c’é qualcosa nell’aria - Tenuta Sant'Agata · Autodistruggendosi per il denaro ferro, legno e...

24

Transcript of c’é qualcosa nell’aria - Tenuta Sant'Agata · Autodistruggendosi per il denaro ferro, legno e...

c’é qualcosa nell’ariaDemis Martinelli Giacomo Stringhini Ciboldi

Fusion

Le Fusion di Stringhini Ciboldi e Martinelli raccontano la storia di un’amicizia dialettica, un modo personale e intenso di vivere la scultura. Catturando l’energia vitale, Solletico e Fon-dendo emozioni fanno rivivere il rapporto di affiatamento e di collaborazione artistica tra i due scultori che interagiscono magistralmente, pur intendendo l’arte e il lavoro sulla materia in modo diverso. L’idea della Fusion riprende in qualche modo il cadavre exquis surrealista: qui, nello specifico, viene eliminato l’elemento della casualità, ma resta quello ludico. Nella genesi dell’opera uno dei due scultori realizza un pezzo e lo passa all’altro perchè lo completi in totale autonomia di pensiero. Stringhini Ciboldi è l’interprete della natura, della metamor-fosi leggera, nelle sue mani, del marmo e dei legni; Martinelli è, invece, l’artista che forgia col fuoco il metallo, plasmandolo in astrazioni fitomorfe. Il risultato è intrigante: un trittico che mette in luce gli elementi fondamentali della loro amicizia. Fondendo emozioni sembra essere la dichiarazione di un affiatamento artistico sincero coltivato negli anni, Solletico lascia trasparire il sottofondo di costante attrito, il continuo (e proficuo) pungolarsi dei due, infine Catturando l’energia vitale, con la sua struttura aperta e quasi architettonica, sembra delineare il comune impegno e interesse nello sviluppo del lavoro artistico.

N. V.

Fusion

ferro e marmo bianco di Carrara25x25x60 cm - 2008Demis Martinelli e Giacomo Stringhini Ciboldi

Solletico

legno, ferro e marmo Calacatta90x70x25 cm - 2008Giacomo Stringhini Ciboldi e Demis Martinelli

Catturando l’energia vitale

ferro e bambù - 2009300x200x200 cm

Demis Martinelli e Giacomo Stringhini Ciboldi

Osservando l’ultima natura

fotografie, ferro e legno190 x 100 x 50 cm - 2008

Simbolo del capitalismo e dell’eccessi-vo sfruttamento delle risorse, l’albero di Demis rappresenta un’opera di pro-testa. L’uomo della nostra attuale socie-tà si allontana sempre più da tutto ciò che è naturale, che porta al sudore, al lavoro, al rispetto delle altre creature e a condividere con loro l’ambiente. Per non rinunciare alle nostre comodità, per non perdere i piccoli lussi che tutti i giorni ci viziano, preferiamo chiude-re gli occhi e fingere che non esista il disboscamento equatoriale, piuttosto che la lottizzazione della natura per costruire case, muri che stringeranno ulteriormente i nostri confini.

B. Z.

Demis Martinelli

Osservando la perversa ipocrisia

fotografie, ferro, legno e rame200 x 50 x 50 cm (x3) - 2011

Le figure rappresentano spet-tatori passivi, osservatori che giudicano la realtà seguendo modelli e schemi preimpostati. Le sculture scarne delineano corpi con la testa deformata da strani copricapo, emblema del clichè seguito. Gli osservato-ri ipocriti si nascondono dietro commenti chiusi, bigotti, fittizzi solo per potersi sentire migliori e più coerenti verso il loro stile perbenista quotidiano. I corpi nudi e sensuali delle fotografie vengono esposti per essere os-servati, non per essere criticati moralmente, ma l’ipocrisia fa parte dell’uomo tanto quanto il suo cuore e ognuno di noi, an-che inconsciamente, attribuisce giudizi a ciò che osserva.

