campus USI/SUPSI
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Transcript of campus USI/SUPSI
“ai miei genitori che mi hanno insegnato a
guardare il cielo con i piedi per terra
a Rachele che ogni giornolo guarda con me”
2
Tesi di : Francesco Maccarone
Relatore : Prof. Ing. Marco Morandotti
Università degli studi di Pavia
Facoltà di Ingegneria edile/architettura 2011/2012
“nuovo campusuniversitario USI/SUPSI”
Progetto per
un nuovo
campus
universitario a
Lugano//
universitario
campus
progetto
Indice / Contentsprogetto campus universitario a Lugano
parte 1 / lines and thoughts
14 19 Introduzione / preface
20 35 Lugano / the city
20/23 espansione della città24/25 mappa della città26/27 il centro storico28/29 PS�X\HY[PLYL�ÄUHUaPHYPV30/31 castagnola/cassarate32/33 Viganello
36 43 0S�Ä\TL�/ the river
38/39 PU[YVK\aPVUL40/41 parco verde Cassarate42/43 S\UNV�PS�Ä\TL
44 49 *HTW\Z�<ZP
44/45 PU[YVK\aPVUL46/49 analisi
50 73 <UP]LYZP[n�/ the university
52/53 architettura delle università54/57 storia delle università: anni ‘6058/63 storia delle università: anni ‘7064/67 storia delle università: anni ‘8068/73 storia delle università: anni ‘90
74 77 (YLH�KP�WYVNL[[V / project area
Indice / Contentsprogetto campus universitario a Lugano
parte 2 / make it real
82 83 *VU[LZ[V�� scala dell’intervento
84 101 :[YH[LNPH�KLSS»PU[LY]LU[V
86/99 schemi compositivi100/101 planivolumetrico
102 107 :JOLTP�WSHUPTL[YPJP
102/103 WYVNYHTTH�KLNSP�ZWHaP104/105 piano terra, primo piano106/107 ZLJVUKV�WPHUV��[LYaV�WPHUV
154 155 )PISPVNYHÄH���bibliography
144 151 Schizzi / Sketches
108 117 7YVZWL[[P���facciata ventilata110/111 nastro di Mobius112/113 facciata ventilata doppia pelle114/115 esploso116/117� ZLaPVUL�WYVZWL[[PJH
140 143 Struttura / Structure
136 139 :VZ[LUPIPSP[n�/ Sustainibility
118 135 =PZ[L�/ Rendering
lines
and
thoughts
//thoughts
lines
10 777YVNL[[V�JHTW\Z�\UP]LYZP[HYPV�H�S\NHUVparte 1
Introduzione
Lugano
0S�Ä\TLCampus Usi
Università
12
“architecture is
open to analysis
like any other
aspects of
experience”
/
Robert Venturi
experience
analysis
architecture
SVIZZERA//
14
SVIZZERA//
//CANTON
TICINO
SVIZZERA//
//CANTON
TICINO
//LUGANO
16
SVIZZERA//
//CANTON
TICINO
//LUGANO
CAMPUS//
Introduzione Tema della tesi di laurea è la progettazione
di un nuovo campus universitario a Lugano,
JVTWYLUKLU[L�LKPÄJP�KLSS»<UP]LYZP[n�KLSSH�Svizzera Italiana (USI) e della Scuola Univer-
sitaria Professionale della Svizzera Italiana
(SUPSI).
Il campus universitario è destinato ad ac-
cogliere il Dipartimento tecnologie innovative
(DTI) della SUPSI, la facoltà di informatica
KLSS»�<:0�L�SL�Z[Y\[[\YL�SVYV�JVTWSLTLU[HYP�L�comuni.
Il nuovo campus è previsto in una vasta area
centrale della città, ubicata sulla sponda
ZPUPZ[YH�KLS�Ä\TL�*HZZHYH[L�L�PU�WYVZZPTP[n�KLSS»H[[\HSL�JHTW\Z�<:0��¸0S�WYVNL[[V�KLP�U\V]P�LKPÄJP�KL]L�HUKHYL�H�X\HSPÄJHYL�\U�PUZPLTL�HYJOP[L[[VUPJV�H]LU[L�il carattere di campus universitario, nel quale
vengono integrate in un concetto unitario le
diverse componenti volumetriche, sia quelle
relative alle parti comuni, sia quelle relative
alle diverse strutture universitarie.”
Nuovo campus
universitario
USI / SUPSI
a Lugano.
campus
Lugano
university
18
Intro-duzi-one/pre-face
-53’000 abitanti
-1’087 ab/kmq
-48.74 km2 di
VXSHUÀFLH�-273 metri slm
���D�SLD]]D�À-
nanziaria
svizzera
Lugano La nuova Lugano ha una popolazione di
JPYJH���»����HIP[HU[P�L�KPZWVUL�KP�\U�[LYYP[VYPV�leggermente superiore ai 48 kmq, nona città
svizzera per popolazione e principale centro
urbano cantonale;
Situata nella Svizzera meridionale, si estende
tra il Monte Brè e il Monte San Salvatore,
HK�\U»HS[LaaH�KP�����T�Z�S�T��Z\SSH�ZWVUKH�settentrionale del Ceresio, comunemente
conosciuto come lago di Lugano.
3»LJVUVTPH�KLSSH�*P[[n�KP�3\NHUV�u�VYNHUPa-zata secondo tre grandi settori:
Il primo di questi, che risale alla seconda
TL[n�KLSS»6[[VJLU[V��u�S»PUK\Z[YPH�[\YPZ[PJH��La seconda caratteristica della sua econo-
mia, che si fonda su una tradizione ancora
più antica, è quella del commercio.
La terza componente della sua economia è
X\LSSH�KLP�ZLY]PaP�IHUJHYP�L�ÄUHUaPHYP�Questo settore, ultimo a sorgere in ordine di
[LTWV��u�H[[\HSTLU[L�S»PUNYHUHNNPV�WYPUJPWHSL�della sua economia.
20
Luga-no/the city
Sviluppo Nel corso delle tappe decisive per lo sviluppo
urbano del cantone e della città, coinciso
PU�NYHU�WHY[L�JVU�S»PUZLKPHTLU[V�KP�U\V]L�infrastrutture viarie ad ampia scala, il territorio
ticinese è stato segnato da una crescita a
bassa densità che ha portato oggi al rischio
di minare una risorsa preziosa e irripetibile
quale il suo paesaggio.
Le importanti opere che stanno caretteriz-
aHUKV�S»H[[\HSL�L]VS\aPVUL�KLSSH�JP[[n�KP�3\-
gano, rappresentano il momento cruciale per
ÄZZHYL�SL�SPULL�N\PKH�KP�\U�ZHS[V�KP�ZJHSH�JOL�ZP�[YHK\JL�PU�\U»�HMMLYTH[P]H�KLUZPÄJHaPVUL�KLP�WVSP��JVU�S»VIPL[[P]V�KP�ZHS]HN\HYKHYL�\U�patrimonio paesaggistico pregiato.
3»HTWSPHTLU[V�KLS�WVSV�\UP]LYZP[HYPV�KLSSH�Svizzera italiana si inserisce un momento
JY\JPHSL�WLY�SH�WPHUPÄJHaPVUL�KLSSH�JP[[n�KP�Lugano e della sua regione.
22
...è inutile stabilire se
=HQRELD�VLD�GD�FODVVLÀ-
care tra le città felici o
tra quelle infelici.
Non è in queste due
specie che ha senso
dividere la città, ma in
altre due: quelle che
continuano attraverso
gli anni e le mutazioni
a dare la loro forma ai
loro desideri e quelle
in cui i desideri o ri-
escono a cancellare la
città o ne sono cancel-
lati.
Italo Calvino,
le città invisibili
Evoluzione storica,
“Materiali su Lugano”prof. Mario Campi,ETH Zurigo, 1990
1908
1960
1990
autostrada E35
via cantonale
strade principali
ferrovia
Ä\TL�*HZZHYH[L
area di progetto
Legenda:
The city-Centro
26
Il centro storico della città di Lugano si svi-
luppa interamente lungo le sponde del lago
Ceresio.
Si tratta della parte più antica della città oltre
ad essere quella con la maggiore densità
urbana.
A livello urbanistico il centro storico sembra
mantenere uno schema a ventaglio, tipico
KLSSL�JP[[n�MVY[PÄJH[L���SH�JP[[n�LYH�MVY[PÄJH[H�L�dove oggi sorgono il “Palacongressi” e Villa
Ciani si poteva scorgere un castello costruito
dai comaschi nel 1286) costruite intorno ad
\U�JVYZV�K»HJX\H��]LYZV�PS�X\HSL�JVUÅ\P]HUV�le arterie radiali.
Le strade sono strette e seguono
S»HUKHTLU[V�KLS�[LYYLUV�JOL�WYLZLU[H�\U�SLN-
gero dislivello;
gli isolati sono molto compatti e possono
TPZJOPHYL�P�[PWPJP�LKPÄJP�Z[VYPJP�H�YPUNOPLYH�JVU�degli stabili più moderni (per la maggior parte
alberghi).
schema
urbanistico
centro
città di
Lugano
The city-quartiereÄUHUaPHYPV
28
0S�X\HY[PLYL�ÄUHUaPHYPV�ZP�[YV]H�H�UVYK�LZ[�KLS�centro storico ed è una della zone di recente
JVZ[Y\aPVUL��ZPTIVSV�KLSS»HZJLZH�KP�3\NHUV�JVTL��H�WPHaaH�ÄUHUaPHYPH�Z]PaaLYH�L�M\SJYV�della sua attività economica.
A differenza della zona centrale, qui viene
proposto il tipico schema a scacchiera, con
delle grandi arterie parallele che si tagliano fra
loro ad angolo retto che evitando ogni distin-
zione gerarchica tra le strade (tutte larghe 8
metri) non fa altro che accentuare la monoto-
nia dello schema insediativo.
.SP�LKPÄJP��WYL]HSLU[LTLU[L�K»LWVJH�TVK-
erna e contemporanea (dai 20m ai 30 m
K»HS[LaaH��THS�ZP�PUZLYPZJVUV�HSS»PU[LYUV�KLSSV�schema urbanistico, non trovando alcuna
continuità morfologica e stilistica sia con
S»HTIPLU[L�JPYJVZ[HU[L�ZPH�MYH�KP�SVYV�
schema
urbanistico
quartiere
ÀQDQ]LDULRdi Lugano
The city-Cassarate
30
Il quartiere di Castagnola-Cassarate si
LZ[LUKL�Z\SSH�ZWVUKH�KLZ[YH�KLSS»VTVUPTV�Ä\TL�JOL�ZJVYYL�ULSSH�JP[[n�KP�3\NHUV�Si tratta di un quartiere prevalentemente res-
PKLUaPHSL�JVU�X\HSJOL�LKPÄJPV�HK�\ZV�[LYaPHYPV�Come schema urbanistico ripropone il mod-
ello a scacchiera simile a quello del quartiere
ÄUHUaPHYPV��ZLUaH�\U�WHY[PJVSHYL�VYKPUL�V�H[-tenzione al territorio.
