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Parrocchia S. Francesco d'Assisi Redazione: Via Roma, 88 10070 - San Francesco al Campo (To} - Tet. 92.78.342 PRO MANUSCRIPTO CARO AMICO Vorrei esserti l'amico più caro. Vorrei essere per te l' amico con cui non hai difficoltà a lasciarti vedere triste; l'amico a cui pensi quando hai un problema. Vorrei essere per te l'amico con cui puoi arrabbiarti', sfogarti, perdere la pazienza, senza perdere l'amicizia; l'amico a cui puoi confidare il segreto geloso ... Vorrei essere per te l'amico a cui pensi quando hai qualcosa di meraviglioso per la testa; l'amico con cui condividere ogni cosa e gioirne insieme. Vorrei esserti l'amico più caro, non per presunzione, ma perché ti voglio bene. SEnEMBRE 1992 / I -- - .____ «. .. in cammino verso la

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Parrocchia S. Francesco d'Assisi Redazione: Via Roma, 88 10070 - San Francesco al Campo (To} - Tet. 92.78.342 PRO MANUSCRIPTO

CARO AMICO

Vorrei esserti l 'amico più caro.

Vorrei essere per te

l'amico con cui non hai difficoltà

a lasciarti vedere triste;

l'amico a cui pensi

quando hai un problema.

Vorrei essere per te

l'amico con cui puoi arrabbiarti',

sfogarti, perdere la pazienza,

senza perdere l'amicizia;

l'amico a cui puoi confidare

il segreto geloso ...

Vorrei essere per te

l'amico a cui pensi

quando hai qualcosa

di meraviglioso per la testa;

l'amico con cui condividere

ogni cosa e gioirne insieme.

Vorrei esserti l'amico più caro,

non per presunzione,

ma perché ti voglio bene.

SEnEMBRE 1992

/

I -- -

.____« . .. in cammino verso la comunità»~

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Carissimi amici di S. Francesco al Carlipo

11 ANNI INSIEME ! Il giorno del mio ingresso a S. Francesco al Campo,

l '8 marzo 1981, vi dice vo che la vita cristiana è un cammino (ricordate la camminata da S. Anna alla Parrocchia(}. Il pro­tagonista era Gesù che aveva detto: 11Io sono la via, la v erità, la vita 11• Vi invitavo "tutti a diventare, giorno per giorno, pìù sensibili allo Spirito Santo .per seguire singolaI'mente (lo Spirito Santo parla a tutti, · non solo al Papa e ai preti) e come comu­nità le i spirazioni e i suoi suggerimenti.

Dove siamo stati condotti? A che punto siamo arri-vati?

Mentre termina il tratto di cammino v~ssuto con voi e in1z1a una nuova tappa, viene da domandarsi: in questi un­dici anni e mezzo dove siamo arrivati?

Sempre nell 1 omelì a dell 1 ingresso parrocchiale vi dic!!_ vo: non lasciamoci ingannare da nessuno, seguiamo Gesù Mae­stro come i primi cristiani per diventare "un cuor solo e un 1 an!::_ ma sola 11 • Mi pare di poter dire che questo desiderio si è in buona parte avverato: doè 1 1 impegno di maggior fraterni tà, dì maggior comunione è reale da parte di molti; anche se, è logi­co, il cammino è lungo da percorrere.

Ricordate la favola coreana che vi avevo raccontato? Non vi sembra che un po 1 1 1 abbiamo vissuta?

"Un coreano muore. Prima di entrare in Paradiso, chiede a S. Pietro di andare a vedere l ' Inferno e poi tornare e rimanere in Paradiso. S. Pietro lo accompagna all' lnferno . Cosa trova? Un l uogo meraviglioso: una tavola imbandita di ogni ben di Dìo. Rimane molto stupito di tanta bellezza. Però, quando guarda la gente, vede tutte pe~sone smunt e, tristi, scheletrite. Come è po~ sibile davanti a. tutta quella roba? I Coreani mangiano con l e bacchette. Ci sono le bacchette, ognuno cerca di prendere il e!_ bo e di portarlo ,alla bocca, ma non ci riesce, Le bacchette so­no troppo l unghe, non riescono a portare il cibo a lla bocca. Ecco l'Inferno. C'è tutto, ma quegli esseri non possono saziar­si di nulla. Disgustato, il Coreano torna in Paradiso con S. Pie tro. Qua·ndo entra vede un magnifico giardino e una -tavola im-

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bandita. Come all' 1nferno. Ma, a differenza dell'Inferno, le persone sono tutte felici e numerose. Ognuno ha la sua bacchet ta, come all'Inferno. Ma che cosa e' è di diverso?· Che cosa fa; no? Invece di prendere il cibo e di portarlo alla bocca che non ci riescono, . uno prende il cibo e imbocca l'altro che ha da van ti. Ognuno offre il cibo all'altro e tutti sono sazi e contenti'·'.

Il risultato più bello di questi undici anni e mezzo

vissuti con voi mi pare sia quello che va aldilà delle attività esterne, aldilà dei vari gruppi che operano, aldilà delle co­struzioni materiali... E 1 qualcosa che non si può misurare in cifre o percentuali, è quel nuovo ~tile di vita, quel clima di maggior umiltà e fraternità che sì è diffuso nel tessuto di tut­ta la comunità. Questo spirito ·di maggior comunione ha porta­to, come logica conseguenza, un crescere del senso di correspon­sabilità e perciò di partecipazione. E' per questo . che ci costa distaccarci! Aldilà dei difetti e dei limiti di ciascuno abbiamo costruito rapporti di vera amicizia,. di fraternità, di unità. Sen tìamo vere le parole di Paolo VI (17/3174):

"Non siete una società anonima, siete una famiglia, una uni tà. Dovete sentire questo senso di solidarietà, di amicizia, di fraternità, di volersi bene, di perdonarsi, di aiutarsi, dì esse re felici, di essere in tanti, di essere insieme, di celebrare in sieme, di cantare insieme, di vi vere cristianamente insieme".

Certo che nella vostra bontà saprète comprendere quel li che sono stati i limiti del mio ministero sacerdotale in mezz;; a voi e chiedo perdono a Dio e a tutti voi per quanto non bo saputo fare, per quanto non vi ho donato in ascolto, in ?ttten­zione, in pazienza, in rapporto personale e in comprensione • .•

Ora, alla buona, vi descrivo alcuni sentimenti che ho nel cuore.

1) Una gioia particolare nell 1 aver avuto una grande occasione per dire di sì a Dio. Quando il Vescovo mi ha chiesto se ero disponibile a qualunque sacrificio, a qualunque distacco per fare I.a ·volontà di Dio (cioè per un altro servizio alla Chie­sa torinese lasciando la parrocchia di S. Francesco) ho det­to subito 11sì 11 • Nell 1ordinazione sacerdotale, con coscienza e fede, avevo fatto la mia promessa di obbedienza ed ora, an cora una volta, avevo la possibilità di rivivere 1 1 11Eccomi o Signore" di Maria .

Mi è poi venuto in 'mente una favoletta di Gibran che

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ci fa capire quanto è importante non perdere le occasioni per d~ re il meglio di noi stessi:

11Viveva un tempo un ricco che andava fiero, e con r agione, della sua cantina e del vino che vi conservava. E aveva un'an fora di vecchissima annata tenuta in serbo per un'occasi one. sp~ eia le t nota a lui solo.

Gli fece visita il governàtore e lui riflett é e disse: "Non aprirò l ' anfora per un semplice governatore" .

E gli fece visita il vescovo della dioces i , ma lui disse : "No . , non aprirò 1' anfora".

Venne il principe e cenò da lui. Ma 1 1 uomo pensò : ' 'E ' vino troppo regale per un principotto qualsiasi".

E per.sino il giorno in cui si sposò suo nipote, 1 'uomo disse tra sé: "No, non a questi ospiti sarà offerto quel vino' ' .

E passarono gli anni, e l'uomo, ormai vecchio, , tcrrnò alla terra. E nel giorno della sepoltura il vino d ' annata fu preso e portato in tavola insieme ad altri vini e fu distribuito t ra i contadini dei dintorni. E quanto fosse vecchio nessuno lo sape­va. Per quella gente, tutto ciò che veni va v ersato i n un bic­chiere, era, semplicemente, vino" .

2) Un dolore intenso perché devo staccarmi dalla comunità di S. Francesco. In qu~sti an~i sono vissuto con voi e per voi, ho dedicato a questa parrocchia tutte le mie capacità, il mio tempo, il mi'! affetto e diciamo pure anche gli anni più bel­li (sono arrivato che · non avevo ancora 40 anni) . E 1 logico quindi che ci sia una sofferenza ! Sono venuto a v isitare le vostre famiglie 12 volte in questi undi ci anni, casa per ca­sa, per cui mi sembra di conoscere proprio tutti.

