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CASSIOPEA N.P.L. S.p.A. Sede legale: Via Benedetto Croce, 40 – 00142 Roma Albo Unico degli Intermediari Finanziari N° 157 ex art. 106 TUB C.F. & P.IVA 08508011007 - REA RM – 1099486 Tel. 06 5037097 - Fax: 06 88816834 e.mail: [email protected] - sito Internet: www.cassiopeanpl.it Capitale Sociale i.v. € 2.001.488,00 CASSIOPEA N.P.L. SpA PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO In ottemperanza alla Circolare 288/2015 della Banca d’Italia per recepimento Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (Capital Requirements Directive) e Regolamento UE n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (Capital Requirements Regulation) Al 31 Dicembre 2017

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CASSIOPEA N.P.L. S.p.A. Sede legale: Via Benedetto Croce, 40 – 00142 Roma

Albo Unico degli Intermediari Finanziari N° 157 ex art. 106 TUB C.F. & P.IVA 08508011007 - REA RM – 1099486

Tel. 06 5037097 - Fax: 06 88816834 e.mail: [email protected] - sito Internet: www.cassiopeanpl.it

Capitale Sociale i.v. € 2.001.488,00

CASSIOPEA N.P.L. SpA

PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO

In ottemperanza alla Circolare 288/2015 della Banca d’Italia per

recepimento Direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (Capital

Requirements Directive) e Regolamento UE n. 575/2013 del 26 giugno

2013 (Capital Requirements Regulation)

Al 31 Dicembre 2017

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Indice

Introduzione

1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR)

2. Ambito di applicazione (art. 436 CRR)

3. Fondi Propri (artt. 437 e 492 CRR)

4. Requisiti di capitale (art. 438 CRR)

5. Rettifiche per il rischio di credito (art. 442 CRR)

6. Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR)

7. Rischio di controparte (art. 439 CRR)

8. Uso delle ECAI (art. 444 CRR)

9. Rischio di mercato (art. 445 CRR)

10. Esposizione in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (art.

447 CRR)

11. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di

negoziazione (art. 448 CRR)

12. Rischio operativo (art. 446 CRR)

13. Politiche di Remunerazione (art. 450 CRR)

14. Leva finanziaria (art. 451 CRR)

Introduzione

Cassiopea NPL SpA (“Società”) è stata costituita per operare nel settore dei non performing loans

(NPL), sviluppando l’attività di acquisto, gestione e riscossione di crediti NPL, secured e

unsecured, sia corporate che private.

A partire dal 3 aprile 2015 sono operative le disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari.

Gli intermediari finanziari iscritti nell’Albo di cui all’articolo 106 del D.Lgs. 385/1993 sono

assoggettati a un regime prudenziale analogo a quello delle banche, opportunamente adattato per

tenere conto delle loro specifiche caratteristiche. A tal riguardo la Società ha provveduto ad

avanzare alla Banca d’Italia istanza di autorizzazione all’iscrizione all’Albo unico degli

intermediari finanziari ex art. 106 del D.Lgs. 385/1993, conseguendo l’iscrizione al numero 41659

in data 24/5/2017. Le informazioni al pubblico devono essere pubblicate con una frequenza

almeno annuale, congiuntamente con la pubblicazione del bilancio d’esercizio (art. 433 CRR).

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Agli intermediari iscritti all’Albo di cui si è riferito, è imposto di adempiere agli obblighi in materia

di Informativa al pubblico (Terzo Pilastro di Basilea), che ha quale obiettivo quello di rafforzare

la disciplina del mercato, introducendo specifici obblighi di disclosure relativi al modello di

governance, alla propria adeguatezza patrimoniale, alle politiche di gestione del rischio, ai sistemi

di misurazione, monitoraggio e reporting dell’esposizione al rischio, alle politiche di

remunerazione.

Gli obblighi di informativa al pubblico sono disciplinati direttamente:

• dalla Parte 8 “Informativa da parte degli enti” e Parte 10, Titolo I, Capo 3 “Disposizioni

transitorie in materia di informativa sui fondi propri” del Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26

giugno 2013 (di seguito “CRR”);

• dal Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio, del 15 ottobre 2013;

• dai regolamenti della Commissione Europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o

di attuazione predisposti dall’Autorità Bancaria Europea (ABE) per disciplinare modelli uniformi

per la pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni.

Alla normativa europea, si aggiunge quanto disposto dall’EBA nel documento contenente gli

orientamenti in merito alla rilevanza, esclusività e riservatezza e sulla frequenza delle

informazioni da fornire nel PILLAR 3 (“Guidelines on materiality, proprietary and confidentiality

and on disclosure frequency”).

Il presente documento è redatto, in base alle suddette disposizioni, con riferimento alle

informazioni, agli assetti ed ai valori caratterizzanti la Società, al 31 dicembre 2017.

