cantiere aperto - anno II, n. 2

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Cantiere Aperto – Anno 2 – N.2 – Giugno 2010 - Blog: www.cambiamofossacesia.blogspot.com – email: [email protected] 1 Anno 2 – Numero 2 – Giugno 2010 Veniamo quotidianamente bombardati, fin dalla tenera età, da televisione, giornali e radio da pubblicità che ci invitano ad acquistare. Tanti si ricorderanno anche la pubblicità “L’economia gira con te” dove c’era un Signore allegro che andava in giro a fare compere e tutti erano contenti e gli dicevano “grazie!”. In parte è vero, se non si compra l’economia ne risente. Noi facciamo delle lotte affinché, giustamente si difenda il “potere d’acquisto”. Ma la domanda che vi faccio è: cosa compriamo? Ciò che compriamo ci “serve” davvero? Quanto dura ciò che compriamo? Se si rompe lo dobbiamo sostituire o si può riparare? Noi veniamo indotti a comprare cose che non ci servono veramente e a sostituire cose che funzionano ancora per seguire “la moda”. Molti degli oggetti che compriamo sono progettati per “durare poco”, per non potersi riparare e la maggior parte per non poter essere smontati nelle loro componenti ed essere riutilizzati per la produzione di altri beni. Quello che non si può utilizzare più diventa rifiuto e lo buttiamo via. Per produrre gli oggetti che utilizziamo abbiamo bisogno di energia che per buona parte viene prodotta bruciando petrolio o gas naturale. La nostra economia è fondata per buona parte sul consumo di beni così concepiti. Più si consuma, più si produce. Ma più si consuma più rifiuti si generano, più energia è necessaria, più petrolio, gas e uranio si utilizzano, si riducono le scorte, aumentano le emissioni di gas climalteranti, aumentano i prezzi delle fonti energetiche, aumentano i prezzi dei carburanti, aumentano i prezzi di beni e servizi, aumenta il costo del lavoro, aumentano le ore che ognuno di noi deve lavorare, aumenta l’inquinamento, aumenta il consumo di territorio, aumenta l’isolamento e l’alienazione, diminuiscono gli incontri tra le persone, la socializzazione, il tempo che dedichiamo agli affetti e a noi stessi. Dove vogliamo andare? Cosa succederà quando il petrolio, il gas, l’uranio, il carbone finiranno o non saranno più socialmente, ambientalmente o economicamente sfruttabili, se nel frattempo non avremmo fissato e pensato un futuro diverso programmando la transizione verso un futuro senza fonti energetiche che sono finite e non rinnovabili? Passare da un sistema all’altro non è semplice, ma oltre che possibile è NECESSARIO. Chi pensate pagherà la crisi che avremo quando il petrolio arriverà a 1.000€ al barile se non sarà già avviata la transizione? La pagherà e in modo ancora più pesante e duro chi la sta pagando oggi. Questa crisi non è sintomo che il sistema economico è da ri-Pensare e cambiare? Dobbiamo smettere di parlare di sviluppo e crescita infinita e pensare invece al BENESSERE DUREVOLE all’equità sociale. La lotta contro l’estrazione degli idrocarburi in Abruzzo va in questo senso, siamo contrari perché pensiamo ad un’ALTRA economia per la nostra Regione: Agro-alimentare di qualità (vino e olio, ma non solo), la ristorazione, il turismo in generale, l’agricoltura, attività che devono avere come obiettivo la qualità e come binari entro cui viaggiare la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Avviamo nuove produzioni industriali e riconvertiamo le fabbriche presenti in Abruzzo alle tecnologie per la “conversione ecologica”: produzione di pannelli fotovoltaici e della componentistica legata, di cogeneratori (la FIAT nel 1975 aveva il progetto TOTEM, ma non ci ha creduto. Adesso in Germania lo sviluppa la Volkswagen), produciamo la tecnologia per l’eolico, per l’idroelettrico, per ottimizzare i consumi energetici. Ci vantiamo di essere la Regione dei Parchi, ma non investiamo in Aree Protette, anzi le vediamo come un “vincolo”. Ci opponiamo o prendiamo tempo per istituirne di nuove, bravi sindaci. Uno studio della Rete Regionale delle Riserve del 2005 evidenziò che 1€ investito ne generava 40! Trovatemi un altro settore dove si ha questo valore moltiplicatore. Il 10 maggio è ripartito l’iter per arrivare al Parco Nazionale della Costa Teatina, sono 13 anni che aspettiamo. Qualche Sindaco è contrario al Parco, altri sono tiepidi e vedono problemi che non esistono. Nel frattempo è stato mangiato territorio, disperso patrimonio, perse risorse economiche europee e fondi che i Parchi intercettano, in più sono arrivate le trivelle dei petrolieri a minaccare le nostre coste. I cittadini vogliono il Parco Nazionale della Costa Teatina, il gruppo di Facebook da noi aperto l’11 maggio in 20 giorni ha superato i 4.000 iscritti. Lo vogliono gli abruzzesi che erano il 18 aprile a San Vito Chietino e il 30 maggio a Lanciano, per dire NO all’Abruzzo Regione Nera, sporcata dagli idrocarburi e dire SI ad un altro futuro. Un futuro POSSIBILE e NECESSARIO che punta sulle nostre risorse naturali, storiche, culturali, sui nostri prodotti tipici, sulle tecnologie pulite, sulla “conversione ecologica” del nostro sistema di produzione e consumo. Noi lo VogliAMO con FORZA e faremo la nostra parte. Per il 20 Giugno stiamo organizzando a Fossacesia un incontro per far nascere il Comitato Pro Parco e a luglio una grande festa con Maria Rita D’Orsogna per far capire a chi ci amministra che non siamo più disposti ad aspettare. RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO FUTURO! [baffo] VogliAMO IL PARCO! In questo numero: Sta terre jè nostre e ‘nza da tuccà | Il Collegato-lavoro cancella il diritto del lavoro | XII Settimana della Cultura | 25 Aprile: per non dimenticare | Alexander Langer, portatore di speranza | Torna la rivista “Casablanca”

