Cap. 3 – MODELLISTICA E SIMULAZIONE DEI SISTEMI...
Transcript of Cap. 3 – MODELLISTICA E SIMULAZIONE DEI SISTEMI...
Page 1
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 1
3.1 Problemi di analisi e problemi di sintesi3.2 Progettazione di un sistema meccanico3.3 Il modello fisico ed il modello matematico3.4 Approssimazioni nel modello fisico 3.5 Generalità sui simulatori di sistemi multibody3.6 Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody
Cap. 3 – MODELLISTICA E SIMULAZIONE DEI SISTEMI MECCANICI
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 2
3.1 – Problemi di analisi e problemi di sintesi
I problemi tipici della meccanica applica alle macchine
possono essere divisi in due categorie fondamentali:
problemi di analisi
problemi di sintesi
Page 2
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 3
Dati:- il meccanismo,- l’equazione oraria di uno o più membri,- le forze ed i momenti agenti sul meccanismo,- le condizioni iniziali,si determinano:- le leggi di moto (posizioni, velocità, accelerazioni in funzione
del tempo) dei punti di ogni membro (analisi cinematica),- le forze e le coppie agenti sui vari membri (analisi dinamica).
Problema di analisi
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 4
La sintesi consiste nel progettare un meccanismo che soddisfi le specifiche di progetto (ad es.: legge di moto di un membro, requisiti dimensionali, forze, coppie, potenze erogate)sintesi di tipo: scelta del tipo di meccanismosintesi di configurazione: scelta del numero e della disposizione dei membrisintesi dimensionale: determinazione di tutti i parametri geometrici necessari alla completa descrizione del meccanismo
Problema di sintesi
Page 3
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 5
La progettazione di un sistema meccanico può avvenire secondo modalità molto differenti; a volte si progetta ex-novo; a volte si modifica un progetto preesistente per adattarlo a specifiche differenti, per risolvere problemi riscontrati o per migliorarne le prestazioni. In ogni caso si possono alternare fasi di sintesi e di analisi.Un possibile modo di procedere, generalmente non il migliore, ma a volte l’unico possibile, è quello di definire un meccanismo(in base all’intuizione o all’esperienza), analizzarne il funzionamento e quindi procedere per modifiche successive fino a soddisfare i requisiti.Nel seguito ci concentreremo quindi sull’analisi.
3.2 - Progettazione di un sistema meccanico
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 6
3.3 - Il modello fisico ed il modello matematico
effettuare le approssimazioni suggerite dall’esperienza del progettista
SISTEMA REALE
MODELLO FISICO
MODELLO MATEMATICO
applicare le leggi della fisica per ottenere le equazioni cinematiche e dinamicheoppureutilizzare adeguati programmi di simulazione
semplice, ma rappresentativo del sistema reale nelle condizioni di funzionamento oggetto dello studio
adeguato a fornire i risultati corrispondenti al modello fisico
Page 4
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 7
Il modello fisico
Il modello fisico è un sistema immaginario il più possibile simile
al sistema reale nelle condizioni di funzionamento considerate
per quanto riguarda le caratteristiche importanti al fine
dell’analisi, ma più semplice e facilmente studiabile con mezzi
matematici.
L’abilità del progettista consiste proprio nell’immaginare modelli
fisici semplici ma sufficientemente accurati, e nel contempo
adatti ad ottenere facilmente il modello matematico per via
analitica o con il supporto di sistemi di simulazione assistita al
calcolatore.
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 8
Il modello matematico - 1
Dato il modello fisico, il modello matematico può essere ottenuto:
• scrivendo le equazioni cinematiche e dinamiche del sistema,
generalmente in base alle leggi della meccanica classica (se le
equazioni sono risolte analiticamente la soluzione è esatta; se sono
risolte numericamente, la soluzione è approssimata)
• utilizzando programmi di simulazione che ricavino
automaticamente le equazioni del sistema e le risolvano per via
numerica (soluzione approssimata)
Page 5
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 9
Il modello matematico - 2Dato uno stesso modello fisico, i risultati analitici e numerici devono
coincidere, a meno dell’errore introdotto dal programma di
simulazione, che è generalmente trascurabile se tale programma è
affidabile e utilizzato correttamente.
