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ORARI SANTE MESSE feriale sabato eprefestivo festivo

PARROCCHIA 17.00 ora solare *18.00 ora legale * 18.00 9.00 - 11.00

CAPPELLA DELL’ASSUNTA 8.00 8.00 - 10.00

SAN MAURIZIO CANAVESE 8.30 18.00 8.00 - 9.30 - 11.00

MALANGHERO 18.00 10.30 - 18.00* ogni primo lunedì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’Infanzia)* in occasione di funerali non c’è la S. Messa feriale in Parrocchia

CONFESSIONI sabato dalle 16,00 alle 17,30mezz’ora prima della Santa Messa

ADORAZIONE il venerdì, mezz’ora prima della S. Messa

GRUPPO di PREGHIERA

ogni secondo giovedì del mese alle ore 20.30 nella cappella delle Suore Carmelitane(Scuola dell’Infanzia)

GRUPPO di PREGHIERA “AMICI DEL CARMELO”

ogni seconda domenica del mese alle ore 15.00 nella cappella delle Suore Carmelitane

PER AMMALATIchiamare a qualunque ora ai numeri:011 9278342cell. 339 41 31 309 - 377 17 32 456

UFFICIO PARROCCHIALE

da lunedì a venerdì dalle 17,00 alle 19,00sabato dalle 9,00 alle 12,00

UFFICIO CARITAS 4° sabato del mese dalle 11,00 alle 12,00

Sacramento del BATTESIMOLa seconda domenica di ogni mese.Prenotarsi in ufficio parrocchiale

per gli incontri prebattesimali

Sacramento del MATRIMONIOIncontri 2012

Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio parrocchiale

Sempre aperti a nuove collaborazioni, vi invitiamo a scrivere commenti, suggerimenti, articoli e domande a

[email protected][email protected]

STAMPATO IN PROPRIO IN NUMERO LIMITATO DI COPIEIl bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le famiglie della Parrocchia.

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questo numero del bollettino parroc-chiale esce in occasione della Pasqua. È la festa più importante per i cristiani; infatti San Paolo ci ricorda che “se Cri-sto non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avu-to speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini”.In questa luce, Pasqua è annuncio di luce, di vita nuova. Già oggi e non solo domani.In questa occasione riporto, come mes-saggio e riflessione, quanto ha scritto il Direttore di Famiglia Cristiana nella ru-brica “La Lettera della settimana” del 4 marzo, rispondendo a un lettore che ci-tava mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, trucidato dagli “squa-droni della morte” il 24 marzo 1980: «So bene che molti si scandalizzano di queste parole, e vogliono accusar-mi di avere abbandonato la predica-zione del Vangelo per intromettermi in politica. Ma io non accetto questa accusa. Compio, invece, uno sforzo affinché tutto ciò che hanno voluto spiegarci il concilio Vaticano II e le conferenze di Medellin e di Puebla non resti soltanto sulla carta e negli studi teologici, ma lo si possa vivere e tradurre in questa conflittuale real-tà. Predicando nel modo migliore il Vangelo per il nostro popolo».

«Il riferimento a monsignor Romero, cui voglio aggiungere il nome di un altro martire cristiano dei no-

stri giorni, il ministro pachistano Shahbaz Bhatti, ucciso dai fondamentalisti islamici, ci ricorda che il Paradiso non è una sorta di “nuvoletta dorata”. E che non basta solo evocarlo, se non se ne articola il legame profondo con la vita terrena di tutti i giorni. Che è fatta di gioie e dolori, delusioni e spe-ranze. Un impasto di terra e cielo.

La spiritualità è categoria ambigua. Sotto il suo velo può nascondersi di tutto. Rischia di trasformarsi in “liquidità” dello spirito e rin-correre correnti misticheggianti. Una sorta di new age cristiano, dai contorni indefiniti. Dove il messaggio, facilmente, diventa mas-saggio. Una vera spiritualità ha radici rigo-rose, che affondano nell’esperienza cristia-na. Per unire l’esistente e l’Essere supremo. La stessa teologia non è solo speculazione e contemplazione, ma analisi e giudizio sulla vita concreta. Il teologo Bonhoeffer ricor-dava: «Come credenti dobbiamo impe-gnarci per le realtà penultime, senza però dimenticare le ultime».Il Vangelo è concretezza. È l’irruzione del divino nell’umano. È l’annuncio di salvezza a uomini concreti, nel tempo e nella storia. «La spiritualità», ha detto il regista Ermanno Olmi, «fa parte della completezza del-la vita, che se ne fosse priva, sarebbe addirittura impossibile». E Martin Luther King, leader dei neri d’America, diceva: «La religione ha a che fare sia con la terra sia con il cielo, sia con il tempo sia con l’eternità. Ogni religione che professa di essere preoccupata per l’anima degli uomini e non è preoccupata dei tuguri in cui vivono da dannati, delle condizio-ni economiche che li strangolano, delle condizioni sociali che li mutilano, è una religione secca come la polvere».«La vera politica» (non certo quella cui assistiamo ogni giorno, che ne è una dege-nerazione), «è la più alta forma di carità in vista del bene comune». Lo ricordava Paolo VI. E’ servizio, per costruire insieme la città terrena. Compito cui non possono sottrarsi i cristiani. Fede e vita non sono estranei tra loro. E il Signore ci giudiche-rà su come avremo saputo calare i princìpi evangelici nella vita quotidiana. Non sulle pie esortazioni. «Avevo fame e mi avete dato da mangiare», ci dirà, «avevo sete e mi avete dato da bere ... ero forestiero e mi avete accolto» (Matteo 25). L’amore per il prossimo non è un optional per il cri-stiano, ma è ciò che lo caratterizza e distin-

