CARATTERI E MODALITÀ D’USO DELLE ISCRIZIONI DIPINTE...

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CARATTERI E MODALITÀ D’USO DELLE ISCRIZIONI DIPINTE IN ETÀ TARDOANTICA D. Nuzzo - A. Rocco 1. Le tecniche epigrafiche La diversificazione delle tecniche esecutive delle iscri- zioni è una delle caratteristiche più rilevanti dell’epi- grafia tardoantica. Nei cimiteri ipogei dei cristiani a Roma si assiste alla diffusione di tecniche per lo più e- xtraofficinali, condizionate dalla realizzazione nelle gallerie dei cimiteri, dalla qualità del supporto e dal- l’uso di strumenti inidonei, che danno vita ad iscrizioni musive, a graffiti sulle pareti o su laterizi e marmi, alle iscrizioni “a nastro” tracciate sulla malta di sutura dei loculi, ad epitaffi dipinti con materie colorate su lateri- zi, marmi ed intonaci parietali. La diffusione di questi prodotti si lega al declino della professionalità epigrafica, testimoniato anche dalla mo- dificazione tecnica ed estetica delle iscrizioni lapidarie. Catacomba di Panfilo, iscrizio- ne musiva (ICVR IX, 26350: martures / sancti boni / bene- dicti bos / atiutate Quiriacu). Catacomba di Priscilla, iscrizione “a nastro” (ICVR IX, 25447: Primi- tibus).

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CARATTERI E MODALIT DUSO DELLE ISCRIZIONI DIPINTE IN ET TARDOANTICA

D. Nuzzo - A. Rocco

1. Le tecniche epigraficheLa diversificazione delle tecniche esecutive delle iscri-zioni una delle caratteristiche pi rilevanti dellepi-grafia tardoantica. Nei cimiteri ipogei dei cristiani a Roma si assiste alla diffusione di tecniche per lo pi e-xtraofficinali, condizionate dalla realizzazione nelle gallerie dei cimiteri, dalla qualit del supporto e dal-luso di strumenti inidonei, che danno vita ad iscrizioni musive, a graffiti sulle pareti o su laterizi e marmi, alle iscrizioni a nastro tracciate sulla malta di sutura dei loculi, ad epitaffi dipinti con materie colorate su lateri-zi, marmi ed intonaci parietali.

La diffusione di questi prodotti si lega al declino della professionalit epigrafica, testimoniato anche dalla mo-dificazione tecnica ed estetica delle iscrizioni lapidarie.

Catacomba di Panfilo, iscrizio-ne musiva (ICVR IX, 26350: martures / sancti boni / bene-dicti bos / atiutate Quiriacu).

Catacomba di Priscilla, iscrizione a nastro (ICVR IX, 25447: Primi-tibus).

2. Le iscrizioni dipinte nelle catacombe romane Tra le varie tecniche quella che prevede la dipintura delle iscrizioni a minio o altre materie colorate median-te luso di pennelli diffusa sin dal III secolo d. C. nei nu-clei pi antichi delle catacombe romane. I supporti che accolgono questi epitaffi sono costituiti dai laterizi posti a chiusura delle tombe parietali a locu-lo. Nella maggior parte dei casi la pittura stesa con un pennello a spatola direttamente sulla superficie del sup-porto, senza alcuna preparazione.I testi non differiscono da quelli delle coeve iscrizioni su marmo, che si caratterizzano per il cosiddetto laconismo arcaico, una precisa scelta ideologica di ri-fiuto dei dati retrospettivi legati alla vita terrena in no-me di un egualitarismo che si rispecchia anche nei tipi sepolcrali.

Catacomba di Priscilla, iscrizioni dipinte con nomen singulum (ICVR IX, 24903: Aemer/us; ICVR IX, 24896: Aeliane).

Accanto ad epitaffi che ricordano il solo nome del defun-to, si incontrano testi arricchiti da locuzioni basate sui ter-mini pax - , formule di saluto o espressioni escato-logiche, o da elementi figurativi (ancora, pesce, colombe, palmette).

