Carletti Personaggio dell’Anno 2014 - Costa Etrusca ... · 39 Rosignoli, sessant’anni d’oro...

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Anno 52 - n. 23 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno inverno Periodico di informazione, attualità, cultura dicembre - gennaio - febbraio 2015 - n. 23 - 3 copia omaggio Carletti Personaggio dell’Anno 2014 Mussi Premio alla Carriera Foto Pierluigi Galassi

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Il Centro Fiere di Venturina gestito dalla So-cietà S.E.Fi. srl ha visto un susseguir-si di eventi e manifestazioni messein calendario da associazioni edenti lungo tutto il corso di questoproficuo 2014.I partecipanti alle varie rassegnehanno spesso soggiornato nellestrutture ricettive della nostra zonaed apprezzato i prodotti di qualità dei no-

stri ristoratori vivacizzando l’economia delterritorio. Alcune manifestazioni sonostate tenute a battesimo proprio inquesto anno ed altre, come la tra-dizionale Campionaria Fiera Co-sta Toscana e la Fiera del Libro edella Creatività, si sono nel tempoconsolidate e sviluppate, sia come

numero che come qualità di aziendeche hanno ospitato al loro interno.

Ci preme infine sottolineare l’ottima riuscita della terza edi-zione della Fiera del Libro e delle Creatività che si èsvolta nei nostri padiglioni. Gli appassionati di buona scrit-tura hanno partecipato con entusiasmo alle numerose pre-sentazioni di libri ed autori locali. Per adulti e bambini anche l’occasione di riscoprire la ma-nualità spesso messa in ombra da tablet e giochi elettroni-ci, partecipando a laboratori di vario genere: poesia e scrit-tura, disegno, pittura, maglieria e tanto ancora.

La S.E.Fi. srl ha già messo in calendario la data della44° Fiera Costa Toscana che si svolgerà dal 30 maggioal 7 giugno 2015.Sono già iniziati i contatti e le iscrizioni per tutti coloro chevolessero, fin da ora, prenotare uno spazio espositivo allacampionaria, fiore all’occhiello della nostra Società e presti-giosa vetrina sul territorio.

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13 gennaio 2014Festa del Senegal:organizzata dallaassociazione dellacomunità senegalesedella Val di Cornia

18 gennaio - 30 marzoParco giochi al copertoBaby World: tappetielastici, gonfiabilie molto altro ancora

19 gennaioAssemblea elettiva CIALivorno

26 gennaioXVI Trofeo Pietro Caliandro:manifestazione caniDobermann

2 febbraioManifestazione cinofila:campionato regionaleinvernale, organizzatodall'Arci Caccia

4 marzoFesta di carnevale:organizzato dalla ludoteca

9 marzo 24a expo regionale cinofilariconosciuta Enci:organizzata dal gruppocinofilo livornese "G.U.della Gherardesca",sezione Venturina

13 aprile10° Trofeo primaveravolley: organizzato dallaPolisportiva Libertasdi Venturina

10-11 maggioMostra cinofilainternazionale: apertaa tutte le razze riconosciutedalla associazionecinologica internazionale,mostre speciali singolerazze e raduni

31 maggio - 8 giugno43a Fiera MostraEconomica Costa Toscana:Fiera campionaria -artigianato, industria,agricoltura, commercio

11 - 20 luglioSagra del cacciucco e dellabistecca: organizzata dallaAsd Venturina Calcio.Torneo beach soccer,musica dal vivo tuttele sere e spazio giochiper bambini

25 - 27 luglioSagra del fusillo:organizzata dallaassociazione culturaleIrpinia

16 - 26 agostoFesta del PartitoDemocratico

29 agosto - 14 settembreFesta della birraBavierafest

21 settembreVenturina models,comics & gamesLa fiera dei giovani

26 - 28 settembreTerzo raduno motociclisticofederazione motociclistica

italiana: organizzato dalmoto club Germi Tuscanyasd

11 - 12 ottobre13° Natura & Cucina:rassegna enogastronomicaprodotti tipici e della Val diCornia

18 - 19 ottobreEsposizione internazionalefelina: riconosciuta dallaFife e dalla associazionenazionale felina italiana

25 - 26 ottobre19° Expo Model Venturina2014: rassegna nazionaledi modellismo,collezionismo, culturae spettacolo

28 - 30 novembre Fiera del libro e dellacreatività

7 dicembreGiornata dell’anziano:organizzata da Spi Cgil

EVENTI E MANIFESTAZIONI DEL 2014

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9 Editoriale: Il sereno sul cielo di Piombino di Ivio Barlettani 10 Acciaio e agroalimentare, vince Cevital di Fiorenzo Bucci12 Oggi parlo io…13 La finestra di Giampaolo Talani15 Brindisi con Gino Paoli, il campigliese16 Quelle firme al vetriolo di Roberto Lampredi17 Altoforno spento di Gordiano Lupi18 Tortolini: «Sono un uomo di partito» di Francesca Barone24 Fatti & persone (Riconversione industriale) 25 Fatti & persone (La Coop lascia piazza Gramsci)26 Fatti & persone (Scultura di Talani al Giglio)27 Fatti & persone (Campiglia all’Expo di Milano)29 La giungla di Facebook di Barracuda30 Che razza di provincia siamo di Jacopo Bertocchi32 Carolini, l’uomo della Sefi di Tony Montero34 Luigi Carletti, Personaggio dell’Anno di Luca Goerg37 Fabio Mussi, Premio alla Carriera di Luca Goerg39 Rosignoli, sessant’anni d’oro di Umberto Barlettani40 Relax di Paolo Pachi41 Da Rosa, un secolo di bontà di Francesca Barone 42 Inestetismi cutanei di Riccardo Vigetti42 Vegetariani, alcuni consigli di Allegra Ciaponi43 In cucina: le pappardelle alla lepre di Simona Grossi43 In giardino: gerani a riposo di Simona Grossi44 Gabriele Tinalli e le sue foto di Pierluigi Galassi46 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli48 Mazzarri, cacciato dall’Inter piange a San Vincenzo48 Cena con Renzi a mille euro di Tony Montero50 Cecina, città giovane e pratica di Paolo Fuligni52 Olio Eleonora e Alcide: evento al frantoio di Tony Montero54 Modì: il fascino del pittore maledetto di Daniele Toncelli56 In libreria di Emilio Guardavilla57 Quel presidente povero da imitare di Umberto Barlettani58 Nel mondo dei colori di Daniele Toncelli58 Le lacrime della luna di Franco Biegi59 Il Sogno di Genova60 La parola ai lettori 62 I naufragi nell’Arcipelago Toscano (3) di Emilio Guardavilla66 Stazione di sosta di Umbar

Anno 52 - n. 23dicembre - gennaio - febbraio 2015

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

[email protected]

Coordinatore redazionaleStefano Sanna

[email protected]

Marketing-pubblicitàUmberto Maria [email protected]

Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - Piombino

[email protected] 0565 32843 - Fax 0565 474572

334 3378121Registrazione Tribunale Livorno

n. 167 in data 4/7/1962 r.s.Sped. abb. post. 70% DCB Livorno

Poste Italiane SpaEditore e pubblicità

Costa Etrusca ComunicazioneGrafica e impaginazione

Opus PiombinoStampa

Rotative RomaneTivoli Terme (Roma)

Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autoreChiuso in tipografia, 26 novembre 2014

www. costaetrusca.net

Quest’inverno

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INSERZIONISTI:Amplifon 13; Arte & Cornici 54; Asiu 64; Assicurazione Ina Assitalia (Andrea Baroncelli Snc) 27; AssicurazioneUnipolSai divisione La Fondiaria (Luca Ardenghi) 63; Assicurazione UnipolSai divisione Unipol (Lami &Bruscolini) 45; Automeccanica 14; Banca Credito Cooperativo Castagneto Carducci 67; Caffè Nanni 14;Calidario Terme Etrusche 8, Camera di Commercio Livorno 28; Coop Unicoop Tirreno 2; Da Rosa Alimentari53; Diadema Cosmetici 36; Edicola Tabaccheria di Rita & Paolo 66; Edilcoop Fiorenzani 66; Etruria Luce-Gas5; Eurottica 8; Garbo 14; Gioielleria Rosignoli 14; Grassi Arredamenti 17; Il Crogiuolo Alimentazione Biologica42; Immobiliare Cristiani 35; Immobiliare il Gioiello 5; Lampogas Tirrena 61; Les Griffes Abbigliamento;Libreria la Fenice 7; L’Immobiliare del Corso 43; Marisa Gastronomia 43; Martini Professionale 33; MazzolaSport 53; Mobo Impianti 16; Olio Eleonora di Toledo 68; Park Albatros 53; Parrucchiera Stefania Carron 22;Podere Tre Cipressi Casa Vacanze 51; Residenza I Giunchi 3; Residenza San Giuseppe 3; Ristorante Il GaribaldiInnamorato 41; Ristorante Pizzeria La Rocchetta 8; Ristorante Pizzeria Mum and Dad 39; Ristorante Otello57; Sefi 6; Style 8; Studio Medico Libra 48; Super Casa Bucciantini 4.

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editoriale

di Ivio Barlettani

«Salviamo Piombino»,«Piombino non deve mo-rire», «Lucchini non devechiudere», «Difendiamoil nostro acciaio»: questialcuni dei tanti sloganche per anni ci hannoaccompagnato in tutti iluoghi dove ciò si ren-deva necessario. Alle te-levisioni nazionali, allemanifestazioni di piazzacon i sindacati, ai blocchistradali. Insomma pertanto tempo – col soleo con la pioggia – nonci siamo mai stancati unmomento pur di teneresempre “caldo” il pro-blema che ci stava tor-mentando, pungolandonel contempo Governoe politici.Alla fine ce l’abbiamofatta: Cevital e Jindalhanno rotto gli indugiscendendo in campoaperto lasciando per stra-da altri contendenti “per-ditempo”. Nelle buste (attentamentevagliate dal commissarioPiero Nardi) c’erano le

loro offerte per aggiu-dicarsi la fabbrica. Allafine Cevital ha vinto lagara. Il commissario eil Comitato di sorve-glianza hanno ritenutocredibile il progetto al-gerino. Non solo dal pun-to di vista siderurgicoma anche per le possi-bilità di diversificazioneeconomica.Così il comunicato uf-ficiale della Lucchini:«L’offerta Cevital pre-senta condizioni più van-taggiose della concorrenteJindal sia per gli interessidei creditori, sia per lericadute sociali del pianoindustriale, che prevedea regime l’occupazionedi tutto il personale colrilancio della produzionedi acciaio».Opportunità quindi disviluppo anche nel settoreagroalimentare. IssadRebrad propone infattidi realizzare nelle areeda bonificare un impiantoagroalimentare (settorein cui è molto forte inAlgeria) sfruttando lepotenzialità del porto,

prevedendo occupazioneper centinaia di lavora-tori.Nel dare il benvenuto aCevital, non possiamodimenticare quel taleKhaled (l’arabo dei sogni)il quale, nel breve volgeredi alcune settimane, riuscìa prendere per i fondelliamministratori, sinda-calisti e quel che mag-giormente disgusta tuttele famiglie dei cassin-tegrati. I suoi progettifaraonici si rivelaronoben presto castelli di sab-bia. Quella di Khaledresta una delle paginepiù brutte della siderurgianella storia del nostroterritorio.

Siamo arrivati alla quintaedizione del Personaggiodell’Anno e del Premioalla Carriera. A vincereper l’anno 2014 è LuigiCarletti giornalista e scrit-tore e manager della co-municazione di fama in-

ternazionale. Ad aggiu-dicarsi invece il Premioalla Carriera, Fabio Mus-si, politico di prim’ordinee piombinese purosangue.Saranno festeggiati nelcorso di un evento or-ganizzato dalla nostrarivista.

In questo numero ospi-tiamo anche un’ampiaintervista al consigliereregionale Matteo Torto-lini. In molti probabil-mente storceranno il nasoritenendo inopportunopubblicare in questo mo-mento di derby in casaPd tale servizio. Neglianni non abbiamo maiintervistato Tortolini,spesso lo abbiamo anchepunzecchiato. Riteniamoquindi naturale parlarecon un consigliere re-gionale a fine mandato.E non abbiamo inten-zione di entrare nella po-lemica delle future can-didature per le prossimeelezioni regionali.

Torna il sereno sul cielo di Piombino

Personaggiodell’Anno

Tortolini

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di Fiorenzo Bucci

La salvezza delle ac-ciaierie è nelle manidi un gruppo industriale

algerino. Chi lo avrebbe maidetto negli anni in cui alle ra-gazze in età di marito venivaconsigliato di “tenerselo benstretto perché è di Magona”.Chi lo avrebbe mai previstoquando abili artigiani lascia-vano le loro botteghe e i lorolaboratori per adagiarsi sulcomodo e sicuro stipendioche la fabbrica garantiva finoalla pensione. Chi avrebbeimmaginato che nel 2014 sisarebbe spenta l’anima stessadel grande stabilimento, quel-l’altoforno, mostro enormedi una tecnica antica, che peranni ha spedito nel mondol’acciaio ineguagliabile diPiombino.Passata dal bengodi delle Par-tecipazioni statali, a proprietaridiversi e lontani, da denomi-nazioni mai uguali a organicisempre più ristretti e a bilanci

ogni anno più tristi, la Lucchini,come si chiama oggi la storicaacciaieria, accoglie il soccorsodi una mano straniera. È piùdi un anno che la giostra perla grande vendita è in motoe finalmente si è arrivati alnotaio che ha aperto le bustecon le offerte degli aspirantiproprietari e al Comitato disorveglianza incaricato di va-lutarle. Non gli ultimi, anzi iprimi passaggi concreti di unalunga serie prima di conclu-dere; indubbiamente però mo-

menti di speranza per ripren-dere la vecchia strada. Chesarà diversa dal passato, forsemeno luminosa, ma che – al-meno si spera – potrà comun-que riconfermare l’antica vo-cazione siderurgica di Piom-bino.In un anno se ne sono vistetante, parole e iniziative chespesso hanno vestito i pannidel semplice tentativo, rassi-curazioni che non sempre sisono rivelate tali, il folkloredi un arabo che ha promessoil Paradiso per sparire nellimbo dell’ignominia lasciando,nella fuga, il vuoto di speranzedeluse e il fardello di un ram-marico che per fortuna inpoche settimane si è trasfor-mato nell’ironia di chi savivere l’assurdo ridendo deipropri ruzzoloni.In campo a lungo è rimastosolo un pretendente, il grosso

gruppo indiano Jsw, un colossonato in un Paese lontano periniziativa di un vecchio di no-me Prakash Jindal il cui figlioSajjan ha battuto le orme pro-ficuamente del padre. Per con-vinzione prevalente gli asiaticihanno colto l’occasione permettere un piede in Europa,l’unico continente in cui finoranon hanno alzato capannoni.Dal “Financial Time” ci hannoribadito lo scarso interesseper continuare la produzionedi acciaio in riva al Tirrenomentre hanno guardato congrande interesse ai laminatoie al porto.Non c’è dubbio che Jsw abbiagiocato a lungo una partitanella convinzione di non avereavversari. Solo di recente loscenario è mutato con l’inattesoarrivo di un altro arabo, il pa-tron di Cevital Issad Rebrad,passaporto algerino, interessiin diversi Paesi d’Europa, unpassato di imprenditore side-rurgico e un presente di spe-cializzazione nel settore agri-colo e in una serie di società

La salvezza della siderurgia per mano straniera.Nardi e Comitato di sorveglianza scelgono Cevital.

Dopo l’illusione Khaled ecco Issad Rebrad

Rinascita: la Lucchini batte bandiera algerina

Acciaio e agricoltura, vince Cevital

CEVITALIl gruppo Cevital è il secondo gruppo algerino creato nel1998 da Issad Rebrad il quale già dal 1971 aveva iniziatoun’attività nel settore metallurgico per allargare poi il rag-gio di azione all’agricoltura, ai servizi e alla grande distri-buzione. Oggi Cevital con 15 mila dipendenti ed un fattura-to di 2,5 miliardi opera in dieci settori. Secondo quanto an-nunciato dallo stesso Rebrad, Cevital prevede su Piombinoinvestimenti indicati in 400 milioni di euro (120 già dal2015) per l'apertura di due forni elettrici e di un nuovo la-minatoio per raggiungere una produzione di due milioni ditonnellate annue di acciaio reimpiegando la maggior partedegli attuali occupati. Inoltre il piano algerino contempla losfruttamento del porto per le attività dell'intero gruppo econsistenti interventi del settore agroalimentare.

JINDALJSW Steel è un colosso nella produzione di acciaio all’in-terno dell'Op Jindal Group fondato da Prakash Jindal aMumbai in India. A capo di Jsw steel è uno dei quattro figlidi Prakash, Sajjan Jindal. L’azienda, nata nel 1982 si èsuccessivamente allargata fino a raggiungere una conside-revole dimensione nel mercato mondiale dell’acciaio (mi-gliaia di dipendenti, 9 miliardi di dollari di fatturato, siti pro-duttivi in Africa, Asia, Cile, Stati Uniti e Giappone e unaconsistente diversificazione dei settori di attività).La iniziale proposta indiana per l’acquisto della Lucchini hariguardato i laminatoi con un interesse per il porto e un dis-interesse più volte manifestato per lo sviluppo dell’area acaldo e la produzione di acciaio. Con l’ingresso in campo diCevital, Jsw è stato invitato a migliorare la propria offerta.

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nare la procedura di cessione(il primo passo sarà rappre-sentato dal preliminare di ven-dita). Fasi ancora delicate incui la prudenza dovrà esseremassima non fosse altro cheper gli insegnamenti trattidalla vicenda Khaled.Di recente il Ministero dellosviluppo economico ha ema-nato un decreto con cui è stato

prorogato al 7 novembre 2015il termine per l’esecuzionedel programma di cessionedi tutte le società del gruppoLucchini. Al di là delle di-chiarazioni che via via emer-gono, questi riferimenti sonoda tenere presenti per capirein quale spazio temporale sipotrà davvero tornare a re-spirare.

KHALEDNella lunga vicenda per la vendita della Lucchini non èmancata neanche un’anomalia fortunatamente archiviatain fretta. Tra i pretendenti per acquistare lo stabilimento siè presentato mesi fa il giordano Khaled Al Habahbeh a ca-po della Smc Group. Il suo fantasmagorico piano da sei mi-liardi per impadronirsi di tutta la fabbrica e per costituirepure hotel, centri congresso e sviluppare il porto, è naufra-gato quando finalmente è venuta alla luce la dimensionedel personaggio su cui gravano perfino pesanti addebitidella giustizia americana ivi compresi periodi di carcerazio-ne.Presentato nella sala del consiglio comunale dal sindacoAnselmi, al centro di una colorita conferenza stampa al Ca-lidario con tanto di brindisi e foto ricordo scattate insiemead entusiastici gruppi piombinesi, Khaled non è mai riusci-to a fornire una vera garanzia economica a sostegno delsuo piano e col tempo è sparito senza lasciare rimpianti.

Issad Rebrad

Sajjan Jindal

Khaled Al Habahbeh

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12 dicembre - gennaio - febbraio 2015

Barbara Boccini, nata a Piombino 39 anni fa. Operatri-ce Enpa canile di Piombino – accalappiacani. BabboRenzo pensionato acciaierie, mamma Alessandra casa-linga. Nipote del noto “Boccino” fondatore nel 1967del ristorante e stabilimento balneare di Calamoresca.Aspirazioni: «Proseguire nel mio lavoro con gli animali,riuscendo a crearmi qui a Piombino una indipendenzaeconomica facendo quello che amo».La tua città: «Mi piace, malgrado le poche iniziative eil poco sfruttamento delle grandi potenzialità che abbia-mo. Potremo fare molto di più per vivacizzare la città».Cosa manca a Piombino? «Volontà di cambiare».Cosa vorresti? «Un lavoro a tempo indeterminato e ilPiombino Calcio in serie D».Domanda al sindaco Giuliani: «Quali prospettive futureper il canile di Piombino?».Cosa auguri a Piombino? «Vorrei che riuscisse a risol-levarsi dal punto di vista economico e culturale».Due parole sulle Acciaierie: «Spero nel rilancio senzaperò la centrale a carbone».Renzi: «Parla troppo».Grillo: «Urla troppo».Berlusconi: «Doveva solo fare il presidente del Milan».

Oggi parlo io...Franco Giannelli, piombinese, sessanta anni, commerciante (barLa Bella Vita), sposato da 37 anni con Paola Bassi. Ha tre figlieAlice e Tarita (mamme felici) e Asia (ottima fotografa).Aspirazioni: «Serenità per tutti e tanta gioia con i miei nipotini».La tua città: «Apatica: manca nella gente lo slancio di un tempo».Cosa manca a Piombino? «Mancano i personaggi del passato co-me Emilio Micaelli, Lido Gonnelli, Gigi Tartagli i quali erano animatida una grande passione per la politica e il lavoro oltre ad uno svi-scerato amore per la città».Cosa vorresti?: «Che Piombino torni ad essere un vero polo side-rurgico dell’acciaio».Domanda al sindaco Giuliani: «Non dimenticare mai che sei il sin-daco».Cosa auguri a Piombino? «Che la gente torni a vivere e partecipicon slancio alle battaglie politiche per il lavoro come ai tempi delgrande sindaco Enzo Polidori».Due parole sulle Acciaierie: «Non si può più aspettare: bisognapassare dalle parole ai fatti con lo Stato protagonista principale».Renzi: «Una vecchia stazione per un’antica strada».Grillo: «In televisione funzionava».Berlusconi: «Le sue Tv hanno funzionato (per lui però in modo par-ticolare)».

Elio Peccianti, Piombinese, 65 anni, parrucchiere. Spo-sato da 29 anni con Daniela Delugas, due figlie, Krizia eMia. Hobby, teatro con Riolab.Aspirazioni: «Concludere il ciclo della vita con la serenitàdella famiglia».La tua città: «Guidata da troppo tempo da una correntepolitica che non ci ha dato altre prospettive se non lesue».Cosa manca a Piombino?: «I veri piombinesi».Cosa vorresti?: «Ritornare ai bei tempi dove ci si gustavail vero passeggio in corso Italia».Domanda al sindaco Giuliani: «È pronto a mettere i pro-blemi della città davanti a tutto, anche al partito? (Comeultimamente stava facendo Gianni Anselmi che poi è sta-to trombato per questo)».Cosa auguri a Piombino: «Essere amata dai piombinesi,che purtroppo siamo rimasti una percentuale bassa».Due parole sulle Acciaierie: «Spero che la Lucchini vengaacquistata il prima possibile, confidando nella serietàdell’imprenditore».Renzi: «O si ama o si odia».Grillo: «Un comico che si deve ritirare per il bene del mo-vimento».Berlusconi: «Tinto Brass che arranca».

Elio

Franco

Barbara

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Per Natale avevo pro-messo alla redazioneun pezzo buonista, ma

vagando per il corso desertodi San Vincenzo un sabatosera pensieri belli non ne sonoarrivati. Vuoto assoluto attornoalla mia ombra davanti a ne-gozi chiusi, fondi implorantiun affitto e commessi sullaporta della via principale diun centro turistico in una miteserata prefestiva.Metafisica poco poetica, piut-tosto la terribile percezioneche anni di politica immobilistaabbiano provocato un pro-gressivo devastante decubito,aggravato poi dalla crisi. Lascollatura enorme creatasi trai commercianti, tra questi el'amministrazione e tra que-st'ultima con i cittadini è tan-gibile nella mancanza di pro-poste collettive, partecipazioneagli incontri di categoria evolontà di confronto pubblico.Il Comune non è solo queldecadente palazzo, ancora darestaurare, che altro non è

ora che la squallida fotografiadi un paese da ripensare. IlComune sono i cittadini tuttie tutti insieme che eleggonouno di loro e decidono chi, epoi gli chiedono scelte degne

da condividere e sbagliano efanno giusto assieme a questiche li guida. I successi comele critiche allora sono da dis-tribuire in parti uguali pertutti e nessuno si senta escluso.

Dopo periodi amministratividi eccessivo decisionismopiù o meno costruttivo siamocrollati nel niente, che è moltopiù grave dello sbagliare per-ché crea il decubito da im-mobilismo, appunto. Che inuovi eletti desiderino recu-perare un rapporto indispen-sabile ad una realtà che nonha bisogno di una sagra inpiù per risollevarsi. Stimolinol'iniziativa che crea lavoro,sappiano farsi ascoltare ascol-tando, educhino maggiormenteall'accoglienza e all'estetica.Realizzino subito operazionipiccole ma buone per un nuo-vo segnale di fiducia, così dachiedere poi al paese lo sforzoper le più difficili e... fuorida una politica sterile al soloservizio di schieramenti chela storia ha dimostrato im-produttivi. Un migliore donodi Natale per San Vincenzonon si potrebbe trovare, edio prometto al direttore di es-sere più buono il prossimoanno.

la finestra

Vagando per il corso deserto

di Giampaolo Talani

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Gino Paoli il cantante. Gino Paoli lo scorbutico. GinoPaoli il campigliese. Per i suoi ottanta anni, ilfamoso cantautore genovese, mostro sacro della

musica italiana, ha scelto di nuovo il suo poderedi Campiglia Marittima come location perinvitare amici e conoscenti a festeggiarela ricorrenza. Presenti numerosi artisti,intellettuali e politici tra cuiBeppe Grillo, Anto-nio Ricci, GianniMinà, Zucchero,Walter Veltroni, Luca Corderodi Montezemolo, Gianni Morandi,Tony Renis, Red Ronnie, Antonello Piroso, Renzo Arbore, PieroFocaccia, Caterina Caselli, Amanda Sandrelli e Peppino di Capri. In realtà il grande party è stato una sorpresa per Gino Paoli, infatti algiornalista Alessandro Alicandri confessa: «Io ho solo fatto unacosa: compiere gli anni. Mia moglie ha invitato tutti. Non sapevonulla, è stata una sorpresa. Non amo festeggiare il compleannoma vedere così tanti amici mi ha fatto comunque felice».Ormai il “buen retiro” di Campiglia Marittima è diventata unadimora stabile per il cantautore: «Quandosono tornato qua dopo diversi anni erarimasto solo un piccolo pezzo di terra –racconta –, a forza di frazionamenti tracugini e parenti. Ho deciso di ristabilire il podere come quando ce l’aveva mio nonno. Ora la dimensione è la stessa. E

siamo tornati a produrre l’olio proprio come faceva lui». Gino Paoli il contadino. Propriocome il suo avo il cantante è tornato in Toscana per ritrovare le proprie origini. Ama vivereattaccato alla sua terra, Campiglia, e ama ripercorrere la vita di quel suo vecchio nonnoanarchico che diverse volte Gino Paoli ha definito «luce della mia vita».Gino Paoli ama la nostra terra e questo pezzo di Toscana incontaminato e crudo come lui.«Mio nonno era di Piombino – ha confidato una volta in un’intervista a Fabio Fazio –.Lo potevi portare a vedere dalla Torre Eiffel al Colosseo, ma ti rispondeva sempre: “Sì,sarà bella… ma piazza Bovio!” – il cantante ride ricordando suo nonno –. Quandoveniva a Genova si incazzava sempre perché al panificio non trovava il pane di Suvereto.Mio nonno era un vecchio anarchico straordinario, con una umanità incredibile. Sichiamava Gino». Ci chiediamo se quell’ottantenne sulle colline di Campiglia che fal’olio, festeggia gli anni con gli amici, mangia il pane di Suvereto e ama la nostraterra sia il famoso cantante o quell’avo che tanto gli è stato accanto. Comunque siac’è sempre un Gino Paoli dalle nostre parti. Un Gino Paoli cantante. Un Gino Paoliscorbutico. Un Gino Paoli campigliese.