B. Z.

Demis Martinelli

Autodistruggendosi per il denaro

ferro, legno e rame80 x 80 x 80 cm - 2010

Il mondo è infinito, noi no. L’uomo è solo di passaggio, fa parte di un’era geologica e quando arriverà il momento, la Terra si rivoluzionerà cancellando la maggior parte delle specie viventi.Attualmente l’uomo sta depredando, spol-pando e impoverendo il sottosuolo per trar-ne profitto, sta rendendo impossibile la vita alle altre specie animali e sta inquinando il Pianeta alla velocità della luce.Queste due opere raccontano entrambe la stessa storia ponendo l’accento su aspetti diversi. ‘Vivendo nel mondo dei potenti’ si concen-tra sul tema dell’inquinamento dovuto alla commercializzazione di qualsiasi bene.‘Autodistruggendosi per il denaro’ denun-cia invece lo sfruttamento delle risorse comandato da un’oligarchia che domina il Mondo.

B. Z.

Demis Martinelli

Vivendo nel mondo dei potenti

materiali di recupero, ferro e alberi400 x 150 x 180 cm - 2011

Demis Martinelli

Osservando la mia anima

ferro e rame - 2009190 x 50 x 50 cm

L’artista vuole mostrarsi senza scoprir-si. In quest’opera Demis rappresenta la complessità della sua anima, il duali-smo che lo divide in materia e spirito. La materia si lega al suo corpo, ai suoi istinti, alle necessità fisiche che lo ren-dono ‘uomo animale’.Lo spirito, simboleggiato dal rame fuso, è la parte più preziosa, quella in cui risiedono le sue idee e la sua vita artistica. Solo chi ha l’animo sensibile riesce a comprendere la sua intimità, leggendo la profondità delle sue opere.

B. Z.Demis Martinelli

Osservando ricordi

ferro e granito - 2007diverse dimensioni

Soncino, la città natale dell’artista, è stata teatro di tragici incidenti stradali che hanno bruscamente interrotto numerose giovani vite. L’opera, che fa parte di un’istalla-zione di cinque sculture, è dedica-ta a questi ragazzi, alla memoria di questi amici che hanno dovu-to soccombere troppo in fretta e troppo velocemente alla morte. Le figure richiamano momenti di vita felice, spensierata, quasi volessero suggerire all’osservatore: “Carpe diem, che la vita è un dono”.

B. Z.

Demis Martinelli

Giacomo Stringhini Ciboldi

Fierro fiorito

Ferro - 2007-2012 - Diverse dimensioni

Con la colaboraciòn de soldadorRenè Edgar Murga Vargas

Giacomo Stringhini Ciboldi

“...dai diamanti non nasce niente,dal letame nascono i fiori...” (FDA)

Dedicata alla città di Cremona, al suo motto e all’agricolturaun tempo padrona delle nostre terre e tradizioni

“...la falce non fa più pensare al grano,il grano fa pensare solo ai soldi...” (FB)

Fortitudo mea in brachio

legno, ferro, ottone e corda300x300x300 cm - 2011

Giacomo Stringhini Ciboldi

Fortitudo mea in rota

legno,ferro,corda e marmi colorati300x300x300 cm - 2011

Dedicata alla città di Carrara, al suo motto e alla forza della ruota come consapevolezza del fatto che tutto gira e tutto cambia, così come la gente, la città e le cave, tutto passa e cambia.Qui dove il marmo viene spacciato per eterno, non si hanno sicurezze e certezze, si vive giorno dopo giorno e la parte centrale dell’opera parla di tante direzioni, tanti materiali diversi e pa-ralleli che creano questa tonda armonia che è la caratteristica di questa zona, operaia e turistica, marittima e montana, dove tutti sono liberi di accettare lo scorrere rotondo del tempo.

