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LOVISCOCILIENTOANDREOLO

LIGRANISALBITANISALVATORE

ArtistiLucani7A r t i s t i L u c a n i

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Presentazione a cura di VITO DE FILIPPO

Governatore della Regione Basilicata

Progettare, definire, stimolare, migliorare lo Sviluppo Locale, è interessarsi, più in generale,dei suoi molteplici temi nell’ambito della relazione che insiste tra le politiche pubbliche equelle di investimento. In questo specifico caso, in linea con questi assunti generali, abbiamocontinuato a rimarcare la necessità di promuovere, con la cognitio artis, l’arte stessa, il cui va-lore leggiamo come libera espressione connotativa di un preciso periodo storico, che de-nuncia non solo le sue inquietudini, ma anche la sua vitale evoluzione culturale. Capirla,quindi, è un modo per acquisire gli strumenti di lettura e quel senso di servizio che, questotempo e questo mondo ci propongono: una risorsa straordinaria con la quale si identifica

una parte dello sviluppo delle economie territoriali. La relazione fra politiche di sviluppo e territorio è, del resto,un tema antico, che, in ragione della sua complessità, inserisce alcune insidie, soprattutto nella costruzione dimacromodelli applicativi, affidabili e in grado di consentire la lettura del diverso impatto che queste politichehanno nei differenti territori e dell’interazione fra quelle che insistono sullo stesso territorio. È il territorio, con le sue identità e le specifiche peculiarità, nel suo coacervo di energie, il soggetto che abbiamomesso in competizione mediante una dinamica capacità di ragionare in termini di strategia e di sistema, piuttostoche secondo una logica di interventi frammentari. Il potenziamento dei distretti, l’introdurre l’innovazione neisistemi di impresa, il valorizzare il “patrimonio umano”, sono tra gli obiettivi più evidenti delle nostre politichedi marketing territoriale, in cui l’azione della promozione è finalizzata ad identificarsi nella valorizzazione delcomplesso delle risorse ambientali, e culturali in particolare, come uno dei principali elementi su cui abbiamofatto leva per migliorare la qualità della vita dei cittadini lucani. Sensibilizzare il potenziale di attrattiva culturale,per una entità territoriale particolarmente articolata come quella lucana, contestualizza un contributo program-matico di assoluto rilievo, che tende e si proietta in uno sviluppo economico-sostenibile nel suo canone com-plessivo. Il soggetto territorio, lo scenario della sua definizione di macro modello onnicomprensivo nel qualeoggi si trovano a competere i cambiamenti, nel contesto dei consumi e del lavoro, ci ha posto di fronte alla lanecessità di esaltare la centralità dell’individuo che lo vive e dei suoi ambiti valoriali. La nostra Regione, attraverso la definizione di eventi culturali di primo livello, come è questo promosso daicinque artisti lucani, intende sostenere le sue pluripotenzialità in una strategia di sviluppo a tutto tondo in cui siconcilia l’incontro tra Arte e crescita economica, in un cardine di politica valorizzatrice. L’arte, non solo comeespressione celebrativa di emozioni, fa da trait d’unione che connette processi produttivi e bisogni. Arte e cultura,con il loro essere inesauribili fucine in cui si modella l’evoluzione del significato umano, sono agenti sinergici,capaci di dotare agli altri settori del complesso sistema produttivo, i contenuti, gli strumenti, le pratiche creative,e quel valore aggiunto che è il valore simbolico ed identitario. Ovviamente, non vi è, qui, pretesa alcuna, di