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foglio di informazione aperiodico di politica locale, ambiente, territorio, cultura, società. A cura del movimento CambiAMO Fossacesia

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Anno 2 – Numero 2 – Giugno 2010

Veniamo quotidianamente bombardati, fin dalla tenera età, da televisione, giornali e radio da pubblicità che ci invitano ad acquistare. Tanti si ricorderanno anche la pubblicità “L’economia gira con te” dove c’era un Signore allegro che andava in giro a fare compere e tutti erano contenti e gli dicevano “grazie!”. In parte è vero, se non si compra l’economia ne risente. Noi facciamo delle lotte affinché, giustamente si difenda il “potere d’acquisto”. Ma la domanda che vi faccio è: cosa compriamo? Ciò che compriamo ci “serve” davvero? Quanto dura ciò che compriamo? Se si rompe lo dobbiamo sostituire o si può riparare? Noi veniamo indotti a comprare cose che non ci servono veramente e a sostituire cose che funzionano ancora per seguire “la moda”. Molti degli oggetti che compriamo sono progettati per “durare poco”, per non potersi riparare e la maggior parte per non poter essere smontati nelle loro componenti ed essere riutilizzati per la produzione di altri beni. Quello che non si può utilizzare più diventa rifiuto e lo buttiamo via. Per produrre gli oggetti che utilizziamo abbiamo bisogno di energia che per buona parte viene prodotta bruciando petrolio o gas naturale. La nostra economia è fondata per buona parte sul consumo di beni così concepiti. Più si consuma, più si produce. Ma più si consuma più rifiuti si generano, più energia è necessaria, più petrolio, gas e uranio si utilizzano, si riducono le scorte, aumentano le emissioni di gas climalteranti, aumentano i prezzi delle fonti energetiche, aumentano i prezzi dei carburanti, aumentano i prezzi di beni e servizi, aumenta il costo del lavoro, aumentano le ore che ognuno di noi deve lavorare, aumenta l’inquinamento, aumenta il consumo di territorio, aumenta l’isolamento e l’alienazione, diminuiscono gli incontri tra le persone, la socializzazione, il tempo che dedichiamo agli affetti e a noi stessi. Dove vogliamo andare? Cosa succederà quando il petrolio, il gas, l’uranio, il carbone finiranno o non saranno più socialmente, ambientalmente o economicamente sfruttabili, se nel frattempo non avremmo fissato e pensato un futuro diverso programmando la transizione verso un futuro senza fonti energetiche che sono finite e non rinnovabili? Passare da un sistema all’altro non è semplice, ma oltre che possibile è NECESSARIO. Chi pensate pagherà la crisi che avremo quando il petrolio arriverà a 1.000€ al barile se non sarà già avviata la transizione? La pagherà