Dal punto di vista grafico la flessibilit del pennello pro-duce spesso una capitale rustica di tipo librario.

Catacomba di Priscil-la, iscrizione dipinta con apparato figura-tivo (ICVR IX, 25166: Felicitas ((ancora))).

Catacomba di Pri-scilla, iscrizione dipin-ta con formula di sa-luto (ICVR IX, 25046: Caelestina / pax).

Catacomba di Priscilla, iscrizione dipinta in ca-pitale rustica (ICVR IX, 25434: Pom-ponius).

Nella catacomba di Priscilla le iscrizioni dipinte costitui-scono il nucleo pi numeroso dopo quelle lapidee. La dif-fusione di questi epitaffi, di carattere extraofficinale, pro-babilmente realizzati sul posto dagli stessi fossori che con-fezionavano il sepolcro, trova una spiegazione non sol-tanto nella difficile reperibilit del materiale lapideo e nelleconomicit del prodotto, ma anche nella volont di creare una prassi antisistema rispetto a quella normati-va, attraverso una tecnica epigrafica accessibile a tutti e realizzabile senza la necessit di rivolgersi a botteghe e-sterne.

La catacomba di Novaziano Un contesto di eccezionale interesse per il suo stato di conservazione rappresentato dalla catacomba di No-vaziano. Un insediamento funerario di cui sono noti i li-miti cronologici dello sfruttamento funerario (met III -V secolo d. C.) e lo sviluppo topografico, con larea pi antica ben distinta dagli ampliamenti di IV secolo. Nellarea primitiva della catacomba le iscrizioni dipinte su laterizi costituiscono la gran maggioranza, mentre nelle regioni pi tarde questo tipo epigrafico viene quasi completamente abbandonato in favore delle iscrizioni su marmo.

69,3%

5,1%

27,5%

86,9%

3,3%8,0%0%

20%

40%

60%

80%

100%

LATERIZI MARMO CALCE

REGIONE PRIMITIVA REGIONI TARDE

Percentuali relative alle iscrizioni dipinte su laterizi, incise su marmo e a nastro nelle due macroaree della catacomba di Novaziano.

Catacomba di Nova-ziano, Galleria N3, iscri-zioni dipinte (ICVR VII, 20459: Marcella; ICVR VII, 20414: Fausti)

Una particolarit di questo contesto costituita dallu-so di dipingere le iscrizioni su uno strato pi o meno spesso di malta e intonaco, steso quasi in forma di pre-parazione, sui laterizi di chiusura dei loculi.

Catacomba di Novaziano, iscrizioni dipinte su tegola intonacata(ICVR VII, 20335: Calpurnia Dionysias / vixit annos IIII menses IIII de/functa est idus augustas Gallieno VII et Sabinillo [a. 266]; ICVR VII, 20338: Valeria Euche / V kal(endas) febrarias / Fl(avio) Antiochiano H et Orfito co(n)s(ulibus) [a. 270]).

Alcuni epitaffi sono invece incisi accuratamente sui la-terizi intonacati con solco a sezione triangolare, poi ru-bricati e riquadrati da cornici in stucco ad ovuli, ad evi-dente imitazione delle iscrizioni in marmo.

Catacomba di Novaziano, iscrizione incisa e rubricata su laterizi in-tonacati (ICVR VII, 20352: Antistia Euphanilla / ann(orum) XXV / id(ibus) nob(embribus)).

Dal IV secolo d. C. le iscrizioni dipinte su tegola scom-paiono quasi completamente dagli insediamenti fune-rari ipogei romani. I testi dipinti, non pi solo con funzione sepolcrale, ma anche dedicatoria e didascalica, compaiono sporadica-mente sullintonaco che riveste le pareti di tufo. Le iscri-zioni, sempre in associazione con la decorazione pittori-ca, si integrano ad essa, disponendosi in campi di ripie-go o seguendo la forma della parete.

Catacomba di Domitilla, arcoso-lio con iscrizione dipinta (ICVR III, 6963: Veneran/da dep(osita) / VII idus ia/nuari/as).