Questa comunità di San Francesco aveva in quest 1 anno (11 giugno) un distacco doloroso: del buon prevo?to don Pietro Allora (con t inuiamo questo numero del bollettino a presentare un po 1

attraverso i suoi stessi scritt i),

già avuto la morte anche su il ritratto

Vorrei aiutarvi a vivere una "favoletta 11 che una persona in questo momento difficile.

bene questa sofferenza con mi ha inviata per aiutarmi

11C' era uria volta un bellissimo e meraviglioso giardino. Era situato ad ovest del paese, in mezzo al grande regno. Il Signore d~ questo giardino aveva l'abitudine di farvi una passeggiata ogni giorno, quando i1 caldo della Q'iornata era

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più forte.

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C'era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello dì tutti gli alberi del giardino e il Signore am~ va questo bambù più di tutte le altre piante. An.no dopo a!!. no, questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e più grazioso. I1 bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne godeva.

Un be) giorno, il Signore, molto in pensiero, si avvicinò ' al suo albero amato e l'albero, in grande venerazione, chi­nò la sua testa. 11 Signore gli disse: "Caro bambù, ho bisE_ gno di te". Sembrò al bambù che fossé venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era nato. Con grande gioia, ma a bassa voce, il bambù rispos~: "O Signore, sono pronto. Fa di me 1 'uso che vuoi".

"Bambù", la voce del Signore era seria, "per usarti de­vo abbatterti'', il bambù fu spaventato, molto spaventato: "Abbattermi, Signore, me che hai fatto diventare .il più bel-1 'albero del tuo giardino?". "No, per favore, no! Fa uso di me per l a tua gioia, Signore, ma per favoreJ non abbatter­mi".

"Mio caro caro bambù" disse il Signore, e la sua . voce era più seria, "se non posso abbatterti, non posso usarti". Nel giardino, ci fu allora un gran silenzio . Il vento non ti ra:va più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, mo1to l entamente, il bambù chinò ancora di più la sua testa mer~ vigliosa. Poi sussurrò: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa di me quello che vuoi e abbattimi".

"Mio caro bambù'', disse di nuovo il Signore, ''non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie e i rami. "O 52:_ gnore'', disse il bambù, "Non farmi questo. Lasciami almeno 1e foglie e · i miei rami". "Se non posso tagliarli, non posso usarli".

Allora il sole si nascose e gli uccelli ansiosi volarono v i a. 11 bambù tremò e disse appena udibile: "Signore, ta­gliali!"

"Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spac­carti in due e strapparti i] cuore. Se non posso fare questo non posso usarti". 11 .bambù non poté più parlare. Si chinò fino a terra.

Così il Signore del ,giardino abbatté il bambù, t~gliò i rami, levò ]e foglie, lo spaccò i n due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acq_ua fresca vicino ai suoi campi inariditi. Là, delicatam,ente~ ·il Signore dispose 1 'am~ tO bambù a terrà; Un I estremità' del trOTICQ l a COJ1egò alla fon

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te; l'altra 1a diresse verso i l suo campo arido. La fonte dava ) 'acqua, l'acqua si ri versava sul campo

che aveva tanto aspettato. Po1 fu piantato il riso, i giorni passarono, la semenza crebbe e l1 tempo della raccolta ven­ne. Così il mer~vig1ioso bambù divenne realmente una gran­de benedizione tn tut ta la sua povertà e umiltà.

Quando era ancora grande e be11o e grazioso, viveva e cresceva solo per se stesso e amava ìa propria bellezza. A1 contrario, nel suo stato povero e distrutto, e:ca diventato un e.ana le, che il Signore usava per rendere fecondo il suo re­gno".

Alla testa del mio letto è appeso volto di Gesù circondato da queste parole li.ppesi che sono il motto della mia vita: e· ivere è Cristo e i1 morlre un gu.adagno '·1

un quadro con 11 di S. Paolo ai Fr-

11Per me i.!.ilfa t ti z1 (Fil. I.;21 J

C1 sono le occasioni quotidiane pei' vivere-morire p ( r• Ge_ÌJ, e po1 1: 1 _, ano anche le grandi DCLasion1 come qW'.?SlcJ

che st1ama v1vendo in quest1 gior·ni.

]) Il tei:·zo Sf!ntimento è ancora una gioia del cuore: sape.ce .. he ll nuovo parroco porter•à nuove energie e m~ove capacità per c:ondurr-e e perfezionare la vz.ta cristiana di que:> ta comuni­tà. E' questo il grande vantaggio della mobilità del clero: aiuta tutti t sacerdoti e fedeli) a non sent.Lrsi p<i.droni nella Chjesa. ad L''ll I tare attegg amentzd1 ''proprietà" sia da pal'te

del parroco verso la sua gent- sia da parte del popolo che non può dire ".sua propr1età 11 un p1•ete. E soprattutto si vive una \ zta di fede più dinami.ca, senza momenti dz staticità .

Ora poi che sappiamo c.hi sarà il nuovo parroco non possiamo che ringraziare Dio, 11 Cardinale Ar-civescovo e ral leg.rarci. Si, perché don Renato Casetta e non solo u.n c:ar; am1ço, ma è uno dei pzù vz , wi collaboi'a.tori del Vescovo , un prete veramente buono, un uomo di Dio che ha speso la sua vita in questi anni al servìzzo della diocesi per l ' am­maiio.ne delle vocazioni. Grazie. SitJnore_t Gt,azie d.o:n Domem -co Cavallo che ha.i scelto per fa no.stra parrncchia questo sa . cerdote. si vède che S. Francesco al Campo è stimata e vai; rizzata. Griazie don Renato che hai accettato d1 venire a pftes.if;det'e questa bella comunità. .

iJ. 1 C 'ij però a neo ·a dentro dz me un sent lm~mo dì an(?,.·oscia. di pt:'eoccupa.zir.me per la .nuova parrocchia che mi è sta ca alfi-

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data in Torino . Mi sent o inadeguato, incapace, ma mi fido del Signore che mi ha chi amato e della fiducia del Cardina­le Arcivescovo che mi manda. Continuate a . pregare anche per me.

5) E' ora c-he termini questa mia lunga lettera e non posso fa!_ lo senza sottolineare il. sentimento p i ù forte del momento: la gratitudine,

Grazie Dio Padre per i par.,racchiani che mi hai dato in questi anni. Con loro ho cercato di vivere quanto Gesù. ci ha detto nel vangelo di Matteo (6,33) "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà da­to in aggiuntall,

Sì, abbiamo cercato di essere costruttori del tuo Re­gno, o Padre, in tanti modi, e ora verrebbe voglia dì fare un bilancio. Ma lasciamo a Te Signore il gi~dizio, perché tutto quanto abbiamo fatto lo abbiamo fatto per Te,

- Ti voglio ringraziare per tutti i collaboratori che mi hai dato: sacerdoti (don Bonetto, padre Beppe e padre Roberto), il diacono Arsen, le suore Carmelitane, e tutti i fedeli lai­ci {Olga Vallino Bona, Giovanni Massa ... interrompo subito la l ista perché sarebbe troppo lungo e commovente: Tu, Padre hai visto tutto).

- Grazie perché ci haÌ aiutato a capire che la COMUNIONE è un progetto possibile e ci hai guidato a praticarlo.

Ge'sù non ha detto: 11sopportatevi 11 , non ha detto "toJ_ leratevi 11 , non ha detto "tirate a campare in qualche Ìnodo/ 11

No, ha detto "Amatevi".

E proprio guardando a Cristo e domandandoci: 11Gesù come voleva la sua comunità 11 ci siamo ritrovati a fare una comunità di fratelli e sorelle ugué!li tra loro lega.ti profon­damente da un vincolo non solo umano. Ma questo è stato possibile perché abbiamo fatto l'esperienza di sentirci figli di un unico Padre che ci ha scelti e ci ama e ci ha creati per essere un dono l'uno per l 1altro. E questo non ha signi ficato sentirci fatti in serie, anzi lo Spirito Santo , ci ha fat to sperimentare la bellezza della libertà e della diversità nell 1 amore che ci rende uniti.

Così n ei primi anni_ :Gesù · ci ha: educati alla comunio ne: educandoci a.11 'eguaglianza della fraternità, alla gratui_

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tà della figliolanza. alla libertà dell 1 amore

- Ti voglìo ringraziare perché molti ìn questz anni hanno incontrato 1 1 ideale della loro vita e hanno scelto di segufre Gesù, il progetto di Dio, la sua Parola, la sua chiamata=-vo cazione.