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16 dicembre - gennaio - febbraio 2015

di Roberto Lampredi

La raccolta di 5mila fir-me a sostegno dell’exsindaco Gianni Ansel-

mi per la sua candidatura alleelezioni regionali costituiscequalcosa di inedito nel pano-rama politico piombinese. Equalsiasi esito avrà l’iniziativa,difficilmente lo sbocco saràuna ricomposizione senza vin-citori e vinti. Qualunque siano le regoledel Pd a livello regionale, ilgruppo dirigente locale saràcomunque sotto accusa. Sela candidatura Anselmi avràdirettamente il “lascia passare”o darà luogo a consultazioni“aperte” con le quali definirela lista degli aspiranti con-siglieri, ci sarà chi si vanteràdi avere sconfitto i riti dellavecchia politica. Nel casocontrario, si parlerà di apparati“autoreferenziali” sordi ed

insensibili alle istanze chevengono dalla cittadinanza. Difficilmente si entrerà nelmerito delle decisioni assunte,si analizzerà la loro coerenzainterna per verificarne la tenutasul piano della rispondenzaa principi di congruità e ra-gionevolezza, e ci si chiederàse un partito – “pesante” o“liquido” poco importa – possafare a meno di regole comuniall’interno dello stesso collegioelettorale in cui si presentacon proprio simbolo e relativecandidature. I sostenitori di Anselmi dannol’impressione che una sceltadiversa da quella che contemplila sua candidatura sarebbe daconsiderare una sconfitta perPiombino, e forse per l’interaVal di Cornia; altrimenti,avrebbe avuto poco senso sol-lecitare gli altri concittadiniad esprimersi singolarmentecon la propria firma, che in

questi casi è assai difficile ri-fiutare senza sentirsi in obbligodi precisarne i motivi. Certo,una convinzione così graniticaavrà dalla sua delle valide ra-gioni, oltre verosimilmente aqualche torto subito, ed è co-munque rivelatrice di un dis-agio e di una crescente diffi-denza verso gli apparati e neiconfronti di coloro che occu-pano ruoli politici, tali da in-sinuarsi persino all’internodel proprio partito.Né Anselmi né la fetta più ri-levante dei suoi sostenitoriimmagina, almeno al momen-to, di dare vita a movimentiche facciano perno su quel“civismo” che spesso carat-terizza fenomeni localisticinelle elezioni di livello inter-medio. Anche perché sino adoggi non sembra che abbianomesso in campo un progettodiverso da quello sostenutoa livello istituzionale dai sog-

getti che a vario titolo si sonodirettamente impegnati sullequestioni più importanti intornoalle quali si decide il futurodel territorio della Val di Corniae dei suoi insediamenti indu-striali.Soggetti, è bene ricordare,che nella loro quasi totalità,pur con ruoli diversi, fannoriferimento alla stessa areapolitica. E che – a detta deglistessi – se si è aperto qualcheincoraggiante spiraglio sullaquestione Lucchini è per meritodella loro azione sinergica, enon grazie ad un singolo at-tore.Lo stesso Anselmi – per am-missione comune – ha svoltosu questa vicenda un impor-tante ruolo di “coprotagonista”,determinando, insieme aglialtri, nuovi scenari che fannoapparire meno velleitaria laripresa industriale della Valdi Cornia.

Ancora battaglia nel Partito Democratico

Quelle firme al vetriolo

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di Gordiano Lupi

La mia vecchia Pontedoro, cheio non so neppure come siscrive, ma lo scrivo così perchémi piace. Centrale Enel in dis-armo, l’altoforno Lucchini spen-to, archeologia industriale delpassato, una spiaggia cadentee quel che resta dei ricordi. IlQuagliodromo, tra lo scintillaredelle acque sotto il riflessodel sole, un posto dove chia-mano le spiagge con nomi enumeri, gabbianelle e aironinon lo sanno, si spostano in-consapevoli tra Perelli 1, adestra della centrale inattiva,milioni d’anni fa scenario d’unepilogo a carbone fermato dalreferendum.Erano i tempi in cui credevamoalla politica, adesso resta sol-tanto un povero bagno costruitotra le ciminiere come nel filmdi Virzì, un bagno e il mare disettembre, triste come le ta-merici salmastre ed arse chesi affacciano sul litorale, mac-chia mediterranea e sterpaglie,bassa come i ricordi che situffano tra le onde increspated’un mare tranquillo. Alle spalledei miei pensieri il Monte Calvi,Campiglia e gli scavi del calcare,la montagna distrutta cheavrebbe cambiato il clima emodificato il corso dei venti.Perelli 1 e un immenso retoneda pesca piazzato nel mareda chissà quale pescatore, aitempi in cui ero un bambinodistratto da sogni e pensieri,non mi fermavo a guardare larealtà, tutto era troppo normale.Adesso, invece, è il normalea diventare straordinario,persino un ristorante chesepara Perelli 1 da Perelli 2,luogo di cene luculliane, eccessigiovanili che non rammento,troppo cambiato nel volgeredegli anni.I bagni gestiti da operai del-l’altoforno in cassa integrazione,in aspettativa, prepensionati,che non sono gli stessi bagni

di Viareggio, neppure dell’Elba,ma spiaggia riconvertita al tu-rismo. Un mare privato checonvive con arenili stretti lasciatial popolo delle ferie a bassocosto, un mondo di operai,un sottoproletariato urbanodiverso dagli anni Settanta,che la domenica pranza ancorasu tavoli improvvisati tra pinie tamerici, lecci e calette as-solate. All’orizzonte cespuglibassi e informi modellati dalvento, braccia di pini ritorte,forcelle di rami in croce, scolpiteda sole e salmastro, un bagno

che sfoggia un nome tropicalee ombrelloni caraibici con iltetto di guano. Il Nano Verde,accampamento di giovani acaccia di emozioni estive, trafitta boscaglia e pineta marit-tima, alta, imponente, chescopre le prime case di Riotorto,improvvisa apparizione sul li-torale, la spiaggia del Mortel-liccio, Carbonifera, arenile consentori africani per il viandantemarino che scorge due insolitepalme sul litorale. La nostraspiaggia bassa e stretta chefa intuire il golfo di Follonica,

il nostro mare brullo, chiazzatodi ricordi industriali e pineta,lecci e tamerici, cosparso dicanzoni d’amore perdute, rac-conti lasciati appassire sullapunta della penna, emozionidimenticate, pomeriggi indi-menticabili.Pochi cespugli a ridosso delledune, sembra d’essere in unvecchio film di Pasolini o inuna commedia di Citti, paredi trovarsi sulla spiaggia diCasotto, Ostia o Fregene nonimporta, è il nostro mare, lanostra Maremma assolata,un tempo flagellata da zanzaree malaria, adesso arenile perturisti e indigeni, tra Torre delSale e Torre Mozza, in odordi pirati e pinete. Pratoranieriè già Follonica, con i grattacielidi mare, rimpianto del tempoperduto e d’una pineta fanta-stica scambiata per posti dilavoro, per un lavoro che adessoci abbandona e non sappiamoche fare.Alle spalle dei pensieri la cam-pagna, uliveti e bosco, davantiai nostri occhi lo Scoglio dellaTroia, Punta Ala, le Formiche,Porto Santo Stefano, il Giglioe il fantasma d’una nave af-fondata. La barca fa rotta dinuovo verso Piombino. Tempoè di ritornare ai nostri altifornispenti, alla collina della Tolla,al Porto che si spinge nelmare, per abbracciare l’Elba.Piombino è un gigante addor-mentato, senza fumi, senzaodori, senza i finti tramonticolor rosso fuoco. A ogni oradel giorno, va in scena il riposodel guerriero, il riposo eterno,tra una centrale elettrica inattivae un altoforno spento, solotanto mare e spiagge abban-donate, tra quel che resta diPontedoro e la macchia me-diterranea. Pini marittimi dellamia infanzia, sentinelle d’u-n’adolescenza perduta, sor-veglianti storici del mio presente.Vive nei miei ricordi un perdutosplendore.

Piombino, gigante addormentato senza fumi.In scena il riposo del guerriero, il riposo eterno.

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QUINDICI ANNI DI POLITICA, DALLA SINISTRA GIOVANILE ALLA REGIONE

MATTEO TORTOLINI

«Sonoun uomodi partito»

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di Francesca Barone

Aveva solo dodici an-ni quando in Cina icarri armati invade-

vano piazza Tienanmen e inGermania crollava il murodi Berlino. La forza di quel-le immagini, trasmesse allatv, avrebbe tracciato un sol-co nella sua memoria di ra-gazzino. È in quel solco cheMatteo Tortolini ritrova unprimo impulso verso la poli-tica. Figlio della città fabbrica,figlio di un operaio, figlio diun militante comunista, perlui imboccare subito la stra-da verso il Pci pare quasid’obbligo. E invece, non sa-rà una scelta così immedia-ta. Durante gli anni dell’a-dolescenza, a livello politi-co, si limita a confronti ca-salinghi con il padre. La suaattenzione è rivolta soprat-tutto alla pallacanestro, suagrande passione. È a Firenze, durante gli annidell’università, che in Mat-teo scatta la scintilla. Nel2000 la riforma Berlinguerin materia di istruzione sca-tena la protesta. «Ritrovarminel mezzo a scontri tra col-lettivi studenteschi e destrauniversitaria – racconta Tor-tolini – mi ha portato a pren-dere le distanze dagli estre-mismi ideologici. Questo miha spinto ad interessarmi at-tivamente alla politica». Nasce la passione e si aprela stagione della militanzanei Ds, con un approccio,però, diverso da quello cheera stato del padre. «La miaappartenenza a sinistra, co-me quella di tanti ragazzidella mia generazione – sot-tolinea Tortolini – è stata se-gnata, non dal mito del-l’Urss, ma dalla sua degene-razione, dal crollo e dall’an-sia di libertà». Matteo si iscrive alla sini-stra giovanile all’inizio del1999. «Ricordo – racconta –che ero impressionato dallaqualità del dibattito all’in-terno del partito. Mai attac-

chi personali. Era una sta-gione dove c’era grandequalità e politici capaci, co-me Enzo Polidori, FabioBaldassarri, Lorenzo Banti,Paolo Benesperi. La batta-glia politica non avvenivaattraverso i social media,perché non c’erano, ma av-veniva davvero a colpi didiscussioni». La carriera politica di Torto-lini prende subito un’accele-rata. A distanza di qualchemese dalla sua iscrizione aiDs viene candidato a Piom-bino in consiglio comunaleed eletto. Ha 22 anni. L’im-pegno politico diventa piùdiretto. Con il primo manda-to Anselmi arriva l’assesso-rato all’urbanistica, che la-

scia poi per guidare la fede-razione. «La svolta – spiega– ha avuto inizio in quel mo-mento, quando mi resi contoche la politica avrebbe avu-to un ruolo preminente nellamia vita. Non finirò mai diringraziare tutti quelli chemi hanno consentito di gui-dare il nostro partito. Per mesono stati gli anni più belli epiù incisivi per la mia cre-scita politica. Ho dedicatoanima e corpo al rafforza-mento prima dei Ds e poidel Pd. Non potrò mai scor-dare l’assemblea fondativadel Partito democratico del-la Val di Cornia-Elba. Il pa-lazzetto di via Ferrer erapieno. 240 delegati eletti neicircoli di base mi conferma-

rono segretario della federa-zione. Politicamente è statoil momento più importanteche ho vissuto». Nel 2009, battendo l’avver-sario livornese, vince le pri-marie su scala provinciale esi candida, come capolistadel Pd, al Consiglio regiona-le. Adesso Tortolini stagiungendo alla scadenza delprimo mandato e sul suo fu-turo pesa un’incognita.Da studente a consigliereregionale, passando tra ca-riche e incarichi. Al di làdella politica, ha mai lavo-rato?«No. Durante gli anni uni-versitari ho fatto qualche la-voretto in bar e ristoranti diFirenze e Piombino. Però i

Matteo Tortolini nasce a Piombino, nellaterza strada del Cotone, il 2 maggio 1977.Il padre Piero è operaio Dalmine, la madreSonia impiegata Asiu. Dopo il diploma inragioneria si iscrive, a Firenze, alla facoltàdi Scienze politiche. Con suo grande ram-marico non termina il percorso universita-rio. In quel periodo, infatti, Matteo si avvi-cina alla politica in maniera attiva.Nel 1999 si iscrive ai Ds. Lo stessoanno viene eletto in consiglio comuna-le a Piombino e diventa segretario del-la Sinistra giovanile della Val di Corniae isola d’Elba. Nel 2004 risulta il primo degli eletti per ilconsiglio comunale. Dal sindaco Anselmiviene nominato assessore all’urbanistica,sviluppo e concertazione. Nel 2005 viene

eletto segretario della federazione localeed entra nella direzione regionale toscana.Nel 2007, aderisce al Pd e diventa segre-tario della federazione Val di Cornia-Elba. Nel 2009 viene eletto nel Consiglio provin-ciale di Livorno. Nello stesso anno parte-cipa alle primarie per il consiglio regiona-le, raccogliendo il maggior numero di con-sensi nella provincia di Livorno. Nel 2010viene eletto in Consiglio regionale. È sta-to componente della terza commissione“Sviluppo economico”. Attualmente faparte della sesta commissione “Territorioe ambiente”.Dal 2010 è sposato con la venturineseValentina Bertocchini, conosciuta graziealla politica. Hanno una figlia, Ginevra, didue anni e mezzo.

Chi è Matteo Tortolini

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primi contributi mi sono sta-ti versati dal Comune quan-do ero assessore». Quanto guadagnava comesegretario di federazione?«Io prendevo quanto un me-talmeccanico di terzo livel-lo». E adesso?«Guadagno molto di più.Troppo».Al Pd regionale quanto vadella sua indennità?«1.500 euro». Se non avesse intrapreso lacarriera politica che cosale sarebbe piaciuto fare?«Il giornalista sportivo».Le faccio un nome: GianniAnselmi.«Ho conosciuto Gianniquando era assessore aCampiglia. Nel 2004 ho so-stenuto con convinzione lasua candidatura a sindaco diPiombino. Grazie a lui hoavuto l’onore, perché erodavvero giovane, di farel’assessore all’urbanistica.Sono cresciuto con Gianni». Compagni di partito, maanche amici?«Sì, eravamo una coppia di

fatto (ride). Nel 2010 è statoil mio testimone di nozze.Tra noi c’era una grandesimbiosi, data da una mede-sima visione delle cose. Co-sì è stato fino a questa esta-te». Dove va cercato il punto dirottura tra voi?«Anche se poi gli eventi titrascinano, con me perso-nalmente non c’è mai statoun punto di rottura, cioè unfatto in particolare. Gianni èstato un sindaco apprezzatodalla città ed è una risorsada utilizzare. La non candi-datura in parlamento, l’inse-rimento nella terna per l’au-torità portuale, l’ipotesi poisfumata che lo avrebbe vistoalla guida dell’accordo diprogramma, hanno contri-buito a creare questa situa-zione. E siamo arrivati alleregionali. Ho capito che sisarebbe candidato quandoquest’estate al telefono midisse che non si sarebbe maicandidato». Quindi lo rimprovera dinon essere stato sincero?«Quando si fa battaglia poli-

tica si deve fare esplicita-mente. Lui dice che nonmette in discussione me. Daquesto punto di vista ci vor-rebbe meno ipocrisia». A favore di Anselmi, inbreve tempo, sono stateraccolte oltre 5mila firme.La vive come un mobilita-zione “contro” Tortolini?«Ho parlato con chi ha rac-colto le firme e sto alle coseche dicono i sottoscrittori:non si tratta di una campa-gna contro nessuno, ma disostegno ad una persona cheper loro merita un’opportu-nità. E ritengo che chi si au-to organizza non vada maidemonizzato, ma rispettato.Sono tutte persone che co-nosco». Quindi è giusto tenere con-to di questa volontà?«Le firme raccolte sono unfatto politico che non puònon essere considerato. Il li-mite che vedo in questo ge-sto è una raffigurazione sba-gliata che viene data: il Pd,visto come un gruppo di bu-rocrati, da un lato e la socie-tà, che si auto organizza,

dall’altro. A danno, questo,del partito. Per quanto mi ri-guarda io potevo ricandidar-mi automaticamente. Hoscelto di consultare il nostropartito, i nostri iscritti. C’èun collegio elettorale e chiva in lista deve rappresenta-re tutta la provincia. Secon-do me è insensato fare pri-marie solo in una frazione». Chi sostiene la sua candi-datura, dice che Anselminon sia così amato fuoridai confini piombinesi. Locrede anche lei?«Non lo so (sorride). Loscopriremo solo vivendo». Ha mai parlato con il go-vernatore Rossi della “dia-triba” tra lei e Anselmi?«Con Rossi parliamo deiproblemi della Toscana». Se la sua esperienza in Re-gione dovesse chiudersicon la fine del primo man-dato?«Farò altre cose».La possibilità di fare il sin-daco di Piombino è svani-ta. Sembrava che lei potes-se essere il naturale suc-cessore di Anselmi. Invece

di Umberto Barlettani

Dono di natura che vor-rebbe avere?La voce di James Brown.Il tratto principale del suocarattere? Dicono che sia spigoloso. Un suo difetto? Tendo ad essere testardo,soprattutto con gli amici econ chi mi è vicino.Stato attuale del suo ani-mo?In movimento. La fotogra-fia verrebbe sfocata.La persona cui chiedereb-be consiglio? A chi ho sempre chiesto po-chi consigli: i miei genitori.Il giorno più felice dellasua vita?Maggio-giugno 2011 quan-do Valentina mi disse “Mat-te, sono incinta!”.

E il più infelice? I giorni in cui deludi leaspettative per responsabili-tà non attribuibili ad altri.Di cosa ha bisogno per es-sere felice? Della felicità di chi mi staintorno.Una cosa che non ha maicapito della gente?La tendenza ad inseguire lamoda del momento, nellavita, nel pensiero,nelle abitudini, per poi cam-biare rapidamente opinionee ripetere lo stessoclichè. Il vero lusso è?Poter pensare a se stessi.Il più bel ricordo da bam-bino?La ricerca di stradine dovenon passavano le macchineper giocare a pallone, im-provvisando le porte e dan-do calci al Supertele.

Cosa voleva fare a 12 an-ni?Il mio primo articolo lo fecinel giornalino della quintaelementare. Il mio sogno erafare il giornalista sportivo.Materia scolastica preferi-ta?Storia e Geografia. Un consiglio ai giovani dioggi?Pensate con la vostra testa,state alla larga dal confor-mismo.L’incontro che le ha cam-biato la vita?Quando cercai e incontraiAndrea Baldassarri periscrivermi ai giovani deiDS.Città preferita?

Londra.Il piatto che predilige?La pasta con i ricci.E la bevanda? Vino.La qualità che preferiscein un uomo?La schiettezza.E di una donna?Le donne, quando contadavvero, sono diffusamentemeglio degli uomini inquasi tutte le qualità espri-mibili.Quel che detesta di più? L’ipocrisia, i luoghi comuni,il pregiudizio, l’irrazionalitànella formazione del pensie-ro e delle idee.Personaggio storico piùammirato?

Botta e rispo

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Nelson Mandela.Con quale personaggiopolitico vorrebbe parlare?Giorgio Amendola. Lottapartigiana, la Costituzione,la Repubblica, “la sua sceltadi vita”. Una lezione la suasenza tempo. Ha il potere assoluto perun giorno: la prima cosache fa?Abolisco l’invidia per leg-ge. È corrosiva, deresponsa-bilizza, genera fondamentalismi individualie collettivi. Film cult?Baaria di Giuseppe Tornatore.Attori preferiti?Robert de Niro.Cantanti preferiti?

Senza ombra di dubbio: iBeatles. Una passione tra-smessa da mio babbo e chetutt’ora coltivo. Pittore preferito?In generale i pittori neorea-listi del primo dopoguerraitaliano.Una frase che porterebbesulla t-shirt?Ecco, ho sempre mal sop-portato gli slogan, figuria-moci l’esibizione della frasifatte. Libri preferiti?Il diario di Anna Frank, Leorigini del totalitarismo diHannah Arendt, La societàaperta e i suoi nemici diKarl Popper. La soddisfazione più

grande? Il giorno di insediamentodel Consiglio regionale del2010, vennero in molti dalnostro territorio, oltre amia moglie e i miei familia-ri. Solo guardare le loro fac-ce era motivo di soddisfa-zione.Hobby?Leggere.Programma televisivopreferito? La Storia siamo noi di Gio-vanni Minoli.Il regalo più bello che haricevuto?Il motorino a 14 anni. Era ilprimo assaggio di libertà.Indimenticabile.Un suo rimpianto?Non aver perfezionato lelingue straniere che di baseconosco e parlo. Ma sono intempo.Le colpe che le ispirano

maggiore indulgenza?Quelle non legate alla catti-veria, alla prepotenza, allaprevaricazione verso gli altri.Pensa di restare simpaticoo antipatico agli altri?La spigolosità può generaredistanza o antipatia, in real-tà è l’altra faccia di una ti-midezza interiore.L’amico più caro?Quelli che quando conta cisono sempre anche se faces-si altro nella vita.Ciò di cui non può fare ameno?Il caffè e la lettura dei gior-nali al mattino.Nella vita a chi deve diregrazie? A mia moglie. Non finiscomai di scoprirla. Io vorrei? Risolvere positivamente lavicenda industriale di Piom-bino.

il suo nome è stato ritirato.perché?«Perché sono un uomo dipartito, nel bene e nel ma-le».Un passo indietro impostodall’alto?«No no, una mia decisio-ne!».Ha temuto che la città nonl’accettasse?«No. Secondo me, in quelmomento, primarie a tre nonsarebbero state positive peril partito. Venire via dalConsiglio regionale avrebbeavuto senso se ci fosse statoun processo di ricomposi-zione. Condizione che nonsi è creata. Così ho deciso didare una mano per le prima-rie. Sono stato abituato così.Oggi la politica è cambiata,conta molto anche la scom-messa personale. Lo vedia-mo con Renzi».A proposito, quando Renzinel 2012 venne a Piombi-no, al Phalesia, lei era pre-sente, al contrario di altrisuoi compagni di partito.«Ero curioso di ascoltare unragazzo che aveva due anni

più di me e che esprimevauna freschezza e un elemen-to di novità. E poi non mi hamai convinto la campagnadi demonizzazione che èstata fatta nei suoi confronti.Ma non mi sono mai acco-dato al renzismo, come altrihanno fatto di recente. Mami auguro che questa suacarica innovativa lo porti acostruire un gruppo forte». Un giudizio sul governato-re della Toscana?«Ho conosciuto bene EnricoRossi. È una figura di valo-re. È un uomo apprezzato

per le proprie qualità di go-verno, per il coraggio dimo-strato su alcune scelte di ri-forma di una regione che an-dava modernizzata. PerPiombino, soprattutto per ilporto, ha svolto un ruolo diprimo piano. La Regione hacandidato Piombino comearea di crisi complessa, con-sentendo di indirizzare sullacittà tutte le risorse possibi-li. E secondo me, questo èstato un limite, perché credoche occorra dare una dimen-sione più forte e unitaria alterritorio. È giusto guardare

anche oltre Piombino, cioèalla Val di Cornia e all’El-ba». Riguardo alla Val di Cor-nia, come spiega la sconfit-ta del Pd a Suvereto?«La vicenda di Suvereto, dicui bisogna dare merito an-che al nuovo sindaco Giu-liano Parodi, è dipesa ancheda scelte nostre, come la fu-sione. Quell’operazione,che è stata percepita dai su-veretani come calata dall’al-to, è nata da un processo disfilacciamento del partito.Io mi prendo la mia parte diresponsabilità, ma lo devo-no fare anche gli altri. In Valdi Cornia bisogna recupera-re un ruolo più incisivo, piùinnovativo, in grado di rico-struire un’unità».Un giudizio sugli altri sin-daci della Val di Cornia.«Massimo Giuliani è unapersona seria e competente.Sulla vicenda industriale sista misurando senza grandiproclami, ma con grande ca-pacità di tessitura, sobrietà eprudenza. Con MassimoBandini, invece, siamo ami-

osta MatteoTortolini

Da sx Tortolini, il Governatore Rossi, Anselmi e Simoncini

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22 dicembre - gennaio - febbraio 2015

ci da una vita. Ero convin-tissimo che fosse la figuragiusta per San Vincenzo. Èun sindaco di una volta: co-nosce bene la popolazione.Politicamente bravo e in-dubbiamente simpatico, adifferenza di me (ride). Ros-sana Soffritti ha una grandecapacità di ascolto. Si diceche dovrebbe essere più de-cisionista, ma in questi cin-que anni è cresciuta molto.Luciano Cencioni guida ilComune di Sassetta che hauna dimensione diversa ri-spetto agli altri, però è atten-to e competente e una perso-na umanamente squisita». In Val di Cornia il Pd haperso Suvereto, ma la ba-tosta più grossa l’ha incas-sata a Livorno con la vitto-ria del cinquestelle Noga-rin.«Una vicenda che ha segna-to un solco nella storia dellasinistra toscana. Mi parechiaro il quadro. Si venivada una stagione di governoche è stata sanzionata pe-santemente dalla popolazio-ne. Questo è un monito. Li-vorno ha un tessuto socioe-conomico che è drammati-

co. C’è un processo di dein-dustrializzazione clamoro-so, senza prospettiva. Lì civuole un’opera di ricostru-zione del Pd. Intanto guar-diamo cosa farà Nogarin». Tra l’altro, Livorno è statasempre vista, soprattutto aPiombino, come una sortadi matrigna, pronta adostacolare qualsiasi pro-getto di sviluppo che ri-guardasse il nostro territo-rio.«Però lo sviluppo prepoten-te che ha avuto il porto diPiombino ha segnato l’ele-mento di discontinuità ri-spetto ad una stagione doveci sentivamo figli di un Diominore. E in questo siamostati tutti bravi: l’ammini-strazione precedente, l’Au-torità portuale e la Regione.Siamo stati capaci di farepolitica e oggi abbiamo unporto che ha una dimensio-ne mediterranea. Il proble-ma non è Livorno, ma cosasiamo capaci di fare noi.Non dobbiamo preoccuparcidi alimentare diatribe. Infat-ti il porto dimostra che, sen-za aprire guerre o cambiareprovincia, si può realizzare

un’infrastruttura determi-nante per il futuro del terri-torio». È ricorrente l’idea che ne-gli ultimi anni il Pd piom-binese sia stato svuotato diautonomia politica a favo-re di un forte potere deci-sionale venturinese. È co-sì? «Se fosse così sarei conten-tissimo, perché sono piom-binese e vivo a Venturina(ride). Questa era una tesidegli anni Novanta, quandosi sosteneva che a comanda-re erano i venturinesi. Mipare che negli ultimi diecianni Piombino abbia svoltoun bel ruolo. Anzi, c’è chiha riscontrato un protagoni-smo eccessivo». Tra lei e l’assessore regio-nale Marson è nata unapolemica a proposito dellatenuta di Rimigliano, cheha portato alcuni a soste-nere che lei favorisca gliinteressi di Berrighi e Fer-ragamo.«In quel caso io difendevo ilComune di San Vincenzo escelte per me giuste. Diffidodei politici che fanno batta-glie solo quando conviene.

