Carta Adriatica Associazione Culturale Numero 11 · Successo e curiosità di pubblico ha suscitato...

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Sommario ‘Editoriale 1 A Pola La donna in Istria e in Dalmazia nelle immagini e nelle storie 2 La più affollata e colorata regata velica del mondo LA BARCOLANA ! 3 Le saline perdute del Montenegro 4 Anno del patrimonio culturale europeo 5 La Biblioteca di Carta Adriatica 6 2017 anno dei borghi D’ italia 7 Rassegna Stampa Rassegna Eventi 8-9 La nostra Associazione I nostri progetti Iscrivetevi a Carta Adriatica 10- 11 www.cartaadriatica.it Carta Adriatica Associazione Culturale Via Ludovisi, 35 - 00187 Roma Tel. + 39 339 2334609 Fax +39 06 4203 7373 info@ cartaadriatica.it Cod. fisc. 97873610584 Numero 11 Novembre 2017 P.Marchesi, Arrivo del piroscafo Istria-Fasana”, ante 1915 L’Editoriale Un numero, questo, che si apre con la cronaca dell’esposizione a Pola della Mostra La Donna in Istria e in Dalmazia, che i nostri lettori ormai conoscono bene. Ma è giusto dare conto di un allestimento importante per il luogo nel quale si è realizzato: si potrebbe dire che la donna istriana e dalmata sia “tornata” così sui suoi luoghi. Un tuffo quindi nella «Barcolana», la più colorata, spontanea e divertente regata al mondo, raccontata da Carta Adriatica da un punto di vista privilegiato, ovvero da una barca. Qui non è de- terminante vincere, è d’obbligo divertirsi e ripromettersi di anno in anno al mare. Di recupero ambientale e di riconversione ad un turismo consa- pevole e sostenibile fa riferimento l’articolo dedicato alla stori- ca ed estesa salina non distante da Ulcinj (Dulcigno) in Montene- gro, per il cui rilancio le autorità del Paese interessato si sono avvalse nel 2016 di progetti presentati alla Biennale Architettura di Venezia. Un esempio di possibile riqualificazione che può ben valere per altri siti analoghi favorendone il rilancio econo- mico. Torniamo in questo numero sulla prima Giornata Europea del Patrimonio culturale, indetta dal Consiglio d’Europa per il 2018, un’iniziativa di ampio respiro che intende richiamare l’attenzio- ne sull’immenso tesoro d’arte, storia, pensiero e umanità del nostro Continente, inteso non soltanto nella sua dimensione estetica ma anche nelle sue potenzialità sociali e coesive tra i popoli europei. Segue la nostra rubrica La Biblioteca di Carta Adriatica, dedicata questa volta ad Ippolito Nievo e al suo straordinario romanzo Le memorie di un ottuagenario, un mirabile affresco di quel territo- rio che va da Rovigo a Venezia e da Venezia al Levante, e un insuperato racconto della storia d’Italia dalla caduta della Sere- nissima al nuovo ordine europeo che ne scaturì. E a chiusura, quasi, dell’Anno dei Borghi, un bilancio delle ini- ziative intraprese dall’Esecutivo per rilanciare e recuperare i piccoli Comuni italiani, sentinelle di ambienti, di storie, tradizio- ni e produzioni che formano la straordinaria varietà dell’Italia. Dai centri montani ai borghi sul mare, dalle stazioncine dismes- se lungo antiche ferrovie recuperabili alle case cantoniere ben costruite allora in paesaggi ancora integri, alle ciclovie lungo percorsi naturalistici, artistici e gastronomici non ancora ade- guatamente predisposti. Dunque, buona lettura!

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Sommario

‘Editoriale 1

A Pola La donna in Istria

e in Dalmazia nelle immagini

e nelle storie

2

La più affollata e colorata regata velica del mondo

LA BARCOLANA !

3

Le saline perdute del Montenegro

4

Anno del patrimonio culturale europeo

5

La Biblioteca di Carta Adriatica

6

2017 anno dei borghi

D’ italia

7

Rassegna Stampa

Rassegna Eventi

8-9

La nostra Associazione

I nostri progetti

Iscrivetevi a Carta Adriatica

10-

11

www.cartaadriatica.it

Carta Adriatica Associazione Culturale Via Ludovisi, 35 - 00187 Roma

Tel. + 39 339 2334609 Fax +39 06 4203 7373 info@ cartaadriatica.it

Cod. fisc. 97873610584

Numero 11 Novembre 2017

P.Marchesi, Arrivo del piroscafo “Istria-Fasana”, ante 1915

L’Editoriale

Un numero, questo, che si apre con la cronaca dell’esposizione a Pola della Mostra La Donna in Istria e in Dalmazia, che i nostri lettori ormai conoscono bene. Ma è giusto dare conto di un allestimento importante per il luogo nel quale si è realizzato: si potrebbe dire che la donna istriana e dalmata sia “tornata” così sui suoi luoghi.

