Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i...

66
Università degli Studi di Palermo C.I.R.P.I.E.T. MEDOCC Pagina 0 Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro individuato (metodologia di rilievo, parametri ed unità di misura, strumentazione necessaria, tipologia di output)

Transcript of Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i...

Page 1: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Capitolo 4

Schede tecniche per ciascun parametro individuato (metodologia di rilievo, parametri ed unità di misura,

strumentazione necessaria, tipologia di output)

Page 2: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.1 Metodi ed apparecchiature per la misura delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera

Le concentrazioni degli inquinanti nell'atmosfera vengono usualmente espresse in microgrammi a metro cubo (mg/mc); per l'ossido di carbonio la con-centrazione viene espressa in milligrammi a metro cubo (mg/mc). In alcuni casi le concentrazioni vengono espresse in parti per milione; la conversione delle due grandezze può essere effettuata mediante la relazione, valida alla temperatura di 25° ed alla pressione di 760 mm di mercurio:

µg/m3 = ppm A 106 /24500

in cui è stato indicato con A il peso molecolare dell'inquinante. Nel caso in si voglia esaminare il solo inquinamento da traffico, deve essere

previsto il monitoraggio almeno del CO, degli NO2, dell'SO2, del benzene e delle polveri.

La misura delle concentrazioni può essere effettuata mediante sistemi manuali e sistemi automatizzati. Nei primi il prelievo dei campioni, la misura e la registra-zione dei risultati, o di qualsiasi combinazione di questi, viene effettuata manual-mente. Nei secondi le operazioni indicate vengono effettuate automaticamente. I sistemi manuali hanno valore di metodologia di riferimento; i sistemi automatiz-zati vengono impiegati correntemente nel controllo della qualità dell'aria, in quanto adatti alla realizzazione di misurazioni continue, anche in postazioni re-mote, dalle quali i dati rilevati possono essere trasmessi via cavo (elettrico o a fibre ottiche), oppure via etere, ai punti centrali di controllo.

Per l'esecuzione delle misurazioni, in manuale ed in automatico, possono in generale essere utilizzate tecnologie e procedure differenti; le modalità di esecu-zione delle misurazioni, eseguite a fini ufficiali, sono state tuttavia standardizzate

Page 3: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

a livello normativo. I principali riferimenti sono costituiti, in primo luogo, dal DPCM 28.03.1983

«Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria nell'ambiente esterno», che contiene prescrizioni sui metodi analitici manuali applicabili per la misura delle concentrazioni delle particelle sospese, del biossido di zolfo, del biossido di azoto, del piombo, del monossido di carbonio, dell'ozono, degli idrocarburi totali, escluso il metano, e del fluoro. Ven-gono inoltre fornite indicazioni sulle caratteristiche dei sistemi automatici di misura del biossido di zolfo, del biossido di azoto, dell'ozono, dell'ossido di car-bonio e degli idrocarburi non metanici.

Nel successivo DPR 24.05.1988, n.203 «Attuazione delle direttive CEE nume-ri 80/779, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell'aria, relati-vamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell'art. 15 della Legge 183/87», relativamente ai metodi analitici manuali, sono state introdotte nuove procedure, sostitutive delle prece-denti, per la determinazione delle concentrazioni di SO„ NO2, materiale particel-lare e piombo; è stata inoltre aggiunta una procedura per la determinazione del-l'indice di fumo nero. Relativamente ai sistemi automatizzati, sono state fornite le specifiche degli analizzatori di biossido di azoto.

Infine, mediante il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 25.11.1994, «Aggior-namento delle norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli di atten-zione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto ministeriale 15.04.1994», vengono specifi-cati i metodi di misura delle concentrazioni in massa del materiale particolato di dia-metro aerodinamico inferiore a 10 mm (PM10) e del benzene.

Si ritiene in questa fase di descrivere i principi chimico-fisici dei metodi di misura previsti dalle normative relativamente al materiale particolato ed al ben-zene, rimandando, per gli altri inquinanti considerati, alle normative stesse per approfondimenti. Tabella 1- Possibili caratteristiche e requisiti minimi della rete di monitoraggio atmosferico

Parametro rilevato Esempio di apparecchiatura Intervallo di misura consigliato

Biossido di zolfo Spettroscopio fluorescenza UV 0 - 1310 µg/m3 Ossidi di azoto chemioluminescenza NO 0 – 1230 µg/m3

NO2 e NOX 0 - 1880 µg/m3

Monossido di carbonio Assorbimento a radazioni 0 – 100 mg/ m3 Polveri totali sospese Gravimetrico ---------------------- Polveri frazione resp. (PM10)

Attenuazione dei raggi β 0 – 2000 µg/m3

Idrocarburi totali Gascromatografia con rivelatore FID

0 – 10 PPM

Ozono Assorbimento a radiazione UV 0 – 700 mg/ m3

Page 4: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Le postazioni di rilevamento automatiche sono costituite da uno o più cam-pionatori o analizzatori automatici, a seconda del numero di inquinanti da moni-torare, racchiusi in un locale oppure in una capannina coibentata; la capannina è in genere realizzata in modo da poter essere trasportata, qualora si desideri spostare il punto di misura. La capannina deve essere dotata di alimentazione elettrica (si adotta in genere la tensione standard di rete), e di un sistema di climatizzazione. In genere le singole postazioni sono collegate fisicamente (mediante cavi elettrici oppure a fibre ottiche), o via radio, al posto centrale di elaborazione e controllo, a cui i dati rilevati, insieme ai parametri di controllo degli analizzatori, vengono tra-smessi con continuità. Qualora il collegamento diretto con la centrale di controllo risulti difficile, oppure non sia necessario disporre dei dati in tempo reale, è possi-bile realizzare postazioni di rilevamento gestite integralmente da un computer locale, che effettua anche la registrazione dei dati su supporto magnetico; gli addetti alla manutenzione della postazione provvedono periodicamente a leggere il supporto magnetico in sito, oppure a trasportarlo per la lettura al centro di con-trollo.

Il numero di postazioni di rilevamento deve essere scelto in funzione dei seguenti parametri:

- caratteristiche topografiche e meteo-climatiche dell'area di studio; - densità, distribuzione ed intensità delle sorgenti di emissione; - densità e distribuzione della popolazione.

Le postazioni di rilevamento vengono organizzate in reti, la cui estensione spaziale può essere molto diversa, a secondo dello scopo del monitoraggio.

Allorché si ritiene sufficiente estendere il monitoraggio ad archi di tempo limitati, effettuando nel contempo misurazioni in numerosi punti, si preferisce ricorrere a laboratori mobili. Tali laboratori sono costituiti da furgoni leggeri, in genere di peso totale inferiore a 3,5 tonnellate, al cui interno vengono installati gli analizzatori ed i relativi sistemi di controllo ed acquisizione dati; sui veicoli viene inoltre installata la strumentazione per il monitoraggio dei parametri meteorolo-gici. I veicoli debbono essere dotati di condizionatore d'aria e, nel caso in cui si debbano effettuare monitoraggi lontano dalla rete di distribuzione dell'energia elettrica, di appositi gruppi elettrogeni. Ogni cura deve essere posta affinché i campioni di aria prelevati non siano contaminati dai gas di scarico dei gruppi elettrogeni stessi.

Page 5: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 1 - Centralina mobile di monitoraggio atmosferico

Figura 2- Interno centralina mobile

Page 6: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.1.1 MATERIALE PARTICOLATO (PM10) Il particolato atmosferico in sospensione è raccolto su filtri a membrana

micropori da 47mm di diametro, porosità 0,45 micron (condizionati in stufa ter-mostatata per due ore a 80° C e 24 ore in essiccatore con gel di silice), aspirando aria alla portata di 20 l/m mediante campionatori sequenziali programmabili con contatore volumetrico e compensazione di portata (n.3 mod. ECOL / TECORA e n. 1 mod. AIR5000/5005 SEA). Sui filtri sono stati determinati:

Particolato Totale Sospeso con il metodo gravimetrico mediante bilancia ana-litica METTLER M54 con sensibilità 0,01 mg. Metalli pesanti con la seguente metodica: filtri sottosti ad attacco acido in matracci da 25 cc con 2,5 cc di acido nitrico super puro al 65%, riscaldati fino all'ebollizione, chiusi con tappi smerigliati e raffreddati lentamente; dopo 24 h portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene, con spettrofotometro A.A.PERKIN ELMER 5000 con correttore di fondo al deuterio.

Le polveri sedimentabili totali sono raccolte con quattro deposimetri per la raccolta congiunta delle deposizioni secche ed umide, costituiti da treppiede di sostegno alto 1,80 m, imbuto sulla superficie del quale si depositano le polveri che tramite un raccordo in polietilene vengono convogliate in bottiglia di vetro della capacità di 10 lt. e dalla quale vengono prelevate, previo lavaggio dell'imbuto con cadenza quindicinale. Su questi campioni sono determinate le polveri sedimenta-bili totali secondo la metodica indicata dal gruppo di lavoro della Commissione Centrale Inquinamento Atmosferico del Ministero dell'Ambiente ed effettuata l'analisi delle precipitazioni seguendo le indicazioni riportate su "Metodologie e controlli di qualità per lo studio della chimica delle deposizioni atmosferiche in Italia" nell'ambito della rete RIDEP promossa dal Ministero dell'Ambiente e da CNR - Istituto Italiano di Idrobiologia.

Le determinazioni, i metodi e la strumentazione utilizzata per l'analisi delle precipitazioni sono le seguenti:

• pH - Potenziometria con elettrodo di Ross • Conducibilità - Conduttimetro Amel mod. 160 • Alcalinità - Potenziometria con estrapolazione del punto equivalente tra-

mite due punti di pH. • N - NO3, N - NH4, P - PO, Cl, SO4 - Spettrofotometria di assorbimento

molecolare a flusso continuo SMA Plus Tecnicon.

Con un deposimentro MTX "WET and DRY" provvisto di due contenitori in polietilene con bocca dal diametro di 29 cm e apposito sensore che in caso di pioggia chiude il contenitore delle deposizioni secche ed apre quello delle deposi-zioni umide, si raccolgono in modo separato le deposioni secche ed umide.

Page 7: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.1.2 MONITORAGGIO DEL BENZENE La presenza di benzene nell'atmosfera è un problema particolarmente rilevante

nelle aree urbane dove insistono densità abitative elevate e notevoli quantità di traffico veicolare. La quantità predominante di benzene (circa 85%) deriva dai gas di scarico dei veicoli mentre una percentuale minore (15%) proviene dalle emis-sioni evaporative. La dispersione del benzene in atmosfera è connessa a una serie di variabili di tipo meteorologico (variazioni stagionali e giornaliere), socio-eco-nomico (intensità e fluidità del traffico giornaliero e orario) e geografico (distribu-zione degli assi stradali principali, morfologia del territorio, ecc.).

L'entrata in vigore del DM n. 60 del 2/4/2002 (recepimento della Dir. 2000/69/CE) ha stabilito il valore limite per la protezione della salute umana di 5 µg/m3, valore da raggiungere entro il primo gennaio 2010. Il DM n. 60 prevede anche un margine di tolleranza di 5 µg/m3 (che riporta il valore limite a 10 µg/m3) fino al 31 dicembre 2005. Dal primo gennaio 2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore è ridotto secondo una percentuale costante per raggiungere lo 0% di tolleranza al primo gennaio 2010.

Il rilevamento viene condotto con l'ausilio di strumentazione automatica in continuo, campionatori attivi e passivi, secondo programmazioni specifiche. Gli analizzatori automatici trasferiscono in continuo i dati di concentrazione rilevati ai Centri Operativi, che gestiscono le reti di monitoraggio, mentre gli altri sistemi di campionamento (attivi e passivi) prevedono l'assorbimento dell'aria ambiente su un supporto di carbone attivo, il successivo trattamento in laboratorio e l'analisi strumentale. Ciò comporta tempi di restituzione dei risultati più lunghi che, comunque, non creano problemi in quanto, secondo la normativa, le elaborazioni dai dati prevedono un tempo di mediazione annuale e non sono stabilite soglie sulle concentrazioni medie di breve periodo (orarie, giornaliere). Tabella 2 – Valore limite imposto da normativa

Normativa Contenuto Valori di riferimento

DM n. 60 del 2/04/2002

(recepimento della Direttiva

2000/69/CE)

Valore limite annuale per la

protezione della salute umana

5 µg/m3 (considerando il margine di tolleranza tale

livello viene di fatto riportato a 10 µg/m3 fino al 31 dicembre 2005 e successivamente

ridotto gradualmente per raggiungere 5 µg/m3 il primo gennaio 2010)

Page 8: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.2 Le reti di monitoraggio in Italia Nel nostro Paese il sistema di monitoraggio della qualità dell'aria è strutturato

su tre livelli fondamentali, secondo quanto stabilito dal decreto 20 maggio 1991 dei Ministri dell'Ambiente e della Sanità «Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria». L'allegato I del decreto citato fissa inoltre i criteri per la realiz-zazione dei sistemi per il rilevamento dei dati di qualità dell'aria.

Le funzioni di livello nazionale sono svolte dal Ministero dell'Ambiente nel-l'ambito del Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA). Tali funzioni consistono, oltre che nella raccolta e pubblicazione dei dati a livello nazionale, nella definizione dei livelli di pericolosità, nella determinazione delle modalità di misura, nella omologazione delle strumentazioni; la valutazione dei dati raccolti sotto il profilo igienico-sanitario è invece riservata al Ministero della Sanità.