Non capisco perché quandosi difende il presidio indu-striale va bene, quando in-vece si difende un progetto,sostenuto dal Comune, diuna piccola realtà imprendi-toriale, deve esserci il so-spetto. Questo è un retaggiodel passato che appartienead una certa sinistra di cuiprima ci liberiamo e meglioè. E i lavoratori sono tuttiuguali: quelli dell’edilizia,quelli dell’industria e quellidel turismo». Su di lei si rincorrono pa-recchie voci. Si parla diuna persona superbiosa,distaccata, quasi antipati-ca. Lo sa vero?«Sì. Questa è una cosa chemi fa soffrire come un cane,perché la verità è che, anchese non sembra, sono timido.E molto spesso i miei atteg-giamenti sono solo mecca-nismi di difesa». Se le dico Ginevra (la fi-glia)?(abbassa lo sguardo e la vo-ce si spezza) «Mi piacereb-be trascorrere più tempo conmia figlia, con la mia fami-glia. È una cosa su cui riflet-to tutti i giorni».

Sono molteplici gli aspettipersonali e lavorativi scaturi-ti dalla lunga intervista diCosta Etrusca al consigliereregionale Pd Matteo Tortoli-ni. Il rapporto col proprio ter-ritorio è sicuramente ciò sucui più si è incentrato in que-sti anni di lavoro in Regione.Non solo tematiche legate aPiombino e la Val di Cornia oil nord della provincia di Li-vorno, compreso il capoluo-go, ma un occhio specialeMatteo Tortolini lo puntaall’arcipelago, in particolarmodo all’isola d’Elba.

«Conto di far approvare pri-ma della fine del mio manda-to in Regione una legge adhoc per le isole minori – af-ferma il consigliere regionalePd –. Sono in stretto contat-to anche con il governo, at-traverso il sottosegretario al-l’ambiente Silvia Velo. L’o-biettivo è quello rafforzare iservizi alla persona comescuola, formazione e assi-stenza socio sanitaria degliabitanti delle isole minori.

In passato ho seguito la pri-vatizzazione della Toremar,l’attenzione alle isole dellaToscana non è certo unaquestione nuova. Oggi, inparticolar modo però, c’è bi-sogno di costituire con leaziende di eccellenza, chesi trovano sulle nostre isole,forti legami. Soprattutto bi-sogna agevolare le impresee diminuire il gap territorialeche la distanza fisica com-porta. Anche il comparto tu-

ristico dovrebbe entrare afar parte di questa nuova lo-gica, penso all’associazionedegli albergatori come prin-cipale referente. Lo sviluppodelle tante potenzialità chel’arcipelago può dare al con-tinente è fondamentale. Lavoglia di approvare questalegge da parte mia c’è e storiscontrando pareri favore-voli sia in Regione che a Ro-ma. I presupposti ci sono –conclude Matteo Tortolini –,l’approvazione della legge èil prossimo passo».

(l.g.)

Tortolini e l’isola d’Elba

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Maila Papi(Giornalista La Nazione):

«Conosco Matteo Tortolinipraticamente da sempre.Quando sono entrata a LaNazione lui era sui banchidel consiglio comunale. Hoassistito alla sua ascesa po-litica, ai suoi incarichi, finoalla nomina a segretariodella Federazione Pd nel2007. Poi in Consiglio re-gionale.Politicamente lo considerouno dei migliori. I suoi in-terventi sono stati sempreincisivi, chiari, giornalisti-camente concreti. E qui mifermo. Perché lo conoscosolo come uomo politico.Oggi – per l’evolversi dellasituazione politica locale nelPd – con ogni probabilità vi-ve momenti di tensione, eforse umanamente anche didifficoltà. È pur vero, cheMatteo in tutti questi anni dimilitanza, di situazioni ana-loghe le ha sicuramente giàvissute».

Marcello Maio(Segretario Circolo Pd2 giugno Piombino):

«Ho avuto la fortuna di co-noscere maggiormente Tor-tolini quando, lui allora se-gretario della Federazione,mi chiamò in segreteria peroccuparmi di attività pro-duttive. Un ragazzo dinami-co, pieno di idee e con unostraordinario talento politi-co. La sua forza sta nel ri-uscire a trovare, con tempe-stività e coraggio, sintesi e

soluzioni politiche anche aproblemi complessi, sempreavendo come punto di riferi-mento una visione di insie-me e il bene comune. Unagrande risorsa riformista peril territorio».

Giovanni Fabbri(Ex insegnante):

«Matteo Tortolini ha percor-so fin da giovanissimo, tuttele tappe della politica nelmodo migliore per giungereinfine alla prestigiosa carica

di consigliere regionale. Si-curamente, tra i nostri politi-ci, è uno dei più preparati.Unico neo – se mi è permes-so – in certi momenti mi èparso troppo “distante” dalsuo elettorato».

Massimo Bandini(Sindaco San Vincenzo):

«Conosco Matteo da tempoe a lui mi lega una sinceraamicizia. Nel corso deglianni ne ho potuto apprezza-re il lavoro sia all’internodel partito sia in ambito am-ministrativo e ho avuto mo-do di collaborare con lui pri-ma in qualità di assessore eora come sindaco. Nel suoruolo di consigliere regiona-le ha saputo rappresentare almeglio il nostro territorioportando avanti, in manieraconcreta, le nostre istanze.Sono convinto che Matteosia una risorsa e con la suacollaborazione potremo, an-che in futuro, operare per ilbene della nostra terra».

Dicono di lui

Giuliano Fedeli(Vicepresidente Consiglioregionale Toscana):

«Matteo non è politicamen-te molto estroverso se siconsidera l’attuale uso del-la comunicazione in politi-ca. Questo è un segnale di

serietà anche se, oggi, unsimile atteggiamento è ri-schioso perché chi nonesterna, sempre e comun-que, corre il rischio di es-sere etichettato come unpolitico inattivo.Per quanto riguarda l’atti-vità in Consiglio regionale,egli non ama interveniresu ogni atto in discussio-ne (in linea con quanto hodetto in precedenza); fa in-terventi mirati, prevalente-mente, su aspetti del suoterritorio (Val di Cornia ePiombino) sempre accom-pagnati da una buona dia-lettica e capacità oratoria.Credo che questo contrad-

distingua il comportamen-to di Matteo Tortolini nonsolo in Consiglio regionalema anche in VI Commis-sione consiliare perma-nente di cui egli è compo-nente. Sono convinto chesia molto impegnato suiproblemi della nostra cittàe del nostro territorio ma ilsuo impegno è sempre, ri-peto, caratterizzato da unatteggiamento molto at-tento all’uso della comuni-cazione mediatica di cuiegli non ama abusare.Nonostante si provengadalla medesima zona nonsiamo soliti confrontarcipoliticamente. Le nostre

storie politiche ci connota-no profondamente e prove-nendo lui da un partito sto-ricamente molto forte sulterritorio ed io da un picco-lo partito sempre molto cri-tico e contestatore, c’èsempre stata una riservamentale (non escludo daentrambe le parti) che hacondizionato la disponibili-tà verso il confronto ed ildialogo. Perlomeno questa è l’im-pressione che io ne hosempre tratto.È veramentesincera la mia stima e lamia considerazione versol’amico e collega MatteoTortolini».

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24 dicembre - gennaio - febbraio 2015

fatti & persone

Dalla Regione e dal Mi-se in arrivo 52 milionidi euro per la reindu-

strializzazione.La giunta regionale ha infattideliberato un pacchetto diinterventi e incentivi per lariconversione del polo side-rurgico piombinese e dell’areaportuale. 32 milioni di eurodi incentivi regionali e 20dal Ministero dello sviluppoeconomico. Gli interventiper la reindustrializzazionedovrebbero partire ad annonuovo. In una nota della Re-gione si precisa che l’inter-vento è rivolto ai lavoratoridel settore siderurgico, siadiretti che a tutti quelli del-l’indotto, espulsi dal mercatodel lavoro a causa dellacrisi. Sono previste varie

misure di riqualificazione,bandi per la ricerca e svi-luppo, bandi sull’innovazionee fondi rotativi con finanzia-menti a tasso zero a favore

delle piccole e medie im-prese, non solo quelle del-l’industria e artigianato maanche del commercio e delturismo.

Riconversione industrialeIl comitato interministerialeper la programmazione eco-nomica ha approvato lo stan-ziamento da 70 milioni previstodall’accordo di programmafra Stato e Regione per la ri-qualificazione del polo side-rurgico. Nel dettaglio verrannostanziati fra il 2014 e il 201750 milioni di euro per la bo-nifica del suolo e della faldadell’area ex Lucchini. Gli altri20 milioni verranno erogatidal 2015 al 2017, per le in-frastrutture necessarie allosmaltimento delle navi militari.

Cipe: 70 milioni per le bonifiche

Andrea Manciulli, il depu-tato piombinese del Parti-to Democratico, è il nuovodirettore del rapporto sulterrorismo internazionale.La nomina è giunta nel-l’ambito della riunione delGruppo speciale per il Me-diterraneo, svoltasi ad Ate-ne.Manciulli, presidente delladelegazione italiana all’As-semblea parlamentare del-la Nato, è stato scelto co-me direttore del rapportosul “Ruolo dei Paesi delGolfo nella crisi del Medi-terraneo e nella lotta al

terrorismo internazionale”.Si tratta della prima voltache ad un parlamentareitaliano viene assegnato,in tale ambito, un rapportocosi importante che inve-ste le priorità strategichedella difesa comune e toc-ca da vicino gli interessidel nostro Paese. «È con grande soddisfazio-ne che ho accolto questoincarico internazionale chel'Assemblea parlamentaredella Nato ha deciso diconferirmi: mi sento onora-to – ha commentato Man-ciulli –. Si tratta di un argo-mento delicato ma allostesso tempo importantis-simo per la sicurezza delnostro Paese e dell'Allean-za atlantica. Occorre im-mediatamente – ha prose-guito – mettersi al lavorocercando di favorire le pro-spettive della coalizioneche si è creata per fronteg-giare la minaccia dell'Isise dell'instabilità della re-gione medio orientale».

Manciulli, lotta al terrorismo

La piombinese Chiara Montanaririceverà l’Ambrogino d’oro dallemani del sindaco di Milano Pi-sapia. Le verrà conferita la pre-stigiosa medaglia poiché è statala prima donna capo-spedizionein Antartide. Laureata in ingegneriacivile a Pisa, la sua tesi “Be-nessere e risparmio energeticonella base Enea in Antartide”le ha infatti spianato la stradaa quella che poi negli anni sa-rebbe diventata una vera pas-sione: le spedizioni al Polo Sud.Ha effettuato 4 missioni in An-tartide alla base “Concordia”,a 3.300 metri di altitudine e1200 km all’interno, coordinandol’intera delegazione compostada italiani e francesi. Oggi Chiaravive a Milano ed è responsabilegestionale del dipartimento dimatematica al Politecnico.

Chiara Montanari,Ambrogino d’oro

Niziano Nannini riconfermatopresidente della Consulta socialedel Comune di Campiglia Ma-rittima per il periodo 2014-2019.Le votazioni si sono svolte ascrutinio palese e dopo il girodi consultazioni è stato elettoall’unanimità forte anche delbuon lavoro svolto nel precedentemandato.«È stato un onore presiedereal rinnovo della Consulta delsociale – afferma l’assessorealle politiche sociali AlbertaTicciati –. Una riconferma cheavalla il prezioso lavoro svoltoin questi anni sul nostro territorioa sostegno delle difficoltà eco-nomico-sociali che anche lanostra comunità si è trovata adaffrontare».

Consulta sociale,ancora Nannini

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La Coop si sposta uffi-cialmente dalla centralevia Gori, davanti piazza

Gramsci, a via Flemalle, trala ferrovia e l’attuale arteriaprincipale di entrata al porto.A deciderlo una delibera delconsiglio comunale, moltodiscussa, che alla fine hatrovato il consenso di tuttala maggioranza e di AscoltaPiombino, astenuti ForzaItalia, Movimento cinque stellee Un’altra Piombino, contrariaRifondazione. Si parla di uninvestimento di oltre trentamilioni di euro. Unicoop Tirrenointende fare questo tipo dimanovra soprattutto per at-trarre le migliaia di personeche transitano sulla via d’ac-cesso al porto, in particolarmodo turisti diretti all’isola

d’Elba.Paolo Bertini (responsabiledelle relazioni esterne UnicoopTirreno) afferma: «Il nostroè un atto di fiducia in Piom-bino, una città in cui vogliamoancora credere». L’ammini-strazione da parte sua, at-traverso l’assessore all’ur-banistica Martina Pietrelli,fa sapere che: «L’impegno

è quello di riprendere in manola situazione di tutta l’areaintorno via Flemalle. In par-ticolare, per quanto riguardala mobilità, spingere per lospostamento dei binari. Stia-mo pensando anche a unnuovo piano della mobilitàcon revisione delle piste ci-clabili. Si tratta insomma didare il via a uno degli inve-

stimenti più importanti perl’urbanistica cittadina». Si parla in definitiva di unvero e proprio cambiamentoepocale: sia per una partedi Piombino attualmente ab-bandonata, dopo che diverseattività si sono spostate davia Flamelle, sia per il centrocittadino che vedrà scompariredopo più di mezzo secolo lastorica sede del supermercatoCoop, all’epoca La Proletaria,che proprio in quelle vie ènata e ha cominciata unastoria di successo. Tanti ri-mangono ora gli interrogativiper la popolazione che vuolesapere cosa, nella centralevia Gori, una volta dismessoil supermercato, accadrà. Leproposte in campo sonomolte, che vinca la migliore.

Addio della Coop a piazza Gramsci

fatti & persone

«Per girare il mio nuovo film mici vuole un'isola e anche uncarcere. Mi piacerebbe l'isolad'Elba e lì c'è anche il carcere!».Ha affermato Leonardo Pieraccionidurante una conferenza stampaa Firenze. «Ora siamo in fasedi scrittura, sto scrivendo lasceneggiatura con Giovanni Ve-ronesi. Inizieremo a girare tramaggio e giugno e spero possaessere nelle sale a novembreo dicembre 2015».Il famoso comico toscano pro-mette insomma di venire a girarenel nostro territorio, dopo cheormai è diventata una consue-tudine per diverse case di pro-duzione, un vero e proprio boomoltre che un aiuto importanteper l’economia. Ciak si gira!

Pieraccioni,gira all’Elba

Francesco Pacini è il nuovo am-ministratore delegato della Hunt-sman Tioxide di Scarlino, l’in-dustria specializzata nel biossidodi titanio e lo smaltimento deigessi rossi. Pacini, già dirigente,riceve la promozione dopo l’an-nuncio che Walter Musso, adper più di dodici anni dello sta-bilimento del casone, dovrà oc-cuparsi delle industrie ex Rock-wood, acquistate lo scorso annodal gruppo Huntsman in Pie-monte.Francesco Pacini ora dovrà oc-cuparsi dello smaltimento deigessi rossi. Infatti i materialivenivano smaltiti nella cava diMontioni, a Follonica, ma lospazio è esaurito. La Regioneha aperto un tavolo di lavoro.

Cambio al verticealla Tioxide

Il capitano di vascello Ne-rio Busdraghi, di VenturinaTerme, ha festeggiato lenozze d’argento nella chie-sa di Santa Croce a Popu-lonia con la moglie AngelaMarina. Busdraghi è una figura im-portante e altamente pro-fessionale all’interno della

Capitaneria di porto –Guardia Costiera. Ma perun giorno ha lasciato daparte la carriera per fe-steggiare con colleghi,amici e parenti un eventospeciale: i venticinque an-ni di matrimonio. Nellachiesetta medievale i dueconiugi hanno rinnovato le

promesse di ma-trimonio. Visibil-mente commos-se, durante lafunzione, le figlieAnnalisa e Marti-na che hanno rin-graziato i genitoriper l’amore rice-vuto. Un momen-to toccante. I fe-steggiamenti so-no poi proseguitiin un ristorantedella riviera san-vincenzina. Im-mancabile, anchein quel momento,la divisa per il ca-pitano Busdraghi.Auguri!

Busdraghi: Nozze d’argento

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Una statua di bronzo altatre metri del maestro Giam-paolo Talani è stata si-

stemata all’isola del Giglio, nellapiazzetta del porto. “L’uomo chesalva il mare” rappresenta unafigura umana che avanza tra leonde con in mano una rosa. Èstata pensata per ricordare il co-raggio e l’abnegazione degli abitantidell’isola nell’affrontare la tragediadella Costa Concordia. Un ricono-scimento alla generosità e il coraggiodimostrato nel dare soccorso e ac-coglienza ai naufraghi e nel gestire illungo processo di rimozione del relitto. «L’uomo di bronzo che avanza tra leonde non è un eroe – afferma Talani– è ogni uomo disposto ad intervenirecon tutta la sua umanità per salvaree dare accoglienza ad altri uomini. È ilsingolo ed è tutta la collettività– prosegue il maestro –che si prodiga per i proprisimili in difficoltà comegli abitanti del Gigliohanno saputo fare of-frendo tutte le risorsedisponibili».

L’opera è stata donata dalle impreseNeri di Livorno la Smit Salvage diRotterdam che hanno lavorato durantetutta la fase della rimozione della

nave.«Si tratta di una donazione si-gnificativa e apprezzata datutti i gigliesi – dichiara il sin-daco Ortelli –. Da una parte,infatti, rimarrà indelebile lanostra riconoscenza perdue aziende che hannoscongiurato il rischio del

disastro ambientale, dall’altroperché è importante che nes-suno dimentichi tutt’oggi lostraordinario gesto che hannocompiuto i gigliesi».

Talani è autore fra l’altro deibronzi “Il marinaio”, posizionatoall’imbocco del porto di San Vin-cenzo e “Rosa dei venti” chefa mostra di sé alla stazionedi Santa Lucia a Venezia e

del celebre affresco“Partenze” allastazione fioren-tina di SantaMaria Novella.

fatti & personeScultura di Talani al Giglio Biblioteca

alla XXV AprileFinalmente anche la scuola elementareXXV Aprile ha la sua biblioteca, natadalla volontà del preside Carlo Maccantie delle insegnanti desiderata da tuttigli alunni i quali hanno in parte contribuitoportando libri di vario genere. Attualmentei volumi, frutto di acquisti e donazioni,hanno raggiunto quota 700 ma senz’altrosono destinati ad aumentare, vistol’interesse suscitato. La biblioteca siavvale anche della tecnologia: i piccolilettori potranno documentarsi con cde computer ma il cartaceo resta sempreil modo migliore per far percepire illibro come un “amico”. Così l’hannodefinito alcuni alunni della scuola chenell’occasione hanno composto fila-strocche e pensieri. Anna: «Io pensoche i libri siano amici dei bambini».Matilde: «La nostra biblioteca è lastanza delle ispirazioni». Tommaso:«I libri fanno crescere». Infine lafilastrocca della 5 B: «La lettura ècibo per la mente/e dovrebbe leggeretutta la gente/Non contiene solo libri,polvere e scaffali/ma anche un paiod’ali/per volare con fantasia/in com-pagnia e allegria/Viva la biblioteca».

Giuseppina Toncelli

Al Ministero per l’ambien-te, nell’ufficio del sotto-segretario Silvia Velo, aRoma, si è svolto un in-contro per analizzare i fi-nanziamenti previsti dal-l’accordo di programma.Rossana Soffritti, sindacodi Campiglia, fa sapereche: «È stato presentatoanche il progetto di po-tenziamento e localizza-zione nell’area industriale di Campo alla Croce, a VenturinaTerme, del nuovo stabilimento dell’azienda Italian Food. Laquestione è stata da subito condivisa con la regione Toscana– continua il sindaco – e ben conosciuta da Pacini, attualecapo segreteria della Velo ma anche ex assessore all’agricolturadella provincia di Livorno. Se la vicenda si concretizzassesarebbe un’opportunità importante dal punto di vista dellosviluppo e dell’occupazione. Presentare questo progettonell’ambito dell’accordo di programma sul polo di Piombino èimportante – conclude Soffritti – non solo per il comune diCampiglia, ma per tutta l’area della filiera di produzione agricoladella Toscana».

Potenziamento Italian FoodLa Banca di Credito Co-operativo di CastagnetoCarducci ha sospeso perun anno il pagamento delmutuo per tutti coloro chehanno perso il lavoro osono in cassa integrazio-ne a causa della crisi. Ilconsiglio d’amministrazio-ne della banca ha estesoinfatti tale misura per tut-ti i residenti a Piombino enei Comuni limitrofi. In at-tesa che si definisca nelmigliore dei modi la vicen-da Lucchini, si tratta in-dubbiamente di una buo-na notizia per tante fami-glie. I costi relativi alla ca-sa sono le voci che mag-giormente incidono sul bi-lancio familiare.«Durante un incontro con ilsindaco Massimo Giuliani

– afferma il direttore gene-rale della Bcc di Castagne-to Carducci, Fabrizio Man-nari – è emersa la necessi-tà di sospendere i paga-menti delle rate dei mutuiprima casa a coloro che,momentaneamente, han-no subito una riduzione direddito essendo in cassaintegrazione o peggio an-cora il lavoro non lo hannopiù. Sono molte le famiglieche non riescono più a farfronte alle scadenze. Cosìil consiglio di amministra-zione della banca ha accol-to favorevolmente l'iniziati-va che avrà decorrenza im-mediata». Sono allo studio da partedella Bcc altre iniziative asostegno delle famiglie edelle imprese.

La Bcc sospende i mutui

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fatti & persone

Nasce a Venturina Ter-me un nuovo clubdi auto e moto sto-riche. Si chiamaAmico: “auto emoto di ieri comeoggi”. L’associa-zione – senza finidi lucro – si pone co-me obiettivo la promo-zione di rapporti di amiciziatra coloro che hanno la pas-

sione per le auto e lemoto protagonistedi un’epoca pas-sata. L’idea del-l’associazione èdi promuovere gite,mostre, gare, ra-duni e di valorizzare

le “vecchie” auto cheancora oggi mantengono

il loro valore, il loro carismae la loro bellezza. Il club conta

già oltre cento mezzi tra autoe moto di età diverse. Eccoil consiglio. Presidente: SandraBiancani; vicepresidente: Giam-piero Cavicchioli; segretario:Antonio Rubino; tesoriere:Luigi Spagnuolo; commissaritecnici: Luciano Papi, FrancescoDa Frassini; consigliere: FabioBagni. Il club (via Firenze 12)verrà inaugurato il 13 dicembrealle ore 16.

Nuovo club auto storiche a Venturina Terme

Il comune di Campigliapresenta due progetti perl’Expo 2015 di Milano.

Uno legato al festival Apri-tiborgo dal titolo “Sintonie– Apritiborgo-Expo. Energiaper la vita”. L’altro promossodalla Biblioteca di Ragazzi,gestita dalla società comu-nale Sefi, dal titolo “Cam-piglia per Milano Expo2015”. I progetti concorronoall’iniziativa dell’Anci.Il progetto “Sintonie – Apri-tiborgo-Expo. Energia per lavita” avrà come filo conduttoreil cibo: da quello medievaledelle origini di Campiglia alcibo della tradizione Toscana.Protagonista anche il cibodella mente rappresentatodal teatro di strada di Apri-tiborgo: una settima dal 9al 15 agosto in cui il cibosarà visto come fonte dienergia vitale.Il progetto “Campiglia perMilano Expo 2015” della Bi-blioteca dei ragazzi si articolainvece in due sezioni. La

prima è dedicata al concorso“Il paniere delle delizie”, con-corso letterario e fotograficonel quale si coinvolgono ibambini in percorsi pratici emetaforici. La seconda sezionedel progetto è dedicata alladegustazione con il titolo “lasettimana delle delizie ita-liane”. In questo caso l’azienda

di ristorazione e catering Vi-venda (gestore del serviziomense pubbliche nel territoriodi Campiglia Marittima) saràsponsor del progetto e si oc-cuperà di due eventi attraversoi quali si porteranno “sui ban-chi – tavole” della scuola ipiatti tipici della tradizioneregionale italiana.

Tra l’altro in occasione della44° edizione della Fiera MostraEconomica Costa Toscana,presso la sala Conferenzedella Sefi, il 31 maggio 2015a Venturina Terme, si orga-nizzerà un catering di piattitipici regionali, provenientidalla tradizione gastronomicaitaliana.

Da Campiglia a Milano per l’Expo 2015

Una passata edizione di Apritiborgo

Agenzia GeneraleAndrea Baroncelli Snc

Piombino - Via Spalato 34/36 - Tel. 0565 222201Venturina - Via Indipendenza 55 - Tel. 0565 855572Follonica - Via Bicocchi 33 - Tel. 0566 263462Porto Azzurro - Via Ricasoli 3 - Tel. 0565 914134

Bandidos è il nuovo albumdi cover di Luca Sbrana. Ilcd racconta il suo modo diintendere la chitarra: «Suonoquesto entusiasmante discocon la rielaborazione di moltibrani di musica latina e nonsolo» dice il musicista. Il tuttocon la collaborazione dei Me-diterraneo Acoustic Quartet.Disponibile anche su iTunes,AmazonMp3 e Spotify.

