Care lettrici e cari lettori · 2014-03-28 · Marzo-Aprile 2014 Care lettrici e cari lettori,...

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Marzo-Aprile 2 Care lettrici e cari lettori, continua con fervore l'attività della Bibliot sostenuta da una appassionata partecipaz studenti. Ci scusiamo anzi con coloro ch pubblicato il loro contributo, dovranno p alla prossima uscita. A due anni esatti dalla scomparsa del gr Antonio Tabucchi, lo ricorda un articolo d topo di biblioteca, scritto da uno studioso za internazionale, che è a sua volta un manziere: il prof. Maurizio Bettini dell Siena. La sua recensione si chiude con un nale che ci rammenta come la letteratura s vivo, e gli scrittori non siano entità astra quentino tra loro e si possano incontrare n nità, per esempio in un ristorante. A proposito: vi ricordiamo che il giorno stro Istituto ospiterà il celebre Marco M perdete questa occasione di incontrare un attualmente di maggior successo. La nostr è dotata di diverse copie dei suoi libri: g prese in prestito, anche in vista del 'cartella' più alta. Chi la scrive vince (il cui disponibile sul sito della scuola). Le migl saranno premiate in occasione dell'incont so Malvaldi. Siete ancora in tempo per par Filo Intervista ad Alberto Prunetti “Se avete un problema, scrivete, vi può a vittime di un’ingiustizia, denunciatela co nia. La scrittura è uno strumento potente ferite piccole e grandi”. Così ha esordit “storyteller”, Alberto Prunetti nel presen zo romanzo, Amianto. Una storia operaia, a ai docenti che lo hanno incontrato nel no scorso 8 febbraio. Nella narrazione del d nale e sociale, l’autore ha deciso di non in timismo, all’autocommiserazione, né al struttivo, scegliendo l’ironia, amara è vero propositiva perché generata da un’idea d lettica in cui non manca l’impegno civile e 1 2014 – Anno 1 – Numero 3 – www.istitutobandin teca di Sallustio, zione dei nostri he, per vedere pazientare fino rande scrittore della rubrica Il o di importan- affermato ro- l'Università di na nota perso- sia qualcosa di atte, ma si fre- nella quotidia- 2 aprile il no- Malvaldi: non no degli autori ra biblioteca si già quasi tutte Concorso La regolamento è liori recensioni tro con lo stes- rtecipare... omena Giannotti aiutare; se siete on rabbia e iro- e per sanare le to lo scrittore, ntare il suo ter- agli studenti e ostro Istituto lo dramma perso- ndulgere al vit- nichilismo di- o, ma anche del mondo dia- e culturale di un intellettuale che “lavora sul campo” e rifiuta il ruolo di scrittore separato. Elena Bonci e gli stu- denti della V A Erica lo hanno intervistato. Alessandra Gentili - Che funzione assegna al La scrittura è una freccia proprio obiettivo e che si continuare il suo percors nuncia un problema e alim da quello, triste e conform corniciato addosso da alt realtà (giornalismo, TV, ad - Perché ha deciso di ripe vita del padre attraverso l Perché credo che la scrittu tica. Non avranno la stessa sudate quanto quelle di L tastiera da doverne ricom miei tendini si sono infiam titura. La scrittura, però, a pardi, non porta alcun priv come traduttore o giornali tute. Mi è venuto spontane ca del mestiere di vivere p dre che era un operaio e differenze, ci sono molte s mio padre andava anche m re saldando scene come lu coibentare, ovvero di pro lante, una vicenda tro dell’umorismo, come lui c con l’amianto. Che però gl Diritto al lavoro e diritto In teoria i due diritti non pratica non succede quasi stanza tra la teoria e la pra ci continuamente, con la sc le. In genere chi impiega i problema del profitto e de la normativa sulla sicurez ni.it lla scrittura? che deve saper raggiungere il nutre di storie e memorie per so. A obiettivo raggiunto, de- menta un immaginario diverso mista, che spesso ci viene in- tri media più pacificati con la d esempio). ercorrere in modo parallelo la la sua? ura sia un atto fisico e costi fa- a bellezza, ma le mie carte son Leopardi. Batto così forte sulla mprare una ogni pochi mesi e i mmati per questi eccessi di bat- al contrario dell’epoca di Leo- vilegio. Ormai è puro cottimo: ista freelance, mi pagano a bat- eo fare un confronto sulla fati- per come la conosceva mio pa- per come la conosco io. Nelle somiglianze. Per certi aspetti a meglio. Di qui l’idea di scrive- ui saldava angolari in ferro. Di oteggere con un materiale iso- oppo pesante, con l’arma coibentava il calore del metallo li ha rovinato i polmoni. o alla salute: come conciliarli? esistono l’uno senza l’altro, in i mai. È per colmare questa di- atica che dobbiamo impegnar- crittura e con l’impegno socia- i lavoratori però si pone solo il el rispetto appena formale del- zza e sull’impatto ambientale.