1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR)

La Società ha adottato specifica regolamentazione interna (Manuale dei Controlli Interni) in

data 09/02/2016, con delibera dell’Organo con Funzione di Supervisione Strategica, al fine di

disciplinare le attribuzioni i compiti e le responsabilità di ciascuna funzione di controllo. Al fine

di assicurare, infatti, un efficiente sistema di gestione dei rischi, la Società si è dotata di un

sistema di controlli interni in grado di identificare, misurare o valutare, monitorare, mitigare tutti

i rischi cui la Società risulta essere esposta nello svolgimento della propria attività. La Società,

inoltre, fa affidamento su una definita serie di flussi informativi interni in grado di diffondere

tempestivamente le informazioni tra le funzioni operative, di controllo e gli organi aziendali. La

Società, inoltre, provvederà nel corso del 2018 all’ulteriore sviluppo di un sistema di flussi

informativi, tra le funzioni di controllo e gli organi sociali.

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L’Intermediario Finanziario provvede, di seguito, ad illustrare (anche in veste grafica) l’assetto

di governance adottato nonché a fornire le principali indicazioni circa il ruolo degli organi aziendali

nell’ambito del sistema dei controlli interni.

L’Intermediario Finanziario, in virtù della classificazione in classe 3, ha optato per l’adozione

di un sistema di controllo interno fondato su:

Funzione di Revisione Interna (Internal Audit): sono assegnate le responsabilità

relative ai controlli di III livello;

Funzione di Controllo dei Rischi (Risk Management): sono assegnate le

responsabilità relative ai controlli di II livello (controllo dei rischi);

Funzione Compliance (Conformità alle norme) e Antiriciclaggio: sono assegnate

le responsabilità relative ai controlli di II livello (controllo di conformità alle

norme);

Le funzioni di cui sopra sono state esternalizzate dall’Intermediario Finanziario sin dalla fase di

presentazione dell’istanza autorizzativa alla Banca d’Italia. Ciascuna funzione consta, al momento,

di un Responsabile ed è collocata in posizione gerarchico-funzionale adeguata, riportando

direttamente al Consiglio di Amministrazione nella sua qualità di Organo con Funzione di

Supervisione Strategica: nella figura del Presidente è stata individuata quella di Referente Interno

delle Funzioni di Controllo di II e III livello.

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Organo con Funzione di Supervisione Strategica (Consiglio di Amministrazione)

L’Organo con Funzione di Supervisione Strategica (“OFSS”) definisce l’assetto complessivo di

governo e approva l’assetto organizzativo dell’Intermediario Finanziario, ne verifica la corretta

attuazione e promuove tempestivamente le misure correttive a fronte di eventuali lacune o

inadeguatezze.

L’OFSS definisce e approva:

il modello di business avendo consapevolezza dei rischi cui tale modello espone

l’Intermediario Finanziario e comprensione delle modalità attraverso le quali i rischi

sono rilevati e valutati;

gli indirizzi strategici, gli obiettivi di rischio, le politiche di governo dei rischi, nonché

le linee di indirizzo del sistema dei controlli interni; ne verifica periodicamente la

corretta attuazione e coerenza con l’evoluzione dell’attività aziendale, al fine di

assicurarne l’efficacia nel tempo.

L’OFSS approva:

il processo di gestione dei rischi (di credito, operativi, di liquidità, ecc.), nonché le

relative procedure e modalità di rilevazione e controllo; può stabilire limiti

all’esposizione dell’Intermediario Finanziario verso determinate tipologie di

rischi/prodotti;

i processi relativi all’erogazione del credito, inclusi poteri e limiti, e ne verifica

periodicamente l’adeguatezza.

L’OFSS assicura che:

il sistema dei controlli interni e l’organizzazione aziendale siano costantemente

uniformati ai principi indicati nel Titolo III, Capitolo 1 – Sezione I, par. 6 della Circolare

e risulti coerente con l’attività svolta e il modello di business dell’Intermediario

Finanziario (evitando la creazione di strutture complesse non giustificate da finalità

operative);

con riferimento al processo ICAAP, definisce e approva le linee generali del processo,

ne assicura l’adeguamento tempestivo in relazione a modifiche significative delle linee

strategiche, dell’assetto organizzativo, del contesto operativo di riferimento e

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promuove il pieno utilizzo delle risultanze dell’ICAAP a fini strategici e nelle decisioni

d’impresa.

Organo con funzione di gestione (Amministratore Delegato)

L’Organo con Funzione di Gestione (“OFG”) ha la comprensione di tutti i rischi aziendali e

individua e valuta i fattori da cui possono scaturire rischi per l’Intermediario Finanziario. L’OFG,

infatti, cura l’attuazione degli indirizzi strategici e delle politiche di governo dei rischi definiti

dall’OFSS. In particolare:

coerentemente con le politiche di governo dei rischi, definisce e cura l’attuazione

del processo di gestione dei rischi, stabilendo, tra l’altro, i compiti e le

responsabilità specifici delle strutture e delle funzioni aziendali coinvolte;

adotta tempestivamente le misure necessarie nel caso in cui emergano carenze o

anomalie dall’insieme delle verifiche svolte sul sistema dei controlli;

con riferimento al processo ICAAP, dà attuazione a tale processo curando che lo

stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e che soddisfi i seguenti requisiti:

consideri tutti i rischi rilevanti; incorpori valutazioni prospettiche; utilizzi

appropriate metodologie; sia conosciuto e condiviso dalle strutture interne; sia

adeguatamente formalizzato e documentato; individui i ruoli e le responsabilità

assegnate alle funzioni e alle strutture aziendali; sia affidato a risorse quali-

quantitativamente adeguate e dotate dell’autorità necessaria a far rispettare la

pianificazione; sia parte integrante dell’attività gestionale.

