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Periodico della Casa di Riposo Monumento ai caduti in guerra di San Donà di Piave

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Periodico della Casa di Riposo Monumento ai caduti in guerra

di San Donà di Piave

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SOMMARIO L’angolo dei Proverbi ……............…….…...……...…pag.4 L’angolo delle barzellette..............................................pag.5 Ricette di una volta ……...………………...…...….….pag.6 Claude Monet…………...……….................................pag.9 Donna con ombrello..…….…….………..............…..pag.11 Una canzone e la sua storia…………..…….…….….pag.12 Maria Scalon compie 101 anni………...…………….pag.15 Biblioteca della Casa di Riposo...................................pag.17 Calendario Servizio Educativo aprile……...……..….pag.20 Notizie dell’amministrazione…………….…..……...pag.22

Alcuni contenuti sono tratti da siti web

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L’ANGOLO DEI PROVERBI

I fatti della pentola li sa il coperchio.

Impara dal passato, credi nel futuro e vivi nel

presente.

Il buon giorno si vede dal mattino.

Il cane morde lo straccione.

Il carbone o scotta o tinge.

Il contadino ha scarpe grosse e cervello fino.

Il dentista mangia coi denti degli altri.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Il difficile sta nel cominciare.

Il giovane ozioso sarà un vecchio bisognoso.

Il mattino ha l'oro in bocca.

Il miglior specchio è un amico vecchio.

Il mondo è fatto a scale, c'è

chi scende e c'è chi sale.

Il lupo perde il pelo ma

non il vizio.

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L’ANGOLO DELLE BARZELLETTE

Cos'hanno in comune una

pulce e una gallina?

Entrambi fanno i pulcini!...

Tre cacciatori stanno cacciando

un leone e un cacciatore spara

al leone e fa cilecca e dice:

"ci lecca!" e un altro gli

risponde: "no ci mangia".

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RICETTE DI UNA VOLTA

TORTA PASQUALINA

La torta pasqualina è una torta salata preparata in tutta

Italia nel periodo pasquale, tipica della cultura

gastronomica Ligure.

Ogni regione farcisce questa torta in modo diverso

utilizzando carciofi, spinaci o bietole.

Ingredienti della ricetta

Per la pasta

300 gr di farina 00

300 gr di farina manitoba (americana)

350 gr di acqua tiepida

1 cubetto di lievito di birra

2 cucchiaini di sale

5 cucchiai olio extravergine d'oliva

½ cucchiaino di zucchero.

Farcitura

500 gr di ricotta

1 kg di bietole

7 uova

80 gr di parmigiano grattugiato

50 gr di provola dolce grattugiata

1 scalogno

sale e pepe q.b.

1 rametto di maggiorana fresca

2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

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Preparazione della ricetta

In una piccola ciotola sciogliete nell'acqua tiepida il

lievito sbriciolato. Versate in una ciotola capiente le

due farine facendo al centro un buco dove dovrete

versare l'acqua, il lievito, il sale, lo zucchero e l'olio.

Mescolate bene con una forchetta, quando l'impasto si

indurisce usate le mani, lavorate molto energicamente

per circa 10 minuti fin quando l'impasto risulterà ben

amalgamato, soffice ed elastico.

Date all'impasto la forma di una palla, con un

coltello affilato praticate un taglio a croce sulla

superficie, coprite con un canovaccio e lasciate

riposare per circa 2 ore in luogo tiepido al riparo dalle

correnti. Trascorso il tempo indicato il composto avrà

raddoppiato il suo volume e sarà pronto per essere

utilizzato per la torta.

Lavate le bietole, fatele lessare in poca acqua

leggermente salata, scolatele e lasciatele intiepidire 10

minuti. Strizzate bene le verdure, tritatele

grossolanamente, fatele rosolare per pochi minuti in

una padella con 2 cucchiai di olio e 1 scalogno tritato.

Mettete le bietole ad intiepidire in una ciotola

capiente, unite 1 uovo, sale, pepe, la maggiorana

tritata, 40 gr di parmigiano grattugiato mescolate bene

(aggiungete l'uovo solo dopo che le bietole saranno

fredde) Preparate il secondo ripieno mescolando la

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ricotta con un uovo, sale, pepe e 40 gr di parmigiano

grattugiato.

Stendete la pasta con il mattarello il più fine

possibile. Foderate con una sfoglia sottile l'interno di

una teglia da forno di circa 24/26 cm di diametro

(prima di mettere la base di sfoglia ungete con olio)

ungete la base della sfoglia e ripetete la stessa

operazione altre 2 volte (in totale la base sarà di 3

strati.) Disponete le bietole, livellate la superficie

dell'impasto aggiungete sopra il composto di ricotta,

aggiustate anche questa farcia nella quale dovrete

formare (con l'aiuto di 1 cucchiaio) 5 fossette dove

metterete le rimanenti uova intere. Cospargete con la

provola grattugiata e una spolverata di pepe.