- Grazie per il 1° C.P.P. c6n cui abbiamo messo le fonda­menta strutturali della pastorale dì questa parrocchia. La vita cri s tiana rinnovata dalla Parola di Dio ci ha portato a far maturare sette grandi aspetti della vita comunitaria (li accenno appena)

a) L'economia e il lavoro. L 'aiuto piu forte 1 1 ho avuto dal C P.A.E. (Commissione per gli affar.'i economici). Con fo­ro abbiamo studiato e portato avanti tutti i lavori mate­riali. Ma l 1aspet to più importante è lo spfrito di t-omu -nione, che si. è concretizzato in molti come com.unione dei òem 1 denaro, capacità pt'ofessionali o di lavoro, tempo ... } E tutto in modo volontarw -=- gratis. Grazie Signore delJa testimonianza che ho ricevuto. Tutti .t volontari rn que­sta parrocchia hanno sempre lavorato gra.tuitament~ !

b) Testimonianza e irradiazione. Il mondo rifiuta il proseli­tismo e la propaganda, e noi abbiamo parlato attraverso la vita. della comunità ( 11da questo conosceranno, .. Gv.13, ]5 1

• Sono nati mòltz gesti di attenzione, di accoglienza, di parter:ipazwne Soprattutto sono nati oei gruppi di nuova evangel fazazi:!_ ne nelle borgate.

e) Vita di preghiera e vita spirituale. Questo è stato uno dei cammini più belli: il cercare di "farsi santi rnsie-­me11. Notti di preghiera - scuola d1 preghiera - adot'azio ne il giovedì, rosari e aàoraz.ione nelle cappelle, nei cortili, animazione delle Messe ...

d ) Il settore assistenziale: gruppo di volon tari della soffe­renza e amici degli ammalati, gruppo dei ministri .straor dinari di comunione, gruppo Caritas. la presenza poi._ della comunità dei padri Somaschi ha aperto nuove sensi bilità e impegni.

e 1 L'oratorio e l'attività. del tempo libero! Commissione ora­toNo, gruppo educatori, gruppo animatori, grupp,~· mamme e papà.,.

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L 1 A.silo con le bravissime suore, i ·giovani genitori.··

La cura della Chiesa con tutte le persone che con per­severanza e sacrificio hanno tenuto in ordine e reso ac­coglienti gli . ambienti parrocchiali: Chiesa, sale e salo~ ni, Cappelle ...

f) Catechesi: degli adultì. (martedì sera e otto gruppi nelle borgate), dei giovani, giovanissimi, med~e,. elementari.· •

b · · I · t h t1 e animatori! Grazie Signore pe_r le rav1ss1me i_ ca ec is

· 1 · h b · di far circolare le g) Bollettino: ogni fam1g 1a . a .zsogno . notizie e ci siamo perfez10nat1 sempre d1 pw (~otate la nuova impostazione della copertina). Il calendari10 annua­le e quello mensile della vita di comunità.

Grazie per il 2° C.P.P. con cui stiamo lavoran_do per' la nuE_ · ovato in varie· sedu va evangelizzazione (abbiamo pure appr ·

te lo statuto e il regolamento dell'oratorio}. _ Grazie per i sindaci e amministratori: con tutti e 'è sempre

stata una leale collaborazione. Grazie per tutte le associazioni e i gruppi che animano l_a vita di questo paese: in modo particolare alla banda musz--.

cale che ha rallegrato e animato le n~stre feste.

Anche stavolta sono stato lungo. Perdonatemi! Gr_azie di cu~ re a tutti, perché tutti . mi avete voluto bene e lO posso di-

re con sincerità altrettanto. Grazie a chi ha partecipato attivamente, e anche a chi non

ha potuto. ·

Ora preparatevi ad accogliere cor; fede e c_on_ .a.':1ore il mio successore e ad aiutarlo con la vostra . disponzb1l1te. e collaborazione nella sua missione sacerdotale 1n mezzo a VOI.

Da parte m.ia vi ricorderò sempre, tutti, e vi porterò

nel cuore!

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ORATORIO

E S T A T E R A G A Z Z I 1 9 9 2 I

22 giugno: i nùi a la nostra grande avventura; e sì, perché dopo un anno oratoriano molto intenso e a distanza di una sola settimana dalla chiusura, per no1 animatori , dar vita ad altre quatt ro setti­mane di giochi, divertimenti ..• è stato abbastanza duro, nonostante la voglia onnipresente.e il tempo che non era proprio dall a' nostra (le prime due settimane).

Comunque i ragazzi. affluivano vogl iosi di giocare, ·entusiasti o­gni giorno di più, malgrado i cambiamenti di gioco, i ritard.i, · le ,11minacce 11 {saltare merenda: mai avvenuta!). Poi sì. de~o i»roprio di'rlo, sul più bello c'è stata 1 1 interruzione di quat'tro giorni (2-3-4-5 luglio) per il ritiro "ricaricante'' , ma nella settimana suc­cessiva, quella de ll 1 horror, tra pipistrelli, bare, draculon i ..• il nostro affiatamento è stato più che mai indispensabile si a per pl a­care gli animi bollenti, troppo bollenti di alcuni e sia per i gio­chi quasi sempre nuovi. I ragazzi ormai erano uniti, una schiera compatta tra cui ogni tanto spiccava un animatore che abbandonato il suo ruolo, si rituffava nel vivo dei giochi, creando "scompiglio 11

in quei bambini divenuti "contestatori" fissi!! Ai quali devo dire che non siamo di .ferro!?!

Anche se quattro settimane sono lunghe il fatidico venerd·ì di chiusura è arrivato. Pensate che il ritrovo era fissato per le 9,30. ma alle 8,55 erano già tutti davanti ai cancell i. Gli ultimi giochi, la S.Messa, il pranzo tutti insieme hanno tenuto viva la gioia, 1 ·~ micizia, la fratellanza che si erano instaurate. E poi ... il .gran fj_ nale: la premiazione per i primi e una sorpresa per tutti; tra ba­c i, saluti, frequentissimi "speditemi una cartolina11 si è conclusa l ' Estate-ragazzi. Doverosi sono i ringraziamenti. Innanzitutto alle suore, gentilissime, a don Osvaldo per le visite energizzanti, alle mamme per la collaborazione cont in ua e poi un ringraziamento parti­colare ad altri ... per la loro or iginale animazione del la merenda e infine a Dio che ci ha aiutati a capire che 1 'atteggiamento di ogn.!:!_ no do noi condizi~na ~1 gruppo, perciò se io mi glioro i l gruppo mi­gliora e, ricordando il primo punto, del principio del meglio (11 me­glio il poco ma unitii che il molto ma disuniti 11 a nulla servirà 1 1

organizzazione se non esprimerà l ' unità delle menti) un "in bocca al 1 upo ir a 1 gruppo per il nuovo anno oratori ano.

VI ASPETTIAMO TUTTI ! CIAO ! Luana

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Oratorio Parrocchiale

stralcio dallo STATUTO E REGOLAMENTO

PREMESSA . La Magna Charta del Regolamento sottostilato é il Vangelo di Gesù, Centro

dell'Oratorio. Tutte le attività oratoriane devono ispirarsi alla Sua Parola. Essa 4 la sorgente dì ciò che si é fatto, che si fa e che si farà.

Perché questo tendere a Gesù sia efficace l indispensabile la comunione con il . Parroco, che nel nome del Vescovo guida la Comunità in San Francesco al Campo.

Gll ideali che ci proponiamo sono sintetizZDti nel "Decalogo" del nostro Oratorio:

L'ORATORIO E':

- GIOCA.RE sempre e con tutti, non solo quando si ha voglia o con chi ci é simpa­tico.

- SORRfDERE costa poco e contagia. Il nostro sorriso può riaccendere la gioia negli altri.

- AhfdRE d vedere Gesù in tutti.

- DONARE é mettere a disposizione degli altri le nostre capacità.

- SERVIRE é anche sacrificarsi e vincere l'egoismo.

- STARE INSIEME vuol dire essere uniti con tutti e non lasciare che qualcuno sia solo.

-ACCQGLIEllE é accettare l'altro cosi come é senza volerlo differente.

- RISPE1TA.RSI é essere aperti al dialogo, valori:z.ZDndo gli altri nelle loro idee, e avere grande riguardo per le strutture dell'Oratorio.

- PREGARE é trasformare ogni attimo in lode al Signore.

