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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI CORSO DI LAUREA IN LINGUE E CULTURE DELL’ASIA E DELL’AFRICA Tesi di laurea LA NUOVA VIA DELLA SETA E LE GRANDI INFRASTRUTTURE Relatore: Laureando: Prof.ssa Stefania Stafutti Francesco Murgo anno accademico 2018-2019

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO

DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI

CORSO DI LAUREA IN LINGUE E CULTURE DELL’ASIA E DELL’AFRICA

Tesi di laurea

LA NUOVA VIA DELLA SETA E LE GRANDI INFRASTRUTTURE

Relatore: Laureando:Prof.ssa Stefania Stafutti Francesco Murgo

anno accademico 2018-2019

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Indice

Introduzione……………………………………………………………………………...III

1. Nuova Via della Seta: tra Hard Power e Soft Power……………………………... 1

1.1 Origini e caratteristiche della Nuova Via della Seta...........................................1

1.2 Il Soft Power nella Nuova Via della Seta…………………………………………..3

1.3 Hard Power: investimenti infrastrutturali…………………………………………...4

2. Corridoio Economico Cina-Pakistan………………………………………………....8

2.1 Da Kashgar a Gwadar……………………………………………………................8

2.2 I vantaggi del CPEC………………………………………………………………….9

2.3 Implicazioni politiche e sociali………………....…………………………………..11

3. Le relazioni tra la Cina e i Paesi dell’Europa centrale e orientale......................14

3.1 Il Porto del Pireo e il gruppo COSCO...............................................................14

3.2 Implicazioni geopolitiche..................................................................................16

3.3 17+1: cooperazione tra Cina e CEEC..............................................................18

Conclusione...........................................................................................................22

Bibliografia.............................................................................................................23

Appendice............................................................................................................. 29

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Introduzione

Nel 2013, in Kazakistan, l’attuale presidente della Repubblica Popolare Cinese

Xi Jinping ha dato il via ad un’iniziativa che sta cambiando la visione globale sulla

Cina: la Nuova Via della Seta, nota in inglese come Belt and Road Initiative. Il suo

scopo è quello di creare una rete di connessioni economiche, commerciali e

politiche tra i Paesi che partecipano al progetto.

Questa dissertazione vuole dare una panoramica generale sul modus operandi

dei Paesi, dei governi e delle istituzioni che partecipano alla Nuova Via della Seta,

approfondendo le motivazioni di tale iniziativa e ciò che l’ha resa possibile. Il

lavoro si focalizza sul mondo delle relazioni tra la Cina e i Paesi coinvolti,

concentrandosi in particolar modo sugli accordi col Pakistan per la creazione del

Corridoio Economico Cina-Pakistan e su quelli con i Paesi dell’Europa centrale e

orientale per la creazione di una piattaforma di cooperazione “16+1”, divenuta

recentemente “17+1” in seguito all’ingresso della Grecia.

Questa iniziativa ha suscitato molto interesse ma ha anche destato non pochi

sospetti. Un progetto politico-economico di tale portata non può essere esente da

problematicità: l’instabilità politica e le difficoltà economiche di alcuni Paesi

interessati alla Belt and Road Initiative giocano un ruolo fondamentale, così come

la percezione dei vantaggi connessi all’adesione all’iniziativa stessa: il livello di

cooperazione dei partecipanti tenderebbe a scendere se il beneficio percepito

fosse solo a vantaggio di Pechino. Altro elemento di problematicità potrebbe

essere rappresentato dall’invasività del progetto. Per questo motivo, il presente

lavoro tratterà anche delle reazioni internazionali all’ambiziosa iniziativa cinese.

III

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Capitolo primo

Nuova Via della Seta: tra Hard Power e Soft Power

1.1 Origini e caratteristiche della Nuova Via della Seta

L’iniziativa One Belt One Road (Yi dai yi lu,一带一路), è un progetto promosso

nel 2013 dall’attuale Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping (习近平), quando questi, trovandosi in Kazakistan per una visita di Stato, lo lanciò sotto

il nome di Belt and Road Initiative (da ora in poi abbreviata in BRI).1 Tale iniziativa

è suddivisa in due distinte vie: la Silk Road Economic Belt (sichou zhi lu jingji dai,

丝绸之路经济带 ) e la Maritime Silk Road Initiative of the 21st Century (21 shiji

haishang sichou zi lu, 21 世 纪 海 上 丝 绸 之 路 ), rese in italiano come “rotta

economica della via della seta” e “via della seta marittima del XXI secolo”.

Il nome dell’intero progetto è stato tradotto in Italia come “Nuova Via della

Seta”; proprio dalla traduzione si può notare l’esplicito e volontario riferimento a

quell’antica via, anch’essa chiamata “della seta”, che collegava la città di

Chang’an (l’attuale Xi’an, 西 安 ) a Istanbul, passando per il deserto del

Taklamakan fino alla regione centroasiatica di Samarcanda.2 A tal proposito, nel

2017 il presidente Xi Jinping ha dichiarato:Oltre 2000 anni fa i nostri antenati percorsero vaste steppe e deserti aprendo il passaggio

transcontinentale che collega Asia, Europa ed Africa, conosciuto oggi come la via della Seta. I

nostri antenati, navigando in acque difficili, crearono rotte marittime per collegare l’Oriente con

l’Occidente, la Via della seta marittima. Queste antiche rotte della seta aprirono rapporti amichevoli

tra le nazioni, aggiungendo un capitolo splendido alla storia del progresso umano.3

Prima di trattare le motivazioni di questo progetto, bisogna comprendere che la

Cina sta caricando sulle proprie spalle una responsabilità che, senza esagerare,

potremmo definire “globale” in quanto l’iniziativa BRI coinvolge più di sessanta

1 La Belt and Road Initiative: prospettive storiche e geopolitiche, 22-10-2018 in https://www.china-files.com/la-belt-and-road-initiative-prospettive-storiche-e-geopolitiche/ (data ultima consultazione: 26-03-2019).2 Poomintr SOOKSRIPAISARNKIT; Sai Ramani GARIMELLA, China’s One Belt One Road initiative and private international Law, New York, Routledge, 2018, p. 2.3 Discorso tenuto in occasione della cerimonia di apertura per la cooperazione internazionale della Belt and Road nella sua versione italiana tradotta da Marco Pondrelli in https://www.lab-lps.org/post/?p=1609 (data ultima consultazione: 26-03-2019).

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Paesi distribuiti in Asia, Medio Oriente, Africa ed Europa; dunque cosa ha spinto il

governo cinese a pianificare la BRI? La risposta va ricercata nel passato, infatti

così come l’antica via della seta collegava le aree sopracitate per motivazioni

principalmente commerciali, la proposta odierna è quella di costruire una serie di

collegamenti infrastrutturali al fine di favorire degli scambi import-export tra la Cina

e i Paesi coinvolti, attuando così una politica “win-win” , in cui tutti i partecipanti

guadagneranno qualcosa.

È ovvio che, per intraprendere un’iniziativa di tale portata, è necessario

stanziare un capitale talmente vasto da far sbigottire gran parte della popolazione

mondiale; quindi, dove vengono trovate le finanze per far sì che la pianificazione di

questo progetto abbia successo? Sono stati creati diversi fondi affinché la

costruzione di infrastrutture nella BRI venga messa in atto e, qui di seguito,

saranno elencati i due principali.

Da una parte abbiamo la Asian Infrastructure Investment Bank (Yazhou jichu

sheshi touzi yinhang, 亚洲基础设施投资银行 ) da ora in poi abbreviata in AIIB,

operativa dal 16 gennaio 2016.4 La AIIB è composta da 56 Paesi membri, divisi in

37 membri regionali (tra cui Cina, India e Singapore) e 19 membri non regionali

(tra cui Francia, Germania e Regno Unito), i quali hanno depositato al suo interno

una cifra vicino ai 100 miliardi di dollari americani.5 Nella figura 1 possiamo

osservare l’ammontare di capitale versato nel fondo dai vari Paesi partecipanti.

4Poomintr SOOKSRIPAISARNKIT; Sai Ramani GARIMELLA, op. cit., p. 6.5Ibidem.

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Figura 1-Condivisione di capitale dei Paesi partecipanti6

D’altra parte abbiamo il Silk Road Fund (Silu jijin 丝 路 基 金 ), detenuto dal

governo cinese, che ha stanziato per questo fondo una cifra di 40 miliardi di dollari

americani e, così come per la AIIB, la sua funzione principale è quella di

assicurare la costruzione di infrastrutture che collegheranno i Paesi lungo la

Nuova Via della Seta, garantendo inoltre uno sviluppo di risorse e una

cooperazione finanziaria.7

1.2 Il Soft Power nella Nuova Via della SetaGli accordi politici ed economici della Nuova Via della Seta sono fondamentali,

tuttavia, per la sua riuscita, è necessario che i vari Paesi a essa collegata abbiano

un rapporto di fiducia e di conoscenza reciproca, altrimenti il processo materiale

(con cui si intende la vera e propria costruzione infrastrutturale) fallirà

miseramente. Possiamo quindi affermare che questo processo materiale deve

essere necessariamente a stretto contatto con un processo che, a questo punto,

potremmo definire “spirituale”: l’uno non può fare a meno dell’altro.8

A tal proposito la BRI implica delle azioni di soft power, termine coniato dal

politologo Joseph S. Nye, il quale asserisce:6 Jeffrey D. WILSON, What does China want from the Asian Infrastructure Investment Bank?, Indo-Pacific Insight Series, Vol. 5, 2017, p. 4.

7 Saleh SHARIAR, et al, Institutions of the ‘Belt & Road’ Initiative: A Systematic Literature Review, Journal of Law, Policy and Globalization, Vol. 77, 2018, p. 5.8 Zhiguo ZHANG 张治国, “一带一路”建设中的语言问题” (Il problema linguistico che la via della seta ha costruito in Cina), 上海海事大学, 上海, 2016. Il testo parla dell’importanza della lingua come azione di soft power.