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Marzo-Aprile 2014

Care lettrici e cari lettori, continua con fervore l'attività della Biblioteca di Sallustiosostenuta da una appassionata partecipazione dei nostri

studenti. Ci scusiamo anzi con coloro che, per vedere pubblicato il loro contributo, dovranno pazientare fino

alla prossima uscita.

A due anni esatti dalla scomparsa del grande scrittore Antonio Tabucchi, lo ricorda un articolo della rubrica

topo di biblioteca, scritto da uno studioso di importaza internazionale, che è a sua volta un affermato r

manziere: il prof. Maurizio Bettini dell'Università di Siena. La sua recensione si chiude con una nota pers

nale che ci rammenta come la letteratura sia qualcosa di

vivo, e gli scrittori non siano entità astratte, ma si frquentino tra loro e si possano incontrare nella quotidi

nità, per esempio in un ristorante. A proposito: vi ricordiamo che il giorno 2 aprile il n

stro Istituto ospiterà il celebre Marco Malvaldi: non perdete questa occasione di incontrare uno degli autori

attualmente di maggior successo. La nostra biblioteca si è dotata di diverse copie dei suoi libri: già quasi tutte

prese in prestito, anche in vista del Concorso

'cartella' più alta. Chi la scrive vince (il cui regolamento è disponibile sul sito della scuola). Le migliori recensioni

saranno premiate in occasione dell'incontro con lo steso Malvaldi. Siete ancora in tempo per partecipare...

Filomena Giannotti

Intervista ad Alberto Prunetti “Se avete un problema, scrivete, vi può aiutare; se siete

vittime di un’ingiustizia, denunciatela con rabbia e irnia. La scrittura è uno strumento potente per sanare le

ferite piccole e grandi”. Così ha esordito lo scrittore, “storyteller”, Alberto Prunetti nel presentare il suo te

zo romanzo, Amianto. Una storia operaia, agli studenti e ai docenti che lo hanno incontrato nel nostro Istituto lo

scorso 8 febbraio. Nella narrazione del dramma pers

nale e sociale, l’autore ha deciso di non indulgere al vitimismo, all’autocommiserazione, né al nichilismo d

struttivo, scegliendo l’ironia, amara è vero, ma anche propositiva perché generata da un’idea del mondo di

lettica in cui non manca l’impegno civile e cul

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2014 – Anno 1 – Numero 3 – www.istitutobandini.it

Biblioteca di Sallustio, sostenuta da una appassionata partecipazione dei nostri

Ci scusiamo anzi con coloro che, per vedere pubblicato il loro contributo, dovranno pazientare fino

A due anni esatti dalla scomparsa del grande scrittore Antonio Tabucchi, lo ricorda un articolo della rubrica Il

scritto da uno studioso di importan-za internazionale, che è a sua volta un affermato ro-

manziere: il prof. Maurizio Bettini dell'Università di Siena. La sua recensione si chiude con una nota perso-

nale che ci rammenta come la letteratura sia qualcosa di

, e gli scrittori non siano entità astratte, ma si fre-quentino tra loro e si possano incontrare nella quotidia-

A proposito: vi ricordiamo che il giorno 2 aprile il no-

stro Istituto ospiterà il celebre Marco Malvaldi: non perdete questa occasione di incontrare uno degli autori

attualmente di maggior successo. La nostra biblioteca si è dotata di diverse copie dei suoi libri: già quasi tutte

prese in prestito, anche in vista del Concorso La

(il cui regolamento è disponibile sul sito della scuola). Le migliori recensioni

saranno premiate in occasione dell'incontro con lo stes-so Malvaldi. Siete ancora in tempo per partecipare...

Filomena Giannotti

te un problema, scrivete, vi può aiutare; se siete

vittime di un’ingiustizia, denunciatela con rabbia e iro-nia. La scrittura è uno strumento potente per sanare le

ferite piccole e grandi”. Così ha esordito lo scrittore, presentare il suo ter-

, agli studenti e ai docenti che lo hanno incontrato nel nostro Istituto lo

scorso 8 febbraio. Nella narrazione del dramma perso-

nale e sociale, l’autore ha deciso di non indulgere al vit-ll’autocommiserazione, né al nichilismo di-

struttivo, scegliendo l’ironia, amara è vero, ma anche propositiva perché generata da un’idea del mondo dia-

lettica in cui non manca l’impegno civile e culturale di

un intellettuale che “lavora sul campo” e

rifiuta il ruolo di

scrittore separato. Elena Bonci e gli stu-

denti della V A Erica lo hanno intervistato.