Giacomo Stringhini Ciboldi

Anima

ferro, legno, corda e onice verde400x350x380 cm - 2008

Giacomo Stringhini Ciboldi

Innamorato + Uomo

legno, ferro, ottone e borchie45x15x45 cm - 2011

Giacomo Stringhini Ciboldi si racconta nella scultura come se scri-vesse un romanzo di formazione. Il suo lavoro è un percorso iniziatico verso la Conoscenza e, per lui, approdare a possedere il Tutto nella mente equivale a innamorarsi di esso. L’approccio razionale diventa stupore che si espande in amore panico: la ragione intersecata al cuo-re. La rotta verso il sapere inizia dalla ricerca della materia: pezzi, brandelli di reale destinati un tempo ad altri usi e poi gettati via. Il cammino si compie nell’intrico denso della composizione molecola-re. Lo scultore penetra la massa e le sostanze gli si svelano, come terre inesplorate e gli insegnano i misteri della vita e del cosmo. Partendo da solide fondamenta egli ascende all’interiorità e si incontra con la prima Rivelazione, lacera la maschera delle chimere per raggiungere il nocciolo tenero e permeabile del legno. Qui il viaggio è tracciato, basta percorrere le spire degli anni, una a una, per comprendere che tutto è un ciclo. Nella rassicurante e naturale circolarità degli eventi, riassumibile nel continuum vita-morte-vita, vi è un punto d’equili-brio, il centro. L’esistenza non è caos, dunque, anzi, il reale ci offre gli strumenti per orientarci in esso e per pacificarci con esso. Il traguardo è la serenità della saggezza: raggiungerlo significa al tempo stesso sprofondare negli abissi e inerpicarsi sulla vetta. Da lì si può osserva-re il Tutto e il Tutto acquista un senso intellegibile e umano. Nella sua poetica ricorre il tema del pendolo, il respiro ampio del tempo che tut-to lenisce e tutto cura. Vi sono piramidi di sostanze naturali consunte e lavorate da altri usi con semi fessurati d’onice o segmenti di legni e metalli appesi a scandire il trascorrere degli attimi. Il tempo, quindi, ridimensiona l’onnipotenza dell’uomo.

N. V.

Giacomo Stringhini Ciboldi

Demis Martinelli si accosta alla lavorazione del ferro tramite il padre Valerio, artigiano. Capisce subito di avere un certo feeling con il materiale e si avvia per un percorso autonomo. Decide di frequentare una scuola per la lavorazione del ferro battuto (Francesco Ricchino di Rovato (BS) e affianca alla fabbricazione di oggetti di uso comune, sedie-sculture e in seguito vere e proprie sculture. Nel 2001 organizza, insieme a Pietro Spoto, la prima Biennale di Soncino intitolata “...”, dove espone per la prima volta e comprende il significato della parola installazione. Nel corso dei due anni successivi continua a esprimersi nelle due forme artistiche, esponendo in varie occasioni e approdando alla “II Biennale di Sonci-no A Marco” dove installa Nel giardino, un’opera realizzata con tappi di bottiglia in ferro. Gli stessi saranno utilizzati nei primi quadri tridimensionali. Grazie all’aiuto di Luca Bray nel 2003 parte per la Spagna, dove vive e lavora fino al 2004, esponendo a Barcellona e a Madrid. Dopo aver porta-to la propria arte anche in Messico, rientra a Soncino (CR), suo paese natale, dove continua a collaborare con il padre e con il fratello Eros (www.laridulada.it). Apre uno studio privato ed elabora un nuovo metodo di lavorazione del fer-ro battuto, che modella in forme elastiche. Parallelamente a installazioni e sculture si dedica alla fotografia, sempre presente nella sua vita grazie alla passione della madre, An-dreina, e degli zii. A partire dal 2004 studia una tecnica per esprimere i propri pensieri incidendo fotografie di nudo femminile, che battezza “scrittura emozionale”. Frequen-tando l’ambiente artistico entra in contatto con due persone – il tatuatore Jan Zuttion e lo scultore Giacomo Stringhi-ni Ciboldi – che ne forgeranno le tecniche di espressione artistica. Il primo porta Demis all’utilizzo del rosso nelle proprie fotografie, tonalità cromatica che farà da sfondo ai molti ritratti fotografici di personaggi di spicco della scena culturale italiana e internazionale. Inoltre, lo avvicina alle fusion, un metodo pittorico in voga tra i tatuatori. A Gia-como Stringhini Ciboldi, ideatore dell’associazione cultu-rale Quartiere 3 (www.quartiere3.org) di Castelleone CR, Demis propone delle fusion di scultura, oltre a collaborare attivamente con l’associazione. Oggi Demis, coltiva le sue passioni per scultura e fotografia e pianifica un’esperienza in Centro e Sud America.