Carissimi parrocchiani,

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gue nel mondo.Monsignor Romero, a chi lo accusava di essere un agitatore politico e di essersi conver-tito, passando dall’essere un prete all’antica a pastore militante, sbilanciato in politica, rispondeva: «La mia unica conversione è a Cristo, e lungo tutta la mia vita». Charles Péguy, poeta e scrittore francese, scriveva: «Le persone che si considerano spirituali, siccome non sono della terra, credono di essere del cielo; poiché non amano gli uomini, credono di amare Dio». Anche nella Prima Lettera di san Giovanni leggiamo: «Come puoi dire di amare Dio che non vedi, se non ami tuo fratello che vedi?». E san Giacomo aggiungeva: «La fede senza le opere è morta» (...).Non c’è nulla di autenticamente umano che non sia anche cristiano. Cielo e terra sono connessi.»Che la celebrazione della Risurrezione di Cristo porti una ventata di aria nuova anche nel nostro paese! Buona Pasqua! Padre Giacomo

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Pochi amici ci sono così fedeli come la paura. Rimane affezionata

a noi per tutto il corso della vita. Dall’infanzia alla vec-chiaia eccola bussare minac-ciosamente alla nostra porta dietro i più svariati volti: pau-ra del buio e della solitudine, di affrontare una prova, di essere rimproverati, offesi, dimenticati, di una certa per-sona, talvolta di un animale che ci aveva spaventato da bambini (ho conosciuto una ragazza che scappava di fronte alle formiche), di non superare una difficoltà, di non essere all’altezza del nostro ruolo, di essere messi in ridicolo, dell’ignoto, della malattia, della mor-te.E’ un elenco che potrebbe farsi sconfinato... E dire che c’è chi va a cercarsela di proposito sfi-dando se stesso in situazioni estreme di peri-colo (la natura umana è sorprendente). Esiste poi la paura di avere paura, capace di immobi-lizzarci anche quando la vita scorre tranquilla.Eppure la paura è necessaria. Senza di essa

non potremmo conoscere quella straordinaria capacità che dorme in ognuno di noi: il corag-gio. Quando riusciamo a tirarlo fuori e a guar-dare la paura in faccia avviene spesso un fatto strano: ciò che ci intimoriva si rimpicciolisce o addirittura scompare come neve al sole. Men-tre fuggivamo il lupo ci appariva grosso e nero. Ora ci siamo fermati e, guardandolo negli oc-chi, ci accorgiamo che è un cagnolino.La fede in Dio è una sorgente di coraggio. Ci permette di superare ostacoli che non avremo mai immaginato di riuscire ad affrontare. Non a caso la frase che nel vangelo Gesù ripete

più spesso è: “Non temete!”. Questo non significa, però, che lui non conoscesse la paura. Penso che a tutti ci possa essere di aiuto il pen-siero che Gesù, proprio lui, ad un certo punto, di fronte all’approssimarsi della morte sentì “paura e angoscia”.Anche per questo lo possiamo sentire come un fratello che ci capisce quando tremiamo. Padre Michele

Riflessioni

Paura

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Autori fra noiDa alcuni anni noi pensionati ed anziani ci troviamo nel salone della parrocchia l’ultimo mercoledì del mese, alle quindici, per trascorrere due ore in piacevole compagnia. Ecco come una partecipante al gruppo ha espresso in poesia ciò che in lei hanno suscitato questi incontri. Chissà che l’entusiasmo di Adriana invogli altre persone ad unirsi a noi e ad arricchirci con la loro presenza.

Ai nostri incontriVorrei dedicare a questa Comunitàpoche parole con affetto e semplicitàper esprimere con piacere ed in allegriale ore trascorse insieme in serena compagnia.

Abbiamo assistito a dei filmati interessanti e culturaligiochi, domande e altri temi vari.Siamo stati allettati da molte altre curiositàtrattate tutte con tanta semplicità.

Per non parlare delle spiritose poesieIn dialetto piemontese scritte da un poetasempre allegro e sorridenteche ne sforna …. a iosa ininterrottamente.

E “ dulcis in fundo” siamo coccolatecon torte, canestrelli e calde cioccolate.in questo si prodigano alcune zelanti signoreper addolcire i nostri palati con amore.

Cosa chiedere di piùse non di amarci l’un l’altro fraternamentecome ci ha insegnato Gesù?