Le funzioni a livello regionale consistono nel coordinamento dei sistemi pro-vinciali, anche ai fini della redazione e della verifica dei piani regionali per il risa-namento della qualità dell'aria.

Le funzioni a livello provinciale riguardano il funzionamento del sistema di rilevamento, l'attendibilità delle misure, il controllo e la prevenzione dell'inqui-namento. I sistemi provinciali devono essere dotati di un centro operativo per la raccolta dei dati (COP, Centro Operativo Provinciale), al quale afferiscano tutte le postazioni ubicate sul territorio. In particolare le reti metropolitane operano nel-l'ambito del livello provinciale. Al centro provinciale è demandata le gestione tecnico-operativa delle reti pubbliche, la supervisione dei sistemi di rilevamento, la valutazione dei dati sotto il profilo igienico-sanitario.

Secondo il decreto citato, le reti di monitoraggio devono consentire di valutare le concentrazioni di alcuni inquinanti primari e precursori di inquinanti secondari, in fase gassosa (CO, SO2 NO2, idrocarburi, volatili) ed in fase particellare (parti-colato sospeso, piombo ed altri metalli pesanti nel particolato sospeso), nonché di alcuni inquinanti secondari, in fase gassosa (NO2, O2, NO) ed in fase particellare (prodotti di trasformazione degli ossidi di azoto e dell'anidride solforosa).

Per il rilievo degli inquinanti citati è richiesta la costituzione di un'idonea rete di monitoraggio. La misura di tutte le concentrazioni non è richiesta in ogni sta-zione, infatti, alcuni inquinanti, come l'ossido di carbonio, sono soggetti ad elevati gradienti spazio-temporali e necessitano, quindi, di misure puntuali; altri, come gli ossidi di azoto e di idrogeno, presentano concentrazioni più uniformi e possono, quindi, essere rilevati in un numero limitato di punti opportuni. Per gli inquinanti di origine fotochimica, come l'ozono ed il PAN (perossiaceti 1nitrato), la misura delle concentrazioni deve essere effettuata preferibilmente in aree periferiche, lontane da fonti dirette di inquinamento e poste sottovento rispetto al centro urbano:

La rete di rilevamento urbana deve essere articolata su quattro livelli di sta-zioni: A) stazioni di base o di riferimento, finalizzate alla valutazione dei valori di

fondo, da ubicare in aree non direttamente interessate dalle sorgenti di emis-sione urbana (parchi, aree pedonali); in queste stazioni debbono essere rilevati

Page 9: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

tutti gli inquinanti primari e secondari indicati in precedenza; B) stazioni situate in zone ad elevata densità abitativa, finalizzate alla valutazione

dei livelli di inquinamento che interessano la parte prevalente della popola-zione; in queste stazioni deve essere effettuata la misura delle concentrazioni di alcuni inquinanti primari e secondari (almeno NO2, SO2, idrocarburi e materiale particellare, con caratterizzazione della massa e del contenuto in piombo);

C) stazioni finalizzate al rilievo delle concentrazioni degli inquinanti direttamente prodotti, nelle condizioni peggiori, dal traffico stradale; queste stazioni ven-gono ubicate nelle strade a traffico elevato e con ridotta ventilazione;

D) stazioni finalizzate al rilievo degli inquinanti fotochimici (NO2, O2, PAN), da ubicare nelle periferie o in aree suburbane, anche sulla base di indagini pilota effettuate nei mesi estivi, più favorevoli alla formazione dello smog fotochi-mico. In ogni caso, le postazioni di misura debbono essere ubicate ad una certa

distanza (almeno due metri) da superfici assorbenti, quali edifici e cortine di vegetazione. Una regola cautelativa consiste nel disporre il punto di prelievo ad una distanza dagli ostacoli non inferiore ad 1,5 volte l'altezza degli stessi; la postazione non deve mai essere realizzata in luoghi confinati su due o più lati, quali i cortili delimitati da edifici o comunque in punti riparati. L'altezza dal suolo dei punti di prelievo deve essere compresa tra 4 e 6 metri.

Parallelamente ai livelli di inquinamento occorre rilevare i parametri meteo-rologici, senza i quali non è possibile un'interpretazione fisica dei fenomeni osser-vati. I sistemi di misura dei parametri meteorologici debbono essere conformi alle prescrizioni della WMO.

Nel Decreto citato si richiede il rilievo di tutti i parametri meteorologici di base nelle stazioni di tipo A; in queste stazioni si suggerisce di acquisire una migliore conoscenza dei bassi strati atmosferici mediante tecniche di telerileva-mento (SODAR, RASS). Questi parametri debbono essere correlati, anche a fini previsionali, con il quadro meteorologico sinottico, quale risulta dalle reti meteo-rologiche specifiche. Nelle stazioni di tipo B e C è richiesta almeno la misura della velocità e della direzione del vento e nelle stazioni di tipo D la misura della radiazione solare.

Il Decreto fissa, infine, le caratteristiche delle reti di monitoraggio dell'inqui-namento industriale e le specifiche funzionali delle apparecchiature per i rilievi automatizzati e manuali, richiamandosi al rapporto ISTISAN 89/19 (1989); ven-gono infine definite le modalità di presentazione dei rilievi (sintesi mensili, sta-gionali, annuali).

È tuttavia da rilevare che la costituzione di una rete di monitoraggio omoge-nea, estesa a tutto il territorio nazionale, non è stata ancora completata e ciò co-stituisce un notevole impedimento alla effettuazione degli studi di impatto.

Page 10: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.3 L'attività di monitoraggio ambientale in ambito regionale siciliano

L'attività di monitoraggio e valutazione degli effetti prodotti dalla presenza antropica e dalle attività connesse condotta dalla Regione Siciliana non si limita alla partecipazione occasionale a progetti nazionali o comunitari, la cui durata è, tuttavia, limitata nel tempo.

Figura 3 - Possibili caratteristiche e requisiti minimi della rete di monitoraggio atmosferico

L'Assessorato Territorio ed Ambiente, attraverso l'ARPA, affronta costante-mente i temi del rilievo ambientale sull'intero territorio dell'isola, realizzando indagini, sistemi di monitoraggio, analisi e studi della qualità dell’ambiente nella totalità delle sue matrici finalizzati alla valutazione dello stato ambientale ed al controllo di compatibilità ed efficacia nel tempo dei piani di risanamento previsti, nell’ottica della sostenibilità dello sviluppo. L'attività dell'ARPA è inerente:

• la rilevazione di fattori fisici, geologici, chimici e biologici; • le analisi di laboratorio di rilievo ambientale e di prevenzione sanitaria della

collettività; • la vigilanza sul rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni contenute

nei provvedimenti autorizzatori rilasciati dalle Autorità competenti in campo ambientale,

A tali attività istituzionali si aggiunge la produzione e lo scambio di cono-scenze, attuando campagne informative che diffondano nel territorio regionale nuove realtà e soprattutto nuova coscienza e cultura ambientale.

ARPA – REGIONE SICILIANA

Provincia Regionale

Provincia Regionale

Amministrazioni Comunali

Provincia …

UniversitàEnti di

Formazione

Progetti di Ricerca Corsi di

Formazione

GLI ENTI COINVOLTI

Page 11: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Vastissimi sono gli ambiti entro i quali l'Agenzia - in un ottica di protezione ambientale intesa come risorsa - sviluppa la sua attività. Tra questi, il monitorag-gio ambientale ed il rilevamento dei fattori fisici, geologici, chimici, biologici, di inquinamento acustico, dell'aria, delle acque e del suolo. La vigilanza ed il con-trollo sul rispetto della normativa vigente in campo ambientale nonché delle pre-scrizioni contenute nei provvedimenti di autorizzazione rilasciati dalle Autorità competenti. La costituzione di sistemi di contabilità ambientale ed attività tecni-che connesse all'ambiente. L'esecuzione di analisi di laboratorio di rilievo ambientale e di prevenzione sanitaria della collettività. La produzione e lo scam-bio di conoscenza e innovazione. La pianificazione ambientale e la programma-zione di interventi in materia.

Gli ambiti specifici di attività dell’ARPA sono:

ARIA: Qualità dell’aria: tale matrice viene indagata attraverso la gestione delle reti di monitoraggio e attraverso campagne di rilevamento; vengono quindi verifi-cati gli episodi acuti di inquinamento nelle aree urbane, mettendo in atto progetti volti all’individuazione dei provvedimenti di riduzione delle fonti di emissione mobili e stazionarie. Le campagne di rilevamento riguarderanno il controllo degli inquinanti caratterizzati da elevata tossicità e cancerogenicità, quali: benzene, benzo a pirene, PM10, metalli pesanti. L’Agenzia fornirà inoltre il proprio sup-porto alla Regione per la elaborazione del Piano regionale di rilevamento della qualità dell’aria. Controllo delle emissioni: compete inoltre all’Agenzia l’attività di controllo tecnico delle emissioni in atmosfera provenienti da impianti indu-striali ai sensi del DPR 203/88.

RISCHIO INDUSTRIALE: In atto la Regione Siciliana non ha ancora emanato alcuna normativa che definisca in ambito regionale la piena attuazione delle pro-cedure previste dal D. Lgs. 334/99 ed i compiti e i ruoli dell’ARPA, tuttavia que-sta Agenzia ha già assicurato la propria collaborazione al Comitato Tecnico Regionale nell’attività istruttoria degli impianti soggetti a rapporto di sicurezza, ai sensi dell’art. 8 del D. lgs 334/99. L’attività di controllo posta in essere dall’ARPA Sicilia assume caratteristiche di massima priorità, garantendo inter-venti sistematici sia presso gli stabilimenti soggetti a rapporto di sicurezza (art. 8 D. Lgs. 334/99) che nel caso di stabilimenti in notifica (art. 6 D. Lgs 334/99). L’Agenzia partecipa inoltre alle attività relative alla redazione dello Studio di Sicurezza Integrato d’Area, all’interno della Commissione Istruttoria per le aree di Augusta, Priolo, Melilli.

RIFIUTI E BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI: l’Agenzia, così come stabi-lito dall’art. 11 del D. Lgs. 22/97, ha tra le proprie competenze l’avvio e la defini-zione del catasto dei rifiuti . Tale obiettivo è in fase di realizzazione, mentre sono già in atto le attività di controllo degli impianti di smaltimento, trattamento e recupero rifiuti. In materia di bonifiche trova piena esecuzione il D.M. n. 471 del 29/10/99, avente ad oggetto l’attuazione, per gli aspetti tecnici (messa in sicu-rezza, caratterizzazione, piani di bonifica di siti inquinati) di quanto disposto dall’art. 17 del medesimo decreto legislativo. In relazione alle attività di bonifica dei siti di interesse nazionale, è stato emanato il D.M. 468 del 18.9.2001 “Pro-

Page 12: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

gramma Nazionale delle Bonifiche”, strumento che, ai sensi della L. n. 426 con-sente e disciplina l’accesso ai finanziamenti pubblici in materia di bonifiche, oltre che prevedere nuovi siti di interesse nazionale: nel caso della Regione Sicilia ciò che ha comportato l’individuazione anche del comune di Biancavilla, in aggiunta ai già noti comuni di Gela e Priolo.

ACQUE : Acque interne – E’ previsto un programma pluriennale che vede l’ARPA Sicilia ed i suoi Dipartimenti provinciali impegnati in numerose attività relative al monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee; in particolare tali attività coinvolgono la sede centrale nella implementazione nel sistema SIRA dei dati di monitoraggio dei corpi idrici significativi dal 1990, nella ricostruzione dello stato della qualità, sulla base della metodologia definita dal D. Lgs. 152.99 delle acque dei corpi idrici significativi a partire dal 1997; nella individuazione delle aree critiche per le quali procedere ad approfondimenti ed analisi tese alla valutazione di un eventuale individuazione di nuove aree sensibili o vulnerabili. Acque marine – Le problematiche di maggior rilievo concernenti le acque marine e l’ambiente marino-costiero regionale, emerse dall’attività fino ad ora svolta, sono riconducibili sinteticamente alla possibilità che si presentino fenomeni eutro-fici in alcuni tratti costieri del territorio regionale, ai rischi di inquinamento da scarichi civili, ai problemi conseguenti alla presenza dei poli industriali costieri di Priolo-Siracusa, Gela, Milazzo, Termini Imprese, Porto Empedocle, all’erosione delle coste, al depauperamento delle risorse ittiche come conseguenza dell’attività di pesca e delle altre pressioni antropiche, alle attività di acquicoltura (ambiente marino e costiero) e alla loro sperimentazioni e impatti. In considerazione della rilevanza dello sviluppo costiero della nostra regione e del fatto che, nell’ottica dello sviluppo sostenibile ma anche della protezione delle nostre risorse naturali-stiche come fattore di eccellenza, l’elemento marino costiero viene analizzato e curato con particolare attenzione, anche in collaborazione con altre Autorità ed Enti istituzionalmente coinvolti, quali il Ministero dell’Ambiente, l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, attraverso la realizzazione di specifici Programmi di monitoraggio delle acque marino- costiere.