Giacomo Stringhini Ciboldi nasce il 19 settembre 1976 a Cremona.Fino all’età di 20 anni vive con la sua famiglia a Castel-leone -Cremona- , paese agricolo a 55 km da Milano.Dopo il ciclo di studi superiori si trasferisce a Carrara -Massa- dove vive tra il 1996 e il 2000 frequentando l’accademia di belle arti e lavorando presso una bottega di artigianato artistico.Finiti gli studi sceglie per etica professionale di non par-tecipare a concorsi e simposi di scultura, ma organizza e cura personalmente le sue mostre in ogni piccolo det-taglio.Dopo il 2000 alterna il suo lavoro tra la scultura e l’agri-coltura, lavorando presso l’azienda di famiglia dove al-lestisce il suo studio artistico.Questo mix di lavoro lo porterà ad utilizzare, per le sue opere, esclusivamente materiali naturali: pietra, legno e ferro.Nel 2005 con l’amico Luca Lombardini, realizza e pub-blica in 1000 copie il suo “libro d’artista” intitolato: UOMO VITA AMORE GENTE MATERNITA’ .Nello stesso anno incontra Renè Edgar Murga Vargas, amico col quale lavora fianco a fianco sia in studio che in campagna e che diventerà il suo abile artigiano.Nel 2007 pratica, per la prima volta, la tecnica di medi-tazione Vipassana insegnata da S.N.Goenka nella tradi-zione del maestro birmano Sayagyi U Ba Khin, questa esperienza influenzerà le tematiche delle future opere scultoree.Nel 2008 apre il piano terra della sua abitazione in via Quartiere 3 a Castelleone creando uno spazio espositivo ospitando un circuito di mostre d’arte contemporanea dove invita scultori, pittori e fotografi.Nascono così collaborazioni artistiche con il designer Matteo Tosoni e con lo scultore Demis Martinelli.Nel 2009 fonda l’Associazione Culturale Quartiere 3 di cui è presidente, trasformando l’esperienza dell’an-no precedente in uno spazio che ospita periodicamente diversi eventi artistici che attualmente vengono organiz-zati in altri spazi in tutto il territorio circostante.Oggi vive e lavora a Castelleone.

Finito di stampare nel luglio 2012© Martinelli - Stringhini Ciboldi 2012

Questo documento fotografico, è stato realizzato in occasione dell’esposizione: “c’è qualcosa nell’aria”, avvenuta a Castagneto Carducci (Li), ospiti di Massimo Bacchetta, che ringraziamo, presso lo spazio della Tenuta Sant’Agata in localita Sant’Agata 160; in loco sono state esposte, nell’estate 2012, solo parte delle sculture pubblicate in queste pagine. www.tenutasantagata.it

Ringraziamo inoltre Natalia Vecchia (N. V.) e Benedetta Zuccotti (B. Z.) per aver scritto i testi che accompagnano le fotografie e il designer Matteo Tosoni per l’impaginazione grafica del catalogo

Demis e Giacomo

Demis Martinelli - www.demismartinelli.comGiacomo Stringhini Ciboldi - www.gsc-forme.com