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L’editoriale:UNA CHIARA FALCE DI LUNA 3Il personaggio famosoPAOLA GASSMAN 4Curriculum VitaeCLAUDIA CAMPAGNOLA 6Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggiSOR MEO PINELLI 8“VOCI DI CASA” 10FONDAZIONE LANDO FIORNI PER LAROMANITA’ 11Vagamondo - I viaggi di DaniloL’ARIA SERENA DELL’EST- BULGARIA 12Associazione artistica I.U.N.APROFUMATI TAPPETI FLOREALI A VIGNANELLO TRA ARTE E TRADIZIONE 14RASEGNA SERGIO PASTORE 14NutribeneIL MANGO 17L’ESTATE DEGLI INSETTI 18FisiomedikaCURARE LA CELLULITE CON LA MEDICINACINESE 19MUSEO STORICO DELL’AEREONAUTICA DIBRACCIANO 20“INSIEME PER SOFIA” 21RaccontiL’ULTIMO PALLONCINO 22LE BACCANTI 24XII RASSEGNA TEATRALE PREMIO “CITTA’ DIFABRICA DI ROMA” 24Come eravamoGIANFRANCO PISTOLA 26

SommarioCampo de fiori � n.156/Giugno 2018 L’angolo del GrafologoANALISI GRAFOLOGICA DI CARLOTTA 28StoriaGLI EROI DIMENTICATI 31L’angolo del collezionistaLA TAZZA DA PUERPERA 32GIOCHI D’ESTATE 34Ecologia e ambienteQUANTE DISCIPLINE RACCHIUDE LA PAROLAECOLOGIA? 35LOADING SUMMER 35EPISODI SALIENTI DELLA GUERRA 15/18 36UNA FINESTRA SUL MONDO: RIFLESSIONI 39SCUOLA D’AMORE. C’ERA UNA VOLTA.. 40RICCARDO PEDICA ESPONE A PARIGI 41“CIVITONICI IN GUERRA” 41CHI FECE LA STORIA... E CHI FECE IL VERSO 42FREE MIND 43CineparadeDOGMAN 44I NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE - L’ANGOLO DELPOETA 45LA MEDICINA LEGALE PRE ROMANA 46SCUOLA IN-CANTO 47CARA RIVISTA CAMPO DE’ FIORI... 47NEWS 48AGENDA 49Parliamo di funghiMICOSMOLOGIA 50GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI - A TAVOLA CO’ZI’ LETIZIA 52NEL CUORE - MESSAGGI D’AUGURI- LAZANZARA 53CIVITA CASTELLANA COM’ERA E COME’ 54ROMA COM’ERA 55ALBUM DEI RICORDI 56ANNUNCI GRATUITI 60OROSCOPO 62

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3Campo de fiori ditorialeEl’di Sandro AnselmiL a scienza potrà scoprire tutto ma,per me, il cielo di notte resterà sem­pre il mondo degli angeli e delleanime: la cosa più bella che Dio abbia creato!Nell’ammirare la sua luna e le stelle mi perdonel più toccante e profondo mistero. Sensa­zioni pure, indefinite. Io ho imparato a farlo da bambino, quando nelgiardino della nostra casetta, arrampicata sulcolle più alto del paese, ai confini con il bosco,mi perdevo con il naso all’insù ad osservare conmeraviglia tutte quelle lucine tremule che tra­puntavano l’universo infinito e silenzioso, do­minato dalla luna, regina della notte…Quando sento piccolo il mondo, quando gliocchi di chi amo sviano il mio sguardo e no­stalgie cocenti trafiggono il cuore ed immiseri­sco nella tristezza, volo su a cercare chi vi abitae ancora mi vuole bene.San Luigi, oggi, saluta il primo giorno del­l’estate e, reduce dalla festa in suo onore, ap­puntamento fisso per me da oltre trent’anni,quasi un segnatempo, torno a casa. Passando sotto le luminarie, lascio alle miespalle il piazzale della Chiesa, gli stand ormaivuoti e le giostre ora ferme. Appena fuori, nel buio della notte, si riaccendeil cielo con l’argento delle stelle ed una chiarafalce di luna. Ed eccomi qua di nuovo dentro la mia enne­sima eterna notte.

Una chiara falce di luna

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4Campo de fiori PP aola Gassman è in scena al Teatro Manzoni di Roma a chiu‐dere una stagione trionfale e, superata la soglia dei 73 anni,la sua verve artistica ci accorgiamo che è sempre più giova‐nile. In “Tutte a casa”, commedia divertente e commovente accom‐pagnata da un cast d’eccezione formato da Mirella Mazzeranghi,Paola Tiziana Cruciani, Claudia Campagnola, Giulia Rupi dirette daVanessa Gasbarri, interpreta una donna che, a causa della disavven‐tura capitata al marito, decide di prendere in mano l’azienda di fami‐glia, produttrice di autocarri. Il periodo è quello del primo conflittomondiale ed allora le donne combattevano una supremazia maschilecontro tutti e tutto.In un susseguirsi di ostacoli, le cinque donne si confrontano tra loroe scoprono di avere ambizioni che non avrebbero mai immaginato. Fi‐glia d’arte, Paola Gassman si è dedicata quasi esclusivamente al tea‐tro ad eccezione di alcune sporadiche ma significative apparizionitelevisive in commedie e sceneggiati come “l’Orlando Furioso” (1975)e “Dimenticare Lisa” (1976). All’inizio della carriera ha passato tre anni nella compagnia Teatro Li‐bero diretta da Luca Ronconi interpretando” La tragedia del vendi‐catore” e “Cucina” diretta da Lina Wertmuller per passare poi allacompagnia Brignone‐Pagliai con gli spettacoli “Spettri” di Ibsen e“Processo di famiglia” di Fabbri. E’ stata diretta dal padre Vittorio incommedie quali “Cesare o Nessuno”, “Fa male il teatro” e “Bugiesincere” e, sposato il compagno di scena Ugo Pagliai, la ricordiamo inspettacoli dedicati a Pirandello quali” Liolà”, “Il piacere dell’onestà”,“L’uomo, la bestia e lavirtù”, “Ma non è una cosaseria”, e successivamente in“Il bugiardo” di Goldoni, “Ilgatto in tasca” di Feydeau,“Scene di matrimonio” diSvevo e “Sogno di una nottedi mezza estate” di Shake‐speare. Ha recitato con regi‐sti quali Squarzina, Castri,Bologni, Piccardi e Maccari‐nelli ma nella vita ha dedi‐cato soprattutto tantotempo alla sua famiglia cheha sempre amato più delsuo lavoro. Moglie e madre esemplareha ricordato l’importanza dei rapporti famigliari in un libro autobiografico scritto nel 2007 : “Unagrande famiglia dietro alle spalle”, una straordinaria storia di tre ge‐nerazioni di attori, perché andando a ritroso, oltre Paola e suo fra‐tello Alessandro, ci sonopapà Vittorio e la madre diPaola, l’attrice Nora Ricci, fi‐glia del grande attore RenzoRicci. Ma tornando a questo spet‐tacolo, notiamo la grandeforza di palcoscenico dell’at‐trice romana e l’interpreta‐zione di questa madre difamiglia che guida il riscattodel suo essere donna, in‐sieme alle compagne di que‐sta storia che tocca il cuore.Sandro AlessiFoto Paola Lustrissimi

PAOLA

GASSMANIN “TUTTE A CASA” AL TEATRO MANZONI DI ROMAPaola Gassman insiemeal fratello AlessandroCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.45 Pagina 4

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Curriculum vitaeASCOLTA LA NUOVA TRASMISSIONE RADIOFONICA“RADIOPALCOSCENICO” SU WWW.RADIOPUNTOZERO.NETIN ONDA IL SABATO DALLE ORE 14.00 ED IL MERCOLEDI' DALLE ORE 16.00CONDOTTA DA SANDRO ALESSI CON TUTTE LE INTERVISTE ESCLUSIVE PUBBLICATE SULLA NOSTRA RIVISTA!

6Campo de fiori C laudia Campagnola è attrice romana che coniuga la bellezzaalla sua bravura e che incontriamo al Teatro Manzoni in oc‐casione delle ultime repliche di “Tutte a Casa” accanto aPaola Gassman ed altre compagne di viaggio molto brave. Ci colpiscesubito la sua simpatia ed energia insieme a quello sguardo che valepiù di mille parole. Come è arrivato l’amore per il teatro?”Ho iniziato danza e successivamente mi sono iscritta ad economiaaziendale per seguire le orme del papà commercialista. In un mo‐mento di confusione della mia vita, come suggerito da una dotto‐ressa, ho deciso che il teatro sarebbe stato la mia vita. Ho iniziato astudiare danza presso Amici della Danza diretta da Antonella Ferri epoi sono approdata al Teatro Azione diretto da Isabella Del Bianco eCristiano Censi e da lì abbiamo creato un piccolo gruppo ed ho iniziatoa lavorare.” La tua prima volta ufficiale? “La mia prima volta in assoluto è stata con i saggi di scuola dove c’eraGiancarlo Fares, ora regista affermato, ma la prima volta vera è statanel 2002 con Lungo viaggio verso la notte di O’Neill con la regia di

Venetucci con un magnifico Emiliano Contorti, uno splendido Mauri‐zio Romano dove io interpretavo una cameriera giovane che entravaalla fine del primo atto e del secondo…” Da qui parte il lungo viaggio di Claudia attraverso tante interpreta‐zioni di pregio tra cui “Delitto al Cafè Chantant” con i Picari (2005),“Gastone” di E. Petrolini (2007, regia M.Venturiello), “La CantatriceCalva” di Ionescu (2014, G. Fares), “Non c’è due senza te” di Toni For‐nari (2016), “Re Lear” (2016, ruolo di fool ‐ G.Marinelli), “Chi mimanca sei tu” di Toni Fornari (2018 con Marco Morandi). Anche per il grande e piccolo schermo ricordiamo” Il Cuore Altrove”di Pupi Avati, “Questa è la mia terra” di R. Mertes, “I Cesaroni”, “Trale onde nel cielo” di F. Zarzana … Insomma “tanta roba” per un interprete che non disdegna le inter‐pretazioni romanesche ma che ama i ruoli drammatici come quellibrillanti e dobbiamo dire che, seppur giovane, ha già tanta esperienzaalle spalle che, la porterà a raggiungere i livelli che, da quando ha ini‐ziato, sognava solamente ed a cui ora manca veramente poco! Ed èper questo che auguriamo a Lei che quanto prima i sogni diventinorealtà! Sandro AlessiCLAUDIA

CAMPAGNOLA

Nella foto Sandro Alessi e Claudia Campagnola durante l’inter-vista, che potete vedere in versione completa al seguente link:https://www.youtube.com/watch?v=mS5hCJXccmQ&t=273sPer vedere l’intervista a Paola Gasmman (pubblicata a pagina 4di questo numero della rivista), il link è il seguente :https://www.youtube.com/watch?v=ktB_6hQdYo4&t=139s

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di Riccardo ConsoliRoma che se n’è andata: luoghi, figure,

personaggi

Il giorno uno del mese di aprile dell’anno1835, all’età di 54 anni, muore a RomaBartolomeo Pinelli “er pittor de Traste‐vere”. Appena otto giorni dopo, GiuseppeGioachino Belli scrive un sonetto dal titolo“la morte der zor Meo”Si cquello che pportava li capelliggiù pp’er grugno e la mosca ar barboz‐zale,er pittor de trestevere, PinelliGiuseppe Gioachino Belli e Bartolomeo Pi‐nelli, due straordinari illustratori dellaRoma dell’ottocento grazie ai quali ci èstato tramandato quel poco che restadella città di quel periodo. Due straordi‐nari “fotografi” che sono riusciti ad im‐mortalare: i bulli dei rioni, il gioco dellapassatella, le coltellate, le serenate e altroancora.Ma i due si conoscevano? Erano molti gliamici in comune, ma prove certe di loroincontri non se ne hanno. Di certo esi‐steva una marcata simpatia che nasceva,verosimilmente, dalla loro diversità di ca‐rattere, gli estremi che si attraggono,come succede spesso: tanto spregiudi‐cato, estroverso, sregolato, il Pinelli, tantoserio, preciso, intransigente, costante‐mente critico nei confronti della sua “ro‐maccia”, il Belli.Nel citato sonetto, un popolano, parlandocon altri, commenta la fine del pittore,morto improvvisamente in miseria, acausa dei suoi stravizi “è ccrepato pe ccausa d’un bucale”e privo dei conforti religiosi. Sor Meo Pinelli Pittore inquieto e solitario

VV ediamo di conoscere meglio questo unico documentarista della Roma dell’otto‐cento. Nasce nella soffitta di un edificio, posto tra Viale di Trastevere e il VicoloMazzamurelli, il 19 novembre 1781, da Giovanni Battista, un modesto artigianoceramista, modellatore di figurine in terracotta per i presepi e da Francesca Cianfarani, Il rione era, allora, scarsamente popolato, ma i suoi abitanti appartenevano a una razza esu‐berante, inquieta e cavalleresca, sempre pronta ad usare le mani contro chiunque avesseosato competere con loro e, in particolare, con i regolanti e i monticiani abitanti dei due rioniposti a di là del Tevere.A ricordo della sua nascita, sulla parte dell’edificio in cui insisteva la soffitta venne appostauna lapide con la scritta: NELLA SOFFITTA DI QUESTA CASANASCEVA IL XIX NOVEMBRE MDCCLXXXIQUEL BARTOLOMEO PINELLICHE DA POVERO VASELLAIOSI LEVÒ COL BIZZARRO INGEGNOA DISEGNATORE FACILE E ARDITODI COSTUME E DI STORIAS.P.Q.R.MD CCCLXXIIL’edificio venne, successivamente, demolito per con‐sentire la costruzione del palazzo sede di una Dele‐gazione del Comune di Roma, sulla cui facciata, inoccasione del 177.mo anniversario della nascita delpittore, fu apposta una lapide, sormontata dal bustoin bronzo del Pinelli recante la seguente epigrafe:ROMA RICORDACHE IN UNA CASAESISTENTE IN QUEST’AREAIL 19 NOVEMBRE 1781NACQUEBARTOLOMEO PINELLIER PITTOR DE TRASTEVERE20 NOVEMBRE 1958

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Campo de fiori 9Giovanissimo iniziò gli studi presso l’Accade‐mia di San Luca che proseguì a Bologna dovela famiglia si era trasferita e dove, grazie allaprotezione del principe Lamborghini, nipotedi Benedetto XIV, potè frequentare i corsi didisegno e scultura presso la locale Accade‐mia. Succede, però, che Bartolomeo si inna‐mora di una giovane ballerina e, sconvoltodal comportamento di questa, finìsce col pic‐chiarla furiosamente. Scoppia uno scandaloe lo stesso principe Lambertini lo consiglia dirientrare a Roma con una lettera di racco‐mandazione per l’abate Levizzani, un in‐fluente prelato romano. Pinelli, appena quindicenne è ricevuto dal‐l’abate che provvede al suo vitto e alloggio,così come si usava allora per coloro che siprendevano sotto la propria protezione, tut‐tavia, la sistemazione non durò a lungo, in‐fatti, il giovane non perdeva occasione perlitigare con i domestici dell’abate; la conse‐guenza fu che il sacerdote si vide costretto amettere alla porta l’esuberante ospite.Da quel giorno Bartolomeo trascorre granparte del suo tempo girovagando per Roma,osservando i costumi e la vita della gente; os‐servava attentamente tutto quanto si svol‐geva intorno a lui e tutti ormai loconoscevano per la caratteristica pettinaturaa boccoli, il grosso bastone con il pomo aforma di testa d’aquila, seguito da due ma‐stini, quasi sempre solo.Riprese le lezioni all’Accademia di San Lucafrequentava, assiduamente, lo studio del ce‐lebre pittore Felice Giani che, appena ven‐tenne, si era trasferito a Roma imponendosicome decoratore di palazzo Doria e palazzoAltieri. Il contatto con l’ambiente dei vedutisti portòPinelli alla riproduzione dal vero dei monu‐menti, delle rovine, oltre che dei costumi ti‐pici della città e della campagna romana,cominciò a vendere i suoi disegni a penna ematita nei caffè frequentati dagli stranieri ac‐quistando una sempre crescente notorietà e,per facilitare i contatti con i forestieri che co‐stituivano la maggior parte dei suoi clienti,trascorreva gran parte delle sue giornate al“Caffè del Veneziano”, in piazza Sciarra, difronte all’Arco dei Carbognani. Fu propriopresso questo caffè che ebbe inizio la produ‐zione della serie di disegni aventi per sog‐getto la vita ed i costumi di Roma. Le guerre napoleonichee i tragici avvenimentiche sconvolsero l’Eu‐ropa, interessando anche lacapitale, sfiorarono appenal’interesse di BartolomeoPinelli; egli era impegnatoin tutt’altra attività: il dise‐gno, intento a riprendere ipersonaggi che maggior‐mente colpivano la sua vi‐vacissima fantasia. Osservatore disincantato edisinteressato degli eventi edi quanto accadeva intornoa lui ad un certo momentofu preso da un ardore combattivo; essendosi i francesi ritirati a Civitavecchia, di fronte al‐l’incalzare dell’esercito napoletano, decise di arruolarsi nella Legione romana di volontari,costituita dai pontifici. Ma Bartolomeo s’accorse ben presto che la guerra era guerra, per cui a Maccarese, loca‐lità poca distante da Roma, abbandonò l’impresa per cercare ospitalità presso i brigantiche infestavano la zona ai quali raccontò alcune sue avventure belliche, arricchendo i rac‐conti con fantasiosi particolari mai verificatisi.Assistendo ai preparativi degli agguati e alla spartizione dei bottini, si ispirò a quelle scenedi vita brigantesca che ci ha lasciato nelle sue incisioni, scene vissute direttamente che ave‐vano come sfondo i dintorni di Roma. Un vero e proprio nido di malviventi era, in partico‐lare, la cittadina di Sonnino, frequentata anche da numerosi artisti che vi si recavano perstudiare gli interessanti costumi degli abitanti e per la possibilità di potervi ingaggiare bellee prosperose modelle.Rientrato a Roma, riprese a frequentare il suo caffè preferito e, soprattutto, le osterie, spe‐cie quella del “Gabbione”, sita nell’odierna via del Lavatore, allora “Lavatore der Papa”, labreve strada che congiunge Piazza di Trevi a Via in Arcione. Sempre squattrinato, giravaoziosamente per la città, come d’altronde facevano tutti gli artisti romani e stranieri che inquel tempo venivano a Roma.Pinelli divenne il più noto artista del tempo, sentiva però la necessità di uno studio dove po‐tersi rifugiare quando ne avesse avuto voglia; ne prese in affitto uno in modesta casetta,ove dormiva, sulla Strada Felice. La produzione di Pinelli fu eccezionalmente vasta per la grande facilità e rapidità con cui di‐segnava durante le sue lunghe soste all’osteria del Gabbione, dove consumava grandi quan‐tità di Orvieto, il suo vino preferito e ritraeva: personaggi, gruppi e elementi ambientali. Quitutti lo conoscevano anche perché manifestava la sua grande generosità, infatti, allor‐quando realizzava qualche guadagno, non esitava a pagare le consumazioni di tutti gli av‐ventori presenti. Che aveva da lassà? Ppe ffà bisbocciaNer gabbionaccio de Padron TorroneÈ mmorto co ttre ppavoli in zaccocciaLa quantità dei suoi disegni e inci-sioni e il loro valore, gli avevano fattoraggiungere una grande popolarità,tanto da essere riconosciuto da tutticoloro che lo incontravano, specienel suo Trastevere e tutti lo addita-vano festosi, dicendo: «Ecco er sorMeo!».Probabilmente nessuno meglio di Fa-brizio Sarazani ha definito il carattere diBartolomeo Pinelli: “Una vita inquieta,piena di solitudine, rissosa, gesti e paroleschietti, con nell’animo un curioso senti-mento di romanità superba, insofferente,pieno di bizzarre pose e atteggiamenti dabullo. Più che la lode voleva il rispetto; eguai a chi non glielo portava. Alto, bel-lissimo, i capelli lunghi con due cioccheche gli cadevano quasi sulle spalle ».