NOTA: è necessario distinguere tra due concetti profondamente
diversi e spesso confusi:
• le approssimazioni introdotte nel concepire il modello fisico
(un buon progettista fa approssimazioni ingegneristicamente valide)
• gli errori dovuti ad una soluzione numerica del modello matematico
(un buon progettista sa usare correttamente gli strumenti software)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 10
Esempi di modello fisico
modello fisicosistema reale
Page 6
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 11
Esempi di modello fisico
uno stesso modello fisico (d)tre sistemi reali (a, b, c)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 12
3.4 - Approssimazioni nel modello fisicoAlcune delle approssimazioni che si possono introdurre nel modello
fisico sono:
• considerare corpi rigidi
• trascurare i piccoli effetti: si noti che un effetto è piccolo non in
assoluto, ma solo in relazione al fenomeno in esame
• assumere che il sistema non modifichi l’ambiente circostante (ad es:
nell’esempio precedente si può ipotizzare che il moto del veicolo non
sia influenzato dal moto del pannello); generalmente se gli ingressi
del sistema sono influenzati dalla risposta del sistema stesso la
modellazione diventa molto più complessa
Page 7
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 13
Approssimazioni nel modello fisico - 2• trascurare o gli attriti, o modellarli in maniera semplificata (attrito
viscoso o coulombiano)
• sostituire caratteristiche distribuite con altre concentrate (masse,
forze, ecc…)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 14
Approssimazioni nel modello fisico - 3• ammettere una dipendenza lineare fra variabili del sistema nel
campo di funzionamento considerato
• assumere che i parametri caratteristici di un sistema non varino
• trascurare le incertezze ed i disturbi, per evitare il ricorso ad analisi
probabilistiche
Page 8
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 15
3.5 - Generalità sui simulatori di sistemi multibody
• i simulatori di sistemi multibody sono programmi che eseguono
l’analisi del moto di sistemi meccanici
• i simulatori di sistemi multibody analizzano sia la cinematica che la
dinamica del sistema; si distinguono quindi da altri programmi che
permettono la visualizzazione del moto di sistemi meccanici
considerando solo la loro cinematica (ad es.: programmi di
animazione 3D)
• esempi di simulatori multibody:– ADAMS– DADS– Pro/Mechanica Motion – Working Model - Visual Nastran
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 16
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 2
• gli elementi che costituiscono un sistema multibody sono:
– corpi (rigidi)
– vincoli
– forze (esterne)
• nei simulatori multibody si analizza generalmente il moto di
sistemi composti da corpi rigidi; se la flessibilità dei corpi non può
essere trascurata, occorre ricondurre i corpi flessibili a sistemi di
corpi rigidi uniti da vincoli, elasticità e smorzamenti concentrati
• vanno distinte le forze esterne, esercitate dall’esterno sul sistema,
dalle reazioni interne, scambiate tra i corpi costituenti il sistema
Page 9
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 17
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 3
• esistono simulatori multibody che trattano in maniera distinta i
sistemi bidimensionali (moto di sistemi nel piano) e quelli
tridimensionali (moto di sistemi nello spazio) ed altri che trattano
solo sistemi tridimensionali (i sistemi bidimensionali ne
costituiscono un sottoinsieme)
• nel seguito considereremo sistemi bidimensionali per introdurre i
concetti fondamentali della modellazione multibody
• le problematiche per i sistemi tridimensionali sono analoghe, ma
si complica l’approccio matematico
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 18
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 4
dati:
– un sistema di riferimento fisso
(W)
– un corpo rigido in moto piano
con un sistema di riferimento ad
esso solidale (Bi)
la posizione assoluta del corpo può
essere espressa da una terna di
coordinate (due lineari ed una
angolare) dette coordinate del corpo
i
ii
i
xq y
θ
=
Page 10
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 19
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 5
• possono essere definite n sistemi
di riferimento solidali al corpo
(Pi,j, j=1..n)
• posizione e orientamento di questi
sistemi di riferimento rispetto a W
possono essere espressi in funzione