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Il soft power è l’abilità di ottenere ciò che si vuole attraverso la persuasione e non la

coercizione. Esso deriva dall’attrazione della cultura di un paese, dai suoi ideali politici e dalle sue

regole.9

Collegando la definizione sopracitata all’iniziativa BRI, si vuol far capire che uno

degli obbiettivi principali della Cina, è quello di promuovere la cultura e l’immagine

cinese attraverso la lingua, le conferenze o altri eventi culturali; usare questi

strumenti sarà il modo più efficace per avvicinare i Paesi, con la speranza che le

loro popolazioni possano stringere sinceri legami d’amicizia, aumentando gli

scambi interculturali e soprattutto lo scambio di idee al fine di migliorare o, per

meglio dire, creare una stabilità mondiale che possa durare nel lungo termine.10

1.3 Hard Power: investimenti infrastrutturaliEraclito sosteneva che il mondo si basava sull’interdipendenza di due concetti

opposti: amore e odio, bianco e nero e via dicendo… seguendo la sua linea di

pensiero, si comprenderà facilmente che, se esistono degli elementi di soft power,

allora ne troveremo anche di hard power11.

Nel paragrafo precedente, si è voluto sottolineare l’aspetto più “spirituale” e più

astratto della BRI; queste righe invece, saranno dedicate all’aspetto più materiale

dell’iniziativa. Bisogna dire infatti, che gli elementi di hard power si concentrano

sulla costruzione e sulla difesa delle infrastrutture transnazionali, sullo sviluppo e

sulla cooperazione nel commercio.12

Come già anticipato all’inizio del capitolo, il progetto BRI è stato suddiviso in

due diverse vie: la Silk Road Economic Belt e la Maritime Silk Road Initiative of the

21st Century. La prima riguarda la costruzione di infrastrutture via terra. A tal

proposito, come si può osservare nella figura 2, sono stati creati una serie di

“corridoi economici” terrestri che permettono la cooperazione economica tra la

Cina e gli altri Paesi partecipanti. Uno dei più importanti è il China-Pakistan

9 Joseph S. NYE, Soft Power: The Means to Success in World Politics, New York, Public Affairs, 2004, prefazione. 10 Audrey DUGUÉ-NEVERS, “China and Soft Power: Building Relations and Cooperation”, An International Journal, Vol. 3, No 1, 2017, p. 88.11 Termine coniato da Joseph S. Nye per indicare l'utilizzo di mezzi militari ed economici da parte di un soggetto statuale per influenzare o determinare, con atteggiamenti aggressivi, il comportamento di altri organismi statuali o politici. In http://www.treccani.it/enciclopedia/hard-power_(Lessico-del-XXI-Secolo)/ (data ultima consultazione: 28-03-2019).12 Zhiguo ZHANG 张治国, “一带一路”建设中的语言问题” (Il problema linguistico che la via della seta ha costruito in Cina), 上海海事大学, 上海, 2016.

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Economic Corridor, che verrà approfondito più specificatamente nel capitolo

successivo. Altri esempi invece sono il China-Mongolia-Russia Economic Corridor,

il China-Central Asia-West Asia Economic Corridor, il China-Indochina Peninsula

Economic Corridor, il Bangladesh-China-India-Myanmar Economic Corridor e

infine il The New Eurasia Land Bridge Economic Corridor. Quest’ultimo è una

ferrovia che parte da Lianyungang ( 连 云 港 ), nel Jiangsu ( 江 苏 ), e dopo aver

attraversato Kazakistan, Russia, Polonia e Germania, si ferma a Rotterdam, in

Olanda.13

Figura 2-Corridoi Economici della Nuova Via della Seta14

La via della seta marittima del XXI secolo, come si può intuire dal nome,

riguarda la costruzione di infrastrutture via mare. Il suo obbiettivo principale è

quello di raggiungere il mar Mediterraneo passando dall’Asia sudorientale e

dall’Oceano Indiano. La Cina è infatti responsabile del 10% del commercio di beni

in tutto il mondo e la maggior parte di queste merci viene trasportata per via

navale.

Oltretutto, la Cina è il primo Paese al mondo per costruzione di navi, inutile dire

quindi, che la creazione di rotte marittime sia alquanto fondamentale per lo

sviluppo della Nuova Via della Seta.15 Ma non ci si è voluti fermare alla singola

progettazione di nuovi itinerari, per questo motivo tra maggio 2015 e giugno 2017,

13 Saleh SHARIAR et al, cit,. pp. 7-8.14 Il grafico può essere consultato in https://geograficamente.wordpress.com/2017/05/24/la-cina-e-la-nuova-via-della-seta-belt-and-road-initiative-liniziativa-di-una-cintura-una-strada-la-proposta-di-un-ponte-tra-asia-ed-europa-cina-paese-emerg/ (data ultimo consultazione: 28-03-2019).15 Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, China, Europe and the Maritime Silk Road, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2015, p. 7.

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la China Ocean Shipping Company, una compagnia statale cinese, ha investito

oltre 3 miliardi di dollari americani per avere dei punti di attracco in diversi porti, tra

cui quello di Valencia, Bilbao, Rotterdam e soprattutto quello di Atene, che sarà

oggetto di discussione del terzo capitolo.16

Anche il nostro Paese sarà coinvolto nell’iniziativa, infatti il 23 marzo 2019 è

stato firmato un memorandum d’intesa tra il Governo italiano e quello cinese. Nel

comma 2 del secondo paragrafo si può leggere che:Le Parti esprimono il loro interesse a sviluppare sinergie tra l’iniziativa “Belt and Road”, il

sistema italiano di trasporti ed infrastrutture -quali, ad esempio, strade, ferrovie, ponti, aviazione

civile e porti- e le Reti di Trasporto Trans-europee (TEN-T). […] Le Parti collaboreranno al fine di

facilitare lo sdoganamento delle merci, rafforzando la cooperazione per trovare soluzioni di

trasporto sostenibile, sicuro e digitale, nonché nei relativi piani di investimento e finanziamento.17

È importante ricordare che, comunque sia, un memorandum d’intesa è

solamente un documento che non rappresenta un accordo internazionale e che,

per la sua genericità e per la sua natura, non ha effetto vincolante tra le parti (nel

testo si dice infatti che “nessuna delle disposizioni del presente memorandum

deve essere interpretato ed applicato come un obbligo giuridico o finanziario o

impegno per le Parti”).18

Per quanto la BRI abbia riscosso molto successo sia in Cina che nei vari Paesi

coinvolti, sembra che alcuni capi di Stato, come il Primo Ministro Malese Mahathir

Mohamad, non siano del tutto favorevoli a tale iniziativa, arrivando ad accusare il

presidente Xi Jinping e il suo governo di una nuova forma di colonialismo,

soprattutto nel continente africano per il quale il presidente della RPC ha voluto

stanziare una cifra di 60 miliardi di dollari da distribuire nei prossimi tre anni.

16La Cina alla conquista dei porti d’Europa, in https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-07-25/la-cina-conquista-porti-d-europa-194947.shtml?uuid=AEZVDF3B (data ultima consultazione 29-03-2019).17Il testo del memorandum è stato messo a disposizione dal sito de Il Sole 24 ore in https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=12&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwispdaswqfhAhXF1qQKHeKEAxYQFjALegQIBRAC&url=https%3A%2F%2Fwww.ilsole24ore.com%2Fpdf2010%2FEditrice%2FILSOLE24ORE%2FILSOLE24ORE%2FOnline%2F_Oggetti_Embedded%2FDocumenti%2F2019%2F03%2F24%2FIl%2520testo%2520del%2520Memorandum%2520tra%2520Italia%2520e%2520Cina.pdf&usg=AOvVaw0H9BSVFb4Wi3T2uQ6e48rn (data ultima consultazione 29-03-2019).18Che cosa dice veramente il memorandum Italia-Cina, in https://www.agi.it/blog-italia/agi-china/memorandum_italia_cina-5199831/post/2019-03-24/ (data ultima consultazione 05-04-2019).

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Anche il Governo Trump ha esposto le sue preoccupazioni a riguardo, vedendo

minacciato il suo primato mondiale sul commercio poiché gran parte dei Paesi

dell’Unione Europea sono coinvolti nel progetto.

Proprio per questo motivo, gli U.S.A hanno minacciato gli Stati europei che, nel

caso in cui prendano parte all’iniziativa, i servizi segreti americani non

condivideranno più le attività di intelligence che, senza alcun dubbio, risultano

fondamentali per la sicurezza nazionale di ogni Paese.

Ad ogni modo, Xi Jinping ha voluto ribadire che la BRI si baserà pienamente su

un’ampia consultazione e su benefici congiunti, tornando così a quell’idea politica

“win-win” illustrata all’inizio del capitolo, nella speranza che le sue parole non

siano mera retorica.19

19 Mahathir, China and neo-colonialism, in https://asia.nikkei.com/Opinion/Mahathir-China-and-neo-colonialism (data ultima consultazione 29-03-2019).

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Capitolo secondo

Corridoio Economico Cina-Pakistan

2.1 Da Kashgar a GwadarIl Corridoio Economico Cina-Pakistan (in inglese China-Pakistan Economic

Corridor), da ora in poi abbreviato in CPEC, è uno dei progetti principali della

Nuova Via della Seta che, appunto, vede la cooperazione tra Cina e Pakistan. Per

la sua realizzazione, nel 2015 la Cina ha investito un capitale di 46 miliardi di

dollari americani, divenuti poi 62 miliardi nel 2017.20 Grazie al collegamento tra

questi due Stati, verranno costruite e rinnovate diverse strade e ferrovie che

aumenteranno l’afflusso di persone provenienti da tutto il mondo: ciò comporterà a

sua volta un aumento di scambi interculturali ma soprattutto commerciali.

