial-procedurale (rinvio) .............................................................. » 8

3. Il catalogo dei diritti e delle libertà garantiti nella Convenzione ......................................................................... » 13

4. (segue) e nei Protocolli addizionali ...................................... » 28 5. La tutela “integrata” dei diritti nello spazio giuridico e

giudiziario europeo ............................................................... » 34 6. (segue) L’adesione dell’Unione europea alla CEDU ........... » 38

CAPITOLO II La tutela procedurale e l’esecuzione delle sentenze della Corte europea

dei diritti dell’uomo

1. La Corte europea dei diritti dell’uomo dopo l’entrata in vigore dei Protocolli XI e XIV ............................................. pag. 47

2. Ricorsi interstatali e ricorsi individuali ................................ » 54 3. Legittimazione attiva e condizioni di ricevibilità del ricorso » 55 4. Forza vincolante ed esecuzione delle sentenze della Corte

europea dei diritti dell’uomo ................................................ » 59

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XXIV INDICE

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5. I Protocolli XV e XVI alla CEDU. Il margine di apprezza-mento degli Stati e la richiesta di pareri consultivi alla Corte di Strasburgo .............................................................. pag. 63

6. (segue) Le prospettive di riforma del sistema convenzionale alla luce della Dichiarazione di Bruxelles (2015) ................ » 70

CAPITOLO III

I rapporti fra l’ordinamento italiano e il sistema convenzionale

1. Il rango delle norme CEDU nel quadro delle fonti del diritto italiano alla luce delle sentenze nn. 348 e 349 del 2007 della Corte Costituzionale ........................................... pag. 73

2. (segue) I rapporti tra la CEDU e l’ordinamento italiano nella più recente giurisprudenza costituzionale: in particolare la sentenza 49/2015 ............................................ » 84

3. L’esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo in Italia ai sensi della L. 12/2006 ............................................. » 93

4. (segue) La Relazione al Parlamento per il 2014 ................... » 95 5. Vexatae quaestiones in tema di esecuzione delle pronunce

della Corte europea dei diritti dell’uomo: limiti ed effetti delle sentenze “pilota” nella giurisprudenza della Corte di Cassazione ............................................................................ » 99

6. (segue) Giudicato interno e rilevabilità d’ufficio delle violazioni della CEDU ......................................................... » 103

7. L’attività della Corte europea nel 2015 con particolare riferimento all’Italia (cenni e rinvio alla Parte II) ............... » 108

PARTE II

STUDI SULLA GIURISPRUDENZA

DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

E SULL’IMPATTO NELL’ORDINAMENTO INTERNO

CAPITOLO I

Violenze, maltrattamenti ed abusi commessi dalle forze dell’ordine

(artt. 2 e 3 CEDU)

di Stefania Negri 1. Violenze, maltrattamenti ed abusi commessi dalle forze

dell’ordine: le lacune dell’ordinamento giuridico italiano ... pag. 115

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INDICE XXV

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1.1. Assenza di regolamentazione dell’uso delle armi ed art. 53 c.p. .................................................................... pag. 115

1.2. Il divieto di tortura: dallo jus cogens internazionale al vuoto normativo italiano ............................................. » 118

2. La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di violenze, maltrattamenti ed abusi commessi dalle forze dell’ordine in violazione degli artt. 2 e 3 della CEDU ................................................................................... » 122

2.1. Uso eccessivo della forza e violazioni dell’art. 2 della CEDU (casi Giuliani e Gaggio, Alikaj e altri) ............ » 122

2.2. Le violazioni dell’art. 3 della CEDU sotto il profilo materiale: i principi generali elaborati dalla Corte ...... » 127

2.3. (segue) Uso eccessivo della forza e maltrattamenti qualificabili come «tortura» (caso Cestaro) ............... » 131

2.4. (segue) Maltrattamenti inflitti a persone in stato di detenzione, arresto o fermo per l’identificazione qualificabili come «trattamenti inumani e degradanti» (casi Sarigiannis, Alberti e Saba) ................................ » 132

2.5. Le violazioni dell’art. 3 della CEDU sotto il profilo procedurale: principi generali elaborati dalla Corte e loro applicazione ai casi esaminati .............................. » 136

3. Violazione strutturale della Convenzione e “misure gene-rali”: le iniziative legislative volte ad introdurre il reato di tortura nell’ordinamento penale italiano .............................. » 140

4. Considerazioni conclusive .................................................... » 142

CAPITOLO II

Violenza domestica e diritto all’informazione della vittima

(art. 3 CEDU) di Anna Iermano

1. Introduzione al tema: il diritto all’informazione della

vittima di violenza domestica ............................................... pag. 147 2. Il caso Rumor: la fattispecie concreta ................................... » 148 2.1. Profili applicativi dell’art. 3 della CEDU ed obblighi

positivi a carico dello Stato ......................................... » 149 2.2. Cenni sulla violenza domestica nella giurisprudenza

della Corte di Strasburgo ............................................. » 155 3. L’obbligo di informare la vittima nell’ordinamento italiano:

a proposito della L. 15 ottobre 2013, n. 119 e del D.Lgs. 15 dicembre 2015, n. 212 .......................................................... » 157

