Carlo Traviata, Infelice Opera Nuova · 2019-09-16 · la società: quel che dovette parere...

8
n. 94 - Settembre 2010 Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Carlo Infelice DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] Aureliano Zattoni (continua in seconda pagina) S ono quattro anni ormai che l’Associazione Amici del Carlo Felice e del Con- servatorio Paganini mi ha affidato la direzione di questo Foglio. E so- no quattro anni che nel breve fon- do che mi sono riservato propon- go ai lettori mie considerazioni sulla stato di salute del Teatro liri- co genovese. Mai come in questa occasione mi sono sentito in im- barazzo, per non sapere cosa scrivere. Al momento di andare in stampa, non è facile capire cosa succederà a breve scadenza. Cassa integrazione? Contratti di solidarietà? Altre soluzioni al mo- mento difficilmente immaginabili? Mi limito, pertanto, a poche, forse banali, ma non inutili osser- vazioni: 1) il Teatro è un patrimonio cultu- rale di tutti i genovesi; 2) salva- guardarlo e mantenerlo vivo è un dovere di chi lo amministra e di chi ci lavora; 3) le spaccature vio- lente e le forti contrapposizioni Roberto Iovino (continua in seconda pagina) Q uando La Traviata venne rap- presentata per la prima vol- ta, il 6 marzo 1853, dinanzi all’elegante pubblico veneziano, l’e- sito fu infelice. Seppur scaricando la colpa sull’esecuzione e in parti- colare sulla compagnia di canto, Verdi aveva sin dall’inizio paventato la debacle, ben conscio di quali dif- ficoltà questo progetto implicasse. Convinto di doversi cimentare su argomenti “nuovi, grandi, belli, va- riati, arditi”, il compositore era ri- masto subito conquistato dall’infeli- ce vicenda della Dame aux came- lias, “un soggetto dell’epoca”, coevo al musicista, e per di più suscettibi- le di biasimo morale: “Un altro for- Traviata, Opera Nuova se non l’avrebbe fatto per i costu- mi, pei tempi e per mille altri goffi scrupoli … - affermava in una lette- ra all’amico de Sanctis - Io lo faccio con tutto il piacere. Tutti gridavano quando io proposi un gobbo per mettere in scena. Ebbene: io ero felice di scrivere il Rigoletto […]”. Sappiamo come Traviata, dopo le prime difficoltà, abbia riscosso un duraturo successo: amatissima dal pubblico, è oggi tra le pièces più frequentate nella programmazione dei teatri lirici. Qualcosa, dunque, ha reso “nuova” quest’opera, confe-

Transcript of Carlo Traviata, Infelice Opera Nuova · 2019-09-16 · la società: quel che dovette parere...

n. 94 - Settembre 2010

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Carlo Infelice

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

Aureliano Zattoni(continua in seconda pagina)

Sono quattro anni ormaiche l’Associazione Amicidel Carlo Felice e del Con-

servatorio Paganini mi ha affidatola direzione di questo Foglio. E so-no quattro anni che nel breve fon-do che mi sono riservato propon-go ai lettori mie considerazionisulla stato di salute del Teatro liri-co genovese. Mai come in questaoccasione mi sono sentito in im-barazzo, per non sapere cosascrivere. Al momento di andare instampa, non è facile capire cosasuccederà a breve scadenza.Cassa integrazione? Contratti disolidarietà? Altre soluzioni al mo-mento difficilmente immaginabili?Mi limito, pertanto, a poche,

forse banali, ma non inutili osser-vazioni: 1) il Teatro è un patrimonio cultu-rale di tutti i genovesi; 2) salva-guardarlo e mantenerlo vivo è undovere di chi lo amministra e dichi ci lavora; 3) le spaccature vio-lente e le forti contrapposizioni

Roberto Iovino(continua in seconda pagina)

Quando La Traviata venne rap-presentata per la prima vol-ta, il 6 marzo 1853, dinanzi

all’elegante pubblico veneziano, l’e-sito fu infelice. Seppur scaricandola colpa sull’esecuzione e in parti-colare sulla compagnia di canto,Verdi aveva sin dall’inizio paventatola debacle, ben conscio di quali dif-ficoltà questo progetto implicasse. Convinto di doversi cimentare su

argomenti “nuovi, grandi, belli, va-riati, arditi”, il compositore era ri-masto subito conquistato dall’infeli-ce vicenda della Dame aux came-lias, “un soggetto dell’epoca”, coevoal musicista, e per di più suscettibi-le di biasimo morale: “Un altro for-