In questo caso però, si può notare come
gli isolati, che si vengono a formare
KHSS»PU[LYZLaPVUL�KLSSL�Z[YHKL��WLYKHUV�KP�unitarietà a causa di una sistemazione pres-
ZVJOu�JHZ\HSL�KLNSP�LKPÄJP�KP�HIP[HaPVUL�\UP[H�ad una densità molto variabile (palazzi di una
decina di piani sono accostati a case unifa-
miliari)
La strada principale, quella che percorre il
Ä\TL��H�WHY[PYL�KHSSH�Z\H�MVJL��]LYZH�PU�WLZ-sime condizioni ed è attualmente in fase di
recupero.
schema
urbanistico
quartiere di
Castagnola-
Cassarate
The city-Viganello
32
Il quartiere di Viganello risulta essere estrem-
HTLU[L�KP]LYZPÄJH[V��0UMH[[P�X\LZ[V�WHY[L�KHS�Ä\TL�*HZZHYH[L��JOL�SV�ZLWHYH�KHP�X\HY[PLYP�di Lugano centro e Molino Nuovo) e trova
la gran parte della popolazione concentrata
nella porzione di territorio pianeggiante (dove
si trovano anche la gran parte delle attività
commerciali).
Passata questa prima parte si arriva ad una
leggera salita dove si inerpicano ancora case
di considerevoli dimensioni. La zona denomi-
nata Collina è caratterizzata da piccoli con-
domini e case unifamiliari dove può trovare il
suo vero inizio nel nucleo storico di Viganello.
Lo schema a cui ci si può ricondurre è quello
H�YHTPÄJHaPVUL��[PWPJV�KLP�WPJJVSP�PUZLKPHTLU[P�montani, nel quale la rete stradale prende
H]]PV�KH�\U�W\U[V�V�KH�\U»HY[LYPH�WYPUJPWHSL��diramandosi in tronchi minori anche a fondo
cieco.
schema
urbanistico
frazione di
Viganello
7010 ab.
11306 ab/kmq
34
1.veduta del lago con sullo
sfondo il monte Brè
2.veduta del lago di Lugano
con il monte San Salvatore
sulla destra
3.]PZ[H�KH�]PH�:LYHÄUV�)HSLZ[YH
1.
2.
3.
4.]PZ[H�X\HY[PLYL�ÄUHUaPHYPV5.vista da via la Santa
H�ZPUPZ[YH�S»HYLH�KP�WYVNL[[V6.vista dei palazzi adiacenti
S»HYLH�KP�WYVNL[[V
4.
5.
6.
0S�Ä\TL
36
Seguo la natura
senza poterla af-
ferrare; questo
ÀXPH�VFHQGH��risale, un giorno
verde, poi giallo,
oggi pomerig-
gio asciutto e
domani sarà un
torrente.
Claude Monet
Fiume Cassarate0UMVYTHaPVUP�WYPUJPWHSPNazione: Svizzera
Cantone: ticino
Lunghezza: 18,3 km
Portata media: 2,6 m3/s
)HJPUV�PKYVNYHÄJV: 75, 9 kmq
Altitudine: 20250 m slm
Nasce: massiccio del Gazzirola
(MÅ\LU[P! Capriasca
Sfocia: Lago di Lugano
PS�Ä\�me/the
river
Nel suo scorrere incontra diversi ruderi di
mulini azionati, nel corso degli anni, dalla
WV[LUaH�PKYPJH�KLS�Ä\TL�
(�WHY[PYL�KHS�� ���HSSH�MVJL�KLS�Ä\TL��sono in corso tutta una serie di opere di
TPNSPVYPH�L�KP�YPX\HSPÄJH�HTIPLU[HSL��P�SH]VYP�ZVUV�HMÄKH[P�HSSV�Z[\KPV�KLSS»(YJO��WHLZHN-
gista Sophie Agata Ambroise e collabora-
tori, di Sonvico.
0S�*HZZHYH[L�u�\U�Ä\TL�Z]PaaLYV�KP�TVK-
esta portata che scorre nel Canton
Ticino, più precisamente nel distretto di
Lugano.
Le sue sorgenti si trovano nella parte
superiore della Val Colla (monte Gazzirola
e passo del San Lucio), poco distante dal
JVUÄUL�KP�Z[H[V�JVU�SH�7YV]PUJPH�KP�*VTV�
0S�Ä\TL�ZMVJPH�H�WVJOP�WHZZP�KHS�JLU[YV�della città di Lugano, sulla costa setten-
trionale del lago omonimo (o Ceresio),
presso il Lido di Lugano.
3»H[[\HSL�IHJPUV��JOL�u�SPTP[H[V�KH�JHUH-
lizzazioni) ha una lunghezza di 18,3 km
con una pendenza media del 7%.
0S�Ä\TL
38
1
2
3
1.]LK\[H�KLS�Ä\TL�JVU�S»HYLH�di progetto sulla destra
2.veduta da via Santa Rosa
3.veduta da
H�KLZ[YH�S»LKPÄJPV�KLSSH�bancapopolare di Sondrio
40
Aree verdi Nonostante la città di Lugano sia al centro
di un meraviglioso paesaggio alpino, al suo
interno vi è una carenza di aree verdi attrez-
zare per i cittadini.Il Parco Ciani è il polmone verde della città,
u�\U�]HZ[V�WHYJV�JVU�\UH�]HYPH[H�ÅVYH�WYP-maverile ed estiva e numerosi alberi ad alto
fusto, tra cui alcuni molto rari; al lago la dar-
sena è ispirata ai cottage inglesi con elementi
KLSS»HYJOP[L[[\YH�V[[VTHUH��3H�Z\H�Z\WLYÄJPL�nel tempo è stata dimezzata per far luogo
alla costruzione del palazzo degli studi, della
relativa mensa-palestra, della biblioteca
cantonale e del palazzo delle scienze. Esso
JPYJVUKH�S»VTVUPTH�=PSSH�*PHUP��VYH�4\ZLV�di Belle Arti), una delle più belle residenze tici-
nesi ottocentesche, eretta per Giacomo Ciani
L�-PSPWWV�*PHUP�KHSS»HYJOP[L[[V�3\PNP�*SLYPJL[[P�nel 1840. Qui i fratelli Ciani, durante le lotte
per il Risorgimento italiano, diedero ospitalità
a parecchi fuoriusciti tra cui Giuseppe Mazzi-
ni e Carlo Cattaneo.
analisi
delle aree
verdi pubbliche
della città
di Lugano
1.Parco Ciani
2.Parco villa Saroli
3.Campus universitario USI
4.
Campo sportivo Lugano
1.
2.
3.
4.
41
Nel 2004 è stato bandito un concorso di
idee ad invito dal municipio di Lugano per
YPX\HSPÄJHYL�SH�MVJL�KLS�*HZZHYH[L�Il parco Ciani ingloberà il Cassarate ac-
quisendo più spazio e verde. Una parte
dei lugubri e vecchi muraglioni verrà
eliminata per consentire alla sponda di
LU[YHYL�ULS�SL[[V�KLS�Ä\TL�WP��NYHKH[H-
mente. Questo consentirà alla sponda
del Ciani di avere una ricca vegetazione
“selvaggia” e alla sponda del lido di
avere dei gradoni che permetteranno
S»H]]PJPUHTLU[V�HSSL�HJX\L�ZPH�KLS�Ä\TL�che del lago.
La progettazione di un nuovo polo univer-
ZP[HYPV�S\UNV�X\LZ[V�HZZL�Å\]PHSL�HZZ\TL�WLYJP~�\U»PTWVY[HUaH�JY\JPHSL�L�KP]LU[H�\U»VJJHZPVUL�WLY�YPX\HSPÄJHYL�S»PU[LYH�JP[[n�di Lugano.
0S�Ä\TLYPX\HSPÄJHaPVUL
42
´,�ÀXPL�VRQR�delle strade che
camminano,
e che portano
dove si vuol
andare”
Blaise Pascal
studio Mario Botta
scuola media Viganello
università della Svizzera Italiana
6ZWLKHSL�Sanitas Troesch
parco Ciani
area di concorso
Campus USI
6NNP�S»<:0�JVU[H������Z[\KLU[P�di 30 diverse nazionalità,
un corpo accademico di oltre 600 membri
e 30 istituti di ricerca con circa
���WYVNL[[P�ZJPLU[PÄJP�PU�JVYZV�
3»<UP]LYZP[n�KLSSH�:]PaaLYH�P[HSPHUH��<:0��u�stata fondata nel 1996; la storia del proget-
to universitario è però molto più lunga.
.Pn�HNSP�PUPaP�KLSS»6[[VJLU[V�ZP�KPZJ\[L]H�SH�WYPTH�WYVWVZ[H�KP�\U»PZ[P[\aPVUL�KP�Z[\KP�superiori che promuovesse la lingua e la
cultura italiana in Svizzera.
Nel 1803 il Ticino entrò a far parte della
Confederazione Elvetica come Cantone
sovrano. La realizzazione del progetto uni-
versitario, tuttavia, richiedeva risorse demo-
NYHÄJOL�LK�LJVUVTPJOL�Z\WLYPVYP�H�X\LSSL�HSS»LWVJH�KPZWVUPIPSP�ULSSH�:]PaaLYH�P[HSPHUH�
Il 3 ottobre 1995 una legge del parlamento
JHU[VUHSL�HWWYV]H�SH�MVUKHaPVUL�KLSS»<:0�
Il primo anno accademico viene inau-
gurato il 21 ottobre 1996 con circa 300
matricole in tre facoltà: Scienze Eco-
nomiche, Scienze della Comunicazione e
Accademia di architettura.
6S[YL�HP�YLZPKLU[P�KLS�JHU[VUL�;PJPUV��S»<UP]LYZP[nH[[YHL�\UNYHU�U\TLYV�KP�Z[\-
KLU[P�KHSS»0[HSPH�L�KH�HS[YP�7HLZP�
Il 9 dicembre 1996 il Consiglio Federale
YPJVUVZJL�HSS»<:0�PS�ILULÄJPV�KLP�ÄUHU-
aPHTLU[P�MLKLYHSP��WHYPÄJHUKVSH�KP�MH[[V�HP�due Politecnici federali e alle altre nove
università cantonali di cultura tedesca o
francese.
a destra
vista del “Palazzo di vetro” (2001)
arch. Sandra Giraudi & Felix Wettstein
44
CampusUSI/
Campus USI
123
7SHUPTL[YPH�NLULYHSL�KLSS»H[[\HSL�*HTW\Z�<: I
1. “Palazzo rosso”Le aule sono intese come luogo controllato,
JVTL�ZWHaP�JVU�ZWLJPÄJP�YLX\PZP[P�KLYP]HU[P�KHSS»H[[P]P[n�Z]VS[H�L�KHSS»HS[V�U\TLYV�KP�persone che in questo spazio si concen-
trano. I requisiti sono relativi al necessario
YPJHTIPV�KLSS»HYPH��HSSH�WYV[LaPVUL�KHS�ZVSL��HSS»PZVSHTLU[V�HJ\Z[PJV��HSS»PSS\TPUHaPVUL�UH[\YHSL�LK�HY[PÄJPHSL��HS�ULJLZZHYPV�PTWPLNV�di impianti visuali
h 12 m; volume 1200 mc; piani 3; aule 12
2. Auditorio, mensa3»LZZLUaPHSP[n�Z[Y\[[\YHSL�u�JHYH[[LYPaaH[H�da quattro pilastri portanti e da due travi-
pareti in calcestruzzo. Il portico è un grande
spazio teso (altezza ridotta) di relazione
MYH�S»LKPÄJPV�WYPUJPWHSL��PS�WHYJV�YL[YVZ[HU[L��P�JVY[PSP��S»LZPZ[LU[L�LKPÄJPV�KLSSL�H\SL�L�PS�U\V]V�LKPÄJPV�K»PUMVYTH[PJH�
Campus USI La facciata in vetro relaziona gli spazi
interni con il parco nord del campus.
h 15,82 m; volume 8900 mc; piani 4;
capienza 1760 mq
3. Palazzo informatica,KPÄJPV�YLHSPaaH[V�PU[LYHTLU[L�PU�TL[HSSV�(struttura e rivestimenti) per poter appog-
NPHYZP�Z\SS»H\[VYPTLZZH�LZPZ[LU[L��9PJHSJH�nella volumetria il palazzo rosso, ma si
differenzia per i contenuti particolari, con
due grandi openspace ai piani superiori.