Alessandra Gentili - Che funzione assegna alla scrittura?La scrittura è una freccia che deve saper raggiungere il

proprio obiettivo e che si nutre dcontinuare il suo percorso. A obiettivo raggiunto, d

nuncia un problema e alimenta un immaginario diverso da quello, triste e conformista, che spesso ci viene i

corniciato addosso da altri

realtà (giornalismo, TV, ad esempio). - Perché ha deciso di ripercorrere in modo parallelo la vita del padre attraverso la sua?Perché credo che la scrittura sia un atto fisico e costi f

tica. Non avranno la stessa bellezza, ma le mie carte son sudate quanto quelle di L

tastiera da doverne ricomprare una ogni pochi mesi e i miei tendini si sono infiammati per questi eccessi di ba

titura. La scrittura, però, al contrario dell’epoca di Lepardi, non porta alcun privilegio. Ormai è puro cottim

come traduttore o giornalista tute. Mi è venuto spontaneo fare un confronto sulla fat

ca del mestiere di vivere per come la conosceva mio p

dre che era un operaio e per come la conosco io. Nelle differenze, ci sono molte somigl

mio padre andava anche meglio. Di qui l’idea di scrivre saldando scene come lui saldava angolari in ferro. Di

coibentare, ovvero di proteggere con un materiale islante, una vicenda troppo pesante, con l’arma

dell’umorismo, come lui coibentava il calore del metallo con l’amianto. Che però gli ha rovinato i polmoni.

–Diritto al lavoro e diritto alla salute: come conciliarli?

In teoria i due diritti non esistono l’uno senza l’altro, in pratica non succede quasi mai. È per colmare

stanza tra la teoria e la pratica che dobbiamo impegnaci continuamente, con la scrittura e con l’impegno soci

le. In genere chi impiega i lavoratori però si pone solo il problema del profitto e del rispetto appena formale de

la normativa sulla sicurezza e sull’impatto ambientale.

www.istitutobandini.it

Che funzione assegna alla scrittura? La scrittura è una freccia che deve saper raggiungere il

proprio obiettivo e che si nutre di storie e memorie per continuare il suo percorso. A obiettivo raggiunto, de-

nuncia un problema e alimenta un immaginario diverso da quello, triste e conformista, che spesso ci viene in-

corniciato addosso da altri media più pacificati con la

smo, TV, ad esempio). Perché ha deciso di ripercorrere in modo parallelo la

vita del padre attraverso la sua? Perché credo che la scrittura sia un atto fisico e costi fa-

tica. Non avranno la stessa bellezza, ma le mie carte son sudate quanto quelle di Leopardi. Batto così forte sulla

tastiera da doverne ricomprare una ogni pochi mesi e i miei tendini si sono infiammati per questi eccessi di bat-

però, al contrario dell’epoca di Leo-pardi, non porta alcun privilegio. Ormai è puro cottimo:

come traduttore o giornalista freelance, mi pagano a bat-tute. Mi è venuto spontaneo fare un confronto sulla fati-

ca del mestiere di vivere per come la conosceva mio pa-

dre che era un operaio e per come la conosco io. Nelle differenze, ci sono molte somiglianze. Per certi aspetti a

mio padre andava anche meglio. Di qui l’idea di scrive-re saldando scene come lui saldava angolari in ferro. Di

coibentare, ovvero di proteggere con un materiale iso-lante, una vicenda troppo pesante, con l’arma

lui coibentava il calore del metallo con l’amianto. Che però gli ha rovinato i polmoni.

Diritto al lavoro e diritto alla salute: come conciliarli?

In teoria i due diritti non esistono l’uno senza l’altro, in pratica non succede quasi mai. È per colmare questa di-

stanza tra la teoria e la pratica che dobbiamo impegnar-ci continuamente, con la scrittura e con l’impegno socia-

le. In genere chi impiega i lavoratori però si pone solo il problema del profitto e del rispetto appena formale del-

icurezza e sull’impatto ambientale.