Traviata, Opera Nuova

se non l’avrebbe fatto per i costu-mi, pei tempi e per mille altri goffiscrupoli … - affermava in una lette-ra all’amico de Sanctis - Io lo facciocon tutto il piacere. Tutti gridavanoquando io proposi un gobbo permettere in scena. Ebbene: io erofelice di scrivere il Rigoletto […]”. Sappiamo come Traviata, dopo le

prime difficoltà, abbia riscosso unduraturo successo: amatissima dalpubblico, è oggi tra le pièces piùfrequentate nella programmazionedei teatri lirici. Qualcosa, dunque,ha reso “nuova” quest’opera, confe-

(segue dalla prima pagina)

Traviata, Opera Nuova

2

la lirica

rendole un potenziale drammaticotale da vincere le insidie del tempo,qualcosa che, in quella serata del1853, colse il pubblico e forse glistessi cantanti del tutto imprepara-ti. Gli interpreti non erano probabil-mente né cattivi, né giù di voce, mapiuttosto incerti di fronte ad un te-sto che spostava i personaggi in unclima di contrasti interiori e sfuma-ture psicologiche. Anche se la Di-rezione della Fenice impose un’am-bientazione retrodatata al Sette-cento, non ci si riferiva più ai con-sueti scenari, a un mondo di pas-sioni lontane e rivissute soltantonella finzione scenica, a un conte-sto fatto di sfondi cavallereschi, diodi viscerali e di vendette ma, sfi-dando le convinzioni sociali e melo-drammatiche del tempo, si portavasul palcoscenico un dramma bor-ghese ed intimistico, a sfondo noneroico ma scabroso. Traviata nonera una convenzionale storia d’a-more, ma un atto di accusa controla società: quel che dovette parere

intollerabile era la particolare ango-lazione con cui avveniva affrontatolo scomodo argomento, ovvero lariabilitazione di una donna dedita adamori mercenari, una riabilitazioneche la poneva sul medesimo pianodi quelle signore dabbene che, sal-vando le apparenze, conservavanosenza scandalo marito e amante. Verdi fece di Violetta un perso-

naggio fuori dagli schemi tradizio-nali, spezzando la linea del canto -si pensi alla concitazione di “AmamiAlfredo” - ed esaltandone la forzadrammatica con la forza della me-lodia, l’apertura del declamato, lanuova vocazione strumentale, ilchiaro riscontro sinfonico. Significa-tivo l’impiego di alcuni motivi ricor-renti. Non si tratta di leitmotiv, nell’ac-

cezione wagneriana, quanto, piutto-sto, di temi “cardine”, nascosti nel-la tessitura dell’opera, capaci diconferire alla partitura unità inte-riore, coesione e, in ultima istanza,un’espressività drammatica ai mas-

simi livelli. Erano i frutti di un pro-cesso di rinnovamento che stavamaturando da tempo. Già lo Stiffe-lio, opera purtroppo poco rappre-sentata, mostrava la sorprendentenovità di un ambiente borghesecontemporaneo, un ambiente chespingeva Verdi ad addentrarsi sem-pre più a fondo in una visione psi-cologica introspettiva dei personag-gi e a compiere indagini sempre piùsottili nella caratterizzazione dram-matica, attraverso melodie studia-tissime, armonie raffinate e ricer-che strumentali, mai finora affron-tate con tanta accuratezza. Eccodunque la grande novità, una novitàpresentita in Stiffelio e affermatacon vigore in Traviata, dove il pesospecifico degli argomenti trattatipermette di raggiungere la giustatemperatura di fusione… la musicaè ormai tutt’uno con il dramma. Proprio a partire da Traviata,

dunque, si verifica un fenomeno im-pensabile solo qualche decennioprima: la musica è protagonista esolco psicologico della vicenda, lamusica diventa elemento centraledella drammaturgia.

Aureliano Zattoni

Teatro Carlo Felice, martedì 12 ottobre,

ore 20,30LA TRAVIATA, opera in tre atti

Musica di Giuseppe VerdiRepliche: 14, 17, 19, 21,

23, 24 ottobre(direttore, cast, regista,allestimento da decidere)

(segue dalla prima pagina)

Carlo Infelicefanno solo il gioco di chi vorrebbechiudere e non rilanciare i Teatri;4) in tempi di crisi è doverosoprendere in considerazione even-tuali sacrifici temporanei ed è al-trettanto doveroso immaginarecon chiarezza una strada peruscirne; 5) il teatro è una fabbri-ca anomala che deve produrrecultura, per cui il suo profitto è inbuona parte non monetizzabile;

6) un teatro lirico in grado di reg-gersi solo con le proprie forze èuna utopia, ma questo non deveautorizzare, a nessun livello, asperperare indiscriminatamentedenaro pubblico e privato. Nell’ormai prossimo 2011, il

Carlo Felice compirà vent’anni.Facciamo in modo che ci arrivi asipario aperto.