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10 Campo de fiori N el salone affrescato diPalazzo Altieri, la piùbella dimora barocca diRoma, sede di rappresentanza del BancoBPM che l’ha ospitata, si è svolta la cerimoniadi premiazione del Premio letterario Nazio‐nale “Voci di casa” il giorno 11 maggioscorso. Promosso dal Movimento ItalianoCasalinghe che dal 1982 è impegnato per ilriconoscimento umano, sociale ed econo‐mico del lavoro familiare non retribuitosvolto dalle donne casalinghe e da coloro checercano una conciliazione tra il lavoro dome‐stico e il lavoro fuori casa e che va a benefi‐cio non solo della famiglia ma dell’interasocietà. Questa la spiegazione del perché di questaedizione straordinaria del Premio LetterarioNazionale in questione a cui hanno parteci‐pato centinaia di donne, offertadalla responsabile della comu‐nicazione del Moica MarinellaAmoroso “Abbiamo voluto faruscire di casa, attraverso le poe‐sie e i racconti, l’intelletto, lacreatività, la capacità espres‐siva, i sentimenti, le storie vis‐sute e inventate, i momenti digioia e di dolore, i pensieri e leriflessioni delle casalinghe. Par‐lare di casalinghe in una societàdigitale potrebbe sembrareanacronistico. L’utilizzo dellatecnologia, della domotica, ditutti gli strumenti tecnologiciche coadiuvano e facilitano il la‐voro in casa, ci presentano la ca‐

salinga della nuova era, quella digitale che staal passo con i tempi e i cambiamenti, ma ciòche rimane insostituibile è il suo Capitaleumano”.La giuria di selezione era composta dal Pre‐sidente Anna Pintus Fadda, da Anna MariaBonino, Francesca Carpentieri, Mina Fella,Ada Granata, Franca Rimicci, Adele Zanni eha selezionato tra le centinaia di opere per‐venute le più meritevoli, mentre la giuria delpremio era composta dal presidente Cate‐rina Douglas Sotti Zanni , dalla sottoscritta,da Anna Teresa Eugeni, Anna Iozzino, Con‐cetta Fusco, Lucilla Quaglia e Vittoria Viola.Devo dire che l’esperienza di giurata di que‐sto premio così prestigioso è stata per memolto significativa. Sono arrivati racconti epoesie di ottimo livello che le donne tene‐vano nel cassetto e che finalmente hanno trovato il coraggio di far uscire dalle mura do‐mestiche in uno spazio dove poter raccon‐tare la propria storia. Queste le poesie premiate e le vincitrici:primo premio a “Radici” di Luisa Pivetti, se‐condo premio “Un calice di rosso” di CarlaBinetti e terzo premio a “Quel sisma” diAnna Maria Speranza, menzione speciale a“Malinconia” di Giovanna D’Annibale per ilsuo linguaggio evocativo, delicato, per unapoesia ben modellata, aerea ed elegante.Per i racconti invece il primo premio è andatoal testo “La voce di legno” di Franca Mainar‐dis, il secondo premio a ”Finalmente geni‐tori” di Annamaria Zati e il terzo premio a“Intervista impossibile” di Linda Brugia‐freddo Broglio mentre due menzioni specialisono andate a “Silenzio” di Ivana Pallavicinie al “Ritorno” di Maria Stella Filippini.Sono state premiate anche treprofessioniste per il grande im‐pegno nei settori sociale, gior‐nalistico e istituzionale:Camilla Occhionorelli, segre‐taria generale del Moica “perla sua professionalità e il suoinstancabile e appassionatoimpegno associativo”; LucillaQuaglia, giornalista per il co‐stume e lo spettacolo del Mes‐saggero e Anna MariaGandolfi, consigliera provin‐ciale di parità “per la passionee l’impegno a favore delledonne”.Maddalena Caccavale Menza PREMIO LETTERARIODELLE CASALINGHE(MO.I.CA.)

“Voci di casa”Assegnato l’11 Maggio nello splendido salonedi Palazzo Altieri a RomaCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.45 Pagina 10

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11Campo de fiori “I l Puff cambierà pelle: da casa di Landoa casa dei Romani”, esordisce cosìFrancesco Fiorini durante una delle se‐rate che sono state organizzate per presentare il suonuovo progetto: la Fondazione Lando Fiorini per laRomanità. Ad appena sei mesi dalla scomparsa delfondatore del noto teatro cabaret trasteverino, ilPuff, da tutti riconosciuto come l’ultima vera voce diRoma, gli artisti e amici di Lando ed i suoi collabora‐tori più stretti, guidati dal figlio, hanno deciso di tra‐sformare questa creatura, orfana di padre, inqualcosa di più. Il locale trasteverino, infatti, che perquasi 50 anni ha ospitato gli esilaranti spettacolidi Lando e di moltissimi altri artisti italiani, di‐venterà un luogo interculturale e di aggre‐gazione aperto a tutti, con moltepliciattività, accomunate dallo stesso ob‐biettivo principale: esaltare e traman‐dare la romanità in tutte le sue formeartistiche. Sarà, infatti, un caffè lettera‐rio all’interno del quale leggere testi epoesie in dialetto romanesco, ascoltarecanzoni romane ma non solo, oppuresorseggiare un buon caffè in un’atmosferaunica, tra gli oltre 300 volumi della biblio‐teca personale di Lando che costituirannoparte del patrimonio della fondazione. E poi sa‐ranno organizzate presentazioni di libri, concorsi lette‐rari, poetici e musicali, rappresentazioni teatrali per le scuole, corsi direcitazione e di musica con il Maetro Alberto Laurenti, visite guidateper riscoprire le bellezze dell’antico quartiere di Trastevere ed i luoghipiù belli della Capitale, anche attraverso seminari mirati. Saranno ad‐dirittura aperte le porte della cucina del Puff per ospitare corsi chepermetteranno di riscoprire le migliori ricette dalla ultramillenariatradizione culinaria romana. Queste sono solo alcune delle iniziativepensate per rendere ancor più unico ed esclusivo questo luogo e ri‐mettere Roma e la romanità al centro. Ma Il mitico Puff non smet‐ terà mai di essere ciò per cui è nato: un cabaret. Sarà,infatti, ricchissima la programmazione degli spettacoli,sotto la direzione artistica di Antonio Giuliani, Pino In‐segno e Francesco Fiorini, che daranno spazio ad artistiaffermati ed a nuovi talenti dello scenario comico ro‐mano. Un progetto molto ambizioso ma di cui, siamo certi,Lando sarebbe molto, molto fiero!Anche la nostra rivista, alla quale Lando era particolarmente affe‐zionato, ha dato il proprio contributo per l’avvio della fondazione,tramite la persona del nostro Direttore Sandro Anselmi. Se amateRoma fatelo anche voi!È possibile sostenere la fondazione donando tramite bonifico al se‐guente IBAN: IT 92Q 08327 03247 000000001297 direttamentepresso il Puff in Via Gigi Zanazzo. Info su www.fondazione.landofior‐ini.it o 06.5810721 o [email protected].

“Il Puff”, storico cabaret trasteverino,da “Casa di Lando”si trasforma in “Casa dei Romani”Questo il progetto presentato daFrancesco Fiorini, figlio del cantattore, e dagli amici di Lando.Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.45 Pagina 11

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di Danilo [email protected] – I v i agg i d i Dan i l oPrefazione: Tutto il viaggio descritto verso Est è avvenuto 40 anni fa,pertanto i luoghi, le descrizioni, gli avvenimenti dovrebbero esseremolto diversi ora che i Paesi sono entrati in Europa e si sono occiden‐talizzati.Gli anni ‘70 erano ricchi, progressivi, esplorativi; si respirava tra i gio‐vani un’aria di rinnovamento, espansione. L’autostop per viaggiareera la formula più economica per muovere noi poveri giovani stu‐denti a conoscere il mondo intorno a noi. Oggi non si potrebbe più:la chiusura dell’umanità, la paura del diverso, la mancanza di fiducia,i sospetti, i dubbi verso il nostro prossimo ci hanno fatto ripiegare innoi stessi e interrotto la visione globale di un mondo aperto. Allorac’era ancora un lembo di terra misterioso verso Est, governato da unsocialismo pragmatico: i Paesi della cosiddetta “cortina di ferro” chehanno resistito fino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino. Mihanno sempre incuriosito. Chiusi e impenetrabili, cosa c’era dietroquella facciata protettiva? Anche lì doveva esistere gente comune,un’umanità laboriosa e semplice!Decisi di andare a verificare di persona e sarebbe stato un viaggio in‐dietro nel tempo, attraversando variPaesi, tra la quotidiana esistenza dellasua popolazione.M’imbarco a Brindisi per Igoume‐nitsa, costa greca dell’Epiro. È estate,tutti vanno al mare, io taglio per laTessaglia, ad est, per raggiungere Sa‐lonicco, a nord, ed entrare in Bulgaria.Molto bella la Grecia interna, agricolae assolata, con passaggi radi e faticosi,ma soste ristoratrici in villaggi tran‐quilli, sotto pergole di bar isolati, asorseggiare “Ouzo” ed acqua per dis‐setarmi, mi ristorano. Dormo a Joan‐nina, dentro un deposito di bus allastazione, sui sedili posteriori. La mat‐tina successiva, presto in strada, sonoattratto da un nido di cicogne sopra lamia testa, su una casa di fronte; da noinon si vedono più. Punto sulla città diTrikala, la supero con difficoltà, attra‐verso Larissa grazie ad una famigliaitaliana in vacanza che mi porta fino a

Salonicco. Mangiamo insieme, cucinano loro, attrezzati all’aperto inuna pineta sopra la città. Gentilmente mi accompagnano all’uscitaverso nord, sulla statale 25 che porta al confine bulgaro, mia metastrategica per penetrare un mondo sconosciuto. Lì dalle parti di Ser‐res, a pochi km dal confine mi ingolfo, quasi nessuno va dall’altraparte, traffico nullo, a piccoli passaggi arrivo all’ultimo paesetto greco.Con una corriera arrivo alle sbarre di separazione tra il mondo occi‐dentale e il primo paese del blocco socialista. Le attraverso a piedi, coni soldati greci in costume tradizionale, pantaloni stretti e bianchi,scarpe col pon‐pon di lana, blusa nera con fregi dorati, cappello rossocon coda. Mostrato il passaporto in uscita, m’incammino verso laprossima frontiera con lo zaino sulle spalle, suscitando la sorpresa,l’incredulità dei gendarmi bulgari che vedevano avanzare una figurafuori dai loro schemi mentali. Forse non avevano mai visto un vian‐dante attraversare a piedi la loro frontiera e, appena arrivato al lorocospetto, mi circondano con sospetto, accompagnandomi in ufficioper una specie di esame di ammissione. Non basta mostrare il pas‐saporto; mi sottopongono a molte domande, spiego loro che sto an‐dando in Romania. Prima mi danno solo due giorni per attraversareil loro paese, poi quando mostro il mio libretto universitario e i soldicambiati in valuta locale, si ammorbidiscono, e mi prolungano il vistoa due settimane. Espletato il loro dovere, mostrano interesse a que‐sto anomalo visitatore, tentando di ca‐pire i miei intenti, ed è lì che esce il latocurioso, umano, semplice di persone,anche se inquadrate in un sistema col‐lettivo. Era il primo approccio, ma in‐contrerò spesso questa dicotomia trastato e individuo, tipica dei paesi delblocco socialista. Ero entrato in unpaese nuovo con un’ottica molto di‐versa dal mondo occidentale. Ero cosìcontento di aver violato un blocco fisicoe mentale che inizio a camminare perafferrare tutto il paesaggio come se do‐vessi percorrerlo interamente. C’eraun’altra atmosfera che apparteneva adun passato agricolo di cui avevo un ri‐cordo sfumato nella mia infanzia rurale.Traffico inesistente. Passa un pullmanstraniero e una macchina francese,dopo qualche chilometro. Mi riposo suibordi del fiume Struma che scorre asud verso la Grecia; contadini nei campiL’ARIA SERENA

DELL’EST Bulgaria 1° PARTECampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.45 Pagina 12

13Campo de fiori bulgara. Sono affamato, dopo una ricca colazione, m’incammino al‐l’uscita della cittadina; ad un bivio mi carica un camion e vedo il pae‐saggio dal cassone, mi lascia a Strumjani, dove ozio un poco ai bordidella strada. Sono di fronte all’ultima casa di questo villaggio, duebimbi giocano sul ciglio di un giardino, appare una nonnina e mi donaquattro pomodori; sto un po’ con loro, rinunciando all’autostop, poiarriva la sorella dei bimbi cheha un nome italiano “Liliana”,si aggiunge il padre e nasceun intreccio di incomprensi‐bili parole, passiamo ai gesti,ma sono i sorrisi che pene‐trano, mi regalano ancora al‐bicocche, avevo voglia difrutta, mi mancava, e aspet‐tano poi sulla soglia di casaper tenermi compagnia finquando un altro camion miporta via da loro con le brac‐cia alzate in saluto. I camiondanno piccoli passaggi locali,ma sono preziosi, perché laloro frequenza ispira ottimi‐smo nel percorso, romponole soste prolungate ad aspet‐tare gli altri passaggi. Ora misono fatto fermare ad unpassaggio a livello, così posso chiedere direttamente ai mezzi fermi.Mi carica un autocarro pesante, jugoslavo (ancora esisteva unificatoil paese nel 1976) e mi lascia quando gira per la frontiera ad Ovest.Sono raccolto subito da un altro che va direttamente a Sofia.Continua………intorno mi salutano e mi indicano una strada ferrata che porta allaprima stazione; essa è deserta, si muovono locomotive a carbone, iferrovieri intorno sono curiosi e gentili, mi infilano sul treno per San‐danski, la prima cittadina, ma mi fanno capire a gesti, monosillabi,parole indecifrabili (qui è in uso l’alfabeto cirillico), che devo cambiaretreno alla prossima stazioncina, lì siamo solo ad un deposito termi‐nale. Tutti i presenti mi aiutano a comprare il biglietto e sul treno su‐scito curiosità alla gente che entra nel mio scompartimento tentandodi comunicare con alcune parole di inglese e francese. Vorrei godermiil paesaggio dal finestrino tra il vapore della locomotiva, ma sono gen‐tili e indiscreti e fanno tenerezza. All’arrivo prendo un bus per andarein città, che si riempie per strada di gente che torna dai campi conenormi zucche, patate, ortaggi, ragazzini che portano zappe, un pe‐scatore col cestino di vimini, e mentre arriviamo in periferia del primonucleo bulgaro, intravedo qualche fabbrica, propaganda di stato neicartelloni, palazzi grandi e squadrati, un po’ spogli, così anche quellidi uso pubblico contrapposti alle casette del popolo con giardino eorto pieno di fiori. Aspetto di arrivare in centro per scendere. Arrivo,invece, all’altro lato della città. Non mi sono accorto di quanto è pic‐cola Sandanski. A bus vuoto, provo a far capire all’autista che cercoun hotel, e lui mi indica che mi porterà indietro. Arriva a casa sua, inperiferia, e mi dice di aspettare; scendo, si raduna un po’ di gente in‐torno a me, una signora mi offre una decina di prugne rosse, e i ra‐gazzini che giocano a palla mi vengono intorno. Sono “italienski” perloro e vengo da un altro pianeta. Il paese, non città, è tutto qui e mipiace: ragazzini per le strade a giocare, capre legate nei giardini e tantotabacco ad asciugare. È l’immagine di una vita agricola, semplice, connessuna aspirazione all’indu‐strializzazione piena. La fanta‐sia dello Stato sembra povera,la si vede nelle strade, nellepiazze, negli incroci, nei monu‐menti, nei palazzi prefabbricati,tutto lineare ed essenziale. Lafantasia del popolo grande,nelle casette, nella cura dicampi e giardini, nelle geome‐trie dei raccolti, nei contattiumani dopo il lavoro quoti‐diano; è una vita di villaggio,come era forse in Italia tempofa, che abbiamo perso per illu‐sorie mete. Il gentile autista mideposita di fronte ad un pic‐colo hotel, socialista, popolaree limpido, e mi ritrovo solo inuna camerata enorme. Dopouna bella doccia ristoratricepasseggio tra questo nuovo ambiente per assorbirne l’essenza, vedoche la mia figura inconsueta (capelli lunghi e jeans) attira curiosità,specialmente nei giovani, ma sono discreti, solo se corrispondo si av‐vicinano, se mi vedono in difficoltà corrono a dialogare, sono bramosidi comunicare, di conoscere l’occidente per ora a loro negato. Cadoin un profondo sonno e mi sveglio con la vista del paese sotto il solee montagne verdi sullo sfondo, sono i Monti Pirin, nella Macedonia

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Associazione Artistica I.U.N.A.della Prof.ssa Maria Cristina BigarelliE mozionante l’appuntamento annuale di Vignanello con i fiori peril quale si mobilita la popolazione che mette in campo le capacitàe le abilità artistiche donando colore e magia all’ambiente. Manoa mano con il trascorrere delle ore notturne fino a mattina, i Maestri del‐l’infiorata assemblano splendidi tappeti fatti di fiori, di semi, di foglie e dialtro materiale utilizzando una sorta di tecnica musiva. Lo spirito con il quale si vive la preparazione, la realizzazione delle opered’arte, di questo si tratta, è il condividere momenti di gioia, di creatività,che alimentano i buoni sentimenti. Quest’anno a Vignanello hanno partecipato gli Infioratori, la Pro‐loco, l’Avis,le classi del 1981, 1980, 1979, 1978, 1977, 1976, 1975, 1974, 1966, le classidella primaria e della media inferiore; in particolare vanno ricordate leclassi quinte, le prime e seconde medie dell’Istituto “Falcone e Borsellino”,realizzatrici di bozzetti e vincitrici del Concorso indetto appositamenteogni anno, al fine di educare le nuove generazioni all’amore per l’arte eper l’infiorata. Tutti sono veri Artisti, che si ritrovano per un unico obiet‐tivo accingendosi in una notte a garantire il mantenimento della popolaretradizione coloratissima con fiori e profumi naturali, srotolando, davantiagli occhi di tutti, sulle strade del centro del paese, odorosi composti na‐turali.Così il 03 giugno, giorno del Corpus Domini, si è potuto godere ancora unavolta dell’ intensa vivacità, della suggestiva scenografia in una veste che de‐cora e adorna le vie di Vignanello.