AGENTI FISICI E RUMORE: La Legge Quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 del 26 ottobre 1995 ha stabilito i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno ed abitativo dall’inquinamento acustico; le strategie di azione atte a raggiungere i suddetti obiettivi si sviluppano secondo le finalità della norma su un doppio binario, vengono previste attività di “prevenzione ambien-tale” (classificazione acustica del territorio comunale, valutazioni di impatto acu-stico), ed attività di “protezione ambientale” (monitoraggio dei livelli di inquina-mento acustico, piani di risanamento). L’Agenzia realizzerà, nel quadro delle competenze indicate all’art. 1 comma 1 punto d della legge n. 61 del 21 gennaio 1994 l’elaborazione di “linee guida per la classificazione acustica del territorio comunale”. Grazie a tale strumento potrà essere fornito alle amministrazioni comunali un metodo operativo per procedere alla classificazione del territorio in

Page 13: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

aree acusticamente omogenee, dando così vita ad un elemento fondamentale del processo di conoscenza e trasformazione del territorio, delle situazioni fuori limite e quindi delle conseguenti azioni di risanamento acustico. A livello periferico i Dipartimenti Provinciali, (ex L.I.P.) sviluppano l’attività di controllo e di monito-raggio dei livelli sonori, prevalentemente su segnalazione degli Enti locali. Altra direzione di intervento è quella della predisposizione dei piani degli interventi di abbattimento e contenimento del rumore provocato da servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture.

ELETTROMAGNETISMO: La pubblicazione della legge 22 febbraio 2001 n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” ha rappresentato il culmine dell’attività legislativa nazionale in materia di radiazioni non ionizzanti. Il lavoro dell’Agenzia sarà fortemente improntato sulle attività di censimento. Infatti andranno esaminati tutti gli impianti esistenti per specifiche nuove autorizzazioni all’esercizio e verrà creato e gestito il catasto delle sorgenti. Considerato l’attuale numero degli impianti e il loro incremento, l’attività di controllo sul territorio dovrà necessariamente aumentare, garantendo nel contempo il supporto tecnico ai Comuni per le azioni di risanamento e/o delocalizzazione degli impianti.

SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE: Nel 2001 l’ARPA Sicilia è entrata a far parte, nella qualità di Nodo regionale, della Rete nazionale EMAS/SGA per la diffusione dell’informazione sui temi della certificazione e della registrazione ambientale. Nell’ambito di tali attività è stato redatto un opuscolo informativo per la presentazione del neo-istituito Nodo regionale siciliano e per la diffusione delle logiche del Regolamento 761/2001, il cui obiettivo è quello di diffondere sul ter-ritorio regionale siciliano i requisiti ed i vantaggi derivanti dall’adozione del Regolamento 761/2001, in maniera tale da innescare un processo di penetrazione nel tessuto produttivo regionale delle logiche dei Sistemi di Gestione Ambientale. Sono state inoltre realizzate giornate informative presso i Punti Provinciali della Rete, nel corso delle quali è stato riscontrato un crescente interesse per i Sistemi di Gestione Ambientale. L’ARPA Sicilia, credendo fortemente nell’opportunità di porre in essere tali strumenti, intende far fronte alle emergenti richieste in materia continuando a promuovere la diffusione in Sicilia di tali logiche, fornendo inoltre adeguato supporto informativo alle organizzazioni che intendono procedere alla Registrazione EMAS.

COMUNICAZIONE: l’ARPA Sicilia attua una costante trasmissione dei risultati dei propri progetti e delle ricerche effettuate, tramite convegni, riunioni, pubblica-zioni, ed inoltre tramite il proprio sito Internet di recente attuazione.

Page 14: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.4 Il monitoraggio ambientale urbano Sulla base di quanto previsto dal rapporto ISTIAN 89/10 ISSN-0391-1675

“Progettazione e gestione di una rete di rilevamento per il controllo della qualità dell’aria”, gli obiettivi di una rete per il controllo della qualità dell’aria si possono riassumere: • verificare e documentare il rispetto ovvero il superamento dei valori limite fis-

sati dalla vigente normativa e darne comunicazione all’autorità competente; • diffondere ai cittadini i valori dei livelli di inquinamento registrati giornal-

mente; • individuare la dinamica dell’inquinamento ed i periodi critici, nonché fornire

elementi per trovare le cause che le determinano; • fornire uno strumento per migliorare la gestione del territorio per quanto con-

cerne gli aspetti dell’inquinamento atmosferico.

4.5 Rete di Monitoraggio di Palermo La rete di monitoraggio ambientale è, a Palermo, gestita dall'AMIA. Essa è

attualmente composta da:

• 18 punti di monitoraggio di cui 10 stazioni di monitoraggio ed 8 mini centraline; • 89 apparecchiature di rilevamento di parametri chimici e fisici dell’aria; • un centro di raccolta elaborazioni ed archiviazione, CRED (figura 5); • due punti di diffusione delle informazioni al pubblico.

Una delle 7 stazioni (Boccadifalco) non direttamente esposta alle sorgenti di emissione in quanto posizionata all’interno del parco del Presidio Ospedaliero Casa del Sole, svolge la funzione di cabina per la misura dei valori di fondo dell’inquinamento.

4.5.1 Le stazioni di rilevamento Ciascuna stazione di rilevamento è costituita da una doppia struttura scatolare

in vetroresina con intercapedine coibentata con lastre di poliuretano espanso ed irrigidita da un telaio in acciaio. Le apparecchiature di rilevamento e quelle ausiliare per il funzionamento della cabina sono alloggiati in appositi rack.

La cabina è dotata di un PC verso cui confluiscono tutte le informazioni sul funzionamento della stessa, delle apparecchiature e i dati rilevati dagli analizza-tori.

Tale PC, alimentato da un gruppo di continuità, garantisce il continuo colle-gamento con il CRED nonché la memorizzazione di tutti i dati raccolti fino a circa un mese.

Page 15: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.5.2 Acquisizione dei dati Il ciclo di monitoraggio ha una durata di 24 ore, l’ora di inizio del periodo di

riferimento è fissata per le 7:00. Alle 7:30 si ha la fine della raccolta dati di fun-zionamento e inquinamento dalle cabine di monitoraggio; ha inizio inoltre il con-trollo dello stato delle apparecchiature e la stesura di un foglio di intervento gior-naliero.

I dati acquisiti dal CRED vengono validati e certificati in conformità a proce-dure apposite.

Alle ore 9:00 si provvede a l’informare tramite fax l’amministrazione preposta (Assessorato Ambiente e Edilizia del Comune) e il pubblico riguardo ai valori medi dei principali parametri indicatori dell’inquinamento atmosferico (biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, PM10); a parte ver-ranno comunicati alle autorità un eventuale stato di attenzione o di allarme, che darà luogo all’entrata in vigore di provvedimenti entro le ore 6:00 del giorno suc-cessivo.

Per la gestione dei dati provenienti dalle cabine di monitoraggio, il CRED si avvale del software “Eda C 2000” fornito dalla stessa ditta di provenienza delle centraline. Questo software sfrutta un database relazionale realizzato con Micro-soft Access. E’ dotato di un’interfaccia semplice e intuitiva, e permette la visualiz-zazione dei dati in forma tabellare o grafica attraverso Microsoft Excel; i dati in rete si trovano dal 2001, immediatamente richiamabili, mentre in un archivio sono custoditi i dati dal 1996 al 2000.

Stazione Castelnuovo

La cabina è ubicata a piazza Castelnuovo, sul tratto di marciapiede alle spalle del “Palchetto della Musica”, tra via Dante e via Folengo.

Parametri chimici rilevati: CO, SO2, NO, NO2, O3, PTS, PM10, THC, CH4, NMHC.

Parametri fisici rilevati: rumore, pressione, temperatura, umidità relativa, radia-zione solare, direzione e velocità del vento, quantità di pioggia.

Tutte le cabine, nonché i servizi decentrati ed i punti di diffusione al pubblico, sono collegate tramite modem e linea telefonica commutata ISDN al CRED sito nella sede AMIA.

Page 16: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 4 - Cabina di rilevamento AMIA (Piazza Castelnuovo)

Figura 5 - Centro raccolta ed elaborazione dati

Page 17: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 6 - Struttura di monitoraggio

Page 18: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 7 - Posizione delle stazioni della rete di monitoraggio ambientale della città di Palermo

Figura 8 – Interno di una cabina di monitoraggio

Page 19: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 9 – Laboratorio chimico – Analisi con spettrofotometro ad assorbimento atomico

Figura 10 – Laboratorio chimico – Preparazione campioni per analisi spettrofotometriche

Page 20: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 11 – Laboratorio chimico – Analisi in gascromatografia

Page 21: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.6 Il monitoraggio meterologico I dati di base per la modellizzazione della diffusione di sostanze in atmosfera

possono essere ricavati da reti di monitoraggio esistenti o ricorrendo ad indagini specificatamente mirate e studiate per un particolare sito. L'utilizzazione di parametri e grandezze meteorologiche ricavati dall'osservazione e misurazione diretta sul campo consente di apprezzare maggiormente gli effetti locali della dif-fusione, ovvero le capacità diffusive del sito in esame, recando l'ulteriore vantag-gio di potere disporre di dati utilizzabili direttamente dai modelli di dispersione, senza ricorrere a modelli matematici intermedi. Questa condizione consente di simulare il fenomeno dispersivo con maggiore realismo, ma con costi nettamente maggiori rispetto alla soluzione in cui i dati vengono ricavati da reti di monitorag-gio già esistenti.

In Italia sono attualmente operanti diverse reti di rilevamento di dati meteo-climatici, utilizzate generalmente per scopi diversi e funzionanti quindi con cri-teri non omogenei. Tra queste le più importanti sono: la rete del Servizio Meteo-rologico dell'Aeronautica Militare, la rete dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria del Ministero di Agricoltura e Foreste, quella del Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici. Esistono anche reti locali, realizzate a livello regionale, provinciale, metropolitano, nell'ambito di programmi per disinquina-mento atmosferico, o approntate da Consorzi industriali o enti di ricerca. La rete del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare può considerarsi come la più completa a causa della continuità temporale dei rilevamenti e per la capilla-rità con cui sono distribuite le stazioni sul territorio nazionale.

Nel caso in cui i dati disponibili siano insufficienti è necessario prevedere apposite campagne di rilevamento «in situ» dei parametri meteo-climatici. Il ricorso a tali campagne è indispensabile quando particolari condizioni climatiche od orografiche influenzino pesantemente il fenomeno diffusivo nella zona oggetto degli studi: ad esempio, la presenza di brezze può essere determinante nella dispersione di un dato inquinante così come la persistenza di fenomeni di cana-lizzazione delle correnti di aria dovute a particolari condizioni orografiche.

La necessità di ricorrere a campagne di rilevamento «ad hoc» è quindi mag-giormente avvertita quando le condizioni locali influenzano fortemente la disper-sione dell'inquinante, caso che si verifica praticamente sempre in ambito urbano: in questo frangente sarà quindi indispensabile provvedere alla predispo-sizione di rilievi diretti.

In effetti l'utilizzazione dei dati rilevati da reti meteorologiche esistenti è corretta quando si voglia affrontare lo studio dei fenomeni meteo-climatici su scala sinottica e l'interazione di questi con le perturbazioni indotte da una infrastruttura di trasporto diffusa sul territorio oggetto dell'analisi; in zone molto contenute, quali sono i porti rispetto all'area urbanizzata, l'influenza dei fattori locali sulle capacità diffusive del sito deve essere valutata da osservazioni dirette, le quali non possono essere estrapolate da monitoraggi studiati per valutare i fenomeni climatici su scale maggiori. La varietà delle situazioni che possono presentarsi nel nostro territorio causano tipici fenomeni locali che giustificano ampiamente il ricorso ad indagini meteorologiche «ad hoc».

Page 22: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Per assicurare l'affidabilità delle misurazioni dirette è necessario che le cam-pagne siano programmate adottando un opportuno numero di stazioni, fisse o mobili e prevedendo un arco temporale sufficientemente lungo e si eviti il rischio di incorrere in annate climaticamente anomale. A questo proposito alcuni autori suggeriscono di effettuare almeno quattro campagne meteorologiche consecutive, ovvero una per stagione, per un periodo di almeno quindici giorni ciascuna, ripe-tendo le rilevazioni in almeno due anni consecutivi.

Sia i parametri che le modalità di rilevamento vengono indicati dal-l’Organizzazione Mondiale di Meteorologia WMO.

I parametri meteo-climatici vengono analizzati contestualmente a quelli atmo-sferici finalizzati allo studio della diffusione degli inquinanti per l’organizzazione ed il miglioramento delle attività portuali. La normativa sulla qualità dell’aria pre-vede l’installazione di almeno due centraline di monitoraggio complete (aria, clima, rumore) di cui una nella zona più urbanizzata ed una nella zona rurale di riferimento. In questa sede, per quanto precisato nel paragrafo sulla qualità atmo-sferica, si sottolinea l’opportunità di acquisire dati meteoclimatici in aree pros-sime all’intorno portuale

Una panoramica sui più comuni strumenti utilizzati per la misurazione delle principali grandezze fisiche meteo-climatiche é schematicamente riportata nella tabella seguente.

Tabella 3 - Strumenti di misura delle principali grandezze fisiche meteo-climatiche.