e in modo ancora più pesante e duro chi la sta pagando oggi. Questa crisi non è sintomo che il sistema economico è da ri-Pensare e cambiare? Dobbiamo smettere di parlare di sviluppo e crescita infinita e pensare invece al BENESSERE DUREVOLE all’equità sociale. La lotta contro l’estrazione degli idrocarburi in Abruzzo va in questo senso, siamo contrari perché pensiamo ad un’ALTRA economia per la nostra Regione: Agro-alimentare di qualità (vino e olio, ma non solo), la ristorazione, il turismo in generale, l’agricoltura, attività che devono avere come obiettivo la qualità e come binari entro cui viaggiare la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Avviamo nuove produzioni industriali e riconvertiamo le fabbriche presenti in Abruzzo alle tecnologie per la “conversione ecologica”: produzione di pannelli fotovoltaici e della componentistica legata, di cogeneratori (la FIAT nel 1975 aveva il progetto TOTEM, ma non ci ha creduto. Adesso in Germania lo sviluppa la Volkswagen), produciamo la tecnologia per l’eolico, per l’idroelettrico, per

ottimizzare i consumi energetici. Ci vantiamo di essere la Regione dei Parchi, ma non investiamo in Aree Protette, anzi le vediamo come un “vincolo”. Ci opponiamo o prendiamo tempo per istituirne di nuove, bravi sindaci. Uno studio della Rete Regionale delle Riserve del 2005 evidenziò che 1€ investito ne generava 40! Trovatemi un altro settore dove si ha questo valore moltiplicatore. Il 10 maggio è ripartito l’iter per arrivare al Parco Nazionale della Costa Teatina, sono 13 anni che aspettiamo. Qualche Sindaco è contrario al Parco, altri sono tiepidi e vedono problemi che non esistono. Nel frattempo è stato mangiato territorio, disperso patrimonio, perse risorse economiche europee e fondi che

i Parchi intercettano, in più sono arrivate le trivelle dei petrolieri a minaccare le nostre coste. I cittadini vogliono il Parco Nazionale della Costa Teatina, il gruppo di Facebook da noi aperto l’11 maggio in 20 giorni ha superato i 4.000 iscritti. Lo vogliono gli abruzzesi che erano il 18 aprile a San Vito Chietino e il 30 maggio a Lanciano, per dire NO all’Abruzzo Regione Nera, sporcata dagli idrocarburi e dire SI ad un altro futuro. Un futuro POSSIBILE e NECESSARIO che punta sulle nostre risorse naturali, storiche, culturali, sui nostri prodotti tipici, sulle tecnologie pulite, sulla “conversione ecologica” del nostro sistema di produzione e consumo. Noi lo VogliAMO con FORZA e faremo la nostra parte. Per il 20 Giugno stiamo organizzando a Fossacesia un incontro per far nascere il Comitato Pro Parco e a luglio una grande festa con Maria Rita D’Orsogna per far capire a chi ci amministra che non siamo più disposti ad aspettare. RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO FUTURO! [baffo]

VogliAMO IL PARCO!

In questo numero: Sta terre jè nostre e ‘nza da tuccà | Il Collegato-lavoro cancella il diritto del lavoro | XII Settimana della Cultura | 25 Aprile: per non dimenticare | Alexander Langer, portatore di speranza | Torna la rivista “Casablanca”

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ACQUA Sabato 20 marzo 2010 a Roma siamo scesi in piazza per far capire, al Governo e a chi vuole privatizzare/liberalizzare la gestione dell’acqua, che l’acqua è un BENE COMUNE e che non può essere sottoposto alle leggi del mercato, né come bene, né come gestione delle reti nelle quali passa per arrivare alle nostre case. Perché l’acqua è un DIRITTO e come tale DEVE essere GARANTITO a TUTTI, non solo a chi può pagare le salate bollette della gestione privata. Perché l’acqua, come l’aria, la biodiversità, il paesaggio sono beni da proteggere e da difendere e sui quali una Comunità misura il suo grado di Democrazia. In piazza a Roma, per spiegare al Governo che non può continuare a limitare l’autonomia degli enti locali, sottraendogli poteri e risorse, cercando di diminuire gli spazi di controllo e di partecipazione dei cittadini nell’autogoverno dei territori che vivono.