4. Considerazioni finali ............................................................ » 163

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XXVI INDICE

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CAPITOLO III

La tutela dei migranti irregolari

e dei richiedenti protezione internazionale

(artt. 3, 5, 8 e 13 CEDU; art. 4 Protocollo 4)

di Rossana Palladino

1. Breve premessa sulla giurisprudenza della Corte di Strasburgo relativa alla tutela dei migranti irregolari e dei richiedenti protezione internazionale nel quinquennio 2010-2015 ...................................................................................... pag. 167

2. Ingresso e soggiorno degli stranieri: tra l’affermazione dell’inesistenza di un diritto in capo ai migranti e i limiti all’esercizio del potere statale di allontanamento ................... » 169

2.1. I limiti derivanti dal divieto di “ingerenza” nella vita privata e familiare ........................................................ » 171

2.2. I limiti derivanti dal rispetto del principio di non-refoulement. In particolare circa l’espulsione di (presunti) terroristi nella giurisprudenza post-Saadi ..... » 173

2.3. Il divieto dei respingimenti in alto mare e delle espulsioni collettive: l’affaire Hirsi Jamaa e le successive pronunce .................................................... » 178

3. Il trattamento dei migranti irregolari: questioni inerenti alla privazione della libertà personale e alle condizioni di “accoglienza”. In particolare il caso Khlaifia ........................ » 185

4. L’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale trasferiti in Italia nell’ambito del “sistema Dublino” ........... » 189

5. L’impatto della giurisprudenza della Corte di Strasburgo nell’ordinamento italiano ...................................................... » 193

6. Profili conclusivi anche in relazione ai riflessi nell’ordina-mento dell’Unione europea ................................................... » 198

CAPITOLO IV

Il sovraffollamento carcerario

(art. 3 CEDU)

di Maria Laura Aversano

1. Premessa: il sovraffollamento carcerario, come trattamento inumano e degradante, tra diritto internazionale e diritto interno .................................................................................. pag. 205

2. La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di condizioni detentive: la sentenza pilota Torreggiani .......................................................................... » 208

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INDICE XXVII

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2.1. La sentenza Ciobanu del 9 luglio 2013, tra fatto e diritto ........................................................................... pag. 223

2.2. L’evoluzione della giurisprudenza CEDU sul tema: da Sulejmanovic in poi ..................................................... » 227

3. Le ricadute della sentenza Torreggiani sul piano interno ed internazionale ....................................................................... » 231

3.1. Dalle prime misure interne per fronteggiare il sovraffollamento carcerario alle misure adottate in esecuzione della sentenza pilota .................................. » 233

3.1.1. L’applicazione pratica dei nuovi rimedi interni » 237 3.2. (segue): i riflessi sullo Stato italiano nel consesso

internazionale .............................................................. » 243 3.2.1. La CEDU riconsidera la situazione italiana: le

decisioni Stella e Rexhepi del 2014 ................ » 244 3.2.2. Il caso italiano come modello ......................... » 246 4. Conclusioni .......................................................................... » 249

CAPITOLO V

La privazione della libertà personale

(art. 5 CEDU)

di Luigi Kalb

I. LA TASSATIVITÀ DELLE IPOTESI DI RESTRIZIONE «REGOLARE» ..... pag. 251

1. Il diritto della persona alla libertà e alla sicurezza nell’art. 5 CEDU ................................................................................... » 251

2. Il caso Baratta: la connessione tra detenzione all’estero per fini estradizionali e l’assenza al proprio procedimento .......... » 254

3. Il caso Khlaifia e la restrizione nei confronti di immigrati irregolari ............................................................................... » 256

4. Il caso Gallardo Sanchez: l’eccessiva durata della restrizione a seguito di estradizione ........................................................ » 264

5. Il caso Messina e la corretta applicazione della liberazione anticipata ............................................................................... » 269

6. Il caso Toniolo e le incertezze sulla fonte normativa ............. » 271 7. Il caso Seferovic e la detenzione in un centro di protezione e

di assistenza .......................................................................... » 275 8. Il caso Hokic e i tempi di rimessione in libertà ...................... » 280 9. Gli effetti delle soluzioni adottate dalla Corte europea

sull’ordinamento nazionale ................................................... » 283

II. I DIRITTI RICONOSCIUTI ALLA PERSONA DESTINATARIA DELL’ARRESTO O DELLA DETENZIONE ............................................ pag. 287

1. I diritti minimi ....................................................................... » 287 2. Il caso Khlaifia: il diritto ad essere informati e ad ottenere un

controllo giurisdizionale ........................................................ » 288