Nuovo cddi Luca Sbrana

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15 novembre - 12 dicembre 2014Camera di Commercio di Livorno - Piazza del Municipio, 48

Orari di apertura: da lunedì a venerdì: 9-13; martedì e giovedì anche 15-17

Le imprese locali alle Fiere Internazionali del passato

Mostra

1900

19211924

1927-19371931-19321948-1952

1915Esposizione Universale di Parigi

Fiera Campionaria NaviganteFiera Campionaria Internazionale di Milano

Fiera di Tripoli

Fiera del Levante (Bari)

Esposizione Universale di San Francisco

Mostre Interprovinciali del Tirreno

Padiglione Livorno

Visite guidate per singoli o gruppi su prenotazione(Tel. 0586 231247 - e-mail: [email protected])

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di Barracuda

Mettiamo una sera acena fuori quando siritrovano gruppi più

svariati per età e per interessicomuni. “Come va?”, “mache piacere”, “quanto tempo”.Ci sediamo, molti convenevolie la lettura dei menù. Nonpassa poi molto che la mag-gioranza finisce per isolarsicon il proprio smartphone.Alla fine, ai saluti “che bellorivediamoci presto”, “non per-diamoci di vista per lungotempo”, “ci siete su Facebook?Contattateci che vi diamo l'a-micizia”.Il prodigioso mistero di Face-book fa sì che stai attaccatoalle persone giorno dopogiorno ed anche molto inten-samente senza magari vederlefisicamente di persona pertempi lunghissimi. Anche seal primo colpo viene spon-taneo osservare che sonosempre gli stessi, bisognapur dire che sono tantissimidentro a questo fenomeno.Sembra che, come nella vitadel resto, ci sia una minoranzache si espone e una stragrandemaggioranza che osserva piùdall'esterno pur facendo parte

dei numeri. Spesso ricordaun po' le vecchie radio privatenel loro momento di splendoredove si passava dal più spintoimpegno sociale alle più banalidel tipo “liscio non ti lascio”.In fondo Facebook ha portatomolto meno di quello che po-tenzialmente poteva. Ha avvicinato meno di quantosi sperasse il distacco fra legenerazioni. Non ha sempli-ficato la comunicazione anziin alcuni casi, a livello locale,è riuscito a frantumarla e ren-derla ancor meno efficace.Rendere più efficace e miratoqualunque messaggio ha ri-chiesto, ahimè, la creazionedi gruppi Facebook, talvoltadigeribili, molto spesso indi-sponenti. Insomma è nellanatura umana crearsi semprea proprio dispetto un “Grandefratello” self-service.I gruppi in fondo sono sempredi natura politica anche senei regolamenti degli stessista spesso scritto “qui nonsi fa politica”. Dire che nonsi fa politica non è già di persè fare politica? Sono orga-nizzati e gestiti da veri epropri organigrammi di ad-min… perchè non usare iltermine amministratori? Chi

sono gli admin? Sono colorodei quali una volta si diceva“non sono capaci a giocarea calcio ma vogliono restarein campo e quindi farannogli arbitri”. Ai miei tempi ser-vivano al maestro che li de-legava con un pezzetto digesso e questi dividevano lalavagna a metà e scrivevanobuoni e cattivi. Non credoche esista più questa usanzanelle scuole di oggi.Sia chiaro che come in tuttii casi della vita, anche su Fa-cebook, puoi incontrare dellepersone meravigliose, che ri-sulteranno tali sia nel mondovirtuale che in quello reale.Precisiamo una volta per tutteche virtuale non significadenso di virtù ma semplice-mente significa: possibile opotenziale. Su Facebook pos-sono anche taggarti, loggartie bannarti... cosa significa?Fregatene perchè anche la ri-cerca etimologica non ti portaalla soluzione. Un consiglio?Usa il tutto con onestà e staisempre nella possibilità ditirarti via senza condiziona-menti. Potresti ritrovarti ascoppiare per ore ed ore pal-loncini colorati in uno di queitanti giochetti.

Cinque anni fa, su questastessa rivista, una donnachiudeva un pezzo sull'ar-gomento Facebook invitandoi lettori a chiedere la suaamicizia... adesso ha 2913amici.Chi ha scritto oggi questemodeste considerazioni è unpochino prevenuto. Infattitrova che l'amicizia sia stu-penda ma faticosa pertantonon vuole superare il numerodi un paio di dozzine. Seinvece usando la terminologiagiusta si parla di possibili epotenziali contatti allora vabenissimo la decina di miliardidi esseri umani che popolanoil pianeta… sia chiaro finquando anche questo nonsarà virtuale.

Illustrazione Luca Leonetti, tecnica mista china e acquarello

La giungladi Facebook

Facebooknon ha

semplificatola comunicazione.

Sono nati gruppi tipo

“Grande Fratello”self service.

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di Jacopo Bertocchi

L’immigrazione rappre-senta, per gli Stati eu-ropei, una sfida asso-

luta e difficile, un rimandocostante a operare entro confininormativi che sempre di menoassicurano semplici soluzionidi fronte ad un fenomeno strut-turale che richiama questionicome identità, cittadinanza,occupazione, ordine e sanitàpubblica. Politicamente questogrande tema d’attualità socialeche tocca ogni sfera del nostro“vivere quotidiano”, si dipanain numerosi rivoli che vannodalla necessità di strumenta-lizzazione del fenomeno comearma per il consenso, alla ri-cerca di soluzioni emergenzialiper un fenomeno strutturale,passando dalle difficoltà perla realizzazione di politiched’integrazione efficaci cercandocostantemente l’internazio-nalizzazione del problema.Seppur sotto l’egida dell’U-nione Europea e all’ombra dipilastri come Schengen o Li-sbona e di altre centinaia didirettive e patti, sulle politichemigratorie i diversi Stati ten-dono a gestire e a regolareautonomamente questo feno-meno. I Paesi europei hannoapprocci differenti non soloper ragioni storiche e socio-logiche ma per esigenze di-verse: posizione geografica,salute economica, struttura-zione dello stato sociale. È,quindi, difficile ma necessariotrattare questo problema con-frontandoci con la sfera deicomportamenti sociali nei di-versi Paesi, con le paure e gliatteggiamenti intolleranti, con

le aperture o con i pregiudiziche il fenomeno genera nellediverse comunità. Tuttaviaquando si parla di migrazione,regolare o clandestina, si hala tendenza a esprimersi suconcetti che ci sembrano co-muni e conosciuti ma che in-vece appaiono, per la mag-gioranza dei casi, molto lontanidai numeri e dalla realtà checon quel termine si descrive.Resta indubbio che fare in-formazione su questo temarisulti difficile, i dati non sonoquasi mai la rappresentazionefedele del fenomeno, l’analisiè resa difficile dalla sua in-trinseca caratteristica di mi-stero.Il lavoro di approfondimentonon può dunque prescindereda una lettura del fenomenopartendo dai dati di cui dis-poniamo, dal dedurne e ve-rificarne gli effetti dal generaleal particolare riferendosi aciò che viene definita dai so-ciologi “reazione sociale”. Inaltri termini, il nostro contributoserve a portare alla luce la re-lazione che c’è tra ciò chesappiamo “scientificamente”e ciò che invece proviamocome individui di fronte aglistereotipi e alle credenze co-muni nei confronti di questocomplesso, incessante e “na-turale” fenomeno umano.

È VERO - L'Italia è il Paese Ocse chedal Duemila ha ricevuto ipiù alti flussi migratori. - La presenza di stranieri sullapenisola è dell'11% dellapopolazione in età lavorativa,un dato inferiore rispettoalla maggior parte degli altri

paesi Ocse con Pil simili. - La percentuale d’immigratiper motivi umanitari (quindirifugiati politici, o richiedentiasilo), è ancora molto bassarispetto ai nostri vicini Ue.- Gli italiani all'estero rappre-sentano ancora una delle piùgrandi e diffuse diaspore diqualsiasi altro Paese del-l'Ocse.

Fonte: rapporto dell'istituto internazionalesulle politiche italiane d'integrazione 2014

IL CONTESTONAZIONALE

Nel nostro Paese la presenzadi stranieri residenti nel 2012è pari a 4.387.721. Tra le pro-venienze prevale l’Europa(50,3%), seguita dall’Africa(22,2%), dall’Asia (19,4%),dall’America (8%) e dall’O-ceania (0,1%). La comunitàpiù numerosa è quella rumena,con circa un milione d’im-migrati. Rilevante il numerodei bambini stranieri nati inItalia nel 2012, quasi 80 mila,ai quali si accostano i 27milafigli di coppie miste. Nel com-plesso, tra nati in Italia e ri-congiunti, i minori non co-munitari sono più di 900milae quelli comunitari almeno250mila. Per i ricongiungimenti

familiari sono stati rilasciati81.322 visti nel 2012, circaduemila in meno rispetto al-l’anno precedente. Fonte: dossier statico Caritas 2012

L’ANALISI LOCALENella provincia di Livorno lapresenza di stranieri è cre-scente, negli ultimi venti annigli stranieri residenti sonopassati da 3mila a 24mila dicui 4mila minorenni.L’anno in cui si è verificatoil maggiore incremento dipresenze è stato il 2002-03,il minore risale al 2006-07.La crisi, a oggi, pare rallentareil fenomeno ma non lo arresta.Sono 1300 gli stranieri chehanno acquisito la cittadinanzaitaliana negli ultimi cinque

dicembre - gennaio - febbraio 2015

Che razza di pr

Italia: i più altiflussi migratori.Grande rischiodi sfruttamentoe lavoro nero.Provincia diLivorno:

presenza crescentedi stranieri.

Rumeni, albanesie ucraini

primi in classifica

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anni, 8mila gli iscritti ai Centriper l’impiego provinciali,5mila lavoratori domesticiiscritti all’INPS e 3mila gliimprenditori. Sono 7 gli stra-nieri ogni 100 residenti e sep-pure si presenti una presenzaestera inferiore rispetto alresto della Toscana, il tassod’immigratorietà nel nostroterritorio presenta una crescitapari al 200%. Le donne sonoil 55% e il contributo maggioreproviene dai Paesi dell’esteuropa: Ucraina, Moldavia,Polonia e Filippine.

LA DISTRIBUZIONEPER AREA

La provincia vede in testal’area livornese con il 44%(10.705 presenze; + 3030 ri-spetto al 2007), Bassa Val diCecina al 25% (6046 presen-ze; + 1796 rispetto al 2007),Val di Cornia con un 19%(4538 presenze; +1518 rispettoal 2007), Elba al 12% (2823presenze; + 705 rispetto al2007). Le prime dieci nazio-nalità presenti sono quellaRumena (20%), Albanese(14%), Ucraina (10%), se-guono poi: Marocco, Senegal,Perù, Moldavia, Germania,Polonia, Cina.

I GIOVANI STRANIERICome detto, i minori stranieriresidenti sono circa 4mila (il37% del totale contro il 20%del 2007), 8 minori su 100sono dunque immigrati. Piùdi un nato su 10 è straniero egli alunni sono circa l’8.3%degli iscritti. Su 3200 ragazzioltre 400 frequentano la scuolamaterna, 1.100 la primaria,1700 tra la secondaria di primoe secondo grado. Gli stranieri

nati in Italia e residenti nellaProvincia di Livorno sonoquasi il 9% del totale deglistranieri. Tra i nostri ComuniLivorno rappresenta la testadi serie con un valore assoluto846 pari al 40.9%, seguito daCecina a quota 242 nascite ePiombino che con 237 si attestaintorno all’11,5%. I Comunidella Val di Cornia registrano389 nascite, raggiungendoquasi il 20% del totale.Fonte: dossier statico 2011, osser-vatorio Politiche Sociali della Pro-vincia di Livorno.

IL LAVORONel nostro territorio gli im-migrati sono occupati prin-cipalmente in lavori definitivulnerabili in settori comeagricoltura, assistenza aglianziani, edilizia. Per la nostraprovincia, solo nel settoreagroalimentare sono 4300 glioccupati (pari al 13,1% del-l'intera regione). Ultimamentele riflessioni sul mercato dellavoro in Provincia sono du-rissime, emergono, infatti, fe-nomeni di sfruttamento, ca-poralato e lavoro nero. Secondola Cgil le due le zone critichedella nostra provincia sono:la Val di Cecina e la Val diCornia, che addirittura si gua-dagna il bollino rosso dellosfruttamento grave. Qua da

noi, i lavoratori irregolari sonoquasi l'80% del totale.Dal 2010 al 2012 gli avvia-menti nelle aziende della pro-vincia di Livorno, riferiti aiprimi tre mesi, sono in de-crescita per gli italiani (di 65unità seppur con una tenutadella parte femminile), in au-mento per i cittadini comunitarie in lieve aumento per glistranieri provenienti da Paesiextracomunitari. La disoccu-pazione è in aumento verti-ginoso, la differenza tra ilprimo trimestre 2010 e 2012è pari a 1664, gli italiani nellanostra provincia che hannoperso il lavoro è di 1141 unità,199 i comunitari non italiani,209 gli extracomunitari. Fonte: “Agromafie e caporalato”, curatodall'osservatorio Placido Rizzotto; CPIcentro provinciale per l’impiego 2012.

rovincia siamo

L'immigrazione è una delle più grandi sfideche oggi l'Europa deve affrontare. Le guer-re che infiammano la sponda sud del Medi-terraneo hanno spinto ad una grande mi-grazione. Attraverso dei numeri proviamo adare ai nostri lettori una fotografia su que-sto fenomeno sociale. 215 milioni. Sono, secondo fonti Onu, lepersone nel mondo che vivono fuori daiconfini del Paese di origine.2.419.210. Sono le richieste di asilo nel-l'Ue nei primi sette mesi del 2014. Di que-ste, il 43,4% interessano la Germania,l'11,2% la Francia e il 5,3% l'Italia. Circa 113mila. Sono i migranti giunti nel2014 in Italia. Dal 2010 ad oggi sono circa236mila gli immigrati arrivati nel nostroPaese.1500-3000 dollari. È il costo medio a perso-na per una traversata dal Nord Africa all'Italia.

Oltre 2.500. Sono i migranti morti nel Me-diterraneo nel 2014.18 ottobre 2013. Parte l'operazione “Marenostrum”. Da allora sono stati recuperati499 cadaveri e salvati circa 150mila mi-granti.

La grande sfida dell’immigrazione

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32 dicembre - gennaio - febbraio 2015

Parla il presidente Sefi, da otto anni al comando

Carolini l’uomo della Fiera mostradiTony Montero

Èl'uomo dei bilanci. Èl'uomo della Sefi.Dottore commercia-

lista di professione, viag-giatore per passione, Leo-nardo Carolini dal 2006presiede la società pubblica“Campiglia Marittima Ser-vizi per l'Economia e Fie-re”. Classe 1964, Carolini nascee cresce a Piombino, si lau-rea a Siena in Scienze eco-nomiche e bancarie e apre ilsuo studio a Cecina. Oltrealla libera professione,svolge da anni attività di re-visore in enti locali, in so-cietà private e in società apartecipazione pubblica, tracui Casalp e Asiu. Da qual-che anno ha poi spostato ilbaricentro della professioneverso la gestione ed ammi-nistrazione di società nelsettore energia, gas e po-wer. Sposato con CinziaBaldi ha una figlia Giorgiadi 17 anni.Sefi. Nel 2006 nasce, comeopportunità per il Comunedi Campiglia a seguito deivincoli sul bilancio, la so-cietà pubblica Sefi, con loscopo di gestire la farmaciacomunale di Campiglia che

si trova al centro commer-ciale Coop a Venturina. Oc-corre un presidente che sioccupi di seguire e ammini-strare la società. La sceltadell'allora sindaco SilviaVelo ricade su LeonardoCarolini, già consulente erevisore dei conti nei Co-muni e delle partecipatedella zona e tutor per il Co-mune di Cecina nella costi-tuzione della società dellefarmacie comunali. Non unpolitico, quindi, ma uncommercialista e consulen-te aziendale. «Poi, nel 2010– spiega Carolini – la Ce-valco viene messa in liqui-dazione e il Comune diCampiglia, invece di costi-tuire una nuova società, af-fida alla Sefi anche la ge-stione del centro fieristicodi Venturina. Una sceltache per noi ha rappresenta-to un salto di qualità, so-prattutto per il bilanciomolto più complesso. Unaoperazione di indubbia eco-nomicità per le casse comu-nali che tuttavia un po’ ciha preoccupato sia per glialtalenanti bilanci della

precedente società di ge-stione sia per un settore deltutto nuovo».Oggi l'organico della Sefi ècomposto da Laura Baroni,Angiolo Fedeli come consi-glieri di amministrazione:fanno parte dello staff il di-rettore della farmacia Ales-sandro Niccolini e le farma-ciste oltre a Patrizia Gam-belli, Valentina Fabiani,Alessandro Baldi e BarbaraSolignani.Il consiglio, che si rinnovaogni tre anni, ha rapporticostanti con l'amministra-zione di Campiglia, in par-ticolare con il sindaco e conl'assessore Jacopo Bertoc-chi. «Questa probabilmente –dichiara Carolini – è unadelle poche società parteci-pate che non hanno un eurodi debito e che produce unbuon valore aggiunto ri-uscendo a contribuire effi-cacemente alle casse comu-nali con il contratto di ser-vizio e locazione fiera echiudendo gli esercizi sem-pre con un utile». Fiera mostra. «Quando il

sindaco Soffritti – raccontaCarolini – ci ha proposto diprendere la gestione delcentro fieristico, innanzi-tutto abbiamo cercato di ca-pire bene che tipo di busi-ness era e come efficace-mente gestirlo. Il primo an-no, infatti, è stato di rodag-gio. Poi abbiamo dato untaglio piuttosto aziendali-stico al settore, riducendouna serie di costi, miglio-rando le spese e cercando dimassimizzare l'economici-tà. I primi due anni sonostati impegnativi. Diciamoche – prosegue – allora ciimbarcammo in un'avven-tura complessa, ma anchedi prestigio con l’obiettivoprimario di farla rendere efarle avere riflessi positivisull’economia del com-prensorio».La Fiera mostra della costatoscana è il fiore all'oc-chiello del centro fieristicodi Venturina e quindi dellaSefi. Nata 44 anni fa pervolontà del Comitato citta-dino, nel tempo si è trasfor-mata da fiera agricola aesposizione campionaria.Si svolge tutti gli anni tra lafine di maggio e i primi digiugno e richiama oltre60mila visitatori. Gli spaziespositivi, che sono oltre200, vengono puntualmente

«La Sefi è una delle poche società partecipateche non ha un euro di debito». La Fiera

mostra di Venturina oltre i 60mila visitatori

Da sx Carolini, Soffritti, Pacini

Leonardo Carolini Interno della Fiera

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occupati, costringendoqualche azienda a sostare inlista di attesa.«La Fiera mostra – affermaCarolini – ha tre punti diforza: la posizione, datoche in zona non esiste unastruttura come il centroventurinese; l'economicità,in quanto si tratta di unaspesa sostenibile per gliespositori; l'attrattività delluogo, infatti in molti par-tecipano anche per fare unpo' di mare o di terme. Il60% delle aziende – conti-nua – provengono da fuoriprovincia, mentre il 20% dafuori regione». La novità della prossimaedizione, che si svolgeràdal 30 maggio al 7 giugno,sarà l'allestimento di unazona dedicata esclusiva-mente ai prodotti della Valdi Cornia. Fiera del libro. Altra perladella Sefi è la Fiera del li-bro, che si tiene a fine no-vembre. «La Fiera del libro,giunta quest'anno alla terzaedizione, l'ha fortementevoluta l’attuale consiglio diamministrazione e il Comu-ne – dice con un pizzico diorgoglio Carolini –. La Se-fi, come missione, non deveavere solo quella di crearevalore monetario. Comun-

que sia, si tratta di un'azien-da pubblica, quindi non sidevono creare le condizioniper poi reinvestire sul terri-torio anche in termini dicultura. La Fiera del libronon produrrà grandi margi-ni, ma sicuramente è un'ini-ziativa culturale che coin-volge piccole case editrici escrittori. Quest'anno, per laprima volta, si è estesa adue padiglioni».Non dimentichiamo che laSefi gestisce oltre la farma-cia comunale, la Bibliotecadei Ragazzi (Palazzo deiRacconti) nel palazzo Pre-

torio dove è accessibile an-che l’archivio storico: nu-merosissime iniziative ven-gono svolte e programmatedurante l’anno con le scuo-leProgetti futuri. «Riguardo anuove manifestazioni – ri-vela Carolini – vediamo en-tro il mese di dicembre co-me e cosa programmare.Quasi sicuramente, nel2015 ristruttureremo l’arearistoro e in particolare lacucina. La nostra idea, in-fatti, è quella di realizzareuna cucina sociale a dispo-sizione di tutte le associa-

zioni».Il centro fieristico di Ventu-rina, infatti, ospita ogni an-no decine di manifestazionienogastronomiche, sporti-ve, ludiche, culturali, orga-nizzate da varie associazio-ni del territorio. «Quarantacinque anni fa –chiude Carolini – quandoprogettarono e costruironoil centro fieristico, furonolungimiranti. Allora lastruttura sembrava sovradi-mensionata. Oggi, invece, èl'unica nel raggio di chilo-metri ad essere capiente efunzionale».

Espositori negli spazi esterni

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34 settembre - ottobre - novembre 2014dicembre - gennaio - febbraio 2014

di Luca Goerg

Giornalista. Scrittore. Manager. IlPersonaggio dell’Anno 2014 èLuigi Carletti, un uomo che ha

fatto del suo talento un successo inter-nazionale. Uno così te lo immagini crescerenegli uffici di Milano o Roma. Quelli delcentro dove tutto è routine e semplice,tutto a portata di mano. Ma Luigi Carletti,è di Piombino, la sua gavetta l’ha fattaqui da noi e proprio dalla nostra città èpartito per girare l’Italia intera. Ha dimostratoovunque che la provincia è la migliorscuola. Che quel crogiuolo di sentimenti,sveltezza e impegno imparato qua danoi può portarti lontano. Molto lontano.

Classe Sessanta, famiglia di origini elbane,piombinese di nascita e di formazione,Carletti a gennaio sarà insignito del pre-stigioso premio indetto da Costa Etrusca:Personaggio dell’Anno 2014. La mani-festazione si svolgerà al Centro Giovanide Andrè a Piombino in via della Resi-stenza, venerdì 30 gennaio alle ore 18.Questa è la quinta edizione.Negli anni passati, in ordine di tempo,hanno vinto il pittore sanvincenzino Giam-paolo Talani, la scrittrice bestseller SilviaAvallone, l’imprenditore piombinese BrunoPietrini e il capitano del Livorno CalcioAndrea Luci. Personaggi al top nella vitae nel lavoro che sono riusciti a imporsia livello nazionale e internazionale partendodal nostro territorio. Quest’anno a portarealta la bandiera è Luigi Carletti, fuoriclassenel campo del giornalismo, della letteraturacontemporanea e dell’editoria. Uomo disuccesso profondamente legato alla pro-vincia di Livorno e in particolar modoalla sua città: Piombino. «Non sembra passato tanto tempo daquando ogni mattina mi svegliavo eandavo al liceo scientifico Marconi. Maancor meno da quando frequentavo laredazione del Tirreno, in corso Italia. Ri-pensandoci ero solo un ragazzo, maquello che ho appreso in quelle stanzesono state le basi per tutto il lavoro cheho svolto nella mia carriera».

Luigi Carletti studia scienze politiche al-l’Università di Pisa e contemporaneamentelavora a pieno ritmo nella redazionepiombinese del Tirreno. Appena venti-duenne, viene assunto dal Gruppo L’E-spresso, allora in piena espansione.La sua grinta e bravura lo portano a

fare il primo di una lunga serie di viaggie traslochi. Già nel 1986 partecipa comecaposervizio sport e spettacoli alla fon-dazione del quotidiano Il Centro (Abruz-zo), diretto da Ugo Zatterin, di cui divienecaporedattore centrale solo due annidopo.

«Nel 1989 poi – racconta Carletti – MarioLenzi in persona (direttore editoriale Fi-negil-Espresso, ndr) mi chiama a farparte della direzione del Gruppo con in-carichi di progettazione editoriale in Italiae all’estero. Questo è il primo salto inavanti. Mi ritrovo per la prima volta nonsolo a gestire parole, articoli e “vicende”.Mi trovo quindi a fianco di nomi illustridell’editoria nazionale».La voglia di essere in prima linea incampo è sempre forte, nel 1990 lavoracome inviato alla Agl (Agenzia dei giornalilocali del Gruppo L’Espresso) seguendovicende di rilievo nazionale e soprattutto

interessandosi alla Guerra del Golfo.Ma un giornalista serio, bravo e indipen-dente è destinato, in un Paese comel’Italia, a esporsi senza paura contro ilpotere, contro le lobby per denunciaree spiattellare la verità in prima paginadavanti all’opinione pubblica. Siamo nel1993, in piena stagione Mani Pulite eLuigi Carletti torna a Il Centro, a Pescara,come vicedirettore esecutivo e con i suoiarticoli scopre le magagne di una classepolitica che nella Regione viene azzeratadalle inchieste giudiziarie. Tangentopoliè sicuramente uno dei periodi più buidella vita del nostro Paese: Lugi Carletti

Giornalista e scrittoreLuigi CarlettiPersonaggio

dell’Anno 2014

La festa con noi

Grinta e bravura

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lo affronta con la sua professionalità, di-mostrando a tutti di che pasta è fatto.«Quella pasta, ci tengo a dirlo, non èfarina del mio sacco. Si tratta della pastadella gente toscana, della gente diprovincia. Della gente cresciuta secondoprincipi morali e di giustizia molto chiari.Questo modo di essere sia in campoprofessionale che nella vita è direttamentelegato al contesto sociale dove sono cre-sciuto».Da qui in avanti la carriera va a gonfievele: nel ’94 è direttore de La ProvinciaPavese, l’anno successivo riceve il Pre-miolino (il più antico premio giornalisticoitaliano), nel ’97 è a Roma, la capitale,come vicedirettore editoriale della Finegile l’anno successivo è a Reggio Emilia,di nuovo con la carica di direttore dellaGazzetta di Reggio.

Gli anni Duemila lo vedono protagonistadi un passo epocale per l’editoria: l’entratadel mondo digitale e internet nella vitadel giornalismo. Anche in questo casoLuigi Carletti è in prima linea, diventandouno dei massimi esperti della transizione

multimediale del Paese. Viene nominatodirettore internet dei diciotto quotidianilocali del Gruppo L’Espresso, direttoredi Kataweb e amministratore delegatodi Studio Vit (la società che detiene ilmarchio Fantacalcio, ndr).Negli ultimi anni, ormai all’apice del suc-cesso, torna a occuparsi di cronaca,questa volta per La Repubblica, spor-candosi le mani e sviscerando fattiscottanti. I titoli delle inchieste per lacarta e la tv, giusto per farsi un’idea,sono: la mafia degli asfalti, le trivellazioniselvagge per il petrolio italiano, i camionistischiavi, i furti di rame, le morti sospettenelle carceri romane, l’industria cinesedel falso. Tutte inchieste che lo hannovisto tirar fuori quella tempra di cui sonodotati solo i migliori giornalisti: rigoreprofessionale, irriverenza verso il potere,tatto e coraggio.Ma come se non bastasse Carletti durantequesti anni di lavoro intenso, è riuscitoanche a ritagliarsi uno spazio nel mondodella narrativa. La sua passione per leparole e la creatività gli hanno valso unnotevole successo nelle librerie italianee francesi. Autore di otto romanzi, oggi

è in libreria con un’opera unica: Super-notes.Quest’ultima fatica letteraria è un roman-zo-verità che è diventato un vero e propriocaso letterario. Si tratta della storia diun’indagine internazionale e la vicendadi uno 007 italiano che rischia la vita,l’agente Kasper. «Ho impegnato molteenergie per la stesura di questo libro –afferma con orgoglio Carletti, Personaggiodell’Anno 2014 –. Il successo di quest’operaè oltre ogni aspettativa. Abbiamo vendutoi diritti già in sedici Paesi e a breve saràpubblicato negli Stati Uniti, in Canada,Gran Bretagna e Giappone”.

