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Estate: gli anni sexy

Capri: I'isola dQuando aprivano casa loro, si apriva la stagione. Elena Serra di Cassano, Anna Caravita di Sirignarovina. E poi c'erano le bellissime. Vestite Emilio Pucci o Livio De Simone, facevano a gara per se d

di Lina Soti s

L

a Capri di adesso con lasnobissima, perversa-mente conformista, eli-

taria, misteriosa, arroccata, ari-stocratica Capri della fine anni'50 primi '60 non c'entra proprioniente. Sembra lo stesso fondale,a Cinecittà, usato per un film di-verso. Allora la società che si da-va appuntamento nell'isola era«fortificata e clanistica», oggi èun incontro di gitanti di massa.

Ai tempi, ogni estate, le regineaprivano la stagione e iniziavanoi loro giochi di potere, d'amore, diseduzione. Adesso è un mordi efuggi a prezzo concordato. Ma ol-tre la massa di persone che du-rante il week end si riversa sull'i-sola, ciò che colpisce di più è lapresenza dei bambini. Pupi ur-

lanti, paonazzi, sporchi, allegri,tristi, ricchi o benestanti: sempre

e ovunque. Negli anni del fulgoredell'isola, le donne al contrario diadesso rimanevano subito incin-te, ma i pupi non facevano partedella vacanza. Con le tate in maripiù dolci, con le tate e le nonne

nelle case di campagna, oppuread Anacapri all'albergo Paradiso,

GLAMOUR .

La più bella,

Graziella Buontempo

(sopra). Qui

accanto, da sinistra,

il marchese di

Villaverde, in

«punta» di Donatella

Marotta. Il «re» di

Capri, Pupetto

Caravita di Sirignano.

Arturo Lonardi

e Margot Alliata.

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elle regineìo.,. Un loro invito faceva la fortuna della vacanza. Un diniego la su a

urre i più bei partiti dell'epoca: Tinti Borghese, Arturo Lonardi...

ma solo quelli di genitori che nonavevano altre possibilità. Pochiperché chi si incontrava, in quei

tempi, nell'isola le possibilità leaveva, le aveva avute, le volevaesibire, se no non c'era ragione disottostare alle difficili regole diquella vacanza settoriale dove senon eri inserito nel girone giustonon eri nessuno.

Regine indiscusse del luogo, si-

gnore che potevano, con inviti odinieghi, fare la fortuna di un'e-state, erano Elena Serra di Cassa-no, Anna Caravita di Sirignano edEdda Ciano. Il vacanziere accortoche voleva vivere a fondo la suaDolce Capri la prima cosa che fa-ceva appena arrivato mandava ifiori alle tre signore, conscio chela sua fortuna estiva dipendevada loro. Il momento magico era ilvenerdì sera davanti al Quisisana,il più bell'albergo dell'isola a duepassi dalla piazza. Con l'ultimo

vaporetto, poi negli anni, con l'ul-timo aliscafo, arrivavano mariti,

amanti e fidanzati. Quegli uominiche lavoravano durante la setti-mana e venivano a trascorreredue giorni dalle loro donne o percercare altre esponenti della stes-

sa specie. L'isola pullulava di fem-mine di ogni tipo, di ogni età, di

ogni patrimonio. Ogni venerdìl'arrivo dei maschi, davanti alQuisisana, vedeva schierate tuttele belle senior e junior in perfettadivisa. Allora la divisa era una so-la: le camicie variopinte di EmilioPucci. Le più doviziose si presen-tavano con il completo, le altre siingegnavano con i calzoni, in tin-

ta, dei negozietti di Tragara e di-cevano con aria boriosetta, ma sicapiva che era una finta e mori-vano d'invidia: «Il completo è me-no chic». Il fatto era che se voleviesistere non c'era alternativa, al-meno una camicia di Emilio Puc-ci la dovevi avere. La perfezioneera averne una a sera, almeno per5 giorni la settimana, poi si rico-minciava. Così faceva Elena Ser-ra di Cassano, nata Bomprini Pa-rodi Delfino. Ricchissima e ormaiper sponsali, come volevano itempi, aristocraticissima, questaassoluta sovrana dei giochi estividi notte faceva meno paura che di