delle coordinate del corpo, essendo
note le loro coordinate (costanti)
rispetto a Bi
( )( )( )
,
, ,
,
i j i
i j i j i
i j i
x q
P y q
qθ
=
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 20
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 6
se un sistema multibody è costituito da nb corpi, la configurazione
del sistema è definito dalle 3xnb coordinate del sistema
1
nb
q
=
Page 11
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 21
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 7
i vincoli del sistema
impongono delle relazioni
algebriche non lineari che
coinvolgono due sistemi di
riferimento appartenenti a
corpi diversi; ad esempio
per una coppia rotoidale si
impongono due condizioni
nel moto relativo dei due
corpi coinvolti
( ) ( )( ) ( )
, ,
, ,
0
0
i n j k
i n j k
x q x q
y q y q
− =
− =
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 22
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 8
per una coppia prismatica si impongono altre due condizioni nel
moto relativo dei due corpi coinvolti, che sono sempre relazioni
algebriche non lineari tra le coordinate del sistema
Page 12
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 23
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 9
• i vincoli possono essere stabiliti non solo tra due corpi entrambi
mobili, ma anche tra un corpo ed il telaio (ground), rappresentato
dal riferimento inerziale W
• ad esempio si può vincolare un punto di un corpo con una
coppia rotoidale ad un punto fisso (Wi)
( )( )
, ,
, ,
0
0
j k W i
j k W i
x q x
y q y
− =
− =
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 24
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 10
• in generale, i vincoli del sistema sono rappresentabili mediante un
sistema di equazioni algebriche non lineari:
• le equazioni relative ai vincoli indipendenti dal tempo (come le
coppie rotoidali e prismatiche) non contengono esplicitamente il
tempo:
( ), 0q tφ =
( ) 0i qφ =
Page 13
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 25
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 11
• le equazioni relative ai driver (o motori cinematici) contengono
invece la dipendenza esplicita dal tempo nella definizione del
moto relativo tra i due corpi coinvolti
• nonostante la dipendenza dal tempo, i driver sono
concettualmente vincoli del sistema, in quanto definiscono una
legge nella posizione relativa tra due corpi
( ), 0j q tφ =
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 26
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 12
esempio di driver: coppia cinematica più rotazione relativa a
velocità costante
Page 14
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 27
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 13
• alcune equazioni di vincolo possono imporre condizioni già
imposte da altri vincoli; in questo caso alcuni vincoli sono
ridondanti
• con l’ipotesi di corpi rigidi, non è possibile risolvere sistemi con
vincoli ridondanti (iperstatici)
• in generale, deve essere cura del progettista analizzare con
simulatori multibody solo sistemi senza vincoli ridondanti (isostatici)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 28
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 14
• i simulatori multibody generalmente rimuovono automaticamente
e arbitrariamente alcuni vincoli ridondanti fino a rendere isostatico il
sistema
• il comportamento cinematico del sistema non è influenzato da
quali vincoli ridondanti sono rimossi
• al contrario, le reazioni scambiate tra i corpi sono diverse per i
diversi sistemi isostatici che si ottengono rimuovendo diversi
insiemi di vincoli
• è quindi meglio che la scelta dei vincoli da rimuovere sia fatta dal
progettista in base al senso fisico del sistema
Page 15
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 29
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 15
esempi di vincoli ridondanti
• i due dimensioni: due corpi vincolati da due coppie prismatiche
parallele
• in tre dimensioni: un quadrilatero articolato con tre coppie
rotoidali è sovravincolato (mentre non lo è in due dimensioni)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 30
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 16
• se i vincoli del sistema (motori cinematici inclusi) sono
sufficienti a determinare univocamente l’evoluzione temporale
del sistema, il sistema si dice cinematicamente determinato
• se i vincoli del sistema (motori cinematici inclusi) non sono