PROFUMATI TAPPETI FLOREALI A VIGNANELLOTRA ARTE E TRADIZIONE RASSEGNA SERGIO PASTORENella bella cornice della Film Commission di Latina,il giorno 20 maggio scorso si è tenuta la cerimoniadi omaggio al regista Sergio Pastore, scomparsotrent’anni fa a soli 54 anni.Il regista produttore e giornalista è stato ricordato attra‐verso uno dei film più significativi della sua produzione “Sette scialli di seta gialla” del 1972 conosciuto in Americacome” I crimini del gatto nero”, un cult del thriller. MaSergio Pastore è stato autore anche di commedie e filmdrammatici, western e documentari.La personalità del regista è stata raccontata anche nellesue varie sfaccettature di giornalista. Ha scritto libri moltointeressanti tra cui I “Convertiti della storia da S.Ambro‐gio a Bettino Craxi”, che ha riscosso molto successo.Figura importante del cinema indipendente italiano deglianni ‘70 e ‘80, ha fondato una sua casa di produzione,“La Mezzogiorno Nuovo d’Italia” con la quale ha diretto,prodotto e spesso firmato la sceneggiatura anche con lopseudonimo di Serge Vidor di una dozzina di pellicole digenere e a basso costo tra il 68 e l’87, anno in cui è ve‐nuto a mancare.La serata è proseguita con due documentari: uno bio‐grafico dal titolo Sergio Pastore un ammirevole indipen‐dente regia di Graziano Marraffa, omaggio delle figlieSara e Laura Pastore alla memoria del padre e l’altro atema religioso, un rarissimo documento sulla vita diS.Francesco da Paola a cui l’autore era molto affezionato.Ospite d’onore dell’evento la figlia Sara Pastore, sopranolirico e attrice, che ha omaggiato il padre con un bellis‐simo brano musicale e con un’intervista sui suoi ricordi.Gli organizzatori della serata Umberto ed Eugenio Ma‐stracci e il direttore della Film Commission Rino Piccoloinsieme agli amici del regista intervenuti, hanno potutoricordare fatti ed aneddoti legati a Sergio Pastore.Tra gli intervenuti il regista Massimiliano Terzo, l’Amba‐sciatore di Organizzazioni intergovernative Andrea Ta‐sciotti, il responsabile del Teatro D’Annunzio di LatinaSilverio Di Monaco, la coreografa Clementina Piergotti,il soprano Caterina Scoglio, l’avvocato Michelangelo Iur‐laro. Maddalena Caccavale Menza

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15� ODONTOIATRIA� GNATOLOGIA� GINECOLOGIA� DERMATOLOGIA� MEDICINA DEL LAVORO� MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICAEtruria Medical Center è una Clinica specializzataanche nei trattamenti di Medicina e Chirurgia Esteticaper eliminare e/o ridurre gli inestetismi del viso e del corpo.Il Centro offre le tecniche più avanzate per ottenere una pelle più giovane eluminosa, eliminando con efficacia rughe, discromie e i principali segni ri-velatori dell'età; inoltre, i medici specialisti di Etruria Medical Center si av-valgono delle tecnologie più all'avanguardia per contrastare cellulite eadiposità localizzate, per la rimozione progressivamente definitiva dei pelisuperflui e per la cura di vari inestetismi cutanei di natura vascolare.** ** *I TRATTAMENTIAcido jaluronico: permette di idratare, diriempire solchi cutanei e di dare volume per cor-reggere asimmetrie o depressioni del viso.Idrossipatite di calcio: è un filler versatileusato per la ridefinizione dei contorni e per ri-durre i segni dell’invecchiamentoCarbossiterapia: consiste nella sommini-strazione, per via sottocutanea, di anidride carbo-nica per il trattamento della cellulite e dellaritenzione idrica. Intralipoterapia: consiste nella iniezionenell’ipoderma di un farmaco (Aqualyx) per ridurrele adiposità localizzate.Mesoterapia: consiste nell’iniezione nelderma di farmaci omeopatici, fitoterapici o allo-patici per combattere la cellulite e la ritenzioneidrica.invisibiliLa prima cosa che attrae inconsciamente nell’osservare un viso è il sorriso perché è il punto più chiaro eluminoso e perché vi è il maggiore contrasto tra il bianco dei denti ed il colore delle labbra, per questola clinica Etruria Medical Center offre molteplici soluzioni per migliorare l’estetica del proprio sorriso.Etruria Medical Center si trova in Via Francesco Petrarca snc (“Cittadella della Salute” I° Piano), Civita Castellana (VT).Chiama per info allo 0761.514237 oppure scrivi ad [email protected]. Visita il nostro sito www.etruriamedical.it e rimani aggiornato tramite social sulla nostra pagina FaceBook e Instagram Dir. San. Dott. Pierluigi Gallo Autorizzazione Sanitaria n° G16508 del 28/12/2016Le faccette adesive in ceramica sono un tipo di protesi in grado di restituire un sorrisobello e sano a giovani e adulti. Consistono in piccoli strati di materiali di composito ceramicoo disilicato di litio e possono essere impiegate per diversi tipi di trattamento : trattamento co-smetico della forma dei denti; trattamento cosmetico del colore, chiusura di microspazi, trat-tamento di fratture di denti centrali in giovani ed adulti Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che consente di migliorareil colore dei denti rendendoli più bianchi. La procedura dello sbiancamento laser è molto sem-plice e veloce ed è indicato per trattare le discromie dentali che possono manifestarsi nelcorso della vita di un individuo. Tali discromie possono essere superficiali (come quelle cau-sate dall'eccessivo consumo di caffè o dal tabacco), oppure più o meno profonde L’apparecchio linguale è una metodica praticamente invisibile dall’esterno, poiché ibrackets vengono posizionati sulla superficie linguale dei denti ed è indicato per il trattamentodi qualsiasi problema ortodontico. La realizzazione dell’apparecchio avviene attraverso un pro-cesso digitale e dopo le impronte dentali, uno studio fotografico e radiologico del caso percreare il risultato finale individualizzato. La macchina è dietro e mentre lavora nessuno la vede!

”Un giorno senza sorriso è un giorno perso” (Charlie Chaplin)

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Dott.ssa Ilaria MelilliBiologo Nutrizionista NutribeneIl mango (Mangifera Indica) è un fruttooriginario dell’India dalla forma ovale conuna polpa giallo‐arancio molto profu‐mata e una buccia esterna di colore va‐riabile dal rosso, al giallo, al verde. Non èun mistero che si tratta di un frutto ab‐bastanza calorico (apporta 53 Kcal per 100g) ed è molto dolce infatti contiene il12,6% di zuccheri semplici. È costituitoper la maggior parte da acqua, è poverodi grassi, contiene l’1% di proteine, pre‐senta una buona quantità di fibre ed èmolto ricco di vitamine, minerali e an‐tiossidanti. Per questo frutto non ci sono particolaricontroindicazioni, comunque in alcunicasi sarebbe bene moderarne il con‐sumo. A questo proposito le persone dia‐betiche non devono escluderlo dalla loroalimentazione poiché, nonostante abbiaun indice glicemico medio, il suo caricoglicemico risulta basso. Si consiglia lorodi mangiarne una piccola porzione e in‐serirlo all’interno di un pasto completonon ricco di carboidrati. Meglio evitareinvece se si soffre di IBS (sindrome del‐l’intestino irritabile) in quanto il mangocontiene elevate quantità di FODMAPs,cioè di carboidrati a corta catena chevengono fermentati dalla flora microbicaintestinale con conseguente produzionedi gas. IL MANGO: UN POTENTE ALLEATO PER IL NOSTRO BENESSERE Analizziamoli meglio da vicino: POTASSIO: è importante per la contrazione musco‐lare, la regolazione dell’equilibrio idrico‐salino e la ri‐duzione della pressione arteriosa (grazie al suo effettodiuretico).VITAMINA C: protegge dall’invecchiamento cellulare,potenzia le difese immunitarie, favorisce l’assorbi‐mento del ferro e la sintesi di collagene rafforzando lepareti dei vasi sanguigni.VITAMINA A: insieme al beta carotene, alla luteina ealla zeaxantina contribuisce al corretto funziona‐mento retinico e alla salute della vista.FOSFORO, CALCIO E MAGNESIO: sono essenziali pergarantire la buona struttura di ossa e denti, la condu‐zione dell’impulso nervoso e i processi metabolici.VITAMINE DEL GRUPPO B: regolano il metabolismocellulare e contribuiscono al normale funzionamentodel sistema nervoso e immunitario.LUPEOLO: un triterpene ad azione antinfiammatoriae antitumorale. MANGIFERINA: conosciuta non solo per i suoi effettiantiossidanti ma anche per le sue proprietà antin‐fiammatorie, anticancro, antimicrobiche e antidiabe‐tiche.Questo frutto esotico possiedemolte proprietà benefiche per lanostra salute tanto da poter essereconsiderato un “superfood”.17 Campo de fiori - Salute e benessere

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18 Campo de fiori - Salute e benesseredi Josiane MarchandNaturopataGite in campagna ne farete, a contatto con lanatura, sonni notturni rinfrescati da una fi‐nestra spalancata (anche con zanzariera!) ve‐stitini leggeri e svolazzanti, tutte gioiedell’estate, ma fonti di pericolose insidie.Zanzare feroci, pappataci in guerra, calabroni,api, zecche, ragni diventeranno un inferno dipunture, irritazioni e brutteavventure...Forse, una causa naturale c’è! Lariduzione delle rondini che ogni anno riusci‐vano a mangiare 26.000 tonnellate di in‐setti…Il pappatacio è l’incontrastato leader dellaclassifica degli insetti più noiosi, più piccolodi una zanzara, peloso, color ruggine, ama lanotte da giugno a settembre. Al contrariodella zanzara che ama l’acqua stagnante, èun insetto terricolo, che può spingersi fine aun chilometro per cacciare. Le sue prede pre‐ferite? Il cane e l’uomo. Nel cane può tra‐smettere la Leishmaniosi malattia inserita alsesto posto nella graduatoria delle più peri‐colose.Montare sul letto una zanzariera a trama fineè una delle poche precauzioni utili.Fastidiose ma non pericolose sono le zanzareche preferiscono gli uomini grassi e profu‐mati. Ma attenzione alla zanzara tigre, in‐setto tigrato appunto, molto aggressivo checolpisce anche di giorno!Evitate in ogni caso di agitarvi in tutti sensiper non rendere l’insetto aggressivo, cre‐dendo così di poterlo allontanare. Evitate dicamminare a piedi nudi nell’erba e di man‐giare o bere alimenti o bevande dolci all’ariaaperta.L’ESTATE

DEGLI INSETTILA CLASSIFICAAllora, cominciamo dall’inizio: quali sono gli insetti dell’estate?Il n° 1 l’APE, spontaneamente poco aggressiva. Pungerà solo se si sente minacciata,soprattutto se vi avvicinate alla sua arnia. Quando punge l’Ape muore, il suo dardo si staccadall’addome. Ma il dardo rimasto sotto pelle continua a diffondere il suo veleno. Dolore immediato, con una lesione rossa e gonfia che prude. Questi disturbi sparisconodalle 24 alle 48 ore a seconda delle persone. Queste punture sono pericolose se nel collo,nella bocca, vicino all’occhio oppure quando si è allergici: il rischio maggiore è lo choc ana-filattico.La n° 2 la FORMICA (rossa) possiede un pungilione molto affilato. La sua puntura èdolorosa e provoca bolle rossastre, ma non pericolose.La n°3 la VESPA, contrariamente all’Ape, ilo suo dardo, liscio, le permette di pungerea più riprese. Sono portatrici di più rischi patogeni visto che si comportano spesso comele mosche e si nutrono di ogni sorta di rifiuti e spazzatura.La n° 4 la MOSCA che succhia il sangue degli animali domestici e dell’uomo per ali-mentarsi. La sua puntura provoca un bruffoletto rosso e come tutte le mosche è portatricedi parecchi germi ed è quindi responsabile della trasmissione di molti agenti patogeni chedepone sugli alimenti.Il n° 5 il CALABRONE la cui puntura è dolorosissima. Grazie al suo lungo dardo puòiniettare direttamente il veleno nei vasi sanguigni veicolandolo così più velocemente.La n° 6 la ZANZARA, insetto punzecchiatore per eccellenza che si nutre di sangue.Pungendo, la zanzare inietta la sua saliva creando così una infiammazione locale con ros-sore circolare, accompagnato da forte prurito. Da noi queste punture non trasmettono ilPaludismo ma in regioni calde e afose possono provocare la Malaria.Perchè prude e perché…non si deve grattare???La saliva della zanzara per esem‐pio non anestetizza come invece sicrede, ma non è neanche irritante.E’ davanti a questa sostanza chenon riconosce che il nostro si‐stema immunitario invia cellule che vannoad annientare questa sostanza sconosciutaesplodendo al suo contatto. Esplodendo, lecellule liberano una molecola che è all’ori‐gine dei rossori e dei pruriti.E se prude, ci si gratta; più ci si gratta altremolecole dello stesso tipo vengono liberatee provocano rossori e pruriti...Dunque:Grattare quando prude ci da sempre piùvoglia di grattare......e non gli insetti dell’estate!

Per proteggersi: utiliz-zate zanzariere alle porte, allefinestre e intorno ai letti. In-dossate vestiti larghi e lunghi-di sera- e spruzzate le parti dipelle scoperta con repellente.In caso di attacco: Appli-care una crema anti prurito,anche antistaminica al bisogno o abase di cortisone in caso di forti pru-riti o dopo una reazione importante.E contro la zanzara-tigre? Può tra-smettere la Dengue o la Chikungunya se hapunto poco prima una persona infetta! Ba-stano le misure anti zanzare solite elimi-nare i punti di acqua stagnante dove si puòriprodurre (sottovasi, annaffiatoi, scoli deiterrazzi)

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19Dott.ssa Chen TungFisioterapista FisiomedikaSalute e benessere - Campo de fiori

Non dimenticate di tenervi aggiornati su tutte le iniziative e le novità della rivista,attraverso la nostra pagina facebookCampo deʼ fiori rivista!Se non avete ancoramesso il vostro “Mi piace” correte a farlo ed invitateanche tutti i vostriamici! RICORDA CHE...Campo de’ fiori è il miglior mezzo pubblicitario per far conoscere la tua attività a migliaia di persone!Diffida delle imitazioni!SCEGLILE PAGINE DICAMPO DE’ FIORIPER LA TUA PUBBLICITA’!Info 328.3513316 oWWW.CAMPODEFIORI.BIZVISITA IL NOSTRO SITO Sappiamo che esistono tante tecniche più omeno valide per risolvere o migliorare il pro‐blema della cellulite: secondo la Medicina Tra‐dizionale Cinese la cellulite è la manifestazionedi un problema interno che esteriormente sitraduce in questo fastidioso inestetismo. Avolte questa è la conseguenza di una ritenzioneidrica locale causata da indumenti troppostretti portati continuativamente per troppotempo o da calzature non idonee (ad esempioscarpe strette e con tacco alto) che, aggiun‐gendosi alla poca attività fisica e alla poca idra‐tazione del corpo (molte persone bevonotroppo poco) contribuisce a far comparire sullapelle quel brutto effetto a bucciad’arancia. In questi casi bisogna in‐nanzitutto eliminare gli indumentistretti, fare regolare attività fisica ( me‐glio se aerobica come corsa, acquagym,ecc. ) e bere almeno un litro e mezzo diacqua al giorno, coadiuvando il tutto conmassaggi drenanti e coppette che aiutano a ri‐pristinare la circolazione. Tra le cause internedella cellulite citiamo la stasi del Qi epatico. Ilfegato, tra i tanti compiti, ha anche quello di ge‐stire il flusso energetico del corpo e quindi,quando viene sottoposto a determinati stress,trova un ostacolo nello svolgimento del suo la‐voro, con la conseguente comparsa di una stasienergetica. Questa stasi non si manifesta solocon la comparsa della cellulite ma anche condismenorrea, sindrome mestruale con ciclo chetende sempre a ritardare o che fatica ad arri‐vare, nervosismo, stanchezza, contratture mu‐scolari, mal di testa, ansia, stitichezza, ecc.Quali sono allora gli stress che cau‐sano tutto ciò? Un’alimentazione poco equilibrata, troppo riccadi grassi e zuccheri, la poca attività fisica e leemozioni non esternate o costantemente re‐presse. Un’altra causa interna della cellulite èl’insufficienza del Qi della milza, che porta adun accumulo di umidità interna formando deirigonfiamenti o degli avvallamenti, con un

conseguente aspetto irregolare della pelle. Lamilza ha la funzione di digerire e assorbire nu‐trienti e liquidi: quando non svolge bene il suocompito, i liquidi si accumulano in zone diversedel corpo e possono causare, oltre alla cellu‐lite, leucorrea, feci non formate o molli, diffi‐coltà a digerire, dolori articolari che peggioranoquando il tempo è umido, ciclo mestruale do‐loroso e con sensazione di pesantezza. Tra lecause di questo citiamo una cattiva alimenta‐zione ricca di cibi che appesantiscono la dige‐stione (zuccheri e latticini), l’eccessiva ecostante esposizione ad un ambiente umido, iltroppo “rimuginare” creando preoccupazionesu situazioni oggettivamente di poco conto.Come si risolve la cellulite?Il trattamento consiste nell’utilizzo di varie tec‐niche, tra cui la digitopressione di determinatiagopunti volti a risolvere la causa interna dellacellulite abbinata a manovre massoterapicheda applicare sulla zona interessata per elimi‐nare il problema localmente. Inoltre, vengonoutilizzate le coppette per andare a produrre uneffetto “vacuum” sulla pelle, per un’azione piùprofonda che aiuta a sciogliere i blocchi e a di‐sperdere l’umidità.Info e/o appuntamento: 347.9072438. Seguiteanche il mio blog: www.facebook.com/fisio‐terapia.medicinatradizionale.CURARELA CELLULITE CON LA MEDICINA CINESECampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.46 Pagina 19

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20 Campo de fiori MUSEO STORICO

dell’AERONAUTICAMILITARE

di Braccianodi Antonello BalianiL’indirizzo del sito internet è il seguente: www.aeronaut ica .d i fesa . i t / s tor ia/museostor ico .Ricordiamo inoltre che l’ingresso al museo è completamente gratu i to.