Roberto Iovino

io sono molto lieta che lui l’abbiafatto perché offre inesauribili pos-sibilità di espressività. E se è veroche è davvero impegnativo padro-neggiare il violino, proprio perquesto è ancora più gratificanteriuscire a suonarlo bene”.

- In questi giorni è in Giuria alPremio. Quale responsabilità sen-te, cosa suggerisce ai giovanipartecipanti? “Cerco di essere scrupolosa

nel mio giudizio e ascolto ogni vio-linista con umiltà, simpatia eorecchie sensibili. Ai partecipan-ti suggerisco di non pensare allavittoria come all’unico obiettivo. E’importante imparare più che sipuò da un’esperienza del genere.Ed è fondamentale dare il megliodi se stessi. Amare la musica etrasmettere queste emozioni, an-che sotto la pressione del con-corso. Se si riesce in questo, si ègià dei vincitori indipendentemen-te dal verdetto finale”.

- Può raccontarci una Sua gior-nata-tipo?“Dipende dagli impegni di quel

momento. Se sto preparando unconcerto, naturalmente la mag-gior parte della giornata è dedi-cata allo studio. Poi trascorro ilresto del mio tempo con amici.- Quanto della Sua vita privata

sacrifica alla musica?“In questo momento la mia vita

è essenzialmente consacrata allamusica. Io non ho altri interessiper cui mi sento appagata e sonofelice di poter trascorrere moltotempo con il mio violino. E poiquando ci sono occasioni mi di-verto dove posso”.

- Due parole sul concerto del29… “Il programma includerà sei Ca-

pricci di Paganini, la Ciaccona di

3

l’intervista

Bin Huang è in questi giorniin Giuria nel Premio che hacontribuito in maniera de-

terminante a lanciarla e il 29prossimo al Ducale terrà un reci-tal per l’Associazione “Amici di Pa-ganini” nel quale sarà accompa-gnata dal chitarrista MicheleTrenti: un’occasione per rendereomaggio a Giorgio Ferrari, il mu-sicista recentemente scomparsoche è stato per molti anni diretto-re del Concorso.

- Cosa ricorda della Sua parte-cipazione al Premio del 1994?“Fra i tanti ricordi, il più impor-

tante è legato alla moglie del mioinsegnante, Kyun Moon, una don-na di qualche anno più vecchia dime, che mi ha accompagnato al-la competizione. Senza il suo sup-porto morale io probabilmentenon avrei vinto. Lei è morta cin-que anni fa in un incidente ad ap-pena 30 anni. Ho sempre asso-ciato la mia vittoria a lei.

- Cosa ha significato per la Suacarriera la vittoria al premio Pa-ganini?“Mi ha spalancato le porte del

mondo concertistico, delle regi-strazioni discografiche e radiofo-niche, dell’insegnamento e di al-tre attività che non avrei mai po-tuto fare se non avessi vinto ilPremio. E’ ciò che mi identifica dipiù come concertista. Ovunque iovada, vengo presentata come lavincitrice del premio Paganini. Misento una privilegiata.”.

- Come è nata la sua passioneper la musica e per il violino?“Da Dio, che è il creatore della

musica e il dispensatore del miotalento. Io voglio dividere le bel-lezze di Dio e il suo amore con ilmondo attraverso la musica. Miopadre ha scelto il violino per me e

BBiinn HHuuaanngg,, ii ll mmiioo PPaaggaanniinnii

Bach, un Preludio da “Improvvisa-zioni” di Giorgio Ferrari e le Sona-te per violino e chitarra op. 6 diPaganini. Come si può notare l’at-tenzione maggiore è rivolta a Pa-ganini e mi sembra una scelta do-verosa dal momento che io sonoqui nella duplice veste di ex vinci-trice del Premio e di componentedella Giuria.Dopo il concerto registrerò

per la casa discografica di HongKong i 24 capricci e le 12 sona-te dell’op. 2 e 3 con MicheleTrenti alla chitarra. Il program-ma offre meravigliose varietà diassoli e ospita repertori e perio-di dallo stile differente. La Ciac-cona di Bach è straordinaria eregala incredibili emozioni. Io misento onorata di rendere omag-gio al maestro Ferrari suonandouna sua composizione. Lui era ilpresidente della giuria quandoho vinto e io mi ricordo di lui congrande affetto”.

- Se non fosse diventata unaviolinista, cosa avrebbe voluto fa-re?“Mi sarebbe piaciuto diventare

una missionaria per parlare allepersone dell’amore di Dio e dellasalvezza del mondo”.