Abbiamo una grande responsabilità verso chi ha combattuto durante la seconda guerra mondiale per darci la libertà e la democrazia, verso chi ha combattuto dal ’68 in poi per darci i diritti civili e il benessere nel quale siamo cresciuti, abbiamo infine una grande responsabilità anche verso chi fra 15-20 anni sarà adulto. L’Italia, compreso il territorio nel quale noi viviamo, in passato hanno espresso grandi valori e generato grandi battaglie, grandi lotte. Negli ultimi trent’anni ci hanno addormentati, ci hanno diviso e ridotti ad una sommatoria di individualità, sgretolando quei legami che ci avevano resi una Comunità. Dobbiamo svegliarci e caricarci di questa responsabilità, che non deve essere un peso, tessendo e ricreando le colleganze tra persone e tra le persone e i luoghi e le memorie per poter sperare di avere un futuro. Dobbiamo rivedere, ripensare e cambiare il modello economico-sociale attuale per pensare di arrivare a livelli di benessere

durevoli che diano il giusto valore alle cose, ai beni comuni, ai rapporti tra le persone, al lavoro, alla cultura, diventando una Comunità aperta su un Territorio aperto che si autogoverna nel rispetto

reciproco, dell’altro da noi e dell’ambiente.

ENERGIA

In due recenti, importanti manifestazioni, il 18 aprile e il 30 maggio, le associazioni e la comunità locale hanno

dimostrato, con un’ampia partecipazione, la

loro assoluta

opposizione alle numerose istanze

di sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi (di importanza trascurabile per il fabbisogno energetico nazionale) che interessano sia la nostra terra che il nostro mare. La cittadinanza inizia a prendere coscienza della preoccupante deriva petrolifera che investe la nostra regione: l’Abruzzo è interessato per circa il 50% da attività di ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi. Negli ultimi anni le domande per nuove concessioni sono aumentate esponenzialmente, soprattutto in mare. In questi giorni è in discussione l'installazione di due piattaforme petrolifere (Ombrina mare ed Elsa 2) con annesso "centro oli" galleggiante pochi km a largo della costa dei trabocchi, zona con grandissime potenzialità turistiche. L’Abruzzo deve puntare decisamente su una politica energetica basata sull’efficienza e sull’impiego di fonti rinnovabili e le comunità locali rivestono un ruolo fondamentale pretendendo investimenti che mirino almeno al raggiungimento degli obbiettivi previsti dal Pacchetto Clima ed Energia 20-20-20 (20% di riduzione di CO2, 20% di aumento dell'efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili).

STA TERRE JÈ NOSTRE E ‘NZA DA TUCCÀ! RUBRICA CONTRO LA PETROLIZZAZIONE DELL’ABRUZZO, CONTRO LA MERCIFICAZIONE DEI BENI COMUNI

PER LA DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA, PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE BASATO SULLA VERA RICCHEZZA DEL NOSTRO TERRITORIO: I PRODOTTI TIPICI DELLA NOSTRA TRADIZIONE

CONTADINA, IL TURISMO, L’IMMENSO PATRIMONIO NATURALISTICO.

S. Vito Marina, 18 aprile 2010.

Lanciano, 30 maggio 2010.

Roma, 20 marzo 2010.