Il CPEC ha inizio a Kashgar (Kashi, 喀 什 ), una città della Regione autonoma

uigura dello Xinjiang (新疆) nella Cina nordoccidentale. Proprio in questa regione

si sono verificati, negli ultimi anni, degli attacchi terroristici da parte di alcuni

separatisti uiguri, una minoranza musulmana cinese che vive prevalentemente in

quest’area. Successivamente si lascia la Cina e si arriva in Pakistan dove si

attraversa il Kashmir, regione tutt’oggi contesa tra India e Pakistan. Poi si

attraversano la capitale pakistana Islamabad e la città di Karachi (la più popolosa

del Pakistan), giungendo infine al porto di Gwadar, nella provincia del Belucistan;

viene così coperta una distanza di circa 3200 chilometri.21

20Saleh SHARIAR et al, cit., p. 8.21 China’s super link to Gwadar Port in https://multimedia.scmp.com/news/china/article/One-Belt-One-Road/pakistan.html (data ultima consultazione 24-04-2019).

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Si può notare come il CPEC attraversi delle zone potenzialmente pericolose e

quindi fare un investimento di tale portata è piuttosto rischioso; dunque per quale

motivo il governo cinese ha deciso di impiegare denaro nella costruzione di questo

Corridoio? La risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar

Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

delle importazioni di petrolio grezzo di Pechino e di conseguenza il porto di

Gwadar rappresenta una scorciatoia che evita di circumnavigare la penisola

Indiana e di attraversare lo stretto di Malacca, spesso vittima di attacchi di

pirateria, facendo così guadagnare allo Stato cinese tempo e denaro.22

2.2 I vantaggi del CPECSecondo le dichiarazioni dei leader cinesi, entrambi le parti coinvolte potrebbero

ottenere vantaggi reciproci dal CPEC.

Infatti, la sua realizzazione potrebbe portare grandi investimenti da capitali

stranieri che permetterebbero all’economia del Pakistan di espandersi

velocemente, soprattutto grazie allo sviluppo di infrastrutture, come la

ricostruzione della Strada del Karakorum, un’autostrada lunga 1300 chilometri con

carreggiata di due corsie a doppio senso di marcia che unisce la provincia

pakistana del Punjab con lo Xinjiang occidentale; essa sarà fondamentale per il

successo economico del CPEC, anche perché rappresenta l’unico collegamento

via terra tra Cina e Pakistan.23 Oltretutto, la realizzazione del Corridoio

raggiungerà le regioni più rurali del Pakistan, arricchendole e risolvendo il

problema dell’insufficienza di energia elettrica, della disoccupazione, della

mancanza di investimenti stranieri e dell’inadeguatezza delle infrastrutture. Per

questo motivo il CPEC prevede la costruzione di 29 parchi industriali che avranno

un ruolo importante negli scambi commerciali. Secondo alcune stime, grazie ai

vari investimenti dovuti al Corridoio, nel 2017 il Prodotto Interno Lordo del

Pakistan è aumentato del 5% e sono stati creati 700 mila posti di lavoro. Inoltre,

22Cina-Pakistan: l’alleanza che potrebbe cambiare il mondo, in https://www.aboutenergy.com/it_IT/mondo-oil/topic/cina-pakistan-alleanza-cambia-mondo.shtml (data ultima consultazione 24-04-2019).23Karakoram Highway, in https://www.beltroad-initiative.com/karakoram-highway/ (data ultima consultazione 25-04-2019).

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nell’area di Gwadar sono state realizzate delle Zone Economiche Speciali24 che

saranno vitali per l’agricoltura e per l’industria mineraria.25

La Cina, trarrebbe vantaggio dallo snodo logistico rappresentato dal porto di

Gwadar, poiché ha necessariamente bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico, ma

analizziamo meglio la situazione. Il commercio via mare è essenziale per

l’economia di Pechino, di fatto molte navi cinesi transitano continuamente nello

Stretto di Malacca (figura 3), nel Mar Cinese Meridionale. Esso rappresenta un

passaggio strategico fondamentale, sia perché ricco di risorse come petrolio e gas

naturale, sia perché costituisce la via marittima più breve che mette in contatto la

Cina con i Paesi dell’anello del Pacifico. Tuttavia lo Stretto di Malacca è un’area

piuttosto vulnerabile a causa degli attacchi di pirateria che le navi merci sono

costrette a subire continuamente.26 Invece, attraverso la realizzazione del CPEC,

molti container viaggeranno via terra per poi essere imbarcati sulle navi del porto

di Gwadar che, essendo situato nella foce del Golfo Persico, risulta fondamentale

per il carico del petrolio e per la riduzione dei tempi di trasporto, infatti partendo

dal porto Pakistano, per raggiungere il Medio Oriente una nave impiega 10 giorni,

nulla rispetto ai 45 giorni che una nave impiegherebbe attraversando lo Stretto di

Malacca.27

24 Regioni geografiche nelle quali, per attrarre investimenti stranieri con incentivi doganali e fiscali e con finanziamenti alle attività, vige una legislazione economica differente da quella della nazione alla quale appartengono. In http://www.treccani.it/enciclopedia/zes_%28Dizionario-di-Storia%29/ (data ultima consultazione 25-04-2019).25 Hanif Ullah KHAN, China Pakistan Economic Corridor (CPEC): benefits for Pakistan and comparison with Suez and Panama Canals, Monterey, Naval Postgraduate School, 2017, pp. 31-35. 26Passaggi marittimi strategici: lo stretto di Malacca, in https://www.ilcaffegeopolitico.org/19245/passaggi-marittimi-strategici-lo-stretto-di-malacca (data ultima consultazione 25-04-2019).27Cina-Pakistan: l’alleanza che potrebbe cambiare il mondo, in https://www.aboutenergy.com/it_IT/mondo-oil/topic/cina-pakistan-alleanza-cambia-mondo.shtml (data ultima consultazione 25-04-2019).

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Figura 3- Stretto di Malacca28

Al di là del fattore economico, grazie al CPEC, la Cina vedrà un forte sviluppo

nella sua area occidentale, che è meno sviluppata rispetto a quella orientale, infatti

qui troviamo grandi metropoli che attirano capitali e turisti da tutto il mondo, a

partire da Shanghai, ma anche altre città come Hangzhou e Suzhou. Dando

importanza alla regione dello Xinjiang, si potranno combattere le tendenze

separatiste e terroristiche di quella minoranza estremista islamica che abita la

regione, tanto è vero che Pechino ha attuato una dura campagna antiterroristica

per impedire l’ingresso di jihadisti da Pakistan e Afghanistan, tutelando lo sviluppo

dei progetti della BRI e garantendo in questo modo sia un’espansione

commerciale, ma anche un progresso sociale e culturale.29

2.3 Implicazioni politiche e socialiIl CPEC è un progetto dalle grandi aspirazioni che potrebbe aiutare

economicamente e politicamente le aree più critiche della Cina e del Pakistan, ma

c’è chi non è del tutto d’accordo con la sua attuazione, in quanto essa potrebbe

rappresentare una diminuzione della sovranità territoriale degli altri Stati.

Esempio pratico riguarda l’India che, reclamando tutt’oggi la regione pakistana

del Kashmir, giudica la realizzazione del CPEC come una vera e propria 28 https://www.ilcaffegeopolitico.org/19245/passaggi-marittimi-strategici-lo-stretto-di-malacca (data ultima consultazione 08-05-2019).29In Afghanistan la Cina protegge Xinjiang e nuove vie della seta, in http://www.limesonline.com/rubrica/in-afghanistan-la-cina-protegge-xinjiang-e-nuove-vie-della-seta (data ultima consultazione 08-05-2019).

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donazione “ufficiale” della regione di confine al Pakistan.30 Altra preoccupazione

riguarda il continuo espandersi della Cina sull’oceano Indiano, che potrebbe

causare una diminuzione degli scambi commerciali della Repubblica dell’India. Per

farla breve, la presenza cinese sul mar Arabico potrebbe essere un problema

fastidioso per Nuova Delhi.31

In risposta all’asse Cina-Pakistan, l’India ha stretto delle relazioni politiche con

gli Stati Uniti d’America, per vedere salvaguardato il suo dominio regionale in

modo da non perdere, almeno non del tutto, il controllo sull’oceano Indiano.32

A tal proposito, gli U.S.A hanno anche siglato un accordo militare con l’India in

chiave “anti-cinese” in modo da rafforzare la difesa e i legami economici tra i due

Paesi.33

In passato Stati Uniti e Pakistan sono sempre stati stretti alleati, in particolare,

secondo il Center for Global Development, Washington ha donato 67 miliardi di

dollari americani tra il 1951 e il 2011 per aiuti economici e militari. Tuttavia, a

causa di questa nuova alleanza sino-pakistana, gli U.S.A hanno deciso di

cambiare politica: per questo motivo, il 2 Gennaio del 2018, il presidente Trump ha

deciso di tagliare gli aiuti militari a Islamabad per un totale di 255 milioni di dollari

americani, segno che, evidentemente, qualcosa sta cambiando nelle strategie

geopolitiche del pianeta.34

Oltre alle critiche in ambito politico, c’è una questione “sociale” che ha infastidito

e non poco l’opinione pubblica: essendo la BRI un’iniziativa cinese, ed essendo i

lavoratori cinesi più specializzati rispetto a quelli Pakistani, la maggior parte dei

progetti della Nuova Via della Seta avrà manodopera cinese e quindi i lavoratori di

nazionalità pakistana avranno dei lavori di minor importanza, col risultato di un

minore guadagno. In tal modo, gli unici ad arricchirsi sarebbero i grandi proprietari

terrieri che affittando i loro possedimenti alle società cinesi, acquisirebbero un

enorme profitto.