E, da ultimo, notizia pubblicata dalla pre-stigiosa rivista Variety e ripresa da tutti imass media, Alessandra Milchan, pro-duttrice hollywoodiana, ha opzionato idiritti cinematografici.Da Piombino a Hollywood, passandoper le librerie e edicole d’Europa e dimezzo mondo. Luigi Carletti è una storiadi libertà, successo e professionalità chedeve rendere orgoglioso il nostro terri-torio.

In prima linea

E ora... Hollywood

Supernotes è il caso edi-toriale dell’anno. La sto-

ria scritta da Luigi Carlettiracconta di un’indagine in-ternazionale e di un uomoche, per aver portato avantiquell’indagine, deve morire.Un italiano, un ex carabi-niere poi divenuto agentesegreto.Nell’ultima sua inchiesta, lapiù difficile, viene tradito erischia di sparire in Cambogia,il teatro finale della sua ope-razione. Quell’uomo è l’AgenteKasper. Una storia vera, checulmina con il suo sequestroe la sua prigionia in un campodi concentramento in Cam-bogia.Per 373 giorni, l’agente italianoresta nelle mani dei cambo-giani senza che nessuno loaiuti. Nonostante le denuncedella famiglia e del suo av-vocato, governo e istituzioni

italiane non fanno pratica-mente niente per riportarloa casa. Da Roma nessunainiziativa concreta.La vicenda viene tenuta na-scosta. Tanto che, fino a oggi,non se ne è mai saputo nien-te. Kasper ben presto capisceche per lui è finita e giornodopo giorno progetta unafuga impossibile. Fino al colpodi scena finale che lo resti-tuisce alla famiglia e oggi gliconsente di raccontare tutto:Supernotes, la fabbrica deidollari “falsi ma veri” che, innome della sicurezza inter-nazionale, permette di finan-ziare le operazioni più estre-me. Che permette di spiareil mondo.

Supernotes ha venduto idiritti già in sedici paesi. AllaFiera del libro di Francoforteè riuscito ad accaparrarsi imercati editoriali di Francia,Spagna, Portogallo, Turchiae Brasile. A Londra, semprealla Fiera del libro, la casaeditrice di Assange, Canon-gate, ne ha acquistato i diritti.Recentemente anche negliStati Uniti, Canada, Serbiae Olanda hanno deciso dipubblicare il romanzo.Notizia dell’ultima ora Ales-sandra Milchan, produttricecinematografica di Hollywoodha acquistato i diritti per unfilm tratto dal romanzo diLuigi Carletti. Si tratta dellaproduttrice responsabile anche

per il film, con Leonardo diCaprio e diretto da MartinScorsese, The wolf of WallStreet, vincitore di un Oscar,ed executive producer perla casa di produzione Ame-ricans New Regency che haprodotto tra l’altro Dodici annischiavo, vincitore di un oscar.Luigi Carletti sbarca anchead Hollywood.

di Livio Cristiani

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dicembre - gennaio - febbraio 201536

«Lavora, studia, c’èun futuro. Prova aprendertelo». Questosi è sentito dire LuigiCarletti, Personaggiodell’Anno 2014, all’i-nizio della sua car-riera. Era un ragazzodi diciotto anni. Maormai da tempo si oc-cupava di servizi einchieste per la reda-zione piombinese deIl Tirreno. A pronun-ciare queste parolefurono Carlo Caracciolo, MarioLenzi e Ivio Barlettani rispet-tivamente editore, direttore ecapo della redazione di Piom-bino de Il Tirreno di queglianni d’oro. «Era gente chenon aveva in mente né bonus,né stock option, che non facevacalcoli sui possibili guadagniimmediati – dice Luigi Carletticon un volto commosso –.Erano tempi diversi. Eranopersone diverse. Gente conun progetto. Editori veri. Lamia carriera giornalistica co-mincia nella tarda primaveradel 1978, quando ancora fre-quento la quarta C del liceoscientifico Marconi di Piombino.Il Tirreno cerca corrispondentie collaboratori per varie zonedella Toscana.Trepidante estrasicuro che mi diranno di

no, mi candido. Nella telefonatacon la segreteria del Tirrenomi alzo l’età di quattro anni:non ne ho diciotto ancora dacompiere ma ben ventidue.Già compiuti, naturalmente –ride –. È estate, sono giovanee senza remore, con la polaroide il taccuino, alla guida delmio Ciao grigio metallizzatosenza variatore (quindi sullesalite devo anche pedalare),scorrazzo per l’Elba e Piombinosconfinando ben presto neicomuni vicini. Gli altri corri-spondenti tollerano: ho diciot-t’anni e sono di passaggio.L’estate prima o dopo finirà». «A settembre ricomincia lascuola, è l’anno della maturità– continua Carletti –. Dovreianche riprendere gli allenamenticon il Piombino calcio (serieD) ma il richiamo del giorna-lismo è così forte che decidodi abbandonare il pallone euna possibile, modestissima,carriera di calciatore. Litigocon i dirigenti della societànerazzurra, litigo con l’allenatore(quel caro Giuliano Cioni) econ alcuni miei carissimi com-pagni di squadra, litigo purecon la mia ex ragazza. Ma hodeciso. Mi presento nella re-dazione del Tirreno di Piom-bino». Luigi mentre parla silascia andare a confidenze econtinua il racconto: «Il capo

della redazione èuno di quei geni au-tentici che si trovanoin provincia. Si chia-ma Ivio Barlettani,ha inventato Tele-piombino che conTelebiella è la primaTv locale in Italia.Un personaggio dafilm, e non è un mo-do di dire. Mi mettealla prova: mi chie-de a bruciapelo dipassargli un mena-

bò e io gli porgo la cucitrice,mi domanda di chi è la sirenache sta transitando sotto lefinestre e io dico ambulanzamentre quelli intorno a lui (treo quattro cagnacci di redazione)scuotono la testa e senten-ziano: pompieri, ma come sifa a non riconoscerla… Infinemi chiede di scrivere una brevedi sport e quando, tutto sudato,finalmente gliela presento, luiannuisce e sibila: ecco qua,abbiamo un altro Montanelli.Ma alla fine mi prendono».Sono momenti speciali in cuiil carattere e la professionalitàdi Luigi si formano.«Porto il fuorisacco alla corrierache va a Livorno – descriveil giornalista-scrittore – mettoa posto l’archivio fotografico,parlo con i corrispondenti dellaVal di Cornia e riscrivo i loropezzi meno importanti. Mi oc-cupo di sport giovanile e ognitanto comincio a misurarmicon la nera. Al liceo mi dodelle arie: sono “quasi” ungiornalista. Dopo qualche set-timana arrivano in redazioneCarlo Caracciolo e Mario Lenzi.Il Principe Editore e il nuovodirettore del Tirreno. Io dovreiessere a scuola ma m’inventouno sciopero studentesco e“casualmente” capito nel belmezzo della visita pastorale.Novembre 1978. Barlettani

mi guarda e capisce. È furboe carogna: mi dice che non èaria. Ma è anche generoso:mi richiama indietro. Mi pre-senta a Caracciolo e Lenzi.Sorridono e mi chiedono daquando ho smesso i pantalonicorti, scherzano e mi diconoche magari un giorno riusciròdavvero a fare il giornalista.Sorridono senza sarcasmo.Guardano quel ragazzino didiciott’anni, a Piombino, e glidicono: lavora, studia, c’è unfuturo, prova a prendertelo».

Una splendida carriera

Tuttii suoilibri

Luigi Carletti nel corsodegli anni ha pubblicatomoltissimi romanzi. Nel1996 scrive il suo primolavoro, Una traccia nellapalude (Baldini&Castol-di); nel 1998, Giuramen-to etrusco (Baldini&Ca-stoldi); nel 2006, Alla lar-ga dai comunisti (BaldiniCastoldi Dalai); nel2008, Lo schiaffo (Baldi-ni Castoldi Dalai); nel2012 Prigione con pisci-na (Mondadori), pubblica-to lo stesso anno in Fran-cia col titolo Prisone avecpiscine (Liana Levi edito-re). Nel 2013, sempre inFrancia, pubblica Six fem-mes au foot (Liana Levieditore). Lo stesso annoesce nelle librerie Cada-vere squisito (Mondado-ri). Nel 2014, all’internodel libro Piombino in gial-lo (Il foglio) a cura di Emi-lio Guardavilla, vienepubblicato il racconto diLuigi Carletti Il fango el’oro.

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Foto Fabio Muzzi

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di Luca Goerg

«Un consiglio aigiovani di og-gi: ribellatevi».

Con queste parole FabioMussi ci ha colpito in un in-tervista sulle pagine di CostaEtrusca (numero 18): semprein prima linea e tagliente, siè presentato in redazionecol suo modo di fare naturalee scaltro. Dopo qualche tem-po, questa figura importantedi politico, non cessa di esseresulle labbra di tutti e di essereapprezzato. Un piombineseche partito dal Capezzòlo(borgata operaia di Piombino,ndr) è riuscito a portare avantiun ideale politico senza maiscendere a compromessi,confrontandosi sempre civil-mente con il prossimo. Unicouomo del territorio che puòvantare una carriera politicaa così alti livelli: sedici anniin parlamento, vicepresidentedella camera e ministro del-l’Università e della Ricerca.Questo è Fabio Mussi, piom-binese Doc e orgoglio delterritorio.Va a lui il Premio alla Carriera2014, indetto da Costa Etru-sca. Anche quest’anno il vin-citore è stato selezionato at-traverso un sondaggio d’o-pinione. Ed è risultato lui ilpiù apprezzato tra le personedel territorio che possonovantare un curriculum impor-tante. Ancora una volta unafigura di primo piano, a livellonazionale e internazionale,che è riuscito a dimostrarea tutti di che pasta è fatta lanostra gente.«È una lezione monumentaledi buona politica – affermaNichi Vendola, presidenteSel, sulle pagine di CostaEtrusca (numero 18, pagina22, ndr) –. Negli anni ’80,noi giovani ragazzi della Fgci,lo stimavamo perché curiosoe non certo elitario. Una per-sona assolutamente in con-fidenza con la cultura popo-lare, anche se poi girava

voce che leggesse in tedescoi Grundrisse di Karl Marx».Un uomo elegante e conclasse da vendere, questoil profilo che ne risulta parlandocon chiunque abbia lavoratoal suo fianco.Ma anche le persone comunihanno questa idea: «Mi piaceperché semplice. La mattinaprima lo vedi dentro il tele-visore, su Rai Tre, a parlarecol suo modo competente dipolitica e, il giorno dopo, ètra le corsie della Coop, afare la spesa – affermanoBarbara e Giulio, coppia dipensionati piombinesi –. Èsempre tranquillo e gentile,un uomo di classe».Questo sicuramente è unodei tanti motivi per cui laredazione di Costa Etruscaha deciso di assegnargli ilPremio alla Carriera. Un uo-mo dalla cultura immensae dal profilo molto alto cheriesce a parlare con moltaintelligenza e sondare gliumori della base. Piombinoe il territorio sono semprestati fieri di lui. Comunquela si pensasse politicamentelo si è apprezzato, un uomolimpido e coerente. Questala forza di Fabio Mussi.Mussi è oggi membro del-l’Assemblea Nazionale di

Sel, ma la sua storia cominciatempo fa. Classe ’48, nascein una famiglia operaia alCapezzolo (Piombino) dadove «con una mano potevotoccare l’altoforno» affermaFabio Mussi, Premio allaCarriera 2014. Si diploma alliceo Classico Carducci efrequenta la Scuola NormaleSuperiore di Pisa, grazie allavincita della borsa di studio,dove conosce, fra gli altri,Massimo D’Alema. Viaggiaper studi in Europa, a Friburgo(Germania) e, intanto, la suapassione politica cresce. Èil 1968, anni emblematici eforti per il mondo: a soli ventianni Fabio Mussi entra a farparte del Comitato Centraledel Pci. Ma Fabio Mussi non è solouomo politico, è soprattuttouomo di cultura. «In queglistessi anni fui chiamato aRinascita, divenni prima re-sponsabile della pagine cul-turali e poi vicedirettore –racconta –. Alzavo il telefonoe parlavo con Jean Paul Sar-tre o con Eric Hobsbawn.Scrivevo e mi rispondevaBobbio, Sorge o Amendola.Anni incredibili».Non solo momenti importantie piacevoli nel curriculum diun personaggio di primo piano

del Pci di quegli anni, maanche impegni gravosi. «Glianni Ottanta sono stati in ge-nerale duri. Ho passato periodisotto scorta quando fui no-minato segretario regionaledel Pci in Calabria, una terramolto difficile».Poi il ritorno a Roma dovediventa condirettore de l’Unità.Favorevole alla “svolta dellaBolognina”, viene eletto primadeputato tra le file del Pdsnel 1992 per la circoscrizionePisa-Livorno-Lucca-Massa.Poi nel 1996 capogruppo,dopo la vittoria alle elezionidella sinistra.L’impegno politico continuanei Ds, sempre al vertice:nel 2001 è eletto vicepresi-dente della Camera. Nel 2006è il primo e, ad oggi, l’unicopiombinese a ricoprire il ruolodi ministro della Repubblica(ministro dell’Università edella Ricerca), nel governoProdi II. Una carriera unica,conquistata per merito e bra-vura. Poi, nel 2007, il suo clamorosodiscorso a Firenze: «Non ri-esco a rassegnarmi all’ideache il destino della sinistraitaliana possa ridursi a questo:una rete di correnti super-personalizzate dentro un par-tito che ammaina i simbolistessi della sinistra, e poiuna galassia di partiti più pic-coli». Un uomo coerente chedecide di non seguire la mag-gioranza dei Ds che confluirànel Pd ma di rimanere saldoai suoi principi. Un uomotutto di un pezzo.Fabio Mussi si aggiudica ilPremio alla Carriera di CostaEtrusca non solo per il suocurriculum unico ma, soprat-tutto, per essere un uomoleale, carismatico e amatodalla gente. Un uomo chenon smette mai di combattere,che non appartiene a un’altraepoca, ma che ancora oggiha la forza della sua giovi-nezza e ha il coraggio di direproprio ai giovani: «Ribella-tevi».

QUEL GIOVANE LEADER DI SINISTRA: DAL CAPEZZÒLO A ROMA

Fabio Mussi, Premio alla Carriera

Nel comitato centrale del Pci a soli 20 anni.Una vita dedicata alla politica e allo Stato.

«Un consiglio ai giovani di oggi: ribellatevi»

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Costa Etrusca rinnova l’annualeappuntamento con uno deglieventi più importanti del nostro

territorio. Quinta edizione per il Perso-naggio dell’Anno e il Premio alla Car-riera. Anche quest’anno la redazionedel nostro giornale ha deciso di porta-re alla ribalta delle personalità impor-tanti che hanno dato lustro alla nostraprovincia e a tutta la Toscana. Ma ve-diamo chi sono stati i vincitori dellepassate edizioni. Nella prima edizione (anno 2011) è�stato eletto Personaggio dell’Anno ilpittore sanvincenzino Giampaolo Tala-ni. Protagonista del jet-set artistico in-ternazionale ha esposto in tutto ilmondo. Il premio è� stato consegnatoda Marco Lami, presidente UnicoopTirreno, sponsor della manifestazione.Lo stesso anno ha vinto il Premio allaCarriera il cineasta Luciano Tovoli. Na-to a Massa Marittima e legato visce-ralmente a Piombino dove ha vissuto.È uno dei nostri conterranei più illustri:vincitore anche del David di Donatelloe protagonista di produzioni cinemato-

grafiche internazionali. Per l’occasioneGianni Anselmi, all’epoca sindaco diPiombino ha consegnato personal-mente il premio. Il secondo anno (2012) ha visto protago-nista del premio per il Personaggio del-l’Anno la scrittrice bestseller Silvia Aval-lone. La giovane ragazza vincitrice delpremio Campiello e arrivata seconda alpremio Strega con la sua opera primaAcciaio, ambientata proprio a Piombino.Continua la sua carriera nell’olimpo del-la letteratura con una seconda opera(Marina Bellezza) che viene pubblicata inquasi tutta Europa. Durante la stessaserata, la deputata Pd Silvia Velo ha con-segnato il Premio alla Carriera ad AldoAgroppi. Piombinese doc, ex centrocam-pista del Torino, allenatore di serie A,opinionista televisivo e scrittore. La terza edizione (anno 2013) è� statala volta dello scoppiettante ed intra-prendente industriale Bruno Pietrini.Amministratore e direttore della Sider-Piombino è� stato eletto Personaggiodell’Anno. Premiato per la solida real-ta� industriale che rappresenta nel ter-ritorio e per gli importanti lavori che lasua azienda porta avanti in tutto ilmondo. Il Premio alla Carriera è� anda-to, invece, al direttore del VernacoliereMario Cardinali. Con le sue battutegraffianti e irriverenti ha bacchettato ipotenti e fatto sorridere generazionicon il tipico humor labronico che locontraddistingue. L’edizione dello scorso anno ha vistotrionfare il capitano del Livorno Calcio

Andrea Luci. Cuore del centrocampoamaranto, è nato a Piombino dove hamosso i primi passi, anzi i primi calci.Sacrificio e determinazione lo hannopremiato e proprio con la squadra del-la sua provincia è entrato nell’olimpodel calcio italiano: la Serie A. Premioalla Carriera invece alla nota imitatri-ce-attrice Gianna Martorella. Vanta unnotevole curriculum nei programmi disuccesso della televisione italiana:Domenica In, Grand Hotel, Drive In.Oggi è attiva nel tessuto artistico dellaregione promuovendo stage formativiper giovani talenti con personalità del-lo spettacolo di primo livello ed è pre-sente negli store con un libro (“Neipanni degli altri”) e un cd musicale(“Io, Gianna e Martorella”).

I VINCITORIDELLE PASSATE

EDIZIONI

Seconda edizione:Avallone e Agroppi

Terza edizione:Pietrini e Cardinali

dicembre - gennaio - febbraio 2015

Prima edizione:Talani e Tovoli

Quarta edizione:Luci e Martorella

PatrocinioComune Piombino

Venerdì

30 gennaio 2015

ore 18.00

auditorium

Centro Giovani

Piombino

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di Umberto Barlettani

Èl’Italia del dopoguer-ra e del boom econo-mico che segna l’ini-

zio della gioielleria Rosi-gnoli. Piombino era una città viva-ce, in tanti si mettevano ingioco creando nuove attivitàcommerciali. Fiovo Rosignoli aveva lapassione per gli orologi. Ef-fettuava riparazioni nellasua abitazione. Nel 1954 in-sieme alla moglie AnnaFranchi decidono di aprirela loro attività in un piccolofondo in via San Francesco.Dante Mazzei, amico stori-co della coppia, si offre diaiutarli e li mette in contattocon alcuni rappresentanti dioreficeria. Prende vita cosìla gioielleria che nel 1972 sitrasferisce in corso Italia,dove ancora oggi ha la suasede.«Io sono praticamente cre-sciuto in gioielleria – rac-conta Mauro Ghiandi, nipo-te di Anna Franchi –. Ho ini-ziato a lavorare con loro nel1965. All’età di 16 anni an-dai per un anno a ValenzaPo ad imparare l’arte orafa.Da allora in poi la mia vita ècambiata. Qui in negozio –prosegue Ghiandi – ho co-nosciuto Sandra che lavora-

va come commessa e sareb-be poi diventata mia moglie.L’attività di famiglia vaavanti ormai da tre genera-zioni. Nella gioielleria lavo-rano, oltre a mia moglieSandra, anche mia figliaArianna e suo marito Ales-sandro Dondoli, tecnicoorologiaio».A completare lo staff anchele collaboratrici Elaine Hat-kinson, Claudia Spinelli el’orafa Marta Baldi.Sessanta anni di storia, ca-ratterizzati da passione edentusiasmo che hanno por-tato la gioielleria Rosignoliad essere apprezzata da tanti

clienti. Non solo a Piombinoma anche in Val di Cornia eall’isola d’Elba. «I clienti si fidano di noi edella nostra professionalità– sottolinea Mauro Ghiandi–. Abbiamo costruito neltempo un rapporto di fiduciache continua anno dopo an-no. Il nostro obiettivo è ri-uscire a soddisfare la nostraclientela offrendo oggetti dipregio, pur vivendo in unafase storica piuttosto delica-ta e difficile. Notiamo in-dubbiamente una certa pru-denza negli acquisti – affer-mano Mauro e Sandra – eallora è necessario saper in-terpretare il mercato offren-do marche che hanno un altorapporto qualità prezzo. Og-gi è più difficile proporrel’orologio o il gioiello im-portante. Riusciamo a farebuoni volumi di venditaquindi grazie a marche co-me Pandora o Stroili per lagioielleria o Hamilton eLocman per l’orologeria». Alla fine inevitabile una

considerazione sulla situa-zione attuale di Piombino. «Speriamo che questo Nata-le possa portare certezze sulfuturo del polo siderurgico eche si riaccenda un po’ di ot-timismo e serenità nelle fa-miglie. Noi – concludonoMauro e Sandra – auguria-mo un buon lavoro per le fe-stività a tutti i nostri colle-ghi commercianti».

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ORIZZONTALI1. Gattopardo americano – 7. Dedito a vita contemplativa – 12. Iso-lotto con faro tra Piombino e l’Elba – 12. Balia – 14. È come illustre(abbr.) – 15. La maggiore del nostro arcipelago – 17. Navigò nel Di-luvio universale – 18. Unione Artigiani Padovani – 19. Mezza Roma– 20. Scolaro – 21. Consonanti di teca – 23. Sassari – 24. Vi si è in-cagliata la Costa Concordia – 26. Il cattivo dell’Otello – 27. La pri-ma nota – 28. Dono senza vocali – 29. Military Police – 31. Noifrancesi – 33. Isola ex colonia carceraria – 36. Istituto RicostruzioneIndustriale – 38. Manda in miseria – 40. Ente Europeo Utenti Visi-vi– 41. L’isola che rese famoso un conte – 42. La sibilla nuziale –45. Tribunale Amministrativo Regionale – 46. La Banca Vaticana –48. È l’isola più vicina a Livorno.

VERTICALI1. Ritenuti, supposti – 2. Occasione, coincidenza – 3. Succo estrattodal cactus – 4. Liberi Muratori Laziali– 5. Le vocali di Osaka – 6.Tesoreria Istituto Demaniale – 7. Scatto progressivo di un corridore– 8. Un Luigi rimpianto e stimato imitatore – 9. Escursionisti esteri– 10. Telegiornale – 11. Predicò l’arianesimo – 13. Orient-Express –

16. Il punto più lontano dalla Terra – 22. Polvere per fare il cioccolato – 23. Sondrio – 25. Mangia di tutto – 29. Un Thomasillustre scrittore – 30. L’angolo a 180 gradi – 31. Risposta sgradita – 32. Il riposo dei messicani – 33. Periodo di incertezzaeconomica – 34. Pubblicazioni Vietate ai Minori – 35. Orione senza estremi – 37. Erba per aromatizzare liquori – 39. EnteCassa Integrazione Guadagni – 40. Egli, lui – 43. Me stesso.

Le pillole di Paolo Pachi

PAROLE INCROCIATE (di Paolo Pachi)

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La cosa più difficile nel lancio del martello

è colpire il chiodo.

Non dire mai la verità. Ti potrebbero

scoprire!

Il vegetariano non metterà mai troppa

carne al fuoco.

Una notizia data a bere è venuta da

un’ottima fonte.

La pasta alla puttanesca l’ha creata una

zoccola.

Il sordo ha superato la barriera del suono.

Ha buttato sua moglie nel cassonetto della

plastica: s’era tutta rifatta.

Tutte le donne aspettano il grande amore,

nel frattempo si sposano.

Il pisolino lo si schiaccia inconsciamente.

La noia anche se mortale, non ha mai

ucciso nessuno.

Il ladro ottiene un vantaggio solo facendo

una sottrazione.

dicembre - gennaio - febbraio 2015

Un giro nell’Arcipelago Toscano

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di Francesca Barone

Un secolo di storiapiombinese. Un se-colo di sapori e pro-

fumi. Così racconta la cartad'identità di una piccola atti-vità commerciale, da decen-ni nel centro della città.Dopo venti anni in via Gali-lei, nel 1934 Rosa Guarnieritrasferisce la sua bottega inpiazza Gramsci, a quei tem-pi piazza Vittorio EmanueleIII. Da quell'angolino nonsarebbe stata più spostata. Eoggi la bottega “Da Rosa”festeggia ottant'anni dellasua storia. Ottant'anni da re-gina di piazza Gramsci. Aguidarla, dopo la signoraRosa, si sono susseguiti altriproprietari, tra cui la fami-glia Barsotti, titolare dell'at-tività per oltre sessant'anni. Oggi le vecchie botteghine,retaggio di un passato, pianopiano scompaiono per la-sciare spazio alla grande emedia distribuzione. Ma co-sì non è stato per lei. “DaRosa” è sempre lì, sempre lastessa, nel suo vestito vinta-ge. Un'attività a misurad'uomo, dove il cliente vie-ne quotidianamente cocco-lato con primizie gastrono-miche toscane e con i mi-gliori prodotti freschi delterritorio. Frutta e verduradella Val di Cornia, funghigrandi e profumati, tartufi diAlba, salumi di Montalcino,formaggi toscani, farro diSuvereto, farina di castagnedella Garfagnana, dolci digiornata, tortelli e gnocchirigorosamente fatti a mano. Gli odori che escono dallapiccola bottega, invadono lapiazza, stuzzicando le naricie l’appetito dei passanti. So-

prattutto dei turisti che, in-curiositi dai bei banchi alle-stiti fuori dal negozio, entra-no con le loro macchine fo-tografiche e rubano semprequalche scatto. Perché queisedici metri quadrati di bot-tega, con la storica insegnaall'esterno, il vecchio ban-cone, le mattonelline dipin-te, i piccoli tini di legno connoci e legumi, la grossa e or-mai rugginosa chiave deglianni Trenta appesa in unadelle due piccole vetrine,raccontano una storia. Perquesto Letizia Silvestri nonha mai pensato di cambiarequalcosa. Lei, piombinese35enne, dopo quindici annicome dipendente di PaoloBarsotti, ha acquistato l'atti-vità nel 2012. Ma non si èprivata dell'aiuto di Paolo,che continua a stare dietro al

bancone.Letizia ama questa bottegae, negli ultimi due anni, hadedicato tutto il suo tempo arenderla sempre più prezio-sa, cercando i prodotti mi-gliori e idee sempre nuoveda proporre, come i cesti diNatale realizzati con il su-ghero. Per il suo piccolo ne-gozio non c'è mai un giornodi festa: “Da Rosa” è sem-pre aperto, anche quando ilcalendario segna rosso.Ogni giorno, compresa ladomenica, con l'aiuto delmarito Alberto e con estre-ma cura del dettaglio, alle-stisce i banchi all'esternodella bottega e poi, fino asera, senza mai chiudere, sidedica ai suoi clienti rega-lando ricette e consigli perla preparazione dei prodotti.E chi vuole degustare subito

qualche primizia può farloaccomodandosi in uno deitavolini all'esterno della bot-tega, in quello che Letiziachiama “il mio salottino”.

