Cantico dei cantici a Burcei

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Cantico dei Cantici a Burcei Il cavaliere, dopo quella notte sotto la luna, passò una intera alba a modulare canzoni, a ricordare poesie. Sovvenivano alla sua mente i versi del più bel poema della Bibbia, il cantico dei cantici : “ i tuoi baci sono inebrianti come il vino.. i tuoi seni come dolci cerbiatti, i tuoi capelli un campo di grano”. Dopo una notte insonne montò in sella al suo cavallo, ad ogni passo compariva il volto di Celestina, la sua dolce purezza, la sua immensa sapienza, il suo coraggio. Si diresse verso le vecchie miniere, doveva trovare l’argento per confezionare il talismano, da plasmare, preparare per la salvezza del paese di Burcei. La grandine aveva già massacrato le ciliegie, e, nonostante fosse già primavera, il tempo era inclemente. Giunto alla miniera, si immerse nella oscurità, cercando a tentoni, senza paura, con l’incoscienza che solo l’amore può regalare. Nell’ombra lo attendeva un uomo, in mano un pugnale, il cuore nero d’odio, pronto ad uccidere. pubblicato su www.burceionline.com

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Il cavaliere, dopo quella notte sotto la luna, passò una intera alba a modulare canzoni, a ricordare poesie.

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Cantico dei Cantici a Burcei

Il cavaliere, dopo quella notte sotto la luna,

passò una intera alba a modulare canzoni, a ricordare poesie.

Sovvenivano alla sua mente i versi del più bel poema della Bibbia, il cantico dei cantici :

“ i tuoi baci sono inebrianti come il vino.. i tuoi seni come dolci cerbiatti,

i tuoi capelli un campo di grano”.

Dopo una notte insonne montò in sella al suo cavallo, ad ogni passo

compariva il volto di Celestina, la sua dolce purezza,

la sua immensa sapienza, il suo coraggio.

Si diresse verso le vecchie miniere, doveva trovare l’argento per confezionare il talismano,

da plasmare, preparare

per la salvezza del paese di Burcei.

La grandine aveva già massacrato le ciliegie,

e,nonostante fosse già primavera,

il tempo era inclemente.

Giunto alla miniera, si immerse nella oscurità,

cercando a tentoni,

senza paura, con l’incoscienza che solo l’amore può regalare.

Nell’ombra lo attendeva un uomo, in mano un pugnale, il cuore nero d’odio, pronto ad uccidere.

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Robur, sebbene distratto,

intuì, forse captò

il suo respiro, e pronto sguainò la spada,

retrocedendo, pronto a

parare il colpo.

In quel corpo a corpo, senza parole, e dove solo le

lame dialogavano, Robur ebbe la meglio.

Non fini l’uomo, lo fece

scappare, lo vide correre verso il fiume,

sanguinante, ma velocissimo.

Ai piedi dell’intrepido cavaliere ecco apparire un sasso, luccicava

come la luna, era puro argento.

Sul cavallo, veloce come il vento, Robur fantasticava,

non vedeva l’ora di fondere il metallo.

Celestina, come per una sincronia magica e speciale già lo attendeva al balcone,

spiando l’orizzonte, i dorati capelli più belli del grano maturo.

Roberto Pinna

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