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RAVENNA Salute Dieci Piu’ OFTALMOLOGIA ACQUE ALCALINE IONIZZATE TUMORE AL SENO METASTATICO MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 12 - DICEMBRE 2019 PIANTE NATALIZIE TOSSICHE PER I CANI MEDICO E RICERCATORE IN FISIOLOGIA PRESSO L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA PAG.17 5G: RISCHIO PER LA SALUTE? MATTEO CERRI SALUTE_10piu_cover_n.12.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 02/12/19 15:07 Pagina 1

Transcript of CASA NOTIZIE cesena n1 · ta ad un eccesso di acidi nell’organismo. Fra le concause una dieta...

RAVENNASalute Dieci Piu’

OFTALMOLOGIA

ACQUE ALCALINE IONIZZATE

TUMORE AL SENO METASTATICO

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 12 - DICEMBRE 2019

PIANTE NATALIZIE TOSSICHE PER I CANI

MEDICO E RICERCATORE IN FISIOLOGIA

PRESSO L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

PAG.17

5G: RISCHIO PER LA SALUTE?

MATTEO CERRI

SALUTE_10piu_cover_n.12.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 02/12/19 15:07 Pagina 1

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ALIMENTAZIONE

2 IL CACHI: LA MELA D’ORIENTEDott.ssa Daniela Verduci

TECNOLOGIA

9 5G: RISCHIO PER LA SALUTE?di Fabio Lironzi

DIABETE

14 LEGUMI E GLICEMIADott.ssa Sara Testa

OCULISTICA

12 OFTALMOLOGIADott. Ugo Cimberle

SALUTE

4 ACQUE ALCALINE IONIZZATEDott.ssa Elena Paglia

SANITÀ

6 TUMORE AL SENO METASTATICODott. Corrado Tinterri

Nr. 12 - DICEMBRE 2019 - www.salute10piu.it

SALUTE 10+ - Anno 10 - N. 12.2019 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 RavennaTel. 0544.501950 - [email protected] - Direttore responsabile: Spada Gabriele

Stampa: Modulgrafica Forlivese Spa - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it

Salute Dieci Più

FARMACI

20 TACHIPIRINADott. Andrea Baldisserri

LONGEVITÀ

21 CENTENARIE PIENE DI VITAdi Tiziano Zaccaria

SANITÀ

24 GENE CHE PROVOCA IL RIGETTO NEI TRAPIANTI D’ORGANOdi Fabio Lironzi

ANDROLOGIA

26 DISFUNZIONE ERETTILEDott. Alessandro Pizzocaro

IGIENE

29 DOCCIA: ERRORI DA EVITAREdi Fabio Lironzi

I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 PIANTE NATALIZIETOSSICHE PER I CANIDott. Giuliano Montalto

INTERVISTA

17 MATTEO CERRI E“LA CURA DEL FREDDO”di Tiziano Zaccaria

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2

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CONTROLLO

•L’invecchiamento dell’orecchio con conseguente degenerazione delle cellule sensoriali (Presbiacusia).

•Comportamenti uditivi sbagliati, come l’esposizione prolungata a rumori forti ( superiori agli 80dB).

• Infezioni all’orecchio frequenti (otiti).•Reazioni ototossiche ad alcuni medicinali

(come alcuni antibiotici).•Predisposizione genetica.•Complicazioni durante la gravidanza

e durante il parto.

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valutare la capacità uditiva e

nel consigliare la soluzione

più appropriata.

L’ipoacusia è l’indebolimento della capacità uditiva chepuò manifestarsi a tutte le età e con diversi tipi di gravità,può interessare un solo orecchio oppure entrambi.

Ci sono diversi tipi di cause che possono essere tenute sotto controllo con un’attenta prevenzione:

ALIMENTAZIONE

Come tutta la frutta, i cachi sono com-posti principalmente da acqua a cuiseguono gli zuccheri semplici, le fibre,un po’ di vitamine importanti per il siste-ma immunitario (vitamina C, vitamianaA e alcune vitamine del gruppo B), saliminerali , proteine e qualche grasso.

ILCACHILA MELA D’ORIENTE

I cachi, o loti, vengono anche nominati“mele d’Oriente” e sono frutti autunna-li molto zuccherini originari dell’Asiaorientale e del Giappone. Arrivati inEuropa intorno al 1800, sono ora dif-fusi ampiamente sul territorio italiano,anche con diverse varietà interessantidal punto di vista alimentare.

In Italia l'albero di cachi è coltivatosoprattutto in Campania, Romagna,Veneto e Sicilia. Le varietà più diffusesono Loto di Romagna, Vaniglia dellaCampania e una delle più note, ancheall'estero, è la varietà siciliana diMisilmeri. In genere la bacca si raccoglie traottobre e novembre e si presenta diun colore arancione acceso. La varietàdi cachi più diffusa è contraddistinta dauna polpa molto cremosa, mentre lavariante vaniglia è più compatta.

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]: OfficinaAlimentare

Questo frutto andrebbe mangiato soloquando è opportunamente maturato,perché la quantità di tannini presenti nelfrutto acerbo crea quella fastidiosa sensa-zione di “allappamento” della lingua pro-prio per la qualità astringente dei tannini.

Il caco è una pianta conosciuta anche perle sue molteplici virtù, in quanto si pos-sono utilizzare di quest’albero nonsolo i frutti, ma anche le foglie,con cui si preparano degli infusidigestivi significanti e il legno cherisulta essere molto apprezzato.

MARMELLATA DI CACHI

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FINE

Per tutti gli altri, in ogni caso è benenon eccedere con le quantità, perché glizuccheri presenti possono essere conver-titi in grassi soprattutto se vengono con-sumati nel pasto della sera. Inoltre l’effetto lassativo può dare mag-giore sensibilita a chi soffre di colite e haproblemi di dissenteria.

PROPRIETÀ IMPORTANTI

A parte questi casi limite possiamo consi-derare questo frutto un ottimo alleatodella salute e usare la fantasia per impie-garlo in ricette sia dolci che salate.

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La presenza di carboidrati semplici inquantità massiva fanno del caco un fruttomolto nutriente adatto per la colazio-ne dello sportivo o la merenda deiragazzi. La peculiarità di fornire energiaè molto importante soprattutto per quelloche riguarda il cambio di stagione autun-nale, dove il fisico viene messo alla provadai malanni stagionali e quindi possiamodire che il caco ha sicuramente qualitàantiasteniche sia fisiche che mentali.

La presenza di fibre insolubili aumenta lamassa fecale, con conseguente aumentodella peristalsi intestinale che favorisce l’eva-quazione, facendo del caco un lassativonaturale molto importante. Avendo unPh lievemente alcalino, è in grado di con-trastare l’acidità dei succhi gastrici, essendocosì molto utile in tutti quei casi in cuisi soffre di gastrite o di reflussogastroesofageo; inoltre la presenza dipotassio aiuta la diuresi favorendo l’elimina-zione dell’acqua a livello renale. Gli unicicasi in cui può essere contrindicato èquando si è in regime calorico con-trollato o nel paziente diabetico pro-prio per la presenza di zuccheri.

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SALUTE

Molecole ionizzate per un pH anti-agingGrazie ad uno ionizzatore, le molecole d’ac-qua vengono sottoposte ad un processo dielettrolisi, che ne riorganizza le sostanzecontenute al suo interno in base alla lorocarica elettrica. L’acqua viene così “separata”in questo modo: l’elettrodo negativo delloionizzatore attira gli ioni positivi (mineralialcalini), mentre l’elettrodo positivo, gli ioninegativi (radicali acidi). Questo processoconferisce all’acqua il pH alcalino superiorea 9 senza additivi aggiunti.

Dott.ssa Elena PagliaNutrizionista e partner scientifico di HydrAqua

Nutrimento per l’organismoNon solo semplici acque, ma un elisir dibenessere e nutrimento liquido pertutto l’organismo, a partire damuscoli e cervello: sono le acque alcali-ne ionizzate, che grazie al loro pH supe-riore a 7 e alla loro struttura micro-mole-colare garantiscono una capacità di idra-

tazione superiore, fondamentale per con-trastare l’acidosi metabolica dovuta ad uneccesso di acidi nell’organismo.

