Caratteristica del diodo - Istituto Nazionale di Fisica...
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Quindi la corrente convenzionale è :
kT
Ve
ooPNNP eIII||
1
Per polarizzazione diretta:
kT
Ve
oNPoPN eIII||
1
Per polarizzazione inversa:
1kT
eV
o eII
I
V
NP
+ -
+-
Caratteristica del diodoS
imbolo
del d
iodo
KA
-
1kT
eV
o eII
I
V
• Il diodo si comporta approssimativamente come una resistenza molto alta per polarizzazione inversa, e come una resistenza bassa per polarizzazione diretta.
dV
dIdI
dVReq
1
I
V
-
V
I
-100 -50 1 2
0.6V
Quando si polarizza inversamente con una ddp molto alta, si arriva al breakdown: le cariche vengono accelerate dal campo elettrico e riescono ad attraversare il cristallo anche se è praticamente dielettrico, perfino ionizzando altri atomi che incontrano.
Si genera quindi una forte corrente, che può portare alla distruzione del diodo. Alcuni diodi sono costruiti apposta per sopportare forti correnti di breakdown: diodi Zener
Caratteristica del diodo reale
-
V
I
-100 -50 1 2
0.6V
Caratteristica del diodo reale
Questo andamento della curva caratteristica del diodo Zener significa che la corrente può cambiare molto, ma la tensione ai capi del diodo rimane praticamente costante. Questo fenomeno viene utilizzato quando si ha bisogno di una tensione di riferimento.
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Diodo Zener come stabilizzatore di tensione
• Consideriamo il circuito a lato, con il verso di VG tale da polarizzare inversamente lo Zener. Supponiamo che il diodo Zener abbia una tensione di breakdown VB.
• Avremo VG=Ri+VZ(i) dove VZ(i) è la caratteristica dello Zener. – finchè VGVB la tensione ai capi dello Zener VZ è praticamente pari a VB , dato che nella regione di breakdown la tensione ai capi dello Zener è costante per qualsiasi corrente.
– Ovviamente non si deve esagerare ad aumentare VG perché se la corrente aumenta troppo lo Zener e/o la resistenza si bruciano.
+
-
VG VZ
R
VGVB
VZ
VB
VG
-
Diodo Zener come stabilizzatore di tensione• Questo circuito può quindi essere utilizzato per
stabilizzare una tensione continua.
• Esistono in commercio diodi Zener con varie tensioni di breakdown e varie potenze dissipabili.
• Se ad esempio si ha bisogno di una tensione stabile di 12V, si produce una tensione più alta (ad esempio con un traformatore, un ponte di diodi ed il filtro RC, producendo ad esempio VG=15 V con 0.1V di ripple) e poi si usa il circuito a lato per stabilizzarla, scegliendo uno zener con VB=12V.
• L’eccesso di tensione rispetto a 12V cadrà sulla resistenza R: la caratteristica così ripida dello Zener fa in modo che nel resistore cada una tensione di 3V con 0.1V di ripple, garantendo 12V costanti ai capi dello Zener.
+
-
VG VZ
R
VG
-
Diodo Zener come stabilizzatore di tensione• Un circuito di questo genere, comunque non
garantisce che la tensione in uscita VZ rimanga costante quando si connette un utilizzatore, RC , all’uscita.
• Questo succede solo se la corrente che scorre nel carico è molto inferiore alla corrente che scorre nello Zener. Altrimenti il partitore tra R e RC può ridurre la tensione ai capi dello Zener sotto alla tensione di breakdown, perdendo la stabilizzazione.
• La corrente massima che scorre nello Zener è limitata dal fatto che la dissipazione di potenza nello Zener deve essere inferiore a quella massima specificata dal costruttore (oltre si fonderebbe). Deve cioè essere VZi
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Altre applicazioni del diodo Zener
• Il diodo Zener può essere usato come limitatore di segnali.