Roberto Iovino

Aveva 23 anni Bin Huang quando nel 1994 vinse una bellaedizione del Premio Paganini. Da allora la violinista cineseha fatto molta strada, imponendosi come una delle più inte-ressanti realtà nel panorama concertistico odierno.

4

centenari

Tra i tanti anniversari e cente-nari del 2010 vi è anche quel-lo della morte del capo del

gruppo dei Cinque, Mily A. Balakirev,avvenuta il 29 Maggio del 1910.“Sebbene Balakirev sia da annovera-re tra i grandi nomi della storia dellamusica, la sua importanza si devepiù all’influenza esercitata sui suoicontemporanei e su compositori rus-si più giovani, che non alle sue ope-re”… così si legge in uno dei tantimanuali di storia della musica. Senzadubbio tale affermazione è vera: Ba-lakirev scrive poco; nessuna opera li-rica al contrario dei suoi colleghi,una manciata di opere sinfoniche lacui gestazione è spesso lunghissima,parecchia musica pianistica, molte li-riche, molti lavori sacri per coro acappella. In tutto una produzionescarsa, ma tutto mediamente inte-ressante con alcuni esiti di rilievo as-soluto, che meriterebbero più ripre-se in sala da concerto. M. A. Balakirev nasce a Nizhny-

Novgorod il 2 Gennaio del 1837 se-condo il calendario occidentale. Figliodi un ufficiale governativo, Alexey, ilpiccolo Mily é l’unico figlio maschio,avendo due sorelle maggiori, Maria eVarvara.La sua educazione musicale comin-

cia con le lezioni di pianoforte imparti-tegli dalla madre. Nel 1847 intanto sié compiuta la scelta che avvierà Ba-lakirev alla carriera di musicista. Dopo la morte della madre, l’edu-

cazione musicale di Balakirev prose-gue con il musicista tedesco Karl Ei-srich, attraverso il quale Mily, che al-l’epoca é quattordicenne, viene pre-sentato ad Alexander Ulibyshev, riccoproprietario terriero ed amante dellamusica e delle arti. Balakirev é ora pronto per l’incon-

tro che alcuni anni dopo lo consa-

crerà dominatore assoluto e punto diriferimento di tutta la musica russaper almeno vent’anni. L’incontro écon Mikhail I. Glinka che con le sueopere ‘Una vita per lo Zar’ e ‘RusslanLudmilla’ e la fantasia orchestrale‘Kamarinskaya’ aveva creato la nuovascuola nazionale russa.Il 24 Febbraio del 1856 Balakirev

debutta come pianista a San Pietro-burgo, alla presenza di Glinka.Glinka trova la tecnica compositiva

del giovane ancora inadeguata ma in-tuisce che quel ragazzo diciannoven-ne potrà avere un ruolo determinan-te nello sviluppo della musica russa.Prima di partire per Berlino dove mo-rirà nel 1857, Glinka lascia a Balaki-rev due temi spagnoli dicendosi sicu-ro che ne farà buon uso. Nel 1858 Balakirev é già abba-

stanza noto da essere invitato ad ese-guire il Quinto Concerto di Beethovenalla presenza dello Zar.Tra il 1860 e il 1862 conosce il

critico d’arte Vladimir Stassov, l’inge-gnere militare Cesar Kjui, il chimico

Alexander Borodin, l’ufficiale ModestMussorgsky e con l’entrata del giova-ne ufficiale di marina Nikolay Rimsky-Korsakov si costituisce il cosiddetto‘Gruppo possente’ di cui Stassov eral’osservatore e consigliere non musi-cista, Kjui il portavoce esterno graziealla nuova attività di critico musicaleche intraprende, Balakirev l’autoritàassoluta e Borodin, Mussorgsky eRimsky-Korsakov i membri attivi edentusiasti.Balakirev é colui che ha la prepa-

razione musicale più completa e saràlui a istruire gli altri nei sentieri del-l’armonia, del contrappunto e dellateoria musicale in genere. Il ‘gruppo possente’ é anche il luo-

go dove le opere dei cinque amicicompositori vengono proposte, di-scusse, modificate ed eseguite al pia-noforte. Tra il 1861 e il 1869 Balakirev

scrive l’Ouverture su tre temi russile musiche di scena per il Re Lear ecomincia il Secondo Concerto perpianoforte e orchestra in Mi Bemol-le maggiore e una Sinfonia in DoMaggiore .Oltre a questa limitata at-tività compositiva fonda la LiberaScuola di Musica di san Pietrobur-go, dove dirige parecchi concerti al-l’anno presentando opere del reper-torio internazionale insieme alle ope-re del ‘Gruppo possente’.Nel 1863 Mily, compie un viaggio

nel Caucaso alla scoperta del reper-torio dei canti popolari, ascoltati dallaviva voce dei locali. Da questo viaggiotrae il materiale utilizzato nel CantoGeorgiano, nella Canzone di Selim enella fantasia per pianoforte ‘Isla-mey‘. Da un successivo viaggio nel1864 nascono i Trenta canti popola-