Coprite la torta con 2 sfoglie di pasta sottile divise

da un leggero strato

di olio, ripiegate i

bordi esterni della

pasta verso l'interno,

spennellate la

superficie con olio e

infornate per 45/ 50

minuti a 180 gradi.

Buon Appetito e

Buona Pasqua!

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CLAUDE MONET

Claude Monet (1840-1926), tra

tutti i pittori dell’impressionismo,

può essere considerato il più

impressionista di tutti. La sua

personale ricerca pittorica non

uscirà mai dai confini di questo

stile, benché egli sopravviva

molto più a lungo

dell’impressionismo. La sua

formazione avvenne in maniera composita, trovando

insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo.

A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di

Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi

a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir,

Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto

l’influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon.

Nel 1863 si entusiasmò per «La

Colazione sull’erba» di Manet e

cercò di apprenderne il segreto. Nel

1870 conobbe la pittura di Constable e

Turner. In questo periodo si definisce

sempre più il suo stile

impressionistico, fatto di tocchi di

colore a rappresentare autonomi effetti di luce senza

preoccupazione per le forme.

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Nel 1872 dipinse il quadro

che poi diede il nome al

gruppo: «Impression. Soleil

levant». Questo quadro fu

esposto nella prima mostra

tenuta dagli impressionisti

nel 1874.

In questo periodo lo stile di Monet raggiunge una

maturazione che si conserva inalterata per tutta la sua

attività posteriore. Partecipa a tutte le otto mostre di pittura

impressionista, tenute fino al 1886. I suoi soggetti sono

sempre ripetuti infinite volte per esplorarne tutte le varianti

coloristiche e luministiche. Tra le sue serie più famose vi è

quella che raffigura la

cattedrale di Rouen. La

facciata di questa cattedrale

viene replicata in ore e

condizioni di luminosità

diverse. Ogni quadro risulta così

diverso dall’altro, anche se ne

rimane riconoscibile la forma di

base pur come traccia evanescente e vaporizzata.

Dal 1909 al 1926, anno della sua

morte, esegue una serie di quadri

aventi a soggetto «Le ninfee». In

questi fiori acquatici sono sintetizzati

i suoi interessi di pittore, che rimane

impressionista anche quando le

avanguardie storiche hanno già

totalmente demolito la precedente

pittura ottocentesca.

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DONNA CON OMBRELLO

Quadro realizzato nel 1886, riprendendo un analogo

soggetto del 1875 («Donna con parasole e bambino» della

National Gallery di Washington), nell’anno dell’ottava e

ultima mostra degli impressionisti, alla quale però Monet

non partecipò. Dimostra come lo stile impressionista in

Monet non conobbe mai ripensamenti. Confrontando questo

con i precedenti appare invece evidente come la sua tecnica

di rappresentazione si

muove verso una

semplificazione

maggiore, e il tocco

del pennello segue

sempre meno la

mimesi della realtà

per lasciarsi andare a

rappresentazioni di

effetti cromatici quasi

astratti ma di grande

qualità decorativa. Il

soggetto, si inquadra

pienamente in quella

ricerca dell’attimo

fuggente, che qui è

suggerito dal continuo

movimento del vento,

che sospinge insieme

la donna, le nuvole e

l’erba del prato.

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UNA CANZONE E LA SUA STORIA

MARINA

di Rocco Granata 1959

Mi sono innamorato di Marina

una ragazza mora ma carina

ma lei non vuol saperne del

mio amor

cosa farò per conquistar il suo

cuor

Un giorno la incontrai sola,

sola

il cuore mi batteva a mille

all'ora

quando gli dissi che la volevo

amare

mi diede un bacio e l'amor

sbocciò

Marina, Marina, Marina

ti voglio al più presto sposar

Marina, Marina, Marina

ti voglio al più presto sposar

Oh mia bella mora no non mi

lasciare

non mi devi rovinare oh no,

no, no, no, no

Oh mia bella mora no non mi

lasciare

non mi devi rovinare oh no,

no, no, no, no

Marina, Marina, Marina

ti voglio al più presto sposar

Marina, Marina, Marina

ti voglio al più presto sposar

Oh mia bella mora no non mi

lasciare

non mi devi rovinare oh no,

no, no, no, no

Oh mia bella mora no non mi

lasciare

non mi devi rovinare oh no,

no, no, no, no

oh no, no, no, no, no

oh no, no, no, no, no

MARINA

Granata parte da Figline Vegliaturo (oggi mille abitanti in

provincia di Cosenza) per arrivare a conquistare l’America

e il Canadà (lo dice così, con l’accento). Il padre, fabbro,

nel 1948 va a cercare fortuna altrove. Miniere di carbone in

Belgio. «Non eravamo poveri - racconta -. Il suo sogno era

guadagnare di più e ingrandire la forgia di proprietà dei

fratelli della moglie. Lui non sapeva cos’era una miniera. Si

portava pane, salame e formaggio, poi però il pane

diventava tutto nero». L’anno dopo moglie e figli lo

raggiungono. «Avevo dieci anni, vivevamo in una baracca,

senza bagno, giusto una stufa, io sapevo dire solo “football”

e mi prendevano in giro: “mangiatore di spaghetti”». Il suo

sogno era la musica, la

studiava già in Italia e

continua lì. Contro la volontà

del padre. La parola lotta è

quella che ripete più spesso.