Catacomba di San Sebastiano (ex vigna Chiaraviglio), arcosolio con iscrizione dipinta (Primenio et Severa benemerentibus).

Catacomba di Commodilla (Regione di Leone), iscrizione de-dicatoria (ICVR III, 8669: Leo offi-cialis ann(onae) si[bi] / vivo fecit cubuculum in cem(eterio) / A]dauti et Feli[c]is.

Catacomba di Marcellino e Pietro, iscrizione didascalica (ICVR VI, 15949: misce mi / I-rene).

A. Rocco

3. I cimiteri dellItalia centro-meridionale.

a. Il cimitero del Ponte della Lama a Canosa Le indagini archeologiche svolte negli anni 2004-2006 nella necropoli subdiale e ipogea (in uso nei secoli I-VI d. C.) hanno portato al rinvenimento di nuove iscrizioni di-pinte. Si tratta di epitaffi dipinti in rosso su intonaco bianco. Un esempio, databile nella seconda met del IV secolo, liscrizione sepolcrale di Victoria:((monogramma cristologico)) Victoria, fidelis, rece(ssit)

VIII kal(endas) mai{i}as.

Numerosi cimiteri dellItalia centro-meridionale hanno re-stituito iscrizioni dipinte. Le attestazioni si concentrano nei contesti sepolcrali ipogei in Puglia, Lazio, Campania e Sicilia, databili soprattutto tra IV e VI secolo d. C.

Si possono osservare: lalta percentuale di iscrizioni dipinte la prevalenza delle iscrizioni dipinte nel V secolo

soprattutto (ma non solo) negli ambienti ipogei la ripresa della produzione lapidaria nel VI secolo

- - -Nella provincia Apulia et Calabria un confronto si pu i-stituire con la catacomba ebraica di Venosa, le cui iscri-zioni dipinte si collegano alle sepolture dei personaggi di rilievo nellambito della comunit cittadina.

In base al numero finora rinvenuto di epitaffi si pu pre-sentare un quadro della produzione epigrafica funeraria tardoantica di Canosa, classificata secondo le tecniche u-sate e la distribuzione cronologica.

ISCRIZIONI SEPOLCRALI DI CANOSA (IV-VII secolo)

12

7

11

iscrizioni incise

iscrizioni dipinte

iscrizioni graffite

iscrizioni musive

0

3

6

9

IV secolo V secolo VI secolo VII secolo

iscrizioni graffite

iscrizioni dipinte

iscrizioni incise

iscrizioni musive

ISCRIZIONI SEPOLCRALI DI CANOSA: DISTRIBUZIONE CRONOLOGICA

b. Le catacombe del Lazio Nelle catacombe del Lazio e, in particolare, dellEtruria meridionale, stata riscontrata unalta percentuale di i-scrizioni sepolcrali, in cui si fa uso di tecniche alternative a quella lapidaria (dipinte e graffite). Il fenomeno stato ricollegato alla scarsa reperibilit del marmo e alla mancanza di quipes di artefici specializ-zati (Carletti, Fiocchi Nicolai).

Catacomba di S. Alessandro a No-mentum (Roma), loculo di Agaso, prima met del IV secolo:

Agaso spiritustus in bo=no.

Testo e immagine coincidono dal punto di vista tematico e si integrano nellorganizzazione dello spazio decorato.

Catacomba di S. Cristina a Bolsena (Viterbo), loculo di Cestronia Castoria, anno 406. Lepitaffio inserito in u-na tabula ansata, presenta linee guida e fattura accu-rata.

c. La catacomba di S. Gennaro a Napoli Le catacombe di Napoli conservano, oltre che iscrizioni lapidarie, anche un discreto numero di epitaffi dipinti e musivi (Fasola). La presenza di iscrizioni dipinte si collega strettamente a tombe decorate ad affresco, cos come quelle musive accompagnano sistematicamente arcosoli e tombe pavimentali con rivestimento a mosaico.