TUITO QUESTO E' ANDARE CONTRO CORJl.ENffl.

Maria, protegga il nostro Oratorio, faccia di esso un dono gradito al Padre, nell'amore dello Spirito Santo e susciti, anche tra noi, le vocazioni necessarie alla Chiesa di oggi. Don Bosco sia /4 guida.per gli E~catori e gli Animatori e Pier Giorgio Frassati l'esempio per ,tuttf ..

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1 DENOMINAZIONE E SEDE. L'Oratorio parrocchiale di San Francesco al campo, ha sede in appositi locell del

compleSSo della Scuola Materna sita In Via della Parrocchia n· 4.

2 DEFINIZIONE E FINAUTA'. L'Oratorio é amblef'!te e strumento di evangalizzazlone e di fonnazione cristiana é il

luogo dove ragazzi e giovani cçn I loro genitori conoscono e sperimentano la persona di Gesù e Il suo messaggio nella Chiesa.

Propone di far capire che Il cristianesimo é uno stile di vita e non soltanto un culto. favorendo:

- l'Incontro del ragazzJ e dei giovani tra di loro e con gli adulti; • la scoperta della propria vocazione; - la tormazk>ne di una mentailtè che rtvalorlzzl la vita nelle sue diverse espresslQnl; - la prevenzione nel conn-ontt delle varie realtà di emarginazione e l'aiuto nelta situa-

zioni glè presenti. DI tali finalità non puo farsi carico solo qualcuno ma deve essere colnvolta tutta la

comunltè parrocchlele. ' · L'attlvltè dell'Oratorio puO awenlre In collaborazione con le altre Istituzioni e propo­

ste educative presenti sul territorio.

3 APPARTENENZA. Possono frequentare l'Oratorio tutti coloro che desiderano condividere questa espe-

rienza accettando lo statuto e osservando il Regolamento. In particolare: •. - I bambini in età prescolare. se accompagnati da un genitore; • i ragazzi In età della scuola dell'obbligo; - gli adolescenti nell'età dal 14 al 18 anni; -1 giovani; - gli adulti; - gli anziani.

L'Oratorio curerà, In modo particolare l'accoglienza di ragazzi e giovani dlsablll .

4 STRUITURA. L'Oratorio é costituito dal seguenti organismi:

- Commissione Oratorio; - Gruppo Educatori; - Gruppo Animatori.

5 COMMISSIONE ORATORIO (C.0.)

...

SI é costituita per volontè del Parroco e del C.P.P. ed é quindi espressione della Comunltè parrocchiale dalla qµale ha ricevuto Il mandato. E' l'organismo che studia, promuove, e verifica tutto quanto concerne l'Oratorio.

e GRUPPO EDuCATORJ. L'Educatore é Il a,tstlano che a nome della Comunità parrocchiale. svolge Il proprio

servtZio in ambiti quali, la catechesi, la preghiera, la liturgia, la diaconia della car1tà e in aree di attMtè qu.ali il gioco, lo sport, l'espressiOne, la comunicazione, etc. L'Educatore

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-14-inoltre è punto di riferimento per gli Animatori In tutte le attiVità dell'Oratorio. Egli rivolge

· particolare attenzione all'aspetto dell'accoglienza. -

7 GRUPPO ANIMATORI. L'Anlmator~ é il cristiano che, sotto la guida dell'Educatore, organizza. conduce e

anima le varie attività dell'Oratorio.

8 STRUTTURE LOGISTICHE. 8.1 L'Oratorio comprende e gestisce I seguenti spazi fisici:

• campi da gioco: calcio, pallavolo, bocce e altre aree all'aperto; - due sale: una antistante Il salone "Don BoSco" e l'altra a sinistra dell'Ingresso della

scuola materna; - salone "Don Bosco" con relative attrezzature; - salone teatro.

8.2 La e.o. avrà premura di mantenere dette strutture In efficienza; i locall al chiuso sa­ranno curati In particolar modo daglt Animatori e dagli Educatori. mentre I campi all'aperto saranno mantenuti in ordine da giovani e adulti particolarmente sensiblli.

9 SANZIONI E ALLONTANAMENTO Coloro che, nonostante i richiami, mantengano une condotta In netto contrasto con

le nnalità e le regole dell'Oratorio, sono soggetti, da parte della .e.o. a sanzioni che pos­sono anche determinare. l'allontanamento dalle relative attivi~ previa consultazione del Parroco. L'Oratorio è aperto a tutti. ma non a tutto.

10 INSERIMENTÒ NEL TERRITORIO. . L'Oratorio parrocchiale, nello spirito del Vangelo. é aperto alla collaborazione con

associazioni, enti pubblici e privati. che abbiano finalità non in contrasto con le proprie.

11 FINANZIAMENTO. l'Oratorio ha una propria contablllt~ di cui rende conto annualmente al parroco. Per gli interventi di straordinaria ammlnlstraziOne si awale della Commissione per

gli affari economici. Per l'ordinaria amministrazione prowede con autofinanziamento at-traverso contributi volontari, etc. '

• •

- 15-

1) L· .:1 ituz1or1

+-urno 1·endo un moml , o stori co mo1 1 diricil s1a a li -11 IT'" 1 1 le clie n i le e 1 s1 J z1 , r a cornpli c rs i mpre ~1 p lU, m al n S r p al I O'" t t a CO

mun tà po ;:, i amo n o ritenei fortun ti anche se i prt b 1 emi non mancano.

Com r1s ian b amo delle gros se r pan 11. t a ma bb1 a mo una tr -:: inc n ondibile tracci ta d 1 y, ngel • "l amo fratello" se anminiamo su quella, po emo ariete rf ire ma non sbagliare ;:.pecialmente quando ci acciamt pross m~ ~ qual­cuno n 1 bi ogno e lo ami amo come noi st ~ 1 e i f 1 mo ca i · dr 1 'e ue pene e dei uoi problemi .

Ci ono nel paes (e i casi sono pur roppo destinati au-mentare) 1 une fami g I i e che non t ·o\ no una a decorosa in cui vivere, che abitano in case senza a qua o in itu ion1 di estremo disagio.

Famiglie che per la loro povert~ non r escon a pagare un a.f fitto, oppure per loro sfortuna, a volt anche per la loro pro­venienza non rovano chi s1a di po o ad re iducid af 1 t1n­do loro una casa.

11 ~o~tro paese po1 è composto in buona parte da ~asette in dipendenti e questo rende difficile or 11re ìstemazione ad al­t ri.

Ma questo non ci es i me dal fare no 11 prob 1 emr di persone e fam1glie che bussano inut11mente t nte porte

rono ogni giorno nell 1 emarg1nazione

2) Una soluzione per Torino.

ant . sof

La sensib1l1tà verso questi problemi ha ~pinta un gt uppo de1 1 a nostra comunit~ a contattare 11 11 R1 paro" di Torino.

Il "Riparo" è una società a responsabilità limitata enza fi ni d1 lucro. è nato dieci anni fa si 11 _pinta ad attualiz ar·e il Comandamen~o dell'amore al prosc;imo Fa capoa11aCaritas o-o cesana e coi fondi raccolti tra le persone di buona volontà, ac quista vecchie ca~e, le rende decorose e le offre a persone 1n difficoltà.

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3)

4.

-16-

La soluzi one per San Francesco al Campo

Qui s Associ~z1on: a rispos po ... itivamer ac11u1st ndo l e scua 1 a d 11 a , ng , 1 a r-; ando a r1 11 parr , h1 ani i 1 mp · -tr d1 . utt r ar l r ri cav · rne qu ttro mini · Jl )ggi .

Gli a loggi sar ~ r o ascegn ti d 1 Grup~o Cc i t s pet s r he riel paese s ian n • n1i1ioni di :>isogno con ont r at ti i '" Pi a i tà del 1 a d" a L 1 e: mes ever ua lmeri e r1nnovabi l 1,

per permet t er 1 P p rsone e alle famiglie benef1c1ar1 d t ro Vdre in segui t con le oro f rze una s1stemazione stabile

Come partecip r e .

P~r .1 reperimen ei fondi nece~sar i - questa 0Der· z1 le _i è adotta o il mode no si s ema us d l "Ri paro 11

• le per. 1'1 ~

~ ensibi 1 i a questo p bl ema posc;ono v are delle 11 quote 11 o "azioni" d venando _ion,sti a tutti gli etfett1, l..anto che se ~o passare degli nn1, pe loro Tagion i o nece~sità, vole ~ro

rientr re in possesso d lla loro "quota" possono iav rla, n turalmente serza ;nteressi, per hé il 'Rip r•o 11 è una società senza scopi commerc1 ~ 1i

Le quote partono da i 1 000 perché nessuno si senta e eluso dalla possibil tà di es~ere parte attiva in ques.to progetto d1 Vangelo vissuto.