giorno perché non ti potevaescludere dal massimo del desi-

derabile di quegli anni: un invitosul Silvia, il panfilo nero su cuitutti alla fine dell'estate, per sen-tirsi vincenti, dovevano fare al-meno un giro. Salire sul Silvia oun giro sulla Croce del Sud diKerry e Mara Mentasti erano idue must capresi. Più facile il pri-mo del secondo perché se Elena,Kerry e Mara erano ferrei sui loroospiti, Francesco Serra, quandoarrivava, aveva voglia di festa e diallegria e imbarcava ciò che lamoglie snobbava.

In mancanza di inviti sui velie-ri c'era la Canzone del Mare, dovesi davano appuntamento tutti ileoni e le sirene dell'epoca. E quiche avevano la cabina fissa, quel-

la grande d'angolo che sembravauna stanza, Mario e Flavia Gaz-zoni. I signori dell'Idrolitina rap-

presentavano per l'isola «il voglioe posso». Erano sempre loro cheogni sera al Grand Hotel Quisisa-na, a mezzanotte, offrivano ai lo-

ro ospiti pasta e champagne. Unin più, fra i tanti.

Anna Grazioli era giustamente

per i tempi andata sposa a unprincipe, Pupetto Caravita di Siri-gnano. Lui allegrissimo, simpati-cissimo, lei severa, accigliata, ric-chissima. Lei invitava a palazzo elui usciva continuamente da pa-

RISTOCRAZIA .

La piazzetta di

Capri un venerdì

dopo l'arrivo dei

mariti. A destra,

Cristina Nannini:

sposò Emilio

Pucci, che vestiva

tutta la Capri

elegante, e diventò

regina dell'isola.

Vicino a lei.

Marcello Theodoli.

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lazzo alla ricerca di femmine e di-vertimento. Pupetto era in queglianni il simbolo di Capri, quandoarrivava in piazzetta al bar Vuot-

to, il più giusto della piazza, c'erasempre un tavolino per lui a costodi far alzare degli altri clienti.Non si alzavano i baresi, vogliosidi vivere, di spendere e abituati aessere incensati: i Di Cagno Ab-brescia e gli Amoruso restavanoassettati.

La giornata cominciava vers o

le 11. Appuntamento in piazza. P-qui che non più tardi di mezzo -

giorno venivano scelti gli ospitidelle grandi imbarcazioni e che irifiutati facevano altri program-mi. E a quell'ora che compariv aEdda Ciano, elegantissima e dipoche parole. Vicino a lei Chante -cler, il proprietario della più bell agioielleria dell'isola, che le fu vici -no negli ultimi anni. La coppiaera quasi sempre vestita di lino ,intorno a loro qualcosa di nostal -gico e riservato, loro non voleva -no essere invitati, salivano sul lo -ro guscio di noce, così chiamava -

no il piccolo gozzo che li portav ain giro, e lui a timone lei intent aalla lettura se ne infischiavanodel mondo che li circondava. Tut -ti erano pazzi dei figli di Edda ,Fabrizio, Dindina e Marzio. Spi-ritosissimo, mordace, tenero, ap-passionato, piccolo di statura, m

a

con un'altissima vitalità e presen-za di spirito, Marzio e i suoi drin ksono stati i protagonisti assolutidella Canzone del Mare dell'epo-ca. Lui non cercava inviti, li com -mentava, fra l'ilarità generale.«Oggi questo c'è riuscito. Que -st'altro no».