SENSORI DIRETTI Temperatura (termometri)

Umidità (igrometri)

Vento (anemomtri)

Pressione (barometri)

Radiazione solare (radiometri)

Liquidi in vetro Psicrometri Ottici Ad aneroide Radiometri emisferici

Termocoppie A cappello filo caldo Ad elementi capacitivi

Piranometri

Termistori A resistore Sonici Mercurio in vetro Pireliometri A resistenza Rifrattometro

a microonde Tubo di Pitot

Diffusometri

Sonici Nefelometro Eliche Pirgeometri Cristalli liquidi Radiazione

Lyman-alfa

Cristalli di quarzo

Page 23: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

SENSORI INDIRETTI

A microonde Lidar Radar Dial Lidar Radar Sciar Radiometri Lidar Scintillazione

Tabella 4 – Caratteristiche e requisiti minimi della rete di monitoraggio

PARAMETRO RILEVATO ESEMPIO DI APPARECCHIATURA

INTERVALLO DI MISURA

CONSIGLIATO Temperatura Termocoppia o termoresistenza -30 - +60 °C Umidità relativa Trasduttore capacitativo o igrometri 0 – 100% Velocità del vento Anemometro a tre coppe (trasduttore magnetico) 0 – 50 m/s Direzione del vento Banderuola con potenziometro 0 – 360° Radiazione solare Termopila o piranometri (I classe) 0 – 1300 W/m2 Pioggia Bascula oscillante ----- mm Pressione atmosferica Trasduttori o semiconduttori ±0.3 hPa

Page 24: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.7 Il rumore portuale Il rumore è la propagazione in un mezzo elastico (aria, acqua...) di onde mec-

caniche originate dalla sorgente del rumore stesso. Le principali fonti di rumore che interessano da un punto di vista ambientale sono in ordine di importanza: • il rumore da traffico (traffico veicolare, ferroviario e aeroportuale) • il rumore da attività industriale e artigianale • il rumore originato da attività musicali e ricreative • il rumore generato da attività e fonti di rumore in ambiente abitativo

L'attenzione posta ormai da tempo sulla minaccia alla salute dell'uomo e del-l'ambiente proveniente dall’inquinamento acustico delle infrastrutture stradali, fer-roviarie ed aeroportuali è stata alquanto più tardivamente rivolta alle infrastrutture portuali.

L’interesse sul tema portuale, dal punto di vista acustico, è legato alla notevole diversificazione delle sorgenti di rumore presenti che generano lo specifico clima acustico del porto (attività operative, operazioni di approdo e di partenza dei na-tanti, movimentazione merci, operazioni cantieristiche, emissioni sonore da parte degli impianti di bordo, degli avvisatori acustici e dei sistemi di propulsione delle navi, ecc..) e da quelle indotte dalla presenza dello stesso (traffico veicolare, fer-roviario, ecc...).

Un ulteriore elemento di interesse per la valutazione dell’interazione tra porto e città è quello di calcolare il grado di interazione acustica tra le attività antropiche esistenti all’esterno ed all’esterno delle aree portuali al fine di valutare il contri-buto di ciascuna di esse sull’ambiente abitato.

La letteratura sugli aspetti acustici nell’esercizio delle infrastrutture portuali è limitata, così come risulta carente il quadro normativo sia a livello italiano, sia a livello internazionale.

Page 25: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.7.1 TECNICHE DI CAMPIONAMENTO PER LA MISURA DEL RUMORE Nel campionamento spaziale occorre individuare nell'area di studio posizioni

di rilevamento che siano rappresentative di zone acusticamente omogenee. Per l'individuazione di queste zone è necessario considerare criteri e parametri non solo di tipo acustico. Ma anche quelli di natura geografica, atti a caratterizzare la propagazione sonora, quelli descriventi l'antropizzazione del territorio, come ad esempio la densità abitativa o il rapporto tra superficie delle strade e superficie degli edifici, e quelli caratterizzanti le sorgenti sonore presenti o ipotizzate.

Le molteplici tecniche di campionamento spaziale, pur nella loro diversifica-zione, possono essere ricondotte sostanzialmente alle quattro seguenti tipologie:

- campionamento casuale; - campionamento stratificato, solitamente in base alle categorie di destinazione

d'uso del territorio; - campionamento orientato verso il ricettore; - campionamento orientato verso la sorgente.

Nella prima tecnica di campionamento i siti di rilievo dovrebbero essere scelti in modo del tutto casuale. Più spesso sulla mappa dell'area di studio si sovrappone una griglia a maglie, solitamente rettilinee, e i siti per il rilievo ven-gono individuati o in corrispondenza dei nodi delle maglie o al centro di que-st'ultime. Le dimensioni dei lati delle maglie, normalmente quadrate, variano da 100 m fino a 1 km e la loro scelta, molto spesso, è condizionata più da ragioni di economia delle risorse e di tempo che da considerazioni sull'effettiva varia-bilità spaziale del rumore. Questa procedura si allontana tanto più dal campio-namento propriamente casuale quanto maggiori sono i vincoli nella scelta dei siti di misura, peraltro sempre esistenti. Ad esempio se un nodo della maglia si localizza in un luogo inaccessibile o impraticabile, come il centro di una strada o all'interno di un edificio, è necessario adattare in qualche modo a questo nodo il dato acustico rilevato in un punto accessibile vicino al nodo stesso.

Mediante un campionamento realmente casuale si può determinare la per-centuale di territorio che supera uno specifico livello sonoro, ma in questa forma il dato perde ovviamente ogni riferimento topografico. D'altronde un ragione-vole numero di siti di misura non potrebbe condurre ad una mappa di rumore sufficientemente dettagliata in quanto le dimensioni delle maglie, come già detto, sono normalmente troppo estese rispetto alla variabilità spaziale dei livelli sonori, specie se si tratta di aree ad accentuata antropizzazione.

Il campionamento spaziale basato sulla stratificazione consiste nel classificare «a priori» i rilevamenti secondo specifiche categorie, o strati, che siano correlati con il rumore. La scelta di tali categorie costituisce la fase più delicata, in quanto è necessario che la variabilità del rumore all'interno di ciascuna classe risulti significativamente inferiore a quella esistente tra le varie classi. Mediante questo raggruppamento, o stratificazione, in classi omogenee si cerca di ridurre la varia-bilità del rumore almeno all'interno di ciascuna classe. In genere la stratifi-cazione è basata sulla destinazione d'uso del territorio e sulle zone urbanistiche (centro, periferia, ecc.), più raramente in relazione alla densità abitativa. I siti

Page 26: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

di rilievo all'interno di ciascuna classe possono essere scelti casualmente o arbitrariamente, ma con quest'ultima modalità si registra spesso la tendenza a pri-vilegiare la scelta di siti a maggiore rumorosità. Il campionamento stratificato richiede un numero minore di rilevamenti rispetto al campionamento casuale, ma la scelta delle variabili che definiscono le classi è assai delicata e può portare ad errori consistenti.

Nel campionamento orientato verso il ricettore l'interesse non è più rivolto prevalentemente alla distribuzione spaziale dei livelli sonori, ma scopo princi-pale è la valutazione dell'esposizione sonora di specifiche categorie di ricettori. Anche in questo caso il campione di ricettori può essere scelto casualmente o mediante stratificazione in classi definite in base alla densità di popolazione, all'estensione e alla tipologia dell'area, ecc.

Nel campionamento orientato verso la sorgente, l'attenzione è posta sulla distribuzione spaziale di quest'ultima.

I risultati conseguibili con tale modalità di campionamento non sono confron-tabili con quelli relativi alle altre tre tipologie sopra esposte.

4.7.2 METODOLOGIE DI RILEVAMENTO DEL RUMORE DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO

La scelta delle tecniche più appropriate per il campionamento sia nel tempo sia nello spazio non può prescindere dalla inevitabile interazione tra questi due aspetti nella esecuzione pratica dei rilievi. Conseguentemente, di volta in volta, si dovrà scegliere la migliore combinazione possibile, compatibilmente con le con-dizioni di rilevamento.

Le metodologie di rilevamento, inoltre, sono diverse in funzione della tipolo-gia di sorgente sonora e gli obiettivi del rilevamento stesso. Quest'ultimi sono riconducibili sostanzialmente alle tre seguenti categorie:

1) monitoraggio dell'inquinamento acustico in un sito predefinito, con rileva-menti orientati alla sorgente e/o al ricettore, ad esempio per verificare il rispetto dei valori limite stabiliti dalla legislazione;

2) caratterizzazione acustica del territorio, ad esempio per determinare la situa-zione ante-operam o valutare la compatibilità con la zonizzazione acustica;

3) taratura e validazione di modelli numerici di previsione del rumore.

In merito al rumore delle infrastrutture portuali occorre stabilire un tempo di misurazione TM non inferiore ad una settimana, durante il quale rilevare in conti-nuo il livello L per ogni ora sull'intero arco delle 24 ore. Dai dati così acquisiti si determinano i livelli L,v diurni e notturni per ogni giorno della settimana e da quest'ultimi i corrispondenti valori medi settimanali. Il rilevamento deve essere eseguito in assenza di precipitazioni atmosferiche, di nebbia e/o neve, con velo-cità del vento non superiore a 5 m/s, posizionando il microfono, dotato di cuffia antivento e connesso a un fonometro conforme alla classe 1 o a un sistema di misura equivalente, ad una distanza di 1 m dalle facciate di edifici esposti ai livelli di rumore più elevati e ad una altezza da terra di 4 m. In assenza di edifici

Page 27: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

il microfono deve essere posto in corrispondenza della posizione occupata dai ricettori sensibili. La superficie stradale, inoltre, dovrebbe essere asciutta e priva di discontinuità accidentali (ad esempio buche).

Le suddette procedure, del tipo 1) poiché finalizzate alla verifica del rispetto degli standard acustici, sono difficilmente conciliabili con la necessità dì eseguire i rilevamenti in un numero consistente di posizioni di misura, indispensabile per procedere ad un'adeguata caratterizzazione acustica del territorio. E' da tenere pre-sente, tuttavia, che il rumore dei mezzi di trasporto, pur essendo un fenomeno ale-atorio con fluttuazioni di livello nel tempo assai variabili, può essere caratte-rizzato, entro predefiniti margini di accuratezza, impiegando adeguate tecniche di campionamento temporale e procedure di classificazione degli andamenti tempo-rali dei livelli L'~,q in tipologie definibili su base statistica.

In generale la metodologia di rilevamento più frequentemente impiegata per la caratterizzazione acustica del territorio (obiettivo 2) prevede le due seguenti tipologie di rilievi da eseguire in sincronia temporale:

- monitoraggio in continuo per almeno 24 ore del livello Lv, con risoluzione temporale di 1 s da eseguire in una o più posizioni opportunamente selezio-nate, al fine di caratterizzare il rumore immesso dalle singole sorgenti sonore e la sua evoluzione temporale;

- rilevamenti del livello L, v`q per intervalli temporali contenuti (da 10 a 15 minuti nell'arco orario, eventualmente da ripetere in ore diverse) in corri-spondenza delle posizioni individuate dalla tecnica di campionamento spa-ziale prescelta.

Dal confronto sincrono dei rilevamenti brevi con quelli estesi all'arco delle 24 ore è possibile, entro prefissati intervalli di accuratezza, estrapolare l'andamento temporale del livello L 1e nelle 24 ore per le posizioni ove sono stati eseguiti i rile-vamenti brevi. I dati ottenuti sono utili anche per procedere alla taratura di modelli numerici di previsione del rumore per la specifica area di studio.

Questi modelli, così tarati, si rivelano particolarmente vantaggiosi in quanto consentono di determinare il livello L,L,q in altre posizioni non interessate dal rile-vamento diretto, aumentando conseguentemente il grado di dettaglio del campio-namento spaziale. Si ottengono così i dati necessari per procedere alla mappatura acustica dell'area di studio, che può essere diversificata anche tra periodo diurno e notturno.

Page 28: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.7.3 STRUMENTAZIONE DI MISURA Il microfono

Di tutte le grandezze caratterizzanti il suono nell’aria, la pressione acustica é la più facile da misurare. Il microfono é un trasduttore che rilascia ai suoi morsetti una tensione proporzionale alla pressione acustica. Le principali caratteristiche di un microfono sono la sua sensibilità e la direttività. La sensibilità si esprime, ad una frequenza data, in volt ai morsetti del microfono, per pascal di pressione acustica. Per misure di rumore a largo spettro, é indispen-sabile che la sensibilità del microfono sia indipendente dalla frequenza. La direttività di un microfono caratterizza il fatto che la sensibilità del microfono dipende dalla direzione d’arrivo delle onde sonore.

Per le misure, si utilizzano microfoni da ½ di pollice a condensatore. La placca posteriore fissa e la membrana mobile (in nichel, di qualche micron di spessore) formano un condensatore. La pressione acustica mette la membrana in vibrazione e questa produce una variazione di capacità, che può essere misurata.

I Fonometri Per la misura della pressione acustica, il microfono deve essere completato da

un amplificatore seguito da un sistema di misura del valore efficace. L’insieme di misura é denominato fonometro.

Figura 12 – Fonometri e loro utilizzo

Il fonometro fornisce misure obiettive e riproducibili del livello di pressione

sonora.

Page 29: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Esistono in commercio diversi sistemi che servono a misurare il suono ma, benché differenti nei dettagli, ciascun sistema è basato su un microfono, una unità di trattamento ed una unità di lettura dati. Due tipi di fonometri molto utilizzati sono: i computer portatili muniti di una carta di acquisizione ed i fonometri integratori di precisione. Questi due sistemi permettono di memorizzare l’evoluzione temporale del livello di rumore. I fono-metri integratori presentano un ingombro minore e dispongono di un’autonomia elettrica superiore. Il portatile é più polivalente. Permette in più di avere immediatamente una rappresentazione grafica delle misure realizzate. Inoltre consente meglio di pro-grammare le registrazioni nel corso di una misura sia seguendo un ciclo regolare sia a partire da una soglia di livello sonoro.