L’erede di Glinka: Mily Alexeievich Balakirev

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.dsgenua.de

Lorenzo Costa(continua in sesta pagina)

5

dischi & libri

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

[email protected] - www.mangiareinliguria.it/dalino

Brunello,Bach sulle Dolomiti

Mazzoletti, il jazz in Italia

Pianista, compositore, didatta, Giu-seppe Manzino (1929 – 1992) è

stato un artista di rilievo, punto di rife-rimento essenziale nell’ambiente dellasua città (Savona) dove fondò e diresseil Liceo Musicale “Cilea” e dove ebbeproficui contatti e collaborazioni con ilvivace mondo del futurismo ligure (si ri-corda la sua opera “Binario” su librettodi Farfa). Per ricordarne la figura nel2009 è nato un Comitato “Omaggio aGiuseppe Manzino” che ha favorito larealizzazione di un doppio CD contenen-te una scelta di pagine cameristiche diManzino per vari organici. Si va dallepagine pianistiche (a due e a quattromani) a quelle chitarriste, da lavori perdue (flauto e pianoforte, violino e pia-noforte) a liriche vocali fino a un “Lau-date Dominum” per coro e organo. Pa-gine dalle quali emerge una scrittura ri-gorosa, controllata, in equilibrio (comeaccadeva a molti artisti della sua gene-razione) fra tradizione e modernità.Opere scritte da mano esperta, da unmusicista che non solo ha trascorso lavita a studiare e approfondire, ma cheha esercitato una chiara influenza sumolti giovani musicisti che con lui si so-no formati all’Istituto di Savona e alConservatorio “Paganini” dove Manzinoha insegnato per molti anni.

“Solitudine intimidatoria, una imma-gine delle sei Suites per violoncello

solo di Bach, capace di mettere in evi-denza una verità che si manifesta adogni esecuzione sia nell’interprete, sianell’ascoltatore. Ho portato molte voltela musica di Bach in luoghi dove questasolitudine intimidatoria di solito è nonsolo una sensazione, ma una presenza.Le cime delle montagne e il deserto vi-vono di solitudine e lì il silenzio nel qualesono immersi, diventa l’elemento intimi-datorio. Ma se quel silenzio si trasformain respiro, ambiente, una sorta di “liqui-do amniotico” nel quale l’idea creativadel compositore diventa suono, forma,allora anche la solitudine, vista comeelemento che esclude, si apre e invitaalla condivisione”. Scrive così Mario Bru-nello nelle note di copertina allegate allasua ultima, preziosa incisione in un co-fanetto EGEA di 3 CD delle Suites pervioloncello solo di Bach. Un monumen-to architettonico straordinario, uniconella letteratura strumentale. E una let-tura magnifica registrata nell’Audito-rium Santa Cecilia di Perugia, ma “vis-suta” da Brunello con una ricerca di re-spiri, suoni, silenzi, che fa tesoro dellenumerose esecuzioni da lui effettuatesulle Dolomiti, circondato da pochi ap-passionati in giacca a vento e scarponi,in una natura incontaminata e avvoltoda un silenzio totale. Sensazioni unicheche Brunello mette nel suo Bach, misu-rato, limpido nel fraseggio, emozionan-te. Un ascolto da non perdere.

Manzino,un artista riservato

Genovese, giornalista, già direttoredi struttura alla Rai, Adriano Maz-

zoletti è uno dei più autorevoli e profon-di conoscitori del jazz nostrano. Ampiala sua produzione storico-critica: si ri-corda in particolare la direzione della“Grande Enciclopedia del Jazz” edita daArmando Curcio nel 1982. Ad un’ope-razione di ampie dimensioni Mazzoletti ètornato recentemente pubblicando conla Edt “Il Jazz in Italia”. Subito prima del-l’estate è uscito il secondo volume (indue tomi). Mentre il primo aveva affron-tato il periodo dalle origini alle grandi or-chestre, indagando la storia del jazz nelnostro Paese fino al 1945, il secondopone la propria attenzione sui tre de-cenni dal ’35 (quando Kramer, con lasua fisarmonica diede vita allo swing ita-liano) al ’68 (quando il jazz modificò ilproprio linguaggio) che hanno plasmatoil suono italiano: attraverso ritagli digiornale, carteggi privati, archivi pubbli-ci, programmi radio, film, registrazionidi concerti e molti altri documenti, oltreai racconti degli stessi protagonisti,Mazzoletti, con uno stile vivace e piace-vole, mette in risalto l’abilità di quei mu-sicisti che nel dopoguerra hanno saputodeclinare il linguaggio del jazz rispettoalla canzone e alla musica “ufficiale”unendo il gusto per la melodia allo swingamericano.