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Provate in questi tempi a proporre una norma molto

forte sulla sicurezza: le aziende vi diranno che sono co-strette a licenziare o a scappare all’estero, dove pagano

di meno il lavoro e possono inquinare di più. Purtroppo i diritti non sono solo questioni di etica formale, ma

hanno a che fare con pratiche economiche tutt’altro che illuminate filosoficamente. La vile moneta vale più della

salute dei lavoratori e dell’aria che respiriamo. - La questione della sicurezza sul lavoro è attuale, ma non viene adeguatamente affrontata, rischiando così di divenire un tabù. Perché, a suo avviso, questo alo-ne di omertà? Penso di aver già risposto in parte nella domanda pre-

cedente. Sulla questione dell’amianto, per anni la mul-tinazionale Eternit è riuscita a guadagnarsi il favore di

chi doveva controllare gli stabilimenti. Le visite degli

ispettori erano telecomandate e il giorno prima di un controllo gli operai dovevano ripulire tutta la polvere

nociva, così tutto appariva regolare. Per fortuna c’è chi ha rotto questo muro d’omertà. Ma per avere ragione

da un tribunale, per una cosa evidente, a Casale Mon-ferrato ci sono voluti quarant’anni di lotte, tra le strade

e i tribunali, e intanto sono morte tremila persone, tra lavoratori e cittadini. - Cosa ne pensa della questione dell'Ilva? È una situazione simile a quella di Casale, temo anche

nel numero dei decessi. Io sono cresciuto in un luogo

che ha ospitato la prima Ilva d’Italia (Follonica) e so che la fabbrica era il pane dei nostri padri. Ma è anche il

drago che li ha uccisi. È giusto che per farci mangiare e studiare siano morti? No, non è giusto. Taranto è diven-

tata una strada senza sfondo: hanno creato una catte-drale nel deserto, che ha fatto il vuoto delle altre prezio-

se risorse economiche. Almeno a Piombino il turismo e l’agricoltura non sono stati azzerati, anzi. Il problema è

complesso, ha a che fare anche con le privatizzazioni e

la globalizzazione. Però così non possono andare avan-ti. Meglio se riducono e se obbligano i Riva a pagare per

pulire, dando lavoro nelle bonifiche per anni. Ma non posso essere io a dare soluzioni a problemi che gli im-

prenditori e i politici italiani hanno creato. Il mio com-pito è dare un segnale d’allarme.

Elena Bonci e gli studenti della V A Erica

Ultimi acquisti Nel corso di quest’anno scolastico di-

versi libri sono andati a incrementare la già vasta dotazione della nostra Bi-

blioteca. Si tratta di testi di genere sia

narrativo sia saggistico e attinenti a varie discipline, anche di interesse

scientifico. Alcuni acquisti sono stati suggeriti dagli stessi alunni, anche tramite la nostra rubrica Prossima-

mente in Biblioteca. Altri sono stati richiesti dai docenti, per colmare qualche lacuna, oppure per permettere agli

studenti di conoscere gli autori che sono stati o saranno ospiti del nostro Istituto e discutere di quanto scritto da

loro. Ci sembra di offrire un servizio utile a tutti gli u-

tenti riportandone l'elenco (i numeri tra parentesi ac-canto ai titoli indicano il numero di copie disponibili).

Antonietta Maria Bernardi

Prossimamente in Biblioteca I passi dell'amore è uno dei best sellers

di Nicholas Sparks. Scritto nel 1999, è diventato un film nel 2002, come

altri sette dei suoi diciannove ro-manzi.

"Spesso ripercorro mentalmente quell'anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente

uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. In certi

Allende Isabel Zorro

Angela Alberto Impero

Bagni Giorgio Tomaso

Curiosità e divertimenti con i numeri (9)

Bales Kevin I nuovi schiavi

Benni Stefano Il bar sotto il mare; Le Beatrici; Pane e

tempesta; Saltatempo

Bocca Giorgio Le mie montagne

Brunel Philippe Gli ultimi giorni di Marco Pantani

Capote Truman Colazione da Tiffany (2)

Constant

Benjamin Adolphe (2)

D'Avenia

Alessandro Cose che nessuno sa (2)

De Luca Erri Il peso della farfalla

Fante John La confraternita dell'uva

Gibran Kahlil Il Profeta. Il giardino del Profeta

Giustolisi Franco L'armadio della vergogna

Grossman Vasilij L'inferno di Treblinka (5)

Levi Primo I sommersi e i salvati (5);

Se questo è un uomo

Lucarelli Carlo Misteri d'Italia

Malvaldi Marco

La briscola in cinque (2); Il gioco delle tre carte (2); Il re dei giochi (2); La carta

più alta (2); Odore di chiuso (2); Milioni di milioni (2); Argento vivo (2)

Mandela Nelson Lungo cammino verso la libertà

Mastrocola Paola

Che animale sei? Storia di una pennuta; E se covano i lupi; La felicità del

galleggiante; La gallina volante; La narice del coniglio; La scuola raccontata al mio cane; Non so niente di te; Palline

di pane; Più lontana della luna; Togliamo il disturbo; Una barca nel

bosco

McConnon Aili La strada del coraggio. Gino Bartali,

eroe silenzioso

Nissim Gabriele Il tribunale del bene;