Veduta panoramica di una sezione dell’Hangar “Velo”U mberto Nobile, nato a Lauro (AV)il 21 gennaio del 1885, è stato trai più importanti inventori e pro‐gettisti del XX secolo e uno dei pionieri e dellepersonalità più elevate della storia dell’aero‐nautica italiana. Le sue invenzioni e testiscientifici hanno dato un grandissimo contri‐buto alla ricerca scientifica. Divenne famosoal grande pubblico per le sue due trasvolatein dirigibile del Polo Nord compiute nel 1926a bordo del dirigibile “NORGE”, ma ancor piùricordato per la drammatica tragedia del di‐rigibile “ITALIA” che tra il maggio e luglio del1928 ha tenuto in apprensione milione di ita‐liani, per la sorte di Nobile e del suo equi‐paggio sui ghiacci del Circolo polare artico.Conseguita la maturità classica nel 1902presso il liceo Giambattista Vico, si laurea al‐l’Università di Napoli nel 1908 in ingegneriaindustriale meccanica, con il massimo deivoti. Lo stesso anno consegue un diploma dielettrotecnica. Nel 1911 vince un concorsoed è ammesso a frequentare a Roma,uncorso di costruzioni aeronautiche presso ilbattaglione del genio militare, dal quale na‐scerà in seguito l’Aeronautica Militare Ita‐liana. Nel 1915 durante la Prima GuerraMondiale viene assegnato, pur non avendoobblighi militari, allo stabilimento militare dicostruzioni ed esperienze aeronautiche. In

questi stabilimenti nel 1916 dimostra le sueeccezionali capacità di progettista prendendoparte alla costruzione di un modello di dirigi‐bile destinato all’esplorazione marina.In un periodo ancora pioneristico durante ilquale l’aeronautica non ha ancora superatolo stadio sperimentale (del resto il primo volodei fratelli Wright risale al 1903), Nobile con‐centra i propri sforzi sulla tecnologia del diri‐gibile. Questi “giganti dell’aria”rappresentano, all’epoca, una valida alterna‐tiva ai più pesanti aeroplani. In breve tempo, la carriera di Umberto No‐bile viene costellata di importanti afferma‐zioni: nominato nel 1917 come vice, e nel1919 come Direttore dello Stabilimento, siimpegna per tutto il successivo decennio nelperfezionamento degli aerostati, introdu‐cendo significative innovazioni tecniche estrutturali nei dirigibili semirigidi che portanol’Italia a diventare la seconda potenza mon‐diale nel settore (dopo la Germania degli“Zeppelin”).Nel 1921 il suo dirigibile ‘Roma’,eccezionale per dimensioni e velocità, vienevenduto agli Stati Uniti e dai governi di tuttoil mondo arrivano le commesse d’acquistoper la serie “N”, presentata per la prima voltanel 1922. Nell’estate del 1922, Nobile si re‐cherà negli Stati Uniti, chiamato a collaborarealla costruzione di un’aeronave militare. Tor‐nato in Italia nel 1923 progetterà e realizzeràil dirigibile “N1”, costruito nei cantieri SCA diCiampino (Roma) e impiegato anni doponella prima trasvolata al Polo Nord, con ilnome “NORGE”.Ma l’interesse e l’impegno di Nobile non sirivolge soltanto ai dirigibili. Dal 1918 al 1920sviluppa un nuovo modello di paracadute,nel 1922 partecipa con l’ingegnere Capronialla progettazione del primo aeroplano inte‐ramente metallico prodotto in Italia (deno‐minato “Ca73) e nel 1924 collabora allaricerca su prototipi di elicottero. Nel 1923 siarruola e, pur senza una precedente espe‐rienza militare, vince il concorso per la no‐mina al grado di Tenente Colonnello. Nel1925 continua la consulenza all’estero per lacostruzione di nuovi modelli di dirigibili. Inquesto anno stabilisce i primi contatti con ilgrande esploratore norvegese Roald Amun‐dsen, celebre per aver superato il passaggioa Nord Ovest nel 1906 e per aver raggiunto ilPolo Sud nel 1911, dopo aver fallito i prece‐denti tentativi di trasvolata del polo Nord inaeroplano. L’esploratore Norvegese Roald AmundsenAmundsen si convince di poter finalmenteriuscirvi grazie alla grande autonomia del di‐rigibile, capace di compiere grandi traversatesenza richiedere rifornimenti. La spedizioneorganizzata dai norvegesi nel 1926 e finan‐ziata dal ricco uomo d’affari americano Lin‐coln Ellsworth, è completamente affidata,per quanto riguarda la parte tecnica, ad Um‐berto Nobile che ottenuto il benestare delGoverno Italiano, si occupa anche della pre‐parazione dell’equipaggio.“ Se dovessi compiere un'altra impresa mi piacerebbeandare fuori dall'atmosfera terrestre. Negli spazi verso laLuna, verso Venere, verso, diciamo, i pianeti esterni; ma questo, naturalmente, è utopistico oggi per un solo uomo.Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.46 Pagina 20

21Campo de fiori GEN. UMBERTO NOBILEAlle ore 9.30 del 10 aprile 1926 il Dirigibile “NORGE”, comandato da Umberto Nobile, ini‐ziò il suo volo da Ciampino, facendo tappa a Pulham (Inghilterra), Oslo, Leningrado e Vadso(Norvegia), e giungendo il 7 maggio alle Isole Svalbard. Da qui, saliti a bordo anche l’esploratore norvegeseRoald Amundsen e lo sponsor statuni‐tense Lincoln Ellsworth, il “NORGE” riprese il volo il giorno 11 maggio e giunse sopra il PoloNord il 12 maggio, alle 1.30, ora di Greenwich, annunciando via radio il successo a tutto ilmondo.Proseguirono come programmato verso l’Alaska e atterrarono due giorni dopo a Teller(stretto di Bering), invece che a Nome (80 miglia più a Sud di Teller lungo la costa Nord Oc‐cidentale dell’Alaska), per le avverse condizioni atmosferiche, compiendo una traversata dioltre 5300km di volo ininterrotto.Amundsen era il grande personaggio della Norvegia, il suo eroe, ma per tutta la durata delviaggio non ebbe altro ruolo che quello di un malcontento passeggero. Successivamente,questo viaggio sfociò in una controversia tra Nobile e Amundsen, su a chi andasse il meritoe il credito per la spedizione. I Norvegesi reclamavano il merito maggiore visto che l’idea eraloro così come l’acquisto del dirigibile, mentre il crescente favore del partito fascista in Ita‐lia riteneva l’impresa di Nobile una buona pubblicità al movimento. Una volta tornato in Ita‐lia Nobile fu accolto come un eroe della patria con una grande celebrazione e promosso asoli quarantuno anni a Maggiore Generale del Genio Aeronautico.

2° parteIl dirigibile NORGE parte da Ciampino (10 Aprile 1926)Nobile si affaccia dal dirigibile NORGE sopra l’ArcipelagoDelle Svalbard (1926) “Il fatto che gli altri nonc’erano riusciti. Questo fuil fatto essenziale che mispinse per l’impresa delPolo... lo avevo costruito un nuovo tipo di aeronave,ma non ero contento delmodo in cui veniva utilizzatadai piloti, dagli ufficialidell’Aeronautica. Volevo pilotarla io perchésapevo che poteva renderemolto di più di quello cheloro pensavano ...

L’IMPRESA DEL DIRIGIBILE “NORGE” È stato davvero un gran successo l’evento“Insieme per Sofia” organizzato venerdì 15Giugno dal Rotary Club Flaminia Roma, incollaborazione con il Rotaract Club FlaminiaRomana. Ma chi è Sofia? Sofia Antozzi è unaquindicenne di Nepi, che il 16 Maggio 2017è stata investita da un’autovettura e da quelgiorno la sua vita è radicalmente cambiata.Dopo essersi svegliata dal coma, infatti, nonè più stata in grado nè di parlare, né di cam‐minare e necessita di continue cure. Ha tra‐scorso molti mesi in ospedale, ed ora ètornata a casa sua, quella casa in cui primaera a suo agio, ma che adesso ha bisogno dilavori per poterla accogliere al meglio.Ed è così che nella continua attività di os‐servazione delle problematiche presenti sulnostro territorio, il Club ha deciso di aiutarela famiglia di Sofia organizzando una cenaspettacolo presso Casale Regina a MaglianoSabina (RI). L‘intero ricavato raccolto durantela serata è stato devoluto ai genitori per darloro un sostegno concreto nei lavori indi‐spensabili per adattare la casa alle nuoveesigenze di Sofia e per la prosecuzione dellesue cure.Ad allietare i tantissimi ospiti che hannoaderito a questa lodevole iniziativa, durantela cena a buffet curata dal Gruppo Jamai‐cano, con alcune eccellenze dei prodotti delnostro territorio, tante eccezionali perfor‐mance: il music show della bravissima SilviaSpecchio, le esibizioni di danza latino ameri‐cana, di balli di coppia e di pole dance con ilgruppo di giovanissime allieve di ValentinaLorenzetti. A chiudere la serata, poi, il dj Setdi Leo el Feo e il cocktail bar in collabora‐zione con Romy coffe & lounge bar.Anche stavolta, grazie all’impegno del Pre‐sidente uscente, Sandro Lazzarini e a tutti imembri del Club, l’obiettivo è stato rag‐giunto con grande soddisfazione! E.B.

“Insiemeper

Sofia”Nuovo grande successoper l’evento organizzatodal club rotariano

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di Roberto Ragonee‐mail: [email protected] su FacebookRaccontiL’ultimo palloncino

Q uesta è una storia, come ce ne sono tante. Una per ogni abitantedel pianeta su cui viviamo. Non è una storia speciale, quindi, masi può facilmente adattare ad ognuno di noi, pur non essendouna storia realmente accaduta. Ma forse è realmente accaduta. Giudicatevoi. Quando assistiamo alla proiezione di un film, appare una scritta:“Questo film è frutto della fantasia dell’autore, ed ogni riferimento a fattireali accaduti è puramente casuale”. O qualcosa del genere. Questo rac‐conto, invece, pur non narrando un fatto in particolare, si ispira a fatti re‐almente accaduti. E che possono accadere ancora.C’era una volta… un drago, direte voi, un re, una principessa, un castello,un prode guerriero… forse un mago, una strega, un bosco incantato…Niente di tutto ciò. O forse tutto insieme. Lasciamo ad ognuno di voi ri‐conoscere i personaggi che si possono adattare a queste figure, durantela narrazione, per poi, a fine lettura, trarre le vostre conclusioni. Dice‐vamo… C’era una volta un paese felice. Felice? direte voi. È così difficileoggi essere felice, com’era difficile al tempo di questa storia, che si svolgein una dimensione che prescinde sia dal tempo che dallo spazio. Chia‐miamolo cyberspazio. Eppure era un paese felice. Non mancava nulla.Circondato da un mare pescoso e mite, dal clima temperato, protetto daiventi del nord e dai calori del sud; ricco di foreste, pianure, boschi; colti‐vazioni propiziate da una terra ricca ed ubertosa: insomma, a volerlacreare apposta non ce la si sarebbe fatta. In questo paese felice, dovetutti avrebbero voluto nascere, viveva un popolo molto attivo, riccoanche di storia e di glorie del passato. Artisti di ogni genere e di ogni na‐zionalità vi avevano trovato ispirazione. L’economia prosperava, e tuttierano contenti, qualsiasi lavoro facessero. Ma tutto questo era destinatoa non durare. I paesi confinanti guardavano tutta questa abbondanza, ela invidiavano. Ricorsero quindi ad arti magiche per frenare la corsa albenessere. S’accordarono con i potenti del regno, quelli vicini al re, cor‐rompendoli con grandi somme di denaro e con promesse di potere. Il refu confuso, e prima che se ne potesse rendere conto, si trovò ad aver fir‐mato trattati che lo esautoravano e davano il potere ad una alleanza for‐mata dai paesi confinanti, appunto, quelli che invidiavano tuttoquell’Eldorado. In breve tempo, messo da parte il re, l’amministrazionedel regno fu affidata ad un personaggio mandato apposta per far pagareai sudditi tutto quel benessere, per distruggerlo, e tutti caddero in mise‐ria. Molti persero le case. Si svegliò spinto dal calore del sole, e sollecitato dalle grida dei bambiniche giocavano lì intorno. Non si era ancora abituato alla sua nuova con‐dizione. Sentiva sotto di sé il duro delle traverse della panchina di quelparco giochi, dove la sera prima si era addormentato. Guardò intorno,ancora sdraiato, ma non vide traccia della sua limousine. “Non è unbrutto sogno” pensò “Caro amico, questa è la dura realtà, purtroppo”.Sedette, scorrendo con lo sguardo sullo scivolo, l’altalena, la piccola gio‐stra, la casa delle bambole; attrezzi variopinti attorno e dentro ai quali ibambini correvano e saltavano. Le mamme erano su di una panchina unpo’ più in là, e lo guardavano con un misto di ribrezzo e commiserazione.“Una volta non mi avreste guardato così” disse fra i denti “una volta sa‐reste venute ad inchinarvi, a cercare il mio favore. Ma non il mio, quellodel mio denaro.” Sbadigliò, più per la fame che per il sonno. Ripensò,come tutte le mattine, a quando sedeva al tavolo, servito dalla came‐riera, per consumare la prima colazione. Uova alla coque – mi racco‐mando, tre minuti – toast con burro di panna, confettura di frutta, caffènero e forte, all’americana, succo d’arancia – non quello in lattine – fruttidi bosco. Si rese conto che non mangiava già da ventiquattr’ore. “Devoandare alla Caritas” si disse. Anche se tutta quella ressa, l’odore di corpinon lavati, l’aggressività di alcuni, lo tenevano lontano, nonostante labuona volontà degli operatori. E operatrici. Gli era sembrato che una diesse, due giorni prima, gli avesse rivolto un sorriso in più. Certo, ridottocom’era, con la barba lunga e sporca, i capelli ridotti ad una massa di pol‐vere e sudore, un cappotto sformato – di cachemire, l’ultima vestigiadella sua passata prosperità – che doveva tenersi stretto addosso per‐ché non glie lo rubassero, e sotto il quale aveva solo biancheria intima;gli abiti glieli avevano portati via la prima notte in dormitorio. insomma,non era proprio quello che si dice un uomo di fascino. Ma a lui piacevapensare a quel sorriso in più, ed illudersi che significasse qualcosa. “Devoandare alla Caritas” ripetè, stavolta non per il crampo alla stomaco chelo piegava in due, ma per ricercare, rivedere quel sorriso, e alimentarequella che anche lui sapeva essere solo un’illusione. Sbadigliò di nuovo.Mise una mano in tasca, ed incontrò qualcosa di duro. Era un pezzo dipare raffermo, che teneva in tasca per ogni evenienza. Lo tirò fuori, loscartò, lo guardò: aveva fatto la muffa. Lo rimise nella carta, paziente‐mente, e lo mise in tasca. Aveva imparato, come Pinocchio con le buccedelle pere, che qualsiasi cosa fosse commestibile, andava conservata. Maora non gli andava, non aveva neanche un goccio d’acqua, e il bocconegli si sarebbe fermato in gola. Questa fu la scusa che trovò con sé stesso:la realtà era un’altra. Gli era rimasto, nonostante tutto, un pizzico di amorproprio. Sentì piangere un bambino. Alzò lo sguardo, e vide un pallon‐cino rosso salire verso il cielo, mentre il piccolo a cui era sfuggito proten‐deva le braccine in alto, cercando invano di afferrarlo. La mamma cercavadi consolarlo, ma poi fu costretta a portarlo nuovamente dal venditore dipalloncini, e glie ne comprò un altro. il sorriso del bimbo si mescolò allelacrime di poco prima. “Ora te lo lego al polso” disse la mamma “Ma staiattento. Altrimenti non te ne comprerò un altro.” Il bimbo corse via, giàdimentico di quell’incidente. Il nostro eroe si accorse, allora, di un’altrapresenza. Il venditore di palloncini. Aveva una bancarella ed una bomboladi elio, con cui gonfiava i palloncini, che subito tendevano verso l’alto,quasi a voler fuggire da questo mondo. “Imparano presto” disse il neo‐barbone, “potessi io fuggire come vogliono fare loro.” Ripensò per l’en‐nesima volta alla sua vita. Nato in una famiglia modesta, aveva fatto lagavetta, arrivando ad essere un industriale rispettato e amato. Non avevascordato le sue difficoltà, e trattava gli operai come persone di famiglia.Quando la situazione era cambiata, con l’avvento dei nuovi amministra‐tori politici, anche i suoi clienti avevano avuto grosse difficoltà, e la mag‐gior parte aveva dovuto chiudere. Altri erano andati a produrre all’estero,dove il peso del fisco era più leggero. Lui invece aveva voluto rimanere,con una scelta coraggiosa, perché il suo paese, lui, l’amava, e avrebbedovuto mandare tutti a casa. Era arrivato ad ipotecare prima i fabbricatidell’azienda, poi la sua stessa casa, la villa in cui viveva. Aveva salvato, al‐meno momentaneamente, i suoi trenta dipendenti. Purtroppo la tantoauspicata ripresa non era arrivata, e all’ultimo aveva dovuto subire il do‐lore del sequestro. La fabbrica ferma, gli operai comunque a spasso, lacasa pignorata e messa all’asta. Da un giorno all’altro s’era ritrovato senzanulla. Senza neanche la famiglia, dato che la moglie e i due figli erano vo‐lati via per destinazione ignota, e lui da un giorno all’atro non li aveva piùvisti, né sentiti. Già, sentiti. Come sentirli senza un telefono? Rimase aguardare l’uomo dei palloncini. Lo attiravano due cose: i colori di quellainusitata mercanzia, e il flusso di clienti, le mamme. Anche se la cifra d’unpalloncino era modesta, si rese conto che il venditore di palloncini incas‐sava parecchio denaro, e che l’acquisto di palloncini era continuo. La suamente, abituata a far di conto, incominciò a mettere in moto ingranaggi

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23Campo de fiori vecchi e arrugginiti, non più avvezzi a quell’attività. Riuscì a captare il costodi un palloncino, e lo moltiplicò per la frequenza delle vendite, riuscendoa stabilire un guadagno orario. Moltiplicando poi questa cifra per il tempodi permanenza nel giardino, concluse la sua piccola inchiesta soddisfatto.Gli erano sempre piaciute le imprese redditizie, anche altrui. Cominciò aguardare il venditore di palloncini con un nuovo interesse. Non sentivapiù la fame. Né si preoccupò del un dolore che gli attraversava il petto, eche ormai da giorni ricompariva. Inconsciamente pensò che la primavolta si era affacciato quando aveva dovuto abbandonare la sua casa, lamacchina, la moglie, i figli… aveva tenuto solo il cappotto e gli abiti cheaveva indosso, e che gli erano poi stati rubati in dormitorio. Era riuscitoa salvare solo il cappotto che era il suo unico riparo. Incrociò lo sguardodel venditore di palloncini, e si scambiarono un sorriso. Il venditore eraun uomo buono, e quel sorriso era anche di complicità. Anche lui avevauna storia, molto simile a quella del nostro protagonista, e non lo guar‐dava con commiserazione. L’uomo dei palloncini aveva risalito la china,inventandosi quel lavoro. Ora aveva ancora unafamiglia, una moglie, dei figli. Non era quella lasua unica attività. Proprio quella domenicac’era un compleanno, in casa sua. Il più piccolocompiva tre anni, la mamma aveva preparatouna torta, e gli aveva raccomandato di non fartardi. Il sole andava sempre più alzandosi nelcielo, e fra un po’ anche le altre mamme avreb‐bero fatto ritorno a casa, portando con sé i po‐tenziali clienti di quell’inusitato e insospettabilebusiness. Il venditore di palloncini improvvisa‐mente incominciò a gonfiarne altri, oltre quelliche già formavano un gruppo multicolore, legato alla bancarella. Ne gon‐fiò tanti, fino a formare un gigantesco insieme di colori, e il nostro eroesi chiedeva come mai gli fosse venuta di colpo quella frenesia. La cosa loincuriosiva. Ma il venditore di palloncini voleva tornare a casa, dal suo fi‐glio più piccolo, e già sentiva le sue braccia sottili stringerlo, il suo esilecorpo contro il suo, i baci sulle gote. Così il nostro protagonista rimasesbalordito quando il venditore di palloncini si diresse verso la sua pan‐china, e con un gesto che diceva tutto, gli porse quel ben di Dio di pal‐loncini. Non ci furono parole, spiegazioni, ringraziamenti. Solo sguardi, elacrime che scesero sulle guance irte di barba del nuovo senzatetto. Ilvenditore allungò il braccio carico di merce verso di lui. Il nostro, esitando,prese in mano quell’insieme di cordicelle, quasi temendo, o desiderando,di esserne portato in alto: negli ultimi tempi aveva perso molto peso.Anche il venditore di palloncini aveva due lacrime che gli scendevanolungo le guance, ma riuscì a mascherarle girandosi e tornando alla suabancarella. Smontò tutto e se lo mise in spalla. Un cenno di saluto e ilcuore gonfio – gioia? commozione? pena?‐ furono l’ultima cosa che ilvenditore di palloncini dedicò a quella giornata. Già la sua mente era acasa, e si figurava il suo aprire la porta, il suo saluto, il piccolo che gli cor‐reva incontro e lui che lo sollevava, abbracciandolo. E il nostro eroe? Direche era rimasto scioccato era poco. Tenendo stretto quel piccolo capi‐tale, s’avventurò esitando verso il posto in cui fino ad un minuto prima erala bancarella del venditore di palloncini. Stette lì, guardandosi attorno,sentendo la trazione di tutti quei palloncini colorati, e temendo di non es‐sere in grado di non farli volare via in un colpo solo. Si avvicinò a lui unbimbo, che guardava quella meraviglia, e subito la mamma. Il bimboscelse il colore. La mamma prese alcuni spiccioli e glie li mise in mano. Luiringraziò, li mise al sicuro, controllando che la tasca del cappotto nonavesse buchi. Dopo quella, un’altra. Poi un’altra ancora. Un gruppo dimamme con bambini che arrivava allora lo circondò, e in breve tempotutti i palloncini furono venduti, in una specie di miracolo. Glie ne rimaseuno, rosso, che lui teneva stretto. Tornò alla sua panchina. Ormai era oradi pranzo, e il parco si era spopolato. Rimase solo, a pensare alla’ina‐spettata fortuna, e a pensare che dopo tutto c’è un Dio anche per i menofortunati. Sedette, sempre con il filo ben stretto in mano. Avrebbe dovutoandare alla mensa dei poveri, ma era troppo euforico. Guardava quel pic‐colo miracolo rosso ondeggiare su nel cielo, e diceva ti tengo stretto, nonti mollo. Tu sarai il mio futuro. Pensò, con quel poco denaro che gli era ar‐rivato, di fare un investimento, come ai vecchi tempi. Avrebbe acquistatotanti palloncini, e si sarebbe messo in affari. Magari non in quello stessoposto. Ma, vivaddio, c’erano tanti parchi in quella grande città doveavrebbe potuto iniziare il suo commercio! Non sentiva più i morsi dellafame. Soltanto un dolore al petto, che si irradiava fino alla schiena e albraccio sinistro. Sarà l’emozione, si disse. Ma passerà. Deve passare. Nonè possibile che non passi. Intanto la sua mentefantasticava. “Troverò un grossista di pallon‐cini” diceva ad alta voce “uno che mi faccia unprezzo veramente stracciato. Comprerògrandi quantità di palloncini, e li venderò. Poipotrò assumere altri venditori, giovani, emandarli in giro per la città. Allora mi servi‐ranno grandissime quantità di palloncini.Potrò venderli in tutto il paese. E magarianche all’estero. Costituirò una società multi‐nazionale. Andò in Cina a farmeli fare, a mi‐lioni, decine di milioni, centinaia di milioni.” Ilsuo viso era ritornato all’antico splendore, quando girava in limousinecon autista. Aveva ripreso colore. Non faceva più caso al dolore che in‐tanto era diventato quasi insopportabile. “Finalmente il mio riscatto.”continuava “ce l’ho fatta una volta, ce la posso rifare. Sarò il re, l’impera‐tore dei palloncini”. Che diamine, i bambini amano i palloncini, pensava,e di bambini al mondo ce ne sono tanti. Anche se scoprì che la cosa chepiù gli sarebbe interessata sarebbe stato proprio far del bene. I guadagnidei palloncini: una parte l’avrebbe dedicata ai più bisognosi, di qualsiasicolore di pelle fossero. Quei sogni gli avevano tolto le poche forze che glirimanevano. Si accasciò sulla panchina, preso da uno strano torpore, masempre con il filo del palloncino rosso stretto fra le dita. L’ultimo pallon‐cino, il segno della sua rivincita. Ora tutti sarebbero tornati ai suoi piedi.Anche sua moglie, i suoi figli. Ma lui non sarebbe stato così disponibile.L’avevano abbandonato nel momento più difficile della sua vita, e oraavrebbero dovuto fare un bel po’ di anticamera. Si assopì. E anche nelsonno la sua mano teneva stretto quel filo. La mattina dopo, molto pre‐sto, vennero due netturbini a fare pulizia. “Guarda quel barbone” disseil primo “s’è addormentato seduto”. Il secondo guardò. “Ha un pallon‐cino” disse. Si avvicinò. I due netturbini vedevano spesso scene simili, eavevano imparato a rispettare i senza tetto, e a trattarli con delicatezza.Non potevi mai sapere chi fossero, o chi fossero stati. “Signore” chiamòil primo, senza avere risposta. “Signore” chiamò di nuovo, toccandolo sudi una spalla. Il corpo del nostro eroe scivolò, accasciandosi sulla pan‐china. Aveva sul volto un bellissimo sorriso, quello di uno che ha avutotroppa gioia per poterla sopportare. L’ultimo palloncino, rosso, gli sfuggìdalle mani, e s’innalzò verso il cielo. Verso la libertà.