Le facciate in pannelli grigliati evidenzi-
HUV�S»LZPNLUaH�KP�PU[PTP[n�KLNSP�ZWHaP�KP�lavoro.
h 12 m; volume 1200 mc; piani 3; aule 7
\MÄJP����
Planimetria generale dell’attuale Campus USI
46
11
22
33
1.il “Palazzo rosso” / aule
arch. Lorenzo Martini (2001)
2.auditorio, mensa
HYJO��,SPV�6Z[PULSSP�������3.Palazzo informatica
arch. Giorgio & Michele
Tognola (2007)
-
1
2
3
���,KPÄJPV�WYPUJPWHSL,KPÄJPV�JSHZZPJPZ[H�KP�[YHKPaPVUL�HYJOP[L[-tonica accademica-razionalista con
corpo principale e padiglioni inseriti in un
parco recintato al di fuori della città. Ris-
trutturato, nel 1993 viene adibito a centro
civico per le società culturali e sportive di
3\NHUV�L�ULS�� ���JVU�S»H]]PV�KLS�WYPTV�anno accademico, a campus universitario
capienza: 7600 mq; piani 3
2. Biblioteca
3»HNNP\U[H�KLS�U\V]V�JVYWV�KLSSL�ZHSL�KP�SL[[\YH�HS�]LJJOPV�LKPÄJPV�9LaaVUPJV��ristrutturato, permette di agganciarlo ed
aprirlo sul parco-campus. Le nicchie di
lettura, espresse come celle individuali,
presentano un particolare tamponamen-
to, con pannelli vetrati peritralmente, per
PSS\TPUHYL�SL�ZHSL��L�JVU�WPJJVSL�ÄULZ[YL�centrali, per i tavoli di lavoro.
Campus USI h 12 m; volume 14500 mc; piani 2 (esist-
ente) 4 (sale di lettura); posti di lavoro 230
3. aula magna3»H\SH�THNUH�u�S»LSLTLU[V�W\IISPJV�KLS�JHTW\Z�JOL�YHWWYLZLU[H�S»<UP]LYZP[n�verso la città. Per poter mantenere il parco
SPILYV�KH�JVZ[Y\aPVUP�PUNVTIYHU[P��S»H\SH�magna è stata realizzata come costruzi-
one per due terzi ipogea. Costruzione ipo-
NLH�UVU�ZPNUPÄJH�JVZ[Y\aPVUL�ZV[[LYYHULH!�infatti tutti gli spazi interrati comunicano
visivamente verso il parco.
0�T\YP�WLYPTL[YHSP�L�SH�Z[Y\[[\YH�KLSS»H\SH�sono stati realizzati in cemento armato.
volume 9245 mc; capienza 1300; 500
persone sedute
Planimetria generale dell’attuale Campus USI
48
4
5
6
4.LKPÄJPV�WYPUJPWHSL��L_�ospedale)
arch. Giuseppe Ferla
(1909)
5.biblioteca
arch. Giorgio e Michele
Tognola (2001)
6.aula magna
arch. Aurelio Galfetti e
Jachen Konz (2001)
Università
“Le università sono ricolme di conoscenza,
WLYJOt�SL�TH[YPJVSL�]L�UL�WVY[HUV�\U�WV»�L�NSP�HS[YP�UVU�UL�WVY[HUV�]PH�ULHUJOL�\U�WV»����così essa si accumula.”
Abbott Lawrence Lowell
“The college scene is impossible to think
of without its setting of architecture.
What student sensibility is there unre-
sponsive to the beautiful nave where the
daily chapel was held, the stately portico
where the class would group itself to
be photographed, the window of the
study where Caesar was conned under
sheltering eave and overlooking roofs
and chimneys? And many an old grad
OHZ�YLÅLJ[LK�[OH[�Z[\KLU[Z�TH`�JVTL�and go, classes enter and graduate,
but venerable walls and carved chimney
pieces, picturesque gables and vaulted
archways endure forever.
These remain his own because always
WYLZLU[�PU�OPZ�TPUK»Z�L`L�HUK�OL�WYH`Z�that change and decay may never reach
them.”
(C. Klauder and H. Wise)
50
“architettura
delle università”
Univer-sità/
Univer-
sity
Università-l’architettura delle università
52
3»\UP]LYZP[n�u�\UH�PZ[P[\aPVUL�PU�]PH�KP�[YHZ-formazione.
Considerando i cambiamenti avvenuti
ULNSP�\S[PTP�[YLU[»HUUP�[HU[V�HSS»PU[LYUV�KLSS»<UP]LYZP[n��JYLZJP[H�KLSSH�WVWVSHaPVUL�universitaria, mobilità studentesca, ac-
JLZZV�SPILYV��KP]LYZPÄJHaPVUL�KLP�J\YYPJ\SH��etc.) quanto nella società di cui essa è
espressione, (società caratterizzata dalla
progressiva riduzione delle risorse, dalla
rivoluzione tecnologica e della comuni-
cazione, dalla trasformazione del sapere
in merce, etc.) è oggi evidente che i ruoli NSP�VIPL[[P]P��S»VYNHUPaaHaPVUL�L�P�TVKLSSP�educativi universitari debbono essere ridisegnati.
Il progetto non è semplice deduzione
della realtà dei fatti e delle idee ma in-
tenzionalità e intuizione: in questo senso
esso anticipa la realtà e coopera a modi-
ÄJHYSH�
“Un’università
dovrebbe essere
un luogo di luce,
di libertà e di
studio.”
Benjamin Disraeli
Scriveva Argan nel 1965 che:
¸PS�WPHUV�V�\U�WYVNL[[V�UVU�WPHUPÄJH�\U�LKPÄJPV�V�\U�PUZPLTL�KP�LKPÄJP��TH�WPHUP-ÄJH�\UH�YPMVYTH�KLSSH�Z[Y\[[\YH�KLS�YLHSL��PU�X\HU[V�LZZV�KP�MLUVTLUPaaH�PU�\UH�KP]LYZH�KPZ[YPI\aPVUL��TPZ\YHaPVUL�L�X\HSPÄJHaPVUL�KLSSV�ZWHaPV¹�����
0S�WYVNL[[V�UVU�u�K»HS[YVUKL�SH�NYHÄJPa-zazione di un idea precedentemente
TLZZH�H�W\U[V�L�KLÄUP[H�KHS�WLUZPLYV��TH�u�S»LZZLUaH�Z[LZZH�KLSS»PKLH!�UVU�u�\UV�strumento per comunicare, ma è il mes-
saggio.
La complessità del progetto di una Uni-versità non è solo funzione della quantità
e della eterogeneità dei fattori di cui tenere
conto o della scala e del grado di inter-
relazioni tra i fattori di cui tenere conto o
della scala e del grado di interrelazioni tra i
fattori stessi.
*LY[V��S»<UP]LYZP[n�u�\U�VYNHUPZTV�M\U-
zionalmente complesso per la compre-
senza di funzioni residenziali, funzioni
didattiche e di ricerca, funzioni di rap-
presentanza e di servizio al territorio;
ciascuna caratterizzata da eterogeneità di
\[LU[P��]HYPHaPVUL�KP�Å\ZZP��TVS[PWSPJHaPVUL�di prestazioni, di regole e di attributi dei
]HYP�ZWHaP�KH�KLÄUPYL�KLS�WYVNL[[V�Una università del resto è anche un
insediamento di notevole dimensione e
a grande scala, che interloquisce con
S»PU[LYV�ZPZ[LTH�\YIHUV!�LZZH�u�WLY�Z\H�natura stessa un microcosmo di città.
Qui di seguito verranno trattate le tappe
salienti del percorso che ha subito la pro-
gettazione delle università a partire dagli
HUUP�º���ÄUV�HK�VNNP��7LY�VNUP�KLJHKL�verrà approfondito un tema con un pro-
NL[[V�ZWLJPÄJV�
(1)
�.��*HYSV�(YNHU��¸7YV-
getto e destino”, ed. Il
ZHNNPH[VYL�� ���
53
Università- dagli anni 60 ad oggi
Sin dagli inizi degli anni sessanta era
JOPHYV�JOL�S»LZWHUZPVUL�KLSSH�WVWVSHaPVUL�Z[\KLU[LZJH��S»PULMÄJPLUaH�KLSSH�THJJOPUH�universitaria e soprattutto la contrad-
KPaPVUL�LZPZ[LU[L�[YH�SL�WYVWVZ[L�LMÄJPLU-
tiste di un una “Multiversity” (6), pronta a
rispondere alle domande del mercato e
KLSS»PUK\Z[YPH��L�SL�YPJOPLZ[L�KP�KLTVJYH[Pa-aHaPVUL�KLSSH�WYVK\aPVUL�ZJPLU[PÄJH�MH[[L�dal movimento studentesco, avrebbero
JVHN\SH[V�Z\SS»PZ[P[\aPVUL�\UP]LYZP[HYPH�S»LUMHZP�KLSS»H[[LUaPVUL�L�KLSS»PU[LYLZZL�sociale.
Le Università furono in quella decade, al
centro della attenzione dei politici, degli
economisti e degli educatori, oltre che
degli architetti.
-\�S»L[n�K»VYV�KLSS»<UP]LYZP[n!�\U»LWVJH�in cui si costruirono nel mondo (eccetto
che in Italia) il massimo numero di nuove
Università rispetto al passato e anche
54
storia delle
università:
dagli anni ‘60
ÀQR��DG�RJJL
rispetto alle decadi successive e in cui
era viva la fede indiscussa in uno sviluppo
economico di tipo esponenziale che si
sarebbe autopresentato nei contenuti
delle opere architettoniche.