L'uomo che fermò Hitler

Pacifici Noja Ugo Il cacciatore di Giusti

Pineiro Claudia Betibù

Prunetti Alberto Amianto (20)

Saletti Carlo Visitare Auschwitz

Saviano Roberto La bellezza e l'inferno; ZeroZeroZero

Silone Ignazio Fontamara (2)

Verri Melo Ilda La speranza tradita

Zecchina Adriano Alchimie nell'arte (6)

momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare

via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo fcessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i r

cordi come vengono, accettandoli in tutto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria".

Sono le parole di un anziano signore, Landon Carter, che con un lungo flashback racconta un anno decisivo

nella sua vita, l'anno in cui s'innamorò perdutamente della figlia del pastore, Jamie, una ragazza

tutti. Siamo negli anni '50 a Beaufort, una cittadina della

località costiera del Nord Carolina. Jamie porta con sé sempre una Bibbia, quella di sua madre che morì da

dola alla luce. Landon è stato lasciato dalla fidanzata pochi giorni prima del ballo di fine anno e si ritrova ad

invitare Jamie per non andarci da solo. Lui e Jamie si conoscono in realtà fin da piccoli, perché hanno sempr

frequentato le stesse classi. Così, fin dall'iniziospiega a Landon che lui non può innamorarsi di le

glielo promette. Ma i colpi di scena saranno tantissimi...

E quella che può sembrare la storia di un anziano che ha nostalgia della sua adolescenza diventerà una storia

di amore e di dolore tra due diciassettenni. I passi dell'amore è infatti un romanzo che insegna a v

dere il dolore in una maniera diversa, perché ci fa capre che i dolori si possono talora superare, ma quelli di

alcune persone, come la povera Ja-mie nel romanzo, no. Lo consiglio

vivamente a chi crede di avere tutti i

problemi del mondo, a chi dice di non avere voglia di vivere e a chi

crede che l'amore sia un sentimento stupido. Ma l'amore non è solo quel-

lo tra fidanzati, ma anche quello tra padre e figlia, quello tra amici: per-

ché Jamie, se avesse potuto, sarebbe rimasta in vita per il suo amore...

Micaela Escoval

Letti e riletti “Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non

esitare, e ho fatto alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che d

po aver scalato una montagna ce ne sono sempre altre da scalare. Adesso

mi sono fermato un istante per rip

sare, per volgere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, per guardare la strada che ho percorso.

Ma posso riposare solo qualche attimo, assieme alla lbertà vengono le responsabilità… il mio lungo cammino

non è ancora alla fine.” Nell’autobiografia Lungo cammino verso la libertà

nelli, 1995), Nelson Mandela ripercorre le tappe delsua vita, contrassegnata da ingiustizie, emarginazio

sofferenza, ma anche dai risultati ottenuti: la sua nascita

e la sua giovinezza in un povero villaggio di capanne, dove trascorreva le giornate correndo a piedi nudi per i

campi e giocando alla lotta con il bastone con i compgni, la maturità e la militanza politica, i ventisette terr

bili anni di prigionia e infine l’elezione come primo pr

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momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare

via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo fa-cessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i ri-

andoli in tutto, lasciando che ino tutte le volte che si affacciano alla memoria".

Sono le parole di un anziano signore, Landon Carter, racconta un anno decisivo

nella sua vita, l'anno in cui s'innamorò perdutamente della figlia del pastore, Jamie, una ragazza evitata da

tutti. Siamo negli anni '50 a Beaufort, una cittadina della

località costiera del Nord Carolina. Jamie porta con sé sempre una Bibbia, quella di sua madre che morì dan-

dola alla luce. Landon è stato lasciato dalla fidanzata l ballo di fine anno e si ritrova ad

invitare Jamie per non andarci da solo. Lui e Jamie si conoscono in realtà fin da piccoli, perché hanno sempre

le stesse classi. Così, fin dall'inizio, Jamie non può innamorarsi di lei e lui

glielo promette. Ma i colpi di scena saranno tantissimi...

E quella che può sembrare la storia di un anziano che ha nostalgia della sua adolescenza diventerà una storia

diciassettenni. romanzo che insegna a ve-

dere il dolore in una maniera diversa, perché ci fa capi-re che i dolori si possono talora superare, ma quelli di

Micaela Escoval (II TUR)

Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non

esitare, e ho fatto alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che do-

po aver scalato una montagna ce ne altre da scalare. Adesso

mi sono fermato un istante per ripo-

sare, per volgere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, per guardare la strada che ho percorso.