IL COLLEGATO-LAVORO CANCELLA IL DIRITTO DEL

LAVORO

Il disegno di legge “COLLEGATO-LAVORO”, connesso alla finanziaria 2010, approvato nei giorni scorsi anche dal Senato è un provvedimento peggiore della “legge Biagi”che insieme alla “legge Treu” hanno precarizzato i rapporti di lavoro nel nostro Paese. II collegato è composto da 50 articoli che trattano di lavoro sia dal punto di vista delle condizioni e dei diritti, sia dal punto di vista giuridico ovvero della possibilità di impugnare i provvedimenti della controparte padronale tra cui il licenziamento stesso. Si va dalla ennesima delega all'individuazione dei lavori usuranti che dovrebbero usufruire del pensionamento anticipato (sono anni che continuano a rinviare questo tema che presentano come specchietto per le allodole ad ogni controriforma pensionistica con il risultato che l'innalzamento dell'età pensionabile diventa legge mentre la possibilità di andare in pensione prima perchè usurati non copre che pochissime categorie di lavoratori), al trasferimento delle controversie di lavoro dal giudice ad un arbitro attraverso la sottoscrizione di una clausola in tal senso al momento della firma del contratto di lavoro, della possibilità di assolvere all'ultimo anno di obbligo di istruzione (cioè dai 15 anni di età) attraverso l'apprendistato, al ritorno dello staff leasing (lavoro in affitto a tempo indeterminato), dal riordino della normativa in materia di congedi, permessi e aspettative alla delega sugli ammortizzatori sociali. BUTTATO A MARE L'ART. 18. Con il collegato viene praticamente aggirato l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori perchè per avvalersene bisogna andare davanti ad un giudice e se un lavoratore vi rinuncia al momento di firmare il contratto di assunzione (quanti potrebbero resistere al ricatto o firmi la clausola o niente lavoro?) il gioco è fatto! Il collegato, insieme al nuovo modello contrattuale a suo tempo sottoscritto da Cisl, Uil e Ugl, introduce nei fatti la possibilità di deroghe all'applicazione del contratto nazionale attraverso la stipula di contratti individuali e/o aziendali peggiorativi rispetto alle norme esistenti. I contratti individuali sostituiranno la normativa generale e, in caso di licenziamento, lo stesso principio della giusta causa (art.18 Statuto dei Lavoratori) non avrà più validità assoluta poichè sostituito volontariamente dal lavoratore con l'arbitrato e l'indennizzo invece che il possibile reintegro al lavoro. Il collegato introduce anche altre amare novità: l'impossibilità del giudice di entrare nel merito delle decisioni organizzative e produttive, con l'azienda libera di decidere come vuole, senza tener in considerazione (la situazione di mercato, l'anzianità del lavoratore, le sue condizioni di salute diventeranno fattori determinanti per il licenziamento a discapito di qualsiasi tutela individuale e collettiva). L'azienda potrà sempre più avvalersi delle collaborazioni a progetto (Co.Co.Pro), visto che le poche sanzioni per irregolarità riguarderanno solo il rapporto di lavoro subordinato. I dipendenti pubblici saranno soggetti ad esuberi e mobilità in presenza di esternalizzazione di servizi o trasferimento di competenze(a rischio altre migliaia di posti di lavoro) Le amministrazioni potranno revocare senza preavviso la concessione del part-time. Ricorso sempre più frequente di utilizzo dei lavoratori interinali. I contratti Co.Co.pro saranno estesi anche per lavori come le badanti. Nell'arco di 2 anni, con la complicità della casta politica e nel silenzio dei mezzi di informazione, lor signori hanno ottenuto l'abolizione del diritto del lavoro contenuto nello Statuto dei lavoratori storica conquista del movimento operaio. L'indifferenza e la rassegnazione permetteranno l'applicazione di tale vergognoso progetto, solo una nostra coerente e determinata mobilitazione potranno

impedirlo!! [SDL]

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XII SETTIMANA DELLA CULTURA Anche quest’anno la Città di Fossacesia ha aderito alla Settimana della Cultura, indetta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per favorire la conoscenza e la fruizione di opere d’arte e beni culturali. Dal 16 al 25 aprile abbiamo avuto un calendario fitto di inziative, promosse dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con altri Enti, l’Istituto Comprensivo e le Associazioni.