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fornire un teorema assoluto, circa le strategie adottabili da altre realtà socio-economiche nel rispetto della sog-gettività strategica di ciascuno. Restiamo, tuttavia, fermi e convinti assertori della Promozione Integrata, qualepolitica di sostegno per la realizzazione di “prodotti” che nascono dalla integrazione di risorse culturali e am-bientali nell’ambito di progetti territoriali più vasti. L’arte e il suo complesso sistema, d’altronde, è sempre più inquadrata in quel contesto dell’organizzazione piùdiffusa del nostro tempo, che è l’Impresa, per ragioni in parte comuni a fenomeni di privatizzazione di qualsiasialtro settore, ed in parte a specifiche peculiarità del settore culturale. Per tutte queste organizzazioni, dunque, edin particolare per quelle della cosiddetta industria culturale, si impone il raggiungimento del successo con i propriprodotti, che la circostanza vuole siano opere d’arte. Dal punto di vista della crescita etico-sociale, riteniamo che l’arte rappresenti questo snodo, ed attraverso i suoidiversi mezzi divulgatori, ottimizza l’apprendimento cosciente durante tutto il suo percorso identificativo. Diverse applicazioni fanno emergere come ci si può avvalere dell’arte per valorizzare un fattivo protagonismodi crescita, esercitando una particolare attenzione alle diverse metodologie da applicare per il raggiungimentodegli obiettivi perseguiti. Il lavoro artistico, che abbiamo inteso promuovere, accettandolo nella sua proposta,coglie nel segno. Offre, infatti, una lettura dello sviluppo e dell’innovazione che negli ultimi anni ha portato allaluce la crucialità della cultura, quale fattore strategico sempre più importante nella sfera dell’economia, facendodell’arte e della creatività i volani attraverso cui presentarsi al mercato con un’offerta differenziata e ricca di si-gnificati immateriali - in linea con le esigenze attuali della domanda, che impongono attenzione ai principi del-l’economia della conoscenza -. La mostra collettiva sottolinea, quindi, il passaggio da un’innovazione, come atto singolo e isolato, ad una con-centrata, prima sulla tecnologia e poi sulla conoscenza e sulle istanze partecipative delle persone e dalla loro vo-lontà di trovare significati comuni nelle azioni che svolgono fattori cruciali nell’economia della creatività. Iprofondi mutamenti del quadro mondiale impongono, una sempre più organica spinta di proiezione interregio-nale della Basilicata ed uno sviluppo della sua immagine complessiva, che vogliamo basarsi eminentemente sulpatrimonio ambientale, storico, culturale ed artistico. Beni strategici, sui quali continuare a capitalizzare, spingendo in avanti per determinare una nuova frontieradello sviluppo; costituire un terreno di innovazione, consolidare l’identità del territorio regionale attraverso letante realtà locali; qualificare e fidelizzare i flussi turistico-culturali; puntare sui prodotti di qualità a forte radiceterritoriale. In questo senso abbiamo apprezzato il lavoro di questi artisti, che ci fornisce un contributo validoa comprendere alcuni aspetti del sistema dell’arte contemporanea. Si tratta di un argomento complesso, che, oltre ad avere implicazioni filosofiche, sociali, economiche, è al centrodi numerosi dibattiti tra i cosiddetti addetti ai lavori, non ultimi, appunto, gli artisti. L’artista è oggi più che maicoinvolto direttamente a dare il suo contributo in merito a questioni così rilevanti, che si pongono come impre-scindibili responsabilità culturali a fronte di scenari contemporanei particolarmente intrigati ed irrisolti. Il mondo

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continua il suo mutare interessando ogni direzione e ciò non permette di fare affermazioni assolute soprattuttoora che i linguaggi espressivi si stanno riconfigurando con ritmi imprevedibili. È però vero che i processi chehanno contribuito ad istituire il cosiddetto sistema dell’arte, in parte riflettono tale cambiamento. Del resto l’arte e l’economia, sono contesti solo apparentemente discordanti. Sono due sistemi complessi, chein questo momento si trovano ad affrontare un forte decentramento che li spinge ai limiti delle loro potenzialitàe responsabilità. Sono due realtà che si incontrano inevitabilmente e non possono restare indifferenti l’una dall’altra. Abbiamovoluto testimoniare alcune tracce fondamentali di tale fenomeno, favorendo la prospettiva dell’artista che occupauna posizione centrale all’interno di tale questione. Il quadro, opera d’arte per antonomasia, pur avendo un’ap-provazione tale non ancora eguagliata da altre espressioni artistiche come, ad esempio, la performance o la video-arte, oggi appare il medium artistico più trascurato. Con lo scopo di dar voce proprio a questo tradizionale linguaggio artistico, questi cinque artisti lucani, propon-gono un loro riscontro sulle più interessanti linee pittoriche di questa nostra contemporaneità. L’intento diquesta azione artistica, nella sua espressione più generale, è di tenere alta la tensione sui processi culturali in atto.Sono segnati, in questa raccolta, pittori lucani che attestano un percorso intrapreso da sempre alla ricerca inno-vativa sia dal punto di vista estetico che contenutistico. Il ricco linguaggio espressivo della loro pittura pone l’ac-cento sul valore di questi artisti che conoscono il proprio passato, che vivono nel contemporaneo e che ciproiettano, con le loro opere, verso il futuro: “leggendoli” in questo catalogo, emerge, a nostro giudizio, unfuturo di ricerca e di alternativa, che ipotizziamo nella trasformazione, nel tempo e nella storia, nell’attestazionedi un divenire permanente. La nostra politica, la sua idea di base, fonda sull’impegno in campo culturale e sociale nella convinzione che leesperienze in campo artistico, o sociale, incoraggiano qualità e caratteristiche che rivestono massima importanzaanche in campo lavorativo: creatività, curiosità intellettuale, apertura a nuove esperienze e capacità di interagirecon gli altri; rivive il pensiero illuminato di Raymond Bayer. Un messaggio culturale che vede l’uomo rigettare ilsoggettivismo contemplativistico incentrando il suo interesse per l’arte, sulla produzione artistica, sulla poeticanel senso greco del termine, in quell’«avvenire dell’estetica» che è nella comprensione dei procedimenti costruttividell’arte e non, quindi, nella descrizione delle forme e degli aspetti dell’opera. I lavori di questo catalogo, il messaggio dottrinale, insito delle opere, mira a portare agli esseri la consapevolezzadell’esistenza che, se da un lato si legittima per se stessa, dall’altro, attraverso la dimostrazione del diritto all’esi-stenza, si afferma e conferma per l’estrema realtà dell’essere, secondo una dialettica tetica. Tempo e storia, in-vestono, con i loro dinamismi, i vari stadi del processo di un sano antagonismo. Tra gli altri, il nostro interesse politico si è posto come uno stimolo vitale, concentrato e teso ad un confrontodialettico tra gli artisti proposti, con l’intento di far emergere i nuovi termini del fare arte oggi, in Basilicata. Gli artisti si sono messi in gioco senza mostrare segni di insofferenza intellettuale, dimostrando un fare cultura,