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AA nche quest’anno, al termine di un lungo anno scolastico, i ragazzidel Liceo Classico dell’istituto G. Colasanti di Civita Castellanahanno portato in scena, presso il suggestivo scenario dell’Anfi‐teatro Falerii Veteres della cittadina viterbese, il loro ultimo lavoro: Le Bac‐canti (di Euripide).La serata è stata aperta dal Quintetto Colasanti composto da Beatrice Proietti,Giulia Iancu e Sofia Piacitelli al violino, Silvia Piacitelli al violoncello e Mi‐chela Proietti al flauto, che hanno eseguito alcuni tra i più famosi brani dimusica classica, mentre la voce e gli arrangiamenti dello spettacolo sono staticurati da di Francesco Saverio Serretti, che si è anche accompagnato alla chi‐tarra. La tragedia euripidea ha chiuso, come è ormai tradizione, l’attività del labo‐ratorio teatrale. Magistralmente diretti da Raffaele Castria gli studenti hannomesso in scena una tragedia molto difficile per la tematica proposta: la fu‐sione della cultura orientale, rappresentata dal dio Dioniso, con il mondogreco. La vicenda si svolge a Tebe, protagoniste le donne che, invasate dal dio,cercano il loro riscatto. Una tragedia che fa risaltare l’elemento spirituale del‐l’uomo, come ha sottolineato il regista Castria. Una tematica, tra l’altro, moltoattuale, vista l’esigenza che oggi si ha di una spiritualità forte e profonda. Nu‐meroso il pubblico presente che, incurante della pioggia che è iniziata a scen‐dere verso la parte finale dello spettacolo, ha seguito fino in fondo larappresentazione e omaggiato con un prolungato applauso i giovani attori delliceo Colasanti. Non era assolutamente facile portare in scena una tragediacome questa, ma loro sono riusciti a farlo con disinvoltura, mostrando ai pre‐senti tutta la loro preparazione e la loro bravura. Sergio PianoPersonaggi e interpreti:AGAVE Elena AngeliniCADMO Federico Di MarcoTIRESIA Alessandro CulottaDIONISO Michele MenichiniPENTEO Francesco PilabozziGUARDIA Leonardo TufoCORO FEMMINILE Viola Antonelli,Chiara Bracci, Chiara Bruzziches,Flaminia Cacchiarelli, Giulia Ca‐

24Campo de fiori LE BACCANTIGli alunni del Liceo Classico G. Colasanti di Civita Castellana portano in scena la tragediaeuripidea diretti da Raffaele Castriataldi, Catalina Dragomir, LaviniaMozzicarelli, Alice Nelli, Alessia Pi‐nardi, Ludovica Ricci, Valeria Riga‐nelli, Martina Sabatini, FrancescaTorlucci, Gloria VerdecchiaCORO MASCHILE Gabriele Bellizzi,Alessandro Bravini, Federico Luc‐chetti, Nicolò Nucci, Niccolò testa,Leonardo Tufo

XII RASSEGNA TEATRALE

PREMIO “CITTA’ DI FABRICA DI ROMA”Si è conclusa Domenica 4 marzo 2018 la dodicesimaedizione della Rassegna Teatrale “Premio Città di Fa‐brica di Roma”, andata in scena al Teatro Palarte,nella cittadina della Tuscia viterbese. La rassegna ha vistoin concorso 9 compagnie selezionate tra le 120 operepresentate all’attenzione della giuria che, come ci tienea sottolineare il direttore artistico Carlo Ciaffardini, sce‐glie con il solo obbiettivo di completare un cartellone diqualità, interessante, vario, gradevole ed emozionante. La Giuria ha così stabilito i premi assegnati dal SindacoMario Scarnati: La Compagnia Pomodoro di Bologna, con l’opera “Trap‐pola mortale” di Ira Levin, si è aggiudicata il Premio perl’allestimento scenografico ed il Premio Speciale dellaStampa, per la messinscena di un’opera difficile e beninterpretata.Alla Compagnia Teatrale Arca di Trevi sono andati ipremi per l’attore caratterista a Mauro Monarca nellaparte di Modestino ed a Patrizia Perugini quello all’at‐trice non protagonista per l’interpretazione di Rosa ne“I miracoli di Don Pierino” adattamento di Nadio Beddinidi “è asciuto pazzo ‘o parrucchiano”. Il premio Attore non protagonista se l’è aggiudicato Ma‐nuel D’Aleo per la sua originalissima interpretazione diEgisto nella commedia “Chicchignola” di Petrolini, por‐tata in scena da I Servitori dell’Arte di Ladispoli.Un meritatissimo premio alla Regia è stato assegnato aFranco Tuba della Compagnia Divieto d’Affissione diRoma che ha portato in scena una splendida edizione di“Ricette d’Amore” di Cinzia Berni, interpretata da quat‐tro bravissime attrici tra le quali spicca la coinvolgenteStefania Zuccari.Tra le tante bravissime attrici protagoniste, si è aggiudi‐cata il premio Miglior Attrice l’eclettica Gilda Pegoraro,della Compagnia Nautilus di Vicenza, grazie ad una spu‐meggiante interpretazione di Gobette ne “La presiden‐tessa” di C.M Hennequin e P. Veber. Alla Compagniaanche il premio Speciale della Giuria.Una magistrale interpretazione dell’ormai famoso Fran‐cois Pignon ne “la Cena dei Cretini” è valsa l’assegna‐zione del Miglior Attore Protagonista, ad un grandeGiacomo Del Bino della Compagnia Teatro di Mezza‐notte di Pistoia.Hanno entusiasmato gli spettatori fabrichesi tanto da ag‐giudicarsi il premio Gradimento del Pubblico, gli inter‐preti di “Pagamento alla Consegna” della CompagniaAmici del Teatro di Pianiga (VE).Il premio più ambito, quello che incorona tanta bravurae tanta scrupolosa dedizione all’arte teatrale, è stato as‐segnato dalla Giuria allo splendido spettacolo “FilumenaMarturano” della Compagnia Luna Nova di Latina, di‐retta da Roberto Becchimanzi. Appuntamento per tutte le compagnie e per l’affeziona‐tissimo ed appassionato pubblico che continua a seguirela rassegna è con la XIII edizione del Premio. Vince la Compagnia Luna Nuova diLatina con “Filumena Marturano”Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.46 Pagina 24

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di Alessandro SoliCome eravamoCivita nel cuore

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PistolaAvevo dieci anni ed ero in piazza Matteotti quella sera del 15Settembre 1957, quando la nascente RAI portò qui a Ci-vita Castellana la sua trasmissione di punta: TELEMATCH,con Enzo Tortora in studio e gli inviati Silvio Noto e Renato Ta-gliani in giro per le piazze italiane. Il gioco si chiamava “L’oggettomisterioso” ed i vari concorrenti del posto dovevano indovinareappunto un oggetto proposto, con il montepremi che saliva di ri-sposta in risposta. Naturalmente il nostro Gianfranco Pistola,primo della lista partì favorito e indovinò l’oggetto che era un par-ticolare morsetto metallico. Vinse ben 570 mila lire, che a queltempo erano un bel gruzzoletto. La sua notorietà salì di colpo gra-zie a articoli su quotidiani e ad interviste varie. Ma quel giovane di-ciassettenne civitonico DOC, ne avrebbe fatta di strada, ed io, colsuo permesso, ho voluto tracciarla qui (di seguito il suo “curricu-lum vitae”), perché ogni suo lavoro, ogni suo viaggio lo ha intra-preso partendo sempre con “Civita nel cuore”. Dal palco alla scrivania P istola Gianfranco nasce aCivita Castellana (VT) il 7Ottobre del 1940, ivi fre‐quenta la Scuola Elementare DanteAlighieri e la Scuola Statale D’Arte Ce‐ramica. Il 15 Settembre del 1957, durante lafestività dei patroni S. Giovanni eMarciano, in Piazza G.Matteotti,viene allestita la diretta della trasmis‐sione televisiva itinerante della Rai,condotta da Enzo Tortora, “Tele‐match”, partecipando alla quale vinceindovinando l’oggetto misterioso. S’iscrive all’Istituto Professionaledi Stato per i Servizi Alberghieri Enalc (Ente Nazionale AddestramentoLavoratori del Commercio) di Rimini con l’obiettivo d’intraprendere lacarriera di direttore di famose catene alberghiere internazionali.E’ infatti durante questo percorso lavorativo e di studio che impara aparlare e scrivere correttamente le lingue: inglese, francese, tedescoe successivamente lo spagnolo. Ottiene l’incarico di Direttore di unacatena di alberghi a Rimini ancora prima di compiere 20 anni graziealle sue spiccate potenzialità di comunicazione e management.A seguito del decesso del padre il 21 Dicembre 1961, deve però ri‐fiutare la proposta di Direttore in Londra (UK) per tre anni con pro‐spettive di trasferimento in Germania e negli Stati Uniti. L’evento

inaspettato lo porta a riprogrammare la sua vita rimanendo in Italia,vicino alla madre e alla sorella.Nel febbraio del 1962, a seguito di colloqui di assunzione superatibrillantemente, entra a fare parte dell’Azienda di Stato per i ServiziTelefonici (Asst) in Roma con l’iniziale compito di operatore telefo‐nico delle tratte internazionali. Nel luglio del 1963 in occasione dellavisita a Roma del Presidente degli Stati Uniti J. F. Kennedy è interpreteufficiale per l’Azienda di Stato per i Servizi Telefonici della sala stampaper l’Ambasciata Americana a Roma, con sede operativa all’Hotel Ex‐celsior di Via Veneto. Acquisisce il titolo di Geometra per accederealla carriera e ai gradi superiori all’interno della Asst venendo appli‐cato già nel 1970 allo Staff di Direzione Generale Reparto Commer‐ciale. Nel 1970‐1971 viene assegnato come temporanea risorsapresso l’Economato della Presidenza del Consiglio dei Ministri.L’evoluzione e la trasformazione dell’azienda da Asst in Iritel (societàdel gruppo Iri ‐ Istituto Ricostruzione Industriale) e Telecom Italia poi,unitamente alla formazione su Tecniche di Marketing e di Rapporti So‐cietari della Direzione Generale Area Segreteria Organi Statutari, lovede Product Manager e Responsabile per l’apertura di Nuovi ServiziTelefonici quali il “Numero Verde Internazionale” e le “Reti privateVirtuali”. Alle Esposizioni UniversaliNazionali e Internazionali riveste lacarica di Responsabile negli stand diAsst, Iritel e Telecom Italia; nel 1992a Mosca presiede all’incontro con loStaff del Presidente Russo Eltsinpresso il padiglione IRI.Viene inviato a rappresentare la So‐cietà e l’Italia a meeting internazio‐nali per l’apertura di nuove direttricia Parigi, Amsterdam, Londra, Sidney,Amburgo, Berlino ecc. incontrandoesponenti europei ed extraeuropeidelle telecomunicazioni. E’ addetto alla progettazione, studio del soft‐ware “mailing list” e relativa gestione per conto della Telecom ItaliaSpA, per l’invio di tutta la documentazione Societaria (Annual Report,Interim Report, bozze di stampa, fusione ecc.) agli azionisti italiani estranieri. Responsabile del NVN/I (Numero verde Nazionale/Interna‐zionale) per conto della Direzione Generale Settore Rapporti Societaridi Telecom Italia Spa ha il compito di prendere contatti e proporre ac‐cordi internazionali. Partecipa a gruppi di lavoro stranieri per l’aper‐tura del Servizio Numero Verde Universale.La pluriennale esperienza maturata nell’ambito del Settore Pubblicoe Privato, ha reso possibile un’alta formazione professionale che hadato la possibilità di centrare gli obbiettivi stabiliti.

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L’angolo del grafologodel Prof. Piero Mecocciwww.grafologiapieromecocci.comC arlotta, da come dispone la sua scrittura nel foglio, mostrauna forte propensione verso la realtà, una stimolazione alperfezionamento ma senza alcuna presunzione di forza edi potenza.Dal punto di vista intellettivo dimostra vivacità, intuito, immedia‐tezza sia nell’accogliere sia nel rispondere alle sollecitazioni connaturalezza e compostezza. Molto buona la capacità decisionaleed operativa, la potenza critica e valutativa ma decisamente ri‐volta più alle esperienze passate, di cui ne fa tesoro. Riguardo alle nuove esperienze, dove deve decidere senza il sup‐porto di precedenti conoscenze, può avere chiara la soluzione delproblema ma al momento di definire possono insorgere dubbi sul‐l’opportunità della scelta e passa ad una serie di considerazioni evalutazioni che a volte ne ritardano le conclusioni. Se pressata, insituazioni che richiedono tempestività decisionali, può esserepresa da una certa agitazione. Non si tratta di una vera timidezza,ovvero degli eccessivi timori che caratterizzano i timidi, non c’èl’evitamento e la chiusura nei confronti delle nuove situazioni,delle nuove conoscenze e delle cose, bensì una certa incertezzasulle decisioni da prendere, un ritorno riflessivo per assicurarsi chela cosa fatta non sia di danno, o presenti degli inconvenienti nongraditi o non sufficientemente valutati. L’emozionalità primaria èpredisposta, in lei, in maniera congenita per evocare stati d’allarmea bassa soglia ma, nello stesso tempo, non troppo forti in modo dalasciare spazio all’emozionalità secondaria che costringe al ragio‐namento e alla riflessione sui nuovi eventi.I segni grafologici indicano una notevole capacità d’osservazione,di concentrazione e d’applicazione. E’ moderata, possiede equilibrio valutativo, senso della misura intutto, visione non enfatizzata della realtà e concretezza. E’ in gradodi stabilire valori di tangibilità tra quanto appare e quanto esistenei contenuti delle cose. Non resta influenzata dalla vistosità delleapparenze, ma nemmeno esaspera la ricerca della verità con ap‐profondimenti eccessivi. Generalmente affronta le questioni conmolto senso della valutazione e della semplicità, restando sem‐pre nei limiti della moderazione. Cerca la sicurezza e l’oggettivitàcontrollando e verificando tutto. E’ anche intuitiva ed immediata nel recepire le cose ma desideravagliare il tutto anche ricorrendo a comparazioni di contrasto.Prima di proporre e disporre qualche cosa, deve trovare una con‐valida e sicurezza in se stessa. Fa le cose con molto scrupolo ed èportata poco a delegare proprio perché diffida che le cose sianofatte diversamente da come pensa lei. E’ portata quindi a criticareciò che non va bene. In Carlotta i modi sono sempre corretti, spontanei e semplici esenza badare più di tanto alle formalità e regole. La cordialità e ladisponibilità emergono senza forzature e costrizioni ed ha la ca‐pacità di mettere chiunque a proprio agio, senza soggezioni. Inquesto si distingue per una signorilità di tratto senza artificiosità.Cura l’estetica e le piace adeguarsi alla moda della sua età. Perce‐pisce che è una ragazza con doti fisiche e ne trae la giusta soddi‐sfazione.Si dimostra affettuosa in modo spontaneo e visibile. Disposizioneall’adattamento, alla bontà d’animo, disponibilità alla conciliazione,all’accoglienza, portata all’incontro e non allo scontro. In lei èl’esperienza a consigliare un atteggiamento inflessibile, remissivooppure repulsivo.

