CAPITOLO 5 STRUMENTAZIONE PER LA MISURA DI ... (V/m), di campo magnetico (A/m) e densità di potenza...
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CAPITOLO 5 STRUMENTAZIONE PER LA MISURA
DI CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA
FREQUENZA
5.1 APPARATI DI MISURA
Un tipico apparato per misure di campi elettromagnetici (CEM) a
radiofrequenze (RF) e microonde (MW) può essere schematizzato come
in figura 25:
Figura 25 Struttura tipica di un apparato per misure a RF e MW
Si evidenziano tre elementi fondamentali: il sensore, la linea di
collegamento e l’apparato di misura e visualizzazione.
Il sensore costituisce l’elemento che si accoppia ai campi in cui è
immerso: esso genera ai suoi terminali una grandezza elettrica
(tensione e/o corrente) istantaneamente proporzionale al campo in
cui si trova.
La linea di collegamento trasporta il segnale dal sensore
all’ingresso dell’apparato di misura.
L’apparato di misura elabora elettronicamente il segnale ricevuto e
fornisce all’operatore un’indicazione quantitativa dell’intensità
dell’agente misurato.
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5.2 ESIGENZE DI MISURA
La scelta dello strumento da utilizzare per una specifica misura va
fatta tenendo in considerazione diversi fattori. La banda passante
caratterizza ogni strumento e specifica l’intervallo di frequenza
all’interno del quale il dispositivo presenta una risposta corretta,
entro determinati margini di errore. Se la sorgente sotto
sorveglianza emette contemporaneamente su più frequenze si può
operare a banda stretta o a banda larga. Nel primo caso la
strumentazione ha una ridottissima banda passante, centrata attorno
a ciascuna delle frequenze a cui la sorgente emette. Nel secondo
caso lo strumento è caratterizzato da una banda passante che
comprende tutto lo spettro emesso dalla sorgente e fornisce una
misura globale dell’intensità dei campi o della radiazione presente
nel sito di misura.
Per un corretto dimensionamento della strumentazione un fattore
molto importante è la potenza emessa dalla sorgente. I parametri
nelle specifiche di questo sono: la sensibilità, che indica il
livello del minimo segnale misurabile, mentre la gamma dinamica è il
rapporto tra il minimo e massimo segnale misurabile.
5.3 COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA
Un altro fattore da tenere in considerazione è la compatibilità
elettromagnetica, sia sotto l’aspetto dell’emissione che quello
della suscettibilità. Un qualunque strumento elettronico contiene al
suo interno sorgenti di potenziali disturbi elettromagnetici (come
oscillatori locali, generatori di segnali e temporizzazione);
schermando l’elettronica dello strumento con pannelli metallici si
evita che tali disturbi raggiungano il sensore e causino errori di
misura. Per quanto riguarda la linea di collegamento, se trasporta
un segnale a corrente continua, vengono utilizzate linee ad alta
resistenza terminate con filtri passa basso, se trasporta
direttamente il segnale a RF captato dal sensore si deve ricorrere
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all’utilizzo del cavetto schermato o del doppino ritorto (coppia di
fili strettamente intrecciati).
5.4 SENSORI PER LA ZONA DI INDUZIONE
Nella zona di induzione (campi reattivi) non esiste alcuna semplice
relazione tra campo elettrico e magnetico, perciò sono necessari
sensori che rispondano o solo ad uno o solo all’altro, in modo tale
da effettuare misure indipendenti di entrambi. Dato che possono
essere presenti notevoli variazioni spaziali delle intensità dei
campi, il sensore deve poter effettuare misure puntuali.
Quando l’interazione tra sensore e campo si verifica tramite il solo
campo elettrico o magnetico si parla di accoppiamento reattivo e si
usa il termine di sensore reattivo. Si ha un accoppiamento
capacitivo se interessa il campo elettrico; induttivo se interessa
il campo magnetico.
Un esempio di sensore capacitivo è il dipolo corto costituito da due
bracci metallici isolati, allineati e contrapposti, di lunghezza
totale piccola rispetto alla lunghezza d’onda: i terminali di uscita
del segnale sono gli estremi vicini dei suddetti bracci. Tali
sensori sono insensibili al campo magnetico e offrono buona
risoluzione spaziale. Lunghezza limitata ed impedenza elevata si
riflettono in maniera negativa sulla sensibilità del dipolo.
Una delle principali limitazioni di tutti i sensori ad accoppiamento
induttivo è la scarsa sensibilità. Il più semplice esempio di
sensore ad accoppiamento induttivo è la spira piccola. Essa è una
spira metallica circolare piana di circonferenza piccola rispetto
alla lunghezza d’onda; i terminali di uscita del segnale sono
ricavati interrompendo in un punto qualunque la spira stessa.
Caratteristica principale di questa famiglia di sensori è
l’insensibilità al campo elettrico e la buona risoluzione spaziale.
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5.5 SENSORI PER LA ZONA DI RADIAZIONE
Nella zona radiativa è sufficiente misurare il solo campo elettrico
oppure il solo campo magnetico, oppure la densità di potenza: le
grandezze determinate non direttamente possono essere ricavate
tramite semplici relazioni algebriche da quella misurata.
Nella zona radiativa vicina si utilizzano sensori ad alta
risoluzione spaziale (circa un quarto di lunghezza d’onda) poiché vi
sono notevoli variazioni spaziali delle ampiezze dei campi. Si
utilizzano perciò sensori di piccole dimensioni (ad accoppiamento
reattivo) impiegati anche nella zona di induzione. Si possono
iniziare ad utilizzare nella parte più “lontana” della zona di
Fresnell antenne in particolare a banda larga ed operanti alle
frequenze più basse della loro gamma utile, dove il rapporto tra le
dimensioni lineari e la lunghezza d’onda è minore.
5.6 STRUMENTI DI MISURA
Gli strumenti di misura sono classificati in: strumenti a banda
larga e strumenti a banda stretta.
5.6.1 STRUMENTI DI MISURA A BANDA LARGA
La strumentazione a banda larga è costituita dai seguenti elementi
fondamentali:
• Il sensore che risponde o all’intensità del campo elettrico E
(dipolo) o all’intensità del campo magnetico H (spira);
• Il trasduttore che trasforma la risposta del sensore in un
segnale proporzionale ad E (o E2) o ad H (o H2) o alla
temperatura;
• Il cavo di collegamento;
• Il circuito di processamento e lettura che dà la risposta in
termini di intensità di campo elettrico E (V/m) o di intensità
di campo magnetico H (A/m) o di densità di potenza S (W/m2).
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Figura 26 Esempio di strumentazione a banda larga
In funzione delle caratteristiche del trasduttore utilizzato si
possono identificare tre tipologie di strumentazione:
• A diodo;
• A bolometro;
• A termocoppia.
Negli strumenti a banda larga il sensore è composto rispettivamente:
da uno o più dipoli se si misurano campi elettrici o da uno o più
spire se si misurano campi magnetici. Seguono: il trasduttore che
converte la risposta del sensore in un segnale proporzionale al
campo elettrico o al suo quadrato, al campo magnetico o al suo
quadrato o agli effetti termici prodotti dal campo elettromagnetico
sul sensore; i cavi di connessione; l’unità di analisi che elabora e
visualizza il campo elettrico in V/m, o il campo magnetico in A/m, o
la densità di potenza in W/m2.
Può essere utilizzato un singolo sensore sensibile ad una sola
componente del campo oppure tre sensori ortogonali per rendere la
misura indipendente dalla direzione del campo e dalla
polarizzazione: in questo caso si parla di strumentazione
isotropica.
La strumentazione a banda larga deve essere in grado di misurare il
campo elettromagnetico in tempo reale, di calcolare il valor medio
della grandezza misurata in un intervallo di tempo regolabile, di
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poter applicare un opportuno fattore di correzione dipendente dalla
risposta in frequenza. Inoltre deve permettere la misura di campo
elettrico (V/m), di campo magnetico (A/m) e densità di potenza (W/m2
o mW/m2). Di estrema utilità durante l’esecuzione delle misure
risultano essere alcune funzioni tra cui: la memorizzazione del
massimo valore della grandezza di campo raggiunta durante la misura;
la visualizzazione delle grandezze in condizione di campo lontano
utilizzando la grandezza oggetto della misura; la possibilità di
eseguire una operazione di media tra diversi punti di misura.