Organo con Funzione di Controllo (Collegio Sindacale)

L’organo con funzione di controllo, nel rispetto delle attribuzioni degli altri organi e collaborando

con essi:

vigila sulla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei

controlli interni; accerta l’efficacia delle strutture e funzioni coinvolte nel sistema

dei controlli e l’adeguato coordinamento tra le stesse.

vigila sulla rispondenza del processo ICAAP ai requisiti stabiliti dalla normativa;

promuove interventi correttivi delle carenze e delle irregolarità rilevate.

Competono alla Funzione di Risk Management le attività definite nel successivo work flow,

eseguite, ove necessario di concerto con le altre funzioni aziendali indicate.

Al Presidente del Collegio Sindacale sono attribuite le funzioni dell’Organismo di Vigilanza

istituito ai sensi del D.Lgs. 231/2001.

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Funzione di Risk Management

Alla Funzione di Risk Management, la Circolare attribuisce specifici compiti e responsabilità in

tema di controllo dei rischi, come specificatamente individuati nella Relazione sulla Struttura

Organizzativa del 24 marzo 2017.

La Funzione di Risk Management è collocata in posizione gerarchico-funzionale adeguata, alle

dirette dipendenze dell’OFSS, non ha responsabilità diretta di aree operative sottoposte a

controllo né risulta essere gerarchicamente subordinata ai responsabili di alcuna area operativa

dell’Intermediario Finanziario. Di seguito le principali attribuzioni.

L’attività di controllo dei rischi (risk management) ha la finalità di monitorare costantemente

il complesso dei rischi, quantificabili e non quantificabili, insiti nell’attività di acquisto di crediti

deteriorati. Rientrano tra le attività di risk management:

la collaborazione alla definizione delle politiche di governo e del processo di

gestione dei rischi, nonché delle relative procedure e modalità di rilevazione e

controllo delle quali ne verifica l’adeguatezza nel continuo;

la verifica nel continuo dell’adeguatezza del processo di gestione dei rischi e

dei relativi limiti operativi;

lo sviluppo ed il mantenimento dei sistemi di misurazione e di controllo dei

rischi; in tale contesto compete al risk manager lo sviluppo di indicatori in grado

di evidenziare situazioni di anomalia;

il monitoraggio costante dell’evoluzione dei rischi aziendali e del rispetto dei

limiti operativi all’assunzione delle varie tipologie di rischio, ivi inclusi i limiti

di concentrazione imposti dalla Circolare;

la verifica del corretto svolgimento del monitoraggio andamentale del credito;

la verifica dell’adeguatezza e dell’efficacia delle misure adottate per rimediare

alle carenze.

La Funzione di Risk Management, nello svolgimento della propria attività, in riferimento al

processo di autovalutazione dei rischi e della connessa adeguatezza patrimoniale che supporta la

predisposizione del Resoconto ICAAP:

individua i rischi cui l’Intermediario Finanziario è esposto (siano essi compresi o

non compresi nel framework regolamentare), ne definisce la relativa mappatura,

ne procede alla valutazione;

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monitora nel continuo i rischi identificati e procede all’aggiornamento della loro

mappatura (in funzione dell’evoluzione del business aziendale);

definisce le modalità di presidio e misurazione dei rischi.

Funzione di Compliance e AML

Supporta la Funzione di Risk Management nella identificazione e valutazione di specifiche

tipologie di rischio (es. legale, conformità alle norme, reputazionale).

È attribuita alla Funzione di Compliance e AML ed alla Funzione di Risk Management la

responsabilità di manutenere il presente documento. Gli aggiornamenti condivisi dalle predette

funzioni con l’OFG, sono proposti all’approvazione dell’OFSS, nella propria qualità di organo

responsabile dell’aggiornamento tempestivo del presente documento.

Funzione Contabilità

Compete a questa funzione, tra le altre attività, quella di tenuta della contabilità e gestione della

cassa. In ragione di ciò, compete a questa funzione la generazione dei dati utili alla Funzione

Bilancio.

Funzione Bilancio

Compete a questa funzione, tra le altre attività, quella di assolvere gli adempimenti inerenti alle

problematiche sul capitale nonché la predisposizione dei dati a supporto delle Segnalazioni di

Vigilanza. Data la responsabilità di gestire la tesoreria aziendale (incassi e pagamenti), supporta

la Funzione di Risk Management nella fase di individuazione dei rischi con specifico riferimento al

monitoraggio della liquidità aziendale, come definito nella Mappa dei Rischi.

Funzione di Revisione Interna

L’intero processo di produzione del Resoconto ICAAP è sottoposto all’attività di revisione della

Funzione di Revisione Interna, nell’ambito delle proprie attività di internal auditing, come

rappresentato nella RSO. È necessario, infatti, che l’intero processo sia sottoposto da parte

dell’Intermediario Finanziario ad una valutazione di robustezza al fine di identificare le eventuali

aree di miglioramento.

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Gestione dei Rischi Aziendali

La Società definisce autonomamente il processo di determinazione del capitale complessivo

adeguato, in termini attuali e prospettici, a fronteggiare tutti i rischi rilevanti, avuto riguardo del

principio di proporzionalità previsto dalla Circolare. La Società risulta essere intermediario di

classe 3.La determinazione del capitale interno complessivo e del capitale complessivo è frutto di

un processo organizzativo complesso, che costituisce parte integrante della gestione aziendale e

contribuisce a determinare le strategie e l’operatività corrente. Tale processo coinvolge diverse

funzioni e professionalità all’interno della Società, ivi incluse quelle di cui al paragrafo

precedente.