Nella valutazione per il proseguo degli studi, in Carlotta mi sonosoffermato sulla naturale “tendenza”, cioè la spinta dell’istinto eall’inclinazione naturale e successivamente all’abilità, che es-sendo qualcosa di acquisito, può cambiare ed esaurirsi nel tempo,principalmente se non è accompagnata da un sentimento pro-fondo. Ho cercato d’individuare le caratteristiche specifiche dellasua struttura intellettiva, ho poi identificato l’elemento tempera-mentale.- L’area letteraria, nonostante gli studi già conseguiti, non è par-ticolarmente adatta. Nonostante possieda la chiarezza espositiva,la spontaneità intellettiva ed affettiva, la notevole capacità di lo-gica e sintesi, potrebbe risultare carente per la prolungata con-centrazione e per la fluidità operativa.- Non mi soffermerei sull’ipotesi di studi linguistici ed umanisticiche richiedono i primi grande costanza, ed i secondi spiccate ten-denze alla disponibilità adattiva. - Stessa cosa per l’area artistica perché l’esame scrittorio prevedeuna scrittura particolarmente ricercata ed i segni della sensibilitàartistica, un elevato spirito critico ed una creatività intellettiva.- L’area tecnica presume i segni della staticità grafica con una scrit-tura molto precisa e ripetitiva nelle sue forme che indicanoestrema precisione ed ordine, segni non prevaricanti nella scrit-tura di Carlotta.- L’area scientifica appare adatta per le doti d’intelligenza pro-fonda, per lo spirito d’osservazione e per l’acuta attenzione.- L’area musicale presuppone segni grafologici che possono indi-rizzare alla composizione e non si evidenziano tali segni, e diascolto, che certamente Carlotta predilige ma la scrittura non con-siglia studi adeguati.- Escludo l’insegnamento perché non riscontro i segni grafologiciappropriati.- Per gli studi psicologici esprimo il parere positivo per quantosopra esposto. Ho parlato a lungo del suo intuito psicologico e daquesto ne scaturisce la ricerca dei perché e delle motivazioni maanche per la flessibilità mentale, per la moderata adattabilità eper il non coinvolgimento che non deve esserci nell’ambito psi-cologico. E’, infatti, essenziale la reale e serena valutazione e ciòè possibile solo in un sano distacco professionale, cosa che Gio-vanna può attuare e che esprime nei suoi caratteri scrittori. - Sarebbe portata per gli studi medici ed in particolar modo per lachirurgia, per la precisione nei dettagli per la ricerca continua dellemotivazioni ecc., ma tenderei ad escludere questa possibilità peri motivi che spiegherò nel proseguo.- Portata per la meccanica che eliminerei per ovvi motivi.In questa valutazione inerente agli studi non si può non tener pre-sente che la ragazza non deve sopportare ritmi stressanti e conti-nui, consiglio quindi di non intraprendere corsi di laurea lunghi emolto impegnativi. Un percorso senza mete da realizzare in tempibrevi, dove la parte di apprendimento attraverso la memoria nondeve essere predominante, proprio per non sottoporla ad unostress fisico-mentale che mal sopporterebbe. L’applicazione nondeve incidere negativamente sul suo fisico. Consiglio di seguirestudi dove tutto deve essere prevalentemente rivolto verso ciòche riguarda un apprendimento indirizzato al ragionamento, allededuzioni mentali. L’Università privata è molto consigliata dove la lotta giornaliera èesclusa e la comprensione ed il rapporto umano sono più presenti.Analisi grafologica di

CARLOTTA

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Campo de fiori 31Storia di Francesca PelingaD ei soldati italiani che sonomorti nei lager russi du‐rante la seconda guerramondiale si parla molto poco, la sortedei prigionieri catturati dopo la tragicaritirata tra il dicembre ‘42 e il gennaio1943, costituisce ancora oggi una dellepagine più controverse e dibattute tragli storici. Solo agli inizi degli anni ‘90,l’apertura parziale degli archivi ha per‐messo di conoscere la loro sorte. LaRussia disponeva di una quantitàenorme di lager e i prigionieri diguerra italiani furono internati in oltreun centinaio di campi distribuiti sututto il territorio sovietico, ci fu dun‐que una dispersione degli italiani,so‐vente ridotti a una decina appena percampo che erano peggiori di Buchen‐wald, Mathausen. Decine di migliaia furono le vittime,prima nelle estenuanti marce di tra‐sferimento verso i campi di prigio‐nia,poi nei lager dove i tassi dimortalità nei primi mesi di prigionia lidecimarono. Furono 20 circa i civito‐nici che partirono per il fronte russo esoltanto 5 ritornarono a casa, alcunimorirono nei lager: Evangelisti Angelo,fante morto il 17/02/1943 nel lager diUcistoie sepolto nel campo 56; SantoriDanilo, artigliere morto il 23/03/1943nel campo 58 Tiomnikov, CostantiniAldo, bersagliere sottotenente mortoil 17/12/1943 campo 160 Sudzal, acirca duecento chilometri a sud‐est diMosca.

RUSSIA - Campo 160 SUDZALSudzal era un antico monastero sorto nel1700, al tempo di Caterina di Russia; estesosu una superficie di tre ettari, era cintato damura molto alte e conteneva diversi corpi difabbricati, baracche in muratura ad uno o duepiani adiacenti. Nel 1942 fu occupato da pri-gionieri italiani e rumeni, prima da soldati poida ufficiali, separati secondo la loro naziona-lità. I prigionieri, dopo la cattura, venivano ra-pidamente allontanati dalla linea del fronteper evitare che potessero in qualche modo ri-congiungersi ai reparti d’appartenenza e per-ciò erano subito avviati a piedi verso lestazioni. Venivano caricati circa in 100 su ognivagone merci lungo 16 metri e largo 3 metri,con le ginocchia in bocca, uno addosso all’al-tro. A questo bisognava aggiungere la fame ela sete e l’impossibilità di fare i bisogni corpo-rali per più di 24 ore. Per cercare di dissetarsisi elevavano sino al soffitto del vagone persucchiare le goccioline del vapore prodottodella respirazione e condensatosi in alto. Ilcibo che veniva consegnato loro consisteva inuna scatola di carne da 800 grammi per tuttie circa 100 grammi di pane secco a ciascuno.Venivano, poi, fatti scendere per continuarela marcia, ancora di diversi giorni, verso illager al quale erano destinati. Arrivati alcampo 160, comandato dal colonello Kra-stin, dopo tanto penare, si sdraiavano sui duritavolacci che il convento offriva per l’agognatoriposo. Di giorno in giorno, però, la fame au-mentava anche perché nei prime 4/7 giornidi prigionia ai soldati non veniva dato nè cibonè acqua, ma dovevano nutrirsi di nevesporca raccolta da terra, e di pari passo leforze cedevano. La brodaglia di ortiche bollite,se si era fortunati con un cucchiaio di zuc-chero, e il ciai, una specie di infuso di tè cheveniva data da bere, insieme ad un pezzo dipane nero, distribuito saltuariamente, non eranemmeno sufficiente a compensare le calo-rie indispensabili per vivere, figuriamoci perrimettere in sesto un organismo già debilitatodalle tremende fatiche sopportate! Ma costi-tuiva un salto di qualità dopo giorni di digiuno.Col passare del tempo un altro tormento af-fliggeva i prigionieri: un prurito ossessionantecausato dai pidocchi. Qualcuno tentava di to-gliersi gli indumenti, ma il tentativo si rivelavainutile poiché i pidocchi non erano solo sui ve-stiti ma anche sul corpo. Un giorno i prigionierifurono portati al bagno, uno stanzone gelatofurono fatti spogliare e ricevettero a turno unsecchio di acqua gelata mentre i vestiti veni-vano sottoposti a disinfestazione e i soldatinudi e tremanti per il freddo attendevano ilturno per potersi rivestire. Un altro disturbo af-fliggeva i prigionieri: la diarrea, ma il male peg-giore era il tifo petecchiale. In poco tempol’epidemia si diffuse all’intero lager e fece unastrage, con migliaia di morti le cui salme ve-nivano radunate in mucchi nel cortile esterno.Un carro agricolo tirato da un bue o da unmulo, poi, le trasportava nei pressi di un bo-schetto di betulle, alla periferia di Meskov,dove venivano sepolti in grandi fosse comunisenza piastrino di riconoscimento.continua sul prossimo numero...

GLI EROI DIMENTICATI

I soldati italiani (e civitonici) morti nei lagerCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.47 Pagina 31

32 Campo de fiori BLOGCome sempre, prima di salutarci, vi rinnovo lʼinvitonel salottino del mio blog:http://bonbontonmania.blogspot.it/ con tante idee,consigli e ricette per essere sempre al passo con itempi, perché ricordiamo che lʼeducazione, il buongusto e la buona cucina, non passano mai di moda!!!

L’angolo del Collezionista

Ldi Letizia Chilelli

L a storia di questo oggetto comincia da lontano, era infatti il1400, quando in Toscana, cominciarono a circolare i primi “cor‐redi da puerpera”, veri e propri mini‐servizi di piatti in maiolica,che venivano regalati alle neomamme per poter mangiare un buon pastoe bere un corroborante brodo dopo aver partorito.Queste piccole opere d’arte ebbero così grande successo che nel 1550 il ce‐ramista Cipriano Piccolpasso scrisse una sorta di “vademecum” per de‐scrivere il servizio da regalare ad una neomamma: 5 pezzi checomprendevano: una scodella, un tagliere (piatto), un’ongaresca (una sortadi contenitore che serviva da coperchio della scodella) ed una saliera conil suo coperchio, che spesso era munito di portauovo, tutti questi pezzierano impilabili in modo da formare un unico corpo che occupasse pocospazio.Nel ‘700 si ebbe una semplificazione dell’oggetto che prese la definitivaforma di una sola piccola zuppiera con due manici munita di piatto e co‐perchio (una sorta di tazza da brodo). In questi anni famose sono le tazzedella manifattura Ginori di Doccia che vennero prodotte dalla metà del‘700 fino agli inizi dell’800.Nel ‘900 due designer famosi, Gio Ponti e Giuseppe Gariboldi, sempre perGinori, reinterpretarono questo oggetto, rendendolo ancora più funzio‐nale, lineare e “moderno”.I decori della tazza da puerpera sono stati molteplici nel corso degli anni:dagli antichi fiori e frutta, alle scene di nascita degli dei, dalle figure elleni‐che passando per le greche antiche, dalle figure nude sia maschili che fem‐minili immerse nella natura e nei paesaggi, fino ai nostri giorni con designlineare e colori modaioli.Questo oggetto, soprattutto nella zona della Romagna è conosciuto anchecome “Impagliata”, il nome sarebbe “accostato” al rivestimento della man‐giatoia in cui nacque Gesù, ma anche alla cintura di paglia che nell’anti‐chità cingeva la vita delle neomamme, altre teorie, inoltre, raccontanoanche che il nome derivi dall’uso di usare la paglia come “sigillo” di portee finestre per evitare correnti d’aria nella stanza dove avveniva il parto.Rimando in questa zona d’Italia è bene sottolineare che le più rinomateImpagliate sono quelle della zona di Faenza, zona vocata per le splendideceramiche, va anche ricordato che proprio qui, nel 1982 fu creata una tazzada puerpera che venne donata a Lady Diana, Principessa del Galles, per lanascita del Principe William, inoltre, ogni primo Gennaio, la prima neo‐mamma faentina, riceve un’Impagliata da una bottega ceramica locale. Bibliografia e sitografia: “Dal desco da parto alla tazza dapuerpera: significato e simbologia di un oggetto legato allanascita” di Maria Pia Mannini; Pagina Facebook del MuseoInternazionale delle Ceramiche in Faenza.La tazza dapuerpera

Dove trovare le tazze?Naturalmente nelle zone di produzione, ma anche inRete, nei mercatini, nei negozi di antiquariato e nelleaste. I loro prezzi possono variare a seconda dei mar-chi (grandi nomi delle porcellane internazionali edItaliane hanno investito su questi oggetti) e delle pro-duzioni, si va da meno di 100 euro fino ad arrivare acentinaia, anche migliaia di euro, fate quindi moltaattenzione e fatevi consigliare da un esperto quandoe se deciderete di fare questo investimento.Come allestire la collezione?Vecchi comò, piattaie, mensole, panche, credenze etavoli, soprattutto se in legno rustico, sarebberol’ideale, per le “vecchie Impagliate” ma moderne eminimali tazze da puerpera (che possono trovarsi og-gigiorno) si sposano bene anche con un arredamentomoderno, magari in uno spazio creato proprio perl’oggetto in questione.

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di Fabiana PoleggiS ono finite le scuole ed ecco che arriva l’estate! Che periodofantastico è sempre stato questo per noi ragazzi, fine delleansie da interrogazione o da compiti in classe e soprattuttotempo, tanto tempo per giocare, per godere delle giornate di sole,per pensare a divertirsi dalla mattina alla sera. Ricordo quelle gior‐nate così piene di sole, perchè noi il sole lo sfruttavamo tutto, nondico dall’alba perchè la sveglia era la prima cosa che veniva eliminatadal comodino, dato che tutto l’anno ci aveva maledettamente co‐stretto ad alzarci per andare a scuola, ma certo non ci lasciavamo pas‐sare le giornate per dormire fino a tardi, quindi verso le otto, otto emezza eravamo già operativi! E via si usciva e si aspettavano gli altriragazzi, si passano intere mattinate in bicicletta o a giocare a corda, anascondino, a campana, a palline, a figurine, a pallone e una miriadedi altri giochi, ma tutti rigorosamente all’aria aperta. Poi il pomerig‐gio, con l’afa delle due, mentre i genitori collassavano dal caldo rin‐tanandosi per l’inevitabile pennichella, noi indomabili, ci rifugiavamogiù al fosso, difendendoci dal caldo torrido sguazzando come anatrein uno stagno, ci portavamo la merenda e si tornava a casa al calar delsole, tanto non c’erano cellulari che irrompevano nelle nostre gior‐nate. Oggi non riesco a crederci, la massima espressione dell’euforia per lafine dell’anno scolastico è dormire, i nostri ragazzi per festeggiare dor‐mono, e si perchè si sono alzati presto tutto l’anno e quindi ora si ri‐posano... Si alzano verso l’ora di pranzo, poi, televisione, computer,videogiochi anche fino a notte fonda, tanto domani non si va a scuola.Non riesco a digerire tutto questo spreco di tempo, tutto questospreco di sole, di aria, di vita. Si lo so, io sono di un’altra generazione e debbo farmene una ragione,ma sinceramente sono proprio contenta di appartenere a quelmondo dove si giocava tutta l’estate, col sole, ed anche con la piog‐gia, ma soprattutto insieme agli altri. Pensandoci bene, mi rendo

conto che la mia è stata l’ultima generazione di bambini cresciutisenza internet. Sin dai tempi degli antichi romani ai miei tempi, si è sempre giocatoper strada con gli altri! Anche nell’antica Roma si giocava a palline oa “latibulo”, cioè a nascondino, c’era mosca cieca, l’altalena, la “pila”,cioè la palla, il gioco della campana uno dei più popolari e diffusi frai ragazzi dell’antica Roma ‐ lo chiamavano gioco del clàudus, cioè giocodello zoppo, tutti giochi che si sono tramandati fino all’avvento diinternet, giochi che anche io amavo molto e che stanno scompa‐rendo. Ed io non sono certo di quelli che imputano a internet la causa di ognimale, anch’io uso molto il computer, e l’informazione che ne rica‐viamo veloce ed ampia, non ha confronto con i miei tempi, basti solopensare che per sapere l’orario di un treno bisognava andare alla sta‐zione, chiedere, consultare i tabelloni degli orari, ci voleva tempo, oracon qualche minuto sai anche a che ora parte il treno da Melbournea Werribee, in Australia, quindi è veramente prezioso. Quello che invece mi infastidisce molto, è il tempo che ci sprechiamosopra, non tanto noi, quanto le nuove generazioni. Il sostituire le no‐stre corse all’aria aperta con le sfide ai videogiochi, mi mette una tri‐stezza infinita, bambini che vanno in crisi di panico se gli togli ilcellulare (mi è successo più di una volta), che magari non lo accen‐dono, ma devono averlo con se altrimenti stanno male, è una reltàche non concepisco, una dipendenza che non può, non deve condi‐zionare così intensamente le nuove generazioni. Continuo a pensare che se dall’antica Roma ai nostri giorni abbiamocontinuato a fare gli stessi giochi, un motivo ci sarà stato, ed è un mo‐tivo di spensieratezza, di amicizia, di gioia di vivere, che non può, nondeve venire spento nelle prossime generazioni. La mia unica speranza è riposta nei nonni che, prorio nel periodoestivo quando le scuole sono chiuse, sono coloro che principalmentesi occupano dei bambini quando i genitori sono al lavoro, spero chesiano loro ad insegnare ai nipotini, i nostri giochi, i giochi al sole, la“campana” che ormai da tempo non si vede più disegnata col gessosulle strade, la corda che non si sente più sbattere per terra, la “pallamuro” con le relative canzoncine, un patrimonio anche culturale chenon deve andare perso.Anche nell’antica Roma si giocava apalline o a “latibulo”, cioè a nascondino,c’era mosca cieca, l’altalena, la “pila”,cioè la palla, il gioco della campana unodei più popolari e diffusi fra i ragazzi dell’antica Roma - lo chiamavano giocodel “clàudus”, cioè gioco dello zoppo

GIOCHI D’ESTATE

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&ECOLOGIAAMBIENTE

di Beatrice ManocchioI

Campo de fiori 35L a parola Ecologia deriva dal greco “oikos” che significa casa o ambiente,nonostante ciò la parola non significa esattamente ambiente o meglioambientalismo, ma essa e strettamente legata alla genetica, alla biologiaevolutiva, all’etologia.Per gli ecologi è molto importante capire il movimento di materia e di energia attra‐verso le comunità di vita, si dedicano all’apprendimento tutti i processi vitali gli adat‐tamenti e le relative interazioni, studiano lo sviluppo degli ecosistemi, osservando infine la distribuzione degli organismi e la biodiversità nel contesto dell’ambiente.La parola “Ecologia” è stata coniata nel 1866 dal dallo scienziato tedesco Ernst Haec‐kel. In una parola, l’ecologia è lo studio di tutte quelle complesse relazioni alle qualiDarwin fece riferimento come alle condizioni della lotta per l’esistenza.L’ecologia nell’arco di questi anni ha visto nascere nel suo interno innumerevoli spe‐cializzazioni come ad esempio: “L’ecologia culturale” che studia le relazioni tra gliaspetti socio‐culturali dei gruppi umani e l’ambiente nel quale vivono; “l’ecologia com‐portamentale” osserva l’atteggiamento animale e del ruolo del comportamento nelmettere in grado un animale di adattarsi al proprio ambiente. “L’ecologia del pae‐saggio” si occupa di studiare le funzioni e le trasformazioni nello spazio e nel tempodei paesaggi; “l’ecologia urbana e sociale” una disciplina questa che studia l’intera‐zione tra il comportamento umano ed i grandi ambienti urbani.C’è poi “l’ecologia delle acque interne” per acquisire tutte le informazioni sugli eco‐sistemi di acque dolci, studia le acque dei fiumi dei laghi le acque sotterranee comele falde freatiche.Infine c’è “l’ecologia industriale”, è questo un concetto che si è introdotto da pocotempo ma sta diventando di grande importanza perchè si occupa nella pianificazionee nella gestione ecosostenibile dei sistemi produttivi.Come si può vedere la parola Ecologia racchiude più discipline e numerose applica‐zioni in diversi campi, come la biologia, la gestione delle risorse umane, la salute dellecomunità, l’economia ecc ecc.Di certo è che tutte queste materie di studio tendono a comprendere e a tutelaremeglio il nostro habitat per il bene di milioni di persone.Quante discipline

racchiude la parolaTante volte abbiamosentito pronunciare la parola “Ecologia”, ma forse è bene sapere la suaorigine i ed suovero significato.di Giovanni Francolaemail: [email protected]?