• Se si vuole che un segnale non superi un certo livello, si fa passare attraverso una cella costituita da una resistenza e uno Zener con tensione di breakdown pari al massimo livello di segnale desiderato.
Vin Vout
RVin
t
VoutVB1
V(t)
Z1
«clipping»
-0.6V
-
Il diodo LED
• E’ un diodo realizzato con una giunzione p-n molto sottile, in un contenitore trasparente.
• Quando il diodo è polarizzato direttamente gli elettroni di conduzione si ricombinano con le lacune, e l’eccesso di energia viene rilasciato sotto forma di fotoni, che, dato il minimo spessore della giunzione, possono uscire dal cristallo. Si assiste così all’emissione di luce, con lunghezza d’onda
dove E è la differenza di energia tra gli elettroni e le lacune.
• Per ottenere colori diversi si usano semiconduttori di tipo diverso (AlGaAs; GaAlP; GaAsP; GaN; GaP; ZnSe; InGaN; InGaAlP; SiC)
• Avviene anche il processo inverso: l’arrivo di fotoni di energia sufficiente sulla giunzione può produrre una differenza di potenziale, ed il LED agisce come un fotodiodo (vedi dopo).
E
chc
-
Ponte di diodi con diodi LED
• Durante la prima semionda conducono i diodi 1 e 3, perchè polarizzati direttamente, e quindi si accendono, mentre i diodi 2 e 4, polarizzati inversamente, non conducono e restano spenti.
Vout
Vin
Vout
t
t
12
34
+ -
+
-
R
-
• Durante la seconda semionda conducono i diodi 2 e 4, polarizzati direttamente, e quindi si accendono, mentre i diodi 1 e 3, polarizzati inversamente, non conducono e restano spenti.
R
Vout
Vin
Vout
t
t
12
34
+-
+
-
Ponte di diodi con diodi LED
-
RC
Per vedere il fenomeno si deve impostare una bassa frequenza del generatore (1-2 Hz)
Inoltre, siccome la corrente nei diodi è limitata dalla resistenza interna del generatore (RG=50W) e dal carico RC, si deve scegliere l’ ampiezza della tensione sinusoidale in modo che non scorrano più di 15 mA nei diodi, altrimenti si bruciano.
Ponte di diodi con diodi LED
VGRG
LEDCGG ViRRV 2maxmax, dove VLED è la tensione ai capi del LED usato quando va in conduzione, dell’ordine di 1V.
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Regione di deplezione• Quando si saldano due cristalli di semiconduttore, uno drogato N e uno drogato P,
si ottiene un diodo a giunzione PN. Il gradiente di concentrazione provoca una diffusione di lacune da P verso N e di elettroni da N verso P.
• I processi di diffusione non vanno avanti per molto, perchè si forma un doppio strato di cariche che genera un campo elettrico, che si oppone ad una ulteriore diffusione. Infatti gli elettroni che da N sono migrati verso P hanno lasciato gli ioni positivi dai quali sono stati originati nella regione N, mentre le lacune che sono migrate da P a N hanno lasciato delle cariche negative nella regione P.
• Ma gli elettroni che sono migrati in P hanno trovato lacune disponibili e si sono ricomobinati, così come le lacune che da P hanno diffuso in N. Si forma così, dove sono avvenute le ricombinazioni, una regione di deplezione (verde in figura) dove non ci sono cariche disponibili per la conduzione.
NP
--
-
-
-
-
+
+
+
++
+
0.5mm
-
Fotodiodo• La regione di deplezione è fotosensibile.
• Infatti, se su di essa incide un flusso di fotoni con energia sufficiente (maggiore dell’energia di legame), ciascun fotone può strappare un elettrone esterno al suo atomo, creando una coppia elettrone-lacuna.
• Se questo processo avviene nella regione di deplezione, a causa del campo di doppio strato ivi presente l’elettrone viene attirato verso la regione N (catodo) mentre la lacuna viene attirata verso la regione P (anodo).