Un’ulteriore caratteristica è l’estrema maneggevolezza e
trasportabilità, grazie alla dotazione di alimentazione propria.
5.6 2 STRUMENTI DI MISURA A BANDA STRETTA
La strumentazione a banda stretta permette di conoscere le singole
componenti del campo sulle varie frequenze all’interno della banda
di interesse.
Figura 27 Componenti di strumentazione a banda stretta
È costituito dai seguenti elementi fondamentali:
• Il sensore che risponde o all’intensità del campo elettrico E o
all’intensità del campo magnetico H;
• Il trasduttore che trasforma la risposta del sensore in un
segnale proporzionale ad E o ad H;
• Il cavo di collegamento;
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• L’analizzatore di spettro che visualizza su un display la
tensione o la potenza in funzione della frequenza, oppure il
misuratore di intensità di campo (ricevitore selettivo) che
attraverso un circuito a sintonia visualizza il segnale di
tensione ricevuto ad una selezionata frequenza.
5.6 2.1 ANALIZZATORE DI SPETTRO
Nella figura 28 è riportato lo schema a blocchi dell’analizzatore di
spettro.
Figura 28 Schema a blocchi analizzatore di spettro
Il circuito di ingresso è molto simile a quello dell’oscilloscopio:
è costituito da un partitore resistivo, che ha il compito di
attenuare il segnale da esaminare, qualora di ampiezza eccessiva; da
un preamplificatore che fa aumentare il livello del segnale da
analizzare; da un filtro passa basso che limita al minimo possibile
il rumore indesiderato e nello stesso tempo impedisce l’ingresso a
segnali indesiderati.
Segue una conversione di frequenza attuata tramite il metodo
supereterodina, mediante il quale il segnale a RF ricevuto è
trasformato in un segnale a frequenza più bassa detta frequenza
intermedia FI. Un circuito con funzione di moltiplicatore lineare
tra il segnale a RF (fRF) e l’oscillatore locale (fOL) genera due
nuove componenti dello spettro ricevuto aventi rispettivamente
frequenza somma (fRF + fOL) e frequenza differenza (fRF - fOL) tra i
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due segnali che hanno interagito. Ne risulta che FI = fRF - fOL oppure
fOL - fRF (la frequenza somma cade ampiamente fuori dalla gamma
utilizzabile; la differenza tra le due soluzioni indicate sopra è
funzione della posizione dell’oscillatore locale al di sopra o al di
sotto della RF). Una volta fissata la FI è possibile cambiare il
canale da ricevere semplicemente spostando la frequenza dell’OL.
In successione gli altri elementi dell’analizzatore sono: il
rivelatore e l’amplificatore verticale a bassa frequenza che pilota
le placche di deflessione verticale.
L’amplificatore verticale può essere usato nella funzione lineare o,
in quella logaritmica, originando sullo schermo queste due distinte
scale.
L’oscillatore a dente di sega fa variare con continuità la frequenza
dell’oscillatore variabile, che agendo sul mixer, trasla in
frequenza il segnale da analizzare, mantenendone costanti le altre
caratteristiche informative.
Il segnale dell’oscillatore a dente di sega, attraverso
l’amplificatore orizzontale, determina la deflessione orizzontale
del pannello sullo schermo.
Il mixer è seguito da un filtro al quarzo e da un amplificatore
selettivo a frequenza intermedia che permette la selezione di una
strettissima banda di frequenza del segnale che, rivelata e poi
opportunamente amplificata, si presenta alle placche di deflessione
verticale per la sua rappresentazione sul tubo catodico.
I parametri impostabili sull’analizzatore di spettro sono:
• START-STOP: si impostano separatamente le frequenze di inizio e
fine della scansione;
• CENTER FREQUENCY: con questo comando si imposta il valore
centrale della banda da esplorare e, con SPAN la larghezza
della stessa, simmetrica rispetto al center frequency.
• FULL SCAN: realizza la scansione dell’intera banda operativa
dello strumento.
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• ZERO SCAN: è la condizione opposta, ossia non c’è scansione nel
dominio della frequenza, ma del tempo, e quindi il display
mostra nel tempo l’andamento del segnale rivelato;
l’analizzatore si comporta come un ricevitore, il display come
un oscilloscopio.
• RBW (Resolution BandWidth): indica la selettività dello
strumento, ovvero la larghezza di banda a 3 dB del filtro IF.
Due segnali molto vicini possono essere discriminati se si
sceglie un valore di RBW inferiore alla loro distanza.
• VBW (Video BandWidth): è il filtraggio realizzato in banda base
(video) che permette di filtrare il segnale dopo la
rivelazione.
• SWEEP TIME: è il tempo di passaggio di una singola traccia sul
display.
• SENSITIVITY: indica la minima ampiezza che l’analizzatore
riesce a rivelare. La sensitività dipende sostanzialmente dal
rumore proprio dello strumento, che a sua volta dipende dalla
larghezza del filtraggio a frequenza intermedia (IF).
5.7 NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER LA MISURA
Il decreto del presidente del consiglio dei ministri 8 luglio 2003
e, ancor prima, il D.M. n.381 del 10 settembre 1998, stabiliscono
che le tecniche di misurazione e rilevamento da adottare sono quelle
indicate nella norma CEI 211-7 e/o specifiche norme emanate
successivamente dal CEI.
Le norme CEI 211-7 Gennaio 2001 forniscono le linee “guida per la
misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici
nell’intervallo 10 kHz – 300 GHz, con riferimento all’esposizione
umana”; la variante 1 alle norme CEI 211-10 Gennaio 2004 aggiunge
nello specifico un’appendice H: “Metodologie di misura per segnali
UMTS”.
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5.7.1 SELEZIONE DEGLI STRUMENTI E DEI METODI DI MISURA
In funzione delle finalità di misura deve essere fatta una selezione
fondamentale tra strumentazione a banda larga e strumentazione a
banda stretta.
Viene utilizzata strumentazione a banda larga se le misure sono
finalizzate all’individuazione di eventuali punti critici in
presenza di più sorgenti o per analisi esplorative preliminari, o se
il valore del campo misurato risulta inferiore allo 0.75 del più
piccolo tra i valori limite delle sorgenti presenti che irradiano a
frequenze differenti.
La strumentazione a banda stretta si utilizza se le misure a banda
larga hanno mostrato uno sforamento del limite legislativo
consentito ed è necessario conoscere il contributo delle varie
sorgenti presenti al fine di operare una riduzione a conformità, o
se il valore di campo misurato a larga banda risulta superiore allo
0.75 del più piccolo tra i valori limite delle sorgenti presenti che
irradiano a frequenze differenti.
Se sono stati effettuati i due tipi di misure e vi è discrepanza tra
i valori ottenuti, sono da ritenere validi ai fini della conformità
i risultati ottenuti con le misure a banda stretta.
Se le differenze ottenute tra le due misure sono superiori al 50% si
consiglia di approfondire le cause di tale differenza e di riportare
i risultati dell’indagine.
In base ai diversi tipi di sorgenti, in particolare alle differenti
frequenze coinvolte e alle diverse caratteristiche del segnale,
esistono criteri specifici di scelta della catena strumentale e
delle metodologie di misura.
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5.7.2 METODOLOGIE DI MISURA PER SEGNALI UMTS
5.7.2.1 MISURE IN BANDA LARGA
Le modalità di misura dei segnali a RF per telefonia mobile in banda
larga può essere estesa anche alla generazione UMTS.
Per quanto riguarda i requisiti della strumentazione a banda larga
le norme CEI 211-10 stabiliscono che:
• La sonda deve essere isotropica, costituita da sensori
disposti su tre rami reciprocamente ortogonali;
• I sensori devono essere sensibili al valore efficace del
modulo di campo elettrico anche in presenza di modulazioni
impulsive;
• Il misuratore deve calcolare il valore efficace del modulo
di campo elettrico totale, ricavandolo dalla misura delle
tre componenti ortogonali, secondo la relazione:
222zyx EEEE ++= (5.1)
• Il misuratore deve rendere possibile l’effettuazione di una
media temporale dei valori efficaci di campo elettrico
misurati puntualmente.
I limiti di esposizione sono espressi dalla normativa di riferimento
in termini di medie spaziali e temporali del campo elettromagnetico.