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slegato dalle vuote logiche edonistiche dell’autore-ferenzialità. L’iniziativa patrocinata, il suo progetto, promuoveulteriormente la Basilicata come Regione oltre i suoi confini, al suo interno vi è l’idea di stimolare un dialogoaperto con questi artisti ricercando possibili “fils rouges” tra spirito artistico ed approccio economico, tali daconsentire di capire meglio, e in che modo nasce e si espleta l’“hic et nunc” dell’opera d’arte, che, il filosofo W. Benjamin sintetizza: “il valore unico dell’opera d’arte autentica trova una sua fondazione nel rituale”. Nel lavoro di questi nostri, riconosciamo la rappresentazione che l’economista, premio Nobel, Douglass North,definirebbe “leggi informali” che, proprio in contesti di risorse scarse, sembrano assolvere perfettamente allafunzione di orientare l’esistenza umana.” L’arte come l’infinito, nelle sue innumerevoli manifestazioni di consistenza, non può essere compresa transitandoper le vie della ragione e perciò della speculazione filosofica che agisce all’interno di schemi logici determinati edunque, finiti, ma va percepita, avvertita, attraverso una sensibilità spirituale che oltrepassi la ragione. La nostrariflessione sulle opere d’arte contenute in questo catalogo che parlano al cuore, oltre che alla mente, non ha lapretesa di compierne il contenuto. Non vorremmo rischiare di risultare parziali, nel duplice senso dell’incompletezza e della scarsa obiettività, maandare oltre l’impostazione declamativa, perciò la riteniamo una riflessione mediatrice tra l’arte ed il maieuticomuoversi nelle diverse sensibilità e attitudini umane, nella convinzione però che nello slancio creativo di ogniartista è racchiusa una spiritualità, più che una speciale dote taumaturgica; un linguaggio “salvifico” che ci riscattadal dolore e dall’insoddisfazione: fonte odierna di molteplici ed incomprese sofferenze. Divulgarne i contenuti di questo progetto, meritori oltre metafora e magnificati da questi artisti solide punte delprotagonismo artistico lucano, ha pure significato soddisfare quel senso tattile della percezione dell’arte di cuidiceva Paul Klee: “L’ar te non ripr oduce c iò che è vis ibi le, ma r ende vis ibi le c iò che non sempr e lo è .” Questele motivazioni per le quali abbiamo salutato con favore e soddisfazione questa iniziativa di profondo valore cul-turale per le genti tutte della nostra Regione, che rappresenta un evidente contributo di arricchimento al PaeseItalia impreziosendolo con le opere di questi artisti e che contribuisce a consolidare quell’intima, quotidiana tal-volta inconsapevole familiarità dei lucani con la culture ed il senso del bello.

Vito De Fil ippo

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Nota Critica a cura di FIORELLA FIORE

Storico dell’Arte

L’arte non ha bisogno di essere circoscritta entro confini geografici. Il suo valore stanell’essere compresa in ogni luogo ed in ogni tempo, ed è questo che la rende im-mortale. Essa si fa tale quando diviene espressione di un tempo storico che affrontail presente, il passato, il futuro di un territorio e nel mentre si fa portavoce di unmessaggio universale. Pur variando la sua forma, è un “progetto” inconscio del sin-golo, che si avvale di una memoria collettiva, per esprimere un’ idea globale dell’esistere, ed è un’ esigenza che si ripete da sempre, nei secoli. Ri-trovare questa me-moria collettiva in alcuni dei protagonisti che fanno parte della scena dell’arte lucana

e collocarla nella contemporaneità del nostro tempo, è il fine di questa mostra. Utilizzando una frase di CarloLevi, “Si può sperare di trovare, accostandoli, qualcosa di comune fra gli artisti di questa terra, e non soltanto ilfatto che vi siano nati o vissuti. Ma che il rapporto sia da ritrovarsi ed essere una relazione reale, legata alla storiae alla sua esistenza”. Sono, queste parole, estremamente attuali, ed esprimono il valore di un’arte che, pur facendoparte di una terra sospesa “ai confini dell’impero”, lontano dai fasti ufficiali, ha saputo costruire il proprio per-corso, che interseca quello di una Regione e della sua Storia. Esso a volte è stato condotto in solitaria, altre hariunito gli artisti tra loro in tandem per brevi periodi, in altre ancora ha preso parte di un discorso collettivo chesi è trasformato negli anni, come nel caso di Felice Lovisco, protagonista del Co. S. Pi.M prima e del collettivoArti Visive Quinta Generazione dopo. Questi artisti sono portatori di un valore culturale che rappresenta ilcuore pulsante di un territorio che respira e fa respirare arte, non solo attraverso la sua bellezza ma anche e so-prattutto grazie a chi riesce a sintetizzare questa bellezza nella propria opera, che si lega come un filo indissolubilealla contemporaneità estetica della storia.