Si può affermare dunque che il rapporto datore cinese-lavoratore pakistano

rappresenti un effetto collaterale di natura sociale. Ciò porterebbe ad una frattura 30 Saleh SHARIAR et al, cit,. p. 8.31 Hanif Ullah KHAN, op. cit., pp. 10-11.32 Zahid HUSSAIN, The China-Pakistan Economic and the New Regional Geopolitics, Parigi, IFRI, 2017, p. 13. 33L’asse Delhi-Washington, in http://www.limesonline.com/india-usa-contro-la-cina-major-defence-partner-notizie-mondo-oggi-19-ottobre/102416 (data ultima consultazione 27-04-2019).34Trump, Pakistan and Kashmir, in https://thediplomat.com/2018/02/trump-pakistan-and-kashmir/ (data ultima consultazione 27-04-2019).

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Page 17: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

tra le classi sociali all’interno del Paese, anche se questa, sarebbe attenuabile

attraverso una giusta partizione delle tasse e un giusto programma di spesa

pubblica, ma ciò, almeno al giorno d’oggi, è utopia.35

Nonostante le critiche, il CPEC potrebbe portare dei benefici ad entrambi i

Paesi, in particolare al Pakistan, in quanto risolvendo le varie problematiche

sopracitate come carenza di energia e insufficienze infrastrutturali, si arriverebbe

ad una crescita socio-economica, primo vero obbiettivo di questa iniziativa. Infatti,

come si può vedere da uno studio del Programma delle Nazioni Unite per lo

sviluppo, l’Indice di Sviluppo Umano36 del Pakistan nel 2017 è arrivato a 0,562,

con un aumento del 39% rispetto al 1990.37

Oltretutto, la realizzazione di questo progetto risulterebbe in un aumento del

settore turistico pakistano, in quanto molti siti turistici si trovano lungo la via del

Corridoio; basti pensare che nella regione del Gilgit-Baltistan, anch’essa

attraversata dal CPEC, si trova il K2 (la seconda montagna più alta del mondo

dopo l’Everest), che inevitabilmente, attrarrebbe gli appassionati delle altezze

estreme col risultato di una grande ascesa del turismo montano.

35 Il Pakistan e l’OBOR: i rischi per la sicurezza, in https://lospiegone.com/2017/11/20/il-pakistan-e-obor-rischi-per-la-sicurezza/ (data ultima consultazione 27-04-2019).36Indicatore di sviluppo macroeconomico (reso anche con la sigla ISU) elaborato nel 1990 dall’economista pakistano Mahbub ul Haq, recepito dall’ONU come misuratore della qualità della vita dei paesi. In http://www.treccani.it/enciclopedia/indice-di-sviluppo-umano_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/ (data ultima consultazione 27-04-2019). 37 Human Development Indices and Indicators: 2018 Statistical Update, in http://hdr.undp.org/sites/all/themes/hdr_theme/country-notes/PAK.pdf (data ultima consultazione 27-04-2019).

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Page 18: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Capitolo Terzo

Le relazioni tra la Cina e i Paesi dell’Europa Centrale e

Orientale

3.1 Il porto del Pireo e il gruppo COSCOLa China Ocean Shipping Company, nota con l’acronimo COSCO, è una

compagnia di Stato cinese che si occupa del trasporto di container per via

marittima con sede a Shanghai. Essa possiede un capitale registrato di 15.96

miliardi di yuan (l’equivalente di circa 2.07 miliardi di euro)38 ed è la quinta

compagnia più grande del mondo come terminal operator39 di container, tant’è che

fino a novembre del 2017, contava 291 imprese distribuite tra la Cina e il resto del

mondo.40

38 Dati ricavati dal sito ufficiale della compagnia COSCO, nella sezione “Company Profile”, http://lines.coscoshipping.com/home/About/about/Profile (data ultima consultazione 14-05-2019).39Compagnia che gestisce delle stazioni in cui petrolio o prodotti petrolchimici vengono immagazzinati. https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/terminal-operator (data ultima consultazione 30-06-2019).40 Frans-Paul VAN DER PUTTEN, Chinese Investment in the port of Piraeus, Greece: The Relevance for the EU and the Netherlands, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International

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Page 19: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Nel 2009, il gruppo COSCO ottenne una concessione dal governo greco per

operare sul molo II e sul molo III del porto del Pireo per un periodo di 35 anni,

mentre il molo I doveva rimanere ancora sotto il controllo dell’Autorità Portuale del

Pireo. Questa concessione è costata alla compagnia cinese “solamente” 50 milioni

di euro, più una percentuale sui ricavi annuali che, secondo alcune stime, durante

i 35 anni di concessione dovrebbe raggiungere i 4.3 miliardi di euro.41

La gestione COSCO ha prodotto un aumento del volume dei container trattati, il

quale è salito vertiginosamente da 0.7 milioni TEU42 del 2009, a 3.6 milioni TEU

del 2014. In più, a settembre del 2013, la compagnia ha fatto un ulteriore

investimento di 230 milioni di euro per espandere il molo III e di conseguenza

portare il volume di produzione a 6.2 milioni TEU l’anno.43

L’acquisizione della quota di maggioranza del porto del Pireo da parte della

compagnia cinese è stata completata il 10 agosto del 2016, quando COSCO ha

acquistato dall’Autorità Portuale del Pireo il 51% del porto per 280.5 milioni di

euro, con un ulteriore 16% che si aggiungerà nei prossimi anni con un

investimento di altri 88 milioni di euro. In questo modo, oltre all’acquisizione di tutti

e tre i moli del Pireo, la compagnia cinese ha acquisito anche il porto per i

traghetti, il porto per le navi da crociera, il terminal automobilistico, gli impianti per

le riparazioni delle navi e tutti i beni immobili adiacenti al porto.44

Nonostante la quota maggioritaria del Pireo sia stata acquisita nel 2016 e quindi

il porto sia diventato formalmente di proprietà cinese, la Grecia ha aderito alla BRI

solamente il 27 Agosto del 2018, quando il ministro degli affari esteri greco, Nikos

Kotzias, e la sua controparte cinese, Wang Yi ( 王 毅 ), hanno firmato un

memorandum d’intesa per stringere dei legami ancora più forti tra le due nazioni,

facendo sì che Atene possa diventare un centro economico di grande rilevanza e

che soprattutto possa rappresentare la “porta d’ingresso” della Nuova Via della

Seta in Europa.45

Relations, 2014, p. 9.41Ibidem.42TEU: sigla di twenty (feet) equivalent unit, che nei trasporti navali indica il container da 20×12×8 piedi e, anche, la capacità di trasporto di una nave portacontainer. http://www.treccani.it/enciclopedia/teu/ (data ultima consultazione 14-05-2019).43 Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, op. cit., pp. 10-11.44 Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), The Geopolitical Relevance of Piraeus and China’s New Silk Road for Southeast Europe and Turkey, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2016, p. 12.45 Greece officially joins the BRI, 04-09-2018 in https://www.oboreurope.com/en/greece-bri/ (data ultima consultazione 15-05-2019).

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Page 20: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Per questo motivo, il primo ministro greco Alexīs Tsipras ha dichiarato che “la

Grecia è la prima tappa del viaggio della Cina verso l’Europa e può diventare un

ponte tra l’Asia e l’Europa.”46

In questo modo, egli ha voluto evidenziare la posizione strategica del Pireo e la

sua importanza per la via della seta marittima del XXI secolo, dato che questa

iniziativa aprirà nuove prospettive nelle relazioni sino-greche.47

D’altra parte, il governo cinese ha dichiarato che l’acquisizione del porto greco

da parte del gruppo COSCO riassume perfettamente quelli che sono i cinque

pilastri della BRI: il coordinamento politico, la connessione tra le strutture, il

commercio senza ostacoli, l’integrazione finanziaria e i legami tra le varie

popolazioni.48

3.2 Implicazioni GeopolitichePerché la Cina ha bisogno del porto del Pireo? Così come per il porto di

Gwadar citato nel capitolo precedente, Pechino ha bisogno di uno sbocco sul Mar

Mediterraneo che gli possa permettere un accesso diretto ai mercati europei.

Poiché la Grecia è situata nella penisola balcanica e quindi nella parte orientale

dell’Europa, essa rappresenta l’ingresso della BRI verso il vecchio continente.49

Partendo dal porto greco, si possono aprire nuove rotte commerciali, non solo

verso il continente europeo, ma anche verso il continente africano, dove il governo

cinese sta attuando da parecchi decenni investimenti significativi per la

costruzione di nuove infrastrutture e per collegare i vari porti tra loro. Come si può

notare dalla figura 4, il porto del Pireo non è l’unico progetto infrastrutturale

“europeo” o “africano” iniziato dalla Cina, e COSCO non è nemmeno l’unica

compagnia di stato cinese ad avere effettuato degli investimenti nel settore

marittimo.

46 Il debutto cinese di Tsipras, in https://www.china-files.com/il-debutto-cinese-di-tsipras/ (data ultima consultazione 15-05-2019).47 Ibidem.48How a Greek port became a Chinese “Dragon Head”, in https://thediplomat.com/2016/04/how-a-greek-port-became-a-chinese-dragon-head/ (data ultima consultazione 15-05-2019).49 Frans-Paul VAN DER PUTTEN, op. cit, p. 19.

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Page 21: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Figura 4- Progetti infrastrutturali delle compagnie di Stato cinesi in Africa ed Europa50

Comunque sia, l’acquisizione dello scalo greco porterà la Cina ad avere un

ruolo rilevante nei commerci in Europa, rafforzando inoltre il suo ruolo di partner

commerciale con gli altri Paesi e la sua influenza negli affari internazionali.