I l 9 giugno presso l’Orto di Miretto,lungo il Belvedere Falerii Veteres di Ci‐vita Castellana, l’associazione O.P.S.(Occorre Provarci Sempre) ha organizzato unagrande festa per inaugurare linizio della stagioneestiva.La serata è cominciata verso le 22.00 con la pre‐sentazione del Palio dei Rioni, un torneo di calciotra i ragazzi dei diversi quartieri di Civita Castel‐lana. La gara è stata organizzata dai referenti diogni rione in collaborazione con il gruppo O.P.S. eActive Media e avrà inizio il 9 luglio.Dopo la conferenza stampa ed il sorteggio dei gi‐roni si è dato il via alle danze con la musica dei djAndrea Bernardi e Leonardo Marabitti.Molti ragazzi hanno partecipato all’evento, salu‐tando così la fine delle scuole e festeggiando l’ini‐zio dell’estate. Un grazie va all’associazione Ops e a tutti quelliche hanno collaborato per la buona riuscita dellafesta. Siamo certi che ne vedremo ancora dellebelle.Alla prossima.LOADING SUMMERCaricamento dell’estate in corsoGrande festa organizzata da O.P.Sall’Orto di MirettoCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.47 Pagina 35

36 Campo de fiori L’L’episodio bellico della guerra15/18 che segue, è da inqua‐drare nelle vicende dell’otto‐bre 1917, nei giorni della ritirata del nostroEsercito, conosciuta come la ritirata di Capo‐retto. Non mi soffermo nell’analizzare le mo‐tivazioni dello sfondamento delle nostrelinee; su questo argomento sono stati versatifiumi di inchiostro! Comunque gli storici sonoconcordi nell’affermare che la disfatta del‐l’Esercito zarista, conseguente alla rivolu‐zione bolscevica, consentì alle truppegermaniche di spostare tutta la potenza bel‐lica impiegata sul fronte russo, sia verso ilfronte francese che su quello italiano, raffor‐zando notevolmente il suo alleato austro‐un‐garico.In quella occasione gli austro ‐ tedeschi fe‐cero prigionieri ben 300.000 militari italianima fortunatamente, la III Armata comandatadal Duca d’Aosta, era ancora intatta e si ap‐prestava a costituire linee di difesa sul fiumeTagliamento. Il Duca d’Aosta si rese imme‐diatamente conto che la sua Armata, nonavrebbe avuto il tempo necessario per co‐struire la difesa, precedentemente proget‐tata sul fiume in questione ed in sintonia conil comandante Supremo italiano, GeneraleCadorna, decise di spostare la difesa sulfiume Piave e si ordinò a vari reparti del VIcorpo d’Armata di fermare l’avanzata nemicaper almeno 24 ore; il tempo minimo per at‐testarsi sul Piave.In seguito a questi avvenimenti, la II Brigata diCavalleria al comando del Generale GiorgioEmo di Capodilista, nel pomeriggio del 29 ot‐tobre 1917, ricevette l’ordine di portarsi aPozzuolo del Friuli definito come località “perno di manovra “ delle forze tedesche, ap‐partenenti alla XIV Armata.

Generale Regio Esercito Giorgio Emo di Capodilista 1864-1940Pozzuolo del Friuli è attualmente un comunedi circa 7.000 abitanti, in provincia di Udine,situato a 10 Km a sud del capoluogo; nel1918 esso aveva circa 5.500 abitanti; ebbeneproprio in questo comune, nel centro abi‐tato, si svolse nei giorni 29 e 30 ottobre 1917una battaglia decisiva, dove la nostra Caval‐leria riuscì a ritardare di 24 ore, come richie‐sto dal Comando Supremo, l’avanzata delletruppe austro‐germaniche. L’ordine ricevuto dal comandante della II Bri‐gata di Cavalleria era quello di ritardare il piùpossibile l’avanzata del nemico il quale do‐veva transitare proprio a Pozzuolo del Friuli;la Brigata era compo‐sta da due reggi‐menti: il IV Rgt“Genova Cavalleria”nonché dal V Rgt“Lancieri di Novara“al comando rispetti‐vamente, del Col.Bellotti e del Col.Campari.A cercare di ritardarel’avanzata degli au‐stro – tedeschi eranostati anche coman‐dati due Battaglioni della Brigata di Fanteria“Bergamo”, la quale il giorno 30 novembre1917, era comandata dal Col. Brigadier PietroBalbi e costituita dal XXV Rgt. Fanteria non‐ché dal XXVI. I due Battaglioni della “Ber‐gamo” mandati a Pozzuolo del Friuli erano ilII del XXV ed il III del XXVI. Si stabilì subito unacomunione di intenti fra gli uomini della Fan‐teria e quelli di Cavalleria, ben consci di doverdifendere Pozzuolo il più a lungo possibile efino alla morte! Basti pensare che il rapportodi forze con il nemico, sia di uomini che di ar‐mamento, era 1 a 10; quelle poche mitra‐gliatrici Fiat‐Revelli però fecero miracoli!Il Rgt “Genova Cavalleria” fu schierato ad estdel paese mentre quello dei “Lancieri di No‐vara” ad ovest; i due battaglioni della “Ber‐gamo “ erano schierati a nord dell’abitato.Il II Btg. del XXV Reggimento di fanteria eracomandato dal Maggiore Giuseppe Falucimentre il III Btg. era alle dipendenze del Ca‐pitano Felice Eula; Il XXV Rgt. invece era co‐mandato dal Col. Amedeo Couture ed il XXVIRgt. dal Col. Aspremo Pelegatti.Emblematico ed inequivocabile, fu il discorsoche fece ai suoi Ufficiali a rapporto il Gene‐rale Capodilista, nel tardo pomeriggio del 29ottobre 1917, consegnato alla storia e delquale riporto le parole più salienti: “…noidobbiamo tenere il posto e resistere, costiquel che costi, fino a domani sera. A quelmomento la III Armata avrà passato il Ta‐gliamento. Asse‐gno ai Dragoni di“Genova” la difesadel lato Est delpaese, ai Lancieridi “Novara” il latoOvest . . .questodovrà essere il no‐stro Campo‐santo!…”Continua sul prossimo numero

di Arnaldo [email protected] SALIENTI DELLA GUERRA 15/18Gli eroi di Pozzuoli e del FriuliParte 1° Una immagine della ritirata di Caporetto“Soit à pied soit à cheval mon honneur est sans ègal”Premessa: si ringrazia il GeneraleC.A. Paolo Gerometta per avermifornito informazioni storiche precise,dettagliate ed utili alla stesura diquesto articolo.

Pozzuolo del Friuli oggi"Sia a piedi che a cavallo il mio onore non ha uguali"

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38 Campo de fiori I LIBRI DELL’ACCADEMIA

INTERNAZIONALE D’ITALIALe pubblicazioni del prof.

MASSIMO MARSICOLA

VUOI PUBBLICARE UNATUA OPERA LETTERARIA?(Poesia, Narrativa, Saggistica...)SCEGLI A.I.D.I. EDITOREEsperienza, competenzae professionalità!Via Giovanni XXIII, 59 - CIVITA CASTELLANA (VT). INFO 328.3513316 o [email protected] romanzo di AugustoStefanucci Il libro scritto a quattro manidai giornalistiMassimilianoMascolo eUgo BaldiIl primo lavoro diAttilio Fioravanti

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Campo de fiori 39In un’epoca, quella a noi contempora­nea, in cui tutto scorre velocemente enella quale siamo costretti a rincorrereil tempo della nostra vita, per fortunac’è qualcuno che, ogni tanto, si sofferma ariflettere e che ci invita e ci stimola a farealtrettanto. È proprio questo ciò che ha vo­luto fare Attilio Fioravanti attraverso il suoprimo libro: una raccolta di riflessioni chenascono dal suo vissuto, su tanti, tanti ar­gomenti che accomunano il genere umano.Essa è arricchita da numerose citazioni ri­conducibili a personaggi storici di granderilievo, ma anche dei giorni nostri: letterati,scrittori, poeti, filosofi, condottieri, politici,giornalisti, cantanti, vip.Tanto è che, nella seconda parte, delineabrevemente gli aspetti peculiari di alcuni diloro, evidenziando l’approccio che essistessi hanno avuto nei confronti di questistessi argomenti.Ma Attilio Fioravanti, che si rivela, con que­sto suo primo volume, uno scrittore, in re­altà è anche un bravo pittore, da molti giàconosciuto. Una selezione di alcuni dei suoinumerosissimi dipinti chiude questa suaprima pubblicazione.Molto spesso si può imparare anche dalleesperienze di vita degli altri, basterebbesoltanto ascoltarle o leggerle, come in que­sto caso, e farle proprie.Dott.ssa Ermelinda Benedetti In questo testo è racchiusa una vita intera, ricordi, aneddoti, proverbi, conoscenza,opinioni.Si denota un meccanismo formativo e culturale di un senso critico pervasoda un celato programmatismo il quale spesso supera quel quieto vivere ordinato, evi‐denziando uno stadio di instabilità dovuto parte al globalismo esasperato, alla tec‐nologia esagerata e da una fuga in avanti a ciò che resta dalla tradizione dei tempi deinostri padri. Questo anche per l’eccessivo consumismo di una società che spinge più al‐l’apparire che all’essere delle cose, come pure all’esasperata voglia di emancipazione so‐ciale e la corsa al profitto ad ogni costo in nome dell’uguaglianza e della libertà.Il presente libro può definirsi una SUMMA (molteplici argomenti) attraverso la qualel’autore interagisce con un ipotetico lettore mettendo a disposizione, in un gesto di ge‐nerosità, tutto quel che sa, per il piacere di condividerlo con gli altri. Molti gli argomentitrattati e ciò che più sorprende è il connubio tra osservazioni filosofiche, teologiche,politiche e un populismo di maniera che riporta il “sentir comune”.Gli argomenti non sono scelti a caso ma rappresentano dei punti fermi nella vita del‐l’autore che ne prende in considerazione uno alla volta, lo mette sotto una lente d’in‐grandimento e lo analizza. Comunica tutto quello che gli affaccia alla mente e poi registradirettamente i suoi pensieri sulla pagina. Pagine di storia e avvenimenti di attualità, de‐scrizioni accurate e profondo amore per la letteratura e per l’arte, connotano la perso‐nalità dell’autore che ha voluto mettersi alla prova con questo testo che potrebbechiamarsi “PENSIERI in LIBERTÁ”. Dott.ssa Maria Lucia GirelliCenni biografici dell’AutoreATTILIO FIORAVANTInasce a Montorio Romano(RM) il 25 Novembredel1938. Fioravanti ha fre­quentato gli studi classicied ha, poi, svolto attivitàbancarie e assicurative.Successivamente si trasfe­risce a Ronciglione, in pro­vincia di Viterbo, dove viveattualmente. Nella tardaetà si è avvicinato all’artepittorica (pittura ad olio),frequentando lo studio ar­tistico del prof. AntonioCerica, poliedrico nelcampo artistico e argutoprecettore nell’affrontare ilmodello vita.

UNA FINESTRASUL MONDO: Riflessioni.Il primo lavoro di Attilio Fioravanti,edito dall’AccademiaInternazionale d’ItaliaSarà presentato il 7 Luglio presso la sala ITERLANDdi Ronciglione“E’ da tutta una vita che prendo appuntie raccolgo i miei pensieri in un qua-derno”. E’ così che si presenta alla no-stra redazione Attilio Fioravanti ed ècosì che abbiamo iniziato a trascrivereil suo manoscritto per poter dar formaal suo primo vero libro stampato e rea-lizzare il suo grande sogno nel cassetto.Il volume di circa 140 pagine raccoglieinfatti le riflessioni dell’autore, come sipuò già evincere dal titolo, ma ancheventi immagini a colori dei suoi nume-rosi dipinti ad olio. Riportiamo qui l’In- troduzione, acura della Dott.ssa Erme-linda Benedetti e la Prefazione, curatadalla Dott.ssa Maria Lucia Girelli, chetroverete nelle prime pagine del libro,per darvi un piccolo assaggio di questolavoro.Vi aspettiamo, poi, numerosi allapresentazione ufficiale il 7 Lugliopresso la sala Iterland di Ronci-glione, dove interverrà anche l’au-tore!

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40 Campo de fiori di Bruna Ferrinihttps://brunaferrini.wordpress.comL a storia del sentimento d’amore è storia dell’umanità. Ha radiciin ogni essere umano e la sua nobiltà ha dato origine ad ogni genere di scrit‐tura sia grafica o pittorica, un invito ad esprimerla in musica, a voce, in danza,in poesia, nel silenzioso linguaggio degli occhi, nel primo vagito dell’uomo. Sentimentoche, oggi, sappiamo essere presente anche negli uccelli dei quali sono stati cronometratied interpretati sibili e richiami vocali, per non dire ancora degli animali più vari compresiil cane, amico dell’uomo per eccellenza e via via tutti gli altri che conosciamo. Anche la farfalla ama e risponde al volo delle amiche? Ne sapeva già qualcosa la scrittriceche ci ha lasciato notizia: George Sand. Lei che viveva anche in una pianta in cui si sentivaerba, ad ogni primavera volava sul suo cavallo ed andava ad incontrarle in luoghi noti alei e pochi altri. Purtroppo le prendeva per studiarle da vicino, le metteva in cataloghiadatti all’uso e ne faceva conoscere la beltà agli amici descrivendole anche per lettera. E noi cosa ne facciamo di questo sentimento che palpita fin da quando apriamo gli occhie li volgiamo al volto materno? Nella nostra era moderna abbiamo scoperto misteri edancora qualcosa in più dai piccoli neonati: laggiù, nel profondo e nel buio che li protegge,il cuoricino batte palpiti d’amore, un toc toc per dire ci sono anch’io, prendimi e portamicon te. D’amore li avvolgiamo accompagnandoli nella vita, scegliendone la migliore pos‐sibile, in luoghi adatti alla crescita ed al benessere. Sì. Vogliamo ignorare tutte le variantiche ci tormentano nei tempi moderni e dare voce , come ci hanno insegnato anche i fi‐losofi buoni, al sentimento amoroso da coltivare con attenzione. Ne ha appena scritto il noto lo studioso per eccellenza dei sentimenti umani, della psiche,Vittorino Andreoli nei libri “La Gioia di vivere” e “La Gioia di pensare”. Sentimenti di gioiae di pensieri che “dobbiamo coltivare come un giardiniere fa con i suoi fiori più delicati”.E poiché, insieme all’amore esiste anche la razionalità nell’uomo, il dualismo e la ragio‐nevolezza debbono imparare a convivere e crescere. Il poeta sa riassumere meglio: “Ilmio destino è vivere balenando in burrasca”. Grande Cardarelli, nato qui, nel viterbese,a Tarquinia ma che nella città di Roma ha voluto trascorrere gran parte della sua vita “ba‐lenando in burrasca,” appunto tra sentimenti e ragione , gioia e tormento, in attesa di su‐perare momenti difficili ed amori instabili. Quale difficoltà con Sibilla Aleramo, mai tantoe soltanto sua come avrebbe voluto. E dove e come possiamo vivere per aiutarci meglioa far nascere e crescere la nostra parte di “favola bella della vita”?A scuola ed è sempre Andreoli che ne descrive il percorso in una “Lettera a un insegnante“diretta appunto a chi ci vive ed a chi deve insegnare il mondo dei sentimenti e della ragioneche sono presenti nel bambino prima che nell’uomo adulto. Scrivendone, anche il pro‐fessore torna indietro nel tempo e, in un delicato amarcord dove il sentimento prevale sulpensiero adulto, ricorda il suo professore di matematica , divenuto poi suo suocero, GianniMigliarese, il quale da meridionale orgoglioso della sua terra, correva per sentieri dellaDolomiti trentine pensando di essere nella sua grande Sila. Amore per i luoghi che ci hannovisti bambini, in breve per le radici oggi tornate quasi di moda. E poi, in un crescendo diemozione annuncia: “Caro insegnante, te lo voglio dire in una frase soltanto, i miei eroi liho trovati a scuola ma il più grande l’ho avuto in casa: mio padre”. Ma chi non l’avesseavuta questa fortuna? Saranno i padri di oggi a doverci aspirare. Il professore ne consigliala strada: poichè occorre lungo tempo affinchè la scuola possa insegnare a vivere, e poi‐ché la vita non è un’applicazione fredda di un programma, occorre sia attivata “la capa‐cità di conoscere le emozioni, i sentimenti e di sapersi relazionare con l’altro da sè“.Ed ora che abbiamo tentato di entrare nel segreto delle nostre anime custodi d’amore,leggiamo l’invito concreto dello studioso: “I sentimenti sono quei legami che ciascuno dinoi instaura con l’altro e i legami sono le condizioni necessarie per la sicurezza, per vin‐cere o alleviare le paure, come mettersi in cordata quando si scala una parete rocciosa”.

Una favola bella, tra giovani da portare alla luce del pensiero, con tanto amore nel cuore.C’era una volta...Ora che ho riferito la lezione, raccontiamola favola di cui al titolo.

C’era una volta un piccolo Centro-ospe-dale per ragazzi spastici, allora così indi-cati perché nati da parti podalici econseguenti problemi fisici. Posso assicu-rare che ancora è nel ricordo di molti,anche in modo concreto perché l’amore ela vigilanza di chi vi ha insegnato sono riu-sciti a portare la luce immateriale in occhispenti, la gioia della partecipazione a chiera in carrozzina, la parola soffiata con filodi voce a chi non ne aveva, una speranza achi, immobile, attendeva il cigolìo di unaporta nell’aprirsi ad un amico, un sogno achi non aveva una ragione di sognare. Fa-cile sognare quando all’alba possiamo per-metterci di realizzare un bel sogno,coraggio quando al risveglio c’è il vuoto!Ebbene quel vuoto è stato riempito moltospesso dal lavoro di tutti, medici compresi,dall’amore espresso anche in un semplicegesto. Un giorno, dalla chiesetta accantoall’edificio, giunse quasi un miracolo: un co-modo leggio per appoggiare un libro troppoingombrante per chi avrebbe dovuto leg-gerlo a letto, disteso. Si. Una favolad’amore: una scuola per gradi, condizio-nata cioè dalla capacità di movimento, unaconquista per chi, con braccio imprigio-nato da nervi tesi, tornò a muoverlo perscrivere, la gioia del pensiero quando i si-lenzi erano allontanati dalle parole. El’amore sempre a creare sorrisi sofferti involti segnati. Una donna fu capace dicreare, dal nulla, quella scuola: DonnaCarla Gronchi, la moglie del presidenteGiovanni Gronchi La Croce Rossa Italianadi via Toscana a Roma offrì appoggio eco-nomico, il Ministero dell’Istruzione inse-gnanti di ruolo. La vicina chiesa, sacerdotiper Comunioni di Gioia: ne esistono ancorafoto dove la Luce rallegra i cuori. Vera-mente! Contro l’oggi, dove l’abito si toglieancor prima della funzione per correre viapensando ad altro. Scuola d’amore, una favola bella. Finita.Non c’è tempo per il romanticismo: re-sterà il tempo dell’amore? Nel leggere levarie storie raccontate in questa nostrarivista, c’è da sperare ancora: sono bellee buone, ricche d’amore. Bravi quanti rie-scono ancora a rintracciarle e raccon-tarle.