8\LZ[V�LZWYPTL]HUV��]LYZV�SH�ÄUL�KLNSP�anni ‘60, i volumi di De Carlo.
Sempre in quegli anni, alla fretta delle
YLHSPaaHaPVUP��ZP�HNNP\UZL�]LYZV�SH�ÄUL�KLSSH�KLJHKL�\U�TVTLU[V�KP�YPÅLZZPVUL�JOL�diede spazio ad una serie di rappresen-
tazioni “utopiche” della nuova era spazi-
ale.
Ciò in coincidenza della pubblicazione del
libro di Marcuse, che paradossalmente
aveva per titolo “Das Ende der Utopie”
(1967), nel quale si riteneva che le utopie,
in quanto trasformazioni irrealizzabili,
WV[L]HUV�KPYZP�ÄUP[L��KHS�TVTLU[V�JOL�ogni tipo di trasformazione era diventata
assolutamente possibile.
Tra queste “utopie realistiche” del pos-
sibile prende corpo il Mito della Comuni-JHaPVUL�]PH�HYPH�V�]PH�JH]V��PU�\U»LWVJH�PU�cui ancora i computers non erano oggetti
K»\ZV�JVYYLU[L�L�P�ZH[LSSP[P�UVU�M\UaPVUH-
vano come emittenti di telecomunicazioni
planetarie.
Un gruppo di architetti inglesi, gli Archi-
gram, concepì nel 1965 una nuova idea di
Università come ideadotto metropolitano connesso con le funzioni di informazi-
one e di scambio della comunità urbana:
una rete culturale che offriva educazione
tradizionale, educazione degli adulti,
LK\JHaPVUL�WLYTHULU[L��(SS»PU[LYUV�KLSSH�maglia costruttiva tridimensionale, la
funzione educativa era concentrata nei
¸UVKP¹�YLHSPaaH[P�TLKPHU[L�\UP[n�NVUÄHIPSP�o scatole metalliche e connesi attraverso i
“tubi di informazione” verticali.
(6)
La “multiversity” descrit-ta da Clark Kerr è un nuovo tipo emergente di università ad uso plu-rimo che assolve, oltre HSSH�[YHKPaPVUHSL�M\UaPVUL�educativa, le commesse federali dell’industria e della comunità(7)
.��+L�*HYSV��¸7PHUPÄJH-aPVUL�L�KPZLNUV�KLSSL�Università”, ed. Cluva 1968.
55
Accessi diagonali connettevano i diversi
WPHUP�L�YHNNY\WWH]HUV�HSS»\S[PTV�SP]LSSV�SH�“biblioteca” che rappresentava il “coagu-
lo” della funzione sociale.
Il 4P[V�KLS�+LJLU[YHTLU[V�urbano (san-
cito in Inghilterra con il New Towns Act e
in Francia con la programmazione della
Villes Nouvelles) fece nascere negli anni
º���S»PKLH�KLSS»<UP]LYZP[n�KPMM\ZH�Z\S�[LYYP[V-
rio e aperta a tutti, detta anche “Università
sotto al letto”; cioè un sistema di educa-
aPVUL�Z\WLYPVYL�KLJLU[YH[V�L�KP]LYZPÄJH[V�con istituzioni di vario tipo, diverse of-
ferte educative e localizzazioni diffuse sul
territorio legate ai vari contesti territoriali
(come già i community colleges ameri-
JHUP������HUaPJOu�JVUÄN\YH[L�ZLJVUKV�\U�unico modello centralizzato.
Stimolati da questa idea, Peter Cook e
Clerence Price, due giovani architetti
�PUNSLZP��Z\NNLYP]HUV�ULS�� ���S»Idea Circus, una rete di trasporto su ferro o su
gomma che collegava un certo numero
di insediamenti rurali o urbani, ove dove-
vno sorgere i “centri di informazione” e i
“servizi educativi”.
Le unità educative sarebbero state organ-
izzate entro carrozze ferroviarie o roulottes
contenenti mostre, audiovisivi, programmi
informativi, etc. Il diagramma elaborato dai
progettisti suggeriva i vari modi in cui il cir-
cuito operava e interferiva con altri media
TLKPHU[L�S»PU[LYHaPVUL��SH�ZWLYPTLU[HaPVUL��la personalizzazione, la diffusione, etc..
Il progetto di Cook e Price, come quello
degli Archigram, rimase sulla carta.
56
Università- dagli anni 60 ad oggi
(8)“The open-door Colleges -
policies for community col-
leges”, Mcgraw-Hill Book
Company 1970.
1.
La comunicazione. Un
ideadotto metropolitano,
Archigram, 1965
2.
Il decentramento. Idea Cir-
cus, Peter Cook e Clarence
Price, 1965
57
1
2
Università- gli anni ‘70
Gli anni settanta furono caratterizzati, nei
paesi industrializzati, da una caduta di
PU[LYLZZL�WLY�S»<UP]LYZP[n��TLU[YL�PU�0[HSPH�ZP�avviava, sia pure in ritardo, un consistente
dibattito teorico sulla trasformazione della
istituzione e si bandivano concorsi per le
Università di Firenze, Cagliari, Salerno e
Cosenza. Due testi “sacri” alimentarono i
miti degli anni ‘70.
Il rapporto Jantsh commissionato dal MIT
nel 1969 e ampiamente commentato in
Italia, era volto a individuare i nuovi com-
WP[P�KLSS»<UP]LYZP[n�JVTL�WYVNL[[V�KP�¸QVPU[�systems” cioè come insieme di sistemi
congiunti e interdipendenti di didattica ,
ricerca e servizi (9).
3»VIPL[[P]V�KPKH[[PJV�H]YLIIL�KV]\[V�LZ-sere non più quello di formare un “profes-
ZPVUPZ[H�ÄUP[V¹��TH�\UH�WLYZVUH�JHWHJL�KP�valutare autonomamente le situazioni
58
storia delle
università:
gli anni ‘70
complesse e dinamicamente mutevoli; si
passava quindi da un tipo di ricerca
“monodisciplinare” alla ricerca su sis-
temi dinamici, e il servizio da semplice
“commessa” si trasformava in servizio
H[[P]V�H�ILULÄJPV�KLSSH�ZVJPL[n�
3»HS[YV�[LZ[V�ZPNUPÄJH[P]V�WLY�S»\UP]LYZP[n�italiana fu il “Progetto 80” pubblicato nel
1972 da un gruppo di lavoro del Ministero
KLS�)PSHUJPV��L�WP��[HYKP�KLÄUP[V�PS�¸3PIYV�dei Sogni” per la velleità dei programmi e
S»LJJLZZP]H�JHYPJH�KP�V[[PTPZTV���JOL�ULSSL�sue proiezioni territoriali prevedeva un in-
sieme di “sistemi metropolitani” cui avreb-
bero potuto corrispondere le localizzazioni
\UP]LYZP[HYPL�KLJLU[YH[L�L�KP]LYZPÄJH[L�tra loro, in contrapposizione della rarità e
omogeneità delle Università esistenti.
Il rapporto basava le sue vocazioni ter-
YP[VYPHSP�Z\S�¸4P[V�KLSS»,X\PSPIYPV¹��JOL�M\�perseguitato, anche se riduttivamente
interpretato alla scala provinciale e cliente-
lare (in Italia ogni regione e addirittura ogni
provincia o area metropolitana era
destinata ad avere la sua Università).
(9)
Erich Jantsch, “La WYVNYHTTHaPVUL�integrale per i “sistemi congiunti” della società e della tecnologia. Il compito fondamentale dell’Università”, su “Fu-turibili” n.15, 1969.
59
Università- il mito del Regionalismo
Il mito del Regionalismo (prima territoriale
e solo dopo - nel 1984 - critico) divenne in
tutto il mondo una specie di panacea dei
problemi politici e sociali per salvaguard-
are le diversità e le indipendenze culturali.
Nacque così nel 1968, con la legge spe-
JPHSL��S»Università degli studi della Calabria, in una regione del tutto priva di Università,
come soluzione “pilota” ad ed esperienza
anticipatrice della riforma universitaria.
Alla legge seguì nel 1972 un concorso
internazionale di architettura che premiò
S»PKLH�KP�\UH�[PWVSVNPH�\UP]LYZP[HYPH�UVU�solo innovativa nel panorama italiano, ma
unica al mondo e forse irrepetibile.
3VJHSPaaH[H�S\UNV�SH�]HSSL�KLS�Ä\TL�*YH[P��H�UVYK�KP�*VZLUaH��S»\UP]LYZP[n�PUMVYTH�\U�organismo unitario ad alto grado di leg-
gibilità alla scala territoriale.
60
il mito del
Regionalismo,
un esempio:
l’Università
degli Studi della
Calabria
0S�JVTWSLZZV�\UP]LYZP[HYPV�KP�.YLNV[[P�(ZZVJPH[P�ZP�HY[PJVSH�WHYHSSLSHTLU[L�HSS»H\[VZ[YHKH�S\UNV�\U�WVU[L�KP���RT��TL[HMVYPJH�ZWPUH�KVYZHSL�KLSS»PZ[P[\aPVUL�YLNPVUHSL��JOL�KV]L]H�connettere culturalmente il nord col sud del paese. Il ponte a tre livelli comprende una
strada veicolare in alto, una strada pedonale e un viadotto di servizio. Funzionalmente
SH�Z[Y\[[\YH�H�WVU[L�MH�MYVU[L�HSSL�HJJPKLU[HSP[n�[VWVNYHÄJOL�KLSS»HYLH��JOL�H]YLIILYV�YLZV�KPMÄJPSP�SL�JVT\UPJHaPVUP�HSS»PU[LYUV�KLS�JHTW\Z��3\UNV�PS�WVU[L�ZVUV�SVJHSPaaH[P�P�]HYP�KPWHY[PTLU[P�HS[LYUH[P�H�WPHaaL�K»PUJVU[YV�JOL�ZLY]VUV�SL�YLZPKLUaL�\UP]LYZP[HYPL�KPZWVZ[L�in collina.
3»<UP]LYZP[n�KLNSP�Z[\KP�KLSSH�Calabria a Cosenza, Italia.
progetto di concorso
(1973): V. Gregotti, E. Bat-
tisti, H. Matsui, P.L. Nicolin,
F. Purini, C. Rusconi
Clerici; progetto esecutivo:
Gregotti Associati (P. Cerri,
V.Gregotti, H. Matsui)
61
Università- Interdisciplinarietà
3»HS[YV�TP[V�KLNSP�HUUP�ZL[[HU[H��X\LSSV�della 0U[LYKPZJPWSPUHYPL[n��che si opponeva
HSS»LJJLZZV�KP�ZWLJPHSPaaHaPVUP��M\�HJJVS[V�dal mondo occidentale nel timore che
scienza, tecnologia, arte e humanities,
SLNH[L�S»\UH�HSS»HS[YH�KHSS»PUPaPV�KLSSH�Z[VYPH��rischiassero una separazione drammatica.