A distinguere queste acque, èsoprattutto il loro pH, l’indicatore chemisura l’acidità, la neutralità e l’alcalinitàdi un liquido organico, che è alcalino(superiore a 7) e in grado di contrastarel’azione dei radicali liberi.

Grazie alla loro azione depurativa, le acquealcaline ionizzate facilitano l’eliminazionedelle scorie acide, derivanti da un’alimen-tazione iperproteica e povera di frutta everdura e da uno stile di vita sedentario.

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IONIZZATORE

Elena Paglia, nutrizionista,oncologo, medico estetico, èpartner scientifico diHydrAqua, la prima acquaalcalina ionizzata plastic free,

con pack in alluminio 100% riciclabileall’infinito, prossima al debutto sul mercatoitaliano. Dopo la laurea in Medicina eChirurgia e l'abilitazione alla professionemedica nel 1996, inizia la sua carriera con-vinta che la prevenzione sia l’arma più effi-cace per combattere le patologie oncologi-che e approfondisce la sua formazione nelleterapie nutrizionali e nell'omeopatia. Nel2002 si specializza in Medicina Estetica enel 2003 in Chemioterapia. Nel corso deglianni diventa consulente nutrizionale peratleti di livello nazionale ed internazionale.Info: www.elenapaglia.com

Per favorire il mantenimento del pH ideale e, di conseguenza, il benesserepsico-fisico, è importante assumere un’acqua funzionale di altissima qualità,come l’acqua alcalina ionizzata, il naturale alleato per contrastare l’acidosimetabolica e riequilibrare l’organismo. Ecco, in sintesi, i principali vantaggidelle acque alcaline ionizzate per l’organismo.

1. Acidosi metabolica sotto controlloGrazie alla sua struttura micro-molecolare, l’acqua alcalina ionizzata ha una capacità diidratazione molto elevata che contrasta in modo efficace l’acidosi metabolica dovu-ta ad un eccesso di acidi nell’organismo. Fra le concause una dieta iper proteica, eserci-zio fisico intenso e invecchiamento.

2. Azione anti AgeGrazie al loro pH fortemente alcalino (o basico), le acqueionizzate sono ricche di antiossidanti e minerali, che ripristi-nano il naturale equilibrio acido-basico del corpo, contra-stando i radicali liberi responsabili dell’invecchia-mento, le patologie degenerative e le carenze nutrizionali.

3. Micro molecole per un super cervelloI cluster super fini che caratterizzano la trama molecolare delle acque alcaline ionizzateracchiudono i veri “agenti speciali” dell’idratazione profonda, che favorisce il perfetto fun-zionamento dei principali organi vitali e del cervello, migliorando la concentrazionementale e le performance fisiche e intellettuali quotidiane.

4. Sistema immunitario al TopAssumere acque alcaline ionizzate favorisce l’eliminazio-ne dei prodotti di scarto e dei batteri contenuti nei linfo-nodi, rinforzando il sistema immunitario.

5. Ossa più fortiLa miglior basificazione riduce l’osteoporosi grazie almiglioramento della densità minerale ossea.

I BENEFICI DELLE ACQUE DEL FUTURO

FINE

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SANITÀ

Cos’è il tumoreal seno metastaticoÈ un tumore che dal seno, la sua sede diorigine, ha raggiunto altre parti delcorpo attraverso le vie linfatiche e i vasisanguigni.

METASTATICOTUMORE AL SENO

Circa 37mila donne in Italia convivonocon il tumore al seno metastatico.Sono pazienti con un vissuto delicato ed esi-genze specifiche, spesso legate alla cronicitàdella malattia. Il numero è in aumento anchegrazie alla maggior efficacia delle cure e allapossibilità di accesso sempre di più a centridedicati a questa malattia, che fa sì che que-ste donne possano vivere più a lungo.Proprio alle donne con tumore al seno meta-statico è stato dedicato negli ultimi anni illavoro di EuropaDonna Italia, il movi-mento a tutela dei dirit-ti delle donne colpitedal tumore al seno, conuna serie di iniziative aloro supporto.

Dott. Corrado TinterriResponsabile della Senologia eDirettore della Breast Unit di Humanitas e Direttore scientifico di Europa Donna

QUANDO LA MALATTIA DIVENTA CRONICA

A essere particolarmente colpiti sono ingenere le ossa, i polmoni, il fegato e ilcervello. Questo si verifica perché lecellule tumorali si moltiplicano piùvelocemente delle cellule sane e pos-sono diffondersi mediante la circola-zione linfatica o sanguigna.Alcune muoiono nel corso del viaggio,altre invece, una volta raggiunta la“nuova sede”, possono proliferare ecreare nuove masse tumorali. Le metastasi possono manifestarsi dopoalcuni anni dalla comparsa del tumoreprimario o in alcuni casi più rari dopomolti anni.

É una malattia cronicaLe donne con tumore al seno metastaticoconvivono con una malattia cronica.Occorre infatti distinguerlo dal tumore alseno non metastatico, perché si tratta didue condizioni differenti.

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Da un questionario condotto daEuropa Donna con SWG all’inizio del2019 è emersa in maniera chiara lanecessità di un sostegno diffuso: unsostegno psicologico da parte di perso-nale qualificato, un sostegno istituzio-nale per agevolare le pratiche legatealla malattia e un sostegno affettivo daparte dei propri cari. In particolare, la quasi totalità delledonne e dei caregiver intervistati riten-gono importante e fondamentale lapresenza di un supporto psicologicoqualificato.

TUMORE METASTATICOE NON METASTATICO

Ogni donna è unica, così come lo è lastoria di ciascuna e il modo di affrontarela malattia metastatica. Ci sono donne che riescono a mantenereuna buona qualità di vita, pur dovendoconvivere con una malattia che richiededi sottoporsi a controlli ed esami fre-quenti, ogni tre mesi circa.

È importante unsostegno psicologicoSapere che spesso non vi è possibilità diguarigione, però, ha un impatto psicolo-gico forte su queste donne.

Il tumore al seno metastatico ècurabile e dunque può essere sot-toposto a terapia, controllato e tal-volta andare in remissione comple-ta per un certo periodo di tempo,ma non è guaribile se non in casiparticolari. Il tumore al seno non meta-statico invece, soprattutto se diagnosticatoin fase precoce, gestito in maniera tempe-stiva e opportuna in un Centro diSenologia, è considerato guaribile.

Da cosa dipende lo sviuluppo delle metastasiIl tumore al seno può dare recidive anchea distanza di diversi anni, ma la probabi-lità di sviluppare metastasi dipende davari elementi: l’età di insorgenza deltumore primario, le sue caratteristichemolecolari, la presenza di mutazionigenetiche e lo stadio iniziale del tumore.

La vita con il tumore al seno metastaticoOggi, grazie ai progressi della ricercascientifica, stiamo riuscendo a offrire alledonne che ne soffrono cure sempre piùefficaci e personalizzate, capaci di con-trollare i sintomi e l’andamento dellamalattia, rallentandone in diversi casi laprogressione, cercando di migliorare laqualità di vita di queste pazienti.

FINE

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TECNOLOGIA

In Italia arriva il 5G. Da più parti, nelnostro Paese e nel resto del mondo, inquesti ultimi mesi si è acceso il dibattitosul fatto che questa tecnologia potrebbeessere dannosa per la nostra salute. Ma c’è un dato che può tranquillizzare:i limiti alle emissioni previsti dalla nor-mativa italiana sono nettamente inferio-ri a quelli della maggior parte dei Paesieuropei, che a loro volta sono di moltoinferiori ai limiti americani. A ciò vaaggiunto il fatto che l'inquinamentoelettromagnetico delle reti 5G è inferio-re alle 2G, 3G e 4G. L'unico rischio invista, in realtà, è che con questilimiti la rete 5G in Italia sarà dibassa qualità.

RISCHIO PER LA SALUTE?