L’arcano canto del vento e La piccola fattoria di Valle Dorata sono due libri scritti da Franca Dolce uniti dalla visione pacifica e spirituale dell’autrice: quella di un mon-do piccolo e buono, pervaso di amore per la Natura, per gli animali, per il prossimo e per Dio. Entrambi ambientati in un paesino di montagna, hanno come protagonisti umili personaggi (una farfallina, una pecora, un papero, ne “La piccola fattoria di Valle Dorata” e dei ragazzi ne “L’arcano canto del vento” ) che però sono in grado, grazie alla loro bontà d’animo, di compiere grandi azioni. L’arcano canto del vento è un romanzo d’avventura, ma molto spirituale, nel quale dei semplici ragazzi si trovano a dover combat-tere contro nani e folletti e malvagi che vogliono impos-sessarsi del loro paese e impedirgli di celebrare il Santo

Natale. La piccola fattoria di Valle Dorata è un’antologia di favole in cui gli animali della fattoria, insieme ai due fattori, Beniamina e Casimiro, ne combinano di tutti i tipi, imparando ogni volta una lezione. Due libri che fanno bene al cuore, per la bontà di spirito che trapela e per la gioia dell’Amore che ogni volta trionfa.

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Onde evitare situazioni di disagio sia da par-te del parroco, sia da parte di chi richiede il sacramento del Battesimo o della Conferma-zione, si ritiene utile precisare quanto richie-sto dal Codice di Diritto Canonico, che è per i cattolici la norma di legge.

PADRINI DEL BATTESIMO“Al battezzando, per quanto è possibile, ven-ga dato un padrino, il cui compito è assistere il battezzando adulto nell’iniziazione cristia-na, e presentare al battesimo con i genitori il battezzando bambino e parimenti cooperare affinché il battezzato conduca una vita cri-stiana conforme al battesimo e adempia fe-delmente gli obblighi ad esso inerenti” (CIC, 872).

PADRINI DELLA CRESIMA“Il confermando sia assistito per quanto è possibile dal padrino, il cui compito è prov-vedere che il confermato si comporti come vero testimone di Cristo e adempia fedel-mente gli obblighi inerenti allo stesso sacra-mento” (CIC, 892).

Cristiani consapevoli

Attenzione:parliamo di Padrini

Il battesimo di Cristo,Piero della Francesca.

Londra, National Gallery

CONDIZIONIPer essere ammesso all’incarico di padrino è necessario che:

abbia compiuto 16 anni• sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione (= Cresima) e il santissimo sacramento • dell’Eucaristia, e conduca una vita conforme alla fede e all’incarico che assume (*)non sia il padre o la madre del battezzando.•

Per vita conforme alla fede e all’incarico che assume si intende che, oltre all’evidente necessità di una normale vita cristiana, che ha nell’Eucaristia domenicale il momento più pregnante e significativo, non si sia nella condizione di divorziati risposati, convi-venti o sposati solo civilmente, situazioni contrarie alla vita di fede dei cristiani.

(*)

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Cosa chiedo all’Europa e al mio Paese?

Considerazioni di un giovane laureatoIl tema chiama in causa l’utilizzo della laurea e più in generale della formazione superiore per lo sviluppo dell’Europa e dell’Italia, le priorità (mancate) nell’investimento in istruzione e ricerca, il futuro per i giovani, l’inserimento nel mercato del lavoro, la valorizzazione dei talenti.Ritengo che occorra uniformare a livello europeo i livelli d’istruzione, sia come età d’ingresso e d’uscita dai singoli cicli di studio, sia come differenziazione dell’offerta formativa. Per rendere egualmente concorrenti sul piano europeo tutti i cittadini, questi devono partire da una condizione paritetica di partenza. L’educazione statale dei paesi dell’Unione Europea dovrebbe pertanto rispondere a criteri il più uniformi possibili in materia di programmi scolastici e con target comuni da raggiungere.In secondo luogo, è importante provvedere, sul piano nazionale, ad una razionalizzazione delle facoltà universitarie in funzione del mercato del lavoro e degli sbocchi occupazionali che i titoli offrono. Ciò significa ridurre le classi di laurea, pur preservando una forte specializzazione orientata al lavoro. In questo senso sarebbe saggio il dialogo con le imprese per indagare quali siano quei requisiti e quelle capacità oggi necessarie.Sul piano dell’offerta formativa universitaria, occorrerà senz’altro incentivare e incrementare gli stage ai fini di garantire la possibilità a ciascun studente di sperimentare il mondo del lavoro in prima persona, attraverso un’esperienza di tirocinio. Analogamente, la formazione linguistica deve essere all’altezza di un mercato del lavoro sempre più europeo e globalizzato. I periodi di studio all’estero devono essere ulteriormente incentivati.Per sviluppare il processo meritocratico, bisogna pensare a parametri seri e uniformi per la classificazione delle prestazioni scolastiche e universitarie.

Sul piano della contrattualistica poi, un contratto unico d’inserimento lavorativo post-laurea può giovare all’incontro, spesso problematico, tra la necessità dei neo-laureati di acquisire conoscenze pratiche e la volontà delle aziende di reclutare giovani talenti. Lo scambio continuo e proficuo tra atenei e aziende presenti sul territorio potrebbe dar vita a distretti industriali fortemente legati a poli universitari di eccellenza, così da sviluppare un indotto tecnico-professionale di alto livello. Un esempio su tutti, nelle Langhe Carlin Petrini ha creato l’Università di Scienze gastronomiche che è conosciuta in tutto il mondo e che ha dato prestigio non solo a Slow Food, ma allo stesso territorio cuneese. Perché allora non creare in tutta Italia poli universitari che siano vera espressione dell’economia del territorio, come il turismo, l’industria o l’agricoltura? In questo le università pubbliche dovrebbero imparare da quelle private, che si fanno ben pagare ma sono strettamente collegate alle imprese, che a loro volta sanno di poter contare sui loro laureati.A livello fiscale, sarebbe necessario da un lato rendere il lavoro temporaneo/precario maggiormente costoso per le aziende, dall’altro promuovere l’indipendenza economica giovanile. Quest’ultima può essere sostenuta sia prevedendo aliquote più favorevoli per gli under-30, sia appoggiando progetti di social-housing per i giovani, per calmierare il caro affitti, soprattutto nelle principali città italiane sedi di studio e lavoro.Per quanto concerne la partecipazione attiva dei giovani in politica invece, occorrerà non solo legiferare in materia di statuto dei partiti (per renderli luoghi principi della democrazia), ma anche provvedere alla creazione di un tavolo permanente di confronto tra il mondo dei giovani e la politica. In questo senso, la creazione di un ente consultivo che fosse al tempo stesso un utile strumento d’iniziativa legislativa