Separare le “due culture” si disse, penal-
izza la creatività, uno sforzo che si giova e
si arricchisce attraverso le interazioni fra i
diversi campi del sapere. Queste condizioni ebbero evidenti con-
seguenze sul disegno delle Università:
SL�MHJVS[n��\U�[LTWV�KPZWVZ[L�PU�LKPÄJP�separati, si organizzarono invece entro
ZWHaP�ÅLZZPIPSP�PU�ZLX\LUaH�WLY�JVUZLU[PYL�S»PU[LYJHTIPHIPSP[n�KLSSL�M\UaPVUP�[YH�SL�]HYPL�discipline. Le biblioteche di dipartimento
tesero ad accorparsi con la biblioteca
JLU[YHSL��W\Y�ZHS]HUKV�S»H\[VUVTPH�NLZ-[PVUHSL�L�SL�JVUULZZPVUL�ÄZPJH�JVS�KPWHY[P-mento.
62
il mito della
Interdisciplina-
rietà
un esempio:
l’Art Center
dell’Università
di East Anglia
di Norman
Foster
Il Centro per le Arti visive
è uno spazio pluriuso e
¸ÅLZZPIPSL¹��ILSSV�JVTL�\U�VNNL[[V�K»HY[L��WVNNPH[V�Z\S�prato verde tra i diparti-
TLU[P�ZJPLU[PÄJP�L�PS�SHNV�HY[PÄJPHSL�
63
3L�\UP]LYZP[n�[LJUVSVNPJOL�L�P�JLU[YP�KP�YPJLYJH�ZJPLU[PÄJH�ZP�KV[HYVUV�KP�4\ZLP�L�KP�JLU-
[YP�K»(Y[L��3H�WHYVSH�K»VYKPUL�WLY�S»LKPSPaPH�M\�X\LSSH�KLSSH�ÅLZZPIPSP[n"�\U�LZLTWPV�u�S»(Y[�*LU[LY�KLSS»<UP]LYZP[n�KP�,HZ[�(UNSPH�KP�5VYTHU�-VZ[LY�KV]L�ZP�YLHSPaaHYVUV�LKPÄJP�JOL�KP-]LU[HYVUV�ULSSH�J\S[\YH�HYJOP[L[[VUPJH�JVU[LTWVYHULH�ZPTIVSV�KLS�]HSVYL�KLSS»(Y[L�L�KLSSH�Creatività. Nel caso citato, un parallelepipedo di 135 m di lunghezza, 34 m di larghezza
e 7,5 m di altezza, realizzato con una struttura reticolare di aste e di giunti prefabbricati
KLÄUPZJL�\U�]HZ[V�¸VWLU�ZWHJL¹�WLY�\ZP�L�M\UaPVUP�]HYPHIPSP�ULS�X\V[PKPHUV�L�ULS�S\UNV�periodo. Una grande copertura senza ingombri consente di ospitare funzioni imprevedi-
IPSP"�\U�LKPÄJPV�WYP]V�WLYÄUV�KP�\U�]LYV�L�WYVWYPV�MYVU[L��ZVZ[P[\P[V�KHSSH�ZLaPVUL�Z[Y\[[\YHSL�denunciata a vista; una macchina plurifunzionale perfettamente climatizzata e adattabile
HK�VNUP�\ZV��TH�JVZy�WLYML[[H�KH�KP]LU[HYL�VNNL[[V�K»HY[L�
Università- gli anni ‘80
Con gli anni ottanta, S»HNNYV]PNSPHYZP�KLP�WYVISLTP�WVSP[PJP�L�KLTVNYHÄJP�TVU-
diali e la consapevolezza dei “limiti dello
sviluppo” e del progressivo “consumo
KLSSL�YPZVYZL¹�YPK\JL�S»PU[LYLZZL�WVSP[PJV�L�ZVJPHSL�WLY�P�WYVISLTP�KLSS»�LK\JHaPVUL!�S»<UP]LYZP[n�JHKL�PU�KPZNYHaPH�L�NSP�LK\JH-
tori piangono miseria.
I Miti di questa decade a cui possono rif-
LYPYZP�P�WVJOP�WYVNL[[P�K»<UP]LYZP[n�YLHSPaaH[P��ZVUV�S»¹Ecologia” e la “Produttività”.
I problemi ambientali ed ecologici diven-
[HUV�PUMH[[P�\UH�ZÄKH�WLY�SH�UVZ[YH�ZVJPL[n!�inquinamento, sovrapopolazione e mas-
ZPÄJHaPVUL�LKPSPaPH�KPZ[Y\NNVUV�SL�JP[[n�L�le campagne. La necessità di preservare
ZWHaP�UVU�JVZ[Y\P[P�L�KP�JVZ[Y\PYL�LKPÄJP�atti a utilizzare le risorse naturali anzichè
X\LSSL�HY[PÄJPHSP�LU[YH�ULSSH�JVZJPLUaH�KLP�politici, dei discorsi e anche degli architet-
[P��3»H[[LUaPVUL�LJVSVNPJH�ZP�NLULYHSPaaH�L�nasce la “bioarchitettura”.
64
storia delle
università:
gli anni ‘80
Sempre sotto la spinta del problema
¸LJVSVNPJV�L�HTIPLU[HSL¹��S»Università del Quatar, del 1985, propone una moderna
interpretazione del modello tradizionale
di costruzione per climi caldo-secchi
del deserto. Componendo “torri del
vento” e “torri di luce” entro moduli edilizi
JVTWH[[P��ZLJVUKV�S»HU[PJH�[YHKPaPVUL�KLSS»HYJOP[L[[\YH�PZSHTPJH��ZP�V[[PLUL��WLY�P�locali di studio, di ricerca e di riunione, una
buona ventilazione e una illuminazione
UH[\YHSL�HWWYVWYPHTLU[L�ZJOLYTH[H��ÄU�nei locali disposti nei piani più bassi.
3»HWWYVZZPTHYZP�KLSSH�JYPZP�LJVUVTPJH�L�PS�timore dei paesi sviluppati di una crescita
aLYV��YPWYVWVUNVUV�HSS»H[[LUaPVUL�TVUKP-ale i problemi legati alla Produttività e di
conseguenza alla relazione tra Università e
:]PS\WWV��7LY�S»<UP]LYZP[n�[VYUHUV�KP�TVKH�SL�MVYT\SL�LMÄJPLU[PZ[L��NPH�WYVW\NUH[L�dalla “Multiversity” di Clark Kerr, negli
anni ‘60: ricerca applicata, servizio al ter-
YP[VYPV��H\[VUVTPH�NLZ[PVUHSL�L�ÄUHUaPHYPH��HZZPZ[LUaH�ZJPLU[PÄJH�HP�WYVJLZZP�[LJUV-
logici.
Gli anni ottanta sono gli anni della speran-
aH�ULP�7HYJOP�ZJPLU[PÄJP�L�[LJUVSVNPJP��ULSSL�Tecnopolis, Parchi industriali, Città della
Scienza, che sorgono numerosi in molti
paesi europei (Inghilterra e Francia) oltre
che in Giappone e Stati Uniti. Si tratta di
organizzazioni, diverse tra loro, che tutta-
via al di là delle terminologie, hanno in co-
T\UL�S»VIPL[[P]V�KP�HJJVNSPLYL�L�Z]PS\WWHYL�in un ambito circoscritto la ricerca pura,
la ricerca applicata e la produzione indus-
triale, soprattutto quella dei settori indus-
triali ad alta tecnologia (biotecnologie,
elettronica, telecomunicazione, etc.) che
conoscono in quegli anni un momento di
crescita proporzionalmente assai mag-
NPVYL�KLSS»PUK\Z[YPH�ULS�Z\V�JVTWSLZZV�
65
Università- gli anni ‘80
3»<UP]LYZP[n�:[H[HSL�KLS�8\H[HY��ZP[\H[H�PU�zona desertica a 15 km da Doha, è con-
JLWP[H�JVTL�JVTWSLZZV�H\[VZ\MÄJPLU[L�di strutture didattiche e residenziali da
WVY[HYL�H�[LYTPUL�WLY�MHZP�Z\JJLZZP]L�ÄUV�a raggiungere una popolazione comples-
siva di 15000 studenti.
Il progetto è basato sul principio della
iterazione di un numero ridotto di el-
ementi, tradotti in altrettanti modelli formali
altamente riconoscibili: la “torre dei venti”,
la “torre di luce”, il “cortile ottagonale”.
La ripetizione e la combinazione di unità
modulari a pianta ottagonale, con il lato
di 3,48 m, e di un elemento autonomo
più piccolo, a pianta quadrata, genera
\U»PUÄUP[H�]HYPL[n�KP�JVUÄN\YHaPVUP�ZPH�HS�livello dei singoli spazi universitari che
KLSS»PUZLKPHTLU[V�ULS�Z\V�JVTWSLZZV��3V�schema alveolare, nella successione di
spazi aperti e chiusi, produce angoli di
YPÅLZZPVUP�T\[L]VSP�L�aVUH�K»VTIYH�
66
università negli
anni ‘80
un esempio:
l’Università
Statale del
Quatar
Università Statale del
Quatar a Doha, Kamal El
Kafrawi, 1974/1985
Università- gli anni ‘90
Gli anni novanta, MVYZL�WLY�S»HWWYVZZPTHYZP�del terzo millennio, presentano caratteri
alquanto distinti, anche se ancora deduci-
bili dalla accentuazione di processi già
esistenti nel precedente decennio.
Uno di questi è il processo di innovazi-
one tecnologica, soprattutto nel settore
delle tecnologie avanzate, che negli anni
UV]HU[H�KP]LU[H�\UH�]LYH�L�WYVWYPH�¸ZÄKH�high tech” internazionale.
Il Mito High Tech JOL�S»HY[L�LKPSPaPH�UVU�può sottrarsi ad esprimere diventa ar-
JOP[L[[\YH�KLSS»PTTHNPUHYPV�[LJUVSVNPJV��3»LKPÄJPV�JVZ[P[\PZJL�LZWYLZZPVUL�KLS�WYV-
gresso tecnologico di una società ludica e
informatizzata, attraverso nuove e originali
articolazioni del linguaggio.
68
storia delle
università:
gli anni ‘90
Il progetto forse più clamoroso e con-
seguente a questa ideologia è la Scuola del Futuro del Parco di Poitier in Francia, KLSS»(YJOP[LJ[\YL�:[\KPV�Una architettura che è anche frutto di una
nuova e diversa metodologia progettuale,
dal momento della concezione collettiva
a quello della realizzazione per elementi
come componenti meccanici.
Il gruppo si vanta difatti di aver lavorato
PUZPLTL�KHS�WYPTV�TVTLU[V�HSSH�ÄUL�KLSS»VWLYH�ZLUaH�TVKPÄJHYL�SH�W\YH�PT-
maginazione della prima idea.
Si tratta di uno spazio educativo concepi-
to sotto forma di un gigantesco giocat-
[VSV��\UH�ZWLJPL�K»HLYLVWSHUV�WVNNPH[V�HS�suolo) leggero e incolore: le pareti esterne
sembrano prive di spessore e i materiali,
S»HSS\TPUPV��PS�]L[YV�L�S»HJJPHPV��ZVUV�WYP]P�KP�JVSVYL�L�YPÅL[[LU[P�
Perfezione meccanica, esattezza costrut-
tiva, trasparenza e leggerezza sottoline-
ano la provocazione del progetto “al limite
della utopia”.