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XXVIII INDICE

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3. Il diritto alla riparazione per violazione dell’art. 5 CEDU: a) il caso Baratta ................................................................... pag. 293

4. (segue): b) il caso Messina .................................................... » 295 5. (segue): c) il caso Seferovic ................................................... » 298 6. Gli effetti delle soluzioni adottate dalla Corte europea

sull'ordinamento nazionale .................................................... » 300

CAPITOLO VI

Il diritto di accesso ad un giudice

(art. 6, par. 1, CEDU; art. 1 Protocollo addizionale) di Francesco Verdoliva

1. Premessa metodologica ........................................................ pag. 303 2. Il caso Mottola. Descrizione del fatto .................................. » 305 3. Le questioni di diritto rilevanti in ordine alla violazione

dell’articolo 6, par. 1, CEDU ............................................... » 306 3.1. L’“oscillazione” giurisprudenziale del Consiglio di

Stato in relazione all’interpretazione del settimo com-ma dell’articolo 69 del cd. T.U. sul pubblico impiego » 306

3.2. L’intervento nomofilattico delle Sezioni Unite della Cassazione ................................................................... » 308

3.3. Analisi della decisione della Corte di Strasburgo ........ » 310 4. I profili inerenti alla violazione dell’articolo 1 del

Protocollo n. 1 alla CEDU ed il diritto alla pensione ........... » 314 5. La precedente giurisprudenza della Corte di Strasburgo ...... » 316 6. L’adeguamento dell’ordinamento italiano alla giurispru-

denza della Corte di Strasburgo ........................................... » 318 7. Conclusioni. La tendenza legislativa italiana ed il diritto di

accesso al giudice tra ostacoli economici e giuridici all’esercizio del diritto .......................................................... » 320

CAPITOLO VII

Parità delle armi in tema di prova civile

(art. 6, par. 1, CEDU) di Luigi Iannicelli

1. Generalità sulla nozione di parità delle armi nella giurispru-

denza della Corte europea dei diritti dell’uomo e nel diritto interno .................................................................................. pag. 325

2. La sussistenza di squilibrio fra le parti in punto di composizione, posizione e ruolo processuale del collegio peritale (il caso Placì) .......................................................... » 333

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INDICE XXIX

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3. La ragionevole possibilità di esporre le proprie ragioni anche in punto di prova (il caso Maniscalco; cenni ai casi Anghel e Grande Stevens e altri) .......................................... pag. 336

4. Il diritto paritario alla prova: il dibattito italiano .................. » 342 5. (segue) Il diritto paritario alla prova: i precedenti della

Corte europea dei diritti dell’uomo ...................................... » 347 6. Conclusioni .......................................................................... » 349

CAPITOLO VIII

Il diritto all’udienza pubblica

(art. 6, par. 1, CEDU)

di Francesco Buonomenna

1. Premessa ............................................................................... pag. 355 2. La sentenza Lorenzetti .......................................................... » 357 3. Il caso Bongiorno .................................................................. » 361 4. Natura e limiti del diritto alla pubblicità dell’udienza .......... » 363 5. Esercizio del diritto all’udienza pubblica e tipologie di

procedimenti ......................................................................... » 368 6. Effetti della giurisprudenza CEDU nel percorso argomen-

tativo della Corte Costituzionale in tema di pubblica udienza » 370

CAPITOLO IX

La ragionevole durata del processo

(art. 6, par. 1, CEDU) di Antonio Didone e Andrea Didone

1. La ragionevole durata del processo fra criticità normative

ed incertezze applicative ...................................................... pag. 379 2. Corte europea dei diritti dell’uomo e condanna dello Stato

italiano: il caso Romano ....................................................... » 384 2.1. Durata delle procedure concorsuali e necessario

equilibrio tra la protezione del diritto al rispetto dei beni dell’individuo e le esigenze di interesse generale » 390

3. L’introduzione della c.d. “Legge Pinto” e le successive novelle legislative ................................................................. » 394

3.1. I procedimenti che “rampollano dal fallimento” ......... » 400 3.2. Le riforme delle procedure concorsuali ....................... » 403 4. I limiti di ragionevole durata del processo: interviene la

Corte Costituzionale ............................................................. » 408 4.1. Il solco tracciato dalla giurisprudenza di Strasburgo e

della Corte di Cassazione ............................................ » 411

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XXX INDICE

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5. Profili conclusivi. L’unicità del processo e il contrasto fra giurisprudenza interna ed europea ........................................ pag. 413

5.1. (segue) La strada di ritorno per Strasburgo ................. » 417 5.2. La Corte europea sulla concreta efficacia dei rimedi

preventivi rispetto al protrarsi dei tempi processuali .. » 419

CAPITOLO X

Obbligo di motivazione e rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia

(art. 6, par. 1, CEDU)

di Daniela Fanciullo 1. L’obbligo delle giurisdizioni di ultima istanza di motivare,

ex art. 6, par. 1, della CEDU, il rifiuto di operare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia ...................................... pag. 421