ALLARMISMO INGIUSTIFICATO5G

I limiti alle emissioni Nonostante non ci siano ancora studiscientifici dai quali emerga chiaramenteun rapporto causa-effetto tra le emissio-ni elettromagnetiche e qualsiasi forma ditumore o altre malattie gravi, da semprele linee guida elaborate dalla comunitàscientifica sono restrittive. Per il principio di precauzione, infatti, siè sempre chiesto che le emissioni sianolimitate al minimo indispensabile per farfunzionare le tecnologie che necessitanodi onde elettromagnetiche.

I limiti hanno lo scopo di proteggere lepersone che vivono nelle immediate vici-nanze (poche decine di metri) dalle sta-zioni radio.

Come influiscono i limiti sulla rete 5GSe vengono imposti limiti molto bassisulle emissioni delle stazioni radio, la prima conseguenza è l'aumentodel numero delle stazioni stesse daparte degli operatori. Quando si intro-duce una tecnologia di nuova generazio-

ne, di solito si cerca di mantenere almenoparte dell'infrastruttura della generazionetecnologica precedente. Nel caso del5G, si cerca di utilizzare gli stessi sitiche già ospitano le antenne del 4G, eche prima ospitavano le antenne 3G ecosì via. Il problema, però, è che leemissioni misurate sono quelle totali ditutte le antenne presenti in un sito: quel-le del 5G e del 4G, eventuali antennetelevisive o altri trasmettitori già esistentinel luogo. L'ultimo arrivato, quindi,sconta maggiormente i limiti.

Con l'arrivo di questa tecnologia si sono levate richieste di chiarimen-ti sugli effetti per la salute umana. Ma non c'è da preoccuparsi.

di Fabio Lironzi

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Chi decide i limiti?e soprattutto, chi li stabilisce? Esistono delle linee guida internazionalialle quali, di solito, i singoli Paesi si ade-guano. Le linee guida relative alle emissionisono uguali per tutte le tecnologie, per-ché le emissioni elettromagnetiche non

Ci sono siti in cui le antenne 5G nonpossono essere montate, perché letroppe antenne precedenti sono giàvicine ai limiti di emissione. A questo punto l'operatore deve cercareun nuovo sito, meno affollato, per monta-re l'antenna. Ma è un procedimento nonfacile, perché ormai le città non hanno piùmolto spazio per nuove antenne.

ANTENNE 5G

dipendono dalla tecnologia, ma dallapotenza del ripetitore.In genere, sono le linee guida ICNIRP afare da base ai regolamenti nazionali deiPaesi membri della Unione europea. Ogni Stato, però, può imporre limitidiversi, validi sul proprio territorionazionale.

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emettono un fascio meno potente di ondeelettromagnetiche. Tuttavia, se i limiti alleemissioni elettromagnetiche in Italia nonverranno modificati, c'è il serio rischio chelo sviluppo della rete 5G venga rallentato.Questo perché l'Italia è già piena di anten-ne di vecchia generazione che, sommatetra loro, sono già vicine ai limiti di leggeper le emissioni. A questo punto, finché leantenne di vecchia tecnologia non verran-no dismesse, ci sarà poco spazio per quelle5G. Oppure ci sarà spazio per antenne 5Gdi bassissima potenza, che avranno presta-zioni inferiori a quelle standard.

Le linee guida ICNIRP sono statepubblicate nel 1998 e non sonomai state aggiornate. Sono oggi infase di revisione e una nuova versionedovrebbe arrivare entro la fine dell'esta-te, ma si sa già che saranno praticamen-te identiche al 1998. In sintesi, le emis-sioni massime previste dalle linee guidaper tutte le antenne presenti in un sitosono pari a un cinquantesimo delle emis-sioni alle quali si notano effetti minimisulla salute. L'Italia ha recepito lelinee guida ICNIRP in manieraancora più restrittiva: i limiti sonoun centesimo di quelli suggeritidall'Istituto. Ciò vuol dire che gli attua-li limiti italiani sono 5.000 volte inferiori(50x100) ai livelli di emissioni elettroma-gnetiche ai quali sono stati registratieffetti minimi sulla salute. Per fare unesempio pratico, mettiamo che sia statorilevato che un operaio può sollevare almassimo 25 kg per non avere danni allaschiena: l'ICNIRP raccomanda allora chenon si superino i 500 grammi mentrel'Italia ha imposto che il lavoratore nonsollevi più di 5 grammi. La stragrandemaggioranza dei Paesi europei si è sem-plicemente adeguata ai limiti suggeritidall'ICNIRP, mentre Grecia, Croazia,Lituania, Belgio, Polonia, Bulgaria e Italiahanno imposto limiti inferiori. Tra questi,infine, l'Italia ha i limiti più bassi di tutti.

I LIMITI SONO DEL 1998

Il 5G inquina meno del 4GPer calcolare l'inquinamento elettromagne-tico derivante dalla futura rete, va conside-rata una delle caratteristiche principali delleantenne di nuova tecnologia. Le antennedel 4G, 3G e 2G sono statiche: trasmettonogiorno e notte in tutte le direzioni, alla stes-sa potenza. Le antenne del 5G sonoinvece dinamiche: irradiano potenza (equindi onde elettromagnetiche) solonella direzione in cui si trova l'utente esolo nella quantità richiesta per un col-legamento di qualità. Ciò significa che leantenne 5G consumano meno energia ed

2G / 3G / 4G

FINE

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OCULISTICA

TERAPIA GENICA INOFTALMOLOGIA

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

NUOVE FRONTIERE E REALTÀ ATTUALE

Nel novembre 2018 l’Agenzia Europeaper il Farmaco (EMA) ha ufficialmenteapprovato, seguendo di poco la parallelaFDA americana, un prodotto sviluppatoda un’azienda farmaceutica americana, ilvoretigene neparvovec, nome com-merciale Luxturna, per la cura di alcunespecifiche malattie ereditarie retinichecome l’amaurosi congenita dei Leber euna forma di retinite pigmentosa, chesegna per la prima volta in assoluto l’in-gresso dell’oftalmologia nell’era della ter-apia genetica. In settembre diquest’anno un’altra azienda statu-nitense specializzata in terapiegeniche ha annunciato dati positivi a24 settimane dal primo gruppo di pazi-enti partecipanti alla Fase I (la prima di 3 fasisperimentali prima della approvazione daparte della FDA) della sperimentazioneumana della terapia genica intravitrealeADVM-022 per il trattamento della degen-erazione maculare legata all’età.

Qualcosa si sta effettivamente muovendoe dando risultati in un settore avanzatissi-mo e promettente per la cura di malattiead evoluzione in cecità. Il tutto viene effettuato introducendonell’occhio un virus vettore portatore diun DNA modificato per la produzione inloco di una specifica proteina.Le due metodiche sono diverse. Più com-plessa la prima: le malattie che cerca dirisolvere sono dovute ad alterazionigenetiche ereditarie che portano ad unanon corretta produzione di alcune pro-teine intracellulari.

Le cellule retiniche coinvolte muoionoprogressivamente portando alla cecitàanche in giovane età.

Riuscendo ad individuare con preci-sione il gene implicato nella cattivaproduzione di quella proteina èpossibile, tramite un virus vettore,introdurre nella cellula un nuovogene capace invece di produrla nor-malmente e bloccare l’evoluzionedella malattia.

IMPORTANTE

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alto livello continuo di farmaco all’inter-no dell’occhio. Se questo virus vettore,creato appositamente per il posiziona-mento intravitreale, si dimostrerà bentollerato innocuo per le cellule sane e laproduzione di anti-VEGF efficace nel con-trollare la malattia, con una solainiezione invece che con le molteplicinecessarie oggi, potremo tenere a badauna malattiacronica e pro-gressiva comela degener-azione macu-lare legataall’età. Attendiamo fiduciosi e speranzosile evoluzioni dello studio.

Dovranno essere in Europa identificati,finanziati ed avviati con un grossissimolavoro di training, pochi centri per ognipaese a cui fare riferimento. Data l’im-portanza ci terremo informati.