Il processo ICAAP della Società è proporzionato alle caratteristiche, alle dimensioni e alla

complessità dell’attività svolta, anche alla luce della suddetta classificazione e può essere

scomposto nelle seguenti fasi:

1) individuazione dei rischi da sottoporre a valutazione;

2) misurazione/valutazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno;

3) misurazione del capitale interno complessivo;

4) determinazione del capitale complessivo e riconciliazione con i fondi propri.

Ogni singola fase del processo, eseguita annualmente in maniera iterativa e continuativa,

costituisce input di quella successiva.

La Società illustra, di seguito, il work flow del processo adottato:

Rischio di credito: è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’insolvenza o dal

deterioramento del merito creditizio delle controparti (debitori ceduti). La Società individua nel

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rischio di credito il principale rischio della gestione caratteristica, in quanto il core business è

rappresentato dall’acquisto di crediti.

Nella fase di acquisizione dei portafogli creditizi la Società procede ad una attenta due

diligence documentale, al fine di verificare quale sia la percentuale presumibile di recupero di

ciascun singolo credito, sia su base puntuale che su base statistica, sulla scorta delle curve di

recupero proprie dei portafogli in gestione per segmentazioni omogenee.

Nella fase successiva all’acquisizione del credito, le informazioni sono tenute costantemente

aggiornate attraverso una reportistica specifica dei flussi incassati e della determinazione

(mensile) delle curve di recupero. Le posizioni sono sottoposte a revisione almeno annuale con

particolare riferimento alle previsioni di recupero. L’attività di revisione è deputata ad un apposito

organo, Comitato Crediti, cui partecipa costantemente il Risk Manager.

La Società, come si dirà meglio infra, sta sviluppando internamente una base dati che

determina le percentuali di default quantitativi e temporali per ciascuna tipologia di credito, per

poter apportare alle previsioni di recupero del credito delle rettifiche parametrate alla

“probabilità di default” (“PD”): è una reportistica che consente alla Società di disporre di una

casistica di default rispetto alle previsioni effettuate e di applicare conseguentemente i

corrispondenti correttivi alle proprie valutazioni.

Il database ha un impatto rilevante anche per la valutazione e misurazione del rischio di

credito, in quanto le previsioni di recupero incidono sul costo ammortizzato e per il calcolo del

NPV (net present value) dei flussi dei portafogli.

Rischio di controparte: è definito come il rischio che la controparte di una transazione, avente

ad oggetto il credito, risulti inadempiente nel corso dell’adempimento della stessa. Tale

circostanza si può considerare una particolare fattispecie del rischio di credito. La società mitiga

il rischio di controparte assumendo garanzie specifiche atte ad indennizzare il mancato

adempimento della transazione.

Rischio di mercato: rappresenta diverse tipologie di rischio, aventi la caratteristica comune di

determinare potenziali perdite agli intermediari a causa dell’avverso andamento dei prezzi di

mercato (tassi di interesse, corsi azionari, valute, merci, strumenti finanziari). La Società non

risulta esposta al alcuno di tali fattori di rischio tipicamente associati al rischio di mercato, non

detenendo, alla data, portafoglio di negoziazione.

Rischio operativo:esprime il rischio di perdite derivanti da inadeguatezza e/o disfunzione di

procedure, errori compiuti dalle risorse umane, bassa efficienza dei sistemi interni, interruzioni

dell’operatività, inadempienze contrattuali oppure da eventi esogeni alla gestione.

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Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di

reputazione.

Rischio di concentrazione: è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di

controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa

attività o appartenenti alla medesima area geografica.

Il portafoglio dei crediti gestiti dalla Società è molto frammentato e caratterizzato da un

numero rilevante di singole posizioni di importi non elevati. Tuttavia la Società, a partire dal 2013,

si è adoperata al fine della mitigazione del rischio di concentrazione operando una graduale

riduzione delle posizioni singole che avessero una esposizione netta, all’atto dell’acquisto,

superiore ad Euro 150.000.Tale processo ha portato, nel prosieguo, alla ulteriore riduzione anche

di quelle che presentassero esposizioni superiori ad euro 100.000.

La Società può essere esposta a rischio di concentrazione, assumendo come tale, ad esempio,

la concentrazione territoriale dei debitori ceduti, la eccessiva esposizione verso singoli debitori o

gruppi di interesse economico o parti ad essi correlate.

La Società mitiga tale rischio assumendo, già nell’attività di due diligence, le informazioni atte

ad individuare tali criticità e ad adottare conseguentemente i più idonei accorgimenti all’esito

della chiusura dell’operazione, con particolare riferimento all’impatto sul patrimonio di vigilanza

in termini di concentrazione di rischio.

Il monitoraggio dei crediti comporta l’analisi delle posizioni superiori al 10% del capitale

ammissibile e sino al 25%, in via prudenziale, e procede tuttavia anche al monitoraggio di quelle

che comportino un’esposizione netta pari o superiore ad Euro 100.000 in termini di prezzo di

acquisto. Le pratiche vengono selezionate dall’ufficio preposto (Contabilità), e la verifica viene

effettuata da parte della FRM con cadenza trimestrale.