Un tuffo quindi nella «Barcolana», la più colorata, spontanea e divertente regata al mondo, raccontata da Carta Adriatica da un punto di vista privilegiato, ovvero da una barca. Qui non è de-terminante vincere, è d’obbligo divertirsi e ripromettersi di anno in anno al mare.

Di recupero ambientale e di riconversione ad un turismo consa-pevole e sostenibile fa riferimento l’articolo dedicato alla stori-ca ed estesa salina non distante da Ulcinj (Dulcigno) in Montene-gro, per il cui rilancio le autorità del Paese interessato si sono avvalse nel 2016 di progetti presentati alla Biennale Architettura di Venezia. Un esempio di possibile riqualificazione che può ben valere per altri siti analoghi favorendone il rilancio econo-mico.

Torniamo in questo numero sulla prima Giornata Europea del Patrimonio culturale, indetta dal Consiglio d’Europa per il 2018, un’iniziativa di ampio respiro che intende richiamare l’attenzio-ne sull’immenso tesoro d’arte, storia, pensiero e umanità del nostro Continente, inteso non soltanto nella sua dimensione estetica ma anche nelle sue potenzialità sociali e coesive tra i popoli europei. Segue la nostra rubrica La Biblioteca di Carta Adriatica, dedicata questa volta ad Ippolito Nievo e al suo straordinario romanzo Le memorie di un ottuagenario, un mirabile affresco di quel territo-rio che va da Rovigo a Venezia e da Venezia al Levante, e un insuperato racconto della storia d’Italia dalla caduta della Sere-nissima al nuovo ordine europeo che ne scaturì. E a chiusura, quasi, dell’Anno dei Borghi, un bilancio delle ini-ziative intraprese dall’Esecutivo per rilanciare e recuperare i piccoli Comuni italiani, sentinelle di ambienti, di storie, tradizio-ni e produzioni che formano la straordinaria varietà dell’Italia. Dai centri montani ai borghi sul mare, dalle stazioncine dismes-se lungo antiche ferrovie recuperabili alle case cantoniere ben costruite allora in paesaggi ancora integri, alle ciclovie lungo percorsi naturalistici, artistici e gastronomici non ancora ade-guatamente predisposti.

Dunque, buona lettura!

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Successo e curiosità di pubblico ha suscitato a Pola

l’allestimento della Mostra La donna in Istria e in Dalmazia, per la prima volta esposta fuori d’Italia da Carta Adriatica in collaborazione con la Regione Istriana, l’Assessorato alla Cultura, l’Assessorato alla Comunità nazionale italiana e gli altri gruppi etnici, e il Museo Storico e Navale di Pola, che ha sede nell’antico Castello veneziano del XVII secolo, non distante dal teatro romano, in un conte-sto di alto prestigio storico-artistico e paesaggistico grazie alla vicinanza con il mare.

Un allestimento reso ancora più suggestivo dagli

ampi spazi dell’antica cisterna della fortificazione, lungo le cui possenti pareti i pannelli della mostra, adeguatamente disposti in sequenza, hanno attirato i visitatori sino al 15 ottobre.

All’inaugurazione erano presenti la Vicepresidente della Regione Istriana, Giuseppina Rajko, l’Assessore alla Cultura della Regione Istriana, Vladimir Torbica, Licia Giadrossi, segretario generale Comunità Istria-ne onlus di Trieste e la curatrice, Giusy Criscione, per Carta Adriatica. L’evento è stato riportato e illu-strato anche da siti di informazione croati, consulta-bili alla nostra pagina web

http://www.cartaadriatica.it/2017/10/01/la-donna-

in-istria-e-in-dalmazia-nelle-immagini-e-nelle-storie-

in-mostra-da-domani-a-pola/

Numero 11 Novembre 2017

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A Pola La donna in Istria e in Dalmazia nelle immagini e nelle storie

Aperta dal 28 settembre al 15 ottobre nelle sale

del Museo Storico e Navale dell’Istria

Pola, 28 settembre, il vernissage per la stampa

(foto http://www.regionalexpress.hr)

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La Barcolana è innanzi tutto una

kermesse per tutti i gusti e palati,

una fiera con bancarelle, preliba-

tezze regionali che trovano posto

sulle Rive di Trieste. Banchi di vario

genere affollano il lungomare trie-

stino, dalla nautica e i suoi accesso-

ri ai gadget di ogni tipo.