2. Le sentenze di condanna nei confronti dell’Italia: il caso Schipani ................................................................................ » 424

2.1. (segue) Le questioni di diritto esaminate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo ....................................... » 426

2.2. (segue) Il caso Dhahbi ................................................ » 428 3. Profili di diritto interno ........................................................ » 432 4. Ulteriori pronunce della Corte di Strasburgo sulla viola-

zione dell’obbligo di motivazione in caso di omesso rinvio » 438 5. Osservazioni conclusive ....................................................... » 443

CAPITOLO XI

Legge di interpretazione autentica ed equo processo

(art. 6, par. 1, CEDU; art. 1, Protocollo addizionale)

SEZIONE I

Il contenzioso relativo al personale ATA

di Maria Josè Vaccaro 1. Le leggi di interpretazione autentica e la loro incidenza sul

“giusto processo” ................................................................. pag. 447 2. La vicenda del personale ATA passato allo Stato: il fatto e

la sua valutazione da parte della giurisprudenza interna prima della sentenza Agrati .................................................. » 450

2.1. La sentenza Agrati del 7 giugno 2011 ......................... » 459 2.2. Gli interventi successivi alla sentenza Agrati: la

sentenza Scattolon della Corte di giustizia dell’Unio-ne europea ................................................................... » 464

3. Risposta dei giudici italiani e considerazioni finali .............. » 468

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INDICE XXXI

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SEZIONE II Il contenzioso in tema di pensioni dei lavoratori italiani in Svizzera

di Lorenzo Ioele

1. L’oggetto del contenzioso .................................................... pag. 475 2. Le sentenze Cataldo, Stefanetti e Maggio: la descrizione

della vicenda ........................................................................ » 476 2.1. Le questioni di diritto: preminenza del diritto ed equo

processo ....................................................................... » 479 2.2. (segue) L’ingerenza ingiustificata nel godimento dei

beni e il principio di non discriminazione ................... » 482 3. La situazione attuale in Italia ............................................... » 486 4. Considerazioni conclusive .................................................... » 488

CAPITOLO XII

Indennizzo per trasfusioni (art. 6, par. 1 e art. 2 CEDU; art. 1, Protocollo addizionale)

di Daniela Marrani 1. Il problema dell’indennizzo per emotrasfusioni o som-

ministrazione di emoderivati nella giurisprudenza della Corte EDU ............................................................................ pag. 491

1.1. L’indennizzo per emotrasfusioni o somministrazione di emoderivati, il diritto all’equo processo ai sensi dell’art. 6, par. 1 della CEDU e l’art. 1 del Protocollo n. 1 ............................................................................... » 491

1.2. La tutela procedurale dell’art. 2 della CEDU .............. » 493 2. Il caso M.C. e altri ................................................................ » 494 2.1. La violazione dell’art. 6, par. 1 della CEDU ............... » 496 2.2. La violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1 alla

CEDU .......................................................................... » 497 2.3. La procedura della sentenza «pilota» .......................... » 500 3. Il caso G.G. e altri ................................................................ » 502 3.1. La tutela dell’art. 2 della CEDU sotto il versante

procedurale .................................................................. » 504 3.2. L’art. 41 della CEDU e i criteri per il riconoscimento

di un’equa soddisfazione ............................................. » 508 4. Ricadute sull’ordinamento nazionale e situazione attuale in

Italia ..................................................................................... » 510 5. Conclusioni .......................................................................... » 512

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XXXII INDICE

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CAPITOLO XIII

Ne bis in idem e doppio binario sanzionatorio

(art. 7 CEDU) di Gaetano De Amicis

1. La garanzia del ne bis in idem nello spazio giuridico

europeo ................................................................................. pag. 515 2. La sentenza della Corte EDU nel caso Grande Stevens ....... » 521 2.1. Divergenze interpretative nel “dialogo” fra le Corti

sovranazionali ............................................................. » 524 2.2. L’evoluzione giurisprudenziale della Corte EDU in

tema di ne bis in idem e “doppio binario sanzio-natorio” ....................................................................... » 527

2.3. Una linea di frattura nei rapporti fra le Corti europee ed il giudice comune? .................................................. » 531

3. Le prime reazioni della giurisprudenza nazionale: uno sguardo d’insieme ................................................................ » 533

4. I recenti interventi del legislatore europeo: la direttiva 2014/57/UE ed il regolamento UE n. 596/2014 in tema di abusi di mercato ................................................................... » 542

4.1. Gli interventi del legislatore nazionale in tema di reati tributari ........................................................................ » 545

5. Le possibili soluzioni interpretative ..................................... » 547 6. Un quadro problematico tuttora aperto ................................ » 558