Da Rosa, un secolo di bontà

Il GaribaldiInnamorato

RistoranteVia G. Garibaldi, 5 - Piombino - Tel. 0565 49410

www.ilgaribaldiinnamorato.it

Bottega storicadella città.

Dal 1934 in piazzaGramsci.

Letizia ha rilevatol’attività

dalla famigliaBarsotti.Primizie

gastronomiche e frutta

della Val di Cornia.Clienti abituali

e turistiincantati dalfascino antico

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di Riccardo Vigetti*

Quando una persona haun inestetismo cutaneo(nevi dermici benigni,

angiomi rubino, fibromi pen-duli, verruche virali, xantelasmied altri ancora) sorge la volontàdi toglierlo, ma senza sentiredolore e senza che rimangauna brutta cicatrice. Oggi ab-biamo uno strumento chiamatoDermo Ablation Surgery(D.A.S.) che ci permette, graziealla radiofrequenza ad ondelunghe, di venire incontro aqueste esigenze. Il dispositivocrea un arco voltaico sulla su-perficie epidermica, senza pro-vocare danni termici in pro-fondità, praticamente senzasanguinamento. Con l’elettrododello strumento il medico “can-cella” con una tecnica a piccolitocchi l’inestetismo fino ad

appianarlo del tutto. Un’altra innovazione interes-sante di questo apparecchioè la possibilità di fare un elet-tropeel inserendo una puntacurva: strofinando l’elettrodo

sulla cute della paziente ri-usciamo ad avere una esfo-liazione immediata con unbuon effetto peeling e la pos-sibilità di veicolare sostanzeche penetrano meglio non

avendo più l’ostacolo dellostrato corneo. Lavori moltobuoni si possono fare anchein zone che di solito vengonotrattate con altre sostanze oaltre procedure: le palpebree le rughe perioculari. Facendodei passaggi con la punta dellostrumento sulle lassità palpe-brali si riesce ad avere unaretrazione cutanea ed una lievecrosta che in circa una setti-mana regredisce senza lasciarenessun tipo di cicatrice.Stessa metodica si può faresulle “zampe di gallina” perridurre la profondità dellaruga stessa. Le sedute sonomolto veloci e i pazienti chesi sottopongono al trattamentonon hanno bisogno nè di ane-stesia nè di terapia antibioticasuccessiva.

*Medico estetico

di Allegra Ciaponi*

Il ‘Vegetarismo’ comprendeuna gamma di modelli ali-mentari basati essenzial-

mente sul consumo di cereali,verdura, legumi e frutta conl’abolizione di carne, pollamee pesce.Fra le diete vegetariane esistonoalcune varianti: mentre alcuneincludono latticini e uova(diete latto-ovo vegetariane),altre comprendono soltanto ilatticini ma non le uova (dietelatto-vegetariane), infine lediete vegetariane più stretteescludono tutti i prodotti de-rivati da animali (diete vegane).Nelle diete a base di vegetalimolti nutrienti possono esserecarenti, assenti o scarsamenteassorbiti dall’intestino. Questicomprendono acidi grassiomega-3, ferro, zinco, calcio,

vitamine D e B12 e soprattuttoproteine ad alto valore bio-logico (proteine nobili). I ve-getali forniscono infatti proteinea basso valore biologico inquanto non contengono tuttigli amminoacidi essenziali.Tale deficit può essere colmato

combinando in modo equili-brato legumi e cereali. Oltrea questo un’ampia gamma diprodotti è attualmente dispo-nibile per aiutare i vegetarianinelle loro scelte alimentari.Alcuni esempi sono i sostitutidel latte, gli alimenti arricchiti

di micronutrienti come i cerealiper la colazione, i succhi difrutta e le conserve, così comegli integratori. Anche il tofu(formaggio di soia), il tempeh(derivato della soia gialla) eil seitan (proteine del grano)rappresentano un'utile e gustosaalternativa ai prodotti di origineanimale.Un'attenzione particolare vaposta alla vitamina B12 le cuifonti principali sono i prodotticaseari e le uova. Coloro cheseguono diete vegane o esclu-dono tali alimenti potrebberoaver bisogno di integratoriper garantirne un adeguatoapporto. In conclusione chisegue diete vegetariane o ve-gane deve necessariamentepianificare i pasti per evitarecarenze nutrizionali.

*Dottoressa, dietista

INESTETISMI CUTANEI

Togliamoli con precisione

ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTA

Vegetariani, alcuni consigli

42 dicembre - gennaio - febbraio 2015

Alimentazione Biologica & NaturaleProdotti per intolleranze

Cesti natalizi

Via Giordano Bruno, 35Piombino (Li)

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di Simona Grossi

Da un capo all'altrodella Costa degliEtruschi si snodano

i percorsi della buona cuci-na, dei vini e degli oli eccel-lenti. Un modo questo perscoprire una terra generosache sa di Toscana e insiemedi Mediterraneo dove potre-te apprezzare sia la cucina di

mare che quella a base diselvaggina, cinghiale e carnipregiate.E una delle più tipiche ricettedel periodo invernale, appunto,è rappresentata dalle pappar-delle alla lepre, che potretegustare in tanti ristoranti, maanche realizzare in casa. Ve-diamo come.

Ingredienti400 grammi pappardelle fre-sche, spalla, busto ed interioradi lepre.1 carota.1 costa di sedano.2 cucchiai di salsa di pomodoro.½ cipolla.½ bicchiere di latte.½ bicchiere di vino rosso.Sale e pepe quanto basta.Olio extravergine di oliva.Parmigiano grattugiato.

PreparazioneIn un tegame di coccio sof-friggete il trito di sedano,carota e cipolla, poi aggiungetela spalle ed il busto della lepre,tagliati a pezzi, insieme a pol-

mone e cuore tritati. Versateil vino lasciandolo evaporare.Aggiungete la salsa di pomo-doro, il latte, sale e pepe. Por-tate a cottura aggiungendoeventualmente un po' di acquatiepida. Al termine lasciateraffreddare e tritate i pezziinsieme al fegato. Rimettetetutto sul fuoco e cuocete peraltri 5 minuti. Con il sugo ot-tenuto condite le pappardellecotte al dente e aggiungeteformaggio grana o pecorinoa tavola.La gastronomia della Costadegli Etruschi non ha maiperso la sua identità ed è unvero giacimento di sapori tuttida (ri)scoprire.

Polleria • GastronomiaGenuinità

e freschezza

sulla vostra tavol

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di Simona Grossi

In inverno per conservareal meglio i gerani dovre-mo seguire poche, sem-

plici ma indispensabili rego-le di giardinaggio. Ecco leprincipali.Diamo loro un'ultima ripulitaeliminando con cura le partimorte o danneggiate. Per pro-

teggerli dal freddo raduniamoi vasi nell'angolo più riparatodel terrazzo sistemandoli inuna specie di serra.Un'avvertenza: i gerani malsopportano l'aria stagnante,per cui di tanto in tanto arieg-geremo la serra.Esiste inoltre un sistema antico

per il riposo di queste piante,quello di metterli in una cassettacon torba asciutta. Come si fa?Il primo passo è potarli ta-gliando i fusti fino a 10/15centimetri ed eliminando tuttoil legno tenero e gran partedelle foglie. Dopo averli sra-dicati e scrollato la terra dalle

radici, immergiamoli in unasoluzione fungicida. Togliamolie lasciamoli asciugare per al-meno 24 ore. Infine leghiamoliinsieme e mettiamoli a dormiresotto uno strato di torba altoalmeno 15 centimetri.All'inizio della primavera liprenderemo dalla cassetta einvaseremo le piantine conun buon terriccio fertile facendoattenzione che i vasi, per alcunigiorni, stiano in una stanzanon riscaldata. Quindi li ri-porteremo in terrazzo e li con-cimeremo. Così facendo torneranno adessere ancora più splendidiregalandoci di nuovo i lorosmaglianti colori.

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di Guglielmi dott.ssa ElenaCOMPRAVENDITARICERCHE IPOTECARIESTIME

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GABRIELE TINALLI

Dai paesaggialle tematiche più profonde

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Gabriele Tinalli

PARTECIPA AL “MILLE MIGLIA”CONQUISTANDO IL 4° PREMIO

di Pierluigi Galassi

Gabriele Tinalli, 47 anni, di Piombino, fa partedel Circolo culturale Sant'Antimo, dove, mal-grado gli impegni lavorativi che lo portano

tutti i giorni fuori città, collabora attivamente, facendo-mi, fra le altre cose, anche da assistente al corso di fo-tografia al Centro Giovani Fabrizio De Andrè. Fotogra-ficamente parlando, inizia ad immortalare paesaggicon una "Bridge Fuji S.9500", avvalendosi dei preziosiconsigli dell'amico fotoamatore Marco Morrone.A Gabriele piace dire di aver scoperto la vera fotogra-fia ascoltando per sette anni le mie "chiacchierate foto-grafiche" proprio al Centro Giò e a me piace credereche sia così: spero altresì di non avergli causato la nau-sea fotografica a forza di sentirmi in tutti questi anni.Comunque sia, si può notare dalle sue opere una certaevoluzione sia nella forma che nei contenuti: mentre,come ho già anticipato, le prime foto ritraevano pae-saggi dolomitici, la pratica del Tai Chi, l'ambiente.Successivamente si indirizza su tematiche meno amenee più profonde, come le manifestazioni sindacali dellanostra città, riuscendo a cogliere, attraverso le espres-sioni, l'anima dei lavoratori e dei personaggi. Attual-mente lavora con una "Nikon D90" corredata da obiet-tivi 35 m/m (11-16, 16-85, 70-300). Apparentemente schivo e poco divulgativo, partecipaper la prima volta nel 2012 al Concorso fotografico"Mille Miglia", organizzato dal Museo Nazionale dellaFotografia di Brescia, dove si distingue, aggiudicando-si il 4° premio. Ha sempre collaborato alla mostra col-lettiva "Piombino Bella", organizzata in occasione diSanta Anastasia, patrona di Piombino, nel chiostro del-la Concattedrale di Sant’Antimo.Che dire? Gabriele ha raccolto correttamente quelloche vado dicendo nei miei corsi di fotografia e le sueimmagini lo dimostrano... continua così!

Grande passione per la fotografia.Segue i consigli dell’amico Morrone.Si perfeziona al Circolo Sant’Antimo

dicembre - gennaio - febbraio 2015

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino.È presidente della sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo.Dopo la presentazione di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi,Guido Morelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, StefanoValdiserri, Davide Bedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, PatrickDonati, Fabio Del Ghianda, Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, EleonoraCarlesi, Luca Vangelisti, Massimo Daddi, Alessio e Matilde Ricci, AsiaGiannelli, Francesco Livi, Francesco Masangui porta oggi alla ribaltaGabriele Tinalli.

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Gli scattidi Gabriele Tinalli

Lami & Bruscolini srlagenti di assicurazioni

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Rudy Mazzone è nato a Piombino nel1980. Ha vissuto a lungo a Cecina esi è laureato alla facoltà dei BeniCulturali. Ha realizzato scenografie,murales e carri di carnevale. Dopouno stage presso il carrista EmilioCinquini diventa costruttore di ma-schere isolate a Viareggio e realizza idue cavalli alti quattro metri per i 150anni dell'Unità d'Italia. Ha iniziato adipingere nel 2005 coniugando lacartapesta alla pittura.

La mostra “Una e mille donne” che ilgiovane artista piombinese RudyMazzone ha allestito presso il Palaz-zo Appiani è stata una esaltazione delcolore e della fantasia. Le sue opereinfatti sono espressione di un talentonaturale che è cresciuto nel tempocon un percorso affascinante, iniziatoda adolescente.La sua passione per l'arte lo ha spin-to, da autodidatta, a decorare le ve-trine, a partecipare e vincere in variconcorsi come “Il mare e le vele”, afrequentare gli ambienti dei carri al-legorici del carnevale di Cecina e diViareggio e a realizzare numerosescenografie. Quando poi ha iniziatoa dipingere, tutte queste sue espe-rienze giovanili si sono fuse in ununico stile dove pittura e scultura so-no in perfetta armonia.Così ha realizzato i suoi fiori dedicatisoprattutto alle donne, dove il gusto

del colore e della forma tridimensio-nale creano poesie che trasmettonogioia, tristezza, inquietudine.La natura è esaltata nella luce e neivolumi della materia con la sapientestesura della carta pesta. Una naturache assume però forti significati sim-bolici che denunciano l'accanimentodell'uomo su di essa e su se stesso.Così una rosa nera diventa un urlodrammatico contro la violenza sulledonne e simbolo angoscioso di unavita inesorabilmente distrutta.

Fernando Farulli è nato nel 1923 aFirenze dove ha insegnato all'Acca-demia delle Belle Arti. Nel 1952 hascoperto Piombino e le sue industrieche diventano il tema principale del-la sua pittura. Ha esposto a Roma,Milano, Firenze, Piombino e Pisa.Nel 1964 ha vinto il premio naziona-le del Fiorino. Hanno parlato di luiDe Micheli, De Grada, Federici,Gatto, Guttuso e Quasimodo. È mor-to nel 1997.

In un momento storico così difficile,con il perdurare di una crisi economi-ca e sociale che continua a impoveri-re il nostro Paese, assistiamo anchealla decadenza delle nostre fabbri-che. Chissà come rappresenterebbeoggi, il mondo dell'industria il gran-de pittore fiorentino Fernando Farul-li? Per lui la fabbrica, più che un sog-getto è stata la passione della vita.Negli anni Cinquanta proponeva lasua visione con capannoni cubici emattonati, con alte ciminiere, ruggi-nose gru e ponti di collegamento. Icolori tendevano al blu e rossastro econtrastavano i verdi scuri e cupi del-le valli e della vegetazione. Poi neglianni Sessanta apparvero i suoi “co-struttori” che ci proiettarono in unavisione nuova, più luminosa e poeti-ca. I colori erano scintille di fuoco,gialli e rossi che creavano bagliorinei profondi blu e negli azzurri. Glioperai diventavano titani, eroi che siribellavano al mito della macchina

che appariva così il loro strumentoper costruire una nuova società.L'uomo non era più un robot dellafabbrica ma un essere umano che,consapevole della sua forza, ritrova-va la verità della sua esistenza: di-ventava quindi costruttore. La fab-brica di Piombino, una volta scena-rio negativo che opprimeva la natu-ra e l'uomo, si apriva all'orizzontedel cielo e con le sue saettanti scin-tille di fuoco rigenerava nuove pro-spettive e gioiose visioni. Mi chiedoancora: Farulli come dipingerebbeoggi i suoi costruttori?

Fernando Farulli

La fabbrica e i costruttori

La magia...

Rudy Mazzone Volume, colore e fantasia

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Giovanna Sparapani è nata a Piombinoe si è laureata in Storia della criticad'arte presso la facoltà di Lettere eFilosofia dell'Università di Firenze.Oltre all'insegnamento della Storiadell'arte, da anni si dedica alla ricercafotografica partecipando ad importantimostre personali e collettive. Vive elavora a Firenze.

Giovanna Sparapani è un'artista chesa raccontare quello che vedono i suoiocchi e il suo pensiero attraverso ilmondo fantastico della fotografia. L'artecontemporanea si avvale di tutti i mezziche la tecnologia moderna le offre eGiovanna ne è un esempio eclatante.Le sue foto sono vere manifestazionidi arte figurativa. I tagli, la scelta deisoggetti, il colore, le sequenze che sisuccedono come in un film, sono fruttodi grande capacità creativa e di notevolesensibilità espressiva. Non sono fotobanali ma immagini fantastiche chediventano provocazioni e inviti ad os-servare la realtà con uno sguardo piùattento e più profondo.Vi appaiono i particolari più inconsuetidelle città, come i legni, gli strati degliintonachi scalcinati, i graffiti che si so-vrappongono, i monumenti, le scrittepubblicitarie. Particolari che fannoparte della vita, del quotidiano, dellastoria di una comunità che vive stravolta

e distratta nel ritmo frenetico metro-politano.Sono documenti, messaggi, ma anchebellezza estetica che entra nel profondocon estrema semplicità e chiarezza. Lesue foto sono composizioni armoniose,sapienti e ricche di un fantastico cro-matismo che dipinge le immagini conle scalature degli azzurri, dei rossi, deiverdi e degli altri stravaganti coloridell'arcobaleno della vita. In questocaleidoscopio vivono insieme l'occhioe il cuore, la ragione e il sentimento.

Giuliano Rossi è nato a Campiglianel 1945 e vive e lavora a Piombino.È stato artigiano e artista orafo e hasempre saputo coniugare il suo la-voro con la passione per la pittura.È autodidatta ma ha avuto comemaestro l'amico Bruno Pazzagli. Haesposto a Piombino, Follonica, Li-vorno, Prato, San Vincenzo, Firen-ze, Monterotondo e si è affermato innumerosi concorsi di arte contem-poranea ed estemporanea.

Il pittore Giuliano Rossi ricorda mol-to gli impressionisti.Indubbiamente la folta barba che daanni caratterizza il suo volto ci fa ve-nire in mente il grande Monet, ma an-che nei suoi dipinti è evidente il pro-fondo legame che lo unisce all'artefrancese e alla scapigliatura italianadell'Ottocento. I suoi paesaggi sonouna romantica stesura di armonioseatmosfere cromatiche che suscitanoprofondi sentimenti di amore e dipassione nei confronti di una naturaancora bella e incontaminata. Fran-giature e luminoscenze che sonocreate con l'utilizzo di una tecnica mi-sta di colori ad olio, acrilici e a smal-to. Le armonie dei blu e dei verdi di-stinguono il suo stile che è alla ricer-ca dell'essenzialità dell'informale av-valendosi però dell' immagine reale.Il particolare veristico è solo il prete-sto per entrare nel luogo o nel sogget-to rappresentato.Infatti, la gamma cromatica e astratta

degli sfondi è in perfetta sintesi conl'elemento descrittivo. I paesi immer-si nel verde dei nostri monti, le isole,le scogliere mediterranee e i fiori, co-sì personalizzati, diventano quindipoesia e visione fantastica.Inoltre le sue opere sono adatte aiconcorsi di pittura estemporanea per-ché con la loro spontaneità, velocità eimmediatezza, riescono a individuarei temi scelti distinguendosi dagli altri;è logico che abbiano vinto così tantipremi in tutta la Toscana.

Giuliano Rossi

Le armonie del blu

Giovanna Sparapani

Tracce di vivaci colori

dell’Arte a cura di D a n i e l e T o n c e l l i

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Che bei ricordiquando cavalcavoil ciuccio del Napoli

Tanto tuonò che piovve. Edalla pioggia Walter Maz-zarri non è uscito inden-ne. Il presidente indone-siano dell’Inter ErickThohir ha esonerato l’al-lenatore sanvincenzino eha deciso di riportaresulla panchina nerazzurraRoberto Mancini. Un calciobello e buono, ma questavolta non al pallone… ma aqualcos’altro. Si dice che, dopo l’addioalla squadra meneghina,Mazzarri stia riflettendocon lunghe passeggiatesulla spiaggia di San Vin-cenzo, finalmente a casa.L’aria di mare lo aiuteràa progettare il suo futuroinsieme ai 19milioni dieuro (lordi) che l’Interha sborsato per esonerarelui e il suo staff. Con-tando il malloppo il tempocambia, speriamo smetta dipiovere per Walter!

dicembre - gennaio - febbraio 2015

Mazzarri a casa con 19milioni di euroCacciato dall’Inter

piange a San Vincenzo

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di Tony Montero

Si è svolta a Roma, alSalone delle Tre Fon-tane dell’Eur, una ce-

na di finanziamento per ilPartito democratico. Ogniospite presente ha pagatominimo mille euro. Tanti gliimprenditori, gli avvocati, imanager e dirigenti d’azien-da a cena con Matteo Renzie la ministra Boschi. Anchedue volti noti della provin-cia di Livorno.Sull’evento è intervenuto unironico servizio de Le Iene,programma di Italia Uno. Ilgiornalista Enrico Lucci haintervistato gli ospiti primadella cena. Tra questi duenoti imprenditori del nostroterritorio. Nel servizio delprogramma Mediaset sonomolti i personaggi che nonhanno nemmeno voluto direnome e cognome alla “ie-

na”. «Perché non mi dice ilcognome? Non è mica unaloggia massonica! È una ce-na con Renzi!» ha tuonato, aun certo punto, il giornali-sta.Diverso l’atteggiamento deidue imprenditori della Val diCornia che, con disinvoltu-ra, hanno risposto alle do-mande di Enrico Lucci. Sitratta di Enzo Grandi, al ti-mone di Etrusca Profilati,azienda piombinese di lavo-razione dell’acciaio, con unfatturato annuo di 15/16 mi-lioni di euro e, MaurizioBerrighi di Venturina, notoimprenditore edile a capodella Berrighi Costruzionis.r.l. (capitale sociale – inte-ramente versato – di 1milio-ne e mezzo di euro).«Perché dare mille euro difinanziamento al Partito de-mocratico?» ha chiesto ilgiornalista. «Per aiutare la

politica a sostenersi» ha af-fermato Grandi. «Sarebbe più grave fosserofatte di nascosto queste co-se» ha continuato Berrighi.Poi la “iena”, sempre a Ber-righi, chiede con tono ironi-co:«Tutti di sinistra?».L’imprenditore edile repli-ca: «Perché è un disonore?». E alla fine la domanda bom-ba del giornalista: «Ecco ar-rivano le imprese che dannoi soldi e cercano di comprar-si il partito. Sotto sotto noncerchi niente?».Berrighi, alzando le mani,dice: «A me non serve nien-te!».In molti hanno storto il nasoper questa iniziativa del Pd.«Ma forse – afferma il pre-

mier Matteo Renzi – si trattadegli stessi che un anno fadicevano: “il Pd non ha an-cora tolto il finanziamentopubblico”. È solo demago-gia».Maurizio Berrighi, attraver-so il suo profilo facebook,ha in seguito commentato laserata: «C’è un bel clima nelPd, Renzi parla in manierasemplice e diretta, mi con-vince sempre di più».

Berrighi e Grandi nel mirino de Le Iene di Italia Uno

Cena con Renzi a mille euro

Cosa può offrire una cenada mille euro?Ecco il menù della seratadi finanziamentoper il Partito democratico.

L’aperitivo: flute diprosecco. Succo diananas, arancio e melaverde.Canapè con gamberi ezucchine a scapece.Voul au vent con scaglie digrana.Cestini con bufala epachino.Tartine con ricciolo dibresaola e caprino.Bruschettina di salmone insalsa di agrumi.

La cena: Sformatini diparmigiana di melanzanecon bufala e basilico.Raviolo di cacio e pepecon pachino e fili dilimone.Filettino di manzo conspinaci alle mandorle ecarotine saltate.Mousse ai tre cioccolaticon meringa stick eciuffetti di panna dolce. Pani della casa: alle olive,alle noci o semplici.

Bevande: Vino bianco erosso.Moscato.Acqua minerale.Caffè.

Il presidente della Roma, James Pallotta, è stato tra gliimprenditori presenti alla cena di finanziamento del Pdsicuramente l’uomo più in vista della serata. Si vociferache sia stato anche il più “generoso” con il partito diMatteo Renzi. Dopo aver promesso un nuovo stadio perla “Maggica” pare abbia detto: «Macchè mille euro, dipiù, molto di più possiamo dare al nuovo astro dellapolitica italiana!».Sull’onda dell’entusiasmo immaginiamo che anche gliimprenditori del nostro territorio, intervenuti alla cena, nonsiano stati da meno. Magari Berrighi spera di realizzarenella tenuta di Rimigliano un vecchio sogno del sindacoBandini: uno dei campi da golf più grandi e attrezzatid’Europa. Stimolo per il turismo e la diversificazione tantonecessaria alla Val di Cornia.

A sinistra l’imprenditore Enzo Grandi A destra l’imprenditore Maurizio Berrighi

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50 dicembre - gennaio - febbraio 2015

di Paolo Fuligni*

Cecina non la puoi di-re bella. Non ci trovipalazzi nobiliari o

storiche mura, pittoreschivicoli, portici, archi, antichescale, monumenti, cattedra-li; niente di niente. È troppogiovane Cecina per offrire alviaggiatore ciò che anche ipiù piccoli borghi della To-scana così facilmente esibi-scono. Qui tutto nasce sottoLeopoldo II, ben oltre lametà dell'ottocento, all'inse-gna della praticità e dellosviluppo economico, senzapretese e senza fronzoli;edifici bassi – massimo dueo tre piani – semplici e di-gnitosi, piazze geometrica-mente regolari, un paio diviali alberati. Anche il quar-tiere litoraneo, che qui tuttichiamano "Marina” tout co-urt, non offre che qualchevilla in mezzo a strade estradine fatte soltanto di edi-fici di scarso pregio, appar-tamenti per affitti estivi, ge-laterie e pensioni.Eppure piace, malgrado tut-to ciò, questa piccola, sim-patica città, piace propriotanto.Piace ai turisti stranieri, chedi anno in anno tornano afrequentare le sue spiagge ele sue pinete, piace alla gen-

te del circondario che da de-cenni viene qui al mare, maanche – per antica tradizio-ne – a far acquisti al merca-to. Il famoso mercato che,sin dal tempo dei Granduchidi Toscana, portava sin quigente da Volterra, Saline,Bibbona, Casale, Montescu-daio e Riparbella; Cecina, ilposto della fiera mensile percui Leopoldo fece costruireaddirittura la ferrovia. Oggiil mercato si tiene il martedìmattina, giù per il CorsoMatteotti, e non ci trovi piùi pulcini e gli anatroccoli, lesementi e gli attrezzi agrico-

li, come fu fino agli anniCinquanta e Sessanta del se-colo passato; è un mercatosettimanale come tanti altried ospita, probabilmente, glistessi ambulanti e gli stessiarticoli che incontreresti aPisa o a Piombino. Ma attiraugualmente tante persone,da Rosignano, Castagneto eVenturina oltre che da tuttol'entroterra e persino da Li-vorno. Persone che si intrat-tengono nel piccolo centropedonale, visitano i negozidel corso e delle piazze – so-prattutto quelli tradizionaliche offrono prodotti "classi-

ci" un po' retrò ma di indi-scutibile qualità – riempio-no ristoranti, trattorie edenoteche; evidentemente aCecina si sta bene.E ci stanno bene anche i ce-cinesi, gente concreta soli-damente attaccata alle pro-prie radici, cioè alla terra eal commercio. Quando vaiin banca, tra un bonifico eun versamento, senti parlaredelle olive e delle qualità deifertilizzanti, di come verrà ilvino quest'anno ma anchedegli appartamenti da affit-tare o da vendere, dell'ono-rario del notaio, dei lavori

Gente legata alla tradizione della terra e del commercio

Cecina, città giovane e pratica

Il tradizionale mercato

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da commissionare al mura-tore, all'elettricista e all'i-draulico.Abituati a vedere e ad ac-contentare tanti forestieri, icecinesi sono ragionevol-mente aperti e cordiali; mala cordialità e l'ospitalità siconciliano sempre con l'ac-curata gestione dei propriaffari e col buon senso di chivolentieri incontra e cono-sce tanti modi diversi di es-sere, ma saggiamente non sidiscosta dal proprio.Eredi consapevoli di una ef-ficace cultura contadina,amano le belle cose e volen-tieri se le comprano, ma – adifferenza dei livornesi –comprano dopo aver benguardato e confrontato iprezzi, privilegiando co-munque la sostanza all'ap-parenza; parcheggiano vo-lentieri una bella auto lungoil corso e volentieri passeg-giano mostrando dei bei ve-stiti, ma state certi che lihanno pagati il giusto e che,comunque, non faranno mai

il passo più lungo dellagamba.In estate vanno volentieri almare, ai Tomboli e alle Go-rette, ma non portano dentrodi sé particolari sentimenti,

non sentono l'impronta, l'i-dentità di questo mare; sivolgono assai più verso l'in-terno, verso l'alta valle delloro fiume, il Cecina appun-to, competenti estimatori

delle olivete e delle vigne,frequentatori abituali diMontescudaio, di Casale eRiparbella, fieri di Bolgherie dei suoi fantastici vini. Ese volentieri vanno a man-giare il pesce fresco – persi-no il crudo! – nei ristorantichic e nelle trattorie alla mo-da, se magari oggi si posso-no compiacere di frequenta-re il mitico Mc Donald's cheha appena aperto in città, illoro palato rimane semprelegato ai sapori della tradi-zione e della memoria, alsugo di cinghiale, alla cac-ciagione, ai funghi, al peco-rino, all'arista e ai fegatelli.Molti, in virtù di una buonacondizione economica, han-no visto Parigi, Londra eNew York; le hanno visitatee apprezzate senza farsi ve-nire complessi e sono torna-ti a casa senza nostalgie.Aperti, curiosi, disponibili,ma fondamentalmente e so-lidamente... cecinesi.