La regata è la più grande festa po-

polare di una città a vocazione ma-

rinara come Trieste ed è veramen-

te per tutti, perché si può parteci-

pare con barche splendide e super

tecnologiche e con barche piccole

e modeste. Non ha importanza se ci

si mette un’ora e poco più a percor-rere il tracciato della regata (tempo

della prima classificata di quest’an-no),o quattro o cinque ore. L’im-portante è esserci, e se possibile

arrivare fino alla fine e compiere

senza sbagliare l’intero percorso.

Il golfo di Trieste è uno scenario naturale bellissimo. La linea di par-tenza della gara è dal lato della cittadina di Barcola, e vicino, come riferimento, è il bianco castello di Miramare; dalla parte opposta so-no la Lanterna e oltre l’Istria, con in lontananza Punta Salvore. Al centro, Piazza dell’Unità d’Italia, un balcone sul mare, là dove, una volta finita la regata, ci si avvicina per accogliere i saluti e gli omaggi della folla.

3 Numero 11 Novembre 2017

Mentre si naviga e si gareggia si

chiacchiera del più e del meno, gli

amici si incontrano per l’occasione. Tutti sono pronti ad offrirsi al pro-

prietario della barca come equipag-

gio di fortuna; spesso la ciurma è la

più eterogenea. Persone di tutte l’età si danno da fare: «lascano»,

«cazzano» il fiocco o la randa, corro-no a prua per vedere di non andare

contro altre barche, perché la regata

è la più affollata del mondo: que-

st’anno gli iscritti erano 2101! Per alcuni individui è un vero battesimo

del mare.

Le emozioni sono tante, alla partenza

aleggia un certo nervosismo: le bar-

che scelgono il lato migliore per

partire, è un gioco di strategia im-

portante, così come l’arrivo alla boa e la virata per proseguire il percor-

so. Le barche sono vicine e tutte riu-

nite, se poi si ha l’occasione di incro-ciare il mitico Moro di Venezia allora

ci si rende conto di fare un po’ parte della storia!

Spesso il vento del golfo di Trieste

può fare capricci: si parte con tanta

bora e poi a metà mattinata si resta

piantati lì in mezzo al mare e si atten-

de almeno una bava di vento per

riprendere il percorso.

Quest’anno si ha avuto fortuna: il primo tratto di bolina e poi di traver-

so il vento un po’ irregolare ma c’e-ra e tutti si sono divertiti.

Dal momento che è una gran festa,

durante il percorso si mangia e si

beve, salame, formaggio e vino di

ogni tipo, soprattutto da parte di

coloro che sono lì per partecipare

consapevoli che non vinceranno

mai, ma che sarebbero orgogliosi

anche di un buon piazzamento. Per-

ché la Barcolana è conosciuta anche

per le grandi bevute, durante e poi.

Gli amici avversari si ritrovano, com-

mentano la regata, scherzano e si

prendono in giro, anche se gareg-

giano con spirito competitivo vince

alla fine il cameratismo nella mag-

gioranza dei casi.

La più affollata e colorata regata velica del mondo

LA BARCOLANA !

Per la cronaca ecco alcuni nu-

meri della 49.ma edizione della

Barcolana di quest’anno: 2101 gli iscritti, di cui 1836 italiani e

256 stranieri di 26 Paesi diversi,

25mila velisti in mare.

Primo classificato Furio e Ga-

briele Benussi su Spirit of Porto-

piccolo in un’ora, 12 minuti e 17 secondi, per le 13 miglia da

compiere. Secondo classificato

Mitja Kosmina con Maxi Jena, a

distanza, di 4 minuti. Barche

bellissime e super tecnologi-

che, le prime classificate!

Terzo posto per Pendragon VI-

Alilaguna con Lorenzo Bodini.

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Meta di un crescente turismo estivo che privilegia le città e le sponde marittime, il Montenegro custodisce paesaggi per lo più ignoti ai flussi di massa stagio-nali. È il caso, tra gli altri, dell’a-rea della città di Ulcinj (Dulcigno per i veneziani) presso la quale il fiume Bojana si interseca con le acque del mare, creando specchi d’acqua e paludi, un contesto dunque propizio alle saline.