La Società, già in fase di due diligence finalizzata all’acquisizione, procede a segmentare il

portafogli, tra gli altri, per aree geografiche al fine di determinare il rischio della concentrazione

geografica con particolare riferimento al tessuto economico ed alle tempistiche standard dei

Tribunali coinvolti ed alle arre di attività dei debitori ceduti (ove disponibile in sede di due

diligence).

La Società, procedendo all’attività di monitoraggio di cui sopra, ritiene il rischio mitigato e non

necessariamente suscettibile di quantificazione.

Con riferimento alle altre tipologie di rischio normativamente previste, la Società ha valutato

di non essere attualmente esposta al rischio paese, al rischio di trasferimento e al rischio base.

Il rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione (banking book)

è quel rischio legato a variazioni potenziali dei tassi di interesse (Allegato C della Circolare), a

seguito delle quali l’Intermediario potrebbe subire una perdita sul portafoglio immobilizzato.

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L’esposizione al rischio di tasso d’interesse è misurata con riferimento alle attività e alle passività

comprese, appunto, nel banking book.

In particolare, tra i fattori di rischio rilevati vi è quello relativo alle poste dell’attivo, tra tutte

il portafoglio titoli ed i conti correnti suscettibili di variazione a seguito di variazione dei tassi.

Si segnala al contempo che la Società non è esposta al rischio legato al deprezzamento del

portafoglio titoli non detenendo “strumenti” finanziari. Si precisa, inoltre, che la Società non

detiene alcuna tipologia di strumento neppure a fini di futura rivendita.

Rischio di liquidità: rischio che si manifesta come l’incapacità da parte della Società di far fronte

alle proprie obbligazioni alle scadenze fissate. Può essere di due tipologie a seconda che si tratti

di impossibilità di adempiere ai propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire

fondi (funding liquidity risk) oppure a causa di difficoltà di smobilizzo dei propri assets (market

liquidity risk). Anche qualora gli impegni di pagamento possano essere adempiuti ma con un

elevato costo di funding, tale rischio è da considerarsi nella sua rilevanza.

Rischio reputazionale: è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale

derivante da una percezione negativa dell’immagine societaria da parte di clienti, controparti o

Autorità di Vigilanza, generata da atti dolosi o colposi commessi dalla Società o ad essa

riconducibili in danno diretto dei soci e/o degli istituti di credito; da mancata chiarezza nella

comunicazione delle informazioni ai soci; da dichiarazioni errate, omissive o poco trasparenti

all’Autorità di Vigilanza.

La fonte di generazione del rischio è connaturata con l’intero esercizio dell’attività. In particolare

la Società individua nel fattore “reclami da clientela” quello che ne determina l’esposizione al

rischio.

Per sua natura questo rischio risulta difficilmente quantificabile e per questa ragione la Società

ha deciso di procedere a valutazione qualitativa dello stesso. Poiché funzionale al presidio di

questo rischio, la Società ha nominato una figura responsabile della gestione degli eventuali

reclami pervenuti ed ha adottato una specifica procedura per il trattamento degli stessi, nonché

presidi di trasparenza adeguati alla tutela massima della privacy dei debitori ceduti con

particolare riferimento al trattamento e diffusione dei dati sensibili.

La società, ritenendo il rischio rilevante, procede ad un monitoraggio costante dell’andamento

dei reclami presentati dalla clientela (per il 2017 risultano pari ad uno, afferente tuttavia per lo

più a richieste di informazione che su specifiche doglianze).

Rischio di riciclaggio: rappresenta il rischio che la Società possa essere coinvolta in attività volte

al riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo. L’azione di

contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo è articolata in obblighi e attività (e.g.:

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obbligo di adeguata verifica della clientela; obbligo di registrazione delle operazioni e dei rapporti

continuativi).

Al fine di prevenire i fenomeni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, nonché di

sensibilizzare la struttura aziendale al rispetto degli obblighi di cui sopra, la Società si è dotata di

una Procedura Organizzativa all’esito della definizione del Sistema di Controllo Interno.

Rischio strategico: rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del

capitale, derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, di

attuazione inadeguata di decisioni e di scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Governo Societario La Società ha adottato un modello di amministrazione e controllo di tipo “tradizionale”, come

rappresentato nell’organigramma di cui al principio del paragrafo 1.

Si riporta di seguito il numero e la tipologia degli incarichi detenuti da ciascun esponente aziendale

in altre società o enti.

Esponente aziendale Qualifica in Cassiopea Npl Incarichi in altre società

Paolo Taruggi Amministratore delegato Amministratore M&PHOLDING SRL Amministratore OJETTI 134 SRL

Claudio Chiori Consigliere

Amministratore Unico ANDROMEDA RE SRL Amministratore Unico Cassiopea ASSET MANAGEMENT SRL Sindaco effettivo ASSUT EUROPE SPA Sindaco Unico CENTRO CONGRESSI FRENTANI SRL Presidente del Collegio sindacale LIBERETÀ’ SPA Presidente del Collegio sindacale SOC. AGR. IND. SPA Sindaco supplente FINEDILIN Sindaco supplente IMPRESA GIORGIO LANZETTA SPA

Giovanni Raimondi Presidente del Consiglio di amministrazione Nessuno.