Ma posso riposare solo qualche attimo, assieme alla li-il mio lungo cammino

Lungo cammino verso la libertà (Feltri-

nelli, 1995), Nelson Mandela ripercorre le tappe della emarginazione e

uti: la sua nascita

e la sua giovinezza in un povero villaggio di capanne, dove trascorreva le giornate correndo a piedi nudi per i

campi e giocando alla lotta con il bastone con i compa-gni, la maturità e la militanza politica, i ventisette terri-

di prigionia e infine l’elezione come primo pre-

sidente nero del Sudafrica.

Il libro dà voce all’incredibile forza di volontà e all’indignazione per l’ingiustizia che ha sempre co

traddistinto Mandela, premio Nobel per la Pace, fin dai tempi dell’università, dalla quale fu espulso dopo aver

protestato per ottenere delle condizioni migliori per gli studenti. La politica cominciò poi a giocare un ruolo

molto significativo nella sua vita, quando, mosso dall’umiliazione e dalle sofferenze della sua gente e o

feso dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili imp

ste dal governo razzista, che era al potere in Sudafrica, costituì la Lega Giovanile dell’

Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952, ma già da tempo era divenuto un cr

per ciò che aveva fatto, ma per quello in cui credeva. Nel 1964 fu condannato all’ergastolo a Robben Island,

un isolotto in mezzo alle onde dell’Oceano Atlantico. Ai prigionieri era permesso di scrivere e ricevere solo una

lettera e una visita ogni sei mesi: un isolamento in un

vero e proprio inferno, dove ogni diritto era negato. Per riempire le giornate erano sottoposti a lavori forzati

spaccare pietre da trasformarschiavi nella vicina cava di calcare

accecante. La vita era tremendamente dura. Cominciò così una nuova e diversa battaglia: quella per miglior

re le condizioni di prigionia, terribilmente ingiuste e dsumane. A metà degli anni ’80, la crescente pressione

internazionale portò finalmente, dopo ventisette anni di

prigionia, alla sua scarcerazione. Nel 1994, una volta sconfitto l’apartheid, Mandela venne eletto presidente

del Sudafrica. La sua storia ha ispirato e continua a ispirare, nelle loro

piccole e grandi sfide, migliaia di uomini e leader in tutto il mondo.

Lungo cammino verso la libertàque un libro da leggere o da rilegg

re, mentre scaliamo le nostre mo

gne e combattiamo le nostre baglie, incontrando l’avversario pe

persuaderlo con il rispettoal diritto naturale dell’uguaglianza

Lorenzo Sani

Lo scaffale di Anna FrankAvete mai provato a chiedervi

come vi sentireste se un giorno qualcuno vi togliesse la libertà?

Se qualcuno vi strappasse dalla vostra casa privandovi di tutto:

di un pasto caldo, del vostro letto confortevole, dell'

more dei vostri cari? Io non riesco a immaginarlo un mondo del genere; eppure le testimonianze e la storia ci

insegnano che tutto questo, e molto altro, è realmente accaduto.

Tra le tante storie che raccontano la tragica realtà dell'locausto degli ebrei, una delle più toccanti è il romanzo

di Elie Wiesel, La notte. In questo libro viene raccontato lo sterminio degli ebrei visto dagli occhi di un ragazz

no di quindici anni, Eliezer

Auschwitz viene separato dalla madre e dalla sorellina,

sidente nero del Sudafrica.

Il libro dà voce all’incredibile forza di volontà e all’indignazione per l’ingiustizia che ha sempre con-

traddistinto Mandela, premio Nobel per la Pace, fin dai , dalla quale fu espulso dopo aver

protestato per ottenere delle condizioni migliori per gli studenti. La politica cominciò poi a giocare un ruolo

molto significativo nella sua vita, quando, mosso dall’umiliazione e dalle sofferenze della sua gente e of-

o dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili impo-

ste dal governo razzista, che era al potere in Sudafrica, costituì la Lega Giovanile dell’African National Congress.

Mandela fu arrestato per la prima volta nel 1952, ma già da tempo era divenuto un criminale per la legge, non

per ciò che aveva fatto, ma per quello in cui credeva. Nel 1964 fu condannato all’ergastolo a Robben Island,

un isolotto in mezzo alle onde dell’Oceano Atlantico. Ai prigionieri era permesso di scrivere e ricevere solo una

e una visita ogni sei mesi: un isolamento in un

vero e proprio inferno, dove ogni diritto era negato. Per riempire le giornate erano sottoposti a lavori forzati:

spaccare pietre da trasformare in ghiaia e lavorare come schiavi nella vicina cava di calcare bianco, sotto il sole

accecante. La vita era tremendamente dura. Cominciò così una nuova e diversa battaglia: quella per migliora-

re le condizioni di prigionia, terribilmente ingiuste e di-A metà degli anni ’80, la crescente pressione

portò finalmente, dopo ventisette anni di

prigionia, alla sua scarcerazione. Nel 1994, una volta , Mandela venne eletto presidente

La sua storia ha ispirato e continua a ispirare, nelle loro

migliaia di to il mondo.