Ve n’erano di saline, in effetti, che nel tempo sono state abban-donate e versano ormai in condi-zioni di degrado, come nel caso dell’impianto di Bajo SekuliĆ,

istituita nel 1926, di 1500 ettari, area protetta in quanto ambien-te prediletto da una significativa quantità di uccelli migratori del Mediterraneo, ma abbandonata a sé in attesa di un progetto di recupero produttivo e didattico.

Sottratta l’area per almeno 10 anni (dal 2014) dal rischio di venire “convertita” in campi da golf e alberghi diffusi, le istitu-zioni ambientaliste montenegri-ne con il supporto di enti euro-pei si sono ispirate all’esempio del parco naturalistico delle Sali-ne di Sicciole/Sečoveljske soline, nell’Istria slovena, per definire un progetto integrato di valoriz-zazione e museale che privilegi il paesaggio, le produzioni sosteni-bili, il turismo responsabile, l’e-quilibrio delicato dell’intero si-stema, per sottrarlo a rischiose conversioni a carattere speculati-vo e di mero consumo.

La salina alla Biennale

Architettura 2016

Il caso della salina ha interessato anche architetti e designer del paesaggio europei quando il Montenegro ha partecipato alla Bienalle Architettura di Venezia 2016 con un progetto articolato

4 Numero 11 Novembre 2017

Le saline perdute del Montenegro

Dall’abbandono ai progetti di recupero ambientale

in quattro ipotesi di altrettanti differenti futuri sostenibili, fir-mate da architetti italiani, olan-desi, austriaci montenegrini.

Nel Mediterraneo e in Adriatico altre saline in disuso attendono analoghe opportunità di rinasci-ta. Se è vero che nell’economia globale del nostro tempo il sale non ha più il valore dell’oro co-me nei secoli trascorsi, la con-servazione delle antiche e origi-nali produzioni e soprattutto la difesa del territorio e delle sue potenzialità economiche po-tranno offrire nuove e antiche opportunità di sviluppo. Si trat-ta di riconvertire in capitale sostenibile quelle aree dismesse per restituirle alla loro funzione produttiva e ambientale, così come suggerisce ai nostri giorni una maggiore sensibilità conser-vativa e naturalistica, ma anche una nuova concezione dell’eco-nomia non più brutalmente speculativa.

In alcuni casi l’antica presenza di saline è da secoli attestata soltanto da toponimi locali, co-me a Senigallia, o ricordano an-cora ai nostri giorni quanta ric-chezza produssero, come nel caso delle saline dalmate di Ston (Stagno), che permisero alla Re-pubblica di Ragusa (Dubrovnik) di erigere la sua straordinaria cinta muraria. Così anche le saline di Tivat, af-facciata sulle Bocche di Cattaro, già romane, quindi veneziane e infine ottomane, attendono la loro migliore occasione, un altro progetto da Biennale Architettura.

Uno dei progetti di recupero dell’area firmato dallo Studio LOLA Landscape Architects

di Rotterdam

Una parziale veduta delle Saline di Sicciole

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Numero 11 Novembre 2017

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Ne abbiamo dato notizia sul nu-mero di agosto-settembre, ma al volgere dell’anno preparatorio vo-gliamo approfondire il complesso piano di progetti messo in opera dalla Commissione UE per finan-ziare progetti di cooperazione transnazionale connessi al primo Anno europeo del patrimonio cul-turale.

Anzitutto è opportuno ricordare che l’iniziativa delle istituzioni comunitarie vuole porre l’accento sulla dimensione europea, e non soltanto locale, regionale o nazio-nale, dell’immenso patrimonio cul-turale in tutte le sue forme.

Inteso come risorsa prioritaria e sostanziale dell’identità europea e occidentale, l’eredità culturale «non ci lega soltanto al passato, ma ha un ruolo fondamentale nella co-struzione del nostro futuro», co-me ha sottolineato recentemente

Tibor Navracsics, Commissario eu-ropeo per l’Istruzione, la Cultura e i giovani, al quale è affidata la guida dell’ambizioso programma.

«Cerchiamo - ha dichiarato - pro-getti che pongano l’accento sulla dimensione europea di questo ricco patrimonio culturale in tutte le sue forme», è stato detto, «il 2018 dev’essere una celebrazione della diversità culturale».

Dai siti archeologici all’archi-tettura, dai castelli medievali e rinascimentali alle antiche chie-se, dai percorsi storici alle pi-nacoteche alle tradizioni popo-lari, dalle biblioteche ai paesag-gi alle arti, il patrimonio cultu-rale, materiale e immateriale, rappresenta una risorsa identi-taria essenziale e un «asse pro-duttivo» per il rilancio del turi-smo culturale europeo. L’Anno europeo del patrimonio culturale sarà presentato al Forum

della Cultura previsto a Milano i prossimi 7 e 8 dicembre 2017.