• Si forma così una corrente (fotocorrente), proporzionale al flusso di fotoni incidente.
• A causa di questo spostamento di cariche, si forma una piccola differenza di potenziale ai capi del fotodiodo, proporzionale al flusso di fotoni, che può essere amplificata e misurata (modo fotovoltaico).
• Nota: le celle fotovoltaiche non sono altro che fotodiodi con area molto grande.
NP--
-
-
-
+
+
++
+
catodoanodo
-
• Il processo può essere aiutato polarizzando il fotodiodo inversamente (modo fotoconduttivo)
• Il campo elettrico addizionale dovuto alla batteria favorisce lo spostamento degli elettroni verso il catodo e delle lacune verso l’anodo. Nel circuito scorre una fotocorrente proporzionale al flusso di fotoni, che può essere amplificata e misurata.
• Inoltre il campo elettrico addizionale aumenta lo spessore della regione di deplezione, aumentando l’area sensibile e diminuendo la capacità del fotodiodo, quindi rendendolo più pronto a seguire le variazioni del flusso incidente di fotoni.
Fotodiodo
NP--
-
-
-
+
+
++
+
catodoanodo
+
-
• E’ realizzato aggiungendo una zona di cristallo non drogato (intrinseco), e quindi isolante, tra il cristallo drogato N (pesantemente) e quello drogato P (pesantemente).
• Viene usato in modo fotoconduttivo, con una forte polarizzazione inversa.
• L’area sensibile (I) è molto grande e il campo è forte, per cui questi diodi sono molto più sensibili alla luce.
• Alcuni usano l’effetto valanga, nel senso che il campo elettrico forte accelera molto gli elettroni fotoprodotti, che possono raggiungere una energia cinetica sufficiente da ionizzare altri atomi che incontrano nel loro percorso, generando elettroni addizionali e quindi moltiplicando la corrente.
Fotodiodo PIN
NPcatodoanodo
I
-
Fotodiodi
MaterialeLunghezze d’ondaoperative (nm)
Silicio 190–1100
Germanio 400–1700
InGaAs 800–2600
Solfuro di Zinco
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Diodi come rivelatori di radiazione• I diodi PIN vengono usati anche come
rivelatori di radiazioni ionizzanti (raggi gamma, X, particelle energetiche), che passando nella regione I la ionizzano, producendo coppie elettrone-lacuna e quindi un impulso di corrente.
• Polarizzati inversamente i diodi PIN hanno una bassa capacità e sono quindi abbastanza veloci (ns), e quindi adatti a misurare impulsi da radiazioni ionizzanti. Possono sostituire i tubi Geiger in alcune applicazioni.
• La carica generata è approssimativamente proporzionale all’energia depositata dalla particella, che a sua volta dipende dall’energia della particella. L’istogramma degli impulsi di corrente permette quindi di ottenere lo spettro delle energie delle particelle ionizzanti sotto esame.
8keV : flourescenza X da un foglio di rame
Segnale di calibrazione
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Esperienza del 13/5/2015Circuito RLC con segnali sinusoidali
• Lo scopo dell’esperienza è misurare la risposta dei circuiti RLC visibili a fianco.
• Dal circuito 1 (uscita ai capi del resistore) si vuole stimare la frequenza di risonanza fo e il fattore di merito Q ;
• Con i circuiti 2 (uscita ai capi del condensatore) e 3 (uscita ai capi dell’induttore) si vogliono evidenziare le extratensioni.
• Si suggeriscono i seguenti valori: R = 10 W, L = 1 mH con RL=10 W, C = 47 nF, Rs = 10 W.
• Si accettano (e apprezzano) comunque scelte diverse, a patto che producano un fattore di merito maggiore (e misurabile con la strumentazione a disposizione).