Il microfono converte il segnale sonoro in un segnale elettrico equivalente. Esistono vari tipi di microfoni ma comunque quello più adatto è il microfono a condensatore che associa la precisione con la stabilità e 1’affidabilità. Il segnale elettrico in uscita dal microfono è dotato di un ampiezza ridotta e quindi deve essere amplificato tramite un preamplificatore sistemato subito dopo il microfono stesso.

A questo punto, e cioè dopo essere stato amplificato, esso può intraprendere varie strade. Questo segnale può passare attraverso il circuito di ponderazione che non è altro che un circuito elettronico dove la sensibilità varia con la frequenza.

Questo circuito è composto da quattro curve caratteristiche (curve di pondera-zione) “A” , “B”, ”C” e “D”.

La curva di ponderazione “A” è la curva che meglio approssima la sensazione sonora percepita dal nostro orecchio ed è quindi quella maggiormente usata. Le curve “B” e “C” vengono usate molto raramente in quanto non rispecchiano quello che il nostro orecchio percepisce. La curva di ponderazione “D” viene invece utilizzata solamente per le misurazioni acustiche negli intorni aeroportuali.

Il fonometro comprende anche un blocco filtri, i quali permettono di suddivi-dere un segnale sonoro in diverse bande. Essi possono essere di due tipi: a ottava o a terzi d’ottava, permettendo di dividere la banda di frequenze che va da 20 Hz a 20 KHz rispettivamente in ottava o in terzi di ottava.

Questa funzione di divisione del segnale viene effettuata da filtri elettronici i quali lasciano passare solamente suoni con una determinata gamma di frequenze. Una banda di frequenza di un’ottava è compresa tra due frequenze delle quali la più alta è il doppio di quella più bassa e cioè un filtro di ottava con una frequenza centrale di 1 KHz lascia passare una gamma di frequenze comprese tra 707 Hz e 1414 Hz. Una banda di frequenza di un terzo di ottava è invece compresa tra due frequenze delle quali la più alta è 1,26 volte maggiore di quella più bassa. Il pro-cesso appena spiegato viene definito analisi in frequenza ed il grafico su cui ven-gono posti i valori risultanti viene chiamato spettrogramma.

Dopo che il segnale è passato attraverso il circuito di ponderazione viene di nuovo amplificato per poi passare in un rettificatore il quale fornisce il valore RMS del segnale. Il valore RMS ha un certa importanza in quanto fornisce una indicazione dell’energia contenuta nel segnale sonoro. Infine il segnale viene

Page 30: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

visualizzato su un display nel quale si potrà leggere il valore in dB (decibel). Il rivelatore è dotato di tre risposte caratteristiche a costanti di tempo: F (fast),

S (slow) e I (impulse). Nel caso di segnali sonori composti da impulsi isolati o contenenti una alta concentrazione di rumori di tipo impattivo si usa la risposta I la quale ha una costante di tempo di 35 millisecondi ed è adeguata per le misure di rumori transitori.

I dati misurati possono essere immagazzinati in una memoria contenuta nel fonometro per essere poi letti con calma oppure scaricati attraverso un cavo su un computer per successive elaborazioni.

Prima di effettuare una misura, bisogna calibrare la catena (microfono + cavo + registratore). Può essere utilizzata a tal proposito una sorgente campione che emette 94 dB(A) a 1000 Hz. Questa sorgente viene montata direttamente sul microfono, il fonometro è dotato di una procedura di calibrazione.

La durata di registrazione, il tipo di ponderazione, la gamma (20dB-100dB, 30dB-130dB, 40dB-140dB ) e la durata elementare della misura sono program-mati.

Page 31: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.8 La zonizzazione acustica di un'area portuale L’attività legislativa in tema di inquinamento acustico in Italia ha inizio nel

1988, con l’istituzione del Ministero dell’Ambiente e il trasferimento delle rela-tive competenze in materia.

Il 9 dicembre 1988 viene presentato un disegno di legge, il n. 1457, recante le “Norme in materia di inquinamento acustico e di limitazione dei rumori” volto, soprattutto, al recepimento di nove direttive CEE, all’adozione di quello che sarà il successivo D.P.C.M. 1 marzo 1991, all’aggiornamento dei regolamenti comu-nali e alla potenza sonora degli spot televisivi; ma, per quanto concerne specifi-catamente le misure di gestione del rischio rumore, il relativo vuoto normativo si colma solo nel 1991 con l’emissione del noto D.P.C.M. 1 marzo 1991 grazie al quale si sanano, in via transitoria, le gravi condizioni di inquinamento acustico, già da allora riscontrabile nell’ambito dell’intero territorio nazionale ed in parti-colare nelle aree urbane.

Tale decreto, motivato dall’urgenza, affronta per la prima volta il rumore in un'ottica complessiva, tamponando alcune delle lacune del nostro ordinamento, ma lasciandone aperte molte altre e sollevando peraltro questioni di competenza

Page 32: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

istituzionale, che saranno risolte in modo drastico con sentenza della Corte Costi-tuzionale, la quale dimezzerà gli effetti del documento. L'efficacia di questo decreto è però limitata dal carattere di provvisorietà ed urgenza del documento stesso, avente funzione transitoria “in attesa dell'approvazione di una legge quadro in materia di tutela dell'ambiente dall'inquinamento acustico”. Il 4 luglio 1991 la XIII commissione giunge ad un testo unificato di legge quadro, che sarà appro-vato nella sua sostanza solo nell’ottobre 1995, dando vita alla Legge Quadro n. 447/95.

Alcune linee guida regionali e la Legge quadro prevedono l’attribuzione alle aree portuali della classe IV (zonizzazione acustica) pertanto, i limiti di riferi-mento possono essere desunti dalle tabelle seguenti. I parametri significativi da monitorare sono quindi i livelli equivalenti diurno e notturno LAeq,d ed LAeq,n. LAeq,d= livello equivalente diurno (ponderazione A) dB(A) LAeq,n= livello equivalente notturno (ponderazione A) dB(A) Classe IV – Aree di intensa attività umana: aree urbane …; le aree portuali; …. Valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa; Valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misu-rato in prossimità dei ricettori. Valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per re-alizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge. Valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente.

Page 33: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Tabella 5 – LAeq diurno e notturno

A titolo di esempio si riportano i valori limite, i valori di qualità ed i valori di

attenzione previsti dalla normativa italiana vigente (D.P.C.M. 14/11/1997): Valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa;

Tabella 6 - Valori limite di emissione - Leq in dB(A)

Tempi di riferimento Classe acustica Diurno

(06.00 ¸ 22.00) Notturno

(22.00 ¸ 06.00) I 45 35 II 50 40 III 55 45 IV 60 50 V 65 55 VI 65 65

N. Parametro Riferimento normativo Denominazione Valore ed unità

Valore di emissione (in prossimità della sorgente) A10

Rumore LAeq diurno

(6-22)

D.P.C.M. 01/03/91, Legge 26/10/95 n. 447 e Decreti di attuazione

Valore di immissione (in prossimità dei recettori)

dB(A) con valutazione di presenza di componenti impulsive e tonali.

Valore di emissione (in prossimità della sorgente) A11

Rumore LAeq notturno

(22-6)

D.P.C.M. 01/03/91, Legge 26/10/95 n. 447 e Decreti di attuazione

Valore di immissione (in prossimità dei recettori)

dB(A) con valutazione di presenza di componenti impulsive e tonali

Page 34: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misu-rato in prossimità dei ricettori.

Tabella 7 - Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)

Tempi di riferimento Classe acustica Diurno

(06.00 ¸ 22.00) Notturno

(22.00 ¸ 06.00) I 50 40 II 55 45 III 60 50 IV 65 55 V 70 60 VI 70 70

Valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per re-alizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.

Tabella 8 - Valori di qualità - Leq in dB(A)

Tempi di riferimento Classe acustica Diurno

(06.00 ¸ 22.00) Notturno

(22.00 ¸ 06.00) I 47 37 II 52 42 II 57 47 IV 62 52 V 67 57 VI 70 70

Valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente.

Page 35: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.9 Elettromagnetismo Un campo elettromagnetico è la propagazione nello spazio di campi elettrici e

di campi magnetici variabili nel tempo. Ogni qual volta si verifica una variazione di campo elettrico o di campo magnetico si genera nello spazio un campo elettroma-gnetico che si propaga a partire dalla sorgente. Lo spettro elettromagnetico di un campo elettromagnetico è l'insieme di tutte le radiazioni con frequenza diversa, ognuna delle quali è generata da un campo elettromagnetico ad una determinata frequenza. In base alla frequenza le radiazioni generate da un campo elettroma-gnetico si distinguono in:

Radiazioni ionizzanti dette IR (Ionizing Radiation) con frequenze maggiori di 300 GHz (raggi ultravioletti, raggi X e raggi gamma) che, per la loro elevata ener-gia sono in grado di rompere i legami molecolari delle cellule e possono indurre mutazioni genetiche.

Radiazioni non ionizzanti dette NIR (Non Ionizing Radiation) generate da un campo elettromagnetico con frequenza compresa tra 0 e 300 GHz (pari a 3 x 1011 Hz). Queste radiazioni non sono in grado di rompere direttamente i legami mole-colari delle cellule perché non possiedono energia sufficiente e producono princi-palmente effetti termici.

All'interno delle radiazioni non ionizzanti si distinguono per importanza appli-cativa i seguenti intervalli di frequenza:

Frequenze estremamente basse (ELF - Extra Low Frequency) pari a 50-60 Hz. La principale sorgente è costituita dagli elettrodotti, che trasportano energia elet-trica dalle centrali elettriche di produzione agli utilizzatori; possono provocare effetti derivanti dalle correnti che i campi elettrico e magnetico producono sul de-licato funzionamento cellulare del nostro organismo. Gli effetti noti sono di due tipi: di conduzione con movimentazione di cariche libere (gli ioni) e di sposta-mento con polarizzazione delle cariche fisse (con effetti soprattutto sulle molecole proteiche);

La movimentazione delle cariche elettriche può produrre calore (effetti termici delle radiazioni) ma soprattutto può andare ad interferire sui delicati meccanismi replicativi della cellula (effetti non termici).

Radiofrequenze (RF - Radio Frequency) comprese tra 300 KHz e 300 MHz. Le principali sorgenti sono costituite dagli impianti di ricetrasmissione radio/TV; Ra-diofrequenze (le note LF - MF - HF - VHF - UHF), che vanno dai 100 kHz ai 300 GHz: sommano agli effetti delle frequenze molto basse un notevole sviluppo di calore (soprattutto nelle vicinanze della sorgente emittente).

Microonde con frequenze comprese tra 300 MHz e 300 GHz. Le principali sorgenti di microonde sono costituite dagli impianti di telefonia cellulare e dai ponti radio. Microonde, in cui gli effetti termici sono più marcati; frequenze dell’infrarosso, della luce visibile e parte dell’ultravioletto (UVA e in parte UVB in cui si colloca la soglia di ionizzazione), che hanno effetti soprattutto sull’epidermide.

Page 36: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Raggi x e raggi γ, detti anche “radiazioni ionizzanti” per la capacità d’interferire con la materia organica, creando ioni che vanno ad innescare processi chimici incontrollabili all’interno delle cellule.

La principale discriminazione effettuata è quindi tra:

- radiazioni ionizzanti (IR= ionizing radiations), indiscutibilmente nocive; - radiazioni non ionizzanti (NIR = not ionizing radiations);

a loro volta le NIR potranno produrre effetti termici ed effetti non termici. Le grandezze fisiche di interesse sono il campo elettrico (l’unità di misura è

V/m), il campo magnetico (l’unità di misura è A/m) oppure l’induzione elettro-magnetica, cioè la capacità dei campi magnetici di creare, in determinate condi-zioni, una corrente elettrica in un circuito (l’unità di misura è T = Tesla).

Figura 13 – Intervalli di frequenza dei campi elettromagnetici delle radiazioni

Page 37: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Tabella 9

N. Parametro Riferimento normativo Denominazione Valore ed unità

A12 Valore esposizione 24h (V/m)

A13

Elettromagnetismo

Act n. 36/2001 (general act on protection from electric, magnetic and electromagnetic fields) ; D.M. (Environment Ministry Decree) n. 381/98 as regards to HF ; D.P.C.M. (Government President Decree) 23/4/92 about ELF.

Valori limite di campi elettrici (V/m), ELF radiations Valore per

esposizione 1-5 h (V/m)

A14

Valore esposizione 24h (µT)

A15

Elettromagnetismo

Act n. 36/2001 (general act on protection from electric, magnetic and electromagnetic fields) ; D.M. (Environment Ministry Decree) n. 381/98 as regards to HF ; D.P.C.M. (Government President Decree) 23/4/92 about ELF.

Campo magnetico ELF radiations Valore per

esposizione 1-5 h (µT)

A16 Tempo esposizione 4 h (V/m)

A17

Elettromagnetismo

Act n. 36/2001 (general act on protection from electric, magnetic and electromagnetic fields) ; D.M. (Environment Ministry Decree) n. 381/98 as regards to HF ; D.P.C.M. (Government President Decree) 23/4/92 about ELF.