I fondi verranno acco ti nei seguenti modi

- si può versare irettamen ~ all Posta ul conto co1r nte postale n° 15843105 intestato "I Riparo s , 1 Torino" scrivere nella ra sale. "casa della Grangia" San r ancesc.o al Campo

- direttament~ per ontant1 presso la Banca Se 1 agenzie d1 ::.an Francesco sul Conto n° 879686340 1 ntestato a i 1 11 Il i paro 11

: i può versare con bonifico della propria Banca dando le seguenti coordinate bancarie 3268/31310.

In questi ca~; le ricevute rilasciate dal la Posta , dal'a Ba~ Sella o dalla propria B nca servono per la detrazione delle

imposte

5) A ch1 rivo1ger ,1

Per u ter i ori 1nformaz1on·; o per versamenti si possono con-

. - 1?-tattar seguent i pe sone:

- i J P t roco - R Mari L1mprat1 te l . 924. 41.B - Ar gela Ar ud 927.85.93

;r Ì " t- dal Gr ppo r i lasc i ai rie vu t del 11Riparc" v 1 d anch pe 1 jet r 1one dal le i mp te

:vi t are t rufz prec1 a eh ness no sar u r"zzato a et ~e, denaro o ~ ando nei1 ~ Cdse.

01 re 1 Gruppo già e sten t e s1 a p 1"' · he · P·re pe1 1r11:

di buon volontà i rer.idano disponHiili a lavorare nelle ie · i~ ative "he mano a mano saranno neces ar i t Il l avoro noi manca

Affidiamo al no~tro Patrono an Frarce co que~t p1·co1a ape a della nostra comun tà perché po sa essere un seme- pe~ altre

iniz1ative che la Provvidenza ci suggeri r à per v · er _ 11 Vange­lo concretamente nel nostro tempo

r'. /'111.'L di .J

E scuola. u

Opere irt

Il gruppo "Il R' paro " di Sa rance o

Fra . .cesc

:rn.et ta.'t ·ogetto - S

a.l. Campo e- a.1 ia

a. . 1 J O •

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1 -

Er l ' anno 1 50 • • un tania di 4 4 un ert at adibita uci ne c.. 4 mP ; arg , ue 11 •in , 1 o ~ so 1 o uno l fon do un b -trano eh o ~:-.pond v al e, i io g '11 o est rno in r omu del

n on un I r ami 1 ì I1 tu 1nque per n mamma, pap tre bimbi Acquaio ul

b 1 at r ; pe og , i a Lai re panni che imp e a! In una t"'1oiza ul b lcon est e ' " erno nel f·ed o nel1'afa p10 11-

n a del 1 città Ol.I s a a mi b • .d me a 1 pri mr ano ne 11 1 est ·ema p r i 1 a forino Non mancava la rumoros comp~gn1a di una fabbri a di col

T t il telli proprio a ridosso 1ell no tra cucina-cor ido10 u o iorno un continuo · so, tre ante rumore di presse di mac

•'hine f1no alta o poml gg o Una~campan la e fin lment una tre gua fino al mattino pr o dell'indomani.

I muri cess van i 1 loro tremol o, un po' di pac ~ L pace eh e µ ò esservi in un ort11 dov oqni stana o qua i, osp tava una fam gli a

rami g 11 e povere (, p ment povere, ne 1 dopoguer Jf fate 1~or1entat con u1a 011 a fede nella lotta d1 et sse, ma nient' tro e 1 era d1 tutto un po• una promi scuitò. da quarto mondo Ne 1

el cortile una "bei 11 per fabbricare campanelli d1 biciclette con ragazzi abusiv;, comple ava l'habitat . .

La casa perciò era l ' assil o p1ù grande di papà e mamma. Un so­no, una speranza Vedere 1 f1gli crescere in un ambient sano Av! e --pazio, almeno il necess o qualche piccol omod tà rn p1ù.

v amen e una ~off en.a nel fisico e nello sp'rito .. 1vere rn la e a cosi

Ecco in estrema s nte~1 l m1 esper enza ca a, da piccola. Capj_ , perciò e condi ido l'amare La di chi non ha casa o non ne ha

una adatta un vero handi ap. Ed ecco di con .. eguenza a mi a per ona 1 e ades · one a 11 I 1 R1 para"

d1 Torino "Mi si e aper o il cuore 0 nel conoscere questa ini iati­•a e nel provare, n 1eme ad altri, a tr ap1an are anche qui a )an

Francesco la lor, oper p·ena di amore per chi ha b"sogno Cosi il ''Riparo" esce dalla città e si estende a1 paesi, dove i

problemi sono inferiori ome numero, ma non come drammaticità e do­ve tante persone en~ib1li potranno unire i loro sforzi convog11an­dol1 utilmente in questa opera

R.M

-19~

10 luglio 1992 - S. Messa di TRIGESIMA Per don Pietro Allora

(Dall 1omelia del Vescovo aus iliare mons . Micchiardi Pier Giorgio )

Cari fratel li e sorelle, alcuni mesi fa~ quando ven­

ni in questa chiesa parrocchia­le per celebrare una Messa ri­cordo che mi colpì in modo par­ticolare, guell a vetrata che c'è al fondo della vostra chie­sa li sulJ ' organo, e çhe raffi­gura Gesù Buon Pastore con 1 a pecora sulle spalle, pecora sma~ rita che Egli è andato a cerca­re. Questa sera di nuovo 1 a mi a attenzione è stata attratta da quella vetrata, a quella raffi­gu,azione: il Signore Gesù, è il mio pastore! Io non so se voi avete qualche volta · fatto questa rif1essione che veramen­te è una grande fortuna per noi, conoscere e amare Gesù Cristo, sapere che Dio si è fatto 'carne per noi, ha vissuto su questa terra, ha camminato per le no ­stre strade, è stato il nostro pastore, è venuto a cercarci, è venuto a rivelarci il mistero di Dio, è venuto a dirci anche qual è i1 destino della nostra esistenza, è venuto a farci to~ care con mano che Di o ci ama, che Dio è ricco di misericor­dia, Lui il Buon Past9re che va in cerca delle pe~ore. Noi cri­stia_ni abbiamo un dono grande, dì cui dovremo ,rendere tanto cci~to al Signore :. 1 1 aver cono­sciuto, l 1 amare, l 'aver fami 1 i a ri tà con questo Ges'ù Cri sto,

Dio fatto carne. Ebbene, uno dei don i più

grandi, non 11 unico, che Gesù ci ha 1 asciato mentre ritorna­va presso il Padre, dopo aver ; vissuto 33 anni in mezzo a noi, è stato i 1 dono del sacerdozio ministeriale; perché il sacerd~ te è colui che continua a rende re presente, visi .bire, Gesù Ma! stra, Gesù Pastore, Gesù che ci dà la Grazia del Signore, che ci mette in contatto profondo con Dio perdonandoci i peccati, facendoci diventare figli di Dio .

Dio ha voluto aver bisogno degli uomini; ecco una realtà meravig l iosa di ~io: come ha bj_ sogno degli uomini e delle don-· ne per poter continuare ad ave­re creature sue sulla terra, e~ sì ha voluto aver bisogno di po vere creature umane per poter rendere presente la premura di co 1ui che è il pastore de 11 e n~ stre anime.

Questa sera mentre ricordia­mo e preghiamo per don Pierino, dobbìamo innanzitutto ringrazia re i 1 Padre perché ci ha date Gesù e ci ha dato il dono della Fede mediante il quale noi cre­diamo e ci affidiamo a questo Gesù. Poi dobbiamo ringraziarlo per il grande dono del sacerdo­zio, in modo particolare, pef averci dato come prete don Pie-

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-21a-

tro Allora, sacerdote del Sign~ re . E' molto bella questa frase scritta sul ri cardi no: 11 sacer­dote di Cristo in eterno e sem­pre nel nostro cuore".

E poi dopo il grazie, dobbia mo rivolgere la nostra preghie­ra si suffragi o per questo no­stro confratello. Voi sapete che se anche noi moriamo in gr! zia di Dio possiamo avere anco­ra delle conseguenze del pecca­to, qualche residuo del peccato . che richiede la purificazione: ecco il mistero del purgatorio, ecco il mistero della preghiera che noi offriamo a Dio attraver so Gesù, e 1 a offri amo anche per il nostro fratello sacerdo­te don Pietro Allora, pur spe­rando che goda g1a pienamente la gioia del suo Signore.