La Società consapevole che la diffusione di una tempestiva e corretta informazione è prerogativa

fondamentale di una sana e prudente gestione, rendendo possibile il costante monitoraggio

dell’andamento della stessa, si è dotato di una adeguata reportistica, curata da ciascuna funzione

e organo.

La mappa dei flussi informativi adottata è definita con riferimento alle informazioni prodotte dalle

funzioni di controllo nei confronti dell’organo di supervisione strategica e del Collegio Sindacale.

Funzione Denominazione Periodicità Sintesi contenuto

Risk Management

Relazione sull’attività svolta trimestrale Sintesi dell’attività svolta, dei risultati emersi e delle eventuali azioni di rimedio già comunicate dalla Funzione ed adottate dalla Società

Programma di attività annuale Piano delle attività programmate da svolgersi nell’anno solare

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Resoconto ICAAP

Valutazione dell’adeguatezza patrimoniale

Report di verifica ad hoc raccomandazioni su specifiche carenze riscontrate

Compliance e Antiriciclaggio

Relazione Compliance sull’attività svolta

Relazione Antiriciclaggio sull’attività svolta

Programma di attività Funzione Compliance

Trimestrale, annuale

Verifiche effettuate e risultati emersi, punti di debolezza rilevati, proposte di interventi da adottare per la loro rimozione (per le attività eseguite trimestralmente).

Relazione annuale sull’attività di Compliance svolta.

formazione del personale

Piano delle attività programmate per l’anno

Report di verifica

Pareri/Consulenze su richiesta o di iniziativa.

Ad hoc raccomandazioni su specifiche carenze riscontrate

contenuti vari in relazione alle diverse normative/processi aziendali

Internal Audit Relazione sull’attività svolta

Programma di attività

Relazione sulle funzioni operative importanti esternalizzate

Trimestrale annuale

Esiti delle verifiche svolte, dei pareri erogati e dei correttivi adottati (trimestralmente)

Relazione annuale sull’attività svolta

Piano delle attività programmate per l’anno

Controlli condotti sulle Funzioni Operative Importanti Esternalizzate e relativi esiti.

Report Verifiche

Nota Informativa sugli eventi di particolare rilievo ed importanza

ad hoc raccomandazioni su specifiche carenze riscontrate

Ufficio Legale Relazione sulla gestione dei reclami

Annuale Informativa sulla situazione complessiva dei reclami ricevuti

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2. Ambito di applicazione (art. 436 CRR)

Per quanto riguarda l'ambito di applicazione degli obblighi di cui al Regolamento UE 575/2013, i

contenuti della presente informativa sono riferiti a Cassiopea NPL SpA.

La Società possiede partecipazioni di controllo in Andromeda R.E. Srl e non fa parte di un gruppo.

3. Fondi Propri (artt. 437 e 492 CRR)

L’Intermediario, a fronte del capitale interno assorbito dai rischi misurabili, identifica le risorse

necessarie alla relativa copertura. Il capitale primario di classe 1, prima dell’applicazione dei filtri

prudenziali, è pari ad Euro 2.057.923 ed è costituito dai seguenti elementi:

Capitale sociale (Euro 2.001.488);

Riserve di Utili (Euro 48.515);

Utile di periodo (Euro 7.920).

Non sussistono strumenti ibridi di capitale ovvero obbligazioni convertibili.

La Società non prevede, allo stato, ipotesi di emissione di strumenti obbligazioni convertibili

ovvero di strumenti finanziari ibridi.

I Fondi propri sono così calcolati:

Fondi Propri 31/12/2017

A Capitale primario di classe 1 (Common EquityTier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 2.057.923

- di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni

transitorie -

B Filtri prudenziali del CET1 (+/-) - C CET1 al lordo degli elementi da dedurre (A +/- B) 2.057.923 D Elementi da dedurre dal CET1 - E Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-) -

F Totale Capitale primario di classe 1 (Common EquityTier 1 - CET1) (C-D+/-E) 2.057.923

Q Totale Fondi Propri 2.057.923

4. Requisiti di capitale (art. 438 CRR)

Nella fase di individuazione dei rischi da sottoporre a misurazione o valutazione, in virtù del

processo ICAAP rappresentato, la Società, con riferimento al 31.12.2017, al fine di individuare i

rischi rilevanti identificandone altresì il grado di esposizione, ha proceduto nella fase di analisi,

considerando le tipologie di rischio previste nel framework regolamentare (Circolare del 3 aprile

2015 n. 288, Titolo IV, Capitolo 14, allegato A) e ha definito la mappatura dei rischi cui risulta

essere esposta, redigendo la propria Mappa dei Rischi.

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La Società adotta le metodologie quantitative “semplificate” proposte dalla Circolare 288/2015

per i rischi misurabili ed adotta, invece, misure di controllo ed attenuazione per quelli non

misurabili: pertanto non viene allocato alcun capitale aggiuntivo a fronte dei rischi difficilmente

quantificabili.

Di seguito una tabella riepilogativa.