Per quel che riguarda la Grecia, schiacciata da una pesante crisi economica

iniziata nel 2009, l’acquisizione da parte del gruppo COSCO potrebbe essere una

rampa di lancio capace di far uscire Atene da questo incubo.51 Infatti, la

compagnia di Shanghai potrebbe aiutare, in parte, a stabilizzare l’economia greca:

sulla base di alcuni studi, il PIL potrebbe alzarsi dello 0.8 % e inoltre, potrebbero

essere creati più di 30 mila posti di lavoro entro il 2025.52 L’intera vicenda

riguardante l’acquisizione del porto ha dimostrato che, nonostante l’instabilità

economica, la Grecia è ancora in grado di attrarre capitali stranieri per investimenti

a lungo termine.

50 L’immagine è consultabile da Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, China, Europe and the Maritime Silk Road, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2015, p. 35.51Frans-Paul VAN DER PUTTEN, op. cit., pp. 27-28.52Cosco completes Piraeus port takeover, in http://www.ekathimerini.com/211165/article/ekathimerini/business/cosco-completes-piraeus-port-takeover (data ultima consultazione 16-05-2019).

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Page 22: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Oltretutto, l’avvento della compagnia cinese potrebbe segnare uno spostamento

degli scambi commerciali dal nordovest dell’Europa, al centro e al sudest,

favorendo in questo modo gli Stati della penisola balcanica, l’Italia e anche il nord

Africa. È chiaro che il porto del Pireo non abbia ancora la stessa capacità di carico

di porti come quello di Rotterdam o Anversa, poiché quest’ultimi hanno alle spalle

un sistema di infrastrutture che facilitano il trasporto delle merci, tuttavia, come già

evidenziato, il controllo del porto da parte del gruppo COSCO, ha segnato un

aumento della produttività.

Al di là della prospettiva commerciale, i vantaggi potrebbero vedersi anche dal

punto di vista del settore turistico, infatti l’acquisizione cinese potrebbe

determinare un aumento dei turisti a causa dell’ampliamento del porto delle navi

da crociera, implicando uno sviluppo del settore terziario. Proprio per questo

motivo, lo scorso anno, AirChina ha proposto la creazione di nuove rotte dirette da

Pechino ad Atene per portare 3 milioni di turisti l’anno nella penisola ellenica. 53

Ciò, indubbiamente, procurerebbe ulteriori entrate alle casse dello Stato greco,

tuttavia, condurre milioni di visitatori in così poco tempo nelle terre dell’antica

Grecia potrebbe risultare in un turismo tutt’altro che sostenibile, causando danni

ad opere ed edifici di inestimabile valore.

3.3 17+1: cooperazione tra Cina e CEECAffinché l’iniziativa BRI abbia successo nell’Europa centrale e orientale, è

necessario che tutti i Paesi di questa regione abbiano la volontà di cooperare con

il Dragone. Per questo motivo, nel 2012, la Cina ha deciso di creare il “16+1” un

modello di cooperazione economica con i Paesi del blocco CEEC (Central and

Eastern European Countries, Paesi dell’Europa Centrale e Orientale). Nel gruppo

dei 16 Paesi troviamo l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Bulgaria, la Croazia, la

Repubblica Ceca, l’Estonia, l’Ungheria, la Lettonia, la Lituania, la Macedonia, il

Montenegro, la Polonia, la Romania, la Serbia, la Slovacchia e la Slovenia (figura

5). Mentre quel numero “1” rappresenta proprio la Cina.54

53Chinese Piraeus Operator Cosco Brokering Athens-Beijing Direct Flight Link, in http://www.thenationalherald.com/142282/chinese-piraeus-operator-cosco-brokering-athens-beijing-direct-flight-link/ (data ultima consultazione 16-05-2019).54 Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), op. cit., p. 21.

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Page 23: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

Figura 5- Membri del 16+1 prima dell’ingresso della Grecia

Nel mese di Aprile del 2019, si è tenuto un incontro a Dubrovnik, in Croazia,

durante il quale si è decretato l’ingresso della Grecia nel “16+1”, trasformando così

questo gruppo nel nuovo “17+1”. In questo modo i rapporti tra Pechino e Atene si

sono consolidati ulteriormente.

I Paesi aderenti all’iniziativa si incontrano annualmente, discutendo

principalmente sul commercio e sulle iniziative relative ai progetti infrastrutturali.

Già nel 2014, durante un incontro a Belgrado, il primo ministro cinese Li Keqiang

(李克强) dichiarava:

Europe, home to the largest number of developed countries, has a major role to play in the

global political and economic architecture. China and the EU are now working to build a partnership

of peace, growth, reform and civilization. We are natural partners for cooperation as we have no

conflict of fundamental interests. [… 16+1] cooperation will play an importance role in facilitating

balanced growth within Europe.55

In particolar modo, i progetti di cooperazione si concentrano sulle infrastrutture

lungo la penisola balcanica, creando delle vie di comunicazione che partono dalla

Grecia e dopo aver attraversato Macedonia del Nord e Serbia, raggiungono

l’Ungheria56e finanziando la costruzione di un’autostrada in Montenegro,

55Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), The Geopolitical Relevance of Piraeus and China’s New Silk Road for Southeast Europe and Turkey, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2016, p. 27.56 Ivi, p. 23.

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Page 24: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

modernizzando nel contempo la linea ferroviaria che unisce Belgrado e

Budapest.57 Proprio riguardo quest’ultimo progetto, è stato messo a disposizione

un finanziamento di 1 miliardo e mezzo di euro al fine di ampliare la linea

ferroviaria lunga attualmente 160 chilometri. Inoltre, attraverso questo

investimento, la ferrovia sarà utilizzabile sia per il trasporto merci che per il

trasporto di passeggeri, in quanto la struttura ferroviaria verrà trasformata in una

linea a doppio binario ad alta velocità.58

La Cina è passata dall’investire nei Paesi del CEEC 400 milioni di dollari

americani nel 2009, a 1.7 miliardi di dollari nel 2014, anche se il 95% di questi

investimenti sono stai concentrati solo in alcuni dei Paesi del modello “16+1” come

la Repubblica Ceca e la Polonia. Di fatto, la tendenza cinese è quella di investire

di preferenza in Paesi economici forti e politicamente stabili.59

Le critiche al modello “16+1”/“17+1” non si sono fatte aspettare.

L’Europarlamento ha affermato che la formazione di questo modello di

cooperazione sia un tentativo da parte della Cina di spaccare l’Europa per

indebolirla. La principale preoccupazione riguarda l’utilizzo aggressivo di strumenti

di hard power da parte della Cina per influenzare politicamente ed

economicamente i Paesi dell’Europa centrale e orientale. D’altronde, da quando i

Paesi di questa regione sono stati colpiti dalla crisi del 2009, sembra che l’UE li

abbia allontanati progressivamente dalle sue iniziative di politica unitaria,

spianando in questo modo la strada alla Cina e alla sua BRI, e consentendo ai

Paesi considerati di minor importanza di godere di nuovi capitali e di nuove

opportunità di sviluppo.60

Va notato che la maggior parte dei Paesi del “17+1” fa parte dell’Unione

Europea e gli accordi siglati con la Cina dovrebbero essere conformi alla linee

guida e alla politica UE; ciò potrebbe rallentare, se non annullare completamente,

57 Nuove vie della seta: tra UE e Cina scontro o integrazione?, in https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/nuove-vie-della-seta-tra-ue-e-cina-scontro-o-integrazione-21667 (17-05-2019).58 BUSDRAGHI, Anna, La  Nuova  Via  Della  Seta  Marittima Quale  futuro  per  la   portualità   mediterranea?, Università Ca’Foscari, Venezia, 2016.59China’s investment in influence: the future of 16+1 cooperation, in https://www.ecfr.eu/publications/summary/chinas_investment_in_influence_the_future_of_161_cooperation7204 (data ultima consultazione 17-05-2019).60 Relazioni Cina-Balcani: quale spazio per l’Unione Europea?, in https://www.twai.it/articles/relazioni-cina-balcani-quale-spazio-per-lunione-europea/ (data ultima consultazione 18-05-2019).

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l’inizio di alcuni progetti. Ecco perché i Paesi non membri dell’UE, come la Serbia,

hanno una maggiore possibilità di collaborare con il partner cinese.61

Secondo la Commissione per il Commercio Internazionale dell’Unione Europea,

le relazioni commerciali con la Repubblica Popolare Cinese sono in costante

aumento, ma con una bilancia sempre sfavorevole all’UE. Gli investimenti cinesi in

territorio europeo sono aumentati vertiginosamente, al contrario, gli investimenti

europei sul suolo cinese hanno visto un calo progressivo a partire dal 2012, anche

a causa di una normativa sfavorevole.62

Anche alcuni Paesi del gruppo 17+1, come la Romania, hanno criticato

l’efficacia dell’iniziativa, giudicata pressoché inesistente: “troppi progetti annunciati

e mai davvero partiti”.63

Comunque sia, al 21° vertice UE-Cina, tenutosi il 9 Aprile del 2019, il

Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha dichiarato:I negoziati sono stati difficili ma, in definitiva, proficui. Siamo riusciti a concordare una

dichiarazione congiunta che stabilisce la direzione del nostro partenariato fondato sulla reciprocità.

Questo è stato il nostro sforzo comune e rappresenta il nostro successo comune.64

Viene sostenuta, nonostante tutto, l’idea di una politica “win-win” e viene

ribadita l’importanza di una complessiva reciprocità, con la speranza che questa

possa migliorare le condizioni economiche, politiche e sociali di tutti gli attori

coinvolti.