Eppure, al di là della provocazione,
S»VNNL[[V�[YPHUNVSHYL�M\UaPVUH�JVTL�VY-ganizzazione spaziale banalizzata, centra-
ta su un cuore, una corte ellittica, che ne
costituisce, mediante la parete di cemento
I\JH[H�KH�UVYTHSP�ÄULZ[YL��PS�JLU[YV�KP�gravità.
69
Università- gli anni ‘90
Una nuova università simbolo di un altro
TP[V�KP�X\LZ[V�KLJLUUPV�u�S»Università KLSSL�5HaPVUP�<UP[L�H�;VR`V�di Kenzo
Tange.
Realizzata nel 1990, questa istituzione
nuova sia nei programmi che nella morfo-
logia esprime il Mito, tutto attuale, di una
Cultura Planetaria. Cultura planetaria non
ZPNUPÄJH�WLY~�VTVNLUPaaHaPVUL�KLSSL�J\S-ture diverse, ma al contrario convivenza di
culture eterogenee attraverso una rete di
relazioni transculturali.
3»PKLH�IHZL�PZ[P[\aPVUHSL�KLSSH�<UP]LYZP[n�era infatti quella di creare una “riserva di
idee” a disposizione delle Nazioni Unite.
Attraverso la costituzione di una comunità
internazionale di docenti di diversi paesi
impegnati nella ricerca, nella disseminazi-
one delle conoscenze e nella formazione,
si affrontano problemi anche locali nella
crescente interdipendenza della società
planetaria.
70
università negli
anni ‘90
un esempio:
l’Università delle
Nazioni Unite a
Tokyo,
Kenzo Tange
3»<UP]LYZP[n�KLSSL�5HaPVUP�Unite (1990), localizzata a
Tokyo, è anche istituzional-
mente una novità in quanto
Università senza studenti
formalmente iscritti, senza
aule e senza laboratori,
ma dotata di una rete di
ricercatori e docenti di
diverse nazioni, in continuo
reciproco scambio. Il quar-
[PLYL�NLULYHSL�KLSS»<UP]LYZP[n�informa un grattacielo a
WPYHTPKL�KV[H[V�KP�\MÄJP��biblioteche, sale di riunione
e soprattutto di sistemi
ZVÄZ[PJH[P�KP�JVT\UPJHaPVUL�che consentono ai ricerca-
tori di mantenersi continu-
amente in contatto.
71
Università- gli anni ‘90
Con i suoi 5000 studenti e circa 400
insegnanti, la Facoltà di Economia azien-
dale costituisce una delle sedi universitarie
nazionali di maggiori dimensioni.
Il piano regolatore del nuovo campus è
stato redatto da Rem Koolhaas secondo il
JYP[LYPV�KP�\UH�LKPÄJHaPVUL�TVS[V�JVTWH[[H�JOL�YPWYVWVUL�S»HWLY[\YH�L�PS�YHWWVY[V�JVU�S»HYJOP[L[[\YH�KLS�[PWPJV�WHLZHNNPV�KLS�WVS-der olandese. La facoltà di Economia fa
parte della zona della “casba” dove unità
edilizie profonde formano un tessuto ad
alta densità.
Il gruppo Mecanoo ha condiviso e accolto
la proposta del modello della “casba”
del piano regolatore, ritendendo il mod-
ello particolarmente adatto per una sede
universitaria, dove il problema principale
u�YP\ZJPYL�H�JVUJPSPHYL�S»LZPNLUaH�KP�HW-
LY[\YH�]LYZV�S»HTIPLU[L�LZ[LYUV�JVU�X\LSSV�interno.
72
università negli
anni ‘90
un esempio:
facoltà di
economia
aziendale della
Università di
Utrecht, Olanda
progetto: Mecanoo ar-
chitekten
anno di progetto: 1991
anno di realizzazione:
1993-1995
Z\WLYÄJPL!��������TXricettività: 5.000 studenti
tema: realizzazione
della Facoltà di economia
aziendale nel Campus
KLSS»\UP]LYZP[n�¸+L�<P[OVM¹�KP�Utrecht
impianto: blocco compatto
articolato intorno a tre corti
differenziate per forma e
carattere.
area di progetto 3»HYLH�KP�JVUJVYZV�ZP�[YV]H�S\UNV�SH�ZWVUKH�KLZ[YH�KLS�Ä\TL�*HZZHYH[L��\UH�aVUH�JOL�TLYP[H�\U»H[[LUaPVUL�WHY[PJVSHYL�ULS�]HSVYPa-aHYUL�SL�ZWLJPÄJP[n�\YIHUL��KP�Z]HNV�L�KP�WVZ-sibile area di socializzazione.
6IPL[[P]V�KLP�JVTTP[[LU[P�u�V[[LULYL�\U�WYVNL[[V�JVU�\UH�JVUÄN\YHaPVUL�H]LU[L�PS�carattere di campus universitario, nel quale
le due componenti universitarie e i lori spazi
comuni formino un insieme urbanistico chiaro
LK�\UP[HYPV��JHWHJL�KP�X\HSPÄJHYL�PS�JVU[LZ[V�\YIHUV�L�]HSVYPaaHYL�S»HYLH
3»PU[LYH�HYLH�u�H[[YH]LYZH[H���L�SV�ZHYn�HUJVY�più in futuro secondo quanto previsto dal Pi-
ano regolatore - da diversi percorsi pedonali
pubblici, orientati sia in direzione nord-sud
sia in direzione est-ovest.
Area
Lugano -
Viganello
22202 mq
74
area di progetto/
WYVQLJ[area
]LK\[L�HLYL�KLSS»HYLH�KP�progetto e del territorio
circostante
]LK\[L�HLYL�KLSS»HYLH�KP�progetto e del territorio
circostante
78 1537YVNL[[V�JHTW\Z�\UP]LYZP[HYPV�H�S\NHUVparte 2*VU[LZ[V�L�ZJHSH�KLSS»PU[LY]LU[V:[YH[LNPH�KLSS»PU[LY]LU[VSchemi planimetrici
Prospetti / facciata ventilata doppia pellaviste / renderingsostenibilità
struttura
schizzi
make
it
real
//real
make
80
“Design is not
making beauty,
beauty emerges from
VHOHFWLRQ��DIÀQLWLHV��integration, love.”
/
Louis Kahn
design
beauty
love
Contesto escala dell’intervento
3»HTWSPHTLU[V�KLS�WVSV�\UP]LYZP[HYPV�KLSSH�Svizzera italiana si inserisce un momento
JY\JPHSL�WLY�SH�WPHUPÄJHaPVUL�KLSSH�JP[[n�KP�Lugano e della sua regione.
Quella del polo universitario è la tipologia
ideale per affermare le linee guida di una
crescita che non si limita ad un mero infolti-
mento della sostanza costrutita ma che bensì
caratterizza anche la sfera culturale e sociale.
Ciò si traduce dunque in un insieme architet-
tonico conscio nella propria scala e del pro-
WYPV�Y\VSV�HSS»PU[LYUV�KLSSH�JP[[n!�\U�JHTW\Z�urbano in grado di stabilire sinergie sponta-
nee con il suo intorno e in grado di rappre-
ZLU[HYL�\U�W\U[V�KP�YPMLYPTLU[V�X\HSPÄJHU[L�per il contesto limitrofo e per tutta la regione.
82
Contesto e
scala dell’
intervento
contesto
intervento
Con-testo/scalainter-vento
Strategiad’intevento
In un contesto in prevalenza caratteriz-
aH[V�KH�LKPÄJP�H�KLZ[PUHaPVUL�HIP[H[P]H��PS�ZLKPTL�KLSS»PU[LY]LU[V�ZP�[YV]H�HS�JLU[YV�KLS�WHYJV�JOL�ZP�LZ[LUKL�S\UNV�PS�Ä\TL�Cassarate, in prossimità di altri importanti
istituti scolastici.
Elemento cruciale del progetto è il collega-
TLU[V�JVU�S»LZPZ[LU[L�JHTW\Z�\UP]LYZP[HY-io, un rapporto che va letto sia in termini M\UaPVUHSP�JOL�]VS\TL[YPJP�
3H�Z[YH[LNPH�JOL�OH�KLÄUP[V�SH�JVTWV-
ZPaPVUL�KLSS»\UP]LYZP[n�Z\S�[LYYLUV�HK�6]LZ[�del Cassarate è stata quella di insediare
elementi puntuali e distinti attorno ad un
pieno, delimitando i vertici del sedime.
5LSSH�Z\H�KLÄUPaPVUL�]VS\TL[YPJH��[HSL�intervento va interpretato come compiuto
nei margini del parco del campus USI.
Proseguire con la medesima strategia
84
ZPNUPÄJOLYLIIL�ZUH[\YHYL�\U�JVUJL[[V�KLÄUP[V�ULSSH�Z\H�LZZLUaH�L�PUZ[H\YLYLIIL�un rapporto di concorrenza che vedrebbe
indebolire sia la parte esistente che quella
nuova.
,»�ULSS»PU[LUaPVUL�KP�YHMMVYaHYL�PS�SLNHTL�JVU�PS�WHYJV�KLSS»<:0��JOL�PS�WYVNL[[V�WLY�il nuovo campus si contrappone in sottile
antitesi, disegnandosi attorno ad un vuoto
generoso e preciso.
Il ponte Madonnetta è il punto di collega-
mento naturale fra le due parti del campus
e va rafforzato, ampliandolo per renderlo
attrattivo per i pedoni;
[YV]HUKVZP�PU�\U�JVU[LZ[V�\YIHUV��S»H[[P]P[n�e i movimenti degli utenti del campus non
possono essere scissi da quelli della città.
)LUZy�u�ULSS»PU[LYZLJHYZP�JOL�ZP�JYLH�S»PU[LUZP[n�L�S»L[LYVNLULP[n�WYVWYPL�KLSS»HTIPLU[L�\YIHUV�
3H�]VS\TL[YPH�KLS�JHTW\Z�u�KLÄUP[H�PU�modo chiaro in corrispondenza al proprio
contesto. Tale complesso disegna infatti
una zona accogliente e attrattiva lungo
S»HZZL�]LYKL��KLS�*HZZHYH[L��KLÄUPZJL�S»HTIP[V�Z[YHKHSL�KP�]PH�3H�:HU[H�L�ZP�TL[[L�in contatto con le strutture scolastiche a
UVYK�KLSS»HYLH�KP�WYVNL[[V�
0UÄUL��SH�]VS\TL[YPH�WYVWVZ[H�VMMYL�\U»�ampia area a diretto contatto con i terreni
liberi a nord in modo da permettere una
prossima espansione razionale e sosteni-
bile.