Tipo di Rischio Misurabile Non misurabile Grado di esposizione Metodologia di misurazione / Presidi posti in essere

Prim

o Pi

last

ro

Rischio di credito Si Basso Metodologia Standardizzata

Rischio operativo Si Medio Metodo Base (BIA)

Seco

ndo

Pila

stro

Rischio di concentrazione Si Basso Sistemi di controllo interni

Rischio di tasso di interesse Si medio Modello di calcolo semplificato

Rischio di liquidità Si Medio/basso Sistemi di controllo interni

Rischio residuo Si basso Sistemi di controllo interni

Rischio strategico Si Basso Sistemi di controllo interni

Rischio reputazionale Si basso Sistemi di controllo interni

Rischio di compliance Si basso Sistemi di controllo interni

La Società ha provveduto a quantificare il livello del capitale interno complessivo al 31/12/2017

in Euro 768.931, ai fini della sua riconciliazione con i Fondi Propri.

TIPOLOG IA DI RISCHIO EAD RW ACapi ta le Interno a l

31/12/2017

Rischio di Credito 4.095.568,00 € 5.784.641,13 € € 462.771,29

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5. Rettifiche per il rischio di credito (art. 442 CRR)

I crediti vantati dalla Cassiopea NPL al 31.12.2017 nei confronti dei clienti, trattandosi di crediti

NPL detenuti per la gestione e riscossione (held to collect), vengono trattati, in ottemperanza ai

principi contabili vigenti ed alle disposizioni di vigilanza, col criterio del costo ammortizzato.

Dopo la rilevazione iniziale, detti crediti sono soggetti, ad ogni chiusura di bilancio o di

situazione infrannuale, ad una ricognizione effettuata al costo ammortizzato, come previsto dallo

lo IAS 39.

Lo IAS 39 definisce il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria come “il valore

a cui è stata misurata al momento della rilevazione iniziale l’attività o la passività finanziaria al

netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dell’ammortamento complessivo

utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello

a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (operata direttamente o attraverso l’uso di un

accantonamento) a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità”.

Inoltre, il tasso di interesse effettivo è definito come “il tasso che attualizza esattamente i

pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario al valore

contabile netto dell’attività o passività finanziaria”; applicando tale criterio, quindi, si

ripartiscono costi e ricavi derivanti dallo strumento finanziario (crediti) lungo tutta la durata dello

stesso.

Quando valore di iscrizione iniziale e valore di rimborso coincidono e gli interessi sono costanti

per tutto il periodo di detenzione, il criterio del costo ammortizzato coincide con quello del costo

storico o del valore nominale, dato che il tasso di interesse nominale corrisponde a quello

effettivo.

Se, per effetto di costi iniziali, aggi o disaggi di emissione, vi sono delle differenze tra valore

iniziale e valore di rimborso o se i tassi di interessi sono soggetti a variazioni durante la detenzione

TIPOLOG IA DI RISCHIOCapi ta le interno a l

31/12/2017

Rischio Operativo € 180.449,35

Rischio di Tasso di Interesse € 125.711,45

REQU ISITO PATRIMONIALE RISCHI I PILASTRO € 643.220,64

CAPITALE INTERNO RISCHI I I PILASTRO € 125.711,45

CAPITALE INTERNO COMPLESSIVO € 768.932,09

F ONDI PROPRI € 2.057.923,00

ECCEDENZ A/DEF ICIT DI CAPITALE € 1.288.990,91

RW A € 8.040.258,06

TOTAL CAPITAL RATIO 25,60% 

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dello strumento finanziario, il tasso di interesse nominale è diverso da quello effettivo ed occorre

iscrivere tra le attività un valore differente dal valore nominale.

Nel corso dell’esercizio al 31 dicembre 2017, sono state effettuate rettifiche per un importo

pari ad Euro 200.000 (conto economico, voce 100 b), ascrivibili all’adeguamento dei saldi

portafogli al costo ammortizzato.

Attività Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni scadute

deteriorate

Esposizioni scadute

non deteriorate

Altre esposizioni

non deteriorate

Totale

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita n/a

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza n/a

3. Crediti verso banche n/a

4. Crediti verso clientela 3.816.646 3.816.646

5. Attività finanziarie valutate al fair value n/a

6. Altre attività 51.814 51.814

Totale 31 dicembre 2017 3.868.460 3.868.460

6. Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR) La Società non fa ricorso a tecniche di attenuazione del rischio di credito.

Cassiopea nell’ambito di gestione dei crediti chirografari con un approccio analitico determina

puntualmente gli spazi utili di recupero sia in termini patrimoniali che reddituali in capo ai debitori

ceduti. Ciò comporta, individuato spazio utile su cespiti immobiliari, l’iscrizione di ipoteche

giudiziali funzionali ad assicurare privilegi rispetto agli altri creditori nell’ambito delle successive

procedure liquidatorie dei cespiti cauzionali.

In caso di presenza di ipoteche già acquisite dalla cedente a garanzia dei crediti acquistati da

Cassiopea, quest’ultima adotta procedure idonee a presidiarne eventuali scadenze ventennali

nonché procedure atte ad assicurare l’efficace trasferimento delle stesse.

7. Rischio di controparte (art. 439 CRR) La Società è esposta al rischio di controparte, considerato una particolare fattispecie del rischio

di credito, e mitiga tale rischio assumendo specifiche garanzie atte ad indennizzare il mancato

adempimento della transazione, sia di natura reale, come meglio evidenziato nel paragrafo

precedente, sia ricorrendo a provvedimenti giudiziali che possano garantire il rispetto degli

adempimenti da parte del debitore (PPT).