CAPITOLO XIV

La confisca urbanistica (art. 7 CEDU)

di Antonella Giannelli 1. La confisca urbanistica nel dialogo fra le Corti .................... pag. 563 2. Il caso Varvara ..................................................................... » 565 2.1. La discussa natura della confisca urbanistica .............. » 567 2.2. I precedenti giurisprudenziali: il caso SUD Fondi ...... » 572 3. Le ricadute sull’ordinamento nazionale con particolare

riguardo alla sentenza della Corte Costituzionale n. 49 del 14 gennaio 2015 ................................................................... » 574

4. Conclusioni .......................................................................... » 579

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INDICE XXXIII

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CAPITOLO XV

Creazione giurisprudenziale, irretroattività e legalità penale

(art. 7 CEDU)

di Giovanni Diotallevi 1. La vicenda e il contenuto della sentenza Contrada .............. pag. 591 2. Il problematico inquadramento del concetto di «legalità

penale europea» ................................................................... » 592 2.1. L’analisi della Corte .................................................... » 593 2.2. Lo stato della giurisprudenza all’epoca del fatto

contestato .................................................................... » 594 3. Il “diritto” di origine giurisprudenziale e il principio di

legalità .................................................................................. » 595 4. Le ricadute della sentenza Contrada nell’ordinamento

interno e la loro incidenza sul principio di legalità .............. » 598 4.1. La tipicità della funzione nomofilattica della Corte di

Cassazione ................................................................... » 601 5. La legalità penale, la discrezionalità del giudice e il

“sistema complesso” dell’interpretazione ............................ » 603

CAPITOLO XVI

Il diritto al rispetto della “vita privata”

nel regime di riabilitazione civile del fallito

(art. 8 CEDU) di Angela Martone

1. Il concetto di “vita privata”: pluralità di significati .............. pag. 607 2. Le pronunce della Corte europea sulla riabilitazione civile

del fallito: dal caso Campagnaro al caso De Carolis e Lolli » 610 2.1. Le pronunce di condanna della Corte europea pre-

riforma ......................................................................... » 611 2.2. Le pronunce di condanna della Corte europea post-

riforma ......................................................................... » 614 3. La riforma nazionale operata dal d.lgs. n. 5 del 2006 e i

problemi applicativi ............................................................. » 616 4. Conclusioni .......................................................................... » 622

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XXXIV INDICE

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CAPITOLO XVII

La ricerca delle proprie origini e il diritto all’identità personale

(art. 8 CEDU)

di Luisa Cassetti e Sabrina Vannuccini

1. Parto anonimo e (mancato) bilanciamento dei diritti ............. pag. 625 2. Il caso Godelli: il fatto ........................................................... » 628 2.1. La motivazione in diritto .............................................. » 629 3. L’epilogo della sentenza sul caso Godelli alla luce degli

interventi giurisprudenziali e legislativi ............................... » 633 4. Riflessioni conclusive sulle residue criticità della riforma in

corso di approvazione .......................................................... » 652

CAPITOLO XVIII

Il cognome materno

(art. 8 CEDU)

di Gisella Pignataro

1. Il cognome familiare tra tradizione e Costituzione .............. pag. 657 2. L’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo: il

caso Cusan e Fazio ............................................................... » 662 2.1. L’occasio decidendi: la questione posta all’attenzione

della Corte ................................................................... » 662 2.2. I confini giuridici della decisione ................................ » 664 2.3. Il cognome nella giurisprudenza della Corte ............... » 667 3. Efficacia nell’ordinamento nazionale: effetti mediati inter

partes ed erga omnes ........................................................... » 668 4. Considerazioni conclusive .................................................... » 671

CAPITOLO XIX

Il diritto al rispetto della vita familiare

e il riconoscimento delle unioni same sex

(art. 8 CEDU)

di Antonio Valitutti

1. Nozione di famiglia e pluralità di modelli familiari ............. pag. 675 2. L’ordinamento italiano al vaglio della Corte europea dei

diritti dell’uomo in relazione al tema delle unioni civili same sex: la sentenza Oliari ed altri .................................... » 682

3. La situazione attuale ............................................................. » 686 4. Conclusioni .......................................................................... » 688

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INDICE XXXV

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CAPITOLO XX

Fecondazione assistita e diagnosi preimpianto

sulla salute dell’embrione

(art. 8 CEDU)

di Vitulia Ivone e Caterina Miraglia

1. La fecondazione artificiale tra scienza e diritto: l’avvento delle nuove tecnologie diagnostiche e i limiti del legislatore interno .................................................................................. pag. 693

1.1. La procreazione medicalmente assistita tra diritto alla salute e consenso informato ........................................ » 695

2. La portata del divieto della diagnosi preimpianto presente nella Legge 19 febbraio 2004, n. 40 recante «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita» ................ » 696

3. Il caso Costa e Pavan ........................................................... » 700 4. La portata dell’art. 8 della CEDU e il diritto alla vita privata

e familiare ............................................................................ » 702 5. Ricadute sull’ordinamento nazionale: l’ordinanza ex art.