Per quanto riguarda la distribuzione spaziale, deve essere esaminato
un numero di punti adeguato alla lunghezza d’onda del campo e alle
dimensioni della sonda, per garantire che la misura possa rilevare
valori approssimati sia massimi che minimi. L’indagine spaziale deve
permettere anche di valutare la variazione di campo lungo una
superficie equivalente alla sezione verticale del corpo umano. Nel
caso si utilizzi un’antenna di piccole dimensioni rispetto
all’altezza media del corpo umano per ogni punto di misura è
necessario generalmente considerare tre misure ad altezza standard
di 1.1 m, 1.5 m e 1.9 m da terra o dal livello dei piedi, se l’area
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di interesse è al di sopra del livello del terreno: infatti a tali
altezze possono essere esposti gli organi più critici di una persona
adulta. Lo strumento è collocato all’estremità di un cavalletto
fisso a terra e isolato, in modo da evitare effetti di campi statici
o quasi statici.
Con riferimento alla distribuzione temporale, la durata di ciascuna
misura deve essere scelta in modo tale da poter caratterizzare
adeguatamente la variazione del segnale in esame: per tener conto di
segnali molto variabili nel tempo la normativa di riferimento
definisce la durata di 6 minuti.
5.7.2.2 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZA NELLA MISURA DEI CAMPI
ELETTROMAGNETICI A RADIOFREQUENZA CON SONDA A BANDA LARGA
All’incertezza nella misura dei campi elettromagnetici tramite sonda
a banda larga contribuiscono vari fattori6:
• Incertezza di ripetibilità: è la deviazione standard
calcolata tra tutti i valori di campo mediati dallo
strumento su un intervallo di 6 minuti.
• Incertezza sull’anisotropia (Di): i certificati di taratura
generalmente forniscono, per varie orientazioni della sonda,
gli scarti dalla ideale risposta isotropica. Se non ci sono
informazioni contrarie, si suppone che i valori degli scarti
siano distribuiti con uguale probabilità in un intervallo di
valori avente come semilunghezza lo scarto massimo rilevato
(distribuzione rettangolare).
• Incertezza sulla risposta in frequenza (Ri)
• Incertezza sulla linearità (Li)
• Incertezza sulla risoluzione del lettore: per lettori di
tipo digitale si ipotizza una distribuzione rettangolare
6 “Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici
nell’intervallo di frequenza 10 kHz-300 GHz con riferimento all’esposizione umana”
CEI 211-7, Gennaio 2001, I edizione, pag. 42.
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pari alla metà della risoluzione. L’incertezza percentuale
varia in funzione dell’intensità di campo misurata. Si può
considerare il caso più sfavorevole corrispondente
all’intensità del campo pari alla soglia di rilevabilità.
A ciascun fattore corrisponde un’incertezza tipo ui, e l’incertezza
tipo composta uc sul valore del campo elettrico misurato si ottiene
come radice quadrata della sommatoria dei quadrati dei singoli
contributi ui:
∑=i ic uu 2
. (5.2)
L’incertezza di ripetibilità, essendo di tipo statistico, viene
classificata come incertezza di tipo A; gli altri fattori di
incertezza vengono classificati come incertezze di tipo B essendo di
tipo non statistico in quanto sono reperiti da certificati di
taratura e manuali di strumentazione7.
Quando si conoscono i limiti superiore ed inferiore di variabilità
ma non è nota la distribuzione di probabilità all’interno
dell’intervallo, si ipotizza una distribuzione rettangolare. Lo
scarto tipo di una distribuzione rettangolare si ottiene dividendo
la semilarghezza a della distribuzione rettangolare per la radice
quadrata di 3:
3aui = . (5.3)
Lo scarto tipo di una distribuzione normale si ottiene dividendo la
semilunghezza a della distribuzione normale per 2:
2aui = . (5.4)
L’incertezza standard combinata espressa in V/m è data da:
∑××=i ilettoc uEU 2
2010ln
. (5.5)
Ad ogni valore di misura viene quindi associata l’incertezza estesa
con un fattore di copertura k=2 per cui si avrà:
7 “Guida all’espressione dell’incertezza di misura” UNI CEI ENV 13005, Luglio 2002.
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Emis = (Eletto ± 2⋅Uc) [V/m]. (5.6)
Il fattore di copertura k viene scelto sulla base del livello di
sicurezza (confidenza) desiderato, da associare all’intervallo:
tipicamente k si trova nell’intervallo tra 2 e 3. Nel caso di
distribuzione normale, scegliendo k=2 si definisce un intervallo
avente un livello di confidenza pari al 95%, mentre per k=3 si
definisce un livello di confidenza pari al 99%.
5.7.2.3 MISURE IN BANDA STRETTA
Le misure in banda stretta possono essere realizzate mediante due
classi di strumentazione:
1. Analizzatore di spettro, adottando opportuni accorgimenti per
l’impostazione dei parametri di acquisizione e della catena
strumentale;
2. Analizzatore di segnali vettoriali, con la possibilità di
effettuare misure nel dominio dei codici.
Caratteristiche tipiche del sistema UMTS, per quanto riguarda la
misura di potenza irradiata dalle stazioni radio base sono:
l’inviluppo di potenza continuo (anche se non del tutto costante) su
tutti i canali e la presenza di pochi canali per ogni operatore (ad
esempio due o tre in tecnica FDD ed uno in tecnica TDD); il segnale
trasmesso ha chip rate di 3.84 Mchip/s e occupa un canale di 5 MHz.
I requisiti della strumentazione a banda stretta impongono che:
• Le antenne utilizzate debbano disporre di un’adeguata
documentazione contenente il fattore d’antenna sull’impedenza
caratteristica del banco e sul campo di frequenze considerato,
inoltre occorre sommare le perdite del cavo e degli eventuali
attenuatori interposti tra l’uscita dell’antenna e l’ingresso
dell’analizzatore di spettro. Il fattore d’antenna complessivo
delle attenuazioni (K) è:
K=KA+A [dB/m] (5.7)
KA: fattore d’antenna;
A: attenuazione del collegamento tra l’antenna e l’analizzatore
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di spettro espressa in dB comprensiva di cavi e attenuatori
inseriti ed eventuali disadattamenti.
• Le antenne utilizzate possono essere di tipo direzionale o a
dipolo.
• L’analizzatore di spettro dispone di un rivelatore di
inviluppo.
• L’analizzatore di spettro deve disporre di un certificato di
taratura attraverso cui sia possibile definire la precisione
della misura dal punto di vista della frequenza e dell’ampiezza
dei segnali ricevuti, tenendo in questo ultimo caso in
considerazione anche l’incertezza del fattore d’antenna
dichiarato.
• Il banco deve preferibilmente essere gestito da un PC, che
sulla base delle grandezze misurate, dia immediata evidenza dei
livelli di campo corrispondenti. Le relazioni utilizzate nelle
elaborazioni richieste sono:
ngiR ZKPE 10log1090 ⋅+++= [dBμV/m] (5.8)
Zing è l’impedenza di ingresso dell’analizzatore di spettro (50
Ohm).
20/6 1010
⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
− ⋅= mVdB
EEμ
[V/m] (5.9)
PR: potenza ricevuta espressa in dBm.
K: espresso in dB/m.
Per effettuare misure con analizzatore di spettro è preferibile
utilizzare una tra le seguenti due opzioni, che garantiscono pari
prestazioni:
• Utilizzare uno strumento con filtri di canale IF numerici di
tipo rettangolare, definiti secondo le specifiche spettrali
dei segnali UMTS, con banda a 5 MHz. L’utilizzo di tale
strumento rende possibile sia la misura nel dominio della
frequenza che in quello del tempo (modalità “Zero Span”).
96
• Effettuare la misura in modalità “Channel Power” integrando
su tutta la banda del canale radio; tale strumento rende
possibile unicamente la misura nel dominio della frequenza.
Lo strumento acquisisce la traccia ed effettua l’operazione
descritta dall’equazione:
( )⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠
⎞⎜⎝
⎛⋅⋅= ∑ −
i
Ps ii
NNBWB
CP 10/10 101log10 α (5.10)
CP è la potenza misurata sul canale, in unità logaritmiche;
Bs è la banda di integrazione (5 MHz);
NBW è la banda equivalente di rumore sull’analizzatore di
spettro;
N è il numero di pixel contenuti nella banda di
integrazione;
Pi è la potenza associata a ciascun pixel, misurata in unità
logaritmiche;
αi è un parametro di correzione (espresso in dB) che
differisce pixel per pixel e tiene conto della pesatura
effettuata da eventuali filtri digitali implementati dallo
strumento e utilizzati durante la misura.