Musei e mostre - Apertura straordinaria al pubblico del Palazzo Mayer e visita guidata alla casa museo e alla mostra fotografica “Immagini della Storia: la guerra a Fossacesia e dintorni 1943-1945” per comitive e scuole ; mostra personale del pittore Luigi D’Alterio (a cura dell’Associazione Culturale ITACA). - Mostra collettiva di pittura al Teatro Comunale: Marianna De Simone, Roberta Gnagnarella, Fabio Masciangelo, Renato Marrone, Antonio Minieri, Roberto Micolucci. - Mostra fotografica sulla Resistenza presso il Palazzo Municipale (a cura dell’ANPI). Incontri e giornate di studio - Conversazione sul tema "L’ABRUZZO MONTANO: PERCORSI VISIVI" con presentazione del mediometraggio UNA GIORNATA DA PASTORE di Gaetano de Crecchio, presso il teatro Comunale (A cura dell’Associazione contrAppunto). È stato annullato all’ultimo momento, per cause non dipendenti dall’Amministrazione Comunale, il convegno previsto per Sabato 17 aprile dal titolo “Abbazia di San Giovanni in Venere – riflessioni e proposte” con interventi di studiosi dell’Università D. D’Annunzio Chieti-Pescara, Università di Siena e della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo. Eventi Musicali concerto del Coro folkloristico “Milani Perside” di Fossacesia presso la Chiesa di S. Silvestro a Villa Scorciosa; - In occasione del 25 aprile, Spettacolo del Coro Polifonico “Cromaticoro” di Lanciano dedicato ai canti della Resistenza partigiana. Teatro, Scuola ed Educazione - Performance “Tra quadri viventi e…interpretazioni dell’arte” degli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo di Fossacesia, presso Sala Parrocchiale in Piazza del Popolo. - visite guidate alla Biblioteca Comunale per gli alunni della Scuola Primaria. - Spettacolo “Settimio”, sulla vita di Settimio Annecchini” (a cura della Compagnia Teatrale Nino Saraceni, in anteprima assoluta per i ragazzi della scuola secondaria di I grado) presso il Teatro Comunale. Eventi letterari Lettura scenica di poesie di Leonardo Sgrignuoli a palazzo Mayer (a cura dell’Associazione ITACA).

A tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di queste iniziative, un sincero ringraziamento.

[Lara]

25 APRILE. PER NON DIMENTICARE Avrei preferito non aggiungere nulla alle parole già spese da altre persone più autorevoli di me nel giorno della Liberazione Nazionale. Avrei preferito affidare alla musica il compito di raccontarci dello spirito con cui si combatteva a quel tempo per dei valori che ancora oggi ispirano la nostra Costituzione. Purtroppo l'accadimento di fatti per me molto gravi non può restare senza un commento personale. Se in altra sede ho scelto di tacere, per evitare di dare troppo spazio all'episodio all'interno di un evento pubblico con una ben diversa valenza culturale, in questo spazio mi prendo la libertà di qualche parola in più. Oggi questa festa assume per noi il valore non soltanto della commemorazione, ma anche dell'invito alla riflessione sullo stato di salute della nostra democrazia. Ormai siamo abituati a considerare la guerra come una realtà lontana da casa nostra. Gli attacchi che quotidianamente giungono alle istituzioni che dovrebbero garantire la democrazia, l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà di parola e di espressione sembrano quasi annoiarci. Sono sicura che siamo in molti a non condividere quelle affermazioni e quelle azioni che oltraggiano la memoria di chi ha dato la vita per la libertà di cui oggi, consapevolmente o no, tutti godiamo. Molti tuttavia scelgono di farsi da parte, di vivere la propria indignazione in privato. Questo non è un rimprovero ma un invito a ritrovare

quello spirito di ferma opposizione agli orrori del fascismo e della guerra che ha animato il movimento di lotta partigiana, movimento così eterogeneo nella sua composizione, sia per estrazione sociale che per appartenenza politica e religiosa, eppure così tenace. La minaccia che incombeva allora in un

certo senso è presente anche oggi. Certo, è possibile che vi sia un'altra forma di dittatura, un'altra categoria di esseri umani da incolpare e perseguitare, un altro falso mito di progresso e di forza economico-politica da inseguire, ma il meccanismo in cui si introducono nella nostra vita falsi valori, con cui si cerca di limitare la libertà di pensiero prima ancora che di espressione è lo stesso. Noi dobbiamo stare attenti a non farci derubare di ciò che i nostri partigiani hanno difeso a caro prezzo. La presenza di gruppi politici che nel giorno della Festa Nazionale si sentono autorizzati a stravolgerne il significato, con iniziative provocatorie come quella del 25 aprile scorso non è, come alcuni semplicisticamente ed ingenuamente potrebbero dire, inevitabile conseguenza della libertà di espressione: vi sono azioni che ledono la dignità degli altri, e tali azioni non devono essere tollerate. Dobbiamo restare vigili, dobbiamo superare le divisioni ideologiche e personalistiche, dobbiamo impegnarci in prima persona. Per rispetto di chi ha rinunciato al bene più prezioso per liberare l'italia dal nazifascismo, non restiamo a guardare. La nostra

testimonianza, pacifica ma chiara e forte, dovrà ricordare a tutti che la Festa della Liberazione è la festa di tutti gli italiani, e che una legge dello Stato che tutti dovremmo rispettare punisce il reato di apologia del fascismo. [Lara]