Terapia genica per il trattamento delladegenerazione maculareUn pò diversa sembra essere invece laterapia genica termite ADVM-022 per iltrattamento della degenerazione macu-lare umida legata all’età. Si tratta di iniettare all’interno del corpovitreo, come facciamo ora con i farmaci,un virus vettore capace di sintetizzare laproteina anti-VEGF così mantenendo un

L’OFTALMOLOGIA PEDIATRICA CURA I BAMBINI CHE PRESENTANO DIFETTI VISIVI

ATTRAVERSO LA VISITA OCULISTICA L’OFTALMOLOGO PUO VALUTARE LO STATO

DI SALUTE DEGLI OCCHI E MISURA LA LORO CAPACITÀ VISIVA A TUTTE LE DISTANZE

ED È QUELLO CHE FA LUXTURNA:sfrutta l’aggiunta di un gene all’internodella cellula, tramite vettore virale, spingen-do la cellu-la a pro-durre laproteinaa d a t t a .Per farequesto il vettore deve essere iniettato diret-tamente in loco, sotto la retina, per poterpenetrare all’interno delle cellule interessate.

Tecnica complessa, superspecialisti-ca, specie per la difficoltà di centrareil gene coinvolto, costi per ora ele-vatissimi, ma la possibilità di sviluppoper altri trial clinici su patologie ancoraorfane come l’acromatopsia, lacoroidemia, la malattia di Stagardt edaltre malattie retiniche ereditarie.

DEGENERAZIONE MACULARE

FINE

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DIABETE

Dott.ssa Sara TestaDietologa dell’Unità di Chirurgia bariatricadell’Ospedale Humanitas

Alcuni credono che mangiarefagioli e legumi alzi la glicemia. Vero o falso? Falso. Fagioli e legumi come ceci, fave,lupini e lenticchie sono particolarmenteindicati in chi soffre di diabete, perché

non venendo assorbiti immediatamentedall’intestino, riducono l’assorbimentodello zucchero e quindi evitano che laglicemia si alzi troppo.

Mangiare fagioli e legumi quindi evita laglicemia alta, ovvero l’innalzamento deilivelli di glucosio nel sangue, come acca-de quando si mangiano alimenti ricchi dizuccheri e carboidrati.

FAGIOLI E LEGUMI SONO ALIMENTICHE DOVREBBERO ESSERE CONSU-MATI REGOLARMENTE DA CHI SOF-FRE DI DIABETE, SIA PER IL CON-TROLLO DELLA GLICEMIA, SIA PERLA RIDOTTA QUANTITÀ DI CALORIE.

NON È VERO CHEI LEGUMI

Anzi: riducono l’assorbimento dello zucchero, evitando l’in-nalzamento dei livelli glicemici nel sangue.

Infatti, 100 grammi di fagioli o ceci cotticontengono circa 100 calorie, un po’meno lenticchie e fave, e andrebberomangiati almeno tre volte alla setti-mana, anche sotto forma di prodotti

come lapasta realiz-zata con fari-ne di fagiolie legumi,che quindi

rientra tra i prodotti proteici. Attenzione però, perché fagioli e legu-mi non vanno considerati come con-torno, ma come piatto principale,esattamente come se si trattasse di unpiatto di carne o pesce.

PASTA CON FARINA DI PISELLI

ALZANO LA GLICEMIA

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Le funzioni dei legumi in cucinaLe funzioni dei legumi in cucina sonomolte. Avendo una buona composizioneamidacea possono sostituire (e sarebbeauspicabile farlo di frequente) i prodottia base di cereali e di patate (fatta ecce-zione per il pane, che richiede glutine,assente nei legumi). Parallelamente, grazie alla loro tipicaabbondanza proteica, se opportunamen-te associati ad altri alimenti i legumi posso-no raggiungere un valore biologico tale dasostituire i cibi di origine animale.

I legumi possono essere utilizzati stufatiin sostituzionealla pasta ali-mentare o alriso, bolliti, sco-lati e raffreddaticome accompa-gnamento alle pietanze, e cucinati assie-

me ai cerealiper raggiunge-re un valorebiologico simi-le a quello

delle proteine dell'uovo.

Chi lo tollera, potrebbe anche man-giare fagioli e legumi tutti i giorninellaquantità di 250 grammi di legumi freschi enon secchi, che corrispondono a circa 150grammi di carne e 200 grammi di pesce.

Come si conservano i legumiI legumi sono alimenti di origine vegetale.I più noti sono: fagioli, piselli, fave, ceci,lenticchie, soia, lupini, arachidi, cicerchie,caiani e carrube. I legumi sono commer-cializzati sotto diverse forme di conservazio-ne; quelli freschi possono essere reperitifacilmente sui banchi dei prodotti ortofrut-ticoli in corrispondenza del periodo di rac-colta. Ogni specie è a sé stante: fave e pisel-li sono disponibili a fine primavera, mentrefagioli, lenticchie e ceci in estate.

Sono disponibili anche legumi conser-vati in lattine,immersi nel cor-rispettivo liquidodi cottura e digoverno.

Infine, possono essere conservati a tem-peratura ambiente in maniera ottimaleprevia essiccazione. Quest'ultimo metodopermette di non utilizzare grosse quantitàdi sale e mantiene una certa integrità nutri-zionale. I legumi secchi, ad eccezione dellelenticchie, prima della cottura necessitanoun periodo di ammollo in acqua fredda,indispensabile alla reidratazione del seme.

INSALATA DI LEGUMI

ZUPPA DI LEGUMI

NOTA BENE

PRIMA DELLA COTTURA LASCIARE I LEGUMI

IN AMMOLLO IN ACQUA FREDDA PER LA REIDRATAZIONE DEL SEME

FINE

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LA CURAINTERVISTA

modo autonomo la temperatura corporea. Al contrario, pesci, anfibi e rettili non sonoin grado di conservare la propria tempera-tura costante in modo indipendente dal-l’ambiente. Questa nostra capacità è chia-mata “omeotermia”.

DEL FREDDO

Il dottor Matteo Cerri si occupa di neuro-fisiologia presso il Dipartimento diScienze biomediche e neuromotoriedell’Università di Bologna. Membro delTopical Team Hibernation della EuropeanSpace Agency, fa parte del direttivo nazio-nale della Società italiana di Neuroetica.Lo abbiamo intervistato dopo la recenteuscita del suo nuovo libro “La cura delfreddo”, edito da Einaudi.

Dottor Cerri, il suo libro ripercorre il difficile rapportodell’umanità con il freddo fin dalle sue origini.L’essere umano è sempre stato molto sen-sibile al freddo, anche se nel tempo abbia-mo perso alcune delle difese naturali con-servate dagli altri primati. L’unica parte delnostro corpo che ancora conserva una“pelliccia” è la testa, che fra l’altro servecome protezione dal sole. Quandolasciammo la foresta e ci dirigemmo versola savana, in un clima caldo e senza piùl’ombra degli alberi, disperdere caloredivenne una priorità che rese inutile la pel-liccia. Ma poiché avevamo acquisito lapostura eretta, la testa era sempre espostaal sole, e a sua difesa, come un ombrellonaturale, restarono i capelli.

Da allora l’uomo si è trovato ad essereun debole avversario del freddo, e percombatterlo ha dovuto ripiegare sulfuoco e sui vestiti.

Fra le caratteristiche dell’essereumano c’è l’omeotermia. Anche se l’ambiente e la natura ci sono ostiliin termini termici, apparteniamo ad una clas-se animale fortunata. I mammiferi, infatti, hanno la capacità di pro-durre calore internamente e regolare in

di Tiziano Zaccaria

Un storico nemico naturale dell’essere umano può diventare unarisorsa terapeutica per il futuro. Come? Ce ne parla Matteo Cerri,medico e ricercatore in fisiologia dell’Università di Bologna.

FREDDO CALDO

Temperaturacorporea

37°C

35°C

33°C

31°C

29°C

27°C

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di, impedendo la formazione di cristallidi ghiaccio dentro le cellule. La rana può restare in queste condizioniper diversi mesi e, una volta riscaldata,torna a vivere.