700 c.p.c. del Tribunale di Roma e gli effetti sulla Legge n. 40 .......................................................................................... » 704

6. Casi giurisprudenziali antecedenti: la sentenza S.H c. Austria .................................................................................. » 705

7. Il caso Parrillo ..................................................................... » 707 8. La Corte e il criterio dell’ampio margine di valutazione

riconosciuto all’Italia nel decidere in tema di libertà della ricerca scientifica sugli embrioni ......................................... » 709

9. Casi giurisprudenziali di riferimento: Evans c. Regno Unito; S. H. and others c. Austria; Knecht c. Romania ........ » 712

10. Riflessioni conclusive .......................................................... » 714

CAPITOLO XXI

La maternità surrogata: ordine pubblico e best interest of the child

(art. 8 CEDU)

di Angela Martone

1. Il ricorso alla maternità surrogata fra divieti nazionali e mancata regolamentazione internazionale ............................ pag. 717

2. La pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dello Stato italiano: il caso Paradiso e Campanelli ........................................................................... » 722

3. Trascrivibilità degli atti di nascita e ordine pubblico inter-nazionale: gli orientamenti della giurisprudenza italiana in tema di maternità surrogata .................................................. » 728

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XXXVI INDICE

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4. Ulteriori pronunce delle Corti europee sulla maternità surrogata ............................................................................... pag. 733

5. Riflessioni conclusive .......................................................... » 737

CAPITOLO XXII

Adottabilità e mantenimento dei rapporti con la famiglia biologica

(art. 8 CEDU)

di Stefania Stefanelli 1. Dichiarazione di adottabilità e interesse del minore ............. pag. 739 2. Tutela della vita familiare e interesse alla conservazione

dell’affettività nella giurisprudenza della Corte europea (S.H. del 2015; Akinnibosun del 2015; Manuello del 2015; Zhou del 2014; Moretti and Benedetti del 2010) .................. » 744

3. La conservazione dei rapporti familiari nella riforma .......... » 752 4. Considerazioni conclusive: adozione aperta e genitoriale .... » 759

CAPITOLO XXIII

Il diritto di visita

(art. 8 CEDU)

di Vito Colucci

1. Il diritto di visita (art. 8 CEDU) ............................................. pag. 765 2. La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 17

novembre 2015 Bondavalli .................................................. » 766 2.1. Descrizione del fatto ................................................... » 766 2.2. Analisi delle questioni di diritto .................................. » 769 2.3. La valutazione della Corte e l’applicazione al caso di

specie dei principi enunciati ........................................ » 770 3. Casi giurisprudenziali precedenti (Santilli, Lombardo e

Piazzi) ................................................................................... » 774 4. Ricadute della sentenza Bondavalli sull’ordinamento nazio-

nale e sulla situazione attuale in Italia .................................. » 777 4.1. L’impegno del legislatore italiano nella previsione di

strumenti normativi adeguati ....................................... » 777 4.2. L’impegno dello Stato italiano nella creazione e nel

rafforzamento di strutture organizzative idonee .......... » 778 4.3. L’impegno delle autorità giudiziarie italiane nell’ado-

zione di tutti gli strumenti possibili, a legislazione esistente, per garantire l’effettività, in tempi ragio-nevoli, del diritto di visita del genitore non convivente con il minore ............................................................... » 780

5. Considerazioni conclusive ..................................................... » 783

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INDICE XXXVII

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CAPITOLO XXIV

La sottrazione internazionale di minori

(art. 8 CEDU)

di Maria Caterina Baruffi

1. La sottrazione internazionale di minori in relazione al diritto al rispetto della vita privata e familiare tutelato dall’art. 8 CEDU ................................................................................... pag. 785

2. Le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dello Stato italiano: i casi Šneersone e Kampanella, Qama e Anghel ..................................................................... » 792

2.1. (segue) i profili giuridici rilevanti: gli obblighi positivi e i principi generali ...................................................... » 799

3. Le questioni di diritto interno: il procedimento per il ritorno del minore e le modifiche introdotte dalla recente riforma della filiazione ...................................................................... » 807

4. Un raffronto tra la giurisprudenza delle Corti di Strasburgo e di Lussemburgo .................................................................... » 813

5. Considerazioni conclusive ..................................................... » 818

CAPITOLO XXV

Il diritto di vivere in un ambiente salubre

(art. 8 CEDU)

di Gaetano D’Avino

1. La “crisi dei rifiuti” in Campania .......................................... pag. 821 1.1. La fine “anticipata” dell’emergenza ed i giudizi d’ina-

dempimento resi dalla Corte di giustizia dell’Unione europea ........................................................................ » 825

2. La sentenza Di Sarno ............................................................ » 829 2.1. (segue) in particolare: il merito della vicenda ............... » 834 2.2. (segue) … ed il substrato giurisprudenziale che l’ha

generata ....................................................................... » 836 3. Dalla “crisi dei rifiuti” alla “terra dei fuochi” ........................ » 839 3.1.Un’emergenza tutt’altro che superata: dal danno

ambientale ed economico alle incidenze sulla salute della popolazione? ....................................................... » 842