La ragazza più bella dell'isolaera Graziella Buontempo, per leifu scritta Luna Caprese. Occhiverdi, capelli neri, corpo snello,la ragazza oltre a una ricambiatapassione per Arturo Lonardi, unaltro superfigo che diventò suomarito, dimostrava una assoluta-mente singolare per l'epoca pas-sione per gli artisti e le cose d'ar-te. Di quel mondo l'unica cosatangibile che oggi rimane sonogli echi di quella passione. Altrasuperbella era Bianca Maria Vi-telli, sapeva tutto di principi,marchesi e conti in banca, nientedi cultura. Per dire che avevasonno sospirò a un innamorato:«Portami nelle braccia di Orfeo».Il giorno dopo tutta la piazza sa-peva che la signorina confondevaMorfeo con Orfeo. C'erano poi lebellissime sorelle Maria Stella eLetizia Signorini e Marina Pa-voncelli. Bionda, minuta, decisa,quest'ultima aveva un palcosce-nico particolare, fra le barche ela Canzone del Mare, osava e poisi ritraeva agitando, con sapien-za, sotto il naso, incantato, diPoldo Serra, il suo ciuffo biondo.Tutti parlavano di lei. Ci riesceancora adesso. L'apparizione inpiazza di Consuelo Crespi, la mo-glie di Rudi, era un condensatodi snobismo con accessori di pa-glia. L'indossatrice era considera-ta allora un modello di bellezza.Si prendeva molto sul serio e an-che salendo sulla scaletta di unabarca faceva attenzione che i ca-pelli fossero pettinati. Spettinateinvece tornavano le prede di An-nibale Scotti e di Lillio Ruspoliche attraccavano alla Canzone

GRUPPI ELEGANTI. Nella foto in alto, da destra, Domitilla Ruspoli, Arturo Lonardi, Rudi e Consuelo Crespi,

Qui sopra, nel gruppo, Augusto Cesareo, Lucio D'Acquara,

Amparo Caracciolo, Elena Serra, Luz Pascotto, Graziella Lonardi. Sotto, da sinistra, Livio De Simone; Tinti

Borghese; Tonino Sozzani, Marina Ravà, GiovannaRuspoli; Emilio Pucci spinge in acqua Graziella Lonardi.

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del mare con il loro Riva per farfare un giro fino ai Faraglioni al-le belle. Succedeva tutto là da-vanti. La postazione sul molettosotto la piscina consentiva di ve-dere il Silvia e la Croce del Sud edi individuarne gli invitati: rara-mente i velieri lasciavano l'at-tracco. Gli inviti erano: quello diseconda classe, per un bagno contuffo dalla tolda, quello di primaa colazione. Per vedere barche

che avessero voglia di veleggiarebisognava aspettare gli stranieri.

La serata più fotografata di Ca-

pri anni '60 fu quella sul Felix, ilveliero di Michelin con a bordoJuan Carlos, non ancora re diSpagna, i marchesi di Villaverde(lui chiamato il marchese Mano-

lesta, appena poteva le allunga-va), la duchessa d'Alba e una sciadi fotografi che andarano adaspettarli a Nerano dove il menùregale prevedeva la tradizionalis-sima pasta con le zucchine.

Le cose e i luoghi di base a Ca-pri erano i pantaloni su misura, isandali, il bar Vuotto, il Blu bai; ilNumber one, dove si andava aballare dopo cena, la Canzone delMare, dove succedeva tutto o sipoteva vedere tutto, il Bagno Si-

rene a Marina Piccola, da Luigi aiFaraglioni o la terrazzina risto-rante di Maria a Marina Piccola.