Nel suo libro dedica un capitolo alla crioconservazione.La crioconservazione, o piú tecnicamentela crionica, è la procedura per conser-vare materiale biologico congelan-dolo in azoto liquido ad una tem-peratura di -196 °C.

Molti mi chiedono: si può essererisvegliati da questa condizione?Dipende da come questa procedura vienerealizzata e su che cosa. Per esempio cisono pesci che, una volta congelati, posso-no essere riportati in vita semplicementeimmergendoli in acqua a temperaturaambiente. Si tratta di un fenomeno sor-prendente. E i pesci non sono gli unici ani-mali in grado di sopportare una condizio-ne di congelamento: le rane, le salaman-dre e gli insetti possono fare altrettanto.

Il congelamento è un modo efficace per fermare lo scorrere della vita?Lo sarebbe, se non fosse per alcune sueimportanti e potenzialmente letali conse-guenze. Come ci insegnano fin dalle ele-mentari, l’acqua, se congelata, diventaghiaccio e aumenta il suo volume. Laprima grave conseguenza è simile alla rot-tura di una tubatura idraulica. Se ciò si verifica in un corpo, le conse-guenze possono essere diverse: dipendeda quale acqua si congela. Nel corpo, infatti, distinguiamo tre grandicompartimenti idrici: l’acqua che si trovadentro la cellula, quella che si trova tra unacellula e l’altra, e quella che si trova neivasi sanguigni. Il danno piú grave si genera nel comparti-mento idrico all’interno delle cellule.

Come fanno, allora, i pesci ole rane a tornare in vita dopoun congelamento?La piccola Rana sylvatica, che vive nelNord America, è in grado di sopravvi-vere congelata fino a temperature dialcune decine di gradi sotto lo zero.Riesce ad evitare i danni che il ghiaccioprovoca alle sue cellule con un proprioantigelo: l’urea, che è uno dei compo-nenti delle urine. La rana trattiene l’urea nel suo corpoe la fa andare in circolo con il sangue,perché è una sostanza in grado di abbas-sare il punto di congelamento dei liqui- RANA SYLVATICA

»

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Lei parla anche di vitrificazione.Di cosa si tratta?È una procedura di crioconservazione avan-zata, che presenta vantaggi notevoli. Nellavitrificazione si abbassa la temperaturaa velocità altissime, di mille gradi Kelvinal secondo; in questo modo il tessutoviene vitrificato e non congelato, quindinon si formano i cristalli di ghiaccio.

Uno dei problemi principali di questa tec-nica riguarda il ritorno alla normalità: ladevitrificazione. Quando la temperaturaviene progressivamente fatta risalire, è pos-sibile che nei fluidi organici si verifichi unprocesso di nucleizzazione e si formino deicristalli di ghiaccio. Per evitarlo, bisogne-rebbe sottoporre gli organi a un riscalda-mento rapido e uniforme, ma si tratta diuna procedura che si può avviare solo perpoche strutture biologiche, come le valvo-le cardiache o la cornea.

La crioconservazione viene già usata per conservare gli embrioni. Gli embrioni sono trattati con una moleco-la antigelo e raffreddati molto lentamente.Il raffreddamento ha la velocità di 0,3 °Cper minuto fino a raggiungere i - 196 °Cdell’azoto liquido.

È una tecnica sicura, che consente di con-servarli per un arco di tempo molto lungo.L’uniformità del raffreddamento rendequesto processo possibile per organi-smi piccoli come un embrione, ma pro-blematico per organismi più grandi.

Venendo alla medicina di oggi,l’uso del freddo come trattamento clinico prende ilnome di ipotermia terapeutica. L’ipotermia viene usata in molte situazioninelle quali ci serviamo del potere di conser-vazione del freddo per proteggere il corpoin condizioni critiche. Da killer spietato, ilfreddo è diventato una cura e uno stru-mento che consente interventi chirurgiciun tempo impensabili. Oggi uno degliimpieghi piú interessanti di questa terapia èin cardiochirur-gia, dove consen-te il cosiddetto“arresto circolato-rio in ipotermia”,una tecnica parti-colare che causatransitoriamente“la morte” delpaziente per un massimo di un’ora.L’ipotermia è infatti molto utile durantele operazioni in cui il chirurgo deve inter-venire sui vasi piú importanti del corpo,come il primo tratto dell’aorta.In questo caso, il battito del cuore e il flussodi sangue sono di ostacolo all’azione delmedico, per cui è necessario arrestare ilcuore. Ovviamente, ciò comporta dei rischi,il piú importante dei quali è che il cervelloresti sprovvisto di ossigeno.

Per ovviare a questa criticità, entra in giocol’ipotermia terapeutica: si può raffreddareil paziente fino a una temperatura dicirca 14 °C, ottenendo cosí il tempo neces-sario affinché il chirurgo intervenga in que-sta delicata regione.

Un ultimo utilizzo terapeuticodel freddo è la crioterapia.Immergersi in acqua fredda, con idovuti accorgimenti, può diventareun supporto all’attività sportiva edavere qualche effetto terapeutico. Chiunque sportivo sa che il riscaldamentoeccessivo del corpo riduce la prestazionefisica. Il cervello soffre particolarmente iltroppo caldo: in una sua regione, l’ipotala-mo, ci sono dei neuroni che si attivanoquando la temperatura sale, mettendo inmoto tutti i meccanismi di difesa che l’or-ganismo possiede: azionano la sudorazio-ne, mandano piú sangue alla pelle perfarlo raffreddare (vasodilatazione), riduco-no la frequenza cardiaca e il metabolismo. Anche i muscoli devono avere una tempe-ratura ideale per ottimizzare la propria atti-vità contrattile. A questo scopo, molti atleti ricorro-no all’immersione in acqua freddaprima o dopo la competizione spor-tiva, per migliorare le performanceo accelerare i processi di recuperodell’organismo. La crioterapia oggi èproposta come strumento terapeuticomirato soprattutto a combattere le infiam-mazioni; la sua efficacia però non è anco-ra stata dimostrata con certezza.

CRIOTERAPIA

FINE

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FARMACI

TACHIPIRINA

Ma anche fra gli adulti, la situazione nonè da meno. Il sovradosaggio spesso siverifica perché, trattandosi di un far-maco venduto liberamente, viene per-cepito come sicuro e se ne assume piùdella dose consigliata, oppure perché siassumono medicinali diversi, tutti conte-nenti paracetamolo, esponendo così l’or-ganismo ai rischi da sovradosaggio. I sintomi da intossicazione da parace-tamolo includono nausea, vomito edolore addominale, e possono indicareun danno epatico già in corso che, nei casipiù gravi, può portare alla necessità di untrapianto di fegato.

Molti ne abusano. Ma il paracetamolo, principio attivo della tachipi-rina, può comportare rischi per la salute.

OCCHIO A NON ESAGERARE

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatriaMedicina di Gruppo “Caspita” - FaenzaE-mail: [email protected]

Il paracetamolo, principio attivo contenuto intanti farmaci molto diffusi come laTachipirina, è il farmaco da banco più ven-duto nel mondo. E assieme all'aspirina(acido acetilsalicilico) è in cima ai trattamentidi automedicazione.

Viene largamente utilizzato per contrasta-re gli effetti del raffreddore o per tratta-re il dolore acuto e cronico, è facile dareperire ed è percepito come sicuro, tanto daessere somministrato con disinvolturaanche ai bambini e alle donne in gravi-danza. Se usato in modo appropriato, rispet-tando i dosaggi, il paracetamolo non pre-senta pericoli per la salute. Quando non sirispettano le dosi, o si hanno certe patologie,i rischi aumentano, soprattutto per il fegato.

Il Centro Antiveleni dell’ospedale Niguardadi Milano registra ogni anno circa 8milasovradosaggi da farmaci e il paracetamo-lo è il primo nella lista dei medicinalicoinvolti negli errori di somministra-zione sui bambini sotto i 6 anni.

Un soggetto che assume ogni giornodosi superiori ai 4 grammi, è espostoa gravi conseguenze epatiche.