Negli analizzatori di nuova generazione è disponibile anche
l’opzione di misura di “Channel Power” in “Time Domain” che
permette di misurare direttamente la potenza di canale,
senza ricorrere alla procedura di calcolo descritta
precedentemente, garantendo vantaggi in termini di velocità
di calcolo.
• In assenza della possibilità di effettuare la misura in
“Channel Power” e di filtri di canale, è possibile
effettuare la misura mantenendo i valori consigliati di RBW,
VBW, SPAN e SWEEP TIME e predisponendo un banco di misura
che consenta di calcolare il valore della potenza spettrale
associato alla traccia acquisita risolvendo in modo autonomo
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l’equazione:
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅⋅= ∑
i
Ps
i
NNBWB
CP 1010 101log10 (5.11)
CP è la potenza misurata sul canale, in unità logaritmiche;
Bs è la banda di integrazione (5 MHz);
NBW è la banda equivalente di rumore sull’analizzatore di
spettro;
N è il numero di pixel contenuti nella banda di
integrazione;
Pi è la potenza associata a ciascun pixel, misurata in unità
logaritmiche.
Mediante l’analizzatore di spettro si possono effettuare misure
istantanee, integrando su tutta la banda del canale radio
appartenente alla SRB che si intende esaminare. Il rivelatore deve
essere del tipo “Sample” o “RMS” e non “Peak” o “Negative Peak”.
E’ opportuno utilizzare rivelatori di tipo Sample o RMS, in quanto
sono i soli rivelatori che forniscono risultati che rendono
possibile il calcolo della potenza complessiva. I rivelatori di tipo
picco non sono adatti per misura di segnali noise-like, tra cui
rientrano i segnali UMTS, in quanto non può essere stabilita la
correlazione tra la tensione video rilevata e il segnale di potenza
in input.
Per la rappresentazione sul display del pixel n-esimo in base
all’impostazione del detector si possono visualizzare il valore
medio (Average), il primo valore della serie (Sample), il valore
massimo (Max Peak) ed il valore minimo (Min Peak), il valore
efficace dei campioni (RMS).
Siccome i segnali con modulazione digitale sono noise-like, la
traccia ottenuta con un detector Sample è soggetta a grandi
variazioni.
Il detector RMS dà risultati più stabili, perché la potenza per
pixel è calcolata sulla base di diversi valori misurati, ed inoltre
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il tempo di misura può essere aumentato per permettere la media
della traccia. Il detector RMS è quindi in genere una scelta
migliore per misure in channel power.
Per quanto riguarda la media su 6 minuti, la procedura opportuna é
quella di effettuare una media delle potenze di canale calcolate in
vari istanti successivi (su analizzatore o in post-elaborazione),
valutando il numero di tracce necessario per garantire un tempo
totale di misura di almeno 6 minuti.
Le linee guida CEI 211-10 forniscono specifiche valide per le misure
UMTS per quanto riguarda le condizioni generali di misura, la
disposizione e le caratteristiche della strumentazione passiva e la
ricostruzione spaziale del campo elettrico, mentre sono necessarie
alcune precisazioni per le procedura da seguire per l’allestimento e
le elaborazioni con analizzatore di spettro o vettoriale.
• Le misure possono essere effettuate sia nel campo lontano
che nel campo vicino delle sorgenti esaminate, stimando come
distanza limite R la più stringente tra quelle determinate
con le relazioni:
R≥3λ e R≥2D2Probe/λ
λ: lunghezza d’onda espressa in metri;
DProbe: dimensione massima dell’antenna ricevente utilizzata,
trasversale alla direzione, espressa in metri.
• In accordo ai limiti sopra indicati, il punto di misura è
generalmente conseguente all’indagine panoramica eseguita
con gli strumenti a banda larga.
• Le misure possono essere di tipo direzionale o isotropo.
• Nel caso di misure direzionali si possono utilizzare antenne
genericamente direttive. Le misure devono essere effettuate
in condizioni di puntamento, quindi di visibilità delle
sorgenti, per due condizioni di polarizzazione ortogonali
dell’antenna ricevente. Il modulo del campo totale viene
99
ricavato secondo la relazione:
yxT EEE 22 += [V/m] (5.12)
• La misura direzionale non tiene conto di effetti di
riflessione elettromagnetica provenienti su direzioni
lontane dall’asse di trasmissione dell’antenna ricevente o
di eventuali depolarizzazioni presenti sull’asse di
propagazione del campo ricevuto.
• Nel caso di misure isotrope, devono essere utilizzate
antenne di tipo dipolo; possono effettuarsi misure anche in
condizioni di non visibilità delle sorgenti, per tre
posizioni reciprocamente ortogonali dell’antenna ricevente
imperniate sul relativo centro di fase. Il modulo del campo
totale viene ricavato tramite la formula:
zyxT EEEE 222 ++= [V/m] (5.13)
• La misura isotropa contempla gli effetti di riflessioni
elettromagnetiche genericamente distribuite nell’intorno del
punto di misura e di eventuali depolarizzazioni presenti
sull’asse di propagazione del campo ricevuto.
Nella tabella 16 sono riportati i parametri da impostare
sull’analizzatore di spettro.
Tabella 16
PARAMETRI IMPOSTATI
SULL’ANALIZZATORE DI SPETTRO
MISURA CANALI UMTS NEL
DOMINIO DELLA FREQUENZA
RBW ≥ 50 kHz
VBW ≥ 3*RBW
CENTER FREQ n MHz
FREQ SPAN 5 MHz
SWEEP TIME 100-500 ms
TRIGGER _
TRACE _
MARKER NORMAL
CHANNEL SPACING 5 MHz
CHANNEL BANDWIDTH 5 MHz
100
La resolution bandwidth (RBW) deve essere piccola rispetto alla
larghezza del canale (soprattutto per discriminare tra canali
adiacenti). La migliore RBW è tipicamente l’1%-3% della larghezza di
canale (se è troppo piccola, lo sweep time aumenta troppo).
Quando si usa un detector Sample o RMS, la video banwidth (VBW) deve
essere almeno 3 volte l’RBW, al fine di evitare l’effetto di media
sulla tensione video, con conseguente sottostima dei segnali noise-
like.
Può essere una buona scelta fissare lo span più piccolo possibile in
relazione alla larghezza di banda, al fine di avere il maggior
numero di pixel possibile nella banda su cui si calcolerà il channel
power (prestando attenzione alla discriminazione di eventuali
segnali adiacenti).
5.7.2.4 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZA NELLA MISURA DEI CAMPI
ELETTROMAGNETICI A RADIOFREQUENZA CON STRUMENTI A BANDA
STRETTA
Il valore del campo elettrico in V/m non deriva da una lettura
diretta dello strumento ma deve essere calcolato mediante la
seguente formula:
V=10(dBm+AF+CA-13.01)/20 (5.14)
dBm è l’ampiezza del segnale letto sull’analizzatore;
AF (dB) è il fattore d’antenna;
CA (dB) è l’attenuazione del cavo.
Per il calcolo dell’incertezza standard combinata Uc della componente
i-esima della frequenza j-esima si utilizza la seguente formula:
)()()()/(2010ln)/( ,
2,
2,
2,,, dBUdBUdBUmVEmVU jCAjAFidBmjijijc ++⋅⋅= . (5.15)
Essa rappresenta l’incertezza associata a ciascun picco rilevato per
ogni frequenza portante in ognuna delle tre posizioni.
L’incertezza standard combinata dell’intensità di campo elettrico
della frequenza j-esima è:
101
∑⋅=
iijcij
jjc UE
EmVU ,,
2,
2,
1)/(. (5.16)
Essa rappresenta l’incertezza associata ad ogni determinata
frequenza: Ej è il campo totale alla frequenza jesima.