In questi luoghi si aggiravano an-che i giovanissimi, quelli cheadesso fanno parte del gruppo se-nior: la più bella e singolare con

quel modo di fare gentile-distanteGueny Pantanella, il più lungo edinoccolato Bruno Mentasti, chesfoggiò i primi bermuda da ba-

gno, i più capresi Lallo e Niso Si-rignano, figli della regina Anna edel principe Pupetto. Gli intellet-tuali erano considerati una stra-nezza, per trovare Alberto Mora-via e Renato Guttuso bisognavaandare a casa di Leda Mastrocin-que. Per loro non erano ancoraarrivati i tempi belli. Non andava-no di moda. Ogni guardaroba ol-tre a un completino di EmilioPucci doveva averne almeno tredi Livio De Simone. Livio è statouna delle pietre miliari dell'epo-ca, iniziò a Capri e continuò per ilmondo. I suoi vestiti erano untuffo di colore. Tutte le senior o lejunior, snob, avevano una vestinadel signore, esattamente comeogni bella donna sapeva che finoalle sette fra la piazza, Tragara eMarina Piccola si girava inshorts. Poi no. Proibiti i tacchi,considerato un orrore riservatoalle cafone. Anche i taxi facevanoparte dello snobismo da vacanza:Elena Serra e Carla Da Zara ne

avevano uno a loro disposizione,gli altri lo aspettavano.

A Capri non era democraticanemmeno la magia. La maga Bu-ronzo che in via Castello doveaveva il suo antro predisse a Do-ris Menier il matrimonio con un«principe» (al secolo GiovanninoPignatelli di Monteroduni, che

però era una predizione facileperché ne sposava a ripetizione),dava gli appuntamenti prima aquelli conosciuti poi agli altri. AMarina Grande arrivavano lebarche di Onassis, Ford, Niar-chos, ma tutte le donne pensava-no a lui e volevano lui: bellissimoe, come volevano i tempi, princi-pe. Tinti Borghese era avvenentee malmostoso, questo lo rendeva

più appetibile. In più era anche

ben piantato e questo suo fisicoborghese lo rendeva più pecca-minoso. Con mossa imprevistalui esordì, in piazza, con un gran-de amore per Marisa Valente,una mannequin. Tutte comincia-rono a sognare. Se ce l'aveva fat-ta lei! Favola breve per lei e per lealtre. Tinti, il bel principe, adoc-chiò, come quasi tutta l'isola ma-schile faceva giornalmente, Fa-brizia Citterio. Un corpo esile eminuto, un naso all'insù (assolu-tamente naturale, allora non c'e-rano né ritocchi, né ritocchini, néritocconi), dei capelli biondo ca-stani, corti corti, che facevanoaureola a un volto levigato, uncarattere forte e deciso, una soli-

dissima famiglia borghese d'ap-partenenza che ne faceva una dei

migliori partiti dell'epoca. Fabri-zia e Tinti incarnavano il coloredel tempo di allora: la bella e so-

lida borghese e il principe di an-tico lignaggio. Il flirt si conclusecon un matrimonio e lo spiritodell'epoca e i settimanali rosa sicongratularono con l'eterno ripe-tersi dei loro riti.

Si continuò così per qualche

stagione, poi il colore dei tempi econ lui i suoi protagonisti cam-biarono. Ovunque, anche in va-canza, cominciarono a cambiarei miti maschili.

Lina Sotis

LE SIGNORE

E LE RAGAZZE.

Sulla scalinata,

dal basso, Maria

Grazia Eminente,

Raimonda

Gaetani, Dindina

Ciano.

Qui sopra,

Bianchina

Leonardi.

In basso a

sinistra: Emilio

Perrone, Andreina

Ciardi e Piero

Pinto ragazzino.

Sotto, Edda

Ciano.