La memoria offesa

La corona depositata da alcuni manifestanti accanto al Monumento ai Caduti in Piazza Fantini il 25 Aprile scorso, recante la scritta “Ai c aduti della Repubblica Sociale Italiana”

Esprimiamo piena soddisfazione per i festeggiamenti del 25 aprile organizzati dall’Amministrazione Comunale di Fossacesia, che ha ridato la giusta evidenza ed importanza alla ricorrenza del 65° anniversario della Liberazione dal Nazi-fascismo. Siamo però profondamente offesi ed indignati dall’affronto ricevuto ieri, ad opera di persone inqualificabili, che hanno tentato di equiparare i caduti della repubblica sociale italiana ai Martiri della Liberazione che sono festeggiati e ricordati il 25 aprile. Grave il gesto che ieri mattina, con l’inganno, hanno pensato di porre in essere per rovinare una festa di tutti e offendendo la memoria di chi ha dato la vita e quanti hanno impiegato passione, profuso e dato i migliori anni della loro vita, lasciando sul campo amici e familiari, per ridare dignità e democrazia alla nostra Nazione. Plaudiamo le Autorità che si sono adoperate per la rimozione di quanto offensivo e lesivo della dignità del monumento e dei valori che si celebrano con l’anniversario della Liberazione. Per gli autori del vile gesto provocatorio una sola parola: VERGOGNA! L’Italia è nata e si fonda sulla Resistenza. L’unità delle forze antifasciste che, oltre a liberare l’Italia, ha prodotto la nostra Carta Costituzionale, una delle più avanzate del mondo occidentale, è l’elemento, richiamato anche dal Presidente della Repubblica nel suo discorso, che deve essere ripreso e coltivato per ridare all’Italia un futuro degno del suo passato. ORA E SEMPRE RESISTENZA! Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Sezione “Tommaso Natale” – Fossacesia ARCI Basso Sangro, Circolo “Tom Benetollo” – Fossacesia “CambiAmo Fossacesia” – Fossacesia Partito della Rifondazione Comunista, Circolo “Giuseppe Di Vittorio” – Fossacesia.

25 aprile 2010 , Teatro Comunale. Concerto del coro polifonico “Cromaticoro” sui canti della Resistenza Partigiana

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PIÙ LENTO, PIÙ PROFONDO, PIÙ DOLCE. ALEXANDER LANGER PORTATORE DI SPERANZA

“Se avessi di fronte a me un uditorio di ragazze e ragazzi, non esiterei a mostrar loro com’è stata bella, com’è stata invidiabilmente ricca di viaggi, di incontri, di conoscenze, di imprese, di lingue parlate e ascoltate, di amore la vita di Alexander. Che stampino pure il suo viso serio e gentile sulle loro magliette. Che vadano incontro agli altri con il suo passo leggero e voglia il cielo che non perdano la speranza.” (Adriano Sofri)

Alexander Langer è stato un politico che ha avuto il coraggio di guardare alla presenza umana sulla terra, e alla convivenza fra persone e genti diverse, con una intelligenza profonda e una generosità di sentimenti che lo ha portato a prodigarsi ovunque l'umanità era minacciata dall’odio e dalla brutalità delle guerre, lì dove la storia umana è arrivata sull’orlo della sua distruzione, delle sue risorse naturali e della sua bellezza. Ormai vent'anni fa già s'interrogava sui limiti di uno