6

centenari

ALDO DABOVE & FIGLI s.n.c.

di A.F. e M. Dabove

Riparazioni - InstallazioniRiscaldamento Idraulica - Manutenzioni

16143 Genova - Via G.B. D’Albertis, 101 r. - Tel. 010.508122

(segue dalla quarta pagina)

L’erede di Glinka: Mily Alexeievich Balakirevri russi, trascritti per pianoforte aquattro mani. Nel Gennaio del 1867 é a Praga,

dove assiste ad alcune rappresenta-zioni di ‘Una vita per lo Zar’ di Glinkadirette da Smetana che lo lasciano di-sgustato. Chiede pertanto di dirigerelui stesso in Febbraio alcune produ-zioni sia della ‘Vita per lo Zar’ che del‘Russlan e Ludmilla’ a Praga ed ottie-ne un successo trionfale.Smetana da par suo, aveva contri-

buito in ogni modo a boicottare lerappresentazioni dirette da Balakirev,arrivando addirittura a sottrarre dalteatro la partitura del direttore. Pur-troppo per lui però, Balakirev diressela prova generale e la prima di ‘Unavita per lo Zar’ completamente a me-moria. Nel 1867 si registra la completa

vittoria del gruppo di Balakirev su quel-lo filo occodentale di Rubinstein: vieneinfatti nominato direttore dei Concertidella Società Musicale Russa.Nel frattempo si avvicina a

Tchaikowsky con cui condivide un sog-giorno a Parigi ispirandogli due im-portanti lavori: ‘Romeo e Giulietta’ ela Sinfonia’Manfred’.I rapporti con il resto del gruppo si

vanno deteriorando sempre più.Contemporaneamente Borodin os-

servava saggiamente: “Mily é così di-spotico che esige assoluta subordi-nazione ai suoi desideri, anche nellecose più piccole…Ha bisogno di cir-condarsi di minorenni a cui fare dabalia. Ho paura che il suo progressi-vo allontanamento dal gruppo, i giu-dizi sprezzanti che ha dato su molti,specie su Modest (Musssorgskyn.d;r.) hanno raffreddato le simpatieche tutti avevano per lui. Se continuacosì finirà con l’isolarsi e questa, nel-la siua situazione attuale, sarà la suamorte spirituale.

Borodin aveva visto giusto. Nel1872 Balakirev abbandona la musi-ca. Nel 1876 grazie alle insistenzedella sorella di Glinka, si riavvicina agliambienti musicali e nel 1881 ripren-de la direzione della Libera Scuola,retta fino ad allora da Rimsky-Kor-sakov. Finisce inoltre il poema sinfoni-co Tamara, suo capolavoro assoluto,presentandolo in prima esecuzionead un concerto della Libera scuola il19 Marzo 1883. Nel 1883 la nomina a Direttore

della Cappella Imperiale, gli consenteuna rendita vitalizia più che ragguar-devole. Sceglie come assistente Rim-sky-Korsakov e riunisce intorno a sénuovi discepoli tra cui Serghey Lyapu-nov. Continua l’attività di direttore epianista, viaggia conoscendo Liszt,Ravel, Saint-Seans ottenendo fama ericonoscimenti ovunque. (Tamara édedicata Liszt che la dirigerà moltospesso nei suoi concerti). Nel 1898fa l’ultima apparizione pubblica comedirettore presentando la sua Sinfo-nia n° 1 in Do Maggiore, completatadopo quasi quarant’anni, riportandoun buon successo.Nell’Ottobre del 1894 fa l’ultima

apparizione pubblica come pianista,eseguendo la Sonata in si minore diChopin a Varsavia. L’anno dopo si di-mette dalla direzione della CappellaImperiale, ottenendo una pensione ditremila rubli all’anno. Nel 1908 muore Rimsky-Korsakov

e nello stesso anno Balakirev ha unaserie di attacchi di cuore. Gli ultimidue anni di vita, Balakirev li passa nelquasi totale isolamento. Il composi-tore senza il quale tutta la musicarussa probabilmente avrebbe presoun indirizzo completamente diverso,muore la mattina del 29 Maggio del1910.Si è detto dell’influenza su con-