61 Dividing without antagonising: China’s 16+1 image problem, in https://www.ecfr.eu/publications/summary/chinas_investment_in_influence_the_future_of_161_cooperation7204 (data ultima consultazione 17-05-2019).62 Relazione sullo stato delle relazioni UE-Cina, in http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-8-2018-0252_IT.html#title2 (data ultima consultazione 18-05-2019).63 Anche la Grecia entra nell’iniziativa 16+1 con la Cina, in https://ilmanifesto.it/anche-la-grecia-entra-nelliniziativa-161-con-la-cina/ (data ultima consultazione 17-05-2019).64 Osservazione del Presidente Donald Tusk dopo il 21° vertice UE-Cina, in https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/international-summit/2019/04/09/ (data ultima consultazione 18-05-2019).

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Conclusione

La Nuova Via della Seta sta spingendo la Cina verso un percorso ben delineato

che ha come obiettivo ultimo il rilancio dell’economia e della politica del Paese.

Ormai risulta evidente che le aspirazioni del Dragone tendano ad una posizione di

massimo rilievo nel quadro dell’economia e della finanza mondiale che mai prima

d’ora gli era appartenuta. Sicuramente i modi di “penetrazione” dentro gli altri

Paesi possono destare preoccupazioni, tant’è che qualcuno li giudica come una

forma di larvato colonialismo.

Tuttavia, è innegabile che la Cina stia unendo un gran numero di Paesi

portandoli a siglare degli accordi che nel giro di pochi decenni potrebbero

cambiare la visione geopolitica del mondo.

L’uso di strumenti di soft power potrebbe aiutare a creare un legame culturale e

sociale, che unisca le popolazioni da una prospettiva “empatica” ed elimini le

barriere socio-culturali che affliggono il nostro mondo.

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Non sappiamo se la Nuova Via della Seta aiuterà il nostro pianeta, però, ciò che

è davvero importante ricordare è che dietro questa iniziativa, così come in tante

altre, ci sono gli uomini, e gli uomini sono gli unici esseri senzienti sulla Terra, gli

unici che possano rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore, vivibile per le

generazioni future e ricco di speranza e di stimoli per le generazioni attuali.

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Definizione terminal operator, in

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Vertice UE-Cina, 9.4.2019, in

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completes-piraeus-port-takeover (data ultima consultazione 14-05-2019).

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Relazione sullo stato delle relazioni UE-Cina, in

http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-8-2018-0252_IT.html#title2

(data ultima consultazione 18-05-2019)

LA CINA E LA NUOVA VIA DELLA SETA – “Belt and Road Initiative” (l’iniziativa di

UNA CINTURA UNA STRADA) – La proposta di UN PONTE TRA ASIA ED

EUROPA – CINA: paese emergente, affascinante, con problemi di libertà,

democrazia; con molti giovani motivati – L’Europa dialogherà di più con l’

“impero” cinese?, in https://geograficamente.wordpress.com/2017/05/24/la-cina-e-

la-nuova-via-della-seta-belt-and-road-initiative-liniziativa-di-una-cintura-una-

strada-la-proposta-di-un-ponte-tra-asia-ed-europa-cina-paese-emerg/ (data ultima

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Anche la Grecia entra nell’iniziativa 16+1 con la Cina, in

https://ilmanifesto.it/anche-la-grecia-entra-nelliniziativa-161-con-la-cina/ (data

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La Cina alla conquista dei porti d’Europa, in

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Geo-economia delle nuove Vie della Seta, in

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/geo-economia-delle-nuove-vie-della-seta-

20776 (data ultima consultazione 26-03-2019)

Nuove vie della seta: tra UE e Cina scontro o integrazione,

inhttps://www.ispionline.it/it/pubblicazione/nuove-vie-della-seta-tra-ue-e-cina-

scontro-o-integrazione-21667 (data ultima consultazione 17-05-2019)

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major-defence-partner-notizie-mondo-oggi-19-ottobre/102416 (data ultima

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In Afghanistan la Cina protegge Xinjiang e nuove vie della seta, in

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nuove-vie-della-seta (data ultima consultazione 08-05-2019)

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Sito ufficiale del gruppo COSCO, in

http://lines.coscoshipping.com/home/About/about/Profile (data ultima

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Il Pakistan e l’OBOR: i rischi per la sicurezza, in

https://lospiegone.com/2017/11/20/il-pakistan-e-obor-rischi-per-la-sicurezza/ (data

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Appendice

“一带一路”建设中的语言问题 - 张治国一引言“一带一路”是“丝绸之路经济带”和“21 世纪海上丝绸之路”的简称,是习近平主席于 2013 年秋提出的跨国经济合作概念。毋庸置疑,国内大部分人对“一带一路”的背景及意义都或多或少地有所了解。那么,我国在“一带一路”建设中是否充分注意到其中的语言问题呢? 在语言实践方面,“一带一路”的建设者们将遇到越来越多语言方面的挑战。据媒体报道,2015 年 5 月 14 日印度总理莫迪在西安大兴善寺留言,可是当地乃至更大范围内都无人能看懂。莫迪是用他家乡的古吉拉特语( Gujarati,印度宪法规定的官方语言之一) 书写的。后经一位印度留华学生托人把该留言译成印地语,然后把印地语译成英语,最后由英语译为汉语。印度是我国南亚地区的重要邻邦,也是我国与周边国家发展互联互通建设以及“一带一路”建设的重要国家,可是,我国对印度语言的研究和教育都非常有限,懂得印度本地强

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势语言( 英语和印地语除外) 的外语人才也非常罕见。语言是心灵沟通的桥梁,语言不通会在一定程度上阻碍心灵的沟通。当印度政府对中国的“一带一路”建设耿耿于怀,并提出与之抗衡的“季节计划”时,我们也不要感到大惊小怪,相反,我们应该多反思自己: 我们在外语教育以及用外语进行的国际交流和国际宣传方面是否有值得改进和提高的地方? 在学术研究方面,国内学界是否关注到“一带一路”建设中的语言问题? 我们姑且以国内学术期刊电子数据库为例: 在“主题”栏中输入“一带一路”,搜索结果有多达 9656 篇( 截至 2016 年 4 月 20 日) 该方面的学术文章,其中绝大部分是 2015 年至 2016 年发表的,由此可见国内学人的学术研究速度之快及数量之多。这 9000 多篇文章大致可分为两类: 一类是从工、商、林等视角研究“一带一路”所带来的机遇与挑战;另一类是从区域发展的角度研究“一带一路” 所带来的发展商机与应对策略。但从文化、思想、哲学、制度、法律等社会人文角度对“一带一路”的学术研究很少,而从语言的角度探究“一带一路”的文章则更少。由此可见,我国在“一带一路”建设中存在语言问题;我国学界对“一带一路”建设中的语言问题关注不够、研究不多。二 “ 一带一路 ” 建设与语言的关系 我们在“一带一路”建设中对语言问题要有所考量,首先就得厘 li清以下几个概念之间的互动关系: “一带一路”、软件建设、语言、语言政策及规划、经济社会发展。( 一) “一带一路”与软件建设的关系“一带一路”建设是国家战略,是一个“宏大经济愿景”,但其建设内容不只是“设施联通” “贸易畅通”和“资金融通”,还有“政策沟通”和“民心相通”( 国家发展改革委等,2015) ,以便让“一带一路”沿线的“不同文明互鉴共荣,各国人民相知相交、和平友好”。也就是说,“经济联系”要“更加紧密”,还要靠“政治互信更加深入,人文交流更加广泛深入”( 国家发展改革委等,2015) 。因此,“一带一路”的建设内容可以归结为硬件和软件两部分。硬件建设是指跨国间基础设施的建设与维护、经济贸易的合作与发展,软件建设是指对跨国间语言、文化、宗教、教育、制度、法律等的相互了解、理解、遵守与应用。硬件发展是物质建设,软件发展属精神建设。在建设初期,物质建设往往重于精神建设,但到建设后期,

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如果没有足够的精神建设跟进,物质建设的进度会变缓,质量会下降。总之,硬件是外在的,是“形”; 软件是内在的,是“影”。无“形”之“影”的合作难以深度发展,无“影”之“形”的合作难以长久发展。“一带一路”建设要做实、做好、做久,就要让其硬件和软件两者“形”“影”不离。例如,中国与周边国家互联互通的研究与建设在硬件方面投入大、发展快( 如与东盟的泛亚铁路、与上合组织成员国的油气管、与朝韩的陆路和水路) ,但也面临挑战,暴露出“联而不通,通而不畅”等问题,其主要原因之一是“心难通”( 马孆,2011;李晨阳,2012) 。国之交在于民相亲,民相亲在于心相通,“一带一路”的软件建设就是要使中国人民与“一带一路”沿线国家的人民“心相通”。为什么有不少人或企业明知软件建设也很重要却仍然重硬件轻软件呢? 因为硬件的发展看得见、摸得着,建设周期有限,见效较快,而软件的建设正好相反,它看不见、摸不着,建设面广体大,建设周期漫长,见效缓慢。因此,软件建设不能像硬件建设那样来进行,我们要明白软件内容自身独有的生存特点,并尊重其自身的发展规律。此外,国家需要责成有关部门并敦促相关企业在重视硬件建设的同时,不能忽视软件的建设。( 二 ) 软件建设与语言的关系

软件建设的内容很多很广,它包括语言文化、政治体制、思想意识、法律法规和教育实践等,而语言是“一带一路”软件建设的一个切入点和关键点。我们可从以下三个方面来说明: 第一,语言是人类思想的“具象”和存在的“家园”,是打开文明和文化的“钥匙”,是软件建设内容的主要载体,绝大部分软件建设的内容都需要通过语言来表达、传递和传承。如果我们想了解“一带一路”沿线国家的文化习俗、思想意识、管理体制等软件内容,使用当地语言是最直接、最接地气的方法。假如我们要借用翻译的方法来了解这些软件内容,也需要培养懂得当地语言的各种人才。由此可见,语言在软件建设中具有提纲挈领和穿针引线的作用。第二,语言本身是文化内容的一部分,也是软件建设内容的一部分。语言本身所蕴含的科学以及语言背后所反映的文化内容都博大精深,是人类重要的社会资源。所以,语言的学习过程就是文化或软件建设内容的了解和习得过程。随着人类社会的发展与进步,人们对语言的基本属性及社会功能有了越来越深刻的认识和应用。在全球化时代,