Inoltre, l'uso prolungato del paracetamolo èassociato a un rischio maggiore di problemicardiaci, gastrointestinali e renali. Molti sog-getti avvelenati da paracetamolo possononon sviluppare alcun sintomo nelle 24 oresuccessive al sovradosaggio, altri possonoinizialmente riportare sintomi aspecifici,come vago dolore addominale e nausea.In conclusione, il paracetamolo è moltoutile per far fronte a vari problemi di salute,ma occorre utilizzarlo solo se strettamentenecessario, in modo consapevole. FINE

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LONGEVITÀ

TRE CENTENARIEPIENE DI VITA

EMELDAAssidua lettrice

e cantante di chiesa

Domenica 27 ottobre Emelda Foschini hafesteggiato il suo centesimo compleannonella Casa residenza anziani Fratelli Bedeschidi Bagnacavallo. Nata il 27 ottobre 1919 aVillanova di Bagnacavallo da Pio, macellaioa Mezzano, e Ifigenia, sarta, la signoraEmelda aveva un fratello e tre sorelle, chehanno vissuto tutti più di novant’anni.

riviste, con una predilezione particolare perle storie delle famiglie reali. Era nota per la sua ottima memoria.Rimasta vedova nel 2004, ha continuato lasua vita di sempre fatta di letture, di fre-quentazioni in chiesa fino a febbraio diquest’anno poi, a causa di una disabilitàmotoria, è stata accolta alla FratelliBedeschi di Bagnacavallo dove si trovamolto bene. Oltre alla figlia Luisa, la signora Emelda haun nipote e due pronipoti.

di Tiziano Zaccaria

EMELDA, ALBERTINA, EGIDIA

BAGNACAVALLO

Ricorda ancora bene la seconda guerramondiale, con i carri armati dei tedeschisulle soglie delle case in paese e i bombar-damenti, ma soprattutto l’11 dicembre del1944, quando è stata liberata Villanova.Da allora per lei il Canada e l’America sonostati sempre simbolo di libertà e parla spes-so con grande affetto di Mike e Tod, duesoldati canadesi che sono stati a Villanovaper un lungo periodo.

Nel 1948 si è sposata con Elidio Guerra diGlorie di Bagnacavallo e nel 1948 è nata laloro unica figlia, Luisa. Ha sempre lavoratocome casalinga, le piaceva molto cantarealle messe in chiesa e leggere quotidiani e

EMELDA FOSCHINI

»SEGUE

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EGIDIACalma e pazienza

il suo segreto

Venerdì 15 novembre la signora EgidiaNuvoli ha festeggiato il suo centesimocompleanno alla Comunità Alloggio diLugo, da poco inaugurata. Assieme ai parenti, erano presenti il sinda-co Davide Ranalli, l’amministratore unicodell’Asp dei Comuni della Bassa RomagnaPierluigi Ravagli, il parroco della Collegiata

LUGO

CERVIA

don Leo Poli e la coordinatrice della strut-tura Greta Ghetti. Egidia Nuvoli è nata aLugo il 15 novembre 1919. Figlia unica, è cresciuta nel centrale vico-lo Ranieri, nella casa di famiglia in cui èrimasta anche dopo il matrimonio conLuigi Guerra, proprietario di un negoziodi costruzione di telai e riparazione dibiciclette. Molto nota in città, dove hagestito per decenni un negozio di generialimentari, ha avuto tre figli maschi, unodei quali deceduto alcuni anni fa. «Nonostante i miei figli non amassero moltostudiare, sono riusciti ad affermarsi come

professionisti – ha raccontato Egidia –Sergio era carrozziere, Eugenio è parrucchie-re, Gianfranco ha un’azienda che lavora intutto il mondo». La signora Nuvoli, che ha anche sei nipo-ti e sei pronipoti, quindici anni fa è diven-tata vedova. È poi vissuta da sola fino aqualche tempo fa, quando ha deciso dientrare in comunità alloggio.

Il segreto per arrivare ai centoanni in buone condizioni di salute,ha spiegato, «nel mio caso è stato nel-l’imparare ad accontentarsi di poco,poi nella pazienza, nella capacità diadattarsi e nella calma, mentre adessoc’è così tanta gente arrabbiata».

ALBERTINAFornì Cervia

dei primi televisori

Albertina Ruozzi in Catellani ha compiuto100 anni il 23 ottobre scorso. Albertinanacque il 23 ottobre 1919 in un piccolopaesino in provincia di Reggio Emilia. Durante la seconda guerra mondiale conil marito Bruno e la neonata Grazianasalirono su un carretto trainato da unasino verso la costa romagnola, per fug-gire dai bombardamenti alle OfficineMeccaniche Reggiane dove Bruno lavo-rava come operaio.

EGIDIA NUVOLI

ALBERTINA RUOZZI

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Lunedì 18 novembre il lugheseAlfredo Dini ha compiuto 102 anni,festeggiando nella sede cittadinadell’Unuci, di cui è il socio più anzia-no, con gli auguri del sindacoDavide Ranalli e del presidentedell’Unuci lughese Renzo Preda.“Salute 10+” ha raccontato la storiadi Alfredo due anni fa, nel numerodel novembre 2017. Nato aBenevento, vive da tempo a Lugo,dove frequenta quasi quotidiana-mente la biblioteca Trisi. Dini è ancora autonomo, si muove a piedi per la città, scrivelibri (di recente un suo racconto si è classificato secondo al concorso “50 e più” diSalsomaggiore) e non disdegna di utilizzare i social. Insomma, un “ragazzo” del1917. «Il mio consiglio per arrivare sani alla mia età? Bisogna tenere la mente sempre occupata,nella lettura e in cose utili, camminare molto tutti i giorni, evitare il fumo e gli alcolici. E a tavolanon mangiare più del necessario».Suo papà, un maresciallo dell’esercito, gli impose una disciplina da caserma.Quando aveva appena due mesi, sua madre morì a causa della celeberrima influen-za “spagnola”. Alfredo è cresciuto a Palermo, accudito da una zia. Ad appena 17anni partì volontario nella campagna del 1935 in Etiopia, dove combattè control’esercito abissino. Rientrato dall’Africa, nel 1937 iniziò a fare l’assicuratore a Roma. Il primoaprile 1942 fu richiamato sotto le armi e il 14 agosto dello stesso anno venne spedito in Russiacon il 257° Autoreparto. Nell’inverno successivo, nel grande freddo siberiano, rischiòdi morire durante la ritirata dell’esercito italiano. Fu fatto prigioniero: una segre-gazione durata quasi tre anni. Rientrato in Italia nel 1946, ha lavorato come sminatore sullalinea gotica di Pesaro e nella Snam per la costruzione di metanodotti in Brianza e nel lughese.In seguito è tornato a fare l’assicuratore, quindi il rappresentante per la Philips e per le stufeMerloni, infine ha avviato un'attività autonoma di compravendita. A Pesaro ha conosciuto e sposato nel 1955 sua moglie, morta una decina di anni fa per leucemia.Oggi Dini vive a Lugo con sua figlia 62enne, di professione infermiera.

102 ANNI PER ALFREDO DINICOMBATTÈ IN ABISSINIA

Albertina e Bruno decisero così di sta-bilirsi nel centro di Cervia ed aprire ilnegozio "Catellani elettroforniture",che fornì le lavatrici, le radio e i primi televi-sori valvolari a tutte le famiglie della zona,regalando emozioni agli affezionati clientiche tuttora ricordano quei momenti constima e affetto.

Oggi quel negozio non c'è più, sostituito daattività più moderne, ma gestite con ugua-le impegno e dedizione dalla figlia Grazianae dal nipote Marco. Col suo quotidiano bic-chiere di rosso, due patatine e un cioccola-tino, nonna Albertina non ha mai smesso dilavorare sodo (proverbiali le sue tagliatellefatte in casa con il mattarello) e ancora oggimette in riga chi le fa visita, indicando conun sonoro "sciò sciò" quando è giunto ilmomento di andare.