Abbazia di S. Maria di Portonovo

(Ancona)

Castello svevo di Sannicandro (Bari)

Un «trabocco» a Fossacesia Marina (Chieti)

Patrimoni d’Italia, Patrimoni d’Europa

Il Parco archeologico di Classe, antico porto di Ravenna

Villa di Maser (Villa Barbaro) di Andrea

Palladio. Affreschi di Paolo Veronese

Patrimonio UNESCO

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Un personaggio così lontano, questo Ippolito Nievo, il cui nome rinvia, or-mai vagamente, al Risorgimento, ma del quale ben pochi ai nostri giorni saprebbero ricostruire interamente la vicenda umana e storica. Eppure a lui si deve uno straordinario, corposo romanzo che senza retorica si potreb-be definire un’epica, il racconto per-fetto, a grandi tinte e splendida scrit-tura, di un territorio che si estende dal Polesine sino a Venezia, in una fase storica di sconvolgenti mutamenti politici e statuali seguiti alla caduta della Serenissima e ai conseguenti rimescolamenti degli equilibri europei.

Di padre mantovano e madre veneta, Nievo partecipò con entusiasmo ai moti di Mantova nel 1848 e poi alla spedizione dei Mille. Le confessioni, considerate un «imponente affre-sco di un’epoca, una grandiosa saga del Risorgimento italiano» è però al contempo la narrazione vivace di un territorio - da Rovigo alla foce del Po - formato da accu-muli di detriti fluviali (argille e sabbie) ed esposto a ricorrenti piene ed a fisiologici assestamen-ti di un terreno estremamente fragile.

E dal tramonto della Dominante (cui lo scrittore riserva anche forti critiche) Nievo riflette sul destino dei suoi anti-chi domini di terra e di mare, all’Istria e alla Dalmazia, all’Albania e al Levan-te, rievocati in una luce di crepuscolo che però ne svela gli ampi orizzonti, la grande dimensione storica e la singo-lare dote di culture e di popoli.

[...] Portogruaro non era l’ultima fra quelle piccole città di terraferma, nelle quali il tipo della Serenis-sima dominante era copiato e ricalcato con ogni possibile fedeltà. Le case [...] s’allineavano ai due lati delle contrade, in maniera che soltanto l’acqua mancava per completare la somiglianza con Vene-zia. [...] Donnicciuole a barcaiuoli in perpetuo ci-caleccio per le calli e presso ai fruttivendoli: belle fanciulle al balcone, dietro a gabbie di canarini o vaso di garofani e di basilico; su e giù per la pode-steria e per la piazza toghe nere d’avvocati, lun-ghe code di notari e riveritissime zimarre di patri-zii: quattro schiavoni in mostra davanti le carceri: nel canale del Lemene puzzo d’acqua salsa, be-stemmiar di padroni, e continuo rimescolarsi di burchî, d’ancore e di gomene: [...] nulla, nulla in-somma mancava a render somigliante al quadro la miniatura.

[...] I Veneziani di Portogruaro erano riesciti, collo studio di molti secoli, a disimparare il barbaro e bastardo friulano che si usa tutto all’intorno e or-mai parlavano il veneziano con maggior caricatura dei veneziani stessi. [...] Parlando coi campagnuoli per poco non dicevano: voi altri di terraferma. Infatti, Portogruaro era, nella loro immaginativa, una specie di isola ipotetica, costruita ad immagi-ne della Serenissima dominante, non già in grem-bo al mare, ma in mezzo a quattro strisce d’acqua verdastra e fangosa.

[...] Quattro giorni dopo, barche veneziane con-dussero a Venezia truppe francesi: e una città, difesa pochi giorni prima da undicimila Schiavoni, da ottocento pezzi d’artiglieria e da duecento le-gni armati, si consegnò spoglia, volontaria, incate-nata alla soldatesca [...] L’Istria e la Dalmazia ve-nivano intanto occupate dall’Austria [...]. La Fran-cia, con flotte veneziane, si impadroniva de’ no-stri possedimenti nell’Albania e nell’Jonio [...]. Già i fieri Bocchesi di Perasto avevano arso, piangen-do, l’ultimo stendardo di San Marco. La Repubbli-ca di Venezia era morta, e un ultimo suo spirito vagolava ancora nei remoti orizzonti della vita, sulle marine di Levante.

