C’e’ un diritto alla morte ?

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1 C’é un diritto alla morte?

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Spunti per il dialogo

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C’é un diritto alla morte?

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Rivendico come sacro il mio diritto a scegliere il quando e il come

morire

Tale posizione di Indro Montanelli e del manifesto sull’eutanasia è razionalmente corretta e moralmente accettabile?

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E’ immorale tollerare, accettare o imporre la sofferenza

Che cosa è giusto fare di fronte alla sofferenza di un malato terminale?

La sofferenza è inutile o ha un senso nella crescita interiore di una persona?

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L’uomo è padrone della propria vita e può decidere quando essa debba finire?

Nella storia del pensiero umano occidentale esistono due tipi di risposte:

Favorevoli: Seneca, J.P. Sartre, F. Nietzsche

Contrari: Platone, Aristotele, neoplatonici

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13/04/2023 5

Il pensiero cristiano

S. Agostino:

NON UCCIDIRE NE’ UN ALTRO NE’ TE

S. Tommaso:

LA VITA E’ DONO DATO DA DIO ALL’UOMO

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LA VITA UMANA É INDISPONIBILE

L’unico diritto assoluto è il diritto alla vita E’ un diritto naturale, inviolabile

Nessuna legge umana può disporne

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GIURAMENTO DI IPPOCRATE

I medici all’inizio della loro professione promettono di:

AIUTARE I MALATI A VIVERE NEL MIGLIOR MODO POSSIBILE RICORRENDO A TUTTI I MEZZI UTILI PER TALE SCOPO

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CHE COSA VUOL DIRE DIRITTO A MORIRE CON DIGNITA’?

assistere amorevolmente il malato terminale alleviargli le sofferenze lenirgli le angosce aiutarlo a morire serenamente

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Il problema della sofferenza

E’ barbaro e crudele continuare a far soffrire una persona quando la sua vita ha perduto qualsiasi dignità, bellezza, significato, prospettiva di avvenire.

Ha diritto di vivere solo l’uomo sano, intelligente, utile?

E i malati inguaribili, i disabili gravi, i neonati con gravi malformazioni?

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Il mistero della sofferenza come roccia dell’ateismo

La sofferenza è un male che deve essere combattuto con ogni mezzo onesto e ragionevole, senza illudersi che essa possa essere eliminata del tutto dalla vita umana.

nella prospettiva cristiana non ci sono sofferenze inutili

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La croce di Dio:mistero della

redenzione

Da frutto e conseguenza del peccato la sofferenza umana è divenuta strumento di salvezza per colui che soffre “in Cristo”.

Per il credente nessuna sofferenza è inutile

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Il valore redentivo

del soffrire

Il cristiano ricco di fede nel dolore si sente unito alla sofferenza di Cristo sulla croce.

Tale esperienza interiore offre una consapevolezza profonda del valore salvifico dei dolori nella vita

Questa comprensione permette di affrontare anche le situazioni più tragiche

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Georg Büchner, uno dei più intensi scrittori dell'Ottocento tedesco, nel suo dramma La morte di Danton (1835) si chiedeva: «Perché soffro?». E concludeva: «Questa è la roccia dell'ateismo».

Ricordiamo le alternative lapidarie del filosofo greco Epicuro, così come ce le ha trasmesse lo scrittore cristiano Lattanzio nella sua opera De ira Dei (c. 13): «Se Dio vuol togliere il male e non può, allora è impotente. Se può e non vuole, allora è ostile nei nostri confronti. Se vuole e può, perché allora esiste il male e non viene eliminato da lui?».

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Chi non ricorda quel passo dei Fratelli Karamazov dove Dostoevskij s'interroga: «Se tutti devono soffrire per comprare con la sofferenza l'armonia eterna, che c'entrano i bambini? È del tutto incomprensibile il motivo per cui dovrebbero soffrire anche loro e perché tocchi pure a loro comprare l'armonia con la sofferenza».

Kafka nei suoi Diari annotava: «Sono arrivato alla convinzione che la tubercolosi non sia una malattia particolare, un male degno di questo nome, ma soltanto una maggiore intensità del germe generale della morte, la mia ferita, della quale la lesione ai polmoni è solo un simbolo»

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Nel Mito di Sisifo (1942) lo scrittore Albert Camus osservava: «C'è un solo problema importante per la filosofia, il suicidio. Decidere, cioè, se metta conto di vivere o no».

Saul Bellow, nel suo romanzo Il re della pioggia (1959): la sofferenza è forse l'unico mezzo per rompere il sonno dello spirito

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Gabriele D'Annunzio nel suo Libro segreto (1935) dichiarava: «So che le cause del mio male sono nell'oscurità del mio spirito che a poco a poco io rischiaro guarendomi. V'è, se io sono infermo, un fallo di armonia non solo nella mia carcassa ma nella mia anima. Ho in mente che qualcuno abbia considerato la malattia come un problema musicale. Ma forse son io quegli»

Meister Eckhart (1260 ca.-1327) : Nulla sa più di fiele del soffrire, nulla sa più di miele dell'aver sofferto; nulla di fronte agli uomini sfigura il corpo più della sofferenza, ma nulla di fronte a Dio abbellisce l'anima più dell'aver sofferto

René Latourelle: i Vangeli senza miracoli di guarigione sono come l'Amleto di Shakespeare senza il principe

Paul Claudel: Dio non è venuto a spiegare la sofferenza, è venuto a riempirla della sua presenza

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IL PENSIERO RELIGIOSO BIBLICO

«Dio non ha creato la morte e non gode della rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra» (Sap

1, 13-14)

L'amore divino non ci protegge «da» ogni male ma ci sostiene «in» ogni male facendocelo superare. L'esperienza del male rimane angosciante come un carcere. L'ingresso del Figlio di Dio in quel

carcere segna una svolta: esso non è sbarrato per sempre, in un'immanenza che si consuma in se stessa, ma viene aperto per un «oltre». Questo «oltre» è illustrato in modo nitido sia attraverso i

miracoli compiuti da Cristo sia attraverso la sua Pasqua.

 «Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate» (Ap 21, 4)