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• Per toccare con mano il fatto che il fattore di merito del risuonatore dipende dalla resistenza complessiva del circuito risonante, si fanno misure sia con il generatore così com’è (1a), che con una resistenza di shunt che ne riduce l’impedenza d’uscita (1b).
• Nel primo caso la resistenza totale del circuito è pari a
e quindi il fattore di merito aspettato è
• Nel secondo caso è come avere un generatore con resistenza interna pari al parallelo tra RG e RS, e quindi
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
1a
1b
W 70RRRR LGT
1.2
1
C
L
RRRQ
GL
W 28RRRR Ls
GT 2.5
1
C
L
RRRQ
s
GL
-
• Per verificare che con una resistenza di shunt si può abbassare la resistenza interna del generatore, si esegue la seguente misura:
• Nel circuito a fianco, con una resistenza di shunt RS=10W, si misura VAB con e senza resistenza carico Rc=10W. Combinando le due misure si ricava la resistenza del generatore shuntato:
• Con i componenti suggeriti si deve ottenere
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
1)(
)(
)()(
cAB
cABc
s
G
s
Gc
ccABcAB
RV
RVRR
RR
RRVRV
W
3.8
1050
1050
SG
SGs
GRR
RRR
• Nota: il fatto che la resistenza interna del generatore shuntato sia uguale al parallelo tra resistenza interna e resistenza di shunt si ottiene facilmente dal teorema di Thevenin.
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• E’ massimo alla risonanza, quando e vale
• Da cui
• E definendo
• Tornando al circuito RLC, sia nel caso 1a che nel caso 1b abbiamo il circuito di figura, con valori della resistenza interna del generatore di 50W nel caso 1a e di 8.3W nel caso 1b.
• considerando il partitore tra (resistenza interna del generatore + induttore + condensatore) e resistore, si scrive subito:
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
RCjRLjRR
V
V
LGGen
out
/1
LCo
1
VG
RRR
R
V
V
LGGen
out
max
o
o
out
out
jQV
V
1
1
max,
o
oLGLG
out
out
jC
L
RRRCjLj
RRR
V
V
11
1
/11
1
1
max,
C
L
RC
L
RRRQ
totLG
11
-
• Si possono allora misurare i valori di Vout al variare della frequenza, e lo sfasamento tra Vout e Vin. Si ottiene
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
o
o
out
out
jQV
V
1
1
max,
o
o
o
o
out
out
Q
QV
V
tan
1
1
2
2max,
con shunt
senza shunt
con shuntsenza shunt
-
• Dalle misure di ampiezza si ricavano la frequenza di risonanza e i fattori di merito:
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
con shunt
senza shunt
fof1 f2 f2'f1’
12 ff
fQ o
-
• Dalle misure di fase si conferma la frequenza di risonanza:
Misure sul circuito 1 (risonanza, ai capi del resistore)
con shunt
senza shunt
fo
-
• Considerando il partitore tra (induttore + resistore) e condensatore, si scrive subito:
• Calcolando il modulo si ottiene :
• alla risonanza:
Misure sul circuito 2 (extratensioni ai capi del condensatore)
CjLjRR
Cj
V
V
Lin
out
/1
/1
22 /1
1
CLRRCV
V
Lin
out
Q
C
L
RRRRC
LC
RRCV
V
LL
Lo
o
in
out
1
1
2
LCo
1
Q=7.3
-
• Considerando il partitore tra (induttore + resistore) e condensatore, si scrive subito:
• Calcolando il modulo si ottiene :
• alla risonanza:
Misure sul circuito 2 (extratensioni ai capi del condensatore)
CjLjRR
Cj
V
V
Lin
out
/1
/1
22 /1
1
CLRRCV
V
Lin
out
Q
C
L
RRRRC
LC
RRCV
V
LL
Lo
o
in
out
1
1
2
LCo
1
Q=7.3
Notare che, misurando Vout/Vin , i valori di RG e RS non contano. Ed il fattore di merito aumenta, rispetto al circuito 1 in cui si misurava Vout/Voutmax.