stile di vita che punta ad uno sviluppo infinito e all'immensa predazione delle risorse della Terra. Parole che oggi, nel pieno di una crisi economica, sociale, culturale i cui costi stanno gravando ancora una volta sugli impoveriti e gli oppressi del Nord e del Sud del Mondo, appaiono incredibilmente profetiche. Alla violenza di una vita sempre più frenetica propose, nel testo scritto per i Colloqui di Dobbiamo del settembre 1994("La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile"), di contrapporre un cambiamento radicale e totale che sintetizzò nel rovesciamento del motto olimpico, "lentius, profundius, suavius" (più lento, più profondo, più dolce") e non più "citius, altius, fortius" (più veloce, più alto, più forte). Ha vissuto in prima persona la tragedia dei Balcani, cercando fino all'ultimo di fermare la disumana macchina della morte. Aveva preso particolarmente a cuore le sorti di Tùzla, l'enclave multietnica che tanto gli ricordava il "laboratorio di convivenza" del suo SudTirolo. Stava impegnando tutte le sue energie per tentare di fermare l'assedio della città quando, il 25 maggio 1995, una granata in pieno

centro uccise 71 ragazzi. Stavano festeggiando la maturità. Un'intera generazione fu cancellata. Duro come un macigno, nei giorni successivi, arrivò il telegramma del sindaco della città, "Questi morti sono tuoi". Viaggiatore inquieto, ha donato tutto sé stesso all'umanità sofferente e oppressa, caricandosi i pesi e i dolori che incontrava con un amore così immenso da non averne più trovato per lui. Rimanendo spesso solo, incompreso anche da chi poteva, e doveva, restargli vicino. Il caricarsi i pesi del prossimo, per allievare le sue sofferenze e curare le sue ferite, l'essere portatori di speranza (come Alexander stesso si definì) e di amore, può portare a spingersi troppo avanti. Può condurre nel deserto, dove gli uomini non si amano e non parlano. Dove i pesi diventano eccessivi. Lo scrisse lui stesso nell'ottobre 1992, in ricordo dell'amica Petra Kelly, riferendosi al dramma dei "portatori di speranza" che si

ritrovano "“troppo grande... il carico di amore per l’umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono”. E i pesi, quel drammatico 3 luglio di quattordici anni fa, sono "diventati insostenibili", soffocando il suo animo. Ci ha lasciato nella maniera più crudele e disperata, creando un vuoto, un cratere immenso, uno squarcio che mai si colmerà. Un dolore che interroga e che non sarà mai possibile lenire. "Continuate in ciò che è giusto" è un lascito per ognuno di noi, per tutti coloro che si sono accostati alla sua esperienza e ad una preziosa eredità che è una bussola preziosa per solcare le acque turbolenti del presente.

Chi è Alexander Langer Alexander Langer, nato nel 1946 a Sterzing/Vipiteno (Bz), è vissuto principalmente tra Bolzano, Firenze e Strasburgo negli ultimi anni (dove è stato parlamentare europeo per i Verdi, di cui è stato tra i principali promotori in Italia). Insegnante, giornalista e traduttore, ha sostenuto e animato moltissimi movimenti ed iniziative pacifiste, ecologiste e di solidarietà internazionale. Tra le principali possiamo ricordare il Movimento Nonviolento, la "Campagna Nord-Sud", la "Fiera delle utopie concrete per la conversione ecologica" di Città di Castello, "SOS-Transit", "Pro vita alpina", l'Associazione per la Pace, Helsinki Citizens' Assembly e il Forum di Verona per la pace e la riconciliazione nell'ex Jugoslavia. Il 3 luglio 1995 si è tolto la vita a Pian dei Giullari, vicino Firenze, lasciando nella disperazione e nello sconcerto tutti coloro che l'hanno conosciuto e ne hanno apprezzato l'impegno e lo spessore umano. Per conoscere gli scritti e le riflessioni di Alexander Langer: http://www.alexanderlanger.org http://www.nonviolenti.org http://web.peacelink.it/langerit.html

[Alessio]

TORNA “CASABLANCA”

Nelle scorse settimane è tornata (per adesso soltanto online) la rivista siciliana Casablanca, fondata alcuni anni fa dai giornalisti Graziella Proto e Riccardo Orioles e interrotta per problemi economici. Graziella e Riccardo negli Anni Ottanta hanno partecipato all'esperienza de I Siciliani di Pippo Fava. Casablanca, oltre vent'anni dopo si pone l'obiettivo di riannodare i fili dell'impegno civile e della denuncia antimafia de I Siciliani. Riparte oggi con maggior entusiasmo e indignazione sociale della prima volta. E' possibile leggere i primi due numeri del "ritrovato" Casablanca sul sito http://www.lesiciliane.org/casablanca

[Alessio]

Ritratto di A. Langer