«Lottavo, lottavo, lottavo per

andare avanti. A 13 anni

andavo per locali a suonare

canzoni di Nilla Pizzi,

Claudio Villa, Luciano Tajoli.

Ma mio padre non voleva, me

lo diceva anche duramente,

arrivò a buttare la mia

fisarmonica fuori dalla

porta».

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La svolta è nel 1959 a un concorso. È in attesa sul palco, si

mette a improvvisare e l’occhio cade sul poster di una

marca di sigarette. Marina. Così nasce «una ragazza mora,

ma carina». Perché «ma»? «Mio padre diceva di non

sposare mai una bionda, perché sono belle ma non sono

ragazze buone». Lo notano. Gli chiedono di vendere la

canzone, 500 mila franchi: «Erano 12.500 dollari, mio

padre non li guadagnava in 20 anni». Rifiuta. Testardo, lo si

è capito. Vuol fare tutto lui. Incide il primo disco. Su un

lato Marina , sull’altro Manuela , nessuno però lo vuole

distribuire. Stampa a sue spese 300 copie e per un refuso

Rocco Granata perde una «c», diventa Roco, che per un

cantante, a meno che tu non sia Tom Waits, non è il

massimo. Propone i primi 5 dischi a un negozio. Venduti il

primo giorno. Da lì le sue note iniziano a diffondersi.

Arriva negli Stati Uniti, in tv all’Ed Sullivan Show, in Italia

a Sanremo. Marina è

una hit mondiale, più

di 500 versioni, da

Dalida a Claudio

Villa, dai Gipsy Kings

a Morandi: «Toots

Thielemans ne ha

fatto un rifacimento

tra jazz e bossa nova

formidabile. Ma sono

formidabili anche

quelli di Dean Martin

e Carosone».

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HA COMPIUTO 101 ANNI LA SIGNORA MARIA SCALON

L’ULTIMA VEDOVA GUERRA DI SAN DONÀ DI PIAVE

Il 21 marzo la Casa di Riposo “Monumento ai Caduti in

Guerra” di San Donà di Piave ha festeggiato la Signora

Scalon Maria arrivata alla splendida età di centouno anni.

La signora Scalon Maria è nata il 10 marzo del 1915 a

Staffolo nel comune di Torre di Mosto, figlia di agricoltori

ha vissuto nella casa dei

genitori fino ai 22 anni,

quando si è sposata con

Mario Furlanetto. Il marito

aveva raggiunto un buon

livello scolastico avendo

completato la 5° elementar e

e anche lui lavorava la terra.

Con il matrimonio la signora

Maria e il signor Mario andarono ad abitare a Grassaga

dove nacquero i loro tre figli, due femmine e un maschio.

Ha vissuto entrambe le guerre mondiali e nella seconda è

mancato il marito che era prigioniero in Russia. E’ l’ultima

vedova guerra di San Donà di Piave.

La signora Maria aveva 27 anni e si è occupata della cura

della casa e della famiglia. Dai 65 agli 80 anni ha prestato

servizio come perpetua

presso il parroco di

Grassaga preparando

anche la chiesa in

occasione dei matrimoni.

A farle gli auguri per

l’importante traguardo

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raggiunto ci sono anche 10 nipoti, 17

pronipoti e 3 pro-pronipoti.

Il Presidente Carlo Patera ed il

Consiglio d’Amministrazione, tutto

il personale della Casa, i familiari e

il personale si

sono ritrovati

lunedì 21

marzo presso

la nostra

struttura per

trascorrere una

giornata di festa in compagnia;

l’invito è stato inoltre esteso al

Sindaco e all’Assessore ai Servizi

Sociali dei Comuni di San Donà di

Piave e di Torre di Mosto.

Il programma è iniziato con la celebrazione della Santa

Messa alle ore 10.30, a mezzogiorno il pranzo con i

familiari e nel

pomeriggio alle

ore 15.30, il taglio

della torta con

balli e canti per

tutti con la musica

dell’Orchestra “I

Poppins”.

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NUOVE ACQUISIZIONI DELLA BIBLIOTECA

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NOTIZIE DELL’AMMINISTRAZIONE

Si sono conclusi i lavori per la costruzione di

nuovi spogliatoi per il personale nei piani interrati

di via Dante in attesa solo di autorizzazione.