-
• Considerando il partitore tra (condensatore + resistore) e induttore, si scrive subito:
• Calcolando il modulo si ottiene :
• alla risonanza:
Misure sul circuito 3 (extratensioni ai capi dell’induttore)
CjLjRR
LjR
V
V
L
L
in
out
/1
22
222
/1 CLRR
LR
V
V
L
L
in
out
22
2
2
222
/Q
RR
CLR
RR
LR
V
V
L
L
L
oL
o
in
out
LCo
1
3.722 Q
-
• Considerando il partitore tra (condensatore + resistore) e induttore, si scrive subito:
• Calcolando il modulo si ottiene :
• alla risonanza:
Misure sul circuito 3 (extratensioni ai capi dell’induttore)
CjLjRR
LjR
V
V
L
L
in
out
/1
22
222
/1 CLRR
LR
V
V
L
L
in
out
22
2
2
222
/Q
RR
CLR
RR
LR
V
V
L
L
L
oL
o
in
out
LCo
1
3.722 Q
A causa della RL l’ altezza del picco è, a rigore, maggiore di Q. con i componenti scelti la differenza è trascurabile.
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• Prendere l’uscita sul resistore come nel circuito 1, ma eliminare il condensatore, connettendo direttamente l’induttore al resistore. Si ottiene un filtro passa basso. Infatti:
• Calcolando il modulo si ottiene :
• Dove la costante di tempo e la frequenza di taglio sono:
• Per lo sfasamento si ottiene:
Misura Addizionale(filtro passa-basso RL)
LLLinout
RRLjRR
R
LjRR
R
V
V
/1
1
221
1
Lin
out
RR
R
V
V
L
RRf
RR
L Lc
L
2
VG
LRR
Ltan
-
Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
R1 R2 R3
RLRnRn-1
1 km
• Kirchhoff prevederebbe che appena chiuso l’ interruttore scorresse istantaneamente una corrente I=V/Rtot
• Inoltre, se si lavora con tensioni variabili nel tempo si assume che la corrente sia in ogni istante la stessa in tutta la maglia.
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R1 R2 R3
RLRnRn-1
1 km
Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Kirchhoff prevederebbe che appena chiuso l’ interruttore scorresse istantaneamente una corrente I=V/Rtot
• Inoltre, se si lavora con tensioni variabili nel tempo si assume che la corrente sia in ogni istante la stessa in tutta la maglia.
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• Evidentemente questo non può essere, perchè implicherebbe un trasferimento istantaneo dell’ informazione «interruttore chiuso» dall’ interruttore al carico.
• Le informazioni non possono viaggiare a velocità maggiore di quella della luce.
• La corrente non può arrivare alla RL prima di to+L/c . Qui c’è la velocità della luce: c=30 cm/ns.
R1 R2 R3
RLRnRn-1
L=1 kmL
Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
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Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Se ipotiziamo che i segnali si propaghino a velocità dell’ ordine di c, per L=30 cm abbiamo un ritardo di circa 1 ns.
• Una corrente sinusoidale a f=1 GHz arriverà al carico RL in ritardo di un intero periodo.
R1 R2 R3
RLRnRn-1
L=30 cmL
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Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Quindi possiamo trattare con l’ approssimazione istantanea di Kirchhoff circuiti piccoli e afrequenze
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Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Esempio comune: la motherboard di un computer ha dimensioni dell’ordine di 20 cm ed il segnale di clock è a 3-4 GHz.
• I progettisti devono tenere conto del ritardo nella propagazione dei segnali dalla CPU ai chip esterni (ad esempio la RAM deve essere molto vicina alla CPU), altrimenti non si sincronizza nulla !
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Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Consideriamo ora il circuito elementare per la trasmissione di segnali su lunghe distanze, la cosiddetta “linea di trasmissione”.