Elemento caratterizzante del progetto è il
vuoto che si apre fra i volumi del campus;
questo spazio si afferma come piazza ap-
erta agli utenti del campus ed alla collettiv-
P[n��KLÄUPZJL�\U�JLU[YV�JOPHYV�L�JVUKP]PZV�JVU�S»PU[LYV�]PJPUH[V�
Il nuovo campus cerca riferimento nel
rapporto con questi importanti elementi,
rivolgendosi ad una scala più ampia del
suo intorno più prossimo.
Le singole programmatiche che lo com-
pongono sono elementi distinti di un
complesso unitario e che partecipano a
disegnare uno spazio pubblico dalla ge-
VTL[YPH�KLÄUP[H�L�HWLY[V�HSSH�JVSSL[[P]P[n�
85
#01
#02
#03
#04
#05
#06
#07
7SHUP]VS\TL[YPJV�� 1:1000progetto campus universitario a Lugano
+0.00=282.30 m.s.m
1
2
3
4
5
100
1 Palazzo informatica .�� �4��;VNUVSH
Auditorio, Mensa Elio Ostinelli
“Palazzo rosso” 3VYLUaV�4HY[PUP
Palazzo di vetro .PYH\KP� �>L[[Z[LPU
2
3
4
LKPÄJPV�WYPUJPWHSL� � .P\ZLWWL�-LYSH5
Legenda
7YVNYHTTH�KLNSP�ZWHaP�� Diagram of contentsprogetto campus universitario a Lugano
parte 2 / make it real
1000 mq aule
650 mq u!ci
500 mq laboratori
500 mq sale riunioni
1000 mq aule
900 mq laboratori
850 mq u!ci
500 mq spazi comuni
300 mq spazi comuni
400 mq sale riunioni
spazi usi
spazi supsi
1000 mq mensa
600 mq biblioteca
700 mq bar, spazi ristoro
400 mq auditorium
2500 mq parcheggio
spazi comuni
totale
9300 mq
Schema planimetrico
104
A livello del terreno si possono distinguere
P�X\H[[YV�ISVJJOP�WYPUJPWHSP�KLSS»LKPÄJPV��PS�blocco USI, SUPSI e i due blocchi adibiti
a spazi comuni) separati fra di loro cosi da
YLUKLYL�WLYTLHIPSL�S»LKPÄJPV�L�MH]VYPYL�SH�sua integrazione con il contesto abitativo.
Gli ingressi sono distinti e si affacciano
tutti sul cortile centrale, eccezion fatta per
S»PUNYLZZV�KLSS»H\KP[VYP\T�JOL�ZP�HMMHJJPH�Z\SSH�]PH�JOL�JVZ[LNNPH�PS�Ä\TL�JLYJHUKV�di instaurare un rapporto con il parco del
Ä\TL�
Il primo piano invece è caratterizzato da
un anello di distribuzione che fonde le
diverse parti programmatiche in un unico
elemento continuo. schema
planimetrico
piano terra
e primo
piano
1
2
3
4
5
5
vano scala
spazi comuni
spazi di servizio
laboratori
aule
uffici
1 blocco SUPSI
2 auditorium
3 caffetteria
4 blocco SUPSI
5 aula studio
Legenda
105
Schema planimetrico
106
(S�[LYaV�SP]LSSV�KLSS»LKPÄJPV�ZP�WVZZVUV�nuovamente distinquere i quattro blocchi
tuttavia collegati tra di loro tramite delle
terrazze.
La mensa comune con i relativi spazi di
servizio è collocata nel blocco rivolto a
Nord mentre in quello rivolto a Sud si tro-
]HUV�SH�IPISPV[LJH�JVT\UL�LK�\U»\S[LYPVYL�caffetteria.
3»LKPÄJPV�ZP�LSL]H�ÄUV�HS�X\HY[V�WPHUV�solo con i due blocchi principali di USI e
SUPSI. Tale piano è interamento dedicato
HS�JVYWV�KVJLU[L�JVU�\MÄJP��WPJJVSL�H\SL�L�sale riunioni.
schema
planimetrico
secondo piano
e terzo
piano
vano scala
spazi comuni
spazi di servizio
laboratori
aule
uffici
Legenda
107
1
2
3
1 biblioteca
2 caffetteria
3 mensa
- Prospetti /facciata ventilata
108
-\SJYV�KLSS»PU[LYV�WYVNL[[V�u�SH�MHJJPH[H�ventilata che corre lungo il perimetro del
fabbricato.
Questo particolare elemento tecnologico
UHZJL�KHSS»LZPNLUaH�KP�]VSLY�KH�\U�SH[V�collegare tutte le diverse parti program-
matiche del nuovo campus universitario
rendendolo un unico coerente organismo
LKPSPaPV�L�KHSS»HS[YV�KP�WV[LY�ZMY\[[HYL�SH�S\JL�naturale in termini di illuminazione e di
risparmio energetico.
La nuova “pelle” si carica quindi di una du-
plice valenza: elemento di rivestimento e
protezione e, contestualmente, strumento
di relazione ed interfaccia verso il mondo
LZ[LYUV�ULSS»PU[LUaPVUL�KP�WYVNL[[HYL�\UV�spazio architettonico che possa funzionare
tanto come spazio interno, intimo, quanto
come luogo collettivo, di relazione con altri
spazi.
¸<UH�I\VUH�ZVS\aPVUL�PU�HYJOP[L[[\YH�LZWYPTL�JVU�L]PKLUaH�il problema da cui muove. Il suo problema, la sua ragione d’essere.”
Giorgio Grassi
Pros-petti/
fac-ciata ven-tilata
- nastro diMobius
0S�UHZ[YV�KP�4VIP\Z�u�\U�LZLTWPV�KP�Z\WLYÄJPL�non orientabile e rigata.
3L�Z\WLYÄJP�VYKPUHYPL�OHUUV�ZLTWYL�K\L�¸SH[P¹�(o meglio, facce), per cui è sempre possibile
percorrere idealmente uno dei due lati senza
mai raggiungere il secondo, salvo attraver-
sando una possibile linea di demarcazione
costituita da uno spigolo (chiamata “bordo”):
si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al
cilindro.
7LY�X\LZ[L�Z\WLYÄJP�u�WVZZPIPSL�Z[HIPSPYL�JVU-
venzionalmente un lato “superiore” o “inferi-
ore”, oppure “interno” o “esterno”.
Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale
principio viene a mancare: esiste un solo lato
e un solo bordo.
3»PKLHaPVUL�KLP�WYVZWL[[P�u�Z[H[H�N\PKH[H�WYV-
prio da questo concetto: un nastro continuo
che potesse legare e le varie parti program-
matiche fra di loro: interno ed esterno, pub-
blico e privato.
110
Nastro diMobius -
Mobius
strip
+ =
HOW TO ~ make your
Mobius strip//
1. taglia una striscia di carta
2. ruota la striscia di carta
3. incolla le estremità e ...
4. ... ecco fatto!
- facciataventilata doppia pelle
112
2r=1m
build tight
and
ventilate
right
La facciata ventilata continua a “doppia
pelle”
è composta da una vetrocamera interna
(pelle interna), una sistema di scherma-
ture ad intercettare la radiazione solare
incidente ed un ulteriore schermo ve-
[YH[V��WLSSL�LZ[LYUH���5LSS»PU[LYJHWLKPUL�JOL�ZP�JYLH�S»HYPH�]PLUL�WVZ[H�PU�YPJPYJVSV�L]HJ\HUKV�HSS»LZ[LYUV�WHY[L�KLS�JHSVYL�accumulato dalla facciata; il movimento
KLSS»HYPH�HSS»PU[LYUV�KP�X\LZ[H�PU[LYJHWLKPUL�WLYTL[[L�KP�YHMMYLKKHYL�ZPH�SL�Z\WLYÄJP�vetrate sia le schermature riducendo
considerevolmente il carico termico che
JVUÅ\PZJL�ULP�SVJHSP�PU[LYUP��0S�TV]PTLU[V�si origina sia per convezione naturale (ef-
ML[[V�JHTPUV��V[[LULUKV�\U�Å\ZZV�HZ-JLUKLU[L�ZPH�[YHTP[L�]LU[VSL�HSS»PU[LYUV�KLP�JVYWP�S\TPUVZP�JOL�MVYaHUV�PS�Å\ZZV�K»HYPH�ULSS»PU[LYJHWLKPUL�
Le schermature sono state progettate ap-
positamente in legno piegato a vapore
ottendendo una forma ricurva che potesse
YLUKLYL�S»PKLH�KP�\UH�WHYL[L�VUK\SH[H�JVU-
tinua.
Queste lamelle, grazie ad un meccanismo
meccanico, possono ruotare in base alla
posizione del sole o alle preferenze di
JVSVYV�JOL�ZVUV�HSS»PU[LYUV�La delicata curva del frangisole in legno
piegato a vapore permette da un lato la
YPNPKP[n�Z[Y\[[\YHSL�ULJLZZHYPH�L�KHSS»HS[YV�KP�HTTVYIPKPYL�SH�S\JL�Z\S�Z\V�WYVÄSV"�S»HIIPUHTLU[V�KP�\U�MYHUNPZVSL�WP��NYHUKL�sopra uno di dimensioni minori consente
di controllare al meglio le condizioni di luce
e ombra bloccando i bagliori fastidiosi e al
contempo permettendo di dirigere la vista
X\HUKV�ZP�u�ZLK\[P�HSS»PU[LYUV�
corpi ventilazione forzatapermettono le ventilazione
forzata della facciata ventilata
serramento di alluminioapertura a vasistas, temprato
e a basso contenuto di ferro
Lamella frangisolecon movimento meccanizzato
in legno piegato a vapore
struttura in alluminio
JVU�HSS»PU[LYno le guide per
il movimentodei frangisole
Vetro fisso esternoa basso contenuto di ferro, 12 mm
corpi luminositelaio fisso in alluminio,
lastra policarbonato,
illuminazione a neon
isolante
68°
Text = 32°C
Tint = 25°CTint = 25°C
21°
Tint = 20°CText = 5°C
Tint = 20°C
Regime estivo Regime invernale
corrente cavo sezione quadrata
-HJJPH[H�]LU[PSH[H�� esplosoprogetto campus universitario a Lugano
schema prospettico
114
-HJJPH[H�]LU[PSH[H�� how it worksprogetto campus universitario a Lugano
ZLaPVUL�WYVZWL[[PJH
116
- viste / render
118
Pablo Neruda ha
detto che che il
poeta quello che
ha da dire ,
lo dice in poesia,
perchè non ha
un altro modo di
spiegarlo.
Io , che faccio
l’architetto, la
morale non la
predico: la dis-
egno e la cos-
truisco.
Renzo Piano
Viste/render-
ing
Esterno
120
,SLTLU[V�JHYH[[LYPaaHU[L�S»PU[LYV�WYV-
getto è la compenetrazione tra spazi
ad uso pubblico e spazi esclusiva-
mente ad uso universitario.
Il nuovo campus non è quindi da
intendersi come un organismo sepa-
YH[V�KHSSH�JVSSL[[P]P[n�TH�HS�JVU[YHYPV�\U»�occasione per affermarsi come fulcro di
PU[LYHaPVUL�L�Z]PS\WWV�KLSS»PU[LYH�JP[[n�KP�Lugano.
