Carl Schmitt-by lucia gangale

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Carl Schmitt (Plettenberg 1888 - 1985) Prof.ssa Lucia Gangale

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Punti cardine del suo pensiero

■ Le categorie del "politico", sono ricondotte alla contrapposizione amicus-hostis, fuori della morale e del diritto.

■ La «decisione» politica è all'origine di ogni sistema giuridico.

■ La sicurezza politica dello Stato. Pensiero conservatore e non rivoluzionario.

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La dittatura (1921) e Teologia politica (1922)

In queste opere Schmitt, prendendo l’esempio dell’Unione Sovietica, dice che una dittatura può modificare l’ordine esistente e quindi essere rivoluzionaria. Considera lecita una dittatura soltanto in quanto misura temporanea ed eccezionale, volta a ristabilire l'ordine e la sicurezza e, quindi, a difendere la costituzione in vigore. Se, infatti, queste misure transitorie si trasformano in leggi, si dissolve lo Stato di diritto esistente.

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Decisionismo

Prendere decisioni spetta a chi possiede l'autorità e il potere di decidere lo stato di eccezione. Il sistema politico non può fondarsi soltanto su una norma giuridica fondamentale o su procedure tecniche di governo. È invece necessaria un'autorità che decida e garantisca la legalità. Del resto la debolezza del regime parlamentare di Weimar appare a Schmitt una conferma della sua diagnosi. Senza un'autorità sovrana in grado di decidere che cos'è giusto nei casi particolari, esiste soltanto una lotta di gruppi, che combattono ognuno in nome della giustizia e dell'ordine. Il punto di forza del decisionismo è nella congiuntura tra l’elemento giuridico e quello politico, tra la volontà che pone ordine al caos e la ragione giuridica che conferisce una forma a tale ordine. Il passaggio dal caos all’ordine è ben evidenziato da Hobbes.

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Realismo politico

Concezione pessimistica della natura umana.

Ispirazione da Hobbes

Se gli uomini fossero buoni non vi sarebbe bisogno di politica. La politica è il luogo dell’inimicizia. Del conflitto. Il politico rappresenta l'antagonismo più estremo. Il nemico non è colui verso il quale si prova avversione o odio personale o con il quale si è in concorrenza sul piano economico: nemico è solo quello pubblico, cosicché la distinzione amico-nemico indica solo " l'estremo grado di intensità di un'associazione o dissociazione ".

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Realismo politico

Lo Stato è l'entità politica decisiva, perché solo ad esso appartiene lo jus belli. Solo esso può determinare chi sia il nemico, può promuovere la guerra e richiedere ai suoi membri il sacrificio estremo. Per questo motivo, lo Stato è superiore a ogni altra entità politica o sociale, cosicché classi o gruppi sociali antagonistici, partiti e associazioni possono esistere finché non mettono in pericolo l'ordine legale e politico stabilito. La principale funzione dello Stato, quindi, non si esprime nel fare la guerra o nel controllare la vita privata dei cittadini, ma nello stabilire l'ordine e la sicurezza. Solo in casi estremi, esso può decidere qual è il nemico interno, cioè dichiarare tale il gruppo che minaccia la sua stessa esistenza.

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Realismo politico

La politica è il terreno del conflitto, della coppia nemico-amico. Un mondo da cui fosse esclusa la possibilità della guerra civile o esterna, sarebbe privo della distinzione amico-nemico e, quindi, della dimensione del "politico".Il nemico politico non è mai quello «personale» di cui parlano anche i Vangeli (l’inimicus che deve essere anch’egli amato), ma il nemico pubblico, l’hostis, che deve essere combattuto.Il sovrano è una secolarizzazione del Dio cristiano: come Dio crea il mondo ex nihilo sulla base della sua volontà (e non della ragione), così il sovrano crea dal nulla l’ordine giuridico, prendendo una decisione che scaturisce dalla volontà e non dalla ragione. Come diceva Hobbes. “auctoritas, non veritas, facit legem”.

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Realismo politico

La politica è il terreno del conflitto, della coppia nemico-amico. Un mondo da cui fosse esclusa la possibilità della guerra civile o esterna, sarebbe privo della distinzione amico-nemico e, quindi, della dimensione del "politico".Il nemico politico non è mai quello «personale» di cui parlano anche i Vangeli (l’inimicus che deve essere anch’egli amato), ma il nemico pubblico, l’hostis, che deve essere combattuto.Il sovrano è una secolarizzazione del Dio cristiano: come Dio crea il mondo ex nihilo sulla base della sua volontà (e non della ragione), così il sovrano crea dal nulla l’ordine giuridico, prendendo una decisione che scaturisce dalla volontà e non dalla ragione. Come diceva Hobbes. “auctoritas, non veritas, facit legem”.

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La Costituzione

La Costituzione, è ciò che determina la forma specifica dell’ordinamento politico ed è inviolabile. Essa scaturisce dalla decisione politica di quelli che detengono il potere garantito costituzionalmente. Neppure una maggioranza legale ha l'autorità per trasformarla in un nuovo tipo di ordinamento politico. Bisogna che vi sia un’autorità che si elevi al di sopra degli interessi antagonistici e che, nel caso del popolo tedesco, Schmitt identifica con il presidente della repubblica, nominato direttamente dal popolo e, perciò, indipendente da deboli maggioranze parlamentari e dotato del potere di sciogliere il parlamento e di indire nuove elezioni.

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L’adesione al Nazismo

Nel 1933 Hitler sale al potere e la costituzione di Weimar viene eliminata. Schmitt accetta il nuovo regime come legittimo e celebra la figura di Hitler in quanto Führer, capo e guida della nazione, responsabile di tutte le decisioni. Svolge indagini su questioni di diritto e di politica internazionale. In opposizione alle pretese universalistiche delle democrazie occidentali e del bolscevismo, egli riprende da Hitler la nozione di spazio vitale, che giustifica l'espansionismo militaristico della Germania. Dopo la guerra Schmitt viene processato dagli alleati per i suoi rapporti con il Nazismo, e quindi prosciolto (1947) con un ‘non luogo a procedere’, ma con il divieto di insegnamento. Ritiratosi nella nativa Plettenberg, continuò i suoi studi fino alla morte.

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L’adesione al Nazismo

Nel 1933 Hitler sale al potere e la costituzione di Weimar viene eliminata. Schmitt accetta il nuovo regime come legittimo e celebra la figura di Hitler in quanto Führer, capo e guida della nazione, responsabile di tutte le decisioni. Ne ricava immediati vantaggi, infatti viene nominato consigliere di Stato prussiano. Svolge indagini su questioni di diritto e di politica internazionale. In opposizione alle pretese universalistiche delle democrazie occidentali e del bolscevismo, egli riprende da Hitler la nozione di spazio vitale, che giustifica l'espansionismo militaristico della Germania. Dopo la guerra Schmitt viene processato dagli alleati per i suoi rapporti con il Nazismo, e quindi prosciolto (1947) con un ‘non luogo a procedere’, ma con il divieto di insegnamento. Ritiratosi nella nativa Plettenberg, continuò i suoi studi fino alla morte.