Capitolo 1 - Adovgenova · 2016. 8. 14. · Aldoooo! Aldoooo! L’hai ucciso?» Adelisa allora...

4
Capitolo 1 Adelisa non aveva mai fatto storie per dormire. Mai fino a quando non successe quel fatto. Il paese era immerso nel sonno e l’orologio della piazza aveva già suonato da un pezzo la mezzanotte, quando il pavimento di legno della sua stanza fu percorso da passetti incerti, accompagnati da un debole squit, squit, squit… Squitttt!!! La bambina si svegliò, aprì gli occhi. Ai piedi del letto, alla fioca luce della notte che filtrava dalla finestra, Adelisa vide due occhi tondi che la fissavano. Pensò a Magò, la gatta dei vicini che spesso si intrufolava in casa loro, e accese la lampada sul comodino. Non era Magò. Si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi: il topo restava a guardarla, con le zampe anteriori sollevate e i baffi ritti sul naso in movimento. Assomigliava al criceto di Martina, la sua compagna di banco, pensò Adelisa. «Perché hai acceso la luce… Stai male?» chiese sbadigliando la mamma, mentre la porta della cameretta si spalancava. Ma la piccola non ebbe modo di rispondere; l’urlo agghiacciante della signora Ombretta la fece balzare in piedi sul letto, mentre il topo saettava come impazzito attraverso la stanza: «Aiuuuutoooo! Aaaaaldo, aiuuutooooo!». Pubblicazione ad uso esclusivo di persone con difficoltà specifiche di apprendimento ai sensi dell'art.71 bis D.L. 9/4/2003 n.68 5

Transcript of Capitolo 1 - Adovgenova · 2016. 8. 14. · Aldoooo! Aldoooo! L’hai ucciso?» Adelisa allora...

  • Capitolo 1

    Adelisa non aveva mai fatto storie per dormire. Mai fino a

    quando non successe quel fatto.

    Il paese era immerso nel sonno e l’orologio della piazza aveva

    già suonato da un pezzo la mezzanotte, quando il pavimento di legno

    della sua stanza fu percorso da passetti incerti, accompagnati da un

    debole squit, squit, squit…

    Squitttt!!!

    La bambina si svegliò, aprì gli occhi. Ai piedi del letto, alla fioca

    luce della notte che filtrava dalla finestra, Adelisa vide due occhi tondi

    che la fissavano. Pensò a Magò, la gatta dei vicini che spesso si

    intrufolava in casa loro, e accese la lampada sul comodino.

    Non era Magò.

    Si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi: il topo restava

    a guardarla, con le zampe anteriori sollevate e i baffi ritti sul naso in

    movimento. Assomigliava al criceto di Martina, la sua compagna di

    banco, pensò Adelisa.

    «Perché hai acceso la luce… Stai male?» chiese sbadigliando la

    mamma, mentre la porta della cameretta si spalancava.

    Ma la piccola non ebbe modo di rispondere; l’urlo agghiacciante

    della signora Ombretta la fece balzare in piedi sul letto, mentre il topo

    saettava come impazzito attraverso la stanza: «Aiuuuutoooo!

    Aaaaaldo, aiuuutooooo!».

    Pubblicazione ad uso esclusivo di persone con difficoltà specifiche di apprendimento ai sensi dell'art.71 bis D.L. 9/4/2003 n.68

    5

  • Il topo sembrava nel panico più totale, passò tra le gambe della

    mamma e si scontrò col piede in arrivo di papà Aldo, per imbucarsi tra

    la cucina e il salotto.

    Sembrava il finimondo: la signora Ombretta era salita in piedi

    sulla poltroncina rossa e saltellava sul vestitino preferito di Adelisa,

    continuando a urlare. Davanti agli occhi increduli della bambina, il

    padre aveva imbracciato il fucile da caccia e si aggirava con passo

    incerto e assonnato per le stanze, seguendo le indicazioni della

    moglie, senza aver capito bene chi minacciasse la sua famiglia.

    Pubblicazione ad uso esclusivo di persone con difficoltà specifiche di apprendimento ai sensi dell'art.71 bis D.L. 9/4/2003 n.68

    6

  • «È andato verso il bagno! No, è in cucina… Corriiiiii, forse è

    entrato nell’armadio… Guarda in dispensa!!!»

    La signora Ombretta continuava a urlare, scossa da brividi di

    terrore. A un certo punto sembrò ritrovare il coraggio: spiccò un balzo

    acrobatico dalla poltroncina al letto e piombò accanto alla figlia. «Ti ha

    morso? Fammi vedere» e la ispezionò dalla testa ai piedi.

    Pubblicazione ad uso esclusivo di persone con difficoltà specifiche di apprendimento ai sensi dell'art.71 bis D.L. 9/4/2003 n.68

    7

  • «Ma no, mamma! È solo un topino» disse Adelisa quasi divertita.

    «UUUUUUn tooopinooo? Ecco a che cosa servono tutte quelle

    stupide favole che vi raccontano a scuola sui topini! Che carini…!!! Ma

    lo sai tu che per un morso di topo SI MUORE? Aldoooo! Aldoooo! L’hai

    ucciso?»

    Adelisa allora scoppiò in lacrime. I vicini suonarono alla porta. La

    signora Ombretta confabulò velocemente con la signora Vanna,

    dopodiché avvolse la figlia in una coperta, la prese in braccio e,

    incurante delle proteste della bambina, attraversò il corridoio a lunghi

    balzi per rifugiarsi nel salotto dei vicini, che avevano offerto

    gentilmente il loro soccorso.

    Il signor Aldo si chiuse in casa con la preziosa gatta soriana

    Magò, concessa in prestito dalla signora Vanna. La gatta avrebbe

    guidato le manovre per catturare il feroce topo.

    La battaglia fu lunga. Si sentivano i rumori al di là del muro: i

    passi affrettati del signor Aldo, ogni tanto un urlo, quindi un tonfo. A

    poco a poco i rumori si affievolirono.

    Poi più nulla.

    Pubblicazione ad uso esclusivo di persone con difficoltà specifiche di apprendimento ai sensi dell'art.71 bis D.L. 9/4/2003 n.68

    8