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人们逐渐认识到语言不但是“软实力”( Nye,2006) ,而且还是“资源”和“问题”( Ruiz,1984) 。第三,语言是发展“一带一路”民心相通的重要工具。习近平主席给“2016‘一带一路’媒体合作论坛”的贺信中指出: “一带一路”的建设要“以共商、共建、共享为原则”。单打独斗不是“一带一路”所要的,共建共赢才是“一带一路”的宗旨。但共建共赢的社会基础是相互信任,而“一带一路”的软件建设则可促进各国间的民心相通。为此,“一带一路”的《推动共建丝绸之路经济带和 21 世纪上海丝调之路的愿景与行动》( 以下简称《愿景与行动》) ( 国家发展改革委等,2015) 强调中国要同相关国家的人们“开展多层次、多渠道沟通磋商”,“让各国人民相逢相知、互信互敬”,“携手推动更大范围、更高水平、更深层次的大开放、大交流、大融合”。也就是说,随着“一带一路”建设的开展,今后会有许多国人( 尤其是技术专业人员、广大的一线建设者、学生和旅游者等) 走出国门,来到“一带一路”沿线国家工作、学习或旅游。他们与当地人的接触是民心相通建设的一部分,他们的行为在一定程度上反映或代表了中国的形象,但他们的外语能力影响着他们的行为,进而影响着民心相通的发展。尽管语言通不等于心相通,但语言不通会在很大程度上影响或阻碍心相通。可见,任何软件内容的建设要是脱离了语言都是难以想象的,语言问题的解决可为软件建设中其他内容的发展奠定很好的信息交流基础。语言可以为“一带一路”软件建设“铺路”“搭桥”,同时,语言本身也是“一带一路”软件建设的重要内容之一。( 三 ) 语言与语言政策及规划的关系

通常,一个国家的社会语言库中的语言可分为强势语言( 即国语或官方语言) 、少数民族语言和外语三类。语言政策就是对社会语言库中的语言做出各种选择( 如语种的选择、语言变体的选择、语言书写体系的选择等) ,这些选择可以由个人、群体或机构来做出,选择的结果可能体现在个人或群体的语言行为( 即语言实践) 、语言意识形态( 即语言信仰) 或语言管理 ( 即语言规划) 上( 斯波斯基,2011) 。随着我国“一带一路”建设的推进,我国社会语言库中的内容会变得更多更复杂。“一带一路”沿线国家涉及的强势语言就有几十种,少数民族语言则有两千余种,这么多语言,教师不可能全教,学生不可能全学,参与“一带一路”建设的工作人员也不

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可能全用。因此,相关的研究机构要提前做好调研,提供研究数据,写出规划草案;

国家相关部门则要做出选择,制定语言政策及规划。此外,“一带一路”建设点的语言教育、语言应用、语言服务、语言接触、语言冲突和语言管理等语言现象将日益增多,这些语言现象的出现与处理归根结底都和语言政策及规划有关。因为语言的选择、发展、教育与应用等都需要语言政策的顶层设计和宏观指导,都需要从国家战略的高度来统筹,这样才能保证语言互联互通建设的综合性、前瞻性、有效性和长远性。为此,国家的相关部门应该组织人员研究、制定或规划有关“一带一路”建设中的语言战略目标或发展蓝图。

Il problema linguistico dell’iniziativa della nuova via

della seta

Introduzione

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La Nuova Via della Seta è la forma abbreviata di “rotta economica della via

della seta” e “via della seta marittima del XXI secolo”, è un progetto cooperativo

economico transnazionale che è stato promosso nell’autunno del 2013 dal

presidente Xi Jinping. Indubbiamente, la maggior parte dei cinesi ha una

comprensione maggiore o minore del significato e del background della Nuova Via

della Seta. Ciò detto, nella sua realizzazione, la Cina ha prestato o no attenzione

in modo adeguato alla questione linguistica all’interno di essa?

Nella pratica linguistica, coloro che costruiscono la Nuova Via della Seta

andranno incontro a sfide maggiori. Secondo quanto riportato dai mass media, il

14 maggio del 2015 il primo ministro indiano Modi nel tempio Da Xing Shan di

Xi’an ha lasciato un messaggio, tuttavia nessuno è riuscito a capirlo né tra i locali

né tra quelli dell’area circostante. Modi utilizza la lingua parlata e scritta del

Gujarati, suo paese natio, (Il Gujarati è una delle lingue ufficiali riconosciuta dalla

costituzione indiana). In seguito, uno studente indiano che stava in Cina si è fatto

aiutare a tradurre il messaggio in Indi, poi ha tradotto l’Indi in Inglese e infine

dall’inglese al cinese.

L’India è un importante vicino della Cina nell’area sud asiatica, ed è un paese

importante per la costruzione della Nuova Via della Seta e per la costruzione di

reti e di scambi reciproci di sviluppo tra la Cina e i paesi confinanti, tuttavia la

formazione e la ricerca nei confronti delle lingue dell’India sono molto limitate, ed

estremamente rare sono anche le competenze linguistiche per comprendere

l’importanza delle lingue in India (a parte l’Inglese e l’Indi). La lingua è il canale di

comunicazione della mente. Se non c’è comprensione linguistica, questa può

certamente impedire la comunicazione tra le persone. Dal momento che il governo

indiano non vede di buon occhio la Nuova Via della Seta e anzi lancia

contemporaneamente un suo piano pluriennale proprio in competizione con la

Nuova Via della Seta, non dobbiamo farci cogliere di sorpresa, al contrario,

dovremmo fare noi stessi una riflessione: nella formazione in lingua straniera e

negli scambi internazionali che vengono portati avanti utilizzando le lingue

straniere oppure nella comunicazione internazionale ci sono aspetti che valga la

pena di cambiare e migliorare nell’educazione della lingua straniera?

Nella ricerca accademica, i circoli accademici all’interno del Paese fanno

attenzione ai problemi della lingua nella iniziativa della Nuova Via della Seta?

Prendiamo in considerazione il database elettronico di periodici accademici cinesi,

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per esempio se digitiamo nella barra di ricerca “ nuova via della seta”, appariranno

più di 9656 articoli (in data 20 aprile 2016), tra questi la maggior parte è stato

pubblicato tra il 2015 e il 2016, da ciò è possibile notare che la velocità della

ricerca accademica degli studiosi cinesi è la quantità.

È possibile suddividere questi 9000 saggi in due categorie: una prima categoria

ricerca, dal punto di vista dell’industria, del commercio e dell’ambiente le sfide e

l’opportunità che la nuova via della seta porta; l’altra categoria, da un punto di

vista dello sviluppo regionale, ricerca le strategie e le opportunità commerciali che

la Nuova Via della Seta porta. Tuttavia, nel campo delle scienze umane come

cultura, pensiero politico, filosofia, istituzioni e sistema giuridico, le ricerche

accademiche sulla Nuova Via della Seta sono minime, e nel campo linguistico i

saggi sono ancor di meno.

Ciò dimostra che ci sono problemi linguistici nell’iniziativa della Nuova Via della

Seta in Cina. I circoli educativi cinesi non fanno molta ricerca e non prestano

abbastanza attenzione ai problemi linguistici presenti nell’iniziativa.

Relazioni fra la lingua e l’iniziativa della nuova via della setaNoi dobbiamo considerare tutti i problemi linguistici all’interno dell’iniziativa della

Nuova Via della Seta: prima di tutto dobbiamo chiarire le interazioni tra i seguenti

concetti: “la nuova via della seta”, la programmazione dei software, la lingua,

linguaggio politico così come pianificazione e sviluppo socio-economico.

La realizzazione di software e la nuova via della setaL’iniziativa della Nuova Via della Seta è una strategia nazionale, è una grande

visione economica, tuttavia il contenuto dell’iniziativa non è solo un mezzo di

interconnessione, “liberalizzazione del commercio” e “integrazione finanziaria”, ma

anche “comunicazione politica” e “aspirazioni comuni” (Commissione Nazionale

dello Sviluppo per le Riforme, 2015) per far sì che le diverse culture lungo la Via

abbiano stima reciproca e che le persone di ogni paese entrino in contatto in pace

e in amicizia.

In altre parole, le “relazioni economiche” devono essere ancora più strette,

devono anche basarsi su una fiducia politica ancora più profonda, su uno scambio

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culturale sempre maggiore e profondo (Commissione Nazionale dello Sviluppo e

le Riforme, 2015). Di conseguenza, i contenuti dell’iniziativa della Nuova Via della

Seta hanno due aspetti: hardware e software.