Gli accessi su ogni lato, calibrati e dif-
ferenziati conferiscono allo spazio della
corte una valenza al contempo urbana
quasi di attraversamento e al campus
vero e proprio una dimensione di ap-
partenenza collettiva inequivocabile. Ingresso
campus
ODWR�ÀXPH
Foyer
122
Il foyer è situato al piano terra del
blocco degli spazi comuni rivolto a sud,
HKPHJLU[L�HSS»H\KP[VYP\T�L�KPYL[[HTLU[L�accessibile dalla via che costeggia il
Ä\TL�*HZZHYH[L�
6S[YL�HK�VMMYPYL�HNSP�ZWL[[H[VYP�SH�WVZ-sibilità di intrattenersi prima e dopo lo
spettacolo e durante le pause, date le
sue dimensioni considerevoli può es-
sere utilizzato sia come sala esposizioni
sia ospitare servizi di catering
foyer
auditorium
400 mq
Auditorium
124
3»H\KP[VYP\T�u�S»LSLTLU[V�W\IISPJV�KLS�JHTW\Z�JOL�YHWWYLZLU[H�S»<UP]LYZP[n�verso la città, proprio per questo il suo
ingresso, a differenza degli altri si apre
direttamente sulla via che costeggia il
Ä\TL�*HZZHYH[L�3»H\KP[VYP\T�u�Z[H[V�YLHSPaaH[H�JVTL�costruzione per due terzi ipogea. Cos-
[Y\aPVUL�PWVNLH�UVU�ZPNUPÄJH�JVZ[Y\aPVUL�sotterranea: infatti tutti gli spazi interrati
JVT\UPJHUV�]PZP]HTLU[L�]LYZV�S»LZ[LYUV�Le facciate vetrate sono state per questo
dotate di tende a rullo per permettere il
completo oscuramento della sala.
capienza: 300 persone sedute
auditorium
comune
400 mq
Biblioteca
126
3H�IPISPV[LJH�u�ZP[\H[H�HSS»\S[PTV�WPHUV�del blocco di spazi comuni rivolto a
sud; oltre alla possibilità di consultazi-
oni di libri garantisce agli studenti uno
spazio attrezzato per lo studio.
(MÄHUJH[H�HSSH�IPISPV[LJH�u�WYLZLU[L�\U»�LTLYV[LJH�JOL�VMMYL��JVU�KP]LYZL�modalità (sia in forma cartacea sia in
forma digitale con possibilità di colle-
NHTLU[V�HK�PU[LYUL[���S»HJJLZZV�HK�\U�servizio di catalogazione e consultazi-
one di giornali, riviste e periodici.
Grazie alle lamelle ricurve in legno
in facciata è possibile controllare la
radiazione solare evitando fastidiose
rifrazioni durante la consultazione del
materiale offerto. biblioteca /
emeroteca
600 mq
spazi interni
128
interni:
distribuzione
degli spazi
La struttura non invasiva e una razion-
HSL�WYVMVUKP[n�KLNSP�LKPÄJP�WLYTL[[VUV�\U�\[PSPaaV�ÅLZZPIPSL��JVUZLU[LUKV�KP�insediare programmi di dimensioni
differenti ad ogni livello e garantendo
X\PUKP�\U»LSL]H[H�]HYPL[n�M\UaPVUHSL�3L�WPHU[L�ZVUV�LZ[YLTHTLU[L�ÅLZZPIPSP�così da assecondare la dinanimicità
WYVWYPH�KP�\U»\UP]LYZP[n�TVKLYUH�L�PU�modo di assorbire eventuali necessità
di riprogrammazione programmatica.
3»LKPÄJPV�\UP]LYZP[HYPV�ZP�JVUÄN\YH�come uno spazio di lavoro e ac-
coglienza, in cui le scelte distributive,
tecniche e impiantistiche contribuisco-
UV�H�JYLHYL�\UH�THJJOPUH�ZVÄZ[PJH[H�L�ÅLZZPIPSL�
Aule
130
Le aule didattiche sono state proget-
tate suddividendole per dimensione:
- aule grandi 150 mq
- aule medie 120 mq
- aule piccole 70 mq
In particolare le aule grandi sono state
pensate con una pavimentazione a
gradoni per consentire una migliore
fruizione delle lezioni.
Le lamelle frangisole in legno per-
mettono il controllo dei raggi solare
mentre la curvatura delle stesse impe-
disce la rifrazione fastidiosa della luce
durante le lezioni.
aula
grande
150 mq
Cortile interno
132
Fulcro del progetto è il vuoto che si
apre fra i volumi del campus;
questo spazio si afferma come piazza
aperta agli utenti del campus ed alla
JVSSL[[P]P[n��KLÄUPZJL�\U�JLU[YV�JOPHYV�L�JVUKP]PZV�JVU�S»PU[LYV�]PJPUH[V�Il nuovo campus cerca riferimento nel
rapporto con questi importanti el-
ementi, rivolgendosi ad una scala più
ampia del suo intorno più prossimo.
Il cortile appare come un tappeto di
diverse strisce di cemento, vegetazi-
one e illuminazione con panchine e
alberi sparsi in maniera casuale.
Le strisce di vegetazione sono di prato
e piante di stagione.
vista
cortile
interno
Visione notturna
134
Al tramonto, dietro le lastre di U-Glass
dei corpi che permettono la ventilazi-
one forzata, occhieggiano delle luci
Å\VYLZJLU[P�JVTL�MVZZLYV�WP_LS�H�ZJHSH�urbana.
La luminosità di ciascun corpo può
essere variata in modo progressivo
grazie ad un controllo computerizzato.
Queste luci permettono di scandire le
MHJJPH[L�KLSS»PU[LYV�JVTWSLZZV�YLUKLU-
dolo riconoscibile anche durante la
notte.
visione
notturna
via La Santa
- sostenibilita / sustainibility
136
3V�Z]PS\WWV�ZVZ[LUPIPSL�ZP�KLÄUPZJL�come uno sviluppo ambientale,
sociale ed economico, che permette
alla generazione attuale di soddisfare i
propri bisogni senza compromettere a
quelle future di soddisfare i propri.
<U»HYJOP[L[[\YH�KP�HS[V�]HSVYL�LZPNL�che i principi delle sviluppo sostenibile
siano integrati sin dalle fasi iniziali di
WPHUPÄJHaPVUL�KLS�WYVNL[[V�Sin dai primi schizzi si è cercato perciò
di integrare le particolarità ambientali e
socio economiche in maniera equili-
brata, rispondendo così ai bisogni e
alle aspettative del concetto urbano
nella sua totalità garantendo il comfort
nel lavoro.
Questo comfort è reso possibile
specialmente da un involucro della
costruzione di elevata qualità e da un
ZPZ[LTH[PJV�YPUUV]V�KLSS»HYPH�
sos-tenibil-
ità/sus-
tainibil-ity
:VZ[LUPIPSP[n�� sustainibilityprogetto campus universitario a Lugano
ZLaPVUL�WYVZWL[[PJH
138
Impianto raccolta acqua piovanariutilizzo delle acque meteoriche
destinate all'irrigazione e al
giardinaggio.
Lamelle regolabiliin legno piegato a vapore
permettono il controllo dei raggi
solari
Facciata ventilataregime estivoS»HYPH�YPWYLZH�KHSS»LZ[LYno è
PTTLZZH�HSS»PU[LYno, tramite
aperture in facciata, consente
di raffreddare�S»PU[LYcapedine
68°
Tint = 25°C
Text = 32°C
21°
Text = -5°CTint = 20°C
Impianto geotermicofornPZJL�HSS»LKPMPJPV�PS�YPZJHS-
damento ed il raffrescamento
sfruttando il calore del terreno
Ventilconvettoriforniscono aria fresca per
soddisfare le richieste di riscal-
damento e raffrescamento
KLSS»LKPMPJPV
Facciata ventilataregime invernale
le aperture in facciata restano
chiuse e l‘intercapedine
KP]LU[H�\U�J\ZJPUL[[V�K»HYPaisolante
corpi ventilazione forzatapermettono una ventilazione
forzata della facciata vetrata
Pompa di caloretrasferisce il calore estratto
dal terrLUV�HSS»PTWPHU[V�KPdistribuzione
- struttura
140
Il campus universitario presenta una
struttura a telaio in acciaio, ordita
con pilastri a sezione circolare cava e
travi IPE alveolari, irrigidita dal nucleo
dei vani scala/ascensori le cui pareti
vengono gettate in calcestruzzo e non
sono realizzate in semplice muratura.
I solai sono costituiti da una lamiera
grecata di acciaio sulla quale viene
eseguito un getto di calcestruzzo con
rete elettrosaldata; pannelli metallici
JVPILU[H[P�ZVUV�ÄZZH[P�Z\SS»PU[YHKVZZV�KLS�ZVSHPV�JVTL�JVU[YVZVMÄ[V��SH�WH]P-mentazione sopraelevata permette
invece il passaggio degli impianti.
La non invasività di questa struttura
insieme alle ampie luci consentite
WLYTL[[VUV�\U�\[PSPaaV�ÅLZZPIPSL�KLSS»LKPÄJPV�JVUZLU[LUKV�KP�PUZLKPHYL�programmi di dimensioni differenti
ad ogni livello e garantendo quindi
\U»LSL]H[H�]HYPL[n�M\UaPVUHSL�
strut-tura/
struc-ture
Struttura / structureprogetto campus universitario a Lugano
ZLaPVUL�WYVZWL[[PJH
142
serramento di alluminioapertura a vasistas, temprato
e a basso contenuto di ferro
controsoffito metallicoinclinato in cartongesso
in prossimità della facciata per
permettere�S»HWLY[\YH
delle finestre
Lamella frangisolecon movimento meccanizzato
in legno piegato a vapore
300x100x5 cm
isolante lana di roccia
montante in alluminiosezione quadrata cava
JVU�HSS»PU[LYno le guide per il
dei frangisole
soletta di clssu lamiera grecata 130 mm
trave principalead anima alleggerita IPE 600
pavimento sopraelevatocon finitura di gres
porcellanato su pannello di
solfato di calcio, 150 mm
Pilastro circolarein acciaio q�40
trave secondariaIPE ad ali parallele 400
trave secondariaHEA ad ali larghe parallele 160
Sketches
144
“Voglio vedere le cose.
QRQ�PL�ÀGR�FKH�GL�TXHVWR�Le metto qui
davanti a me
sulla carta,
per poterle vedere.
Voglio vedere,
per questo disegno.
Posso vedere un’immagine
solo se la disegno”
Carlo Scarpa
schizzi/sketches
Schizzi / sketchesprogetto campus universitario a Lugano
moleskine
01
Schizzi / sketchesprogetto campus universitario a Lugano
moleskine
02
Schizzi / sketchesprogetto campus universitario a Lugano
moleskine
03
Fine / the endprogetto campus universitario a Lugano
ZLaPVUL�WYVZWL[[PJH
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parte 1 / parte 2
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(\SL��JLU[YP�K»HY[L�L�HS[YP�ZLY]PaP