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Solidarietà

Quaresima di fraternità 2012I proventI della condIvIsIone In occasIone della QuaresIma dI FraternItà saranno destInatI In parte al pagamento dei debiti per i lavori di ampliamento della Scuola dell’infanzia di borgata madonna e In parte alla caritaS parrocchiale per il SoStegno delle purtroppo numeroSe perSone e famiglie in difficoltà.

e un luogo di costante affiancamento ai lavori ministeriali, con un ruolo analogo a quello del CNEL, credo che avrebbe degli indubbi benefici nel ridurre la conflittualità intergenerazionale.Per le ragioni sopra espresse la proposta di annullamento del valore legale del titolo andrebbe nella direzione opposta ad uno sviluppo democratico e “sano” dell’istruzione. Accentuerebbe infatti i già gravi fenomeni di “emigrazione scolastica”, in quanto pochi atenei si accaparrerebbero sempre maggiori risorse (umane e finanziarie) a scapito di una pletora di istituti lasciati al loro destino. Si realizzerebbe una sorta di privatizzazione dell’educazione universitaria, che lascerebbe nelle mani di fantomatiche agenzie di rating, il discrimine tra università di qualità e università “scadenti”. Il prezzo da pagare però per questa privatizzazione sarebbe un circolo vizioso di polarizzazione verso poche realtà, tanto più prestigiose quanto più care, ma altrettanto maggiormente appetibili per i docenti di qualità e gli studenti facoltosi.Lo sforzo da fare invece sarebbe quello di equiparare a livello sostanziale gli atenei italiani: lo spirito deve essere quello di offrire un’offerta plurale ma non parcellizzata, di qualità ma non elitistica. In altre parole, se è giusto permettere l’accesso a tutti, tuttavia non occorre “imporre” il conseguimento della Laurea come conditio sine qua non l’accesso al mondo lavorativo, l’università deve essere un diritto e non un dovere. In questo senso, la scelta del Governo Monti di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro anche tramite le scuole professionali e i contratti di apprendistato sembra essere davvero una scelta di buon senso.Volendo fare un accenno alla recente polemica

sul posto fisso, la flessibilità può essere accettata se è favorita economicamente, socialmente e finanziariamente. Questo non vuol dire soltanto rendere “sconveniente” per le aziende mantenere forme contrattuali precarie, ma anche prevedere forme di tutela statale negli intervalli di disoccupazione.Le dichiarazioni del Sottosegretario di Stato Michel Martone in merito agli studenti fuori corso aprono un tema che riguarda non soltanto l’efficienza scolastica, ma anche i tassi di dispersione universitaria e soprattutto l’argomento degli studenti-lavoratori. Proprio quest’ultimo punto riguarda moltissimi immatricolati che dovendo sostenere le proprie spese (tasse universitarie, vitto, alloggio, libri …) sono costretti a fare piccoli lavoretti saltuari e occasionali quasi sempre pagati in nero. Gli esempi si sprecano, e purtroppo queste esperienze spesso emergono in occasione di lutti; uno su tutti quello del giovane Francesco Pinna, morto nel montaggio del palco per il concerto di Jovanotti a Trieste. Che futuro pensa di avere un Paese che si fonda sul lavoro nero?Un’ultima nota un po’ personale: sentiamo ripeterci da sempre come un mantra che è importante “andare bene a scuola” o che “se ti impegni otterrai i risultati e arriverai dove vuoi”. Io sono laureato con 110 e lode, ho studiato un anno all’estero ma sembra non bastare mai! Mi sono stati proposti stage non retribuiti, o rimborsati in nero e comunque senza alcuna prospettiva lavorativa e/o formativa. Devo emigrare? Io non voglio, sarebbe una sconfitta per me, ma soprattutto per il mio Paese.

Claudio Fumaroli

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L’angolo del lettore...Da quando attraversai le Ande ho cominciato inconsape-volmente a inventarmi un paese... IL MIO PAESE INVEN-TATO di ISABEL ALLENDE, Ed. Feltrinelli (7,50 €). In queste centoottantasette pagine Isabel racconta la sua famiglia, ri-portandoci fra le pagine del romanzo “La Casa degli Spiriti”, la sua terra, il suo esilio, con parole leggere e nostalgiche, come fossero pagine di un album di famiglia. Un libro che ci fa sorridere a volte, ma che riesce a trasmettere la malin-conia che può vivere una persona che deve lasciare la sua amata terra, per continuare a vivere. Isabel Allende è riuscita a riavere la sua vita , ma quante persone riescono?... Abbia-mo mai pensato che ognuno di noi può essere straniero sulla Terra?