Don Pietro per 45 anni ha mantenuto viva la fede in que­sta parrocchia; il Signore chi~ dera conto a noi e a voi per i l dono della presenza di questo prete in questo paese.

Grazie, o Signore, perché ci dai 1 'opportuniti di fare un po 1

di esame di coscienza per vede­re come abbi amo vissuto questa fede che lui ha annunciato e ha testimoniato,e come ci impegna­mo a diffonderla.

Ri qirdi amo un sacerdote che è morto e allora il mistero del 1a morte ci fa pensare a1l 1in-: contro con il Signore, al la yj_­ta eterna, all ' impegno che dob­biamo mettere ne ll a nostra vit~ perché quando si.amo chiamati ad ·_· incontrare il ·Signore Egli pos -

sa di rei: 11 Vi eni servo buono e fedele nella gioia del tuo Si­gnore11.

Qualche mese prima di morire, don Allora ha seri tto a don Osval do {è scritto sul fogliettino che è stato distribuito) queste parole mo l to significative a proposito di essere pronti all 1

incontro con il Signore: "solo Dio sa e conosce la nostra ora" -- e poi - 11 raccomanda al 1 a tua gente di tenersi sempre in pace con Di o". Essere in grazi a di Dio è il modo migliore di esse­re preparati pei 1 'incontro con il Signore. ' Ancora un pensiero; come ha detto don Osvaldo, né il Cardi­nal e Arcives~ovo (che vi saluta tutti) né il sottoscritto hanno potuto presiedere alla funzione de 11 a sepoltura perché propri o in quello stesso giorno, più o meno in que.lla stessa ora, venj_ vano ordinati, in Torino, sei nuovi sacerdoti per il servizio della nostra diocesi. E' anche significativo questo fatto: me.!!. tre un sacerdote muore ecco al­tri arrivano per il servizio de..!_ la Chiesa. Certo sono molto po­chi quelli che arrivano, sono già dieci da gennaio ad ora, e appena sei sono stati ordinati, senza contar~ tutti gli altri che sono amm~lati e non possono più fare quello che vorrebbero. Allora il ricordare q~esta coi.!!_ cì denza ci invita anche questa sera a pregare il Signore per i l dono ~elle vocazioni. Io non so se vi siano qui a San France

sco dei giovani, ~ déi ragazzi, che abbiano ascoltato la chiama ta del Signore: certo, il Signa re chi ama, sta a noi àpri re le orecchie e soprattutto il cuore e saper dire di sì, ma sta an­che alle famigli~ saper coltiva re questo eventuale do·no della chiamata al sacerdozio con la preghiera, con la vita cristia­na e con l'aiutare i ragazzi e i giovani che si sentissero o fossero chiamati a questa stra­da, ad ar.rivare fino ,alla loro meta.

Infine un pensiero che trag­go da una delle ultime parole scritte da don Pietro, a una di

voi: "voglio dirvi che anche in questo momento preg6 per voi e mi pare la cosa più importante di tutte. Io sono ora martoria­to e stento a stare in piedi ma pregare posso ancora e lo fac~

ci o di cuore". Ecco diceva cosi d'on Pi etra

mentre soffriva, ed ora che noi lo pensiam~ nella gioia di Dio, senza più sofferenze, cred1amo che eg1i può pregare ancora più efficacemente per noi e per tut ta questa comunità: affinché ere sca sempre di più la nostra fe:­de e possiamo esse~e sempre

1

se­reni e gioiosi così come è sta­to lui.

••••••••••• •

dal SEMINARIO ARCIVESCOVILE METROPOLITANO di Torino

Carissimo ·don Osvaldo Maddaleno1

è mio preciso dovere·, ma è anche mio gran­de piacere, ringraziare te e tutta la comunità di San Francesco al Campo per l 1 offerta inviata al sottoscrit­to, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione del Seminario, di t. 1.500.000 quale contributo per il Seminario: tale somma potrà servire per 1 'acquisto di , un banco per la Chiesa.

Penso sia questo un moqo molto significati­vo per ricordare la figura di don Pietro Allora e un modo molto concreto per venire in aiuto al Seminario che, soprattutto in questo momento, ha bisogno di so­stegno in tutti i sensi.

Rinnovo ' guro ogni bene dal

22 luglio 1992

i ringraziamenti più cordiali e au­Signore per te e tutta la comunità·.

f. to sac. Giovanni Coccolo

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TENT A TI-V O DI RITRATTO DEL PREVOSTO ATTRAVERSO

I SUOI BOLLETTINI 2. Episodi della sua vita trascorsa a San Francesco al Campo

Marzo 1948

* Per alcuni parrocchiani io sono 11 Monsù Prevost" per altri "don Allora 11

, par altri 11 sgnur . Prevost 11

••• Il terzo titolo mi piace di più, perché mi pare ri sponda più a verità. Non pare anche a vo i ?

*I l 13 corr. mese mentre in moto andavo a Ciriè un cagnoli­no mi traversò 1 a strada e mi mandò a •.• rav i ol e, proprio da­vanti al la porta della Cappella del Sedime. Qui qualcuno dirà che il numero 13 porta sfortuna, altri che porta fortuna, al tri che qua, a·1 tri che 1 à: i o penso che sia stata · una be l la grazia della Madonna se non mi son rot to il collo.

Maggio 1948

..• Un partigiano, il 14 aprile 1944, sulle rive di Corio mi ha condotto in mezzo a un boschet­to per (~rmi 1 a pelle: poi non mi ha ammazzato, perché mi dis­se che si era sbagliato; un me­se dopo quel poveretto la repub blica 1o massacrava al l 'ingres-=­so di Cario, ora, ogni l unedì, rivedo là il suo . medag l ione e ... · gli recito un Requiem, e dico · sempre fra me: ecco un ga1antu~

. mo che , se g l i I t a 1 i a n i si v o-1 essero più bene, poteva fare ~na morte migliore •..

Gennaio 1968

* I lamenti di Geremia profe­ta. - Alcuni si · lagnano- che i l Prevosto non è mai a casa, che ha sempre troppa fretta, che qui e che l à. la causa è in gran parte perché sono solo. Anche se la mia 11 600" corre da matti­no a sera dovete capire anche voi che non possa fare le cose a puntino con tutto quel che ha ' da fare il Parroco qui.

Ringrazio sempre la Prov­videnza perché in casa e in chi e sa ho due donnette preziose, ma vengo vecchia , e ora che' siamo vecchi l a Diocesi ci ha tolto il Viceparroco.

Novembre - dicembre 1969

* Raccomandate anche a; ragazz; (e a tutti) di tenere quando viaggiano a piedi per le strade, l a mano sinistra: è questa la moderna regola di circolazione stradale. Giorni fa, in una cur va, si è parato avanti al sotto scritto un gruppo di scolaretti ~osi, ali~ rinfusa, e con tutta i•esp~ri~nza di guida che abbia mo, sono uscito di strada (pio-

ve va anche mo 1 to) e dopo aver scavalcato una grossa siepe e un fosso largo assai sono fini­to in un campo di cavoli. Mi è andata bene e ringrazio dal l' intimo le anime che pregano per me. Ho pensato allora anche al­la buan'anima di mio zio (Barba GiOanin) che mi diceva sempre: 11 Pierino, vai adagio"! · Invece il nostro autista pubblico il signor Botti no, è più predente di me: servitevi da lui (

Luglio 1973

* Carissimi, io vi ringrazio tutti di cuore. Con i soldi io non mi sono mai raccapezzato, ma vi so dire che li spendo tut ti: di ferie mi prendo un gior:­no al l a settimana (quando posso con al cuni sacerdoti anziani de l•canavese con i quali parlia mo sempre bene di tutti, perché non abbiamo tempo di parlar ma­le di nessuno, giocando a carte alcune 1 i rette ormai fuori di circolazione! •• .

Luglio 1974

* Un brutto guaio è stato ulti mamente per un grave intossica:­mento i ntestinale che mi ha piombato nel letto una quindici na di giorni impedendomi di ce:-1 ebrare la santa Messa e di fa­re alcun movimento; 1 a causa debbono essere stati alcuni pe­sciolini avariati. Ringrazio il dott. Vietti per ie cure assi­due usatemi, le sol l ecitudini de 11 a mi a nipote Gj useppi na (che tutti dovete conoscere perché è molto brava) e .•. due once di olio di ricino che mi hanno al-

fine liberato da quel veleno . Mi han fatto bene anche le bene dizioni dei confratelli.