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Un taccuino di indirizzi privilegiati. È quello di tre habitué

dell'isola ai quali abbiamo chiesto quali sono i loro negozi,

ristoranti, locali preferiti. Li abbiamo raccolti per voi. Eccoli,

di Luisa Pronzato

Mondanità. Di certo èquella che cercano tu-

risti spaesati che si spo-stano dalla piazzetta ai faraglioni.Dai faraglioni alla Grotta azzurra,alla piazzetta. Accompagnati da Ti-berio, oggi guida virtuale, infilatonelle orecchie come un walkmanche infonde lo spirito caprese nel-l'anima, mentre con sguardo assa-tanato rovistano tra i passanti perammirare il vero museo, quello me-diatico. Mondanità è quella che sivive nelle ville: un bagno nella pisci-na di casa, un giro in barca. E unoshopping pigro tra via Le Botteghe,a far spesa per cena, e via VittorioEmanuele e via Camerelle, dove alpluristellato Grand Hotel Quisisa-na, il 15 luglio, si apre la primaKrug room italiana: terrazza ele-gante dove centellinarsi flûte del-l'introvabile Maison Krug. Che sitratti di un nuovo genius loci? Inrealtà di geni ce ne sarebbero giàtre. Quelli che dividono gli habitué

nei partiti di Anacapri, del versante

faraglioni e del versante golfo di Na-poli con Ischia, Procida e il Vesuvio.

Un grandangolo che imprigiona an-che gli animi più irrequieti .

«Mi alzo e facciocolazione in giardi-no», racconta Edvi-ge Fenech. «Passeg-gio fra rosmarini ecamelie, attraverso ilboschetto che scen-de alla spiaggia. Poi

esco: con una grande cesta di pagliadi Positano al braccio e accompa-gnata sempre da Silvana, bellezza

caprese e cuoca stupenda, vado avia Le Botteghe. Da Pasquale per ilpesce, da Sfizi di pane per i taral-

lucci piccanti, alla Capannina piùper vini e altre golosità. Una capati-na alla Cingallegra, per gli attrezzidell'orto e per comperare nuovepiantine di basilico che nella capre-se non può mancare. E un salto in

piazzetta per l'aperitivo da Tiberio.Se c'è tempo vado a rifarmi gli oc-

chi dalla Campanina e da Chante-cler, gioiellieri raffinati, dove spero

sempre che qualcuno faccia unafollia per me. Fanno anche gingillitradizionali, come le campanelle inoro e brillanti. Poi ritorno nel miogiardino. Niente mondanità, po-chissime uscite. Solo cene tra ami-ci. Qualche volta si va da Paolino. A150 metri da casa: buffet di marefantastico, frittura alla caprese conravioli, zucchine e "bomba", pastacon mozzarella, prosciutto e salset-ta saporita. A pranzo, spuntino e vi-sta sono alle Grottelle, specialitàpollo alla diavola, e venti minuti dipasseggiata oltre l'arco naturale».

Ritmi lenti anche

per

Claudio Velardiche si schioda daAnacapri solo peruscire in barca. «Ini-zio la giornata al barFerrario, ormai ilmio ufficio estivo.

Luogo di culto della comunità ana-caprese (Giuliano Zincone, AntonioD'Amato, Emilio Fede). Brioche epasticcini oltre alla conversazionecon il mitico proprietario, Salvatore.

Ci si ripassa a mezzogiorno per l'a-peritivo. E la sera si ritorna occu-pando tutta la strada. Dopo colazio-ne, al mare. A Marina Piccola o aCala del Rio, dipende da venti e on-

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de. La sosta è a Gradola, da Giovan-ni, dove se non si esce in barca si vaanche a prendere il sole. Tre ombrel-loni e qualche sedia, ma alici fritte ecapponata fantastiche. Al ritorno dalbagno non si può fare a meno dipassare in piazzetta, quella di Ana-capri, al circolo Diaz per la partita ascopone. La cena è alla Rondinella,dove Teresa cucina gli spaghetti allasciumurra e fa il mitico semifreddoal caffè con le mandorle. Lo shop-ping? Per me è da Solaris. Ha cami-cie in lino di mille colori. Me ne so-no fatto una collezione: bordeaux,arando, blu, con i calzoni in tinta. E

alla libreria Conchiglia, piccoli edi-tori e organizzatori degli eventi cul-tural-mondani capresi».