Dino Buzzati ha 29 anni, quan-do scrive IL SEGRETO DEL

BOSCO VECCHIO, Mondadori Editore (9,50 €). Romanzo reale, surreale, bizzarro, severo. E' considerato romanzo fantastico. Metafora dove ognuno di noi può intendere e ascoltare; quando si parla di sentimenti e di storie possia-mo solamente ascoltare ciò che sentiamo, liberando i no-stri sensi e assaporare un momento tutto nostro. Bosco Vecchio è abitato da un popolo di custodi degli alberi, da sempre rispettato...ma arriverà la stupidità, l'avidità e l'ari-dità, portate da un uomo stolto e molte cose accadranno e cambieranno.

Alexandre Dumas (1802 – 1870) . Scrittore più popolare della sua epoca, ancora oggi uno degli autori più letti nel mondo e di lui ricordiamo oltre trecento opere di narrativa, saggistica,teatro. Generoso, passionale, libertino, estroverso, allegro, amante della buona cucina. L'eccesso e la ricerca di tutto facevano parte della sua natura e del suo quotidiano. I TRE MOSCHETTIERI E VENT'ANNI DOPO introduzione e premesse di Francesco Perfetti, Ed. I Mammut Newton (14,90 €). Le imprese dei tre moschettieri, Athos, Porthos, Aramis, e lo scaltro d'Artagnan in una Parigi galante nella Francia di Luigi XIII e Richelieu. Nelle quattro personalità dei protagonisti incontriamo Alexandre Dumas. Valori, sentimenti, intrighi politici, tradimenti, lealtà e amici-zia, ancora attuali. Romanzo storico – avventura. Interessan-te conoscere anche la vita e le esperienza dello scrittore.

Barbara

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L’angolo del filmHUGO CABRET

Film di Martin Scorsese, sceneggiatura di John Logan. Con Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Ray Winstone. Genere avventura-fantastico. Usa 2011, durata 127 mi-nuti, uscito in Italia il 3 febbraio 2012. Ai Premi Oscar 2012 si aggiudica 5 statuette su 11 nomination. In Ita-lia è stato presentato in anteprima alla 6° edizione del Festival di Roma. Tratto dal libro di Brian Selznick edito da Mondadori.

Parigi 1932, Hugo Cabret un ragazzino di 12 anni , molto solo e molto sveglio, ha ereditato dal padre orologiaio lo scopo della sua vita: riparare i meccanismi inceppati. “... Sono così tristi perché non possono fare quello che devono fare, noi siamo come degli ingranaggi, ciascu-no con il suo scopo e la sua utilità... Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo, e anche tu...”

Film con bambini come protagoni-sti, un film per tutti. Il grande regista entra negli ingranaggi della settima arte, costruendo una splendida me-tafora, dove nulla è ciò che sembra, un’illusione al caleidoscopio. Incon-triamo l’architettura di Escher, i fra-telli Lumière con “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat”. Il cinema ha 117 anni, Scorsese ci regala un viaggio nel tempo, riportando in vita Georges Meliès, padre degli effetti speciali e dell’illusionismo. Meliès che nel cinema trova l’oblio, soffre, vive la depressione professionale, l’abbandono so-

ciale, ed infine la rinascita. Ingranaggi, tempo, solitudine, determinazione, ri-cerca e passione, fanno di questa storia un viaggio meraviglioso alla scoperta delle origini che danno vita ai sogni: il cinema.

Grazie Georges Meliès e grazie Martin Scorsese. Carlo

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Testimonianze

Elena con la sua amica e “cugina” AdeleIl linguaggio dell’arte fotografica come an-che dell’arte plastica possono essere capiti facilmente in tutto il mondo. È necessario guardare non solo con gli occhi ma anche con tanto cuore. Come questa foto che è stata premiata a maggio 2011 nel Concor-so Letterario Nazionale “Lingua Madre” e che ha un titolo come se fosse un racconto letterario: Elena e la sua amica e “cugina” Ade-le.L’amica sì, è possibile, è normale. Pero “cugi-na” perché? Per stesso motivo per quale c’è af-finità di lingua e di cul-tura tra popolo italiano e popolo rumeno. Qua-si duemila anni fa ebbe origine il popolo Daco-Romano, formato della fusione della popolazio-ne dei Daci guidata dal comandante Decebalo con la popolazione Ro-mana guidata dall’imperatore Traiano che aveva preso possesso della Dacia, l’odier-na Romania. A ricordo e testimonianza di quell’evento Traiano fece costruire nel 113 a.c. la colonna che prende il suo nome, che ancora si può ammirare a Roma.Dopo tanti anni di assiduo lavoro didattico, con il desiderio di conoscere “il popolo cu-gino” ho deciso anni fa di visitare l’Italia. È stata una vacanza ricca dei valori spirituali. Ho conosciuto un paese meraviglioso.Tanti cuori alzano in alto nel cielo un inno di ringraziamento al Signore per il popo-lo italiano, che sa aprire la porta nel modo più gentile possibile, non solo ai turisti ma a tutti i bravi lavoratori che giungono qui tenendo stretto tra le braccia quello che è il più prezioso bagaglio: “LA SPERANZA”.