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SANITÀ

CHE PROVOCA IL RIGETTONEI TRAPIANTI DI ORGANO

Perciò circa il 20% di chi aspetta un tra-pianto di rene, lo sta aspettando per laseconda volta. Di qui l'importanza dimigliorare l'abbinamento tra donatore ericevente, selezionandoli per caratteristichegenetiche compatibili. Nel caso dei tra-pianti è noto che le caratteristiche geneti-che dei tessuti (o caratteristiche HLA) svol-gono il ruolo più importante, un po' comei gruppi sanguigni nelle trasfusioni. Sappiamo però che anche nelle condizionipiù favorevoli, una certa quota di trapianticomunque viene rigettato a causa di

di Fabio Lironzi

IMPORTANTE

Una ricerca sui trapianti di rene svoltadall’Università di Torino e dalla ColumbusUniversity di New York, ha consentito discoprire un gene (LIMS1) che provoca ilrigetto nei trapianti di organo. Ognianno nel mondo oltre 130.000persone ricevono un trapianto diorgano. In Italia nel 2018 ne sonostati effettuati 3.718.

La loro efficacia è indubbia: chi riceveun trapianto ha una probabilità disopravvivenza di circa il 70% a 5 anni,rispetto ad una prospettiva che senza tra-pianto non lascerebbe molto spazio. Maogni anno solo meno del 30% dei pazien-ti in attesa di trapianto lo riceve.

Il primo problema è dunque incre-mentarne il numero, reperendo dona-tori deceduti che abbiano espresso invita la volontà di donare, oppure, nelcaso del rene, promuovendo i pro-grammi di donazione da vivente.

È anche vero che una certa quota diorgani trapiantiati smette di funzionarenel tempo, principalmente perché ilsistema immunitario dell'ospite li rico-nosce come diversi e li rigetta.

incompatibilità per altre caratteristichegenetiche rilevanti per i trapianti.

Lo studioLo studio collaborativo tra il Centro dellaColumbia University di New York ed alcu-ni centri europei, tra cui la Città dellaSalute ed Università di Torino, ha permes-so di fare un ulteriore passo avanti, iden-tificando un gene (LIMS1) che, quan-do diverso tra donatore e ricevente,contribuisce in maniera significativa apeggiorare la riuscita del trapianto.

SCOPERTO IL GENE

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Potrebbero essere utilizzate per monitora-re i trapianti ed accorgersi se compaiano,casomai prima dei segni clinici di rigetto,in un momento più precoce che renda piùefficace la terapia anti-rigetto.

Quali potranno essere gli sviluppi di questa ricerca?Lo studio si è concentrato sui trapianti direne, però questa proteina è espressaanche in altri organi quali il cuore ed il pol-mone. Sarà importante verificare se l'in-compatibilità per LIMS1 è critica anche nelcaso di trapianto di questi organi.

LIMS1 è stato identificato grazie adun approccio cosiddetto genomico.Attraverso l’analisi di migliaia dicaratteristiche genetiche di donato-ri e riceventi di trapianto renale, siè identificata una combinazionegenetica che più di frequente erapresente nei riceventi il cui trapian-to era stato rigettato. Si è quindi compreso che nella popola-zione di origine europea il 60% dei sog-getti presenta una caratteristica geneticache permette di produrre una proteina(LIMS1 per l'appunto) presente in moltitessuti, compreso quello renale. Al contrario, il 40% degli individui pos-siede varianti genetiche che non per-mettono di esprimerla. In caso di tra-pianto di rene che provenga da undonatore con la variante che esprime laproteina LIMS1, i riceventi che genetica-mente non la producono possono rico-noscerla come estranea ed indirizzarecontro di essa una risposta immunitariadi rigetto dell'intero trapianto.

Due sono le implicazioni più importantidi questa scoperta. La prima è quella diutilizzare queste informazioni geneticheper trovare le combinazioni più compa-tibili quando si selezionano i riceventida trapiantare.

INDIVIDUAZIONE DEL GENE LIMS1

Già oggi si eseguono i test cosiddet-ti di tipizzazione tessutale (o HLA)per scegliere quale dei pazienti in lista diattesa presenti le caratteristiche più simi-li a quelle del donatore che si rendedisponibile. Non è difficile introdurre anche l'analisi diquesta caratteristica genetica, al fine dimigliorare gli abbinamenti e con essi l'e-sito dei trapianti. Questo studio, inoltre, ha permesso dimettere a punto le analisi di laborato-rio per intercettare la presenza di anti-corpi contro la proteina LIMS1.

L’Associazione gestisce lo spazio culturale STARE INSIEME- Via Carducci, 14 presso Città@ttiva -

un importante punto di riferimento per le donne straniere presenti a Ravenna, per tante “assistenti familiari”, per tutti i cittadini.

Uno spazio dove è possibile incontrarsi, organizzare feste e ricorrenze ma anche capire come affrontare e risolvere i problemi legati

al mondo lavorativo ed ai rapporti sociali.

Organizza incontri di “formAzione” breve per le assistenti familiari, tutto questo a beneficio non solo delle singole operatrici

ma anche degli assistiti e delle loro famiglie.

L’associazione è apartitica, non confessionale e non ha fini di lucro. Il suo principale obiettivoè quello di valorizzare le culture e di favorire lo scambio e l’integrazione culturale.

è nata nel 2003 e si è data, fin da subito, il fine dell’accoglienza dei cittadini stranieri(soprattutto le DONNE) indipendentemente dalla religione, dalla provenienza, dallo status sociale.

L’Associazione Rumeno-Moldava Romania Mare

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FARMACI PER LADISFUNZIONEERETTILE

ANDROLOGIA

Dott. Alessandro PizzocaroAndrologo dell’Unità Operativadi Endocrinologia di Humanitas

Il termine “disfunzione erettile”indica l’incapacità di ottenere omantenere un’erezione, perportare a termine un rapportosessuale completo. Nel primo caso la disfunzione erettile ècompleta, mentre nel secondo èparziale. Questa condizione impatta inmaniera significativa sulla qualità di vitadell’uomo e può inficiarne il benesserepsicofisico, con il rischio che insorganoansia, depressione e riduzione diautostima.

Le causeIl rischio di insorgenza della disfunzioneerettile è spesso associato all’avanzaredell’età e ai fattori di rischio ad essa cor-relati, come ipertensione, diabete, malat-tie cardiovascolari e riduzione del testo-sterone. Anche l’assunzione di alcuni far-maci può avere come effetto collateralela disfunzione erettile, così come l’inter-vento chirurgico per il trattamento deltumore alla prostata.

Terapia farmacologicaI farmaci inibitori della 5-fosfodiestera-si possono essere di aiuto, per consen-tire al paziente di ottenere e mantene-re un’erezione.

Gioca poi un ruolo lo stile di vita: ilfumo, il sovrappeso, un eccessivoconsumo di alcol e la sedentarietàsono comportamenti da evitare perun benessere sessuale il più duraturopossibile.

LA DISFUNZIONE ERETTILE PUÒANCHE DERIVARE DA DISTURBI DEL-L’UMORE, DEPRESSIONE E ANSIA,IN PARTICOLARE NEI PIÙ GIOVANI.

In molti di questi casi, il trattamentorichiede un consulto psico-sessuologico.

Donatella TarozziVia dei Poggi, 1 - Ravenna

Cell. [email protected]

Donatella TarozziProfessionista che si occupa di disagi in ambito sessuale, sia in relazione al singolo che alla coppia.

Professionista che si occupa di disagi in ambito sessuale, sia in relazione al singolo che alla coppia.

Consulente sessualeAssociazione ItalianaSessuologia e Psicologia Applicata

4 Disturbi dell’eccitazione4 Disturbi dell’orgasmo4 Disturbi da Dolore Sessuale4 Menopausa4 Procreazione Medicalmente Assistita

IN QUALI ALTRI AMBITI POSSO ESSERE D’AIUTO?Gravidanza, handicap, depressione, disabilità, terza età, adolescenza, malattie sessualmente trasmissibili, identità di genere, orientamento sessuale, asessualità, trasgender, sex toys, gelosia, violenza...

Diploma in consulenza sessuale.