3. La sua attenzione alle novità

Dicembre ]936

" ... Nell'ultimo numero del bollettino .vi ha pure parlato di un nuovo progetto: vi dissi che urgeva provvedere l'acqua potabile per il nostro Asilo, che è tanto bel lo, ma che manca va ancora di questo elemento es senziale per la sua vita. Circa il modo più conveniente di prov vedere ho sentito consigli sva-: ri ati e tutti buoni. Vi fu chi disse di fare una 'cisterna, chi disse di riparare il pozzo at­tual~ dell'Asilo; chi altro: pe rò tutti furono d'accordo che sorella acqua occorreva per i pi eco li e per i grandi, e que­sto indica che all'opera non sa ranno fatti degli appunti con:­si derevo 1 i . Intanto altre per­sone competenti e i nte 11 i genti mi recarono innanzi ancora un a 1 tra progetto che mi serri se più di tutti.

Data il dislivello che esi ­ste tra la casa parrocchiale e i loca]i dell'Asilo si è pensa­to di sfruttare questa situazio ne per servire insieme due case egual mente care a 1 paese: la par racchia e l 'Asilo; e il sotto-: scritto, al quale piacciono an­che le ·comodità quando si posso no avere facilmente e senza scan dalo di nessuno, sottoscrisse.,a quest'u l timo progetto!'.

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Dicembre 1937

* Al 1 1 Oratorio, come sapete, da

a1cune domeniche si è iniziato il Cinematografo. Avendo il te~ trino adatto e una macèhina di proiezione che risale ancora ai tempi d'oro di mons. Vacha e che con un po'di spesa ho potu­to rimettere in funzione, ho pensato che sarebbe stato un peccato non usufruire di un me~ zo di educazione potentissimo quale e il cinematografo

Settembre 1945

* Da alcuni mesi sto facendo ìa corte al sig. Aristide Pos~ sìo perché mi aiuti in un mi o sogna: ne1 mettere il cine par­lato ne11'0ratorio Eg1i, che è figlio di suo padre anche nella generosità, mi verrà incontro con una offerta da pari suo e qua 1 e ne ho ancor mai ricevuta da nessuno. Così potrei darvi un divertimento a1l 1 a1tezza de­gli altri paesi. nella speranza che voi darete a me un'obbedie.!]_ za all'altezza degli altri buo­ni fedeli.

Luglio 1955

... ho procurato ai ragazzi un apparecchio televisivo che dovrebbe essere un bel passate_!!! po per chi ha criterio e specie quando certi cinema senza co­scienza di Ciriè e S. Mauri.zio offrono aì nostri giovani spet­taco1 i esclusi •.•

Novembre 1962 * Nella c~sa parrocchiale

Con aTcuni soldi che mio zio "Barba Gì oan in" mi ha 1 asciato

in ere<lità si stanno impiantan­do in casa canonica i termosifo ni; senza quei soldi vi dico sinceramente che non avrei pot~ to fare questa spesa, anche se una certa persona di ce che i 1 sottoscritto adora gli "sporchi soldi ": i l lavoro è necessario per le tre vecchiette che ora sono con me~ e anche per noi s~ cerdòti che cominciamo ad aver freddo. L'impianto comincia so! to la sacrestia della chiesa, e sarà facile per il mio successo re (o a qua1che benefattore che abbia mezzi) estendere l 'impia.!!_ to alla chiesa stessa.

Novembre 1963

* ll riscaldamento della chie­sa. In questi giorni è stata provata la macch in a, e va bene. Forse, quando uscirà questo bo_l lettino. avrete sentito il cal~ re anche voi . L 1 opera costa da 3 a 4 milioni, e il sottoscrit­to ha già pagato alcune rate: prima di Nata ì e riceverete la lettera promessa e mi darete ciò che potrete: ma non lascia­temi troppi debiti~ perchè que­sti non mi piacciono.

Febbraio 1964

* Giochi. Con le vostre offer te e con i miei risparmi (che sono poch1) ho provveduto anche tre ca1ciobalilla e uno scivolo per l'Oratorto: i tre calcioba­lilla sono per abituare i raga! ii a star separati dalle fan~ ciu]le perché 1a promiscuità non è educativa1 e 10 . scivolo è per i bimbi de ll 1Asi1 o che se ìa godono un mondo

~25:-Luglio 1975

u ••• Adesso, oltre le solite spese che non ho tempo di spie­garvi, comincio a mettere da parte qua lche soldino per l 'im­pianto elettrico delle campane . E i n questo mio 40° anno da che sono in mezzo a voi, ànche voi mi dovete aiutare, insieme al Comune, in questa faccenda abba stanza costosa, ma utile per tutti. Anche i 1 vecchto orolo­gio andrà sostituito perché ora non si costruiscono più i vec­chi ti pi, e sono morti quelli eh.e 1 i riparavano 11

4. Il suo umorismo

Dicembre 1973

* Le mie storielle valgono so . lo quel che valgono e no~ hanno la pretesa di essere le miglio­ri; cerco di mettere insieme qualche cosetta per far spunta­re un sorriso in mezzo a·i vo­stri fastidi: non bisogna mai drammatizzare tutto, ma prende­re in letizia e serenità l a buo na e cattiva sorte: questo vo~ gliono le mie storielle; e poi inserire anche un po' di morale cristiana.

- Un bambino della prima elemen tare presenta a 11 a maestra un disegno. E' la figura di un ae­roplano, e mostra quattro volti al finestrino della car1inga. Chi sono questi quattro perso­naggi? chiede la maestra al ba~ bino. Sono: Gesù ' Bambino, San Giuseppe, 1 a Madonna e Pon­z fo ... p il. ot a!

Dicembre 1955

* Per non finire piangendo . Ecco un nuovo sistema di risca l damento economico invernale . -Prendete un tronco di legno du­ro di 50 chilogrammi, metteteve 1o sul l e spalle e portatelo si~ no a casa vostra. Ivi giunti de ponetelo a terra, poi rimettete lo sulle s. pal~e· : eseguite 11

esercizio cinque o sei volte. Ogni volta che sentite un po' freddo, ripetete l 'esercizio di cui sopra: il riscaldamento è garantito.

(Nota Bene: attenti a non su dare troppo! Nota ancora: il troncone può essere messo da parte per l'inverno venturo) vi sono persone che · 1 1 hanno usato fino a quaranta inverni conse­cutivi e 1 'hanno lasciato in eredità ai figli.

Giugno 1962

- Dice il Parroco di un paesel lo a un suo parrocchiano conta~ dino: Come mai, Pasquale, quan­do morì tua mogli e hai pi anta per un giorno solo, e ora è un mese che pi angi perché ti è mar ta la mucca? ~

- Eh! signor Parroco - rispo!! de Pasquale - gli è che da quan do sono rimasto vedovo mi hanno già offerto tre mogli : ma da quando mi è morta la mucca nes­suno me ne ha ancora offerto un' altra.

Don Pietro Allora

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PADRE AGOSTINO

Padre Agostino. venuto venerdì festa proprio di s. Agostino, e chi se lo dimentica più? Il suo viso asciutto, gli occhi vivaci, 1a voce svelta dalla parlata tipica di chi è allLestero da tanti a~ni.

Ci è entr.ato in cuore insieme a tutte quelle persone che ci ha fatto vedere ne1le sue sp1endide diapositive . Persone semplici, tem pi diversi dai nostri e ritmi assolutamente lontani dalla frenetica nostra vita. Poveri di beni materiali, 1ontan1 da ogni comodità, 1assu tra i monti lavorati 11 a zappa 11 senza nessun tipo di aiuto, sfruttati da chi ha cultura o denaro.

Mentre ascoltavo padre Agostino, missionario da 21 anni in Colo~ bia ed ora in partenza per la nuova sede in Ecuador , mi veniva spo~ taneo fare il confronto anche con la nostra fede e quella delle sue comunità. tra noi catechisti e ì catechisti di 1 a~ tra i nostri pi~ coli sacrifici per 1a Chiesa e quelli di quei cristiani che senza mezzi si sacrificano per costruirsi una piccola cappella. C

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è da vergognarsi nel confronto la loro è una fede semplice, in fondo an cora giovane; noi dovremmo imparare da quegli lndi os lo spirito di

sacrificio per Gesù. Noi abbiamo già le chiese di mattoni, dobbiamo essere loro di

esempio nel costruire la Chiesa-famiglia dei figli di Dio che vivo-

no tra di loro l'amore vicendevole. Padre Agostino, nella S. Messa, na sentito che la nostra è già

una comunità viva, cosi ci ha detto, e noi 1o dngraziarno di cuore per 1e sue parole e la sua testimonianza, un 1 es·perienza di missione in terre lontane. La nostrà è una missione nelle nostre terre, ne1-ne nostre ~ase, nei nostri borghi.