L’incertezza standard combinata dell’intensità di campo elettrico
totale sarà quindi:
∑⋅=
jjcj
totc UE
EmVU ,
221)/(. (5.17)
I fattori che compaiono nell’espressione dell’incertezza totale sono
calcolati come valutazioni di incertezze di tipo B (grandezze che
non sono valutate da osservazioni ripetute ma da specifiche di
calibrazione e da caratteristiche di costruzione della
strumentazione8):3
σ=jU (5.18)
e di tipo A (grandezze di cui si conosce la distribuzione
statistica): 2σ=jU (5.19)
Ad ogni valore di misura viene quindi associata l’incertezza estesa
con un fattore di copertura k=2, corrispondente ad un livello di
confidenza pari al 95% per cui si avrà:
Emis = (Eletto ± 2⋅Uc) [V/m]. (5.20)
L’analisi dell’incertezza sulla misura in banda stretta dovrebbe
comprendere le incertezze introdotte da ogni singolo componente
appartenente alla catena di acquisizione.
• Antenna: ogni antenna ha un certificato di calibrazione in
cui è riportato, al variare della frequenza, il relativo
fattore d’antenna (AF), che è conosciuto con incertezza
nota. Inoltre occorre tenere in considerazione il
coefficiente di disadattamento tra antenna e cavo, perciò si
deve conoscere il valore del coefficiente VSWR dell’antenna
8 Vedi “Guida all’espressione dell’incertezza di misura” UNI CEI ENV 13005
102
e del cavo al variare della frequenza, per poter ricavare il
coefficiente di riflessione ρ rispettivamente dell’antenna e
del cavo. In generale, l’espressione usata per il calcolo
dell’errore massimo di disaccoppiamento in dB è dato da:
Errore(dB)=-20⋅log[1 ± (ρantenna)⋅(ρcavo)], (5.21)
( )( )1
1+−=
VSWRVSWRρ coefficiente di riflessione. (5.22)
• Cavo: la presenza del cavo introduce un’attenuazione in
funzione della frequenza del segnale in esame, dovuto alla
non idealità del cavo stesso. Occorre perciò conoscere il
coefficiente VSWR (legato alla riflessione) per poter
calcolare l’errore sul disaccoppiamento tra antenna e cavo e
tra cavo ed analizzatore. Nei certificati di taratura del
cavo in genere si rintracciano l’incertezza con cui si
conosce il fattore di attenuazione del cavo e quella del
fattore VSWR.
• Analizzatore di spettro: per l’analisi dell’incertezza
occorre considerare il contributo all’incertezza di ogni
componente dello strumento. I componenti che contribuiscono
all’incertezza sono:
1. Disaccoppiatore al connettore;
2. Attenuatore di ingresso a RF;
3. Filtro di ingresso (IF) e Mixer;
4. Guadagno dell’amplificatore IF;
5. Filtro RBW (indicato con IF filter);
6. Affidabilità della scala sul display;
7. Calibratore.
103
Figura 29 elementi appartenenti catena di acquisizione
1. DISACCOPPIAMENTO DELL’IMPEDENZA DI INGRESSO AL CONNETTORE
L’impedenza di disaccoppiamento, dovuta alla non esatta impedenza di
ingresso dell’analizzatore e alla non idealità dell’impedenza di
uscita. In generale l’espressione usata per il calcolo dell’errore
massimo di disaccoppiamento in dB è:
Errore(dB)=-20⋅log[ 1± (ρanalizazzatore)⋅(ρsorgente)], (5.23)
dove:
ρ è il coefficiente di riflessione data dall’espressione già vista
precedentemente tra antenna e cavo.
Nel data sheet dell’analizzatore di spettro e nel certificato di
taratura del cavo, sono riportati i valori VSWR in funzione della
frequenza del segnale rilevato.
2. ATTENUATORE DI INGRESSO RF
Nel data sheet dello strumento è riportato, per ogni valore o range
di valori che può assumere l’input attenuation (attenuatore
d’ingresso), l’incertezza espressa in dB.
L’attenuatore in ingresso influenza la risposta in frequenza
dell’analizzatore.
3. FILTRO DI INGRESSO E MIXER
Come si può notare dal diagramma a blocchi, il segnale in uscita
dall’attenuatore d’ingresso passa attraverso un filtro passa basso o
104
un preselettore, in funzione della frequenza di ingresso del
segnale, per poi entrare in un Mixer ove vi è un apporto del segnale
dell’oscillatore locale. Il fattore di incertezza legato al fatto
che il segnale passa attraverso tali elementi è detto risposta in
frequenza. Esso rappresenta il maggior contributo sull’incertezza
totale del sistema di misura.
4. GUADAGNO DELL’AMPLIFICATORE IF
Il segnale viene convertito in un segnale a frequenza intermedia
(IF) e viene amplificato ed aggiustato da un filtro IF per
compensare i cambiamenti introdotti dall’attenuatore d’ingresso e
dal Mixer. Il segnale amplificato viene riferito alla linea in alto
del display graduato, detta reference level. L’amplificatore e
l’attenuatore lavorano ad una sola frequenza e non contribuiscono
alla risposta in frequenza. È presente comunque sempre una
determinata incertezza sulla conoscenza del livello di riferimento
impostato manualmente sulla scala del display, detta “reference
level accuracy”.
5. FILTRO RBW (indicato con IF filter)
La resolution Bandwidth (RBW) è un parametro impostabile durante le
misure: differenti impostazioni del filtro portano a differenti
perdite di “intersezione” con il segnale in esame e quindi ad una
diversa lettura dell’ampiezza del segnale in esame. In genere si usa
il filtro più largo possibile, compatibilmente con le
caratteristiche del segnale di misura.
6. AFFIDABILITÀ DELLA SCALA SUL DISPLAY DOVUTO ALL’AMPLIFICATORE
LOGARITMICO
Il display dell’analizzatore di spettro comunemente è usato, per le
ampiezze, in scala logaritmica. Un valore tipico è 10 dB per
divisione, oppure 1 dB/div. Per ottenere ciò, il segnale, uscito
dall’IF filter (RBW) passa attraverso un amplificatore di tipo
logaritmico.
Le caratteristiche di guadagno dell’amplificatore sono
approssimabili ad una curva di tipo logaritmica: ogni deviazione
105
dalla ideale curva logaritmica introduce perciò un’ulteriore
incertezza sulla lettura dell’ampiezza del segnale. Un problema
analogo si ha quando l’analizzatore lavora in modo lineare: questo
tipo di incertezza è detta display fidelity.
7. CALIBRAZIONE
Le misure assolute, sono effettuate utilizzando il generatore
interno di riferimento, o qualsiasi altro segnale noto in ampiezza e
frequenza (tipicamente un segnale sinusoidale) di cui si conosce
l’ampiezza e la frequenza. Molti analizzatori di spettro hanno il
generatore interno di riferimento, che produce il segnale utile alla
verifica della calibrazione (amplitude reference).
5.8 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA NELLE CAMPAGNE DI
MISURA
5.8.1 STRUMENTAZIONE IN BANDA LARGA
Lo strumento a banda larga utilizzato per tutte le campagne di
misura è il modello EMR 300 WANDEL&GOLTERMANN, dotato di sonda
isotropica type 8.20 con gamma di frequenza da 100 kHz a 3 GHz,
sensibilità di 0.6 V/m e risoluzione del display di 0.01 V/m.
Il range di ampiezza è compreso tra 0.6 V/m e 800 V/m.
Dalle specifiche fornite dal costruttore dello strumento EMR 300
WANDEL&GOLTERMANN,9 dotato di sonda isotropica type 8.20, utilizzato
nelle campagne di misura, si ricavano i seguenti valori:
Tabella 17 Incertezza sulla linearità (Li)
Valori di CEM
(V/m)
INCERTEZZA
(dB)
Da 0.6 a 1.25 ± 3
Da 1.25 a 2.5 ± 1
Da 2.5 a 400 ± 0.5
Da 400 a 800 ± 0.3
9 vedi appendice capitolo 5
106
Tabella 18 Risposta in frequenza (Ri)
RANGE DI FREQUENZE F INCERTEZZA
(dB)
Da 100 MHz a 3 GHz ± 2.4
Tabella 19 Deviazione isotropica (Di)
RANGE DI FRQUENZE INCERTEZZA
(dB)
f> 1 MHz ± 1 dB
Tabella 20 Errore assoluto di calibrazione (EA)
ERRORE ASSOLUTO DI
CALIBRAZIONE (EA)
± 1 dB
Di seguito sono riportati i calcoli delle incertezze da associare ai
valori rilevati nelle 4 campagne di misura effettuate.