Nelle opere di Raimondo Andreolo, alias ARPA, lo spettatore è attirato da un vortice di colore e di emozioneche la pennellata vibrante e materica ricrea su queste tele. Essa trasfigura il disegno, lo sublima in pura potenzagestuale: è attraverso questa che l’artista compie una vera e propria operazione catartica, che lo porta ad identi-ficarsi in maniera empatica con il malessere della quotidianità. La cura al disagio è la pittura che, esattamentecome uno spartito musicale, esegue sinfonie di altezze diverse, dove ai toni alti di rossi e gialli accesi, si alternanoblu profondi e neri intensi: diviene, cioè, l’espressione, di quell’alternanza tra la luce e l’ombra, che fa parte delquotidiano di ognuno di noi.

Pasquale Ciliento è un artista da sempre intento nello studio attento di riti, costumi, usanze che ruotano intornoall’uomo, in primis dei luoghi della sua terra d’origine, e di riflesso del mondo che lo circonda. Nei suoi dipinti

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è protagonista la “religione pagana” dell’uomo del XXI secolo, attraverso la rilettura dei suoi miti contemporanei,nuove divinità della musica, dell’arte, della filosofia. L’artista sceglie la formula della tecnica mista per questeopere, in cui domina il collage, la materia prima su cui viene costruita questa nuova mitologia: i giornali, le co-pertine dei cd, le riviste, sono le moderne “enciclopedie” in cui viene scritto il nuovo sapere quotidiano, di cuiegli si fa narratore.

Una carrellata di volti, anime, nomi, diventano la rappresentazione di un universo femminile intenso, sensuale,appena sussurrato in un sorriso, in uno sguardo, nei dettagli di un corpo, che sono l’anima e l’essenza dei lavoridi Vincenzo Claps. Zelda, Vera, Giada, Fulvia sono muse moderne di una civiltà che vede nel mito femminino,origine del mondo, il ponte che collega idealmente l’antico e il moderno. Il colore, che pure ha sempre fattoparte della poetica di questo artista, si fa “fluo”, vivace, e aiuta a costruire il senso tridimensionale di questeopere, che sono non più solo pitture ma anche sculture. La carta viene lavorata dall’artista esattamente comemateria plastica e permette a questi volti di venir fuori dalla tela per diventare espressione totale di una femminilitàuniversale nel tempo e nello spazio.

Giuseppe Ligrani è l’aedo del legno, materia viva che accoglie la vita sin dalla nascita e l’ accompagna sino allamorte; nelle sue venature possiamo leggere storie di uomini e di mondi, nel legno si riflettono riti antichi e mil-lenari, che in questa regione trovano la loro ragion d’esser ancora oggi in riti e celebrazioni come quelle del mag-gio di Accettura. E, attraverso il legno, Giuseppe Ligrani crea volti antichi, di tipo primario, che cantano raccontiafricani, ancestrali, sull’origine del mondo e della civiltà. Le forme geometriche, essenziali, sono rappresentazionedi una ricerca costante da parte dell’artista dell’archetipo originario della civiltà umana e del segreto dell’esistenza.

Felice Lovisco abbandona le forme tumultuose, i virtuosismi immaginifici di mondi sognanti e lirici, per linee eforme più essenziali. Pochi gli elementi presenti in scena, perlopiù volti e frutti che compongono una natura solotecnicamente morta, ma che in realtà immerge lo spettatore in un dialogo silenzioso in cui sono sussurrati i segretidell’esistenza del quotidiano. La trascrizione di questo racconto è affidata a numeri e frutti che compaiono sullatavola : un riferimento colto all’antica tradizione pittorica che, dal Rinascimento alle Avanguardie, si è legata aduna simbologia religiosa e filosofica che lo spettatore è invitato a decriptare, per far proprio il segreto che l’artistavuole suggerire. Gli sguardi di quelle che sembrano maschere ataviche racchiudono gioie e dolori di vite normali,che parlano all’universale sentire degli uomini, e sono la guida per attraversare la meta-quotidianetà.

Nelle opere di Elvira Salbitani esplode la potenza della natura, in una dimensione onirica sull’unione tra creatoe uomo. Che si tratti di un sogno sembra anche suggerircelo la presenza silenziosa della notte, che l’artista sembraprediligere come ambientazione per le sue opere. Con un sapiente equilibrio compositivo, ella dà sfogo ad una

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materia cromatica di grande effetto, che esplode in cieli indaco, in arcobaleni succosi, in un colore, insomma,che comunica la gioia della vita e del mondo. La forma umana in questo contesto trova la sua espressione in“maschere” che sorridono enigmatiche e che in quella dimensione fantastica eppure così potente e reale sem-brano aver trovato infine il loro posto, finalmente a contatto con l’origine della loro esistenza.