Valori limite di campi elettrici (V/m), HF

Valore per esposizione 1-5 h (V/m)

In Italia la normativa in vigore è rappresentata dalla legge 36/2001 (Legge qua-

dro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) per quanto riguarda gli aspetti generali; dal D.M. Ambiente n° 381/98 per quanto riguarda la definizione dei valori limite di campo elettrico e magnetico ad alta fre-quenza; dal D.P.C.M. 23/04/92 per le basse frequenze.

Page 38: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.9.1 D.P.C.M. 23/04/92 Lo strumento normativo cui si fa riferimento per i campi a bassa frequenza è

costituito dal D.P.C.M. 23/04/92 avente titolo: "Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno".

Si tratta di un decreto che fissa limiti di esposizione per la popolazione e le distanze di rispetto dei fabbricati dagli elettrodotti:

Tabella 10 - Limiti di esposizione (art. 4 D.P.C.M. 23/04/92):

tempo di esposizione (h) campo elettrico (V/m) induzione magnetica (µT)24 5000 100

1÷5 10000 1000 Distanze di rispetto elettrodotti (art. 5 D.P.C.M. 23/04/92):

• linee da 380 KV > 28 m. • linee da 220 KV > 18 m. • linee da 150 KV > 10 m.

Si tratta di disposizioni molto generiche in quanto, ad esempio, misurando il

campo elettrico a 10 m da un elettrodotto di portata 150 KV, questo risulterà rien-trante nei limiti fissati mentre l’induzione magnetica sarà nettamente inferiore (1,5 µT contro i 100 fissati) col rischio di vanificare la distanza di rispetto individuata.

Con il Decreto Ministeriale 381/98, la legge 236/2001, il DPCM 23/4/92 sono stati definiti i parametri ed i valori limite di campi elettrici e campi magnetici in funzione dei tempi di esposizione e della frequenza.

Si riportano in tabella i valori limite definiti dalla normativa italiana.

Tabella 11 – (D.M. 381/98)

Tempo di esposizione

(h)

Frequenza f (MHz)

Electrical field limits (V/m)

Magnetic field limits (A/m)

Power density Of equivalent wave (W/m2)

4 0.1 – 3 60 0.2 - 4 3 – 3000 20 0.05 1 4 3000 –

300000 40 0.1 4

>4 0.1 – 300000 6 0.016 0.1

Page 39: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.9.2 STRUMENTAZIONE, CRITERI E METODOLOGIE DI MISURA Strumentazione per basse frequenze

Uno degli strumenti utilizzati in fase sperimentale per misurare campi elet-tromagnetici a bassa frequenza è un MASHEK ESM 100.

Figura 14 – Misuratore di campo E/H 3D ESM-100

I dati tecnici relativi a tale apparecchio sono riportati di seguito.

Campo di misura : 1 nT – 200 µT per il campo magnetico 0.1 V/m – 20kV/m per il campo elettrico Selezione campo di misura: automatico (Autorange) Risoluzione: 1 nT per il campo magnetico 100 mV/m per il campo elettrico

Una caratteristica interessante dello strumento è la presenza di 4 filtri in banda passante più il filtro ‘all’, che permette di misurare i campi elettromagnetici compresi in tutto il range di frequenza dell’apparecchio ; ogni filtro serve a misu-rare un particolare campo di frequenza.

Page 40: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Campo di frequenza: Filtro ‘all’ 5 Hz - 400 kHz Filtro ‘high’ 2 kHz - 400 kHz Filtro ‘low’ 5 Hz – 2 kHz Filtro ‘50’ 50 Hz Filtro ‘16’ 16.7 Hz Campi di rappresentazione: 0 nT – 200 µT per il campo magnetico

(Filtro ‘50’ e ‘16’) 0.0 V/m – 20 kV/m per il campo elettrico (Filtro ‘50’ e ‘16’)

10 nT – 200 µT per il campo magnetico (Filtro ‘high’ e ‘low’)

1.0 V/m – 20 kV/m per il campo elettrico (Filtro ‘high’ e ‘low’)

Precisione: Filtro ‘50’ e ‘16’ ± 2% Filtro ‘all’, ‘high’ e ‘low’ ± 5% Sistema di misura: Campo H: bobine, isotropico Campo E: piastre, isotropico, potenziale flottante o compensato Misura valore effettivo (True RMS) Indicazione: Display LCD retroilluminato Campo H ed E contemporaneamente in modalità 3D “ “ “ separatamente in modalità 1D Valore 1D: Campo H: Hx Campo E: Ex

Valore 3D: Campo H: 222zyx HHH ++ Campo E:

222zyx EEE ++

Memoria: Tempo: 1h, 8h, 24h, 48h, 168h, misura singola Intervallo di misura: 2s, 16s, 48s, 96s, 336s, misura singola 1800 campionamenti Accumulatori: Ni-MH 6V/1.2 Ah Temperatura di funzionamento: 0 °C – 40 °C Dimensioni: Apparecchio: 160*83*35 mm Sensore: 210*56*56 mm Peso: Apparecchio: 400 g Sensore: 130 g

Page 41: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.9.3 STRUMENTAZIONE PER ALTE FREQUENZE

Per la misurazione dei campi elettromagnetici ad alta frequenza si mostra a titolo di esempio un Wavetek Wandel Goltermann Italia modello EMR 30 (fig. 2)

Figura 15 – Strumentazione per misure di campi elettromagnetici ad alta frequenza

Anche in questo caso si riportano di seguito i dati tecnici salienti. Range di frequenza: 30 kHz – 3GHz Range di misura: Campo elettrico 1 – 800 V/m Potenza irradiata 0.0027 – 1700 W/m2

4.9.4 MISURA DELLE DISTANZE Per misurare le distanze tra i punti di interesse sperimentale e le sorgenti si è

utilizzato un Leica Disto Classic. Questo è uno strumento a scansione laser, prov-visto di puntatore laser; le principali caratteristiche tecniche sono elencate di seguito:

Lunghezza d’onda emessa: 620 – 690 nm

Classe di appartenenza: class II laser product

Divergenza raggio: 0.16*0.6 mrad

Durata impulso: 15*10-9 s

Potenza media irradiata: 0.95 mW con incertezza sulla misura di ± 5 %

Potenza max irradiata per impulso: 8 mW

Precisione di misura tipica: ± 3 mm

Page 42: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Precisione di misura max: ± 5 mm

Minima unità visualizzata: 1 mm

Portata: 0.3 m – 100 m

Tempo necessario ad una misura: 0.5 – 4 s (in dipendenza delle condizioni atmosferiche)

Diametro del punto laser 6 30 60 mm

Alla distanza di 10 50 100 m

NOTE:

- Il produttore dichiara che l’apparecchio è capace di funzionare, senza infi-ciare la precisione delle misure, in ambienti in cui sono presenti radiazioni elettromagnetiche e cariche elettrostatiche, senza peraltro causare disturbi ad altri apparecchi.

- La precisione di misura corrisponde alla norma ISO/R 1938-1971 con un livello di affidabilità statistica pari al 95 % (corrispondente all’intervallo -2σ ÷ +2σ della distribuzione di frequenza gaussiana).

- La precisione tipica di misura si riferisce alle condizioni medie di misura entro la portata dell’apparecchio.

- L’errore massimo si riferisce a condizioni di misura sfavorevoli come super-fici molto riflettenti, funzionamento ai limiti del campo di temperatura, luce ambiente molto intensa, condizioni atmosferiche che determinano la pre-senza di una forte rifrazione.

4.9.4 CRITERI E METODOLOGIE DI MISURA I metodi utilizzati per effettuare misure di inquinamento elettromagnetico

variano molto a seconda delle finalità delle misure e dell’ente che effettua le misure stesse. Infatti, ad esempio, le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale eseguono misure su richiesta dei cittadini le cui abitazioni sono vicine alle stazioni radio base per telefonia cellulare o agli elettrodotti; in tal caso è chiaro che i punti di misura saranno scelti dall’operatore sulla base della propria esperienza e della minima distanza dalla sorgente inquinante.

Il panorama dei criteri di misura si presenta quindi frazionato, anche perché non esiste uno standard internazionale che fissi tali criteri.

Esistono comunque alcune prescrizioni che dovrebbero essere seguite da tutti gli operatori per garantire una buona attendibilità delle misure.

Innanzitutto, in una campagna di misure, queste devono essere effettuate all’interno della stessa fascia oraria dato che i valori variano anche sensibilmente tra le ore diurne e quelle notturne. Le ore di massima esposizione, e dunque quelle in cui dovrebbero concentrarsi i rilevamenti, coincidono con i periodi di massima

Page 43: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

attività umana, quindi al mattino tra le 9 e le 13, di pomeriggio tra le 16 e le 19, di sera dalle 20 alle 22. Questo è dovuto a due ordini di motivi: in primo luogo, in tali orari vi è il massimo consumo di energia elettrica tramite gli apparecchi utiliz-zatori , siano essi domestici o industriali; inoltre le stazioni radio base funzionano ad un livello di potenza superiore che negli altri orari, a causa del maggiore uti-lizzo di telefoni cellulari nella cella di ciascuna antenna.

Gli strumenti devono essere posizionati ad altezza d’uomo (di solito 1.80 m) dal suolo su un treppiedi non metallico (di solito realizzato in legno); bisogna tenere una distanza, tipicamente pari a 1 m, dai corpi conduttori (tra cui il corpo dell’operatore) e dalle pareti delle abitazioni.

Altre disposizioni sono fissate in Italia, per le misure ad alta frequenza, dal D.M. 381/98. Il valore di campo elettrico, magnetico e densità di potenza di inte-resse non è quello istantaneo, ma quello mediato su un tempo di 6 minuti; devono quindi essere effettuati rilevamenti successivi di 6 minuti ciascuno, farne le medie (a questo calcolo provvedono automaticamente gli strumenti) e indicare il valore massimo tra questi valori medi.

Esiste poi una metodologia di misura più complessa, messa a punto grazie alla collaborazione scientifica con il Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Torino. Se ne riportano di seguito in sintesi i passaggi principali.

Per valutare il livello di fondo del campo elettromagnetico si analizza inizial-mente la distribuzione spettrale del campo tramite misurazioni in banda stretta in alcuni punti campione, da cui emerge il contributo al livello di fondo dato dai segnali radiotelevisivi e dalle stazioni radio base. Si individuano poi il numero e la tipologia delle sorgenti irradianti presenti sul territorio; si scelgono i punti di misura sovrapponendo una griglia a passo costante sulla carta topografica del sito, ottenendo così un sistema di coordinate cartesiane che definiscono univocamente i punti di misura. Le misure vanno effettuate nei punti di intersezione della griglia, il cui passo dipende dall’ampiezza della zona da investigare: maggiore è l’estensione, maggiore dovrà essere il passo; a titolo indicativo, per una cittadina di piccole dimensioni i nodi della griglia potranno essere distanziati di 50 m. In vari punti la griglia va però infittita, ad esempio quando il valore del campo elet-trico supera 1 V/m oppure nelle vie con forti gradienti di campo. Queste misure in banda larga possono essere integrate da altre in banda stretta in alcuni siti di inte-resse, ad esempio dove si riscontrano superamenti di limiti di legge: in tal modo, grazie all’analisi in frequenza, si può risalire alla sorgente che ha prodotto il supe-ramento dei limiti.

Una volta effettuate tutte le misure, si procede alla costruzione di una mappa di inquinamento elettromagnetico che rappresenti i vari livelli di campo con diverse gradazioni di colore, anche al fine di una immediata comprensione da parte non addetti ai lavori.

Si possono infine effettuare analisi statistiche dei risultati, volte non solo a calcolare media e varianza della popolazione di misure, ma anche ad individuare le sorgenti che contribuiscono significativamente ad elevare i valori.

La determinazione della radioattività è effettuata sui campioni del PTS, delle

Page 44: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

deposizioni totali e deposizioni umide e secche, con le seguenti trecniche di mi-sura:

Conteggio beta totale su PTS: sistema di misura a microporcessore SEA 373C, sonda con rivelatore Geyger Muller SEA T301, sorgente di taratura Sr-90, effi-cienza 36%, tempo di misura 1500 s, Minima Concentrazione di Attività Rileva-bile (MCR) (11-20)m Bq/m3

nb = Rateo di conteggio fondo e = Efficienza t = Durata della misura del campione tb = Durata della misura del fondo V = Volume normalizzato di aria aspirata su filtro.

Spettrometria gamma su PTS e deposizione umida e secca: sistema di misura

per spettrometria gamma EG&G, rivelatore coassiale HPGe ORTEC con effi-cienza relativa pari al 28% a 1.33 MeV (Co-60), sorgente di taratura ENEA - SF 1179 (data riferimento 1.1.96 12:00) realizzata con fitro singolo in fibra di vetro tracciato con una miscela di radionuclidi gamma emettitori, tempo medio di mi-sura 64000 s M.C.R. (Minima Concentrazione di Attività Rilevabile):

Be-7 =>3 .10-3 m Bq/m3 Pb-212 =>7.5 . 10-3 m Bq/m3 Pb-214 =>6.4 . 10-3 m Bq/m3 Cs-137 =>3 . 10-3 m Bq/m3 K-40 =>2.3 . 10-2 m Bq/m3

Page 45: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.10 Il monitoraggio delle acque Il monitoraggio va svolto su due gruppi di parametri: uno il cui rilevamento è

obbligatorio, l’altro relativo alle specifiche sostanze pericolose che le attività pre-senti nel bacino emettono nell’ambiente1.