temporanei e posteri. Essa è diretta(Borodin, Rimsky Korsakov Glazunov,certo Tchaikowsky, Taneyev, Lyapu-nov, Ippolitov Ivanov) ed indiretta(Stravinsky, Skrjabin, certo Proko-fiev) e non è esclusivamente ascrivi-bile all’imperativo dell’uso della melo-dia popolare. La musica di Balakirevha un interesse intrinseco. RomanVlad titolava un suo scritto sul grup-po dei cinque russi “Moderni di cuo-re antico”.Il loro capo vestirà ke forme tradi-

zionali di citazioni popolari, ma le ar-ricchirà di una grande varietà armo-nica.Altro elemento è il gusto del colo-

re e dell’orchestrazione, sapientissi-ma, vivace senza mai diventare bril-lante perchè l’autore sfugge le formedi intrattenimento così come la musi-ca da balletto.E altro elemento è l’atmosfera,

un’atmosfera particolare non spiega-bile a parole per cui la musica di Ba-lakirev, pur apparendo prossima acerto Rimsky, Tchakowsky, Borodin,si distingue per un carattere proprioin cui la grandezza e la generositàdell’ispirazione non si rivestono di epi-ca (come certo Borodin), di decaden-tismo autobiografico (come certoTchaikowsky), nè di racconto fantasti-co (come certo Rimsky). In Balakirev, come osserva Mario

Bortolotto nel suo bellissimo “A Estdell’oriente”l’assenza di soggetto dolo-rante è totale…..” e si potrebbe ag-gungere eguale l’assenza di soggettogiubilante.L’evocazione e gli echi della sua

musica si mantengono nella cerchiadi chi compone per comunicare un’i-dea o un’estetica, niente di personaleo autobiografico, restando nellosplendido equilibrio di una originale epersonalissima oggettività.Buona scoperta a voi e infinita ri-

conoscenza a Mily Alexeievich, la cuimusica è per me compagna di stradada quando avevo sei anni.

Lorenzo Costa

dono alla ribalta i migliori allieviche la Direzione del Conservato-rio ha voluto segnalarci e, per laprima volta nei nostri programmi,l’Orchestra Giovanile. A questi gio-vani si affiancheranno nomi di ar-tisti già conosciuti come FrankWasser e Cinzia Bartoli al pia-noforte, Milton Masciadri al con-trabbasso e, fiore all’occhiello,Vadim Brodsky, vincitore di unPremio Paganini.E il Carlo Felice? Non sappiamo

quando potremo riprendere le no-stre Audizioni per la presentazio-ne delle opere in programma. Almomento indichiamo le date deinostri incontri, come program-mato, in attesa che la Fondazionesi pronunci sulla sua attività au-tunnale e sulle eventuali variazionidi data..Come sempre abbiamo cerca-

to di presentare una stagione im-pegnata e varia per soddisfare idiversi gusti dei nostri Soci chesperiamo continuino a seguircicome negli anni passati.Buona stagione e…buon ascol-

to!Giuseppe Isoleri

mann), la classe di pianoforte delM° Massimo Paderni con i quat-tro Scherzi di Chopin, il Duo Mar-co Fornaciari, violino e RosannaRe, pianoforte con un program-ma interamente dedicato a Schu-mann (Tre romanze op. 94, So-nata op. 105, Sonata op. 121“Grosse Sonate”) e, infine, il Triodi Genova composto da DaniloPorfidio violino, Antonio Gambula,violoncello e Giacomo Battarino,pianoforte con un programma mi-sto Chopin (Trio op. 8 in Sol mi-nore)/ Schumann (Trio op. 63 inRe minore).Il 5 ottobre inizia, invece, la no-

stra stagione presso il CircoloUnificato dell’Esercito con un con-certo del “Quartetto Darchi” chepropone due quartetti di Mozart eBeethoven. Proseguiamo con iconsueti appuntamenti con i no-stri relatori e con i concerti di gio-vani esecutori e artisti già affer-mati che ritornano a trovarci insegno della loro amicizia nei con-fronti dell’Associazione.Nei primi mesi del prossimo

anno ritorneremo alla BibliotecaBerio con la ventesima puntatadella Storia del Melo-dramma che ci vede im-pegnati con la “Musicadell’Est”.In primavera riprende-

remo i concerti nei Mu-sei: Palazzo Reale, Galle-ria Nazionale di PalazzoSpinola e Museo d’ArteOrientale “E. Chiossone”ci aprono le loro sale e ciaccolgono con una lungaserie di incontri che ve-