Aiutiamoci a vicenda~

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Il cronista

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INIZIA UN'ALTRA AVVENTURA; CASA ALPINA •tPIER GIORGIO FRASSATI"

Finalmente! Dopo anni di ricerche e attenzioni si è re­c~ntem.ent~ presentata per la nostra parrocchia la possibi­htà d1 disporre di una casa alpina.

L ' occasione c;i è stata offerta dall ' istituto d1· . t za ''E St ·11 · 11 h assis en-

. . l io ' e e ci ha affidato l'uso in comodato gra-t~1to per 7 .anni, pro~ogabili, di una vil la nel Comun~ di B1ella' frazione Favare, pochi chilometri prima di Oropa

Data l · · · . . a v1c1nanza con Pollone, la si vorrebbe affidare spiritual.mente a} be~to Pier Giorgio Frassati.

, La v111.a' in bella posizione, si compone di cantina tre piani fuon terra e s tt t t ' d' 1 . o o e to, per una su-perficie abitabile

l o tre 20~ mq, ed è circondata da un vasto bosco confi­nante con il Parco Regionale della Burcina.

~ssend~ i~utilizzata da una decina d'anni, neces~ita di van 1 avori d1 manutenzione che inizieranno prima de11 'in­verno con l a riparazione del tetto.

· 1 a in ora la co11aborazione di tutti. E' grad't f' f' Informazioni più dettagliate saranno riportat~ sui

simi numeri del bollettino. pros-

don Osvaldo e il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici

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-28-I GRUPPI FAMIGLIA INIZIANO L'ANNO

Una s. Messa tutta speciale quella di oggi alla casa 11 Pier Gior­gio Frassati 11 della nostra Parrocchia. In altre parti de1 bolle~ti ~ no spero sarà spiegata questa casa e il suo fine. A me preme qui r..!_ cardare e ringraziare il Signore per la grazia che ha fatto alle f! migl i e che si sono trovate o~gi 6 settembr~ a iniziare il .nuovo a~­no di cammino insieme·. Molte hanno passato qui tutta la giornata in

passeggiate nel parco meraviglioso della Burcina e altre sono giun­te al pomerigg i o.

Riuniti tutti quanti, bimbi compresi~si è iniziata la S.Messa al 1 •aperto, sotto un cielo meravigliosamente terso, com7 :o~torno gli alberi e perfino un buffo scoiattolo come spettatore 1n1z1ale.

Una corni ce incantata ha fatto da· sfondo a "un momento di Dio 11

intenso e rigenerante. Ne avevamo bisogno dopo la notizia che presto saremo orfani del

Parroco. Occorreva sentire che saremo, anche se dist.anti material­mente, spiritualmente uniti nel Signore di cui si è sentita l 1amo­revole Presenza durante la Celebrazione eucaristica. In Lui latri­stezza si tramuta in Dolcezza, il dolore in Pace: è il Suo Miracolo, il Suo Dono. Sapeva che ci saremo persi e ci ha lasciato 1 1 Eucati­stia, cioè Lui stesso.

Al l a fine qualcuno aveva gli occhi rossi, ma sorriddeva sereno. Pure don Osvaldo ci è parso più contento. Una piccola visita alla Madonna ad Oropa e poi gi ù a capofitto nei mille i mpegni che campo~ ta per lui questo cambiamento.

E per noi famiglie? Si vedrà col tempo se sapremo mettere a fru_!. to quanto i 1 nostro parroco ci ha predicato, ci .ha detto, di cui ci ha dato 11 esempio .

Come gruppi famiglia siamo dei privilegiati potendo ai~tarci 1 1

un 11a1tro nei passaggi difficili: verranno ne siamo c~rt1, ma non siamo soli. Oggi abbiamo iniziato insieme, cercheremo con 1 •aiuto di Dio di restare uniti.

Un partecipante

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VITA DI FAMIGLIA

RINATI DALL"ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

'

. Benvenuti picco/I emici ...

19 luglio 1992 CARUSO Andrea BALLESIO Martina TRENTIN Silvia SICIGNANO Alida Francesca

02 agosto 1992 FRANCONE Laura

l i settembre 1992 MARTINETTO Matteo Battista PULGA Miriam RIZZO Alex

. SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

.• Cari auguri di ogni felicità a ...

(celebrati in parrocchia) · DE PIERI Ernesto, v. Costa 36 e MACARIO Gioia Giovanna, res. a Ciriè ROSSI Mauro, ~es ~ Devesi e LIEVORE Manuela v. Costa 100 LICHINCHI Dario res. Andezeno e SUGAMIELE Giuseppi~a v.Gamberi 31 GOBBO Roberto, v. Torino 80 e LAUDI Luc:1 a res. Tori no · • BALBO MUSSETTO Dario res . Cir iè e PERONA .Loredana str. Vecchia Barbania ·12 PERITO Matteo res. Beinasco e AGLIETTO Maura, v. Torino 50 PATERA Vincenzo res. Roma e GIANDTTI Paola, v. S.Carlo 62 BONASERA Antonio res ~ · Tatino e FRAGOMENI Caterina, V.Costa 52

SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

Cari auguri di ogni feliciti a., .

(celebrati fuori parrocchia) TRAMAN Enrico .res. Savona e MILANO Lorella, V.Torino 191 PERRERO Mario, v. Bruna 22 e PECCHIURA Daniela res. Caselle AGHEMO Pierangelo, V.Torino 98 e DIODATO Costanza res . Ciriè SERRATRICE Enricq .res. Torino e SILETTO Daniela, v. Costa 120 VERONESE Gianpiero, V.Torino 112 e TOGLIATTI Graziella res.Caselle SARD Arman res . · Torino e MARTI­NETTO Antonella, v. Roma 37/A

ATTENDONO LA -RISURREZIONE

Ci hanno lasciato PtN tomare alla Cas/I' del Padre

{morti nel Comune) MORO Regina ved . Pavan Leo, an ­ni 80 dee. 10/07/ 92 v. Torino 45 {pens.) SPAGO Lorenzo coniug. Bonicatto Margherita, anni 82 dee. 07/08/ 92 res . v.Torino 161 (pens . ) BERNARDI Biagio coniug.Paschetta Agnese, anni 78 dec.29/08/92 v. Costa 40 (pens.) BRILLADA Margherita ved. Cabodi Pietro, anni 79 dec~J0/08/92 v. Banni 3 (pens . ) MERCANTE Gelsomina coniug. Gara­vello Antonio, anni 63 dee. 12/ 09/92 res.v.Bruna 33 (pens.) CARRERA Francesca coniug. Perre­ro Michele, anni 69 dec.17/09/92 vi a Ghetto .11 ( pens. )

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-30-PASCHETTA Agnese ved. Bernardi

· Biagio, anni 69 dee. 18/09/92 via Costa 40 (pens.)

(morti fuori Comune) BOSCOLO Lauretta Ved. Bovo Pri­mo, anni 70 .dee. 14/07/92 a To­rino (Osp.S.Giovanni .Antica Se­de) res.v. Bruna 42 (pens.) CAPELLO Rosa ved. Vio l a Antonio anni 94 dee. 21/07/92 a Ciriè (Osp.Civ i le) v.Bruna 42 (pens.)

. GIACOLETTO Orsola Pasqualina, anni 92 dee. 30/07/92 a S. Mau­rizio C. via Indritti Fisca 19 (pens.) RICHIARDI Marco coniug.Chiari­glione Caro l ina, ann i 60 dee. 25/08/92 a Ciriè (Osp.Civile) vico l o S.Anna 9 (pens.) TOSCANO Giuseppe coniug. Palum-

bo Giuseppina, anni 54 dee. 06/ 09/92 a Carmagnola, res. v. To­ri no 30 (giostraio)

(morti residenti fuori Comune) MOLLO Caterina coniug.DELLACA' Domenico, anni 78 dèc.12/07/92 a Ciriè (Osp,Civile) res. San Maurizio Canavese (pens.} FRASSI A1essandro coniug. Papan drea $ilvana, anni 53 dec.26/0B/ 92 a Rubiana, res. Rubiana (mas saggiatore) MARCHI Placido anni 77 dec.02/ 09/92 a S. Carlo C. res. S.Car-1 o e . ( pen s. ) DEMARIA Erme l inda ved. Checchin anni 87 dee~ 07/09/92 a S.Mauri zio C. res. S. Maurizio e.se BLANCO Francesca ved. Borin Ugo, anni 79 dee. 19/09/92 a Lanzo res. a Lanzo T.se (pens.)