Ed ecco la contemporaneità che esplode nelle opere di Marco Salvatore, dove ad essere protagoniste sono an-cora una volte le donne, che scappano, che fuggono, che diventano il simbolo della frenesia dei nostri tempi.Immerse in uno sfondo color oro che diventa la scenografia di un luogo che galleggia in nessun tempo eppurein tutti, i loro volti si sommano, per mescolarsi e condurci in un turbinio che appartiene ad una dimensionealtra, quasi acquatica, dove capelli diventano tentacoli, che avviluppano la nostra coscienza. Fino a quando unosolo di quegli sguardi non si rivolge a noi, per condurci a meditare sull’unico scopo che insegue l’arte di ogniepoca e di ogni luogo, e che appartiene pienamente a ciascuno dei protagonisti di questa mostra: essere l’ inter-prete del proprio tempo.

Fior e l la Fior e

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NOTA BIOGRAFICA

Andreolo Raimondo Pompeo Antonio, in arte Arpa nasce a Potenza il 7 dicembre 1964, editore, pubblicista dipiccole testate giornalistiche, vive a Potenza da sempre.Come lo hanno definito alcuni critici d’arte tra cui Rino Cardone che dice: Arpa, è un maestro con un umanitàsilente, tormentata ed afflitta con quello che ci mostra attraverso le sue opere con evidente carica emotiva, e diselvaggia resa espressiva.Egli approda all’esperienza pittorica, non come molti, come la maggior parte, per ragioni esclusivamente acca-demiche, ma quasi per un naturale afflato dell’anima, oltre a sodalizzare con il mondo attraverso i suoni melodicidella chitarra, ed i colori, talvolta accesi e stridenti, ma in certi casi, addirittura, duri e provocatori, e sia di gesti,di tanti gesti, che si affastellano uno dietro l’altro a determinare una scena, fortemente simbolica ed introspettiva,del racconto visuale.Lo stesso Lucio Attorre dice: a chi ricerchi una lezione strutturale nella pittura di Arpa, pseudonimo di AndreoloRaimondo Pompeo Antonio, faticherebbe non poco, poiché la sua pittura è costellata di promiscue competenze,variamente riconducibili alle sincretistiche lezioni dell’espressionismo, del surrealismo, dell’astrattismo e, soprat-tutto, della pittura gestuale della Scuola di Parigi, per la densa componente materica in essa contenuta.Arpa rappresenta l’oggettiva potenzialità implicita all’arte moderna, che l’informalismo e la Pop Art hanno consentitoratificando l’onnicomprensiva legittimazione espressiva, più incline al valore segnico che a quello compositivo.Seppur giocata sull’impatto cromatico, non di meno la pittura del Nostro continua Attorre, talora non sfuggead ascendenze di alta scuola, cos’ nei soggetti religiosi par di ravvisare la lezione di Padre Tarcisio Manta, la mo-nocola raffigurazione di certi soggetti muliebri rinviano addirittura, alla chagalliana figura dell’Angelo Vermiglioche precipita dal dipinto Caduta dell’Angelo, simbolo tragico della soggettiva disperazione esistenziale di un’epocasegnata nel profondo, dall’orrore della guerra.

RaimondoPompeoAntonioAndreolo

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Anche per Mario Santoro, Arpa è un pittore che esprime tutto il dramma dei suoi stati d’animo e mostra chiarisegni di angoscia della dolorosa condizione di vita.Le sue pennellate ora morbide e pastose, ora forti e incisive, ora finanche rabbiose, esprimono tutta intera la suapersonalità e ciò è particolarmente evidente nelle pitture religiose dove l’insieme presenta una resa efficacissimanell’amonia dei particolari che affiorano con naturalezza, quasi senza fatica, con un effetto che colpisce e conuno straordinario accostamento dei colori usati con perizia nella giustezza del cromatismo che ne deriva.Anche per Arpa la pittura è rifugio di un disagio del vivere quotidiano e si coglie nei volti ora contratti e tetriora allucinati e dilatati in un cromatismo esplosivo e surreale.Arpa conclude: “Spesso la vita ci riserva esperienze amare. Solo la certezza che non moriremo mai, aumenta lasperanza di un futuro migliore e l’amore che ognuno dona al suo prossimo. Così le opere dell’artista, destinate a rimanere per sempre, sono una rappresentazione indelebile dell’eternità che ci aspetta”.