Lungo cammino verso la libertà è dun-que un libro da leggere o da rilegge-

re, mentre scaliamo le nostre monta-

gne e combattiamo le nostre batta-glie, incontrando l’avversario per

persuaderlo con il rispetto e piegarlo al diritto naturale dell’uguaglianza.

Lorenzo Sani (III RIM)

Lo scaffale di Anna Frank Avete mai provato a chiedervi

come vi sentireste se un giorno qualcuno vi togliesse la libertà?

Se qualcuno vi strappasse dalla vostra casa privandovi di tutto:

di un pasto caldo, del vostro letto confortevole, dell'a-

more dei vostri cari? Io non riesco a immaginarlo un mondo del genere; eppure le testimonianze e la storia ci

insegnano che tutto questo, e molto altro, è realmente

raccontano la tragica realtà dell'o-locausto degli ebrei, una delle più toccanti è il romanzo

In questo libro viene raccontato lo sterminio degli ebrei visto dagli occhi di un ragazzi-

no di quindici anni, Eliezer. Al momento dell'arrivo ad

Auschwitz viene separato dalla madre e dalla sorellina,

e l'unico motivo che lo aiuta ad andare avanti è la pr

senza del padre al suo fianco. Prova sulla sua pelle l'iferno del campo di concentramento, di cui non diment

cherà mai il fumo che usciva dal forno crematorio e “il volto dei bambini di cui aveva visto i corpi trasformarsi

in volute di fumo sotto un cielo muto”. I nazisti gli fano perdere la fede in Dio e nell'umanità, gli uccidono

l'anima e i sogni. Suo padre non riesce a sfuggire alla morte, ma Eliezer è uno dei pochi sopravvissuti. E

quando il campo di concentramento viene liberato dagli

Americani, i pochi superstiti non pensano alla vendetta, né ai parenti, ma solo al pane.

Impossibile non chiedersi come tutto quesuccedere. Come si sia potuto organizzare un genocidio

di queste proporzioni ed annientare un'intera etnia. Come il resto del mondo abbia potuto tacere così a

lungo prima di intervenire. Ma ancora più costernante è che esiste ancora chi sostiene che

tutto questo non sia mai accaduto.

Di fronte a tanta cecità, non si può far altro che rimanere avviliti e

senza parole. Io, dal canto mio, dopo aver letto questa ennesima

testimonianza, ho imparato ad apprezzare maggiormente la

vicinanza delle persone che amo, il cibo caldo e il mio letto accogliente.

Urim Qovanaj

Il topo di bibliotecaImmaginate un uomo grasso, traquillo, non più giovane, che vive in

un paese affacciato sull’Oceano: il Portogallo. Si chiama Pereira, fa il

giornalista e la sua vita è monotna, quasi stanca. Praticamente non

ha amici, parla solo con un prete, a cui pone domande

astruse – monotone e stanche come la sua vita fotografia della moglie morta. Eppure attorno a lui, a

Lisbona, succedono tante cose, gravi e brutte. A quell’epoca infatti il Portogallo vive sotto la dittatura di

António de Oliveira Salazar, la polizia politica arresta e imprigiona gli oppositori, l’aria è soffocante, ma Pereira

sembra quasi non accorgersene. Continua a porre dmande astruse al prete, a parlare con la fotografia della

moglie morta, a camminare per le vie di Lisbona

ché improvvisamente, per un caso, dei giovani entrano nella sua vita. E sono ragazzi vivi, appassionati, che

hanno voglia di vivere e di lottare. Accade cosgiorno dopo giorno, la vita di Pereira prend

che non aveva mai avuto prima – e questo ritmo diveta il ritmo stesso del racconto, che Antonio Tabucchi r

lancia da un capitolo all’altro in un modo sempre più trascinante, coinvolgente, finché il mite e grasso Pereira

si scoprirà un uomo completamente diverso:

perfino di vendicarsi di quel regime ottuso e crudele che ha distrutto la vita di quei ragazzi e ha soffocato a

che la sua, benché prima di averli incontrati egli non se ne fosse mai accorto.