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8. Uso delle ECAI (art. 444 CRR) La Società non fa ricorso a ECAI, data la tipologia di attività svolta e, conseguentemente la

tipologia di crediti acquistati. Infatti, secondo il comma primo lettera a) dell’articolo 127 CRR,

“alla parte non garantita di una posizione in cui il debitore sia in default conformemente

all'articolo 178 o, nel caso delle esposizioni al dettaglio, alla parte non garantita di una linea di

credito in stato di default conformemente all'articolo 178 è attribuito un fattore di ponderazione

del rischio del:a) 150 %, se le rettifiche di valore su crediti specifiche sono inferiori al 20 % della

parte non garantita dell'esposizione al lordo di tali rettifiche”.

9. Rischio di mercato (art. 455 CRR)

La Società non detiene portafoglio di negoziazione, non risultando, dunque, esposta a tale rischio.

10. Esposizione in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 447

CRR)

La società detiene una partecipazione rappresentativa del 100% di capitale sociale della società

Andromeda R.E. S.r.l. con sede in Roma, via Benedetto Croce n. 40 - c.f. 10475001003 - di cui a

seguire si riportano i dati del bilancio chiuso al 31/12/2017:

Partecipazione Capitale sociale

Patrimonio netto

Quota posseduta

Utile/perdita del periodo

(2017)

Valore di

bilancio

RWA Rischio credito

Andromeda R.E. S.r.l. 10.000

10.971

100%

132

30.000 30.000

La partecipazione non ha subito variazioni nel corso dell’esercizio.

Con riferimento alla società Andromeda, si segnala che la Società vanta un credito nei confronti

di quest’ultima pari ad Euro 438.500, che attiene ad un finanziamento soci operato da Cassiopea

N.P.L. in favore della controllata per iniziali euro 488.500, divenuto fruttifero ed utilizzato da

quest’ultima integralmente a copertura di tre operazioni immobiliari di repossess su compendi

immobiliari già ipotecati a favore di Cassiopea NPL.

11. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di

negoziazione (art. 448 CRR)

Relativamente alla quantificazione del requisito di capitale interno per il rischio di tasso di

interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione, la Società ha adottato una

metodologia semplificata, procedendo, con solo riferimento al portafoglio crediti, a ripartire

secondo le fasce temporali previste dall’Allegato C della Circolare le previsioni di recupero dei

crediti, autonomamente elaborate, di tutti i crediti in portafoglio; ha poi determinato la quota

parte di credito previsto come recuperabile (per ciascuna fascia temporale) per ciascun

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portafoglio rispetto alle complessive previsioni del portafoglio medesimo. Le proporzioni, in

termini percentuali, così determinate sono state utilizzate quali coefficienti di ponderazione del

valore dei crediti iscritto complessivamente nell’attivo di bilancio, per ciascuna fascia temporale.

In questa maniera il valore complessivo dei flussi ponderati stimati dei crediti dei crediti iscritti a

bilancio è stato proporzionalmente ripartito per gli orizzonti temporali (fasce temporali per la

determinazione del rischio tasso, secondo lo schema normativamente previsto) di recupero

stimati.

RWA Rischio tasso

125.711

12. Rischio operativo (art. 446 CRR)

Relativamente alla quantificazione del requisito di capitale interno per il rischio operativo, a

metodologia adottata dalla Società è il metodo base (BIA), in virtù del quale si procede a

determinare il requisito di patrimonio applicando un coefficiente del 15% alla media triennale

assunta dal valore dell’indicatore rilevante.

Margine di

Intermediazione2017 Media Triennio RWA Rischio Operativo

1.302.830 1.202.996 180.449

13. Politiche di Remunerazione (art. 450 CRR)

Il processo decisionale seguito da Cassiopea per le politiche di remunerazione prevede che

l’assemblea dei soci deliberi sui compensi del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale;

con riferimento alle remunerazioni dei responsabili delle funzioni di controllo esternalizzate, è il

Consiglio di Amministrazione che ne determina gli importi.

14. Leva Finanziaria (art. 451 CRR)

Il coefficiente di leva finanziaria è calcolato dalla Società come rapporto tra Tier 1 e le attività non ponderate per il rischio:

Tier 1 (31/12/17) Attivo patrimoniale

(31/12/2017) Coefficiente di leva

finanziaria 2.057.923 4.095.567 0,50

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Dichiarazione del Presidente del Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 435, comma

1, lettere e) ed f) del Regolamento UE 575/2013 del 26 giugno 2013 (“CRR”).

L’Amministratore Delegato, dott. Paolo Taruggi, su mandato del Consiglio di Amministrazione di

Cassiopea NPL SpA, dichiara, ai sensi di quanto richiesto dalle lettere e) ed f) del 1° comma

dell’articolo 435 CRR che:

i sistemi di gestione dei rischi messi in atto sono in linea con il profilo e la

strategia della Società;

la Sezione 4 del presente documento, “Requisiti di Capitale” rappresenta la

descrizione sintetica del profilo di rischio complessivo della Società, associato alla

strategia aziendale.

L’Amministratore Delegato