Personale alla cappella dei celestini a Potenza, 1998aNapoli collettiva Castel dell’Ovo, 2000aPersonale comune di Trivigno, 2003aPersonale comune di Anzi, 2004aCollettiva a Potenza centro Malvaccaro, 2005aConsiglio Regionale Basilicata (realizzate n° 2000 litografie), 2006aPersonale Brindisi di Montagna (giornate medioevali), 2005

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Maternità

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La musica divina essenza

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Donna strabica

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Donna del mistero

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Emozioni personali

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NOTA BIOGRAFICA

Pasquale Ciliento è nato a Melfi nel 1949. Dopo aver studiato ceramica nell’Istituto d’Arte di Calitri e Firenze,ha completato gli studi nell’Istituto Superiore di Industrial Design di Firenze con una tesi sul Posto di guida di unautobus urbano. Sempre a Firenze ha seguito seminari alla Università Internazionale dell’Arte di C.L.Ragghianti.Dopo gli studi fiorentini ha partecipato a molte manifestazioni culturali, tra cui la realizzazione di più di 100pannelli della mostra: Melfi. Storia di un popolo e di un territorio, per la Biblioteca “G. P. Nitti”. Negli anni settantaha strutturato per l’A.R.C.I., l’articolazione Arti Visive (tra le mostre Aspetti della Pittura in Basilicata) e laLega Fotografia (mostre, workshop e scuole di fotografia).La sua prima personale è del 1972 seguita da decine di esposizioni. Tra cui, la Mostra Internazionale della Ceramicadi Faenza (1969-1973), Giovani alla Maison d’Italie a Parigi (1975), The new Designers a Vienna (1976), Premio Pontanoa Napoli (1977), Arte e Cultura dalla Basilicata a Torino (1982), Laceno d’Oro ad Avellino (1983), l’Expo Arte a Bari(dal 1984), Due, Molte,Tante mani [mail-art ] a Roma (2002) e Situazioni contemporanee [mostra-intervista] nel MuseoCivico di Albano Laziale (2003). Nel 1990 ha fondato la Casa Editrice Libria di Melfi per la quale ha curato decine di pubblicazioni sia come gra-fico sia come autore fotografo e pittore (Melfi particolari, La Basilicata di Cassiano de Silva, I re del Regno delle DueSicilie, Arcani, La castagna del Vulture, Sapori della cucina lucana, Zodiaco con un racconto di J.L.Borges).Ha realizzato diversi libri con varie collaborazioni:Angeli, Santi e Diavoli tra il Vulture e il Pollino libro fotografico e di documentazione con testo di RaffaeleNigro; Briganti a colori. Briganti in Bianco & Nero catalogo della mostra Il Brigantaggio visto dagli artisti di Puglia eBasilicata;Melfi. La città, il lavoro, le tradizioni, con testi di Amerigo Restucci, Raffaele Nigro, Enzo Navazio e Antonio Libutti;Diario minimo libro fotografico a cura di Virginia Vittorini;Basilicata. Questue, devozioni e feste, con nota introduttiva di Giuseppe Appella;I Tarocchi dell’Arte e di fine Millennio con presentazione di Mario Luzi e introduzione critica di Anna D’Elia,contenente un racconto di Joaquim Machado de Assis;

PasqualeCiliento

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I Tarocchi di Federico II Hohenstaufen,realizzati per l’VIII° centenario della nascita dell’Imperatore Svevo;Lucania. Miti, feste e riti, con testo di Raffaele Nigro;Briganti. Le immagini e gli scritti sul brigantaggio post-unitario in Basilicata con una introduzione diMichele Saraceno e un saggio di Raffaele Nigro;Brigantesse. Storie di donne diverse con una introduzione di Michele Saraceno e testi di Valentino Romanoe Rosa Maria Fusco. Autore di diversi mazzi di carte di tarocchi, oltre i citati, i Tarocchi dello Zodiaco e gli Arcani della Felicità, sta lavorandoal Tarocco lucano dei briganti. Alcuni di questi mazzi sono stati riprodotti in maiolica e terracotta invetriata.Ha realizzato la grafica di diversi libri e i disegni per il video La Città cablata. Un’enciclopedia per il CNRe le Università di Firenze e Napoli, per quest’ultima ha anche fornito i disegni per il video, coordinato dalProf. Corrado Beguinot, Melfi, Lavello, Venosa in occasione dell’apertura dello stabilimento Fiat di SanNicola di Melfi.Della pittura e delle immagini di Ciliento hanno scritto: Dario Micacchi, Ugo Piscopo, Dario Bellezza, RaffaeleNigro, Vito Riviello, Francesco Vincitorio, Anna D’Elia, Virginia Vittorini, Rosa Maria Fusco, Isa Crescenzi,Rino Cardone, Giuseppe Settembrino, Vitaliano Corbi, Giuseppe Appella e Mario Luzi.E proprio il grande poeta fiorentino così scriveva di Pasquale Ciliento:“La più cristallina delle sibillinità si esprime in gioco e sprizza lucentezza dai tarocchi di Pasquale Ciliento; ai quali non mancanulla per altro della ambiguità aruspicina che è il fascino stesso di quelle figurazioni. Solo una esperta e felice libertà di segno e diideazione può dare il verso lieve e chiaro di quegli arcani senza per nulla depotenziarli e derubarli di oscurità”.