ZG
ZC
x L0
Linea di trasmissione
-
Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• In pratica questa può essere una piattina bifilare, o il cavo telefonico, o il cavo coassiale RG58 (BNC) che si usa in laboratorio o per le antenne, una pista di rame su un circuito stampato ….
ZG
ZC
x L0
Linea di trasmissione
-
Oltre i principi di Kirchhoff – verso una trattazione elettromagnetica
• Sia VG(t) la tensione del generatore e ZG la sua impedenza interna.
• Sia ZC l’ impedenza del carico.
ZG
ZC
x L0
Linea di trasmissione
-
Linea di Trasmissione• Schematizziamo la linea come due conduttori
paralleli, con distanza e sezione costanti e fermi al passare del tempo (linee uniformi).
• Consideriamo un tratto dx della linea, e schematizziamolo col circuito equivalente visibile sotto:
ZG
ZC
xL0
LA
LBC 1/G
RA
RB
dx
x x+dx
-
Linea di Trasmissione• Tra le posizioni x e x+dx tensione e corrente
variano, perchè ci sono cadute di tensione dovute a R e L, e perdite di corrente dovute a C e G.
• Siccome il tratto di circuito considerato è piccolo, al suo interno si può usare la trattazione standard:
ZG
ZC
xL0
LA
LBC 1/G
RA
RB
dx
x x+dx
-
Linea di Trasmissione:cadute di tensione
ZG
ZC
xL0
LA
LBC 1/G
RA
RB
dxx x+dx
),(),(),(),(
),(),(),(),(
txIt
LtxIRtxVtdxxVdV
txIt
LtxIRtxVtdxxVdV
BBBBB
AAAAA
I(x,t)
I(x,t)
-
ZG
ZC
xL0
LA
LBC 1/G
RA
RB
dxx x+dx
),()(),()()()(
)],(),([)],(),([
)()(
),(),(),(),(
),(),(),(),(
txIt
LLtxIRRxVdxxV
txVtxVtdxxVtdxxV
xVdxxV
txIt
LtxIRtxVtdxxVdV
txIt
LtxIRtxVtdxxVdV
BABA
BABA
BBBBB
AAAAA
I(x,t)
I(x,t)
-
• Definendo
ZG
ZC
xL0
LBC 1/G
RB
dxx x+dx
I(x,t)
I(x,t)
dx
LLL
dx
RRR
BAu
BAu
Resistenza per unità di lunghezza
Induttanza per unitàdi lunghezza
-
ZG
ZC
xL0
LA
LBC 1/G
RA
RB
dxx x+dx
),(),(),(),(
),()()(
),()(),()()()(
txIZx
txVtxI
tLR
x
txV
txIt
dxLdxRxVdxxV
txIt
LLtxIRRxVdxxV
uuu
uu
BABA
I(x,t)
I(x,t)
-
Linea di Trasmissione:perdite di corrente (1/G è una resistenza)…
),(),(),(),(
),(),(),(),(),(
txVYtxIx
txVt
CGtxIx
txVt
CtxGVtxQt
txGVtxdI
uuu
Come prima: Gu e Cu conducibilità e capacità per unità di lunghezza
Yu e Zu =Ammettenza e Impedenza della linea per unità di lunghezza
ZG
ZC
L0
LBC 1/G
RB
dx
I(x,t)
I(x,t)
-
Linea di Trasmissione:equazioni differenziali e quadrupolo equivalente
ZG
ZC
xL0dx
x x+dx
),(),(
),(),(
),(),(
),(),(
txVYx
txI
txIZx
txV
txVt
CGx
txI
txIt
LRx
txV
u
u
uu
uu
Zu
YuV(t)
-
Linea di Trasmissione:Per segnali sinusoidali
ZG
ZC
xL0dx
x x+dx
dxCjGdxYCjGY
dxLjRdxZLjRZ
uuu
uuu
Zu
YuV(t)
Dove Zu e Yu sono impedenza e ammettenza della linea per unità di lunghezza.