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Agendo sulla muscolatura dei vasisanguigni, favoriscono l’afflusso disangue nei corpi cavernosi del pene inpresenza di uno stimolo erettile.

I farmaci vengono assunti per via oralee hanno pochi effetti collaterali, ingenere in meno di una persona sudieci. I più comuni sono: bruciore allo sto-maco, mal di testa, vampate di calore,congestioni nasali e dolori muscolari.Si tratta di disturbi che però tendono aregredire nel tempo con l’assunzionedel farmaco.

PENE FLACCIDO PENE ERETTO

In Italia l’assunzionedi questi farmacirichiede la prescri-zione medica, mentreper esempio la GranBretagna ha annunciatodi voler rendere dabanco uno dei piùcomuni farmaci controla disfunzione erettile,per evitare che i pazien-ti acquistino farmaci ille-gali. Per quanto siano farmaci innocui, con controindicazioni precise e facilmente indi-viduabili, rendere i farmaci inibitori della 5-fosfodiesterasi da banco potrebbe portare auna sottostima delle cause della disfunzione erettile, tra cui il rischio cardiovascolare, ildiabete, la riduzione del testosterone. Pertanto, prima di acquistare uno di que-sti farmaci, è necessario parlarne con il medico o con l’andrologo, per indi-viduare il corretto iter diagnostico e terapeutico.

È BENE CONTINUARE A SPIEGARE AI PAZIENTI CHE L’AC-QUISTO ONLINE “FAI DA TE” POTREBBE ESSERE DANNOSO,PERCHÉ NON È ASSICURATA LA QUALITÀ DEL FARMACO.

NO AL “FAI DA TE”

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IGIENE

La doccia è un gesto semplice, che perònasconde alcune insidie per la salute e ilbenessere. Per esempio, l’uso eccessivo disaponi e bagnoschiuma può rovinare lapelle. E fare la doccia troppo spesso dis-trugge la flora della cute, esponendoci apossibili infezioni. Ecco alcuni suggerimen-ti per rendere completamente sano unodei gesti più quotidiani.

Non restare sotto la doccia troppo a lungo tempo. Se si superano i 10 minuti, la pelle tendea disidratarsi ed è un danno che con iltempo può divenire notevole. Inoltre si rispetta di più l’ambiente, evi-tando gli sprechi e l’eccessivo uso di cor-rente elettrica o gas, nonché si può avereun risparmio in bolletta.

Evita lo shampoo quando fai la doccia quotidianamente. Lavare i capelli tutti i giorni, soprattutto sesono molto delicati e lisci, potrebbe inde-

bolirli. I capelliandrebbero lava-ti al massimo trevolte a settima-na, utilizzandosempre e soltantoprodotti naturali,

senza agenti chimici.

Usa poco sapone o bagnoschiuma. Un utilizzo eccessivo può portare alla

distruzione dellaflora battericabuona e renderepiù debole lapelle. Il consiglio èsempre quello

di acquistare prodotti naturali.

Evita un getto d’acqua troppo caldoSoprattutto sei hai la pelle delicata esecca, in quanto tende a rimuovere glioli della cute.

Evita di utilizzare quotidianamente lo scrub e i prodotti esfoliantiPuò irritare l’epidermide e causare brucio-ri e pruriti.

Se le utilizzi, lava sempre bene le spugnePossono trasformarsi in un paradiso permuffe e batteri. Importante è farle

asciugare sem-pre fuori delladoccia. Un consiglio persterilizzare lespugne in modoveloce? Passalenel forno a

microonde per un minuto.

di Fabio Lironzi

Dopo esserti asciugato, è buona abitudine apporre una crema idratante. Una pelle disidratata e secca è più espostaall’azione di batteri e dunque ad infezioni.

Evita di lavare il viso sotto il getto della docciaPerché, soprattutto se l’acqua è molto calda,può irritare la pelle. Anche in questo caso, ilsuggerimento è di utilizzare prodotti naturalie specifici per il tipo di pelle.

LA DOCCIAPER CONSERVARE SALUTE E BENESSEREGLI ERRORI DA EVITARE

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

VischioQuesta pianta cespugliosa contraddistintada bacche bianche, contenenti viscotossi-ne, si usa nel periodo natalizio per deco-rare porte, scale o centrotavola.

PIANTE NATALIZIEATTENZIONE A STELLE DI NATALE, AGRIFOGLIO E VISCHIO.

TOSSICHE PER I CANI

Nel periodo natalizio, in tutte le casenon mancano gli addobbi, tra cui laStella di Natale o Euphorbia pulcherri-ma, il Vischio o Viscum album, el’Agrifoglio o Ilex Aquifolium. Bisogna però fare attenzione a questetre piante se abbiamo un cane, soprat-tutto un cucciolo, poiché sono tossiche. Anche i gattipossono occasio-nalmente ingeri-re queste piante.

Stella di NataleQuesta bella pianta dai fiori rossi, bian-chi o screziati, fa parte di quelle piantevelenose per i cani. Se ingerita o anche solo masticatadal nostro cane o gatto, può arreca-re spiacevoli sintomi.Contiene, infatti, una linfa color biancolatte con sostanze irritanti quali euforbo-ni, alcaloidi e triterpeni.

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. GaetaninoCirc. San Gaetanino, 203/205Ravenna - Tel. 0544.456328

I sintomi sono: irritazione degli occhicon seguente lacrimazione o congiunti-vite; irritazione delle mucose dell’appa-rato digerente; gonfiore alle labbra,lingua e bocca; dissenteria o vomito;tremori diffusi; dermatiti.

Anche se nella maggior parte dei casil’intossicazione si presenta con sintoma-tologia non fatale, l’interventoimmediato di un medico veteri-nario, può ridurre efficacementela sintomatologia.

ATTENZIONE

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UN CONSIGLIOIL CONSIGLIO BASE È DI NONTENERE NELLE VOSTRE ABITAZIO-NI LA STELLA DI NATALE, VISCHIOE AGRIFOGLIO, SOPRATTUTTO NEILUOGHI E ALLE ALTEZZE DI DOVEVIVONO I VOSTRI ANIMALI.Esempio: la stella di natale appog-giatela su tavoli o scrivanie; vischioe agrifoglio sempre appesi in alto.

Le bacche contengono sostanze emetiche epurganti: infatti i sintomi sono dissenteriaintensa e vomito. Anche in questo casose sospettate che il vostro cane abbiaingerito qualche bacca, contattate subi-to un veterinario.

Rispetto alla Stella di Natale, l’ingestio-ne delle bacche del vischio può esseremolto pericolosa e in certi casi può per-fino condurre il cane alla morte.Attenzione dunque ai vari sintomi, chesono: atassia (movimenti scoordinati); sali-vazione eccessiva; midriasi (pupille dilatate);vomito; dissenteria; dolori addominali.

AgrifoglioConfuso spesso con il vischio, ma contrad-distinto da bacche rosse e foglie pungenti,anche l’Agrifoglio o Ilex Aquifolium è unapianta pericolosa che può condurre allamorte il vostro cane. Si stima che 20 bac-che siano sufficienti a dare esito fatale.

Utilizzando tecniche di counseling sulla persona siandrà a individuare il disagio emotivo dell’animale

e di riflesso quello che l’animale ci sta mostrando con la sua sensibilità. Il counseling relazionale

tra l’animale e l’uomo aiuta a conoscere meglionoi stessi attraverso l'animale.

Stefania Scarabelli è professionista disciplinata ai sensi della legge n.4/2013, laureata in ScienzeNaturali, Naturopata Heilpraktiker, Operatore Olistico Trainer, Counselor Olistico.

RELAZIONE EVOLUTIVA ANIMALEUOMOANIMALE

Grande aiuto per l’animale e la sua famigliaarriva dai Fiori di Bach, Californiani o Australiani la cui indaginepuò essere una chiave di lettura per individuare il disagio profondo.

E' dimostrato che le emozioni degli uomini possono essere percepite dai cani, condizionandoneil comportamento.L’animale è quindi una guida e si fa carico dei nostri disagi.

Tel. [email protected] naturopatiaolisticaecounseling

www.stefaniascarabelli.com

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