ELENCO DEI TITOLI QUADRI ALLEGATI:

09. Elementi/Volt i , tecnica mista su tela (quattro tele cm 35X50 assemblate), 2006.32. Elementi , tecnica mista su tela (quattro tele cm 35x50 assemblate). 2005.012. Come immagino America , tecnica mista su tela cm 100x100. 2006.018. Pop , tecnica mista su tela (due tele cm 60x60 unite in verticale). 2006.011. Shoah , tecnica mista su tela (due tele cm 35x50 unite in verticale). 2005.

EVENTUALI:

05. Attraversando un tavolo tra Sottsass e Mendini , tecnica mista su tela cm 50x50. 2006.06. La stanza de l poeta , tecnica mista su tela cm 50x50. 2006.

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Maus

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Elementi

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Aria - Fuoco - Acqua - Terra

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Zona sterminio

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Come immagino America

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NOTA BIOGRAFICA

Vito Vincenzo Claps, pittore e scultore lucano, nasce ad Avigliano nel 1953, dove vive e lavora. L’intensità deldramma umano che trasuda dal pronunciato taglio psicologico inferto ai soggetti delle sue opere col posiziona-mento della dimensione dell’essere, è il fulcro in cui ruota tutta la sua azione d’artista. Nella tensione dolorosa dell’esperienza che vive nel momento dialettico sofferto dalla rappresentazione artistica,Vincenzo, un passo oltre tempo, percorre il suo cammino di purezza e reinterpreta continuamente il possessodella libertà con opere che sconfinano oltre il tangibile conosciuto. Artista di intensa umanità, difende la sua dimensione dialettica dell’arte, e viepiù la sottrae alla logica della mer-cificazione. Preferisce, alla mondanità culturale delle Gallerie, quella della concretezza realizzativa del suo Studio.Rifuggendo da correnti e mode di mercato, ha preservato la sua arte: incomprimibile, mai prigioniera di unaspecifica codificazione. La sua poetica trasuda di un profondo senso di spirituale libertà inalienabile. Ab imo pectore, afferma, …la “scienza” della creazione, per quanta contrapposta dialettica possa contenere, ha ragione in unsingolo punto: l’origine dell’umano, e, per questo, ogni uomo è artista. E l’arte, così come definita dal nostro linguaggio, deve esserecompresa non soltanto come un processo, ma come mistico evento. Libero da vincoli di mercato, Claps vive e interpreta l’arte come l’eco del suo credo che, con ecumenica suadenza,è solito ripetere: “Amo la libertà dell’arte, profondamente, al punto da non esserle prigioniero”. Le sue opere sono anime irriducibili, quanto mai rivoluzionarie, crudeli e proibite, destinate agli estimatori dellabellezza, quella stessa che Vincenzo è conscio di trasmettere a cominciare dal respiro di un suo qualsiasi gesto.

VincenzoClaps

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Topos 1

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Scennecchia

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Fabiola

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Assunto

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Topos 2

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GiuseppeLigrani

NOTA BIOGRAFICA

Giuseppe Ligrani, scultore e pittore, è nato a Potenza il 16 ottobre nel 1951. Ha frequentato l’Istituto Stataled’Arte di Potenza e ha completato gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha esposto nelle principali città Italiane e nei piccoli centri della Basilicata. Preferisce spostarsi fra la gente.Alcune opere sono presenti nei giardini pubblici, tante appartengono a collezioni pubbliche e private in Italia,Francia, Brasile, Cile, Uruguay e Stati Uniti D’America. Dell’opera di Ligrani hanno scritto: Mariadelaide Cuozzo, Enrico Volpe, Renato De Simone, Salvatore Gallo,Diego Polani, Antonietta Acierno Pellettieri, Gianfranco Blasi, Catia Sardone, Angelo Perrone, Piero Ragone,Teresa Lovaglio, Luigia Ierace, Luciano Gruosso, Emma Salbitani, Giulietta Laura Valentino, Dario Aprea, An-tonio Coppola, Mimmmo Mastrangelo.

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Fantastica

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Volto in rame

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Volto in rame (particolare)

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Nudo

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Figure su figura

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NOTA BIOGRAFICA

Felice Lovisco, nasce a Melfi (Pz), vive e opera a Potenza in via Tirreno n° 43 tel. 0971/ 52488, docente in di-scipline pittoriche e plastiche presso l’Istituto d’Arte di Potenza.Dalla fine degli anni sessanta ha partecipato allestimento di numerose iniziative culturali.Ha lavorato come restauratore di reperti archeologici (ceramiche, metalli, ecc.). Presso la soprintendenza ai beniambientali e archeologici della Basilicata. Nella metà degli anni settanta è tra i fondatori del centro d’Arte Co.S.P.I.M.(scultori, pittori, incisori, musicisti,poeti e scrittori) che ha operato in Potenza. Agli inizi degli anni ottanta insieme ad altri artisti ha fondato il col-lettivo Arti Visive Quinta Generazione e in collaborazione con il circolo ANSPI: il Seme anima una autenticastagione d’oro dell’Arte per le qualificate e intense manifestazioni artistiche che si susseguono nella città di Po-tenza. Nel 1983,con gli artisti Giovanni Cafarelli e Marco Santoro,fonda la rivista Perimetro, notiziario d’artecontemporaneo.Nel 1991 alla presenza del S. Padre Giovanni Paolo II inaugura la Via Crucis,14 pannelli inbronzo per la cappella del Seminario Maggiore di Basilicata e il grande crocifisso sempre in bronzo che dominal’aria del presbiterio.Nel 1992 prepara per la nuova chiesa parrocchiale di Maria SS. Immacolata in Potenza una nuova Via Crucis inbronzo, originale per la forma dei pannelli e anche questa volta con un grande crocifisso sempre in bronzo. Numerosi sono i suoi lavori in bronzo in varie piazze della Basilicata, tra queste degne di nota è il grande mo-numento ai caduti nella piazza di Barile (Pz). In occasione dell’anno giubilare ha prodotto un portale in bronzoper la chiesa Madre di Pietragalla (Pz).