PRIMA CAMPAGNA DI MISURA:
Uli= ± 1/√3 = ± 0.58 dB (1.25 V/m<Eletto<2.5 V/m)
URf= ± 2.4/√3 = ± 1.39 dB
UDi= ± 1/√3 = ± 0.58 dB
UEA = ± 1/√3 = ± 0.58 dB
L’incertezza standard combinata espressa in V/m è data da:
22 )39.1()58.0(32010ln +⋅××= lettoc EU = ± (0.11⋅1.82⋅1.71)= ± 0.34 dB
SECONDA CAMPAGNA DI MISURA:
Uli= ± 3/√3 = ± 1.73 dB (0.6 V/m<Eletto<1.25 V/m)
URf= ± 2.4/√3 = ± 1.39 dB
UDi= ± 1/√3 = ± 0.58 dB
UEA = ± 1/√3 = ± 0.58 dB
L’incertezza standard combinata espressa in V/m è data da:
107
222 )39.1()58.0(2)73.1(2010ln +⋅+××= lettoc EU = ± (0.11⋅1.02⋅2.37) = ± 0.27 dB
TERZA CAMPAGNA DI MISURA:
Uli= ± 1/√3 = ± 0.58 dB (1.25 V/m<Eletto<2.5 V/m)
URf= ± 2.4/√3 = ± 1.39 dB
UDi= ± 1/√3 = ± 0.58 dB
UEA = ± 1/√3 = ± 0.58 dB
L’incertezza standard combinata espressa in V/m è data da:
22 )39.1()58.0(32010ln +⋅××= lettoc EU = ± (0.11⋅2.38⋅1.71)= ± 0.45 dB
QUARTA CAMPAGNA DI MISURA:
Uli= ± 3/√3 = ± 1.73 dB (0.6 V/m<Eletto<1.25 V/m)
URf= ± 2.4/√3 = ± 1.39 dB
UDi= ± 1/√3 = ± 0.58 dB
UEA = ± 1/√3 = ± 0.58 dB
L’incertezza standard combinata espressa in V/m è data da:
222 )39.1()73.1()58.0(22010ln ++⋅××= lettoc EU = ± (0.11⋅0.7⋅2.37) = ± 0.18 dB
5.8.2 STRUMENTAZIONE IN BANDA STRETTA
L’analizzatore di spettro è il modello Agilent E4402B, dotato della
funzione Channel Power. Lo strumento lavora in un intervallo di
frequenze compreso tra 9 kHz e 3 GHz: all’accensione si autocalibra.
Dal data sheet dell’analizzatore10 si ricavano le incertezze
associate ad ogni componente dello strumento.
10 vedi appendice capitolo 5.
108
Tabella 21 Incertezze analizzatore di spettro
COMPONENTI DELLO
STRUMENTO
INCERTEZZA ASSOCIATA
(dB)
ATTENUATORE DI
INGRESSO
± 0.3
FILTRO DI INGRESSO E
MIXER
± 0.46
GUADAGNO FILTRO IF ± 0.3
FILTRO IF ± 0.3
AMPLIFICATORE
LOGARITMICO
± 0.5
CALIBRAZIONE ± 0.34
L’incertezza legata all’attenuatore d’ingresso vale ± 0.3 dB con
fattori di attenuazione tra 0-15 dB.
L’incertezza associata al filtro di ingresso e mixer per valori di
temperatura tra 20° e 30°è ± 0.46 dB.
La “reference level accuracy” legata al guadagno del filtro IF è ±
0.3 dB.
L’incertezza legata al IF Filter è pari a ± 0.3 dB.
La display fidelity relativa all’amplificatore logaritmico è ± 0.5
dB.
L’incertezza associata alla calibrazione effettuata con un segnale
utile di ampiezza pari a – 20 dBm e frequenza di 50 MHz è ± 0.34 dB.
La sonda isotropica è l’antenna biconica modello PCD 8250, collegata
tramite cavo Teseo all’analizzatore di spettro distante 3 m circa;
in figura 30 è riportata una foto dell’antenna posizionata sul
cavalletto.
109
Figura 30 Antenna biconica su terrazzo hotel Londra (M.M)
L’antenna PCD 8250 ha un fattore d’antenna pari a ± 1 dB.
Per il fattore di attenuazione del cavo Teseo l’incertezza è pari a
± 0.35 dB.
In base a quanto riportato nel paragrafo 5.7.2.4 si ricava:
σdBm(dB) = (0.342 + 0.52 + 0.32 + 0.32 + 0.462 + 0.32)1/2 = ± 0.9 dB
σAF (dB) = ± 1 dB
σCaj (dB)= ± 0.35 dB
Quindi:
UdBm,j,i = σdBm/√3 = ± 0.5 dB
UAF,j = σAF/2 = ± 0.5 dB
UCA,j = σCaj/2 = ± 0.2 dB
Uc,j,i(V/m) = ± 0.08⋅Ej,i(V/m)
110
5.9 CAMPAGNE DI MISURA
1. CAMPAGNA DI MISURA PRESSO HOTEL LONDRA XVI TRAVERSA MILANO
MARITTIMA (CERVIA) 04/07/05
La prima campagna di misura è stata effettuata sul balcone al 5°
piano dell’hotel a 16.5 m di altezza sul livello del mare. Nelle
vicinanze, precisamente alle distanze ed altezze riportate in
tabella 22, si trovano gli impianti per trasmissione di telefonia
mobile dei Gestori: VODAFONE, TIM, WIND e H3G. Gli impianti di TIM e
OMNITEL comprendono i sistemi GSM 900, DCS 1800 e UMTS; H3G presenta
solo UMTS, mentre WIND GSM 900 e DCS 1800. La campagna di misura è
iniziata alle 10 circa ed è stata conclusa intorno alle 12:30.
Tabella 22 Caratteristiche impianti
GESTORE ALTEZZA IMPIANTO
(m)
DISTANZA DEGLI IMPIANTI
DAL PUNTO DI MISURA (m)
SUL PIANO ORRIZZONTALE
VODAFONE 27.9 49
TIM 30.95 120
WIND 28.7 161
H3G 27.08 179
Figura 31 Posizione antenne e punto di misura
111
Prima di allestire la postazione per le misure, è stata effettuata
una prima ricognizione con lo strumento a banda larga per
individuare il punto in cui il valore del campo elettrico risultava
essere più elevato. É stato posizionato quindi il cavalletto, su cui
deve essere collocato lo strumento, e la misura è stata prelevata
per 6 minuti. Lo strumento fornisce il valore efficace del campo
elettrico totale presente durante l’intervallo di misura all’interno
della banda passante dello strumento, calcolato mediante media
trascinata sugli ultimi 6 minuti.
Il valore letto sullo strumento è:
Emis = (Eletto ± 2⋅Uc)= (1.8 ± 0.7) [V/m].
Terminata la misura in banda larga si è allestita la postazione per
effettuare rilevazioni con l’analizzatore di spettro.
Per ogni gestore sono state effettuate tre misure per un intervallo
di tempo di 6 m, corrispondenti alle 3 orientazioni dell’antenna
reciprocamente ortogonali, secondo le specifiche CEI. I parametri
sull’analizzatore sono stati impostati seguendo le indicazioni delle
norme CEI 211-10 VARIANTE 1 e vengono riportati nella tabella 23.
Tabella 23
PARAMETRI IMPOSTATI
SULL’ANALIZZATORE DI SPETTRO
MISURA CANALI UMTS NEL DOMINIO
DELLA FREQUENZA
RBW 100 kHz
VBW 300 kHz
CENTER FREQ n MHz
FREQ SPAN 5 MHz
SWEEP TIME 300 ms
TRIGGER _
TRACE _
MARKER NORMAL
CHANNEL SPACING 5 MHz
CHANNEL BANDWIDTH 5 MHz
I valori dello spettro UMTS sono stati trascritti manualmente: il
rivelatore utilizzato è di tipo RMS. Nella tabella 24 sono raccolti
i valori del campo elettrico per ciascun operatore, per ciascuna
posizione, il valore totale di ciascun operatore ed il valore totale
112
del campo elettrico UMTS comprensivi del fattore di attenuazione
dell’antenna e del cavo, preimpostati nell’analizzatore e riportati
in appendice, con relativa incertezza calcolata secondo il
procedimento riportato al paragrafo 5.7.2.4.