L’elenco dei parametri obbligatori contiene un set ristretto di “macrodescrit-tori”, utilizzati per la classificazione (in particolare per la determinazione dello stato ecologico), più altri parametri che servono a dare informazioni di supporto sulle principali caratteristiche del corpo idrico, sulle sue variazioni nel tempo e nello spazio, nonché utili per la valutazione dei carichi trasportati (rientrano fra questi la portata, il pH, la durezza, la temperatura, ecc..).

I macrodescrittori, servono a dare una misura abbastanza precisa e sufficien-temente stabile, non soggetta a forti fluttuazioni casuali, del carico derivante dalla presenza antropica e dalle attività presenti. I 7 macrodescrittori sono: ossigeno (% di saturazione); COD; BOD5; azoto ammoniacale; azoto nitrico; fosforo totale; Escherichia coli.

I macrodescrittori vengono valutati in modo integrato attraverso l’applicazione di un punteggio ottenuto in base al valore del 75° percentile per ogni parametro. In particolare per il mare lo stato di trofia è determinato attraverso l’implementazione di un indice (l’indice Trix), sperimentato nel corso degli ultimi anni nei mari italiani. Tale indice si traduce in un punteggio attraverso l’applicazione di una formula contenente i valori delle concentrazioni di alcuni parametri fisici e chimici misurati nelle acque.

4.10.1 ACQUE MARINE COSTIERE Indicatori di qualità e analisi da effettuare. Per la classificazione della qualità delle acque marine costiere vanno eseguite

determinazioni sulla matrice acqua. Ad integrazione delle analisi sulle acque, vanno effettuate analisi e saggi bio-

logici sui sedimenti e sul biota. I risultati di tali indagini avranno la funzione di completare i dati derivanti dalle analisi sulle acque e di concorrere alla definizione dello stato chimico rappresentando, al contempo, una base conoscitiva che con-corra a definire i valori delle classi di qualità chimica ed ecologica delle acque.

Il monitoraggio del biota e dei sedimenti deve essere effettuato per rilevare specifiche fonti di contaminazione e per indicazioni sui livelli di "compromis-sione" del tratto di costa considerato. L’autorità competente, ove necessario, inte-gra i parametri riportati nelle specifiche tabelle possono essere integrati, con inda-gini "addizionali" ovvero provvede a sostituirli con altri che risultino essere più significativi rispetto alle specifiche realtà territoriali, in funzione delle caratteristi-che del bacino afferente e/o dei diversi usi della fascia costiera, così da mirare attentamente le analisi ambientali.

L’eventuale incremento della concentrazione degli inquinanti tra una analisi e le successive deve comportare l’approfondimento delle iniziative di controllo su- 1 le principali delle quali sono indicate nella citata tabella 1 dell’allegato1.

Page 46: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

gli apporti (insediamenti costieri civili e produttivi, bacini idrografici affluenti). La frequenza dei campionamenti delle acque, dei sedimenti e del biota, può

essere variata qualora le Autorità competenti lo ritengano necessario. Per temperatura, salinità e ossigeno disciolto dovrà essere fornito il profilo

verticale su tutta la colonna d’acqua.

4.10.2 BIOTA Per quanto riguarda il biota sono considerate prioritarie le analisi di accumulo

dei metalli e dei contaminanti organici, in bivalvi delle famiglie Mytilidae (Myti-lus galloprovincialis) od Ostreoidea (Ostrea edulis, Crassostrea gigas). Ove non reperibili quelle suindicate, potranno essere considerate specie appartenenti alle famiglie: Tellinoidea (Donax trunculus) e Veneroidea (Tapes decussatus, Tapes philippinarum).

Sono considerate addizionali: 1) le indagini sulle biocenosi di maggior pregio ambientale (praterie di fanero-

game, coralligeno, etc) presenti nell'area indagata, al fine di una più completa definizione dello stato ecologico. Tali indagini infatti rappresentano una "memoria biologica" dell’area in studio, fornendo informazioni integrate sugli effetti indotti dai diversi impatti antropici.

2) opportuni saggi biologici a breve o lungo termine, su specie selezionate appartenenti a diversi gruppi tassonomici, privilegiando le specie autoctone o quelle per le quali esistano dei protocolli standardizzati.

4.10.3 SEDIMENTI Per quanto riguarda i sedimenti sono considerate prioritarie le analisi dei

parametri indicati nella tabella precedente. Qualora le autorità ritengano necessaria un’analisi più approfondita volta a

evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine, ovvero ritengano oppor-tuno integrare il dato chimico nella valutazione della qualità del sedimento, si potranno effettuare dei saggi biologici sui sedimenti.

4.10.4 CAMPIONAMENTO Il campionamento costituisce la prima fase di ogni procedimento di analisi e la

sua corretta esecuzione è fondamentale per lo sviluppo dell’intero processo. Infatti si tratta di una fase piuttosto complessa e delicata in quanto condizionante i risul-tati di tutte le operazioni successive. Bisogna, inoltre, considerare la necessità di ottenere campioni il più possibile rappresentativi delle reali condizioni quali-quantitative che si intendono determinare e, pertanto, è importante che il campio-namento venga effettuato da personale qualificato ed opportunamente addestrato.

Page 47: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Sonde multiparametriche e disco Secchi Considerando che l’attività di monitoraggio si svolge in ambiente costiero, ca-

ratterizzato da una variabilità dei parametri chimico-fisici, per lo svolgimento delle attività di misura sono ritenuti idonei sia strumenti a flusso libero sia stru-menti a flusso controllato. In ogni caso le sonde multiparametriche devono essere dotate di un sistema di acquisizione dati in continuo I sensori dovrebbero rispondere alle caratteristiche riportate qui sotto: Tabella 12

SENSORI RANGE ACCURATEZZA RISOLUZIONE ALTRE CARATTERISTICHE

Conducibilità 0-7 S/m 0,005 S/m 0,001 S/m Temperatura -2 + 35°C 0,005°C 0,0005°C Pressione variabile 0,25% 0,04 % pH 0-14 unità

di pH 0,01 unità di pH 0,001 unità di pH

Ossigeno disciolto

0-50 ppm 0,1 ppm 0,01 ppm Compensazione di temperatura

Clorofilla “a” 0,01 µg/L Compensazione di temperatura e torbidità, completo di Standard Solido Secondario per ricalibrazione Autorange su 4 ordini di grandezza

Si raccomanda di: • Utilizzare sensori calibrati con alta precisione che vanno tenuti sotto osserva-

zione per almeno 6 mesi dalla data di fabbricazione. • Calibrare gli strumenti almeno una volta l’anno. È opportuno effettuare di rou-

tine i controlli del valore di ossigeno e salinità da sonda con analisi in labora-torio rispettivamente con il metodo Winkler e con un salinometro a conferma del dato rilevato con la sonda. Il sensore della clorofilla dovrebbe essere tarato periodicamente con valori di clorofilla ottenuti per via spettrofluorimetrica su colture di fitoplancton.

• Calibrare i sensori prima di ogni crociera; il sensore di clorofilla, viceversa, può essere tarato ogni 6 mesi.

• Calare la sonda con velocità di 1 m/s, per campionamenti su “alto fondale”; per campionamenti in “basso fondale”, ed in particolare in situazioni di accentuata stratificazione termica, tale velocità può essere ridotta a circa 50 cm/s. Infatti, per “l’alto fondale” velocità inferiori a 1m/s massimizzano gli errori di misura dovuti allo “shed wakes”, in quanto il movimento verticale indotto da barca/cavo/verricello assume una importanza percentuale maggiore tanto più lento è il movimento della sonda. Per il “basso fondale”, viceversa, velocità più elevate di quella consigliata potrebbero comportare una errata stima del valore di ossigeno disciolto. L’acquisizione dei dati dovrà essere

Page 48: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

fatta in continuo o, comunque, ad intervalli spaziali compatibili con le caratte-ristiche del sensore di profondità. L’acquisizione dovrà iniziare dai 50 cm dalla superficie dell’acqua e terminare a circa 50 cm dal fondo

• Le misure di clorofilla, oltre che dalla temperatura, sono notevolmente influenzate dalla torbidità. Si consiglia l’utilizzo di un turbidimetro integrato sul sensore di clorofilla, al fine di compensare la lettura del valore della cloro-filla, e ottenere il valore della torbidità.

Il disco del Secchi, detto del “marinaio”, è un disco di 30 cm di diametro e 0,5

cm di spessore e viene quasi sempre autofabbricato con plastica bianco-latte (pvc, moplen, plexiglas, perspex ecc.). Il centro è fissato in vari modi da una parte alla cima di una sagola metrata con segni ben visibili, dall’altra a un peso per zavorra.

Le misure con disco Secchi si fanno con mare sufficientemente calmo, calando il disco in acqua dal bordo dove non batte il sole, al riparo dalla radia-zione diretta. Viene calato lentamente fino a che non scompare alla vista. Si legge la misura, segnata sulla sagola metrata dal pelo dell’acqua, facendo una media a occhio tra i cavi e le creste delle onde. Si ripete l’operazione facendolo ricompa-rire e scomparire alcune volte per ottenere una buona stima della profondità di scomparsa. Per le misure della trasparenza è opportuno, vista l’empiricità del metodo stesso, far eseguire le misurazioni sempre allo stesso operatore.

Page 49: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 16 – Sonda multiparametrica

Page 50: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 17 – Disco secchi

Page 51: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Correntometri Per una migliore comprensione dei fenomeni idrodinamici all'interno di un

porto è necessario sottoporre a monitoraggio il regime delle correnti, attraverso il corretto posizionamento di correntometri, su due quote (superficiale e fondo), che registrino in continuo i dati di intensità, direzione e temperatura delle masse d'ac-qua; i correntometri dovrebbero rimanere in opera per almeno un anno. Le caratteristiche tecniche del correntometro dovrebbero essere le seguenti:

- Acquisizione dati in continuo su memoria interna, scaricabili su PC; - Accuratezza di 1 cm/sec nella misurazione dell’intensità di corrente; - Accuratezza di 1° nella misurazione della direzione della corrente.

Page 52: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 18 - Correntometro

Page 53: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Campionatori per acque - analisi chimiche Per raccogliere i campioni di acqua a diversa profondità e non solo alla super-

ficie di un corpo idrico, lo strumento campionatore deve essere dotato di un sistema di apertura e chiusura attivabile alla profondità.

Il modello base di questo tipo di strumento è la classica bottiglia Niskin. Si tratta di uno strumento cilindrico dotato di due aperture, una superiore e una infe-riore, e di un meccanismo che gli permette di rimanere aperto durante la calata in acqua. La bottiglia, legata a un cavo di diametro variabile (5÷8 cm), viene calata aperta; una volta raggiunta la profondità richiesta, la sua chiusura viene effettuata tramite l’invio, lungo il cavo, di un messaggero (costituito da un cilindro metal-lico) che urta l’estremo superiore di un meccanismo il quale sganciandosi provoca la chiusura della bottiglia.

Il prelievo dei campioni, per l’analisi dei vari parametri, va effettuato diretta-mente dalla bottiglia Niskin nel più breve tempo possibile; il recipiente di conser-vazione deve essere sciacquato almeno due volte con l’acqua della bottiglia di campionamento.

Page 54: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 19 – Bottiglia Niskin

Page 55: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Campionatori per acque - analisi batteriologiche Sempre nella matrice acquosa è importante monitorare la componente micro-

biologica (Coliformi fecali, Coliformi totali, Streptococchi fecali e Salmonelle), che consente la valutazione dell'inquinamento di origine cloacale e terrigena, non-ché dei rischi per la salute pubblica dovuti alla presenza di patogeni pericolosi.

Il prelievo dei campioni per l’esame microbiologico deve essere effettuato con recipienti puliti e la sterilità è funzione delle determinazioni che devono essere effettuate e del tipo di acqua che si deve analizzare. Poiché il rischio di contami-nazione del campione diminuisce quanto più sono inquinate le acque da control-lare, il prelievo di campioni per la caratterizzazione e/o il controllo delle acque reflue è meno problematico anche se, in questo caso, è necessario osservare norme igieniche di sicurezza a tutela della salute dell’operatore.

Per i prelievi da effettuare per immersione della bottiglia, si devono usare bot-tiglie sterili incartate prima della sterilizzazione e al momento dell’immersione la bottiglia deve essere afferrata con una pinza o con altro idoneo sistema che per-metta l’apertura del tappo a comando per mezzo di dispositivi adatti.

All’atto del prelievo, la bottiglia sterile deve essere aperta avendo cura di non toccare la parte interna del tappo che andrà a contatto con il campione prelevato, né l’interno del collo della bottiglia; subito dopo il prelievo si deve provvedere all’immediata chiusura della stessa.

Nell’eseguire i prelievi si deve sempre avere cura di non riempire completa-mente la bottiglia al fine di consentire una efficace agitazione del campione al mo-mento dell’analisi in laboratorio.

Tutti i campioni di acqua, indipendentemente dalla loro natura, devono essere esaminati nel minore tempo possibile. Il trasporto deve avvenire in modo che i campioni siano mantenuti al riparo dalla luce e ad una temperatura compresa fra +4° e +10°C.