7

vita associativa

La nostra stagione

16149 Genova - via Sampierdarena, 54-2 - tel. 010.6454634 - fax 010.415075E-mail: [email protected] - internet: www.mantelli1948.com

Ecco, ci siamo, inizia un nuo-vo percorso nell’attività del-l’Associazione. Dopo il suc-

cesso dell’anno scorso ottenutocon la programmazione delle“Dieci Sonate di Brahms” abbia-mo pensato di ripetere il ciclo au-tunnale al Museo. Iniziamo il 2 ottobre presso la

Galleria Nazionale di Palazzo Spi-nola con la rassegna “Autunno aSpinola: I Centenari” per celebra-re il bicentenario della nascita diFrederik Chopin e Robert Schu-mann. La rassegna vedrà impe-gnati Dario Bonuccelli, pianofortecon musiche dei due autori (Bar-carola op. 60, Due Notturni op.62, Polacca Fantasia op.61 diChopin, Carnaval op. 9 di Schu-

ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICEE DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI

Quote socialiSocio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani € 30,00(fino al 25° anno di età)

Vadim Brodski

8

i nostri appuntamenti

Periodico d’informazione musicale

Direttore responsabileRoberto Iovino

AssociazioneAmici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe IsoleriSegreteria: Adriana Caviglia

Maria Grazia RomanoTel. (010) 352122 - (010) 589059

Cell. 3470814676 - Fax (010) 5221808

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: essegraph Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITA’ SOCIALE DAL 2 OTTOBRE AL 7 DICEMBRE 2010Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche, ore 16,00Biblioteca Berio - Sala dei Chierici: - Storia del Melodramma, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 (Galleria Spinola e Palazzo Reale) e 11 (Museo Chiossone)

Sabato 2 ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA“AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI”DARIO BONUCCELLI, pianoforteMusiche di Chopin, Schumann,

Martedì 5 ottobre, ore 16INAUGURAZIONE ANNO SOCIALE AL CIRCOLO UNIFICATO DELL’ESERCITOCONCERTO DEL QUARTETTO DARCHI, violini, viola, violoncelloMusiche di Mozart, Beethoven,

Venerdì 8 ottobre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: LA VIE PARISIENNE di J. OffenbachA cura di Dario Peytrignet,

Martedì 12 ottobre, ore 15,30COME AMMINISTRARE LA MEMORIA DI UN CELEBRE MARITOA cura di Guendalina Cattaneo della Volta,

Sabato 16 ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA“AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI”CLASSE DI PIANOFORTE DEL M° MASSIMO PADERNIMusiche di Chopin,

Martedì 19 ottobre, ore 16CONCERTO DI GABRIELLA FIAMMENGO, pianoforteMusiche di Donizetti, Puccini, Liszt-Rossini, Verdi,

Sabato 23 ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA“AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI”DUO FORNACIARI – RE, violino e pianoforteMusiche di Schumann,

Martedì 26 ottobre, ore 15,30PERLE DA UN OCEANO, LA MUSICA DA CAMERA DI PAGANINIA cura di Flavio Menardi Noguera,

Sabato 30 ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA“AUTUNNO A SPINOLA: I CENTENARI”TRIO DI GENOVA, violino, violoncello, pianoforteMusiche di Chopin, Schumann,

Venerdì 5 novembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA di G. VerdiA cura di Maria Teresa Marsili,

***Sabato 6 novembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHELA TRAVIATA: Il grido di un amore disperatoRelatore: Lorenzo Costa,

Martedì 9 novembre, ore 15,30“ROMEO ET JULIETTE” di H. BerliozA cura di Lorenzo Costa,

Martedì 16 novembre, ore 16CONCERTO DEL DUO MASCARDI – DELLEPIANE, sassofono e pianoforte,Musiche di Demerrseman, Woods, Bozza, Bach, Noda, Quate, Matitia,

Martedì 23 novembre, ore 15,30I GRANDI ROMANTICI DELLA MUSICAA cura di Adolfo Palau,

***Sabato 27 novembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEIL BARBIERE DI SIVIGLIA: La forza travolgente di RossiniRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 30 novembre, ore 16CONCERTO DI ELENA PICCIONE, pianoforteMusiche di Mozart, Liszt, Ginastera, Piazzolla,

Venerdì 3 dicembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: IL VIAGGIO A REIMS di G. RossiniA cura di Lorenzo Costa,

Martedì 7 dicembre, ore 15,30PADRI E FIGLI IN VERDIA cura di Maria Luisa Firpo.

*** Audizioni programmate sempre che il Teatro non cambi le date di produzione

MUSEO E. CHIOSSONE