Tabella 24
OPERATORE BANDA DI
FREQUENZA
ASSEGNATA
MHz
CAMPO ELETTRICO
IN POSIZIONE 1
(V/m)
CAMPO ELETTRICO IN
POSIZIONE 2
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
IN POSIZIONE 3
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
TOTALE
(V/m)
VODAFONE 2158-2168 (0.12 ± 0.01) (0.13 ± 0.01) (0.032 ± 0.003) (0.180 ± 0.001)
TIM 2125-2135 (0.15 ± 0.01) (0.069 ± 0.005) (0.15 ± 0.01) (0.223 ± 0.001)
H3G 2145-2160 (41 ± 3)⋅E-6 (51 ± 4)⋅E-6 (51 ± 4)⋅E-6 (83 ± 4)⋅E-6
CAMPO ELETTRICO TOTALE UMTS (V/m) (0.287 ± 0.002)
Si nota che la componente del campo elettrico relativa ad H3G è di 4
ordini di grandezza inferiore rispetto alle altre due componenti:
quindi il suo contributo può essere trascurato.
2. CAMPAGNA DI MISURA PRESSO HOTEL GRANADA V TRAVERSA MILANO
MARITTIMA (CERVIA) 14/07/05
La misura è iniziata alle ore 10:20 sul balcone al 5 piano
dell’hotel sul lastricato solare lato ovest a 16.5 m di altezza dal
suolo. L’impianto sotto esame del gestore H3G è situato
sull’edificio di fronte all’hotel come mostrato in figura 32, ad un’
altezza di 24 m e ad una distanza dal punto di misura sul piano
orizzontale di 48 m.
113
Figura 32 Strumento in banda larga su balcone hotel Granada. Di fronte impianto H3G
Figura 33 Posizione antenne e punto di misura
114
Lo strumento in banda larga, è stato posizionato nel punto dove il
valore del campo elettromagnetico è risultato più elevato dopo una
prima ricognizione.
Operando con la stessa modalità della campagna di misura precedente
è stata effettuata una prima rilevazione del campo elettromagnetico
totale, che è risultato essere pari a:
Emis = (Eletto ± 2⋅Uc)= (1.0 ± 0.5) [V/m].
Ad ogni valore di misura viene quindi associata l’incertezza estesa
con un fattore di copertura k=2.
Per quanto riguarda la misura in banda stretta si è impostato
l’analizzatore di spettro con i parametri riportati in tabella 25
come prescritto dalle norme CEI.
Tabella 25
PARAMETRI IMPOSTATI
SULL’ANALIZZATORE DI SPETTRO
MISURA CANALI UMTS NEL
DOMINIO DELLA FREQUENZA
RBW 100 kHz
VBW 300 kHz
CENTER FREQ 2152.5 MHz
FREQ SPAN 5 MHz
SWEEP TIME 300 ms
TRIGGER _
TRACE _
MARKER NORMAL
CHANNEL SPACING 5 MHz
CHANNEL BANDWIDTH 5 MHz
Nella tabella 26 sono raccolti i valori del campo elettrico per
ciascuna posizione ed il valore totale del campo elettrico UMTS
comprensivi del fattore di attenuazione dell’antenna e del cavo,
preimpostati nell’analizzatore e riportati in appendice, con
relativa incertezza calcolata secondo il procedimento riportato al
paragrafo 5.7.2.4
115
Tabella 26
OPERATORE BANDA DI
FREQUENZA
ASSEGNATA
MHz
CAMPO
ELETTRICO IN
POSIZIONE 1
(V/m)
CAMPO
ELETTRICO IN
POSIZIONE 2
(V/m)
CAMPO
ELETTRICO IN
POSIZIONE 3
(V/m)
CAMPO
ELETTRICO
TOTALE
(V/m)
H3G 2145-2160 (0.18 ± 0.01) (0.54 ± 0.04) (0.22 ± 0.02) (0.61 ± 0.08)
Figura 33 Spettri del campo elettrico prelevati nelle tre orientazioni dell’antenna
In figura 33 sono mostrati i tre spettri del campo elettromagnetico
nelle tre orientazioni dell’antenna.
3. CAMPAGNA DI MISURA PRESSO HOTEL ANTONY VIALE TITANO 144
PINARELLA DI CERVIA 14/07/05
La misura è iniziata alle ore 12:15 sul balcone di una camera lato
nord-ovest dell’hotel Antony al terzo piano a circa 10.5 m di
altezza dal suolo. Sull’edificio è installato l’impianto del gestore
TIM, a 7 m di distanza sul piano orizzontale dal punto di misura e
ad un’altezza di 23.95 m, mentre sul centro commerciale limitrofo è
installato l’impianto di Vodafone ad altezza di 29 m e ad una
distanza sul piano orizzontale di 141 m dal punto di misura.
Entrambe i gestori presentano sistemi GSM 900, DCS 1800 e UMTS.
-4,00E+01
-3,50E+01
-3,00E+01
-2,50E+01
-2,00E+01
-1,50E+01
-1,00E+01
-5,00E+00
0,00E+00
2149
5000
00
2149
9350
00
2150
3700
00
2150
8050
00
2151
2400
00
2151
6750
00
2152
1100
00
2152
5450
00
2152
9800
00
2153
4150
00
2153
8500
00
2154
2850
00
2154
7200
00
2155
1550
00
Serie3
Serie1
Serie2
116
Figura 34 Posizione antenne e punto di misura
Lo strumento in banda larga, è stato posizionato nel punto dove il
valore del campo elettromagnetico è risultato più elevato dopo una
prima ricognizione . Il valore totale di campo magnetico presente è:
Emis = (Eletto ± 2⋅Uc)= (2.4 ± 0.9) [V/m].
Ad ogni valore di misura viene quindi associata l’incertezza estesa
con un fattore di copertura k=2.
La misura in banda stretta è stata effettuata impostando
l’analizzatore con gli stessi parametri riportati in tabella 25 con
l’unica modifica relativa al centro frequenza che in questo caso è
2162.7 MHz per Vodafone e 2127.5 MHZ per TIM.
Nella tabella 27 sono raccolti i valori del campo elettrico per
ciascun operatore, per ciascuna posizione, il valore totale di
ciascun operatore ed il valore totale del campo elettrico UMTS
comprensivi del fattore di attenuazione dell’antenna e del cavo,
preimpostati nell’analizzatore e riportati in appendice, con
relativa incertezza calcolata secondo il procedimento riportato al
paragrafo 5.7.2.4.
117
Tabella 27
OPERATORE BANDA DI
FREQUENZA
ASSEGNATA
MHz
CAMPO ELETTRICO
IN POSIZIONE 1
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
IN POSIZIONE 2
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
IN POSIZIONE 3
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
TOTALE
(V/m)
VODAFONE 2158-2168 (0.099 ± 0.008) (0.064 ± 0.005) (0.032 ± 0.003) (0.122 ± 0.007)
TIM 2125-2135 (0.027 ± 0.002) (0.027 ± 0.002) (0.034 ± 0.003) (0.051 ± 0.002)
CAMPO ELETTRICO TOTALE UMTS (V/m) (0.132 ± 0.006)
In figura 35 è mostrato lo spettro della rilevazione relativa alla
posizione 3 dell’antenna per Vodafone.
Figura 35 Spettro relativo alla componente del campo elettrico in posizione 3
4. CAMPAGNA DI MISURA PRESSO OSPEDALE DI CERVIA 14/07/’05
La misura è iniziata alle ore 15.25 sulla scala antincendio
all’ultimo piano dell’ospedale di Cervia. L’impianto più vicino
dista 232 m sul piano orizzontale dal punto di misura ed è quello di
Vodafone: esso è mostrato in figura 36 e 37. L’impianto è collocato
su un traliccio ad un’altezza di 28.8 m, mentre il punto di misura
si trova a 11 m di altezza dal suolo. Sono presenti i sistemi GSM
900, DCS 1800 e UMTS.
-4,50E+01
-4,00E+01
-3,50E+01
-3,00E+01
-2,50E+01
-2,00E+01
-1,50E+01
-1,00E+01
-5,00E+00
0,00E+00
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
2E+0
9
Serie2
119
Prima è stato prelevato il valore del campo elettromagnetico totale,
con strumentazione in banda larga, pari a:
Emis = (Eletto ± 2⋅Uc)= (0.7 ± 0.4) [V/m].
Ad ogni valore di misura viene quindi associata l’incertezza estesa
con un fattore di copertura k=2.