*Psicologo - psicoterapeuta

Cecinesi: senza pretese e senza fronzoli,attaccati allo storico mercato e al turismo.Una piccola simpatica città che piace tanto

Veduta aerea di Marina di Cecina

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di Tony Montero

Bene la prima! Tantiospiti al primo even-to organizzato dalla

Tenuta Eleonora di Toledoper presentare l’olio nuovo.Eccellenze del nostro terri-torio che si incontrano: l’o-lio pregiato Eleonora sposale specialità del ristorante

Alcide e l’apericena prendevita. Il tutto accompagnatodalle note magiche del Li-ving Coltrane quartet guida-to dal sassofonista jazz Ste-fano Cocco Cantini. Il suggestivo frantoio di viadella Bandita a VenturinaTerme per un giorno si è tra-sformato in luogo di incon-tro dove oltre 350 persone si

sono date appuntamento pertrascorrere una serata origi-nale e ricca di sorprese. Aperitivo di benvenuto conbollicine, a seguire bru-schetta, polenta, salsiccia efagioli, il tutto accompagna-to da olii monocultivarEleonora.Ottimo vino dell’aziendaMontepeloso di Suvereto.

Conclusione in dolcezzacon castagnaccio e panetto-ne artigianale, prodottodalla pasticceria Dolce Vitadi Cecina che ha utilizzatol’olio extravergine dellaTenuta. Tra i tanti ospiti presenti an-che tecnici ed esperti assag-giatori oltre ad importatoridi olio da Paesi stranieri.

Olio Eleonora e Alcide: evento al frantoio

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Sulla Costa degli Etruschi, in una splendida e immensa pineta secolare,

il Park Albatros è un gioielloincastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti

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di Daniele Toncelli

Recentemente sonoandato a Livornoper visitare nuova-

mente la casa natale diAmedeo Modigliani. Qual-che mese prima, passeg-giando in via Roma con l'a-mico Fabio Canessa, in oc-casione delle nostre escur-sioni nelle gallerie Guastal-la, le Stanze e Athena, ave-vamo scoperto la sua esi-stenza grazie ad una lapidecollocata nella bella faccia-ta. È stata un'esperienza cheho voluto ripetere perché ilfascino di quel piccolo mu-seo doveva essere racconta-to su Costa Etrusca. L'abita-zione si trova in via Roma,al numero 38. Qui era venu-ta ad abitare alla fine del-l'Ottocento la famiglia Mo-digliani, di origine ebraica,quando la strada era deno-minata ancora via della Bar-riera Maremmana. Una lo-calità importante per loro,perché vicino alla zona resi-denziale più facoltosa di Li-

vorno e ciò era possibile inquanto gli ebrei non viveva-no nel “ghetto” come in al-tre città. La storia raccontache il 12 luglio 1884 inquelle stanze nacque ilquarto figlio, Amedeo, pro-prio mentre l'ufficiale giudi-ziario bussava alla porta co-stringendo i familiari adammucchiare alla svelta glioggetti più preziosi sul lettodella madre di Modì, Euge-nia Garsin. Ciò avrebbe per-messo, per le leggi esistenti,la salvaguardia dei beni che

si trovavano sul letto di unapartoriente.Entrati nell'edificio, ancoraoggi si respira l'aria fami-

gliare. Al primo piano sitrova la sede dell'Associa-zione Casa Natale AmedeoModigliani, diretta da Gior-gio Guastalla. Qui sono rac-colti i preziosi documentididattici, fotografici dellavita di Amedeo Modiglianicon carteggi autografi diproprietà degli Archives Lé-gales di Parigi e con opereautentiche. Nelle foto e neidocumenti è percorsa l'av-venturosa e misteriosa sto-ria artistica e umana del piùgrande pittore di Livorno. Ilmuseo è la realizzazione deidesideri della figlia di Ame-deo, Jeanne, che voleva chela casa natale fosse trasfor-mata in un centro studi sul-l'opera del padre.Il centro studi è armoniosa-mente integrato nella strut-tura abitativa che non haperso il profumo del ricordoe delle vicende storiche ac-cadute. I mobili, ancora ori-ginali, sono distribuiti se-guendo le esigenze espositi-ve e collocati sugli straordi-nari pavimenti di graniglia.La pavimentazione portaancora il gusto decorativo e

La casa natale di Amedeo Modigliani a Livorno Il fascino del pittore maledetto

La lapide in memoria di Modì

dicembre - gennaio - febbraio 20155454

Casa natale Amedeo ModiglianiVia Roma 38, Livorno0586 839772 - 320 8887044orario: da martedì alla domenicaore 10,30-12,30

Mostra Modigliani et ses amisPisa - Palazzo Blu,Lungarno Gambacorti, 9fino al 15 febbraio Orario: da lunedì al venerdì10-19; domenica 10-20.

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i colori tipici della fine del-l'Ottocento. Su quelle arti-stiche mattonelle, ancora inperfetta conservazione,quanti passi del bambino,del fanciullo e del giovaneModì insieme alla sua nu-merosa famiglia! Le fine-stre di legno portano ancorai vetri sottili e la patina deltempo e sono protette dalleantiche persiane in stile li-vornese.Affacciandosi, possiamotornare indietro nella storiae vedere in via Roma gliedifici che sorgono, le per-sone che passeggiano con iloro eleganti vestiti dell'e-poca, le manifestazioni po-polari, le carrozze con i ca-valli e le prime auto. Allepareti delle antiche stanzesono raccolti e incorniciatifoto e documenti preziosi eunici. Amedeo, chiamatoDedo, vi appare ovunque, inbraccio alla bambinaia al13° mese, con la famiglia, ascuola, durante le recite,con gli amici pittori mac-chiaioli, Benvenuti, Romiti,Sommati, Bartoli e neglisplendidi ritratti eseguiti daifotografi del tempo, dovetraspare tutto il suo fascinoe la sua bellezza.Un fascino che era accom-pagnato da una personalitàche lo faceva distinguerecome uomo di profondacultura ma anche come per-sonaggio eccentrico e bohe-miens. Tanto da essere defi-nito a Parigi il “Principe di

Montparnasse”. Si distin-guono anche le immaginidella madre Eugenia Gar-sin, della sorella Margheri-ta, della figlia Jeanne, dellagiovane moglie Jeanne Hé-buterne, di Giorgio Guastal-la con Jeanne e del fratelloGiuseppe Emanuele detto“Mené” che è stato deputatosocialista. La documenta-zione scritta è indispensabi-le per capire la vita della fa-miglia Modigliani e dellostesso Dedo. Significativesono le pagine del diariodella madre, per lui punto diriferimento sicuro, le suelettere al figlio, alla figliaMargherita, le lettere diModì alla madre, agli amicipittori livornesi. Ecceziona-li sono il documento in cuiAmedeo si impegna a spo-sare Jeanne Hébuterne e lasua poesia scritta nel retro

di un disegno. In una salasono state esposte le operedi artisti contemporaneieseguite in omaggio a Mo-digliani.Sono di autori importanticome Mark Kostabi, EnricoBaj, Renato Guttuso, Con-cetto Pozzati, Mimmo Ro-tella, Pietro Cascella, BrunoCeccobelli, Tano Festa, Na-do Canuti. La vita sembra

fermarsi nella cucina dellacasa, dove è conservato an-cora il vecchio acquaio, lavita che poi riprende a scor-rere con il ritmo di sempre,quando dopo aver salutatola mia appassionata guida,scendo le scale e mi ritrovonel traffico quotidiano divia Roma stimolato a de-scrivere questa eccezionaleesperienza.

Modì, la vitaAmedeo Mo-digliani è na-to a Livorno,in via Roma,il 12 luglio1884.La sua fami-glia era diorigine ebrai-ca; il padreFlaminio, di-scendente difacoltosi banchieri, a causa di vari disastrieconomici, esercitava una modesta attivi-tà finanziaria, mentre la madre EugénieGarsin aveva nella loro abitazione unascuola privata. Amedeo ha sempre avutofin dall'infanzia una salute gracile perchési era ammalato di pleurite nel 1895, di ti-fo nel 1898, con gravi complicazioni pol-monari e di tubercolosi nel 1901. Frequen-tò il Liceo di Livorno, i corsi di pittura di Mi-cheli, allievo di Giovanni Fattori e le acca-demie di belle arti di Firenze e di Venezia.Nel 1906 si trasferì a Parigi in Rue Cau-laincourt vicino al Bauteau Lavoir, doveabitava Picasso. Ha frequentato Monmar-tre e Montaprnasse, distinguendosi negliambienti dell'arte per la sua elegante figu-ra sempre vestita di un abito di velluto, dalvolto affascinante e malinconico per gli oc-chi febbrili. Nel 1907 conobbe il mercantePaul Alexandre che gli acquistò i suoi primilavori e gli affittò un atelier. Nello stessoanno partecipò alla mostra des artistes in-

dipendants con sei quadri e al salon d'au-tomne con sette sculture.Strinse amicizie importanti come nel 1914con Beatrice Hastings, la poetessa ingle-se che fu per due anni la sua compagna ecome il mercante d'arte Paul Guillaume eil poeta polacco Leopold Zborowki che loaiutò economicamente cercando anche dimoderare i suoi eccessi nel bere e i disor-dini che condizionarono la sua fragile salu-te. Nel 1917 conobbe la diciannovenneJanne Hébuterne che era allieva dell'Ecoledes art Décorates e che gli restò accantofino alla morte. Leopold Zborowski gli orga-nizzò, nello stesso anno, la sua prima per-sonale nella galleria di Berthe Weill, ma lapolizia vietò l'esposizione dei suoi nudinelle vetrine perché ritenuti offensivi allamorale e la mostra fu un fiasco umiliante.Nel novembre del 1917 nacque la figlia diModigliani e di Jeanne che ebbe il nomedella madre. Seguì un periodo felice ancheperché Zborowki riuscì a vendere le sueopere a Londra, nella galleria Hill. Janne eModì, mentre aspettavano un altro figlio,felici progettavano di rientrare in Italia.Ma Modigliani ricadde vittima della sua vi-ta sregolata, si ammalò gravemente di ne-frite e di tubercolosi e il 22 gennaio del1920 morì in ospedale a soli 36 anni.La mattina dopo Jeanne, che era tornataalla casa dei propri genitori, si gettò dallafinestra del quinto piano e fu nuovamentevicina al suo amato nel grande cimiteroPère Lachaise.

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dicembre - gennaio - febbraio 201556

È uscito per le edizioni Archivinformdi Venturina, il nuovo libro dello sto-rico Gianfranco Benedettini “100 an-ni di calcio a Campiglia, 1914-2014”.Il Campiglia Calcio è la società piùantica della zona e nell’anno del cen-tenario Benedettini rende omaggio aisuoi gloriosi trascorsi dalla fondazio-ne sino ad oggi. Una lunga storia con-densata in 156 pagine che non siesaurisce nei novanta minuti di gioco,nei gol e nelle classifiche allargando-

si alla società campigliese, conducen-doci per mano nel variegato mondodel calcio e del paese che lo ospita.Doveva essere un album fotografico,è diventato un libro di storia del cal-cio di un paese millenario.Nacque come “Vigor”, affrontò laPrima Guerra Mondiale sacrificandola vita di 166 giovani. Continuò du-rante il regime ed ebbe, finalmente,l’agognato campo sportivo calcato daundici spavaldi senza paura. Fermatodalla Seconda Guerra, il calcio ripre-se con la “mitica” Juventina dallaquale nacque l’Unione Sportiva chemantenne viva la tradizione calcisticadi Campiglia fino al 1961. Le diversecrisi che subì il paese colpirono anchela squadra. Due anni di fermo e, final-mente, la ripresa. Correva il 1963.Una lunghissima permanenza nellaSeconda Categoria e, solo di recente,anche la Terza. D’altra parte, città piùgrandi di Campiglia hanno avuto que-

sti alti e bassi, l’importante, però, èaver continuato a giocare. Due volteprimi in classifica e due volte secon-di, poi piazzamenti onorevoli e com-battuti, come vuole la tradizione. Il li-bro riporta dati, aneddoti, curiosità,illustrazioni e rappresenta l’atto con-clusivo e nello stesso tempo riassun-tivo del centenario calcistico.

100 anni di calcio a Campiglia,1914-2014, Edizioni Archivinform,pagine 160, € 20.

Il nuovo libro di Gianfranco Benedettini

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in libreria

Le ultime ricerche dello storico piom-binese Mauro Carrara si sono incentratesulle cinte murarie e i sistemi di forti-ficazione che nel corso dei secoli hannocaratterizzato la città di Piombino. Ilsuo prezioso lavoro di indagine sto-riografica produce questa volta una ri-costruzione esaustiva e particolareggiatadella rete difensiva urbana nonché deisingoli nuclei fortificati che delineavanoil perimetro dell’agglomerato urbano;il Rivellino, il Castello, la Rocchettae Cittadella. Le fonti storiche, archi-

vistiche e documentali, esaminate conla consueta scrupolosità che contrad-distingue i lavori dell’autore, permettonola rievocazione dello status originarioe di tutti quei mutamenti strutturali in-termedi che lo hanno plasmato finoalla condizione attuale. Le costruzioni, le eventuali trasformazionie le demolizioni alle quali alcuni apparatidifensivi sono stati sottoposti sono de-scritte e supportate da una tale quantitàdi informazioni storiche che il percorsoideale delle stesse risulta essere unvero e proprio viaggio nella storia mil-lenaria della città, rivisitata con rigorescientifico dai punti di vista dinasticoe istituzionale, politico-militare e so-cio-economico. Il testo di “Piombinocittà fortificata” è pregevolmente ar-ricchito da una sezione illustrata compostada disegni, stampe, dipinti e fotografieche accompagnano il lettore in questoaffascinante viaggio nella storia diPiombino. Dall’introduzione del libro:

«… per arricchire le conoscenze delterritorio che con il suo importantepassato ci offre un vissuto consapevole,nella speranza di poter costruire unfuturo che sia all’altezza della sua sto-ria».

Piombino città murata, La BancarellaEdizioni, pagine 192, € 18.

a cura di Emilio Guardavilla

Indagine storiografica di Mauro Carrara

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Josè Pepe Mujica da Tupamaros a premier dell’Uruguay

Quel presidente povero... da imitaredi Umberto Barlettani

«Mi chiamanoil presidentepiù povero,

ma io non mi sento pove-ro. I poveri sono coloro chelavorano solo per cercaredi mantenere uno stile divita costoso, e voglionosempre di più. E’ una que-stione di libertà. Se non sidispone di molti beni alloranon c’è bisogno di lavorareper tutta la vita come unoschiavo per sostenerli, e siha più tempo per se stessi».

Queste le parole di Josè Pe-pe Mujica, presidente del-l’Uruguay da marzo 2010.Ha rinunciato al palazzopresidenziale e vive con lamoglie in una piccola fatto-ria vicino a Montevideo.Dal suo stipendio trattienesolo 500 dollari, gli altri

7500 li destina in beneficen-za a persone bisognose. Ilpresidente Mujica ha unpassato nei Tupamaros, ilgruppo dei combattenti chenegli anni sessanta-settantasi ispirava alla rivoluzionecubana.È un bell’esempio che vacontrotendenza dove tuttisono alla ricerca del potere,della ricchezza, dell’incari-co e del prestigio. Ha più volte dichiarato cheun politico dovrebbe viverecome la maggioranza deipropri concittadini.Non viene da Marte, ma dal-l’Uruguay. Naturalmenterappresenta una delle pocheeccezioni.Celebre il suo discorso pro-nunciato alla Conferenzadelle Nazioni Unite sulloSviluppo Sostenibile il 21giugno 2012:«Veniamo allaluce per essere felici. Perché

la vita è corta e se ne va viarapidamente. E nessun benevale come la vita, questo èelementare. Ma se la vita miscappa via, lavorando e la-vorando per consumare unplus e la società di consumoè il motore, perché, in defi-nitiva, se si paralizza il con-sumo, si ferma l’economia,e se si ferma l’economia,appare il fantasma del rista-gno per ognuno di noi. Maquesto iper consumo è lostesso che sta aggredendo ilpianeta. I vecchi pensatori –Epicuro, Seneca o financhegli Aymara – dicevano: po-vero non è colui che tienepoco, ma colui che necessitatanto e desidera ancora dipiù e più. Queste cose chedico sono molto elementari:lo sviluppo non può esserecontrario alla felicità. Deveessere a favore della felicitàumana; dell’amore sulla

Terra, delle relazioni uma-ne, dell’attenzione ai figli,dell’avere amici, dell’avereil giusto, l’elementare. Pre-cisamente. Perché è questoil tesoro più importante cheabbiamo: la felicità».Chissà se sentiremo anchenoi prima o poi, dalle nostreparti, discorsi simili… osentiremo parlare solo dispread, di tagli e continuisacrifici.

Ha rinunciatoal palazzo

presidenziale e vivecon la moglie in

una piccola fattoriavicino Montevideo.Dal suo stipendiotrattiene solo 500dollari, gli altri7500 li devolvein beneficenza a

persone bisognose.

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di Daniele Toncelli

Passeggiando in viaCarlo Pisacane, al n.38, è possibile scopri-

re il mondo affascinante del-la creatività in un locale untempo anonimo, costruitoaccanto ai negozi di vario ti-po e attività professionali.Vi è stata infatti allestita unascuola d'arte.Tre giovani, dal curriculumnotevole, per aver frequen-tato le accademie delle Bel-le Arti italiane e straniere, sisono associati per tenere

corsi di pittura, disegno e re-citazione, mettendo a dispo-sizione i loro studi e tutta laloro competenza, professio-nalità e notevole capacità ar-tistica.Lucia Fabiani, Daniele Gar-gano ed Elena Rapaccinicollaborano da anni, dimo-strando un forte legame distima reciproca e di amici-zia. La loro forza è l'unione,perché ognuno ha una pre-parazione diversa e un ca-rattere che lo distingue, maproprio per questo il loromessaggio didattico diventapiù completo e articolato. I

loro corsi si protraggono pertutto l'anno secondo le sin-gole richieste e sono seguiticon entusiasmo da moltepersone di tutte le età.I bambini più piccoli, fino asei anni, hanno come mae-stro Daniele che forse è ilpiù esuberante e divertente eriesce a trascinarli nellagioia della scoperta del co-lore attraverso la conoscen-za delle forme geometrichee astratte e delle immaginidi animali e di fumetti. Ele-na e Lucia, dal carattere piùdolce e pacato, seguono glialtri, grazie alla loro espe-

rienza accademica, cercan-do di dare loro le solide basidel disegno, attraverso latecnica dell'ingrandimento,delle proporzioni, dello sfu-mato e del colore, con sog-getti come la fauna, la ripro-duzione di opere d'autore e icartoons. Si dipinge con ipastelli, la tempera, l'acrili-co, i gessi, il carboncino, letecniche miste, su supportivari, quali la carta, la tela, ilcartone e la tavola.Il n. 38 è quindi un luogo divita, di crescita e di allegria.Basta vedere i bambini e iragazzi che lo frequentano,mentre creano con entusia-smo i loro lavori lasciandosegni variopinti nelle mani,nei volti di fanciullo e neivestiti.Poi ci sono gli adulti checon grande impegno si ci-mentano in opere importanticon un atteggiamento inten-so, concentrato e quasi pro-fessionale.Il motto della scuola è“prendi l'arte e mettilaovunque” anche in via Gari-baldi n. 21 dove i nostri tregiovani artisti hanno un se-condo laboratorio allestitoper le attività teatrali e nonsolo.

Nel mondo dei colori

58 dicembre - gennaio - febbraio 2015

di Franco Biegi

Il mese di novembre è pas-sato da poco e per la tradi-zione di casa nostra è il me-se dei crisantemi. In ogniangolo della penisola, nonescluso il nostro territorio,si commemorano i defunti,con visite ai cari estinti econseguenti “rinfrescate”alle loro tombe. Con i cri-santemi, i fiori d’oro, a farlada padroni.Il motivo per cui siano diven-tati i fiori più presenti sullesepolture a novembre non èlegato a qualche spiegazio-ne particolare se non al fat-to che la loro fioritura coinci-de con la commemorazionereligiosa. L’origine, diciamocosì, botanica del crisante-mo è però l’oriente, la Cinain particolare, per poi trasfe-rirsi in pompa magna in

Giappone, dove è diventatoil simbolo della casa realedel Sol Levante. In questoPaese il fiore d’oro ha tut-t’altro significato e tutt’altrecelebrazioni. Vuol dire gioia,vita ed eterna giovinezza.Viene celebrato il 9 settem-bre con una delle cinque fe-ste principali dell’interoGiappone. E innumerevolileggende ne magnificanobellezza e virtù. Ce n’è unaperò che cerca, e credo ci ri-esca, a mettere d’accordoitaliani e giapponesi.

Le lacrime della luna Si narra che in una nottelimpida di luna piena morìun uomo buono, tanto buo-

no che nessuno riusciva aspiegarsi perché fosse mor-to solo e dimenticato da tut-ti. Qualcuno disse per lasua riservatezza e per il de-licato timore di recare dis-turbo agli altri, qualche altroche forse era fuggito dachissà che cosa per stare inpace con se stesso e con ilmondo sulle rive di quel fiu-miciattolo che lo aveva ac-colto con morbide foglie perletto e con il cinguettio degliuccellini per il buongiornodel mattino.Morì e il greto del fiume ar-gentato dalla luna preparòuna sepoltura con ghiaie, er-be e foglie che erano sullariva e un ciuffo di canne co-

me fiori. Un uccello notturnoe le rane cantarono la neniafunebre, l’uno accompa-gnando con il lugubre cantoil monotono gracidare dellealtre. La luna che stava aguardare ed ascoltare rima-se male a non vedere nes-sun fiore sulla sepoltura esi commosse portando unodei suoi bracci diafani sulvolto e sugli occhi tinti d’ar-gento. Caddero due pallidelacrime e dalle lacrime dellaluna sbocciarono due cri-santemi.Era un novembre molto fred-do ma il commiato della lu-na e del fiume fu ugualmen-te un abbraccio carico di ca-lore. Come quello che a ca-sa nostra, in silenzio, nelmese di novembre, simboli-camente avvolge chi non c’èpiù.

Il fiore d’oro del Sol Levante

Le lacrime della luna

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C ara Costa Etrusca,ti prego voler ospi-tare questo mio

“sogno”. Non so se avreteil coraggio di pubblicarlo.Fate voi.Li hanno chiamati angeli delfango, tutti quei giovani emeno giovani che sono anda-ti a Genova a dare il propriocontributo dopo l’ennesimaalluvione che ha messo in gi-nocchio la città nel mese diottobre.Anche da Piombino la mac-china della solidarietà si èmessa subito in moto.I tanti cassaintegrati e lavo-ratori in regime di solidarietànon ci hanno pensato un se-condo: «Andiamo a Geno-va… hanno bisogno anche dinoi!». E così, in brevissimotempo, i sindacati sono ri-usciti a pianificare le opera-zioni in soccorso della cittàligure flagellata dal maltem-po. Ben cinque pullman recu-perati in poche ore. «Andiamo – dicono i rappre-sentanti dei lavoratori – ar-miamoci di pale, guanti e sti-vali, hanno bisogno della for-

za delle nostre braccia d’ac-ciaio per spalare!».«Non importa se a Genovahanno ottenuto la Concordia– sostengono in coro i lavo-ratori – quando ci sono emer-genze simili non possiamostare con le mani in mano».Tutto è pronto, appuntamen-to a Piombino, alle 4 delmattino, in piazza Verdi, sot-to l’antico Torrione.I volontari, un po’ meno diquelli previsti, cominciano asalire sui mezzi, destinazio-ne Liguria. Zaini in spalla,stivaloni ai piedi e tanta for-za di volontà e un vociare vi-vace: «Mario, – chiede un or-ganizzatore – o non dovevavenire anche Gigi?». «No – ri-sponde un volontario – mi hadetto che stamani dovevaandare al capanno… passa-no i colombi». «Luca, Giovan-ni che fine ha fatto, l’haichiamato? Noi si parte…».«Dè l’ho chiamato – rispondestizzito Massimo – sì mi hadetto che andava alla mac-chia a fare funghi». Via, qualche defezione eraprevista. I pullman arrivano a

Venturina e anche qui menolavoratori volontari del previ-sto. «Tiziano ma dove sonogli altri? – dice il capopull-man». «Si sono ricordati cheoggi dovevano andare a co-glier le olive, – la replica im-barazzata – sai ieri se lo era-no dimenticato». E allora via,si parte per la Lanterna, inverità non tantissimi, peròbasta il pensiero.«Meglio pochi ma buoni – af-fermano i promotori dell’ini-ziativa – l’importante è farvedere che noi siamo sem-pre stati solidali con le popo-lazioni che soffrono e anchein questo caso Piombino ri-sponde presente».Arrivati nel capoluogo liguretutti a spalare, ad aiutare, alavorare come una squadra.Inevitabile non guardare ver-so il mare, dove in lontanan-za si intravede lo scafo dellaConcordia ormeggiato inbanchina, in attesa di esse-re smantellato. «Il nostro spirito è più fortedelle beghe politiche e dellefalse promesse – sostengo-no in coro i lavoratori – sia-mo solidali con la cittadi-nanza di Genova. Quando

mancano le istituzioni – pro-seguono con l’emozione ne-gli occhi – è il momento chegli uomini e le donne di buo-na volontà si mettano insie-me e contribuiscano al be-nessere della collettività,portando il nostro aiuto do-ve è richiesto».Accidenti che belle parole,nel sonno un tuono mi sve-glia all’improvviso e inter-rompe il mio sogno. Mi guar-do intorno e non sono a Ge-nova a spalare, ma a letto,mi tiro la coperta, mi giro dilato guardo l’orologio e conti-nuo a dormire. Morale: a Ge-nova, dei nostri lavoratorispalatori volenterosi… nem-meno l’ombra.

b.i.(Lettera firmata)

Il sogno di Genova

Tanti gli angeli delfango piombinesi(cassaintegrati)accorsi a Genovaper l’alluvione.Peccato!