-
ZG
ZC
xL0dx
x x+dx
)()()(
)()()(
)()(
)()(
2
2
2
2
xIYZxVx
Yx
xI
xVYZxIx
Zx
xV
xVYx
xI
xIZx
xV
uuu
uuu
u
u
Zu
YuV(t)
Equazioni deiTelegrafisti
-
ZG
ZC
xL0dx
x x+dx
0)()(
0)()(
)()()(
)()()(
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
xIx
xI
xVx
xV
xIxIYZx
xI
xVxVYZx
xV
uu
uu
Zu
YuV(t)
Equazioni deiTelegrafisti
uuYZ2
-
xjxjxx
uuuu
j
j
j
xx
xx
eAeAeAeAxV
CjGLjRYZj
eZZ
eAA
eAA
eAeAxV
ecec
xIx
xI
xVx
xV
)(
2
)(
121
00
22
11
21
21
2
2
2
2
2
2
)(
definendo
:fasi le contengono A2 e A1 costanti le dove
)(
quindi
tipodel e' soluzione la
0)()(
0)()(
2
1
Equazioni deiTelegrafisti
-
22
11
21
)(
2
)(
1
21
cos
cos
)(Re),(
quindi e
)(
21
xteA
xteA
exVtxV
eeeAeeeA
eAeA
eAeAxV
x
x
tj
xjxjxjxj
xjxj
xx
Soluzione per V
Onda progressiva
Onda regressiva
-
22
11
cos
cos),(
xteA
xteAtxV
x
xOnda progressiva
Onda regressiva
• L’ ampiezza decresce esponenzialmente con la distanza, a causa delle dissipazioni R e G
• l’ onda progressiva A1 è grande all’ inizio della linea e si smorza
• l’ onda regressiva A2 è grande alla fine della linea e si smorza “rimbalzando indietro”
-
22
11
cos
cos),(
xteA
xteAtxV
x
xOnda progressiva
Onda regressiva• Vediamo perchè l’ onda A1 è detta progressiva.
• La velocità (di fase) v è la velocità che deve avere un osservatore viaggiante lungo la linea per vedere sempre la stessa fase dell’ onda (ad esempio viaggiando a cavalcioni di una cresta o in fondo a un ventre).
• La condizione di fase costante è
v0
011
dt
dx
xtdt
dKxt
Velocita’ di fase
positiva per A1
-
• La soluzione in regime sinusoidale è
• Le due onde si propagano nella linea con velocità di fase (=Im()=Im(sqrt(ZuYu)))
22
11
cos
cos),(
xteA
xteAtxV
x
xOnda progressiva
Onda regressiva
v
v Per l’onda progressiva
Per l’onda regressiva
-
Caso non dissipativo:
ZG
ZC
x L0
• Nel limite di Ru=0 e Gu=0, si calcola facilmente
uu
uu
uu
uuuu
uuuuuu
CLCL
CL
CLjCjLj
CjGLjRYZj
;1
v
22
11
)/(cos
)/(cos),(
vxtA
vxtAtxV
A1A2
-
Esempio: Cavo coassiale RG-58
-
Autoinduzione in un cavo coassialeCoefficiente di autoinduzione L definito da : LiDove è il flusso di B :
S
sdB
Nel caso di un cavo coassiale percorso da corrente
i il campo all’ interno del cavo è tangenziale, e la
sua intensità a distanza r dall’ asse si ricava dal
teorema della circuitazione:
r
a
b
r
irBirBildB
mmm
2)(2
Allora si può calcolare il flusso di B attraverso una
superficie rettangolare interna al cavo, lunga l:
ldr
a
bil
r
drilldrrBsdB
b
a
b
aS
ln22
)(
m
m
E quindi l’ induttanza per unità di lunghezza è
a
b
ill
LLu ln
2
m
-
Capacità di un condensatore cilindrico
a
bl
CC
a
b
l
V
l
V
QC
a
b
r
drdr
rEdrV
rlrQrE
QrlEQSdE
u
b
a
b
a
b
a
ab
S
ln
2
ln
2
)ln(222
)2/()2/()(
/2/
a
l
b
r
S
-
Esempio: cavo coassiale RG-58
• Numeri tipici per l’ RG-58:
R=2, v=c/sqrt(2)
• Cu=100 pF/m
• Ro=50W
• v=20cm/ns
=5ns/m
• Quindi un cavo di 100m introduce un ritardo di 500 ns.