Page 56: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.11 Analisi di laboratorio Per le analisi di laboratorio vengono di norma utilizzate le metodiche standardiz-

zate da APAT-IRSA/CNR (2003) – Metodi analitici per le acque e ICRAM (2001) – Metodologie analitiche di riferimento del programma di monitoraggio per il controllo dell’ambiente marino costiero (triennio 2001-2003).

4.11.1 ANALISI CHIMICHE Azoto e fosforo totale

Per quanto attiene alla conservazione dei campioni dopo il prelievo, si può adoperare uno dei tre metodi di seguito indicati, che assicurano buoni risultati:

- Conservare i campioni, al momento del prelievo, nei contenitori di rea-zione chiusi ermeticamente. L’analisi può essere effettuata anche dopo un lungo periodo di tempo. Infatti, a seguito della reazione di ossidazione, i nitrati ed i fosfati prodotti rimangono costanti.

- Inoculare, subito dopo il prelievo, 5 cm3 di reattivo ossidante e chiudere ermeticamente i contenitori dei campioni. In queste condizioni i campioni sono stabili per almeno 48 ore. Se entro questo tempo si procede alla rea-zione di ossidazione, i nitrati ed i fosfati prodotti rimangono costanti anche per 2÷3 mesi.

- Congelare rapidamente i campioni in bottiglia di polietilene, ovviamente senza procedere alla filtrazione.

Per concentrazione di azoto o fosforo totale in un campione d’acqua si intende la somma delle moli dell’elemento in questione presenti sotto forma di specie organiche ed inorganiche, disciolte e particellate.

La procedura analitica prevede che ambedue gli elementi vengano dosati dopo ossidazione e idrolisi della maggior parte dei composti inizialmente presenti nel campione in una stessa miscela di reazione, con la produzione, rispettivamente, di nitrato e ortofosfato.

Page 57: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.10.2 ANALISI BATTERIOLOGICHE Tra il momento del prelievo e l’esecuzione delle analisi microbiologiche, i

tempi massimi consigliati per l’esame di acque dolci superficiali, acque marine e acque di scarico vanno da un minimo di 6-8 ore, con l’obbligo di non superare un periodo medio di 24 ore.

Esistono due metodi per la determinazione dei parametri microbiologici: - la tecnica del numero più probabile o dei tubi multipli (MPN); - il metodo della filtrazione su membrana (MF)

Metodo MPN La tecnica dell’MPN è particolarmente consigliabile per l’analisi di acque con

particolato in sospensione. Questa tecnica può essere impiegata come alternativa a quella delle membrane filtranti nei casi in cui si analizzino campioni di acqua che superino il valore di 1 unità nefelometrica di torbidità (NTU). I volumi di acqua che possono essere esaminati con questa tecnica sono ridotti in considerazione delle difficoltà tecniche di preparazione e distribuzione di aliquote elevate del campione di acqua da esaminare.

Il metodo dei tubi multipli fornisce una stima statistica della densità batterica del campione analizzato. Si basa infatti sulla combinazione dei tubi positivi e negativi ottenuti inoculando aliquote del campione in terreno colturale liquido. La precisione del risultato dipende dal numero dei tubi di terreno colturale liquido insemenzati con l’acqua in esame. Infatti, a meno che non venga esaminato un gran numero di aliquote di acqua, la precisione del risultato è piuttosto bassa.

Il risultato si ottiene calcolando il valore dell’indice MPN in base alla formula di Thomas:

Metodo MF

La metodica della filtrazione su membrana si adatta a tutti i tipi di acqua, tranne che a quelle particolarmente torbide. Consente di ottenere risultati in tempi più brevi rispetto a quelli richiesti con il metodo del numero più probabile (MPN); inoltre permette di esaminare anche grandi volumi di acqua di buona qualità.

Presenta diversi vantaggi consentendo di rilevare direttamente (per conta diretta) il numero di microrganismi presenti nel campione esaminato, contando le colonie sviluppate su una membrana, semplificando le procedure di laboratorio e

Page 58: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

abbreviando i tempi operativi anche in funzione dei tempi di incubazione. La pro-cedura della filtrazione su membrana permette di contare i microrganismi che, presenti in un campione di acqua, sulla superficie della membrana, posta su ter-reno di coltura agarizzato, hanno prodotto colonie. Poiché non è possibile deter-minare se una colonia individuale sia formata da una o più cellule batteriche, il numero di colonie ottenuto si riporta come “Unità Formante Colonia” (UFC), valore poi riferito, generalmente, a 100 mL del campione analizzato. Si accetta, pertanto, che una cellula batterica produca una colonia e che la conta riporti direttamente il numero di batteri presente.

L’accuratezza del risultato dipende dal numero di colonie contate. È necessa-rio, infatti, che il numero delle colonie sia compreso in limiti leggibili. Un numero di colonie della membrana compreso generalmente tra 20 e 80 e non superiore a 200 fornisce un risultato accettabile e statisticamente accurato.

Il numero di microrganismi presenti nel campione esaminato si ottiene dalla equazione:

UFC/100 mL = N° delle colonie contate/100 mL di campione filtrato

Figura 20 – Analisi batteriologiche: piastra con colonie batteriche

Un parametro derivato dall'indagine microbiologica è l'Indice di Qualità Bio-logico (IQB), che evidenzia la presenza di batteri provenienti da scarichi civili (coliformi fecali o streptococchi fecali) nelle acque di balneazione. E' espresso in % di campioni esenti da Coliformi fecali sul totale dei campioni.

Page 59: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

4.10.3 PARAMETRI MICROBIOLOGICI Per il monitoraggio delle comunità bentoniche portuali è quindi di primaria

importanza il corretto posizionamento (spaziale e verticale) delle stazioni di cam-pionamento, che vanno ubicate in modo tale da raccogliere informazioni sui vari aspetti presenti all’interno del porto, ma anche all’esterno, e in un sito di controllo non influenzato dall’ambiente portuale. In ogni stazione vanno previste almeno 3 repliche. Il punto di campionamento viene di norma preso con il GPS.

Substrato duro Il prelievo viene condotto, sui substrati duri, in immersione con ARA da bio-

logi subacquei: una volta sulla stazione prescelta, si verifica e si annotano su una tavoletta in plexiglas i dati di copertura % dei popolamenti principali, l’esposizione, l’inclinazione. Si procede quindi alla sistemazione di un quadrato in ferro di 20x20 cm, all’interno del quale si provvede all’asportazione totale con mazza e scalpello della matrice biologica, che viene raccolta in capaci sacchetti di nylon trasparente pre-marcati.

Page 60: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 21 - Campionamento di benthos su substrato duro: grattaggio seguito da sorbona (sopra), rilievi

su fouling portuale (sotto)

Page 61: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Il grattaggio viene preceduto e seguito da una sorbonata che serve per la rac-colta degli organismi vagili. Una idonea documentazione fotografica viene ese-guita in ogni stazione di campionamento. I campioni raccolti vengono immedia-tamente conservati in borse frigorifere e trasportati in laboratorio dove vengono congelati o fissati in una soluzione di acqua di mare e formalina tamponata al 5%.

Substrato mobile Sui fondali mobili si campiona direttamente dall’imbarcazione tramite una

benna tipo Van Veen o un box-corer. La benna deve essere dotata di sportellini superiori, deve avere un volume di circa 40 litri e viene calata aperta sul fondo con una robusta cima agganciata ad un verricello.

Page 62: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Figura 22 - Campionamento di benthos di substrato mobile con benna (sopra), e setacciatura degli

organismi a bordo (sotto)

Page 63: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Per ogni stazione di campionamento deve essere compilata una scheda dove riportare i dati inerenti il punto di campionamento (nome stazione, data, ora, coordinate teoriche e reali, strumentazione utilizzata ecc.), il nome dell’operatore e dell’imbarcazione, il numero e la sigla dei campioni prelevati ed infine la descrizione macroscopica del campione (caratteristiche fisiche, colore, odore, grado di idratazione, presenza di resti vegetali o frammenti conchigliari, eventuali variazioni cromatiche e dimensionali).

Una volta salpata a bordo, attraverso gli sportellini si raccolgono carote per la misurazione dello strato ossidato del sedimento e per la determinazione del T.O.M. (Total Organic Matter): i campioni raccolti vengono setacciati diretta-mente a bordo.

I campioni, prelevati dallo strumento con una spatola di acciaio al fine di evi-tare un’eventuale contaminazione, devono essere omogeneizzati e versati in capaci bagnarole e immediatamente setacciati su una pila di setacci per bentono-logia di mesh decrescente (2 mm, 1 mm, 0,5 mm): il contenuto di ogni setaccio viene successivamente conservato in appositi barattoli con acqua di mare e for-malina al 5%, etichettati e datati.

Page 64: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Laboratorio Segue la fase di sorting-out, o di smistamento, allo stereo-microscopio, per la

separazione dei vari taxa animali e vegetali presenti: alla fine di questa fase gli organismi separati vengono sistemati nei rispettivi liquidi conservazione (solu-zioni di acqua di mare e formalina o alcool), per la successiva determinazione a livello specifico dei taxa. Questa avviene ad opera di specialisti nei vari raggrup-pamenti animali e vegetali, che possono variare a seconda del substrato esami-nato.

Figura 23 - Fase di scarto e determinazione degli organismi del benthos

Page 65: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Elaborazione dati I risultati vengono quindi ordinati in apposite matrici elettroniche

specie/stazione e sottoposti ad elaborazione statistica per il calcolo dei principali indici ecologici:

- indice di diversità; - indice di equitabilità; - indice di dominanza; - indice di abbondanza - indice di ricchezza specifica - indice R/P

L’analisi statistica dei dati, effettuata con i vari indici sopra citati, consente di tracciare un quadro esaustivo sulle condizioni ecologiche dei popolamenti: gli in-dici valutano in genere in che misura essi sono diversificati (indice di diversità di Shannon-Wiener, e di ricchezza specifica di Margalef), oppure se c’è dominanza di alcune specie e in che misura (indice di dominanza e di abbondanza). E’ noto infatti che un ambiente in equilibrio ecologico vede in genere un maggior numero di specie con relativamente pochi individui rispetto ad uno degradato, che al con-trario di solito vede la prevalenza di poche specie opportuniste con elevati numeri di individui o di copertura (nel caso di vegetali e specie coloniali).

L’elaborazione dei dati viene quindi completata attraverso l’analisi multiva-riata che consente una migliore comprensione dei fenomeni che consentono la distribuzione spaziale degli organismi.

Per una migliore comprensione dei fenomeni di colonizzazione del benthos, limitatamente ai substrati duri, si possono posizionare pannelli artificiali per lo studio del fouling, che vengono controllati periodicamente sia attraverso l’analisi fotografica che con l’osservazione al microscopio, con le metodiche descritte in precedenza.

Page 66: Capitolo 4 Schede tecniche per ciascun parametro ... · portati a volume a 20°C e determinati i metalli pesanti mediante assorbimento atomico, con fiamma alimentata da miscela aria-acetilene,

Università degli Studi di Palermo

C.I.R.P.I.E.T.

MEDOCC

Pagina 0

Capitolo 4................................................................................................................ 0 Schede tecniche per ciascun parametro individuato (metodologia di rilievo, parametri ed unità di misura, strumentazione necessaria, tipologia di output)....... 0

4.1 Metodi ed apparecchiature per la misura delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera........................................................................................ 0

4.1.1 MATERIALE PARTICOLATO (PM10) .................................................. 71 4.1.2 MONITORAGGIO DEL BENZENE ......................................................... 71

4.2 Le reti di monitoraggio in Italia ............................................................ 71 4.3 L'attività di monitoraggio ambientale in ambito regionale siciliano..... 71 4.4 Il monitoraggio ambientale urbano ....................................................... 71 4.5 Rete di Monitoraggio di Palermo.......................................................... 71

4.5.1 Le stazioni di rilevamento ............................................................. 71 4.5.2 Acquisizione dei dati ..................................................................... 71

4.6 Il monitoraggio meterologico................................................................ 71 4.7 Il rumore portuale.................................................................................. 71

4.7.1 TECNICHE DI CAMPIONAMENTO PER LA MISURA DEL RUMORE ........... 71 4.7.2 METODOLOGIE DI RILEVAMENTO DEL RUMORE DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO ................................................................................................. 71 4.7.3 STRUMENTAZIONE DI MISURA ........................................................... 71

4.8 La zonizzazione acustica di un'area portuale ........................................ 71 4.9 Elettromagnetismo ................................................................................ 71

4.9.1 D.P.C.M. 23/04/92 ........................................................................ 71 4.9.2 STRUMENTAZIONE, CRITERI E METODOLOGIE DI MISURA ................... 71 4.9.3 STRUMENTAZIONE PER ALTE FREQUENZE.......................................... 71 4.9.4 MISURA DELLE DISTANZE ................................................................. 71 4.9.4 CRITERI E METODOLOGIE DI MISURA ................................................ 71

4.10 Il monitoraggio delle acque................................................................... 71 4.10.1 ACQUE MARINE COSTIERE ................................................................ 71 4.10.2 BIOTA ............................................................................................. 71 4.10.3 SEDIMENTI ...................................................................................... 71 4.10.4 CAMPIONAMENTO ........................................................................... 71

4.11 Analisi di laboratorio ............................................................................ 71 4.11.1 ANALISI CHIMICHE........................................................................... 71 4.10.2 ANALISI BATTERIOLOGICHE ............................................................. 71 4.10.3 PARAMETRI MICROBIOLOGICI........................................................... 71