Anch’io sono stata accolta con rispetto ed affetto. Grazie alla mia empatia ed altrui-smo ho deciso di fermarmi di più, perché ho fatto amicizia con tante persone, anche bi-sognose. Proprio queste ultime, per una leg-ge di compensazione, sviluppano particolari doti di sensibilità ed è quindi bello e facile comunicare con loro attraverso la loro “nor-

malità”, come quella di Adele Mangherini, “la ragazza in carrozzina motorizzata” come la conoscono tutti. Una ragazza solare, pie-na di ottimismo, che ha studiato all’Istituto Magistrale, che lavora con il computer, legge tanto, segue le confe-renze dell’Università della Terza Età, parte-cipa agli incontri lette-rali della Biblioteca di San Francesco. Ha uno spirito amichevole, per

questo desidera sempre di allargare il suo cerchio d’amicizie. Ha amici di quarant’anni fa che vengono in visita, le mandano e-mail e cartoline da qualsiasi angolo del mondo in cui si trovano. Si può dire davvero che Adele è un esempio per le persone con la sua “normalità”, e non solo ...lo sono grata a Signore che mi ha dato la possibilità di incontrarla di poterle offrire la mia amicizia.Sappiamo che la solidarietà non nasce da un imperativo etico ma soprattutto da un cuore pieno di compassione e d’amore.Questo significa: “SIATE MISERICOR-DIOSI COME E’ MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO” (Lc. 6,36)

Elena Stascau - Insegnante Romena

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L’angolo dei bambini

C’è quella delle Palme.1. Trovarono il sepolcro vuoto.2. Cantò per tre volte.3. Rinnegò Gesù.4. Si “squarciò” quello del tempio.5. L’”ultima” del giovedì santo.6. Giuda lo diede a Gesù.7. Era “buono” quello crocifisso con 8. Gesù.Vi fu deposto Gesù.9. Simone di Cirene aiutò a portarla a 10. Gesù.

Era molto addolorata ai piedi della 11. croce.Se ne lavò le mani.12. Trafisse il costato di Gesù.13. Il discepolo che Gesù amava.14. Gesù andò a pregare in quello degli 15. “ulivi”.Era di spine quella di Gesù.16. È il sangue di Gesù.17. La “via” del venerdì santo.18. Gesù lo spezzò il giovedì santo.19.

Buona Pasqua!!!!

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Il modo con cui i giornali hanno trattato l’esito del cosiddetto caso Murphy mostra che nel mondo mediatico, il nostro mondo, c’è qualcosa che non va. Le pagine parlano da sole.

Il 26 marzo 2010, sulla scia del New York Times, le accuse dell’avvocato Jeff Anderson contro Benedetto XVI e i cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Sodano

occuparono un posto di assoluto rilievo in tutte le prime pagine dei quoti-diani italiani.

Con toni che prevalente-mente sembravano dare per buona la grave accu-sa al Papa e ai suoi col-laboratori. «Il Papa coprì il prete pedofilo», «Or-mai lo scandalo pedofi-lia punta direttamente a Ratzinger», «Ratzinger sapeva, Bertone ordinò il silenzio», «Silenzio sugli abusi», «Segreti e bugie», «Pedofilia, bufera sul Papa». Ecco quanto si leggeva in quelle prime pagine. E nei giorni se-guenti fiumi di inchiostro continuarono a essere versati per seguire la vi-cenda.

Che venerdì scorso ha avuto il suo termine giu-diziario. Alla competente Corte distrettuale ameri-cana lo stesso avvocato Anderson ha richiesto di

Prime pagine per accuse inconsistenti al Papa, nulla per l’archiviazione

Dov’è finita la notizia?

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archiviare il caso, onde evitare di pre-sentare ai giudici la risposta dovuta alla difesa sollevata dalla Santa Sede per chiedere l’archiviazione del caso. E que-sto comporta, come ha sottolineato l’av-vocato della Santa Sede Jeffrey S. Lena, «l’archiviazione immediata della causa, senza che sia necessaria una sentenza in merito emanata dalla corte».

In pratica, la dimostrazione che le pe-santi accuse rivolte a papa Ratzinger due anni fa erano inconsistenti.Tant’è che lo stesso avvocato Anderson, evidente-mente più attento agli aspetti mediati-co–spettacolari della causa che a quelli sostanziali, non avendo potuto provare la sua sconclusionata tesi ha preferito rinunciare alla battaglia legale e a una dura sconfitta. Ebbene, questa notizia, perché di notizia si tratta, quale spazio ha trovato nel circolo mediatico nostra-no? La risposta è semplice: la “vittoria” giudiziaria della Santa Sede è stata ripor-tata da Avvenire, dalla Stampa (Andrea Tornielli) e dal Tempo (Andrea Acali).

Punto. Nel resto dei quotidiani nazionali non si è trovato spazio per un titolo né in prima pagina, né in quelle interne. La sproporzione con quanto accaduto il 26 marzo di due anni fa è plateale. E ingiu-stificata. Ha commentato amaramente la Radiovaticana: «Si è conclusa nel silen-zio dei mass media una dolorosa vicenda di abusi che avrebbe voluto coinvolgere il Papa e la Santa Sede». La Chiesa sta affrontando con serietà e tenacia il terri-bile dramma degli abusi perpetrati al suo interno all’insegna della «guarigione» e del «rinnovamento».