Era solo un sogno

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etru-sca si riserva di ridurre lelettere e di eliminareespressioni che possanointegrare ipotesi di diffa-mazione. Gli autori, pur-chè noti alla direzione, po-tranno chiedere che la lorofirma sia omessa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

SICUREZZA SUL LAVOROMorti bianche:trascurate dal governoLe tristemente famose “mor-ti bianche” sembra non fac-ciano più notizia. Il governopare non preoccuparsene.Ma oltre 600 persone dece-dute sul lavoro in 10 mesisono una strage.

Umberto Gaburri

EVASORI FISCALIAltro che furbetti,chiamiamoli disonestiVogliamo smetterla di chiamarefurbi coloro che non pagano ibiglietti del treno o dell’autobusoppure sfuggono al fisco elu-dendo e evadendo le imposte?È insopportabile l’uso di taleeufemismo perchè, a parteogni altra considerazione (ece ne sarebbero…), chi adempiei propri doveri si sente trattatocome uno stupido. Propongoqualche altro sostantivo: truf-fatore, evasore, fedifrago o,almeno, disonesto.

Adalberto Cavalli.ACCIAIO E ROMANZIUn appuntoall’editorialeOggi leggo Costa Etrusca, unperiodico molto interessanteche si stampa a Piombino, ungiornale storico, nato nei pri-mi anni Sessanta. Prima ditutto ringrazio, perchè recen-sisce Piombino in giallo diEmilio Guardavilla e poi per-

ché c'è un articolo superlati-vo di Gianni Mura su LidoVieri, davvero bello. IvioBarlettani firma un ottimoeditoriale. Solo un appunto –piccolo piccolo – quandoparla di Silvia Avallone e di-ce che l'acciaio le è tanto ca-ro, qui non concordo. L'ac-

ciaio è caro ai piombinesi,vero Gianni Anselmi? L'ac-ciaio è caro a gente comeMirko Lami. Non a chi hascritto un libro e l'ha pubbli-cato con Rizzoli e non avevaimportanza che fosse am-bientato a Piombino o a Sca-fati. L'acciaio, se proprio si

vuole, è più importante perun piccolo scrittore di pro-vincia come me che ha scrit-to Calcio e Acciaio - Dimen-ticare Piombino e l'ha pub-blicato con Edizioni ACar diAmos Cartabia, un vero libroche fa l'epopea di Piombinoe anche della sua classe ope-raia.

Gordiano Lupi

COMA ETILICOUbriachi ricoverati,paghino le speseSembra che siano in preoccu-pante aumento i ricoveri digiovani in preda a coma etili-co. Ritengo che in certi casisarebbe opportuno pretende-re che gli interessati siano ob-bligati a pagare le relativespese sanitarie. Forse appli-cando tale regola i giovani egli anziani prima di ubriacar-si un pensierino potrebberofarcelo.

Carlo Cucchi

SINDACATIDifendere il lavorochiedendo meno tasseLandini della Fiom fa la suaparte, ma pensare di occupa-re fabbriche per non perdereil lavoro non ha senso. Il la-voro c’è se l’azienda è com-petitiva. I sindacati dovreb-bero battersi per aiutare leaziende ad avere meno tas-se, meno burocrazia e unagiustizia civile che funzioni.Il resto viene da sé.

Roberto Nuara

SANZIONIUnione Europeanorme non rispettateeFinalmente l’Unione Euro-pea si accorge che il fisco inalcuni Paesi – Irlanda, Olan-da, Lussemburgo – non ri-spetta i sacri testi. Restiamoin religiosa attesa di provve-dimenti in merito e delle re-lative sanzioni!

Carlo Rovini

LIDO VIERI DA TORINO

Grazie per la bella intervistae un abbraccio ai vecchi amici

Carissimo direttore,innanzitutto ti ringrazio tantissimo per aver pubblicatol’intervista di Gianni Mura, anche se sono trascorsi tantianni fa sempre piacere ricevere la stima e l’affetto degliamici che hanno inciso (per diversi motivi) il mio percorsoprofessionale e la mia vita da uomo.Ringrazio tutti coloro che hanno espresso stima, affetto eamicizia nei miei confronti da Nedo Sonetti, a ClaudioNassi, a Franco Biegi, a Carlo Martini, a Enzo Polidori, aPiero Grilli, ad Angelo Cereser e te.E poi l’amico Aldo Agroppi che è oggi, come ieri, il miosecondo fratello. Con il passare degli anni si diventa piùsensibili, più fragili e quello che ha scritto Aldo mi hacolpito in modo particolare. Che dire? Grazie a tutti voi.Se ti capita di passare da Torino ricordati di chiamarmi,pranzeremo assieme senza nostalgie.Con affetto e stima

Lido Vieri (Torino)

dicembre - gennaio - febbraio 2015

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Questa lettera è stata in-viata dallo scrittore Gor-

diano Lupi al sindaco diPiombino, all’assessore allacultura del Comune di Piom-bino e alla direttrice della bi-blioteca.Con la presente veniamo acomunicare disdetta unila-terale della fornitura gratui-ta dei nostri libri alla biblio-teca comunale di Piombino,cosa che è in atto dal 1999,nella più totale indifferenza.Ultimo evento spiacevole diuna lunga serie, il program-ma “Ottobre Piovono Libri2014”, all’interno del quale

non si è pensato di inserireun libro dedicato a Piombinocome Calcio e acciaio Di-menticare Piombino, sele-zionato al Premio Strega erecensito in termini lusin-ghieri da decine e decine diperiodici. Al contrario, il li-bro e il suo autore sono sta-ti invitati nel mese di otto-bre al liceo di Grosseto, allabiblioteca di Massa Maritti-ma, ad Anagni e a Follonica.Infine non si vede il motivoper cui dovremmo continua-re a regalare i nostri libri al-la biblioteca di Piombino,mentre la vicina bibliotecadi Follonica acquista i nostrilibri a prezzo di mercato. So-prattutto, non si vede per-

ché dovremmo farlo, perdu-rando una situazione in cuil’apprezzamento per la no-stra opera non si nota. Ol-

tretutto a Piombino esisto-no diverse Case Editrici opresunte tali che pubblicanolibri - o presunti tali - con isoldi degli autori. Potrete ri-volgervi a certe benemeriteimprese, sicuramente piùricche e attrezzate di noi.Certi che non capirete, mace ne faremo una ragione.L’occasione è gradita perporgere distinti saluti.

Dott. Gordiano LupiIl Foglio LetterarioDirettore Editoriale

Parla lo scrittore Gordiano Lupi

Basta con i libri omaggioalla biblioteca comunale

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Lo scrittore Gordiano Lupi Interno di una biblioteca

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Prosegue anche in questonumero di Costa Etruscala storia dei naufragi avve-nuti nelle acque dell’Arci-pelago Toscano nell’epocamoderna. Questa terza parteriguarda gli eventi registratidurante il secondo conflittomondiale nelle acque com-prese tra le latitudini del-l’Argentario e quelle di SanVincenzo.

di Emilio Guardavilla

Negli anni compresitra il 1939 e il 1945i mari di tutto il

mondo vissero e soffriro-no le catastrofiche conse-guenze della Secondaguerra mondiale. Dopo po-co più di un ventennio daicinque trattati di pacesanciti dalla conferenza diParigi, il Vecchio Continen-te prima e l’EstremoOriente in seguito vennerosconvolti da un altro con-flitto a cui parteciparononazioni di tutti i continenticon azioni belliche che in-teressarono gran parte delpianeta. Con straordinariaefferatezza ed altrettantoeccezionale follia le poten-ze militari dell’Asse si con-trapposero per lunghi annialle Forze Alleate scate-nando scontri di violenzainaudita e seminandomorte in cielo, in terra e inmare. Nei sei anni che in-tercorsero tra l’invasionedella Polonia da parte del-la Germania nazista (1°settembre 1939) e la suaresa alle Forze Alleate (8maggio 1945) il bacinodel Mediterraneo fu com-plice di orrori e supplizisenza tregua ai danni del-le marinerie che ebberol’ardire di solcarlo. Calmoo burrascoso che si pre-sentasse, ostico o compli-ce che si rendesse, nelleinnumerevoli battaglie na-vali di cui fu il cruento pal-coscenico, il Mare no-strum contribuì in manieradeterminante agli esiti delconflitto, delineando un

nuovo ordine mondiale incui l’Europa perdeva defi-nitivamente la sua storicaegemonia politico-econo-mica.L’attuale stato di avanza-mento delle ricerche cen-sisce non meno di cin-quanta relitti disseminatinei fondali dell’Arcipelagotoscano a perenne monitoper la gente di mare e i di-portisti dell’Alto Tirreno edel Mar Ligure. Salpandoidealmente dall’isola diGiannutri con la prua pernord-ovest implorano veri-tà gli sciagurati misfattidel battello Assiria, unanave passeggeri scompar-sa misteriosamente nel1941 e mai più localizza-ta; la sua breve storia nonha potuto coinvolgere lecronache di quegli annidrammatici e la sua sven-tura riecheggia ad ogni gi-ro di elica che frange queltratto di mare. Accostandoverso Porto Santo Stefanocon barra per 133° si in-crocia l’ultima rotta deltraghetto della Navigazio-

ne Toscana Elbano Gaspe-ri, già in servizio nel Cana-le di Piombino per 15 anniprima di essere immatri-colato nel ‘43 dalla RegiaMarina come F8 ed inglo-bata come posamine nelMinenschiffsgruppe WestI-taly dalla Marina Tedescadopo l’armistizio con il no-me di Juminda. In una not-te dell’autunno dello stes-so anno due siluri dellaPT212 statunitense distanza alla Maddalena laaffondarono in una man-ciata di secondi lasciandosolo 16 superstiti nel suonumeroso equipaggio. Leconseguenze del deva-stante attacco di cui fu vit-tima sono ancora visibili;il relitto del Juminda, indi-viduato a circa due migliada Porto Santo Stefanonel 2004, giace su un fon-do fangoso di 100 metridiviso in due tronconi ecircondato da numerosestrutture metalliche.I fondali dell’Elba sonouno dei punti di forza delturismo specializzato e le

sue amenità attraggonoda molti anni subacquei diogni livello e di ogni partedel mondo. Oltre alle at-trattive geo-morfologiche eagli interessi relativi all’e-cosistema marino dei varisiti, molti appassionatiscelgono come meta delleloro immersioni i numero-si relitti che punteggianole profondità del suo ma-re. Alcuni sono alla porta-ta dei più, altri a batimetri-che proibitive, altri ancoraintrovabili. A 7 miglia conrotta 290° da Capo Serrasi trova il relitto del piro-scafo di 5114 tonnellateItalo Balbo, colpito nellasua rotta da Livorno perCivitavecchia il 9 settem-bre del ’41 da un sommer-gibile olandese e perdutopoco tempo dopo duranteun disperato tentativo dirimorchio. Al 1943, inve-ce, risalgono gli affonda-menti del posamine FR70(fondale di 75 metri, inperfetto stato di conserva-zione), ex pescherecciod’altura francese ma di

Storia dei naufraginell’Arcipelago ToscanoDestinazioni mai raggiunte dalle imbarcazioni,

tesori e relitti inabissati nel blu più profondo

dicembre - gennaio - febbraio 2015

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costruzione britannica(1913) cannoneggiato il25 luglio, e del piroscafoAndrea Sgarallino, siluratoper ordine del comandan-te L.E.Herrik la mattinadel 22 settembre dal HMSUproar tra Nisporto e Ni-sportino. Nonostante inservizio civile di trasportopasseggeri tra Piombino ePortoferraio la nave, bar-data militarmente e bat-tente bandiera tedesca, fudestinata ad un affonda-mento immediato. Il nu-mero delle vittime delloSgarallino non è mai statoaccertato (dai 300 ai 330passeggeri, equipaggio in-cluso, con solo 4 supersti-ti tra cui il fuochista giglie-se Stefano Campodonico)ma è opinione comuneche questa sciagura abbiafatto piangere almeno uncaro ad ogni famiglia elba-na del tempo imprimendo-si in modo indelebile nellamemoria collettiva degliisolani. Sempre nei pressidi Portoferraio ma risalen-te al 1944 viene registra-to l’affondamento dellaF777, una motozzatteratedesca da tempo impie-gata in operazioni militarinell’Alto Tirreno e bombar-data dagli aerei alleati il18 giugno. Il suo relitto,uno scafo di 46,5 metriper 6,5 di larghezza per140 tonnellate di disloca-mento o ciò che ne resta,non è stato ancora localiz-zato. Nello stesso anno,nello stesso braccio dimare, un trimotore Jun-kers della Luftwaffe venneabbattuto dalla contraereanemica e si inabissò all’in-gresso della baia di Porto-ferraio. Pur essendoun’immersione piuttosto

impegnativa sia per il sitostesso (compreso tra i 34e i 38 metri) che per unavisibilità regolarmentecompromessa lo Ju 52/3è meta delle spedizionidei sub più esperti soprat-tutto per l’impatto visivoche è in grado di offrire.Molto più in profondità emolto più lontano dallaterra ferma giace in asset-to di navigazione lo scafodella Santa Rita, una navedi 5100 tonnellate dai lun-ghi trascorsi nel Mediter-raneo e fuori dagli Stretti(fu varata nel 1908 con ilnome di Monginevro eaveva servito più armatoriprivati). Mai immatricolatané requisita nell’arco delledue guerre, scampata piùvolte alla furia delle incur-sioni aeree e navali di en-trambi gli schieramenti, fucolpita solo alla fine delconflitto e subito rimessain galleggiamento. Per iro-nia di una sorte derisoriala Santa Rita terminò defi-nitivamente la sua onora-ta carriera il 28 marzo del‘46 quando, al traino didue rimorchiatori nel trat-to tra l’Elba e Pianosa condestinazione Livorno percompletare i lavori di ripri-

stino e ammodernamento,incappò in una mina sfug-gita allo sminamento postbellico. Eccezion fatta perla prua fortemente dan-neggiata dall’esplosione ilsuo relitto, identificato or-mai da 10 anni, giace suun fondale di 85 metri pra-ticamente integro.I fondali di Piombino ospi-tano anch’essi le terribilitestimonianze della se-conda guerra mondiale,nella fattispecie dei con-vulsi giorni dell’armistizio.Risalgono al 9 settembrel’affondamento all’imboc-catura del porto del battel-lo fluviale con tutta proba-bilità denominato Karin, el’abbattimento del bom-bardiere Heinkel la cui car-cassa è oggi visibile a soli10 metri nel fondale sab-bioso della costa est.Risalendo la Costa degliEtruschi si incrocia un’a-rea dall’importanza strate-gica nelle logistiche del-l’ultimo conflitto. Un trattodi mare, quello adiacentea San Vincenzo, martoria-to per lungo tempo da in-cursioni aeree e silura-menti le cui testimonianzetangibili sono a conoscen-za anche dei non appas-

sionati della materia. Neiprimi anni di guerra(1941) furono affondati ilpiroscafo Fianona (nel2003 un tuffo dedicato haperò riportato alla luceprove che smentirebberol’identità della nave di6660 tonnellate a 70 me-tri) e la rinfusiera Capaci-tas (8000 tonnellate, oggia 80 metri). Sono stati poilocalizzati, visitati e ribat-tezzati i resti di numerosimezzi da sbarco, bettolinee motozzattere con i nomiKlaus, Lucio, Big Gun,Caccia, Rudi I e II e Seal;nomi fittizi scelti dagli sco-pritori per ringraziare colo-ro i quali hanno contribui-to con dati e notizie ai ri-trovamenti (primo fra tuttiSimone Innocenti del Con-sorzio Elbano Diving) masoprattutto per restituire abarche e marinai quella di-gnità che neanche la se-colare indifferenza del ma-re è stata in grado di can-cellare. La sconsiderata folliaumana aveva tentato tuttoquanto era nei sui scelle-rati intenti affinché tuttoquesto fosse possibile; in-vano, per buona pace del-la gente di mare di ognibandiera.

3) continua

Il mare uniscei paesi

che separa.

Alexander Pope,La foresta di

Windsor, 1713

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MA

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Vetro, arredi, sacchetti di spaz-zatura, tubi, frazione organica.Sono questi alcuni esempi dirifiuti che troppo spesso vengonoconferiti all’interno delle cam-pane verdi stradali per la raccoltadifferenziata ed utilizzate invececome cassonetti per rifiuti nonriciclabili. Un’abitudine dura a morireche porta a dover avviare asmaltimento in media circa il25% del materiale raccoltoanziché essere correttamenteavviato a riciclo. Un andamentoche varia da zona a zona e daComune a Comune ma che,essendo monitorato costante-mente, ha ultimamente presouna curva discendente andandosempre più peggiorando se siconsidera il bacino territorialedi ASIU nella sua totalità. Perquesto crediamo sia doverosointervenire.

Quanto ci costanoquesti errori

Quando la percentuale discarto supera il 18% i consorzidi filiera (Corepla per le pla-stiche) non erogano ad ASIUil contributo alla raccolta.Quando la percentuale di talescarto supera il 20%, al man-cato contributo si aggiungeuna penale che i gestori degliimpianti di selezione rimet-tono ad ASIU per avviare asmaltimento il materiale nonidoneo.Insomma un danno economicoche si va ad aggiungere a quelloambientale del mancato avvioa riciclo di materiale raccoltodifferenziatamente.È chiaro che il danno economicoinfluisce negativamente suicosti del servizio, che vengonomaggiorati e non mitigati daicontributi.

Campana verdee campana gialla

Sono ormai passati più di dueanni da quando in tutti i Comuniserviti da ASIU è arrivata lanuova campana di colore gialloper la raccolta differenziata delsolo vetro. Di conseguenza èstato più volte spiegato comeall’interno delle campane verdidebbano essere gettati solamentegli imballaggi di plastica, lelattine e gli imballaggi in te-trapak, e come non possonoinvece esservi gettati altri oggettio manufatti anche se costituitidagli stessi materiali. Questosdoppiamento è stato fatto pro-prio per migliorare la qualitàdi materiali raccolti, così dapoter essere avviati a ricicloin modo più facile ed econo-mico. Purtroppo però sono an-cora molti gli errori che i cit-tadini compiono nel differenziareal meglio i rifiuti, facendo sìche i materiali che giungonoagli impianti vengano per lamaggior parte scartati e nonpossano essere così avviati aeffettivo riciclo, facendo con-temporaneamente aumentarei costi da sostenere.

Gli errori più frequentiSono quelli di gettare vetronelle campane verdi e plastica

o lattine nelle campane gialle,confondendo così l’una conl’altra. Il vetro va nella campanagialla, la plastica e le lattinenella campana verde.E ancora, non tutti hanno bencapito che quando parliamo dicampana verde parliamo esclu-sivamente di imballaggi, e quin-di solamente bottiglie, barattolie altri flaconi, e non gli oggettio i manufatti in genere comegiocattoli, arredi ecc. In pocheparole una bottiglia di plasticapuò essere gettata nella cam-pana, un semplice pezzo diplastica no.Sono anche molti altri i rifiutiche vengono trovati inappro-priatamente all’interno dellecampane e che producono scartocome i contenitori pieni o conevidenti residui di contenutoall’interno. Spesso, in occasionedelle analisi a campione cheREVET svolge sulla qualitàdei materiali raccolti, capita ditrovare bottiglie, barattoli oflaconi ancora pieni del lorocontenuto. Questi vengono im-mediatamente scartati, anchese si tratta di una bottiglia pienadi acqua. E ancora il materialesanitario. Flaconi per flebo, si-ringhe, anche se vuoti non pos-sono andare all’interno dellecampane, ma solamente nei

CAMPANE VERDI: UN QUARTODEL MATERIALE È DA BUTTARE

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cassonetti per i rifiuti nonriciclabili. Stessa cosa perla ceramica o la terracottache assolutamente non pos-sono andare dentro la cam-pana, né in quella verde néin quella gialla.

Cosa occorre fareSi rende quindi più che mainecessario che tutti i cittadini

pongano la massima atten-zione nella separazione deirifiuti e soprattutto nei con-fronti dei contenitori dautilizzare per gettarli, perfare in modo che le raccoltepossano risultare efficientied efficaci nel raggiungerelo scopo prefissato e cioèriciclare quanto più vieneraccolto.

Lo strumento che tutti ab-biamo a disposizione perarrivare a tale obiettivo èquindi apparentemente sem-plice e consiste nel rispettareelementari regole quandodobbiamo gettare via qual-cosa.In tal senso le campanestradali risultano essereun’opportunità sempre a

nostra disposizione e chea differenza dei altri metodidi raccolta ci consentonodi gettare via gli imballaggiin ogni momento. Se nonsfruttata, inevitabilmentedovranno essere trovate so-luzioni diverse, magari me-no comode per i cittadinima che consentono un con-trollo migliore.

Imballaggi in plastica:- contenitori con ancora residui

(anche se acqua)Qualsiasi manufattoin plastica- posate di plastica ;- rifiuti da medicazioni (esempio:

siringhe, sacche di plasma,contenitori per liquidi fisiologicie per emodialisi);

- beni durevoli in plastica(esempio: elettrodomestici,articoli casalinghi, complementidi arredo);

- giocattoli; custodie di cd, dvd;- canne di irrigazione, articoli per

l'edilizia;- barattoli e sacchetti per colle,

vernici e solventi;- stampelle appendiabiti;- borse, zainetti;- bidoni e cestini porta rifiuti;- cartellette, portadocumenti ;- componentistica ed accessori

auto;- sacconi per materiale edile

(esempio : calce e cemento) e

per il giardinaggio;- imballaggi con evidenti residui

del contenuto (rifiutopericoloso, non pericoloso);

- sacchetti gelo;- tavolette per wc.Imballaggi in alluminioe acciaio:- barattoli d'alluminio o in acciaio

che contenevano prodottitossici o infiammabili.

- contenitori con evidenti residuiall'interno

Imballaggiin poliaccoppiato(ad es. Tetrapak):- contenitori con ancora residui

Imballaggi alimentari inplastica:- piatti e bicchieri monousoin plastica;

- bottiglie acqua , bibite, olio,succhi, latte ;

- flaconi sciroppi, creme, salse,yogurt ;

- confezioni rigide per dolciumi(esempio: scatole trasparenti evassoi);

- confezioni rigide/flessibili peralimenti in genere; (esempio:affettati, formaggi, pastafresca, frutta e verdura);

- buste e sacchetti per alimentiin genere, (esempio: pasta,riso, salatini, biscotti,caramelle, surgelati);

- vaschette porta uova;- vaschette per alimenti carne e

pesce/vaschette e barattoli per

gelati;- contenitori per yogurt, creme di

formaggio, dessert;- reti per frutta e verdura;- barattoli per alimenti in

polvere;- cassette per prodotti

ortofrutticoli e alimentari ingenere.

Imballaggi non alimentariin plastica:- flaconi per detersivi, saponi,

prodotti per l'igiene della casae della persona, cosmetici,acqua distillata;

- barattoli per confezionamentodi prodotti vari (esempio:cosmetici, articoli dacancelleria, contenitori perdetersivi);

- film e pellicole da imballaggio(anche espanse per imballaggidi beni durevoli);

- blister e contenitori rigidi eformati a sagoma (esempio:gusci per giocattoli);

- scatole e buste perconfezionamento di capi diabbigliamento;

- gusci, barre, chips perimballaggio in polistiroloespanso per piccoli contenitori;

- sacchi, sacchetti, buste(esempio: shoppers, sacchiper detersivi, per alimenti dianimali).

Imballaggi in alluminio:- lattine in alluminio;- vaschette;- teglie;- pellicola in alluminio.Imballaggi in acciaio:- lattine in acciaio;- barattoli per alimenti;- cibo per i cani e per i gatti;- ogni altro contenitore in

acciaio.Imballaggiin poliaccoppiato(ad es. Tetrapak):- buste di latte;- contenitori di succhi di frutta;- contenitori di spremute; - cartoni per passate di

pomodoro passate di verdura;- contenitori di panna da cucina

o da montare.

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La sintesi è un donoche Madre Natura dis-pensa con parsimonia.

Mai dilungarsi, quindi, nelpresentare questa rubrica.Diceva Giosuè Carducci:«Chi usa quindici parolequando ne basterebbero dieciè capace di qualsiasi misfat-to». Detto, inoltre, che è vie-tato prendersi sul serio, in-vitiamo a soffermarsi a ri-flettere. Divertendosi.

Georg Lichtenberg: «Se lamoderazione è un errore,l’indifferenza è un crimine».Aristotele: «La gratitudineè un sentimento che invec-chia presto».Emil Zatopek: «Un atletanon può correre con i soldinelle tasche. Deve correrecon la speranza nel cuore ei sogni nella testa».Alex Zanardi: «Ci si puòdrogare di cose buone… euna di queste è certamentelo sport».Haruki Murakami: «A

nessuno piace la solitudine.Ma non mi faccio in quattroper fare amicizia. Così evi-to un po’ di delusioni».Bob Marley: «Il bello dellamusica è che quando ti col-pisce non provi dolore».Audrey Hepburn: «Io cre-do nel rosa. Io credo che ri-dere sia il modo miglioreper bruciare calorie. Io cre-do nei baci, molti baci. Iocredo nel diventare forte

quando tutto sembra andarestorto. Io credo che le ra-gazze felici siano le ragaz-ze più belle. Io credo chedomani sarà un altro gior-no, ed io credo nei miraco-li».Anna Frank: «Chiunque èfelice renderà felici anchegli altri».Orson Welles: «Il cinema èil nastro dei sogni».Napoleone: «Il momento

più critico giunge semprecon la vittoria».Picasso: «Si impiega tan-tissimo a diventare giova-ni».Steven Spielberg: «Perchépagare un dollaro per un se-gnalibro, quando si può uti-lizzare la banconota comesegnalibro stesso?».Nelson Mandela: «L’educa-zione è l’arma più potenteche può cambiare il mondo».

Stazionedi sosta

di Umbar

I giudizi che fanno pensare

Il cinema è il nastro dei sogni

Orson Welles

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Fin dal tempo degli etruschil’olio si chiamava oro verde,rappresentava e rappresentala base di un’ottima cucina