)/ln(/2
1/
11
)/ln(2
)/ln(
2
abCLR
c
LCv
abL
abC
uuo
Ruu
u
u
m
m
m
-
Caso dissipativo:
2
2
u
u
u
u
uu
uuuu
uu
uu
uu
uu
uu
uu
uu
uuuu
uuuuuu
C
G
L
Rj
CL
GRCL
CL
CL
CL
GLj
CL
RCj
CL
GRCL
CjGLjRYZj
-
Caso non distorcente:
2
u
u
u
u
uu
uuuu
C
G
L
Rj
CL
GRCL
Quando cioè le due costanti di tempo sono uguali,
u
u
u
u
C
G
L
R
j
L
RCL
L
Rj
L
RCL
u
uuu
u
u
u
uuu
2
2
2
E quindi
uu
uu
u
uu
u
uuu
CLvCL
L
CR
L
RCL
1
L’ attenuazione nondipende da
La solita,indipendenteda Tutte le onde componenti il segnale
si propagano nello stesso modo: il segnale non viene distorto.
-
Caso di alte frequenze(e buon isolamento):
o
u
u
u
u
uu
uu
uu
u
u
u
u
uuu
u
uuu
u
uuu
u
uuu
uuuu
uuu
R
R
C
L
R
CLCL
LCj
C
L
R
L
RjLCj
L
RjLCj
L
RjLCj
Lj
RLjCj
CjGLjR
LRG
22
1v
2
211
11
e 0per
u
uo
C
LR Impedenza della
Linea, ci serve dopo
-
Soluzione per la corrente(sinusoidale)
• Dall’ eq. dei telegrafisti
impedenza una e'
1
1
)(1)()(
)(
2121
2121
uu
uuj
oo
u
u
xx
u
u
xx
u
uu
xx
u
xx
u
u
u
CjG
LjReZZ
Y
Z
eAeA
Y
ZeAeA
Z
YZ
eAeAZ
eAeAxZ
x
xV
ZxIxIZ
x
xV
-
Soluzioneper la corrente
(sinusoidale)
22
11
21
cos
cos),(
1Re
)(Re),(
xteZ
A
xteZ
AtxI
eAeAeZ
exItxI
x
o
x
o
xx
j
o
tj
Onda regressiva
22
11
cos
cos),(
xteA
xteAtxV
x
x
Onda progressiva
• Da confrontare con:
• Si vede che per ciascuna onda il rapporto tra tensione e corrente vale Zo. Inoltre c’è uno sfasamento -.
-
Usando la notazione solita:
222
2
222
)()(
))((
)/()(
uu
uuuuuuuu
uu
uuuu
uuuu
uu
uu
uu
uuj
oo
CG
CRGLjCLGR
CG
CjGLjR
CjGCjGCjG
LjR
CjG
LjReZZ
-
Soluzione per la corrente(sinusoidale)
1/2
2)Re(
)Im(
uuuu
uuuu
o
o
CLGR
CRLGarctg
Z
Zarctg
• Lo sfasamento è nullo – Per linea non distorcente
– Per linea non dissipativa
– Per alte frequenze
• In tutti questi casi
• Cioè l’ impedenza si riduce a una resistenza.
o
u
u
uu
uuj
oo
uuuu
RC
L
CjG
LjReZZ
CGLR
o
u
uo R
C
LZ
uuuu CRLG
o
u
uouu R
C
LZGR
00