[...] La Francia consentiva, pel trattato di Campo-formio, che gli imperiali occupassero Venezia e gli Stati di Levante e di terraferma fino all’Adige. Per sè [sic] teneva i Paesi Bassi austriaci, e per la Re-pubblica Cisalpina le provincie della Lombardia Veneta. [...] Io stetti lì sul ponte a guardare Venezia, a contemplare mestamente le cupe acque del Canal Grande, dove il palazzo degli ammira-gli e dei dogi sembravano specchiarsi, quasi desi-derosi dell’abisso.

Numero 11 Novembre 2017

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La Biblioteca di Carta Adriatica

Libri d’autore per navigare nell’Adriatico

La nuova rubrica del News Magazine !

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L’Anno dei Borghi d’Italia, proclamato dal MIBACT per il 2017, del quale abbiamo trattato sul numero dello scorso Giugno, volge al termine,

dunque è tempo di bilanci. Lo scorso settembre il Senato ha approvato il disegno di legge sui piccoli

Comuni - già passato alla Camera nel 2016 - che riguarda ben 5.585 centri urbani, con l’intento di contrastare il progressivo spopolamento dei borghi,

dei quali 3.000 sono pressoché disabitati.

Viene così istituito un Fondo per lo sviluppo strut-turale, economico e sociale, dotato di 10 milioni di

euro per il 2017, e 15 milioni per ciascuno degli

anni dal 2018 al 2023. I piccoli Comuni saranno dunque chiamati a riqualificare i propri centri stori-

ci, le aree di particolare pregio artistico e ambienta-le anche mediante interventi integrati pubblico-

privato. Potranno altresì istituire centri multifun-zionali per servizi di pubblica utilità e stipulare

convenzioni per i servizi postali e la mobilità, non-

ché promuovere via web offerte di prodotti locali certificati.

Il nuovo dispositivo di legge potrà finanziare anche

interventi di contrasto del dissesto idro-geologico (una piaga ultradecennale del nostro Paese) ma

anche la realizzazione di ciclovie e percorsi turisti-che che permettano di valorizzare luoghi, patrimo-

ni culturali e produzioni d’eccellenza.

Sarà consentito ai Comuni interessati di fare pro-

pri e riqualificare immobili in abbandono per con-

trastare l’abbandono di aree ed edifici, di stipulare

Numero 11 Novembre 2017

7

accordi e paternariati per il recupero di case

cantoniere e stazioni ferroviarie in disuso, nonché la facoltà, anche in forma associata,

di interagire con le diocesi della Chiesa cat-tolica e con le rappresentanze delle altre

confessioni religiose che abbiano intese con lo Stato, convenzioni per la salvaguardia e il

recupero dei beni culturali, storici, artistici e

librari degli enti ecclesiastici.

Severi i requisiti per essere ammessi ai contri-

buti: marcata arretratezza economica, decre-

mento della popolazione residente, condizioni di disagio insediativo, indice significativo di

anzianità, scarsa percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente ed altri an-

cora. Non sono esclusi i piccoli centri isolani,

come, nel caso della Puglia, le Isole Tremiti (Foggia), che contano appena 469 abitanti

stanziali.

2017 Anno dei Borghi d’Italia

Uno scorcio di Peschici (Foggia), uno dei Comuni

ammessi al progetto salva-borghi

La stazione dismessa di Ostellato-Porto Garibaldi

(Ferrara)

Isole Tremiti, l’isola di San Nicola

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Le venditrici ambulanti e il centro storico di Trieste

Ogni mattina all’alba Rosalia partiva in bicicletta da Maresego, un piccolo paesino sopra Capodistria, per raggiungere Trieste e lavorare nelle case di alcune famiglie benestanti come lavandaia. Negli anni Cinquanta non era la sola a varcare quoti-dianamente il confine che separava la zona A dalla zona B del Territorio Libero, protettorato internazionale imposto dalle forze alleate dopo la Seconda guerra mondiale […]

http://www.cartaadriatica.it/2017/10/16/le-venditrici-ambulanti-e-il-centro-storico-di-trieste/

Numero 11 Novembre 2017

Rassegna Stampa

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Dieci tesori d’arte e archeologia da scoprire in Puglia