La costruzione dell’hardware mira alla costruzione e alla difesa delle

infrastrutture transnazionali, allo sviluppo e alla cooperazione nel commercio e

nell’economia, mentre i software indicano l’utilizzo della comprensione, la presa

d’atto e l’applicazione reciproca a tutti i livelli in campo linguistico, culturale,

religioso, dell’istruzione e della formazione, dei sistemi delle istituzioni e della

legge. Lo sviluppo dell’hardware attiene agli aspetti materiali, quello del software

attiene agli aspetti spirituali. Nel processo iniziale di costruzione, l’aspetto

materiale spesso ha maggior importanza di quello spirituale, ma nella fase

successiva se non c’è un sufficiente contenuto spirituale, anche il progresso

materiale può rallentare e può perdere in qualità. In breve, l’hardware è esterno, è

la “forma”; il software è all’interno ed è il contenuto. Una collaborazione che abbia

contenuto ma non abbia forma difficilmente si sviluppa in profondità, la

collaborazione che abbia una forma ma che non abbia un contenuto è difficile che

si sviluppi a lungo termine. Se l’iniziativa della Nuova Via della Seta vuole essere

efficace, completa e duratura, non deve separare la forma/hardware dal

contenuto/software. Per esempio, per quanto attiene alla realizzazione e alla

ricerca in comune tra la Cina e i paesi limitrofi, nell’ambito dell’Hardware gli

investimenti sono stati significativi e lo sviluppo è stato rapido (per esempio le

linee ferroviarie dell’aria asiatica dell’ASEAN, i gasdotti tra i paesi membri della

succitata organizzazione oppure le comunicazioni continentali e marittime tra le

due Coree), tuttavia si sono dovute affrontare alcune sfide e sono esplosi problemi

quali il fatto che due luoghi siano collegati ma i collegamenti non sono percorribili

oppure che i collegamenti siano percorribili ma non facili, uno delle principali

ragioni alla base di questi problemi è che le culture e i popoli non comunicano.

I rapporti tra i vari Paesi dipendono dalla la conoscenza reciproca tra i popoli ed

essa dipende da un’onesta comunicazione, la creazione del software della nuova

via della seta è finalizzata alla mutua comunicazione onesta tra il popolo cinese e i

paesi lungo la nuova via della seta. Perché molte persone o molte aziende, pur

essendo ben consapevoli che l’importanza della costruzione dei software è

estremamente importante, comunque attribuiscono importanza tanto al software

quanto all’hardware? Perché lo sviluppo dell’hardware lo si può vedere e toccare

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con mano, il processo di costruzione è breve e prende forma abbastanza

velocemente, mentre la creazione dei software è l’opposto, non si può vedere, non

è tangibile, la gamma di produzione è grande, i processi di costruzione sono lenti

e lunghi e prende forma lentamente. Perciò, la costruzione del software non può

procedere come quella dell’hardware, noi dobbiamo capire le peculiarità esistenti

all’interno dei contenuti specifici dei software e dobbiamo nel contempo rispettare

le proprie regole di sviluppo. Inoltre il Paese deve dare la responsabilità alle

strutture incaricate e devono fare pressione sulle aziende del settore perché ,

mentre si concentrano sulla costruzione dell’ hardware, non devono trascurare la

costruzione del software.

La relazione tra la realizzazione di un software e la linguaIl contenuto della costruzione di un software è molto esteso, esso include

cultura linguistica, istituzioni politiche, conoscenze ideologiche, leggi, regolamenti

e pratiche educative, inoltre la lingua è un punto chiave della costruzione del

software della Nuova Via della Seta. Possiamo illustrare i tre seguenti aspetti: per

primo, la lingua è la rappresentazione del pensiero umano e la culla dell’esistenza,

è la chiave che apre la civiltà e la cultura, è il mezzo principale all’interno della

creazione del software, la maggior parte di essi hanno bisogno di essere espressi,

trasmessi e tramandati attraverso la lingua. Se noi vogliamo comprendere i

contenuti software come i costumi culturali, l’ideologia, le istituzioni governative dei

Paesi lungo la Nuova Via della Seta, l’utilizzo della lingua locale è il sistema più

diretto e umile. Se vogliamo comprendere i contenuti software è necessario anche

educare nel metodo di traduzione ogni persona talentuosa che conosca la lingua

locale. Si può notare che la lingua, nella costruzione di un software svolge un

ruolo centrale e agisce da intermediaria. Punto due, la lingua stessa è una parte

del contenuto culturale, ed è anche una parte del contenuto della costruzione del

software. I contenuti culturali che si riflettono sullo sfondo di una lingua sono

entrambi vasti e variegati e sono un’importante risorsa all’interno della società.

Perciò, il processo di studio di una lingua corrisponde a un processo di

acquisizione e di comprensione dei contenuti di un software o di una cultura.

Grazie allo sviluppo e al progresso dell’umanità, si hanno, nei confronti delle

caratteristiche proprie delle lingue e della loro funzione sociale, una conoscenza e

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una capacità di applicazione sempre più efficaci. Nell’era della globalizzazione, si

è gradualmente compreso che la lingua non è soltanto una forza di “soft power”

ma è, nel contempo, tanto una risorsa che un problema. Punto tre, la lingua è un

importante strumento di interconnessione tra i popoli per lo sviluppo della Nuova

Via della Seta. Il presidente Xi Jinping, in una lettera di congratulazioni verso il

forum di cooperazioni dei mass media della Nuova Via della Seta del 2016 ha

evidenziato che: “L’iniziativa della Nuova Via della Seta deve considerare come

principi base il dialogo, la cooperazione, e la condivisione”.

Condurre una battaglia solo a proprio vantaggio non è ciò che la nuova via della

seta vuole, bensì lo scopo è una strategia win-win. Ma se la base sociali del

mutuo vantaggio è la fiducia reciproca, allora la costruzione del software della

Nuova Via della Seta promuove davvero l’interconnessione popolare tra i diversi

Paesi. Per questa ragione, il testo promulgato dalla Commissione Nazionale per

l’Apertura delle Riforme è intitolato “ promuovere un’azione e uno scenario per la

costruzione di una rotta economica della Via della Seta condivisa insieme alla Via

della Seta marittima del 21° secolo, (da ora in avanti abbreviata come visione e

azione), sottolinea che la Cina deve sviluppare multi livelli e multi canali di

comunicazione e consultazione tra le persone dei paesi connessi, deve far sì che i

popoli di ogni Paese si incontrino e si conoscano a vicenda, si fidino e si rispettino

reciprocamente, operino in concerto, promuovendo scambi di ampio livello e

grande integrazione, ancora di più su larga scala, a livelli ancor più alti, e in

maggiore profondità. In altre parole, seguendo lo sviluppo dell’iniziativa della

nuova via della seta, d’ora in poi ci saranno molti cinesi (specialmente esperti

tecnici, un vasto numero di professionisti di primo ordine, studenti e turisti ecc.)

che andranno all’estero, arrivando nei Paesi lungo la Nuova Via della Seta per

lavorare, studiare o viaggiare. Il loro contatto con le persone locali è una parte

della costruzione dell’interconnessione tra i popoli, la loro condotta riflette o

rappresenta, a un livello specifico, l’immagine della Cina, tuttavia la loro

conoscenza delle lingue straniere si ripercuote a sua volta sulle loro azioni, e

influenza di conseguenza lo sviluppo dell’interconnessione tra i popoli. Nonostante

la comunicazione linguistica non significa comunicazione nel suo complesso,

comunque la sua mancanza può costituire un ostacolo i misura significativa alla

comprensione globale. È evidente che sia difficile immaginare che la costruzione

di un qualunque software sia separato dalle lingue, per lo sviluppo di ulteriori

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Page 44: Capitolo primo€¦ · Web viewLa risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%

contenuti nella costruzione del software, la soluzione del problema della lingua,

costituisce in effetti, la base utile allo scambio delle informazioni. La lingua può

aprire la strada per la costruzione del software della nuova via della seta, ed è

essa stessa nel contempo, parte essenziale di questo software.

Relazione tra la lingua, i programmi e le strategie

linguistiche Generalmente, le lingue all’interno del patrimonio linguistico della società di un

Paese si dividono in 3 categorie: lingua dominante (ovvero la lingua nazionale o la

lingua ufficiale), lingua delle minoranze e lingua straniera. La politiche linguistiche

non sono altro che i diversi tipi di scelta fatte nell’ambito del patrimonio linguistico

di una società (per esempio le classificazioni delle lingue, la scelta di varianti

linguistiche, le scelte relative alle varianti grafiche), queste scelte possono essere

fatte da un individuo, gruppo o istituzione, il risultato delle scelte può riflettersi sulle

azioni linguistiche dell’individuo o del gruppo (vale a dire “una pratica linguistica”),

le forme della consapevolezza linguistica (vale a dire un “credo linguistico”),

oppure sulla pianificazione linguistica (vale a dire una programmazione linguistica)

(Sposky 2011).

Seguendo l’andamento dell’iniziativa Nuova Via della Seta cinese, il contenuto

all’interno del database linguistico della società cinese diventerà sempre più vasto

e complicato. Ci sono decine di lingue dominanti che toccano le nazioni lungo il

percorso della Nuova Via della Seta, ci sono circa 2000 minoranze linguistiche,

così tante lingue che non possono tutte essere né insegnate dai docenti né

imparate dagli studenti, nemmeno i dipendenti partecipanti all’iniziativa della

nuova via della seta possono utilizzarle pienamente. Di conseguenza, l’istituto di

ricerca di mutua relazione anticiperà la fine della ricerca, fornirà i dati della ricerca,

sottoscriverà un disegno di legge; i dipartimenti di cooperazione nazionale faranno

scelte, formulando un programma politico-linguistico. Inoltre, fenomeni linguistici

della Nuova Via della Seta come educazione linguistica, utilizzo della lingua,

fruizione della lingua, contatto linguistico, conflitto linguistico e supervisione

linguistica, aumenteranno giorno dopo giorno, il trattamento e l’apparizione di

questi fenomeni linguistici sono rilevanti nell’analisi finale così come nel

programma politico linguistico. Poiché, scelta, sviluppo, educazione e fruizione

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della lingua hanno bisogno tutte di un alto livello di pianificazione e di una macro

guida sulla politica linguistica, necessitano di essere coordinate dall’alto di una

strategia nazionale, potendo garantire così integrazione, perspicacia, validità e

permanenza alla costruzione di un linguaggio interconnesso. Per questa ragione, i

dipartimenti cooperativi del Paese dovrebbero organizzare una squadra per

ricercare, formulare o pianificare obbiettivi strategici o progetti di sviluppo

linguistici all’interno dell’iniziativa della Nuova Via della Seta.

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