sufficienti a determinare l’evoluzione temporale del sistema, che
dipende dalle condizioni iniziali e dalle forze esterne oltre che dai
vincoli, il sistema si dice labile
Page 16
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 31
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 17
• un sistema cinematicamente determinato ha 0 gradi di libertà
(anche se è in moto), in quanto il suo moto è completamente definito
dai vincoli
• un sistema labile ha n gradi di libertà (n>0); per determinare il suo
moto è necessario conoscere:
– le forze esterne agenti sul sistema
– 2n condizioni iniziali indipendenti (n condizioni iniziali di
posizione e n condizioni iniziali di velocità, in quanto il moto dei
sistemi multibody è regolato dalle equazioni cardinali della
dinamica, equazioni differenziali del secondo ordine)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 32
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 18
• si noti che sia i sistemi cinematicamente determinati che i
sistemi labili possono avere o no vincoli ridondanti
• esempio di sistema cinematicamente determinato: sistema
biella-manovella con driver di rotazione sulla manovella
Page 17
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 33
Generalità sui simulatori di sistemi multibody - 19
• esempi di sistemi
labili: bipendolo con
due coppie rotoidali
libere (2 gradi di
libertà) o con un driver
su una delle coppie
rotoidali (1 grado di
libertà)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 34
3.6 - Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody
• creazione del modello multibody (definizione della geometria e
delle proprietà inerziali dei corpi, dei vincoli e delle forze) mediante
interfaccia grafica
• scrittura automatica delle equazioni di vincolo del sistema
• determinazione del numero di gradi di libertà del sistema
• rimozione automatica dei vincoli ridondanti
• assemblaggio del sistema: ricerca di una configurazione del
sistema compatibile con i vincoli e le condizioni iniziali
Page 18
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 35
Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody - 2
• analisi del moto per i sistemi cinematicamente determinati:
– analisi cinematica per determinare il moto del sistema in base ai
vincoli (problema algebrico)
– analisi dinamica inversa (o cinetostatica) per determinare le
reazioni interne in base al moto del sistema e alle forze esterne
(problema algebrico, essendo noto il moto)
• analisi del moto per i sistemi labili:
– analisi dinamica diretta per determinare il moto del sistema e le
reazioni interne in base ai vincoli, alle forze esterne e alle
condizioni iniziali (problema differenziale)
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 36
Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody - 3
• funzioni di animazione (visualizzazione del moto del sistema)
• visualizzazione di grafici ed esportazioni di dati relativi al moto
analizzato
NOTE:
• l’analisi di sistemi labili è molto più complessa e pesante
computazionalmente; l’accuratezza della soluzione, essendo il
problema differenziale, è influenzata dal metodo di integrazione e dai
parametri di integrazione
Page 19
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 37
Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody - 4
• i simulatori più potenti (ad es.: DADS, ADAMS) svolgono
separatamente le fasi di modellazione, di analisi (assemblaggio,
analisi del moto) e di postprocessamento dei risultati (animazione,
creazione grafici)
• in alcuni simulatori le analisi cinematica e dinamica per i sistemi
cinematicamente determinati vengono eseguite con comandi
differenti, in altri simulatori vengono eseguite con un unico comando;
per i sistemi labili le analisi cinematica e dinamica non sono
indipendenti, pertanto tutti i simulatori le eseguono congiuntamente
Corso di Meccanica Applicata alle Macchine 2 (SV) A.A. 2002/2003 - cap. 3 - pag. 38
Funzioni svolte dai simulatori di sistemi multibody - 5
• i simulatori più user-friendly (Working Model 2D) permettono
all’utente la modifica del modello con tecniche drag and drop
imponendo contemporaneamente le condizioni di assemblaggio;
l’analisi del moto, l’animazione e la visualizzazione di grafici sono
contemporanee; questo approccio è più pesante
computazionalmente (e ciò limita la complessità del problema
analizzato a parità di risorse informatiche) ma più intuitivo per un
utente inesperto