Ora che la stagione balneare volge al termine, è tempo di scoprire o riscoprire anche altri aspetti delle regioni del Sud. In Puglia, per esempio, i siti d’arte e ar-cheologia sono moltissimi e spesso poco conosciuti: ce n’è per tutti i gusti, tra dolmen, menhir, chiese paleocristiane, grotte rupestri, piccoli musei, catte-drali sconosciute. http://www.cartaadriatica.it/2017/10/04/dieci-tesori-darte-e-archeologia-da-scoprire-in-puglia/

Venezia, il piano per le grandi navi

Utilizzare il canale Vittorio Emanuele per portare le navi da crociera alla Maritti-ma di Venezia senza passare davanti a San Marco è una «soluzione concreta e percorribile ma ora è importante fare presto per risolvere un tema di cui si di-scute da ormai quattro anni». http://www.cartaadriatica.it/2017/10/03/venezia-il-piano-per-le-grandi-navi/

È morto lo scrittore Giorgio Pressburger, voce della Mitteleuropa

È morto all’età di 80 anni, lo scrittore e regista Giorgio Pressburger, voce della Mitteleuropa. Era nato a Budapest il 21 aprile 1937 da una famiglia ebraica di origine slovacca che durante la seconda guerra mondiale riuscì a sfuggire alla sterminio nazista. http://www.cartaadriatica.it/2017/10/18/e-morto-lo-scrittore-giorgio-pressburger-voce-della-mitteleuropa/

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A Trieste prorogata la Mostra MARE fra turismo e navigazione

Prorogata sino al 19 novembre la bella Mostra allestita nella sede dell’IRCI di Trieste, MARE fra turi-smo e navigazione, l’immagine del mare nella Venezia Giulia e in Dalmazia 1890-1940, che sinora ha registrato, come informano gli organizzatori, ben 11.000 visitatori. Il grande interesse destato e la conse-guente notevole affluenza di pubblico, ha mosso gli organizzatori a prolun-garne la durata sino a domenica 19 novembre. L’ingresso e la visita con-dotta dal direttore dell’IRCI, Piero Del-bello in collaborazione con Sergio Zor-zon, sono gratuiti.

IIIRCIRCIRCI,,, Via Torino 8, TriesteVia Torino 8, TriesteVia Torino 8, Trieste

[email protected]@[email protected] www.irci.itwww.irci.itwww.irci.it 040 639188040 639188040 639188

Numero 11 Novembre 2017

Rassegna Eventi

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Vele d’autore nell’Adriatico Orientale

Un’intensissima due giorni di relazioni e confronti ha tenuto impegnati gli studiosi intervenuti al convegno convocato dallo stesso IRCI nei giorni 5 e 6 ottobre scorsi nell’ambito delle molte iniziative indette in occasione della Barcolana 2017. Provenienti da un notevole numero di Università e cen-tri di studio nazionali e internazionali, i relatori hanno avuto occasione di incontrar-si e di scambiarsi opinioni e idee sui temi del simposio. Curiosità e interesse ha susci-tato la presenza di Carta Adriatica che ha presentato due interventi . Gli Atti saranno pubblicati entro tempi con-tenuti da Fabrizio Serra Editore, Pisa, un raffinato marchio dell’editoria dedicata alle pubblicazioni accademiche.

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Premessa

Le due rive dell’Adriatico, occidentale e orientale, rivelano medesime tradizioni e simili percorsi storici: dalle alleanze ai conflitti negli alterni rapporti di forza tra potenze domi-nanti; dalla marineria e i suoi linguaggi ai riti religiosi e relativi culti; dalle tipologie di imbarcazioni alle nascenti mode balneari, alla gastronomia. Ridare all’Adriatico l’anti-ca identità e la sua funzione di raccordo tra luoghi e comu-nità è indispensabile nel processo di integrazione europea dei territori adriatici al fine di creare nuovi equilibri e spazi di crescita, collaborazioni culturali e occasioni di sviluppo economico e sociale.

L’Associazione

L’Associazione culturale «Carta Adriatica» è costituita da figure professionali competenti nei settori storico-artistico, antropologico, editoriale, informatico, divulgativo e ammi-nistrativo, che possono vantare una consolidata collabora-zione in iniziative di promozione culturale. Da numerosi anni i componenti dell’Associazione condividono conoscen-za e passione per le tematiche attinenti all’Adriatico, alla sua storia, alla sua cultura e alla sua evoluzione politica e sociale.