4. Considerazioni conclusive sull’arresto e sull’approccio adottato dalla Corte europea .................................................. » 846

4.1. (segue) … e speranze ................................................... » 849

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XXXVIII INDICE

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CAPITOLO XXVI

La libertà di religione

(art. 9 CEDU) di Giuseppe D’Angelo

1. Notazioni preliminari. La libertà di religione nel perimetro

normativo dell’art. 9 CEDU ................................................. pag. 853 2. Il caso Sessa: la fattispecie e la decisione ............................ » 859 2.1. Le argomentazioni delle parti e le questioni giuridiche

rilevanti: in particolare, la supposta violazione dell’art. 9 ..................................................................... » 860

2.2. La valutazione (della maggioranza) della Corte: non ingerenza e proporzionalità ......................................... » 864

2.3. Il dissenso della minoranza: l’incerta sottolineatura del valore della libertà religiosa ed il passaggio dalla proporzionalità all’accomodamento ragionevole ........ » 867

3. Il caso Sessa nel contesto della giurisprudenza della Corte . » 870 3.1. (segue) ed in rapporto alle odierne dinamiche della

libertà religiosa ............................................................ » 877 4. Conclusioni .......................................................................... » 882

CAPITOLO XXVII

La libertà di espressione

(art. 10 CEDU) di Romina Incutti

1. Breve inquadramento delle sentenze analizzate ................... pag. 883 2. Le fattispecie giurisprudenziali esaminate in fatto e in

diritto: il caso Di Giovanni ................................................... » 885 2.1. Il caso Belpietro ............................................................ » 889 2.2. Il caso Ricci ................................................................... » 894 2.3. Il caso Peruzzi ............................................................... » 900 3. Ricadute sull’ordinamento nazionale: adeguamenti giu-

risprudenziali ........................................................................ » 904 3.1. Passi intrapresi dal legislatore: il DDL in materia di

diffamazione ................................................................ » 909 3.2. Il DDL “Costa” ed il Consiglio d’Europa: l’Italia sta

andando nella direzione giusta? .................................. » 914 4. Conclusioni .......................................................................... » 917

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INDICE XXXIX

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CAPITOLO XXVIII

La libertà di comunicare informazioni e idee

(art. 10 CEDU)

di Armando Lamberti 1. Il tema oggetto della sentenza Centro Europa 7 .................. pag. 919 2. Disamina del caso ................................................................ » 923 3. Analisi giuridica delle questioni decise con la sentenza: i

principi generali in tema di libertà di espressione ai sensi dell’art. 10 della CEDU ........................................................ » 934

3.1. L’applicazione dei principi al caso Centro Europa 7 .. » 942 4. La violazione dell’art. 1 del Protocollo addizionale alla

CEDU ................................................................................... » 948 5. Gli altri motivi di ricorso: la dedotta violazione dell’art. 14

e dell’art. 6 della CEDU ....................................................... » 950 6. Considerazioni conclusive ed esame delle ricadute nell’or-

dinamento nazionale ............................................................. » 951

CAPITOLO XXIX

Diritto di proprietà, espropriazione,

occupazione sine titulo

(art. 1, Protocollo addizionale CEDU) di Antonio Scarpa

1. Introduzione ai casi Chinnici, Odescalchi-Lante della

Rovere e Preite ..................................................................... pag. 955 2. Descrizione dei fatti ............................................................. » 956 3. Analisi delle questioni di diritto e precedenti della Corte

europea dei diritti dell’uomo ................................................ » 961 4. Ricadute sull’ordinamento italiano ...................................... » 962 5. Considerazioni conclusive: la nozione europea di proprietà

e la giurisprudenza italiana ................................................... » 965

CAPITOLO XXX

I diritti dei creditori di un ente locale in stato di dissesto

(art. 1, Protocollo addizionale; art. 6, par. 1, CEDU)

di Alessia Mari 1. Introduzione .......................................................................... pag. 977 2. Le sentenze “gemelle” De Luca e Pennino ............................ » 979

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XL INDICE

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2.1. La disciplina del dissesto degli enti locali e la sua compatibilità costituzionale .......................................... pag. 980

2.2. Il divieto di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti di un ente locale dissestato e la competenza dell’organo straordinario di liquidazione: riflessi sui casi De Luca e Pennino ............................... » 983

3. Il divieto di azioni esecutive nei confronti di un ente dissestato all’esame della Corte di Strasburgo. La violazione del diritto al rispetto dei propri “beni” e del diritto di accesso ad un tribunale ...................................................................... » 988

3.1. Il “credito” come “bene” ex art. 1, Prot. 1, CEDU. La ingerenza nel diritto al rispetto dei propri beni nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e nei casi De Luca e Pennino ....................................... » 990