La misura in banda stretta è stata effettuata impostando
l’analizzatore con gli stessi parametri riportati in tabella 25 con
l’unica modifica relativa al centro frequenza che in questo caso è
2162.5 MHz.
Nella tabella 28 sono raccolti i valori del campo elettrico per
ciascuna posizione ed il valore totale del campo elettrico UMTS
comprensivi del fattore di attenuazione dell’antenna e del cavo,
preimpostati nell’analizzatore e riportati in appendice, con
relativa incertezza calcolata secondo il procedimento riportato al
paragrafo 5.7.2.4
Tabella 28
OPERATORE BANDA DI
FREQUENZA
ASSEGNATA
MHz
CAMPO ELETTRICO
POSIZIONE 1
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
POSIZIONE 2
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
POSIZIONE 3
(V/m)
CAMPO ELETTRICO
TOTALE
(V/m)
VODAFONE 2158-2168 (0.068 ± 0.005) (0.100 ± 0.008) (0.043 ± 0.003) (0.128 ± 0.007)
Figura 38 spettri del campo elettrico nelle tre posizioni dell’antenna
ospedale
-5,00E+01
-4,50E+01
-4,00E+01
-3,50E+01
-3,00E+01
-2,50E+01
-2,00E+01
-1,50E+01
-1,00E+01
-5,00E+00
0,00E+00
2160
0000
00
2160
2875
00
2160
5750
00
2160
8625
00
2161
1500
00
2161
4375
00
2161
7250
00
2162
0125
00
2162
3000
00
2162
5875
00
2162
8750
00
2163
1625
00
2163
4500
00
2163
7375
00
2164
0250
00
2164
3125
00
2164
6000
00
2164
8875
00
freq
dBm
Serie1Serie2Serie3
120
In figura 38 sono mostrati i tre spettri del campo elettromagnetico
nelle tre orientazioni dell’antenna.
5.10 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Tutte le misurazioni sono state effettuate con la strumentazione
dell’Arpa di Ravenna e con la collaborazione dei tecnici del
Servizio Sistemi Ambientali della sezione provinciale di Ravenna,
che mi hanno accompagnato in tutte le campagne di misura.
L’analizzatore di spettro in dotazione all’Arpa di Rimini non
presenta infatti la possibilità di effettuare misure in modalità
Channel Power.
Dalle misure effettuate e dai dati raccolti emerge che i valori di
campo elettromagnetico presenti nei punti più significativi, cioè
nelle vicinanze degli impianti per la telefonia mobile, sono
inferiori di molto ai limiti fissati dalle normative. In particolare
dalle nostre campagne di misura il valore più alto prelevato è
risultato essere (2.4 ± 0.9) V/m in banda larga, comprendente quindi
ogni possibili sorgente di emissione presente al momento della
misura. Discriminando poi le varie componenti dello spettro tramite
analizzatore, il campo elettromagnetico generato da impianti UMTS è
risultato al massimo pari a (0.61±0.08) V/m, nella seconda campagna
di misura in cui la SRB si trova in prossimità del punto di misura
come mostrato in figura 32.
In tabella 29 sono riportati i valori di campo elettromagnetico in
banda larga, i valori di campo elettromagnetico totale UMTS, il
rapporto tra valore di campo elettromagnetico totale UMTS e valore
di campo elettromagnetico in banda larga e la corrispondente % per
le 4 campagne di misura effettuate.
121
Tabella 29
CAMPAGNA
DI MISURA
CAMPO ELETTRICO
BANDA LARGA [V/m]
CAMPO ELETTRICO
TOTALE UMTS [V/m]
RAPPORTO
EUMTS/ETOT
% EUMTS
su ETOT
1 (1.8 ± 0.7) (0.287 ± 0.002) (0.16 ± 0.06) 16
2 (1.0 ± 0.5) (0.61 ± 0.08) (0.6 ± 0.4) 60
3 (2.4 ± 0.9) (0.132 ± 0.006) (0.06 ± 0.02) 6
4 (0.7 ± 0.4) (0.128 ± 0.007) (0.2 ± 0.1) 20
Sia dalle misure effettuate che dai dati riportati precedentemente
emerge che l’impatto del sistema UMTS dal punto di vista del campo
elettromagnetico prodotto nell’ambiente risulta basso, rispetto ai
segnali in tecnologia UMTS. È da notare che per sistemi misti
(contemporanea presenza di segnali con frequenze GSM e UMTS) il
livello di campo EUMTS risulta sempre inferiore al 20% del valore di
campo totale ETOT. Nella seconda campagna di misura, in cui l’unico
segnale presente è rappresentato dal sistema UMTS, si nota che il
valore totale di campo elettrico, ETOT è confrontabile con il campo
EUMTS, considerando che è sempre presente un campo elettromagnetico di
fondo.
La complessa tecnologia utilizzata infatti mira ad ottenere
miglioramenti sulla capacità e contemporaneamente ad operare con
livelli di potenza contenuti: un esempio è la funzione di
macrodiversità11. II tipo di accesso multiplo, CDMA, inoltre è
disturbato da livelli elevati e non uniformi di potenza. Attraverso
lo studio del funzionamento del sistema si nota che esistono
algoritmi specifici “RRM” (Radio Resource Menagment) che mirano a
garantire la massima capacità del sistema conservando però i livelli
di qualità a valori prestabiliti ed il livello di interferenza e
carico al di sotto di opportune soglie. L’Admission Control ad
esempio vaglia ogni richiesta di chiamata per evitare che il sistema
vada in crisi a causa dell’aumento indiscriminato di interferenza
(in altri termini di potenza nelle celle). Il Power Control fa sì
11 vedi paragrafo 3.4.7 pp 62 capitolo 3.
122
che la potenza ricevuta dalla SRB in presenza di più stazioni mobili
sia allo stesso livello in modo da evitare squilibri di potenza tra
i segnali ricevuti.
Il Congestion Control “sorveglia” in continuazione lo stato di
carico della cella (potenza/interferenza) e agisce in modo da
prevenire eventuali cadute delle chiamate in corso. Il soft Handover
e softer Handover 12 si occupano del passaggio da una cella all’altra
aventi la stessa frequenza.
In dispense fornite ad Arpa da H3G13 viene presentato un confronto
tra sistema WCDMA e GSM 1800 in condizioni omogenee, ossia:
− Servizio voce
− Siti-trisettoriali
− Copertura indoor
− Due ambienti considerati: urbano e suburbano
− Fading alla Rayleigh e lognormale inclusi
Nelle tabelle 30 e 31 sono riportate le caratteristiche generali
degli apparati considerati:
Tabella 30
GSM Output power
[dBm]
Sensitivity
[dBm]
SRB 40 -110
MS power class 1 30 -104
Tabella 31
WCDMA Output power
[dBm]
Sensitivity [dBm]
(speech 12.2 kbps)
SRB 43 -124.9
UE power class 4 21 -118.4
Dal confronto emerge che per servire lo stesso numero di utenti
simultanei (48), nello stesso raggio di copertura (540 m) e nello
stesso ambiente (urbano), il sistema GSM necessità di una potenza di
12 vedi paragrafo 3.4.7 pp 62 capitolo 3.
13 M. Caselli, Area centro – nord H3G, “Introduzione alla gestione della risorsa
radio nel WCDMA”.
123
trasmissione maggiore (18.4 W) sia alla SRB, che al mobile (30 dBm)
rispetto al WCDMA (10 W per la SRB e 16.6 dBm per il mobile).
In termini di campo elettrico E per la tratta down-link il risparmio
di potenza è valutabile dalla relazione:
DGPE 30⋅⋅= (5.24)
se il rapporto tra le potenze UMTS e GSM è X, allora il rapporto dei
medesimi campi generati risulta √X (analogamente in termini di
distanze). Dagli esempi si ottiene:
Tabella 32
Ambiente PUMTS/PGSM E d
Urbano 54.3 % EUMTS = 74 % EGSM dUMTS = 74 %dGSM
Suburbano 60.2 % EUMTS = 78 % EGSM dUMTS = 78 %dGSM
Per quanto riguarda la tratta up-link nel caso del GSM il mobile
(MS) non trasmette in modo continuo come accade per un utente (UE)
del WCDMA, ma per 1/8 del tempo. Considerando questa
discretizzazione temporale, per gli esempi considerati si ottiene:
Tabella 33
Ambiente Potenze Tx dai mobili
Urbano PUE=36.3 %PMS
Suburbano PUE=33.8 %PMS