Perché «Carta Adriatica»

Dalle carte nautiche, indispensabili strumenti di orienta-mento e di conoscenza per la navigazione, alla «carta» inte-sa come codice giuridico, patto e alleanza tra comunità: ai molteplici significati del termine rinvia idealmente la scelta del nome dell’Associazione che vuole tracciare nuovi per-corsi d’incontro e di relazione nel complesso quadrante dell’Adriatico, dal settentrione carsico sino al liquido confi-ne meridionale dal quale si trasfonde in un altro mare. L’ot-tica è di fornire un supporto ad organismi pubblici e privati che operano per la valorizzazione dell’Adriatico.

I nostri progetti

«Carta Adriatica» si pone come partner di istituzioni, ammi-nistrazioni pubbliche e private, società di settore, per pro-getti relativi al Mare Adriatico. L’Associazione fornisce ser-vizi nei settori culturale e sociale: mostre documentarie e fotografiche; individuazione di percorsi turistici a carattere storico-artistico, archeologico, ambientale; convegni, confe-renze; iniziative didattiche.

Quattro progetti di valorizzazione del territorio e di rilancio

delle relazioni storiche tra comunità

«Carta Adriatica» si pone come partner di istituzioni, am-ministrazioni pubbliche e private, società di settore, per progetti relativi al Mare Adriatico. L’Associazione fornisce servizi nei settori culturale e sociale: mostre documentarie e fotografiche; individuazione di percorsi turistici a caratte-re storico-artistico, archeologico, ambientale; convegni, conferenze; iniziative didattiche.

Tradizioni marinare dell’Adriatico. Antologia del vivere tra le due sponde

Obiettivi:

- Valorizzazione del turismo responsabile in termini di co-noscenza del territorio e della sua storia e di fruibilità so-stenibile. - Recupero e valorizzazione delle usanze antiche e dei me-stieri tradizionali nel confronto con le altre aree adriatiche. - Riqualificazione sociale e sviluppo occupazionale attraver-so la riscoperta e la fruizione del patrimonio storico, artisti-co, materiale e immateriale del territorio.

La nostra Associazione I nostri progetti Il mare unisce i Paesi che separa

10 Numero 11 Novembre 2017

L’Adriatico Romano Obiettivi:

- Valorizzazione integrata del territorio nelle sue relazioni con la sponda adriatica prospiciente in un determinato periodo storico. - Incentivazione del turismo consapevole in aree oggi anche periferiche rispetto ai flussi di massa ma significative per la storia e la cultura. - Rilancio occupazionale mediante l’individuazio-ne di percorsi storico-artistici, paesaggistici e di cultura materiale condivisi con le altre aree del bacino adriatico o, viceversa, peculiari rispetto ad esse. Attivazione di relazioni e scambi tra profes-sionalità dedicate al restauro dei manufatti e al recupero dei siti archeologici.

L’antropologia del mare. Linguaggi, imbarcazioni, paesaggi, religiosità

Obiettivi:

- Rivalutare le antiche tradizioni adriatiche per individuare linguaggi comuni, ad esempio nella marineria, nella eno-gastronomia, nelle tipologie delle imbarcazioni e degli strumenti della pesca; di condizioni di vita, di tradizioni orali e di culti religiosi attraverso l’analisi delle più significative figure dei santi del mare e relative leggende. - Riscoprire stili di vita comunitaria e relazioni antiche che possano fornire oggi ragioni di intera-zioni culturali, sociali e formative per le nuove generazioni in chiave di mutuo sviluppo: dalla pesca all’acquacoltura, dall’urbanistica alla gestio-ne del territorio.

Il turismo balneare e cinematografico tra Ottocento e Novecento

Obiettivi:

- Promuovere il turismo responsabile attraverso l’illustrazione dei modelli di sviluppo economico e civile dei secoli XIX e XX in Adriatico, posti a raffronto con gli attuali; recuperare la memoria di luoghi e scenari ancora fruibili o da comparare con le profonde trasformazioni contemporanee.

- Promuovere, di conseguenza, il recupero di ma-nufatti già utilizzati o meno quali set cinemato-grafici e successivamente caduti in disuso per studiare la possibilità di riconvertirli a strutture ricettive, incrementando il ritorno economico a beneficio della comunità.

- Promuovere, attraverso l’illustrazione delle radi-cali trasformazioni intervenute nel tempo, una riflessione sul tema della conservazione dell’am-biente.

Maggiori dettagli su www.cartaadriatica.it

Il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno Partner di Carta Adriatica

Dal settembre 2016 in accordo con il Centro di Ricerche

Storiche diretto dal prof. Giovanni Radossi pubblichiamo

sul sito di Carta Adriatica una scelta dei suoi più pregevoli

lavori storiografici, consultabili alla pagina

http://www.cartaadriatica.it/category/partners/

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