E Benedetto XVI, già quando da por-porato guidava l’ex Sant’Uffizio, è for-temente impegnato a spingere tutto il corpo ecclesiale in questa direzione: at-tenzione primaria alle vittime degli abu-si e alla guarigione delle ferite materiali e spirituali che hanno devastato le loro vite; rinnovamento nelle strutture, nelle norme e nel personale ecclesiastico - an-che con duri provvedimenti canonici - per impedire che il male del passato si ripeta oggi e nel futuro. È giusto che la stampa segua questo processo con oc-chio vigile e, quando necessario, anche critico. Ma non è giusto che nasconda le notizie quando queste, si potrebbe pensare, non collimano con un proprio pregiudizio negativo verso la Chiesa e lo stesso Papa. Può darsi che oggi, o magari domani, queste righe verran-no smentite dal fatto che anche i lettori degli altri giornali potranno finalmente sapere come è finita la storia che appre-sero dalle prime pagine di quel 26 marzo 2010. Saremmo i primi a rallegrarcene. E soprattutto sarebbe un buon segno per questo nostro mondo di carta. Gianni Cardinale

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Spazio giovane

Bigruppo:una bella occasione d’incontro

Ormai da due anni nel salone Don Bosco, presso l’asilo parrocchiale, si riunisce con cadenza bisettimanale il BiGruppo, formato da una quindicina di ragazzi delle superiori, originariamente nato come dopo-cresima, poi evolutosi e trasformatosi in una bella

occasione d’incontro e dialogo. I temi affrontati in ogni attività variano di volta in volta spaziando dall’argomento del “diverso” a quello del “limite” nel mondo giovanile.Ogni incontro è scandito da un primo momento introduttivo, dalla cena tutti insieme e da un dibattito finale in cui ognuno esprime le proprie opinioni o perplessità riguardo all’argomento della serata. Insomma, il BiGruppo è veramente una bella occasione per passare una serata tra ragazzi in allegria, ma allo stesso tempo per riflettere su se stessi e sul mondo che ci circonda!P.S. Per chi fosse interessato gli incontri sono un venerdì sì ed uno no dalle 19.00 alle 22.00 nel salone Don Bosco. Francesco

Finalmente 18 anni! Auguri a tutti i nostri ragazzi “maggiorenni”

Coscritti 1994

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Forse è il momento di rispolverare l’artico-lo 11 della nostra Costituzione. E ripartire da lì. «L’Italia», si legge, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Dopo gli orrori del secondo conflitto mondiale, l’Italia faceva a sé stes-sa una promessa: «Valga solo la forza della ragione. Si smetta con le ragioni della forza, sostenute con le armi». In questi ultimi anni, però, per aggirare il dettato costituzionale, si è fatto uso di ogni contorsio-ne verbale. E si è ignorato il Magistero dei Papi che contro il ricorso alla guerra come strumento per risol-vere i contrasti tra le nazioni hanno scritto pagine esemplari. Dalla Pacem in terris di Giovanni XXIII alla Populorum progressio di Paolo VI, fino al monito di Giovanni Pa-olo II: «Mai più la guerra!». Oggi, l’Italia ha una grande opportunità: di-scutere in Parlamento sul modello di Difesa. E su un poderoso taglio alle spese militari. A maggior ragione, in tempi di grave crisi economica. Il ministro della Difesa, l’am-miraglio Giampaolo Di Paola, ha annun-ciato riduzioni del personale e la rinuncia ad alcuni cacciabombardieri F35. Non ne compreremo più centotrentuno, ma soltanto novanta. «Rischia di essere solo fumo ne-gli occhi», denuncia la società civile. Dalle Acli alla Tavola della pace, alla Rete disar-mo, alla Focsiv. I tagli alle spese mili-tari, in realtà, sarebbero solo “artifi-ci contabili”. Una partita di giro, per acquistare nuovi sistemi d’arma. Dal bilancio della Difesa, in realtà, si sottrarreb-

bero solo pochi euro. Altro che recuperare ingenti risorse per scuole, ospedali e posti di lavoro per i giovani! E poi, nelle stesse ore in cui il ministro Di Paola rendeva nota la riduzione degli F35, la Lockheed Martin che li costruisce s’affrettavaa precisare che il costo astronomico di 180 milionidi

dollari per ogni cac-ciabombardiere era de-stinato a impennarsi ulte-riormente. Nel 2012 le spese militari ammontano, complessi-vamente, a 23 miliardi di euro. Si fa fatica a intac-care questa montagna di soldi. Ai cittadini e alle fa-miglie, invece, si chiedono ulteriori sacrifici e tagli sui

loro miseri bilanci. Forse, perché non hanno “santi in paradiso”o “stellette” sulle divise. Un dato colpisce, tra i tanti, oltre al massacro del Terzo settore e al seppellimento del prin-cipio di sussidiarietà: mentre si riempiono gli arsenali, si affossa l’esperienza del ser-vizio civile. Per l’anno in corso, sono stati stanziatiappena 68 milioni. Per il prossimo si vedrà!In Parlamento, i pochi che lavora-no per coniugare “buona politica” e “buoni princìpi” (tra questi Savino Pezzotta, Gian Piero Scanu e Andrea Sarubbi) agiscono in un assordante silenzio. Sono giorni decisivi per decidere ditagliare drasticamente le spese militari e rivedere il nostro modello di difesa. Speriamo che Pa-squa, ormai prossima, sia all’insegnadella pace. E che, ancora una volta, non la spunti-no i “trucchi” del Palazzo. da Famiglia Cristiana

Attualità

Tagli alle spese militari, solo fumo

Ammontano, com-plessivamente, a 23 miliardi di euro.Si fa fatica a intacca-re questa montagna di soldi.A cittadini e fami-glie, invece, si chie-dono sacrifici.