Diana De Feo, si-gnora Fede, annun-

cia che quest'annonon si potrà fare ameno di cenare al-l'Europa (il ristoran-te hotel stralusso cheha appena cambiato

nome, Capri Palace). «In cucina èarrivata una batteria di chef direttida Antonio Colonna», dice. «Ho co-nosciuto la leggerezza dei suoi piat-ti a Roma. La freschezza del pescecaprese ne esalterà la raffinatezza.Per il pranzo, sosta con la barca aPalazzo a Mare, si scende con il ca-

notto e si va da Tiberio: pezzogna,pescione che si trova solo in questifondali, al tavolino o cartoccio difrittura da mangiare al largo. Noncompro griffe anche se le vie di Ca-pri sono diventate come via Con-dotti. Preferisco Nicolino, il panta-lonaio che confeziona i classici "ca-presi" (in cotone, lino o seta, dalle200 mila in su, circa 103 euro). E

bravissimo a copiare qualsiasi mo-dello, e consegna in due giorni. Peri sandali c'è Antonio. Rasoterra, confasce di tutti i colori, roselline, pail-lettes (meno di 100 mila lire, 51,65euro). Li fa anche su misura. E poiSusv e Mimì, l'ultima artigiana checontinua a confezionare bikini incotone anni '60 (65 mila lire, 95 perquelli su misura, 33,57 o 49,06 eu-ro). Adriana De Fiore, proprio sulla

piazzetta di Capri, inventò,trent'anni fa, i calzoni allapescatora di moda ora e nel-

la sua boutique, La parisien-ne, vende anche gli abiti diLivio De Simone (dalle 500alle 700 mila lire, da 258,23 a361,52 euro). Per profumi esapori capresi, eau de toiletteall'Aria di Capri e oli essen-ziali agli agrumi sono daCarthusia. E al Limoncello cliCapri ci sono golossisimibonbon al cioccolato ripienidi liquore al limone».

Cingallegra.via Provinciale,

Anacapri 21, Capri.tel. 0818378860.

La CampaninaGioielli,via Vittorio

Emanuele 18, Capri,tel. 0818370643.

Chantecler, viaV. Emanuele 51,

Capri,tel. 0818370544.

Solaris,via G. Orlandi 127

Anacapritel. 0818372977.

La conchiglia.

via Le Botteghe 12,Capri,tel. 0818376577.Nicolino,

via G. Orlandi 86,

Anacapri,tel. 0818373465.

Antonio Viva,via G. Orlandi,

Anacapri,tel. 0818373583.

Susy e Mimì.

via Le Botteghe 61.Capri,tel. 3333494767.

La Parisienne

Boutique,piazza Umberto I,

Capri,tel. 0818370283.Carthusia,

via Axel Munte,

Anacapri,tel. 0818373668

(laboratorio-fabbrica

a Capri, vialeMatteotti 2,

tel. 0818370368).

Pescheria Pasquale,via C. Colombo 24,Marina Grande.tel. 0818370340.

Sfizi di pane,via Le Botteghe 15,Capri,tel. 0818370106.

Capaninna più,via Le Botteghe 39,

Capri,tel. 0818378899.Limoncello di Capri,

via Roma 79,tel. 0818375561

(laboratorio-fabbrica

ad Anacapri. viaCapodimonte 27,tel. 0818372927).Grand HotelQuisisana, viaCamerelle 2, Capri,

tel. 0818370788.Da Paolino, via

Palazzo a Mare 11,Capri.

tel. 0818376102.

Le Grottelle. viaArco naturale, Capri.

tel. 0818375719.Capri & Palace, via

Capodimonte 2,Anacapri.tel. 0819780111.Da Giovanni,via Grotta azzurra.

Gradola.

tel. 0818373673.La Rondinella, via

G. Orlandi 295,

Anacapri,tel. 0818371223.Tiberio,

via Palazzo a Mare,

Capri,tel. 0818377688.