Era l’estate di tanti anni fa, e Tabucchi venne a trovarmi

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e l'unico motivo che lo aiuta ad andare avanti è la pre-

senza del padre al suo fianco. Prova sulla sua pelle l'in-ferno del campo di concentramento, di cui non dimenti-

ai il fumo che usciva dal forno crematorio e “il volto dei bambini di cui aveva visto i corpi trasformarsi

in volute di fumo sotto un cielo muto”. I nazisti gli fan-no perdere la fede in Dio e nell'umanità, gli uccidono

ce a sfuggire alla morte, ma Eliezer è uno dei pochi sopravvissuti. E

quando il campo di concentramento viene liberato dagli

Americani, i pochi superstiti non pensano alla vendetta,

Impossibile non chiedersi come tutto questo sia potuto si sia potuto organizzare un genocidio

di queste proporzioni ed annientare un'intera etnia. Come il resto del mondo abbia potuto tacere così a

lungo prima di intervenire. Ma ancora più costernante è

Urim Qovanaj (IV CAT)

Il topo di biblioteca Immaginate un uomo grasso, tran-quillo, non più giovane, che vive in

un paese affacciato sull’Oceano: il Portogallo. Si chiama Pereira, fa il

e la sua vita è monoto-na, quasi stanca. Praticamente non

ha amici, parla solo con un prete, a cui pone domande

monotone e stanche come la sua vita – e con la fotografia della moglie morta. Eppure attorno a lui, a

avi e brutte. A quell’epoca infatti il Portogallo vive sotto la dittatura di

António de Oliveira Salazar, la polizia politica arresta e imprigiona gli oppositori, l’aria è soffocante, ma Pereira

sembra quasi non accorgersene. Continua a porre do-se al prete, a parlare con la fotografia della

moglie morta, a camminare per le vie di Lisbona – fin-

ché improvvisamente, per un caso, dei giovani entrano nella sua vita. E sono ragazzi vivi, appassionati, che

hanno voglia di vivere e di lottare. Accade così che, giorno dopo giorno, la vita di Pereira prenda un ritmo

e questo ritmo diven-ta il ritmo stesso del racconto, che Antonio Tabucchi ri-

lancia da un capitolo all’altro in un modo sempre più é il mite e grasso Pereira

si scoprirà un uomo completamente diverso: capace

perfino di vendicarsi di quel regime ottuso e crudele che ha distrutto la vita di quei ragazzi e ha soffocato an-

che la sua, benché prima di averli incontrati egli non se

Era l’estate di tanti anni fa, e Tabucchi venne a trovarmi

a Montenero, sul mare sopra Livorno, dove abbiamo

una casa. Lo portai a cena in un ristorantino che gli piceva, mangiammo pesce alla griglia, a un certo punto

gli chiesi a che punto fosse con il romanzo che stava scrivendo. “Ho finito” disse. “E

come l’hai intitolato?” chiesi io, di impulso. Lui rimase in silenzio,

come se fosse imbarazzato, e io mi pentii di quello che ave

Ebbi l’impressione di avergli fatto

una domanda indiscreta, e focosì. “Sostiene Pereira” risp

po un secondo “si intitola Pereira”. E io ebbi l’impressione di

sentire già quel ritmo.

(prof. di Filologia greca e latina

e articolista del quotidiano

Librarsi

“Si può insegnare a un compnon gli si può insegnare ad

“Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava

in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li legeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, ric

ve una bibliografia di diecimila titoli, e rinun “Soltanto il sapere che esita conta. Questo è ciò che, più

di ogni altra cosa, manca al computer: l'esitazione.

Impaginazione e stampa a cura di Mirella Cocco

a Montenero, sul mare sopra Livorno, dove abbiamo

casa. Lo portai a cena in un ristorantino che gli pia-ceva, mangiammo pesce alla griglia, a un certo punto

fosse con il romanzo che stava scrivendo. “Ho finito” disse. “E

me l’hai intitolato?” chiesi io, di pulso. Lui rimase in silenzio,

to, e io mi evo detto.

vergli fatto

ta, e forse era ra” rispose do-

po un secondo “si intitola Sostiene E io ebbi l’impressione di

Maurizio Bettini

di Filologia greca e latina – Università di Siena

e articolista del quotidiano “La Repubblica” )

gnare a un computer a dire «Ti amo», ma gnare ad amare.”

Albert Jacquard Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava

trovava dieci titoli sull'argomento e li leg-va; oggi schiaccia un bottone del suo computer, rice-

ve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia”. Umberto Eco

apere che esita conta. Questo è ciò che, più

di ogni altra cosa, manca al computer: l'esitazione.” Elias Canetti

Impaginazione e stampa a cura di Mirella Cocco (V Mercurio)