3.2. La ingerenza nell’esercizio del diritto di accesso ad un tribunale ed i limiti alla stessa negli insegnamenti della Corte di Strasburgo ...................................................... » 994

4. La “compatibilità” con la CEDU della normativa italiana sul dissesto degli enti locali versus la “incompatibilità” della irragionevole durata della procedura di risanamento finan-ziario. Brevi considerazioni conclusive ................................. » 996

CAPITOLO XXXI

Il diritto all’istruzione e all’educazione

(art. 2, Protocollo addizionale CEDU)

di Anna Iermano

1. Premessa: il diritto all’istruzione e all’educazione nel sistema convenzionale .......................................................... pag. 1001

2. Il caso Tarantino e l’art. 2, primo periodo, del Protocollo addizionale CEDU ............................................................... » 1002

2.1. Il diritto all’istruzione e l’accesso limitato ai corsi di laurea ........................................................................... » 1003

3. Il caso Lautsi e l’art. 2, secondo periodo, del Protocollo addizionale CEDU ............................................................... » 1006

3.1. Il diritto dei genitori di provvedere all’educazione e all’insegnamento dei figli secondo le proprie convin-zioni religiose e filosofiche ......................................... » 1008

4. Il diritto all’istruzione negli atenei italiani: a proposito del “numero chiuso” e dei test di ingresso ................................. » 1011

5. L’esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche in Italia » 1016 6. Considerazioni conclusive .................................................... » 1022

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INDICE XLI

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CAPITOLO XXXII

Limiti all’esercizio del diritto di voto dei detenuti

(art. 3, Protocollo addizionale CEDU)

di Valeria Tevere

1. Breve inquadramento sul diritto di voto ............................... pag. 1027 2. Violazione dell’art. 3 del Protocollo n. 1, CEDU in riferi-

mento alla fattispecie della limitazione del voto dei condannati (caso Scoppola n. 3) ........................................... » 1030

3. Ricadute sull’ordinamento italiano (e sull’ordinamento britannico) ............................................................................ » 1035

4. Profili di comparazione: un esempio di “dialogo indiretto” tra la Corte di Strasburgo e la Corte di giustizia (caso Delvigne) .............................................................................. » 1036

5. Osservazioni conclusive ....................................................... » 1040

CAPITOLO XXXIII

Le limitazioni alla libertà di circolazione

(art. 2, Protocollo 4 CEDU)

di Michela Capozzolo 1. Considerazioni introduttive .................................................. pag. 1043 2. Una nuova ipotesi di limitazione alla libertà di circolazione:

il caso Battista. Circostanze fattuali ed elementi di diritto ... » 1046 3. Le altre pronunce della Corte di Strasburgo (2010-2015)

contro l’Italia in tema di violazione dell’art. 2 Protocollo n. 4: il caso Villa e il caso De Tommaso .............................. » 1054

3.1. La giurisprudenza pregressa: la violazione dell’art. 2, Protocollo n. 4 CEDU nelle procedure concorsuali .... » 1059

4. L’art. 2 Protocollo n. 4 CEDU: il contenuto delle libertà tutelate e l’ambito di applicazione soggettivo ...................... » 1060

4.1. (segue) Le limitazioni alla libertà di circolazione ....... » 1063 5. Considerazioni conclusive .................................................... » 1067

CAPITOLO XXXIV

Profili procedurali del ricorso innanzi alla Corte di Strasburgo

(art. 34 CEDU)

di Giuseppina Mastrogiovanni

1. La validità e l’efficacia della procura alle liti e la legittima-zione ad agire ai sensi dell’art. 34 CEDU. Rilievi intro-duttivi ................................................................................... pag. 1071

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XLII INDICE

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2. Il caso Hussun e a.: disamina della fattispecie concreta e della quaestio juris decisa dalla Corte di Strasburgo ........... pag. 1072

3. (segue) La validità e l’efficacia della procura alle liti nella giurisprudenza di Strasburgo ................................................ » 1075

4. (segue) La disciplina della procura alle liti nell’ordinamento nazionale: profili di diritto positivo e percorsi giurispru-denziali ................................................................................. » 1080

5. (segue) Confronto tra la disciplina della procura alle liti dettata per il procedimento dinanzi alla Corte di Strasburgo e la disciplina interna. Considerazioni conclusive ................ » 1085

6. Il caso Chinnici: disamina della fattispecie concreta e della soluzione adottata dalla Corte di Strasburgo ........................ » 1086

7. (segue) La legittimazione ad agire ai sensi dell’art. 34 CEDU. In particolare: la qualificazione del ricorrente siccome “vittima”, quale requisito fondativo della ricevi-bilità del ricorso .................................................................... » 1091

8. (segue) Sussistenza della qualità di “vittima” in capo al ricorrente ed impatto della giurisprudenza di Strasburgo nell’ordinamento interno. Osservazioni conclusive ............. » 1094

Appendice giurisprudenziale ........................................................ » 1099

Bibliografia generale ................................................................... » 1115