FeliceLovisco

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Tavolo con melograni

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Figura con melograni

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Figura con natura morta

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Figura con paesaggio

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Natura morta con uccello

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NOTA BIOGRAFICA

Elvira Salbitani nasce a Potenza. Dopo aver conseguito la maturità artistica continua gli studi presso I'A.A.B.B. di via Ripetta a Roma sotto la guida del Maestro Franco Gentilini e, successivamente, completa il corso dipittura a Napoli con il Maestro Domenico Spinosa. Nella città partenopea frequenta la stamperia del MaestroPacilio, dove apprende la raffinata arte dell'incisione. Entra a far parte di un gruppo di avanguardie artistiche, partecipa ad happening e dipinge "murales': Salbitani,che pure vive numerose esperienze artistiche in molte città italiane, dopo I'Accademia, decide di ritornare nellasua città natale e,qui incontra il suo Maestro e amico Ninì Ranaldi, con il quaIe dà vita a un gruppo di artisti:"scul-tori,pittori,incisori, musicisti" definito C.O.S.P.I.M. Insieme promuovono mostre,concerti,spettacoli e corsi diincisione,tenuti dalla stessa Elvira Salbitani. ':,. Attualmente vive ed opera nella sua città, Potenza. Le opere di Elvira Salbitani sono presenti in diverse collezioni private ed hanno scritto per lei: Domenico Spinosa,Francesco Galasso, Antonio Motta, Francesco Ranaldi, Vito Riviello, Giovanni Angelo Rubino, Lucio Tufano,Rino Cardone, Giuseppe Settembrino, Gianni Latronico, Nicolina Bianchi, Katia Mancusi.

ElviraSalbitani

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Senza Titolo

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Senza Titolo

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NOTA BIOGRAFICA

Marco Salvatore (Avigliano – Pz, 1946) vive a Potenza. Si è diplomato a Salerno presso l’Istituto Statale d’Arte,nella sezione Arte della Ceramica ed ha conseguito le abilitazioni in Discipline Pittoriche, in Educazione Artisticae in Arte della Ceramica e Vetro.È stato allievo dell’incisore Mario Scarpato ed ha frequentato l’Atelier del pittore Remigio Claps.

Ha partecipato a varie mostre collettive tra cui:aMostra “Artigianato e Pittura” – Potenza, 1971aMostra Nazionale – Rotonda, 1972aIncontro Arte – Roma, 1975-76aEXPO-Arte – Bari, 1976aMostra Internazionale sull’Ecologia – Roma, 1986aMostra Itinerario Pittorica – Castel Lagopesole, 1990aPrima Rassegna Internazionale sull’Ecologia – Roma,1989aPersonale “Arte e Poesia” – Filiano, 1991aPersonale, “Omaggio a Leonardo Sinisgalli” – Filiano, 1992aOttava settimana della Cultura, Biblioteca Nazionale – Potenza, 2006aCentenario della CGIL – Avigliano, 2006

Ha eseguito litografie raccolte in cartelle numerate come:aAcquario, 1996aSquarci di tempi smarriti, 1997aAcquario2, 2008aVisi Volti, 2008

MarcoSalvatore

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Ha collaborato alla stesura di vari testi di prosa con illustrazioni eseguiti a china tra cui:aEmbrici, Mario Santoro, 1986aIl Soldino malleabile, Ermes libraria, 1988aSorridi, Crescenzia Lucia, 1988aUn galantuomo nella cultura del novecento, Gennaro Claps, 1988

L’autore ha ricevuto diverse recensioni da parte di critici come Emilio Boscia, Mario Santoro e Osvaldo Travaglinie varie pubblicazioni nella Gazzetta del Mezzogiorno, nel Messaggero e nell’Espresso.

Alcune delle sue opere sono state acquistate da vari enti pubblici nonché da privati.

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Visione

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Contemplato

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Dittico

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Visi - Volti

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Visione 2

Finito di stampare nel mese di dicembre 2010presso La Grafica Di Lucchio snc

Tel. 0972.721146 - Rionero in Vulture - PZwww.graficadilucchio.it