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Gli appuntamenti della comunitàAPRILEDOMENICA 1 LE PALME - ore 9,00 - 11,00: S. MesseGIOVEDÍ 5 GIOVEDÍ SANTO - CENA DEL SIGNORE Presentazione dei bambini di Prima Comunione ore 21,00: S. Messa e adorazione al SS. Sacramento (fino alle

24,00 in chiesa, poi fino alle 7,00 del mattino di venerdì in cripta)VENERDÍ 6 VENERDÍ SANTO - PASSIONE DEL SIGNORE (astinenza dalle carni e digiuno) ore 18,30: Azione Liturgica della Passione ore 21,00: VIA CRUCIS per le vie del paeseSABATO 7 SABATO SANTO ore 21,30: SOLENNE VEGLIA PASQUALE (i cresimandi accendono, con il Celebrante, il “fuoco nuovo”)DOMENICA 8 PASQUA DI RISURREZIONE “Questo è il giorno di Cristo Signore: alleluia, alleluia!” ore 9,00 - 11,00: S. MesseLUNEDÍ 9 LUNEDÍ DELL’ANGELO - ore 9,00: S. MessaMERCOLEDÍ 25 ore 15,00: Gruppo pensionati e anzianiMAGGIODurante tutto questo mese, dedicato alla Madonna, recita del Santo Rosario nelle cappelle o nei cortili (in ogni Borgata verranno comunicati orari e luoghi di ritrovo); a turno, tutta la comunità si ritroverà in ognuna delle borgate per meditare i misteri del Rosario.MARTEDÍ 1 1° MAGGIO - ore 9,00 - 11,00: S. Messe ore 21,00: alla Cappella dell’Assunta, S. Messa di apertura del “Mese di Maria”DOMENICA 6 ore 9,00 - 11,00: S. Messe - al pomeriggio PRIME COMUNIONIDOMENICA 13 ore 9,00 - 11,00: S. MesseDOMENICA 20 ASCENSIONE DEL SIGNORE - ore 9,00 - 11,00: S. MesseDOMENICA 27 PENTECOSTE - S. Messe ore 9,00 - 11,00MERCOLEDÍ 30 ore 15,00 Gruppo pensionati e anzianiGIOVEDÍ 31 Chiusura del mese di Maggio ore 20,45: partenza delle fiaccolate dalle varie borgate ore 21,15: S. Messa in ParrocchiaGIUGNODOMENICA 3 SOLENNITÁ DELLA SS. TRINITÁ - S. Messe ore 9,00 - 11,00DOMENICA 10 SOLENNITÁ DEL SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO ore 9,00: S. Messa ore 10,00: processione seguita dalla S. MessaMERCOLEDÍ 20 Festa della Madonna Consolata, Patrona di Torino ore 18,00: S. MessaLUGLIODOMENICA 8 Festa di San Grato (Borgata Gamberi)DOMENICA 15 Festa di San Giacomo (Via San Carlo - Borgata Vigne)LUNEDÍ 16 Festa della MADONNA DEL CARMELO (patrona delle nostre Suore)

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alle ore 18,00 - presso la scuola dell’infanzia - S. MessaDOMENICA 22 Festa di Sant’Anna (via Torino - Borgata Sant’Anna)MERCOLEDÍ 25 ore 15,00: Gruppo pensionati e anzianiDOMENICA 29 Festa di San Lorenzo (Via Costa - Borgata Coriasco)AGOSTONelle domeniche di agosto, in Parrocchia, si celebra un’unica S. Messa alle ore 10,00.MERCOLEDÍ 15 FESTA DELLA MADONNA ASSUNTA (Via Torino - Borgata Madonna)GIOVEDÍ 16 FESTA DI SAN ROCCO (presso la Cappella dell’Assunta - Borgata Madonna)SETTEMBREDOMENICA 16 Festa di San Girolamo (Via Costa - Borgata Grangia)MERCOLEDÍ 26 ore 15,00: Gruppo pensionati e anzianiDOMENICA 30 FESTA PATRONALE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

Dai registri parrocchialiRINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

8 dicembre 2011: CARPINO Luca 19 febbraio 2012: MAZZONE Emanuele

ATTENDONO LA RESURREZIONEMARTINETTO Mario ved. Ferrando PieraPERRERO Walter con. Taradaeva IrinaPERRERO Domenica ved. Martinetto CarloMASSA Teresa ved. Giordano MarioPERUCCA Giuseppe con. Calza Citin MariaGIRALDI Emma ved. Ramasso MarioTODESCO Luigi con. Rigoletti MariaCIMINÀ Giuseppina ved. Mollo PieroANGILLETTA Tiberio con. Idioma Aurelia RosaVINCOLETTO Eleonora ved. Bonfiglio RamonCURLETTI Letizia ved. Longhin FerruccioPAVAN Rolando con. Di Leone Costanza

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