Arcosolio di Proculus (fine V- inizi VI secolo)

Gli esempi mostrati presentano le iscrizioni dipinte diret-tamente collegate alla morfologia delle sepolture (epitaffio sullarco) e alla decorazione dipinta: esse risul-tano concepite nellambito di una programmazione uni-taria di testo e immagine.

Arcosolio della famiglia di Theotecnus (fine V-inizi VI secolo)

d. La catacomba di S. Giovanni a Siracusa Nella catacomba di S. Giovanni sono stati ritrovati nu-merosi epitaffi dipinti (Sgarlata). Si tratta spesso si pro-dotti di elevato livello qualitativo, come nel caso dellepi-taffio in versi della vergine siracusana, inserito in un programma pittorico di elevata qualit.

Tomba della vergine siracusa-na (prima met del V secolo). Liscrizione in otto linee, dipinta in rosso sul parapetto dellarco-solio, contenuta allinterno di una cornice, a fascia larga.

Rotonda di Antiochia, sar-cofago in muratura (seconda met del IV seco-lo). Sulla fronte della sepol-tura si conserva parzial-mente un epitaffio dipinto a lettere rubricate su uno strato di calce bianca.

4. Considerazioni generali.a. I materiali e le tecniche. Le iscrizioni pi antiche delle catacombe romane, dipinte sui laterizi di chiusura dei lo-culi, costituiscono un nucleo a s stante che rientra nella prassi antisistema dellepigrafia cristiana delle origini. Successivamente il fenomeno delle iscrizioni dipinte si col-lega al problema della scarsa reperibilit del marmo in et tardoantica e alla conseguente diffusione delluso della calce per i rivestimenti parietali. Si verificano tra-sformazioni anche nelle tecniche e nelle competenze arti-gianali.b. Gli artigiani. Se nel III secolo si pu ipotizzare che gli e-secutori delle iscrizioni fossero i fossores, per le iscrizioni pi tarde il ruolo rivestito dagli stessi pittori, dal momento che testo e immagini sono spesso concepiti unitariamente e che la presenza di iscrizioni dipinte si riscontra quasi sempre in associazione con la decorazione pittorica.c. I testi. La struttura dei testi, anche nelle sue trasforma-zioni, la stessa che si riscontra nelle iscrizioni lapidarie.d. I contesti. Al di fuori delle catacombe romane, si tratta in molti casi di una produzione di alto livello che si ritrova solo in contesti urbani o in importanti santuari martiriali. La presenza quasi esclusiva in ambienti ipogei sembra si possa collegare invece a problemi conservativi.

Referenze bibliograficheU.M. Fasola, Le catacombe di S.Gennaro a Capodimonte, Roma 1975; C. Carletti, Epigrafia cristiana a Bolsena, in Ilpaleocristiano nella Tuscia, II, Roma 1984, 115-139; V. Fiocchi Nicolai, I cimiteri paleocristiani del Lazio, I. Etruria Me-ridionale, Citt del Vaticano 1988; C. Carletti, Un mondo nuovo. Epigrafia funeraria dei cristiani a Roma in et postcostantiniana, in Vetera Christianorum, 35, 1998, 39-67; A. Melucco Vaccaro, Agere de arte, agere per artem. La trasmissione dei saperi tecnici fra tradizione colta e fonti materiche, in Morfologie sociali e culturali in Europa fra tarda antichit e altomedioevo. XLV Settimana del Centro italiano di studi sullalto medioevo, Spoleto 1998, 343-376; F. Bisconti, Nuovi affreschi dal cimitero dellex vigna Chiaraviglio, in Rendiconti della Pontificia Accade-mia Romana di Archeologia, 73, 2002, 3-42; M. Sgarlata, S. Giovanni a Siracusa, Citt del vaticano 2003; C. Car-letti, D. Nuzzo, P. De Santis, Il complesso cimiteriale di Ponte della Lama (Canosa): nuove acquisizioni dagli scavi delle catacombe e dellarea subdiale, in Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, c. s.

D. Nuzzo