Scuola d’amore

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41Campo de fiori RICCARDO PEDICA ESPONE A PARIGIDoppio appuntamento fotografico per IL Ph fabricheseDal 27 al 31 Giugno presso l’Espace T2 diParigi e dal 2 al 7 luglio presso la MaMoTemporary Gallery di Arles sara’ possibiletrovare in esposizione una foto della col‐lezione “Patterns” di Riccardo PedicaLa collezione “Patterns” continua cosi’ ilsuo viaggio dopo essere stata esposta in‐teramente ad Aix en Provence, in seguitoa Lione in occasione della mostra collet‐tiva “NotorYou” arrivando a Roma alla Te‐vere Art Gallery ed infine a les Voies Off diArles durante il prestigioso festival foto‐grafico internazionale “Les Rencontresd’Arles”. Ecco la lista complete delle esposizioni: § 15 Novembre 2016: Esquichette Aix enProvence § 19‐21 Aprile 2017: Soffa Lione § 12‐16 maggio 2017: Tevere art galleryRoma § 27 ‐31 Giugno 2017: Espace T2 Parigi § 2 ‐ 7 Luglio 2018: MaMo TemporaryGallery “Voies Off Arles”Le fotografie di Riccardo sono caratteriz‐zate da una forte componente graficafatta di linee geometriche e contrasti, chefanno da scenario alla presenza umanaquasi sempre colta in momenti intimi.Riccardo ha inoltre appena lanciato un sitointernet “Imparalafotografia.com” dedi‐cato alla condivisione della conoscenza fo‐tografica dove attraverso Video , Podcasted un gruppo facebook privato condividela sua esperienza e segue i nuovi aspirantifotografi nel loro percorso di crescita arti‐stica. Ricorre quest’anno il centenario della fine delprimo grande conflitto mondiale e sono moltigli eventi organizzati durante tutto il 2018 nel‐l’intera penisola. A Civita Castellana, in parti‐colare modo, la Biblioteca comunale E. Minio,in collaborazione con l’amministrazione co‐munale e con CiviTonica, ha programmato unaserie di incontri tutti strettamente legati allaricorrenza. Tra questi, la presentazione dellibro di Arnaldo Ricci “Civitoni in guerra. Ri‐costruzione storica di eroi di guerra”, che si èsvolta Giovedì 24 maggio presso la sala dellabiblioteca locale. A dare il saluto di benvenutoa tutti gli intervenuti l’assessore alla culturaVanessa Losurdo, mentre a fare gli onori dicasa Patrizia Cimarra e Marianna Tumeo chehanno letto alcune poesie tratte dal volumedel poeta civitonico Mario Franci, da cui hapreso spunto, in parte, il lavoro di Ricci, oltread alcuni passi tratti dal libro dello stesso. Laparola è passata poi alla giornalista ErmelindaBenedetti, caporedattrice della rivista Campode’ fiori, che ha brevemente delineato lafigura dell’autore, storico collaboratore dellatestata, sulle pagine della quale avevano giàtrovato ospitalità le vicende raccolte nel libro“Civitonici in guerra”. Subito dopo il prof. LuigiCimarra, importante linguista, storico e ricer‐catore, ha approfondito le vicende trattate nelvolume in questione, ampliando il discorso aifatti storici che questi soldati si sono trovatirealmente a vivere. A conclusione l’interventodell’autore, che ha raccontato come sia pro‐ceduto il minuzioso lavoro di ricerca da lui por‐tato avanti. Il libro, in realtà, nella prima parteraccoglie anche le storie di cinque personaggiche hanno preso parte alla Seconda GuerraMondiale. Arnaldo Ricci ha già pubblicatoanche il suo secondo lavoro: “Eroi di Fabricadi Roma. Le vicende dei caduti di Fabrica nellagurera 15/18” ed è in lavorazione per il terzo.In questa occasione, inoltre, la sig.ra Ercoliniha voluto donare alla biblioteca e quindi aisuoi fruitori ed a tutta la cittadinanza, unquadro, ritrovato in un vecchio baule delnonno, che raffigura tutti i caduti civitonicIdella Prima Guerra mondiale. Molto ricco dibelle iniziative è ancora il cartellone promossodalla Biblioteca Comunale Minio. Vi invitiamoa partecipare agli eventi organizzati per ricor‐dare chi ci ha preceduto ed ha combattuto perrendere l’Italia il Paese che è oggi.

Presentato il libro di Arnaldo Ricci, in occasionedel centenariodella finedella Prima Guerra Mondiale“CIVITONICI IN GUERRA”Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.47 Pagina 41

42 Campo de fiori L’

di Secondiano ZeroliL’Incipit di uno dei tanti libri che sono stati scritti di que‐sti tempi sul mitico maggio 68 a Parigi, inizia con un ti‐tolo di giornale. E questo titolo di giornale (parliamodell’autorevolissimo Le Monde di Parigi) lascia esterrefatti: “la Fran‐cia si annoia”e l’articolo, comparso a fine Aprile 68, così inizia: “la vitapolitica, i dati economici, il tram tram dei cittadini, tutto concorre a de‐finire l’immagine di un Paese placido, senza tensioni sociali, nè pas‐sioni...”. Nessuno prevedeva, nemmeno lontanamente, quello che dilì a poco succederà. Ma l’esplosione del Maggio 68 a Parigi, rimarrà,a mio parere, un fatto a sé, tanto eccezionale nella sua valenza so‐ciologica‐ politica quanto poi quasi del tutto assente nella vita uni‐versitaria parigina degli anni successivi. Mi spiego meglio: Io hotrascorso a Parigi 4 mesi tra il 1969 e il 1970. Provenivo dall’Univer‐sità di Pisa, dove nel 69, nel 70 e negli anni a seguire, non passava unsabato senza che non ci fosse una manifestazione di piazza organiz‐zata da Lotta Continua. Nel novembre del 69 in un cruento scontrocon la Polizia, su uno dei Lungarni di Pisa, uno studente perse addi‐rittura la vita, colpito da una pallottola delle Forze dell’Ordine. Nellacapitale francese invece niente di tutto questo. Il 68, il Maggio 68,dopo l’oceanica manifestazione dellaborghesia parigina, voluta dal Gene‐rale De Gaulle (sua la celebre frase:La ricreazione è finita) sembrò scom‐parire del tutto, sembrò sciogliersicome neve al sole. Rimasero sulcampo i frutti di quella furibondaesplosione della gioventù studente‐sca ma mai più i giovani ebbero l’ar‐dire di battersi per strada contro leForze dell’Ordine. E a quel punto misembrava quasi patetico il famosomotto “Ce n’est qu’un début conti‐nuons le combat” (non è che l’iniziocontinuiamo la lotta) semmai questafrase di lotta al potere, si sarebbe

adattata meravigliosamente a quello che accadrà poi in Italia (mani‐festazioni reiterate un po’ in tutte le Università, morti tra gli studentie tra le Forze dell’Ordine, poi la degenerazione delle Brigate Rosse, poil’omicidio Moro, infine la bomba alla stazione di Bologna nel 1980).A Parigi c’era semmai la voglia di esorcizzare quella stagione di follia(l’immaginazione al potere) con una quasi maniacale voglia di orga‐nizzare il week‐end. Le lezioni all’Università terminavano invariabil‐mente alle ore 13,00 del venerdì e nel pomeriggio i grandi centricommerciali venivano presi d’assalto da una gioventù che intendevatrascorrere il sabato e la domenica in una casa di campagna, in un ca‐sale di famiglia o da amici che abitavano anche poco fuori Parigi. Duegiorni di svaghi, due giorni all’insegna del Camembert e del Beaujo‐lais. Due giorni e due notti con una chitarra che favoleggiava sul leg‐gendario Maggio 68, che ne ricreava il clima, che ne ricercava leorigini, che lo acclamava ma che anche lo derideva perché si ricono‐sceva il forte legame che la borghesia aveva ripreso con le Istituzioni,quelle Istituzioni ora saldamente in mano al Generale De Gaulle.Di ritorno da Parigi il 1° Maggiodel 70, mi imbattei a Pisa nelconsueto corteo al grido di “VivaMarx, Viva Lenin, Viva Mao‐Ze‐dong”.E mentre percorrevo Ponte diMezzo e poi Borgo stretto, pen‐savo tra me che chi la rivolu‐zione l’aveva fatta sul serio,l’aveva già storicizzata, mentrenoi Italiani, al solito, le facevamoil verso, ma i nostri altro nonerano che dei tardivi ragli d’asinoche si disperdevano ben primadi arrivare in cielo...CHI FECE LA STORIA... E CHI LE FECE IL VERSOIl ‘68 in Francia ed il ‘68 in ItaliaCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 42

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43Campo de fiori FREE MIND

P er il terzo anno consecutivo, la squadra di calcio a 5 del Cen‐tro di salute mentale di Civita Castellana, Free Mind, è stataprotagonista del torneo internazionale che si è svolto in Pu‐glia dal 24 al 31 Maggio, guadagnando un meritatissimo secondoposto alla Coppa del Salento. Ben 36 le squadre provenienti da tuttaItalia e dall’estero (Spagna, Ungheria, Francia, Ucraina) che si sonosfidate per portare a casa gli ambiti premi. La finale, disputata con ilReggio Emilia, è terminata 2‐2 ma ai calci di rigore gli emiliani hannoavuto la meglio, lasciando gli avversari con l’amaro in bocca. La FreeMind che da quest’anno è stata rico‐nosciuta come rappresentante tutta laASL VT, ha così ottenuto un buon 8°posto nella classifica generale, miglio‐rando le proprie posizioni. Lo scorsoanno, infatti, erano riusciti a guada‐gnare solo il 5° posto nella Coppa Ita‐lia. Ma il premio che più ha riempito diorgoglio i ragazzi della squadra è statoil premio speciale come squadra piùsimpatica e corretta del torneo.Molto, molto soddisfatti di tutti questisplendidi risultati sono anche il misterMaurizio Menichelli, e gli accompa‐gnatori Maria Casali e Roberta Spe‐randio (operatori), il dirigente dellacomunità Akatos Gianni Tassoni, il co‐ordinatore Filippo Mario Perazzoni(presidente). Ed è proprio al mister che segue la squadra in ogni alle‐namento, Maurizio Menichelli, che abbiamo rivolto qualche do‐manda.Com’è stata questa esperienza?È stata un’esperienza preziosa soprattutto per i ragazzi che per laprima volta partecipavano. Faccio un plauso a loro per la grinta ed ilcoraggio che hanno dimostrato e per il grande senso di appartenenza.La nostra squadra era l’unica a rappresentare la regione Lazio ed i ri‐sultati sono stati ottimi.Quali sono i vostri prossimi impegni?Appena siamo tornati ci siamo rimessi subito a lavoro, allenandocicostantemente perché a Settembre inizia il primo campionato na‐zionale di calcio a 5 per CSM organizzato dalla FIGC, si chiameràQuarta categoria . si stanno facendo passi enormi nel calcio per i Cen‐tro di salute mentale. Quest’anno a Roma si sono disputati i mondiali,vinti dall’Italia in finale contro il Cile. Alla premiazione sono intervenutiTarducci e Mihajlovic, con la partecipazione delle Iene che hanno rea‐lizzato un bel servizio televisivo per la loro trasmissione. La partita èstata trasmessa in diretta da RAI Sport.Ci sono dei ringraziamenti partico‐lari?Vorrei mandare un ringraziamentoparticolare alla Dirigente ASL VT e delDSM che ci ha dato la possibilità dipartecipare, ed a tutti gli operatoridel CSM che hanno coperto i turni diservizio in mia assenza, all’assistentesociale Daniela Ciaffaroni che hasvolto un lavoro prezioso a livello am‐ministrativo per l’organizzazione.Il calcio, lo sport più famoso e prati‐cato al mondo, è uno sport adatto atutti, che non fa discriminazioni! Lasperanza è di vedere presto qualchegiocatore della Free Mind nella squa‐dra della Nazionale!Ermelinda Benedetti

La squadra di calcio a 5 delCSM di Civita Castellana protagonista del torneo pugliese “La testa nel pallone”Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 43

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Cineparadedi Catello MasulloVALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8

44Campo de fiori In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dovel'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è unuomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoronel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per lafiglia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simon-cino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'en-nesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità,Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.

CAST� Regia: Matteo Garrone� Attori: � Marcello Fonte: Marcello� Edoardo Pesce: Simone� Alida Baldari Calabria: Alida� Nunzia Schiano: madre di Simone� Adamo Dionisi: Franco� Francesco Acquaroli: Francesco� Gianluca Gobbi: commerciante del quartiere� Aniello Arena: commissario di polizia� Soggetto: Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone� Sceneggiatura: Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone� Fotografia: Nicolaj Bruel� Montaggio: Marco Spoletini� Scenografia: Dimitri Capuani� Costumi: Massimo Cantini Parrini� Suono: Maricetta Lombardo - (presa diretta)� Aiuto regia: Paolo Trotta- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DI EURIMAGES,CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO AVVISO PUB-BLICO ATTRAZIONE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE(POR FESR LAZIO 2014-2020) E FONDO REGIONALE PER ILCINEMA E L'AUDIOVISIVO CON IL CONTRIBUTO DELLA RE-GIONE CAMPANIA (POC CAMPANIA 2014-2020).- PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MA-SCHILE (MARCELLO FONTE) AL 71. FESTIVAL DI CANNES(2018).- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2018 PER: MIGLIORFILM, REGIA, PRODUTTORE, SCENEGGIATURA, SCENO-GRAFIA, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (MARCELLOFONTE - EDOARDO PESCE), COSTUMI, MONTAGGIO, SO-NORO in PRESA DIRETTA.Durata 100'Genere DRAMMATICOProduzione MATTEO GARRONE, JEAN LABADIE, JEREMYTHOMAS, PAOLO DEL BROCCO PER ARCHIMEDE FILM, LEPACTE, CON RAI CINEMADistribuzione 01 DISTRIBUTIONVietato 14Data uscita 17 maggio 2018 C hi si aspettasse da Matteo Garrone , il re incontrastato della car‐nalità corporale sul grande schermo, una rappresentazione dagrand guignol della celeberrima storia (vera) del “canaro” , resteràdeluso. Le atrocità delle torture inflitte dal toelettatore per cani al suo aguz‐zino, che hanno colpito all’epoca l’immaginario collettivo, tanto da restarneancora vivida memoria, non trovano affatto albergo in questo ultimo filmdi Garrone (mentre i cultori della materia ne troveranno dovizia di partico‐lari incresciosi in “Rabbia Furiosa”, del mago degli effetti visivi e del truccoSergio Stivaletti, sulla stessa identica storia e, curiosamente, in uscita in salanelle stesse settimane). A Garrone interessa raccontare un’altra storia. La storia dei paria. Degli ul‐timi. Destinati ad essere sempre ai margini della società. Ed a soccombereal dilagante degrado della sessa. La reazione del protagonista e’, infatti, lon‐tana dalla riscossa dell’uomo mite, dal “ruggito del coniglio”. Come quellaceleberrima de “Il Cane di Paglia” di Sam Peckinpah, del 1971. E’ invece ul‐teriore testimonianza di una disperazione senza futuro. Di una infinita de‐solazione. Magistralmente resa dalle immagini desaturate del villaggioCoppola di Castel Volturno. Potentissima metafora del degrado senza ri‐torno. Con gli inquietanti scheletri in cemento armato degli edifici, con iferri d’armatura scoperti dall’incuria e dall’abbandono. Lo sguardo di Gar‐rone non e’, però, ne’ giudicante, ne’ cinico. E’ piuttosto amorevole e com‐passionevole. Ha scelto in Marcello Fonte, calabrese 40‐enne trapiantato a Roma, il pro‐tagonista perfetto. Che sembra interpretare se sesso. Con tutta la veritàche questo può sprigionare. Dopo anni di (semi‐oscura ) gavetta (l’ho in‐contrato personalmente al Santa Marinella Film Festival, dove, scovato dalfiuto di Ernesto Nicosia, portava la sua delicata e fiabesca opera prima,“Asino Vola”, che forse sull’onda di questo successo troverà finalmente la di‐stribuzione in sala), il premio come miglior attore a Cannes certamentecambierà la vita di Marcello Fonte. Ma un premio avrebbe meritato anchela eccezionale prova di Edoardo Pesce. Ancora una volta trasformato. Edimpareggiabile. Un film da non perdere.

DOGMAN

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45Campo de fiori I nostri amici a 4 zampedi Cecilia e Federico Anselmi2 CUCCIOLI al canile diOrte! Sonofemmine di2 mesi emezzo.Salve a tutti,sonoCLAUS, unsimpaticis-simo Bre-ton biano earancio dipoco più di unanno, dinamico egiocherellone. Sto cercando casa!!Per ora sono qui al canile di Orte,ma spero di trovare presto casa!!Vi aspetto fiducioso!EMERGENZACUCCIOLI!!!Due femminesuper carine, incro-cio maremmano,futura taglia mediatroppo piccole per an-dare in canile! Vogliamo salvarle?? Sono in adozione!! Sono JACK,splendido esemplare dipuro metic-cio, maschio,amo giocareed ho unaspiccata intelli-genza! Sono sim-patico e sono in cercadi una casa e di una famiglia che siprenda cura di me! Vi aspetto!!Ciao, sonoCIRO,maschietto,tagliagrande, diun annocirca. Sonodolece affettu-oso. Mi piaccionole coccole e le ricompense. Sono alcanile di Orte e vi aspetto perconoscervi. Chissà che non nascaun qualcosa tra noi?? A presto Salve a tuttisono BIAGIO,fantasticocagnoloneritrovato aOrte. Sonobuonissimo eabituato a starein casa. Mi lasciospazzolare e adoro esserecoccolato.! Mi piaccioni i bambini ele loro carezze. Ho una medagliettaa l collo. Si cerca vecchio o nuovoproprietario.Salve a tuttisonoLALLA, unadegli ultimiarrivati alcanile diOrte. Sonouna femmin-uccia di circa 2anni, taglia mediogrande, fuggita da una vita dapastore. Sono qui e vi aspetto, nonvedo l’ora di conoscervi. Venitemia trovare! 6 CUCCIOLIdi circa4/5 mesi cercano casa. Tel.347.1954246328.5372025 ADOTTA UN CANE IN CANILEcon l’iniziativa“SI APRONO LE GABBIE”!Tel. 338.7357799

L’angolo del poetaDEDICATOA BUDINO,IL MIO CARO CAGNOLINOIl 30 Maggio 2018è venuto a mancareil mio cane “Budino”,tanto graziosoe molto carino.Per la sua facoltàaveva tanta bontàdi farsi amaree disiderare.Abbiamo fatto tuttoper poterlo salvareda un male incurabile.E’ andato viaquasi con un sorriso,con la speranza che anche per luici sia un posto in Paradiso.Il “padroncino”Alessandro GuglielmoCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 45

46 Campo de fiori I

del Prof. Sergio [email protected] n epoca pre‐romana abbiamo molte situazioni oggi le eti‐chettiamo come medicina legale in maniera certamente er‐rata e, a tal proposito, prego il lettore di interpretarla, daquesto momento, come fosse una “licenza poetica” cioè con molta be‐nevolenza. In questo momento storico, sulle basi della medicina sa‐cerdotale nasce la medicina magica. La medicina popolare invece saràun miscuglio di religione, empirismo, primitivismo e magia. Se pen‐siamo che l’apposizione al collo del paziente di un pendant con la scrittaABRACADABRA fosse un metodo di cura possiamo renderci contocome ci siano voluti secoli per giungere alla suddivisione di cui all’in‐troduzione. Scandagliando le epoche si nota che vi fu un passaggio alconcetto di magia nella medicina assiro babilonese e come, con il co‐dice di Hammurabi, vedranno la luce una vera e propria serie di normedeontologiche in cui sono riportati compensi e pene per chi esercitaquesta professione (insomma onero e onori). Tra il 3.000 ed il 1.000 a C abbiamo la medicina egiziana che vede im‐porre con l’empirismo unito alla farmacologia, i quadri sintomatologiciinsomma la concezione biologica… A cavallo tra i 3.000 ed il 2.000 a. C.fondendo la magica teurgica all’empirica nasce la medicina mesopo‐tamica. Il medico è, usando una definizione moderna, un “fitoterapico”che cura guidato dalla dea del bene Aura Mazda oppure con il ferro(chirurgo?). In questi secoli si sviluppa, non poco ,la medicina cineseche risale per alcuni al 3.500 e per altri al 2.800 a. C. con l’imperatoreShen Nung considera personaggio mitico (2838 a. C.) ed a lui si collegaanche la nascita della farmacologia, Venerato oltre che per la medi‐cina anche come divinità protettrice dell’agricoltura e considerato in‐ventore dell’aratro e ritenuto uno dei tre grandi antenati a lui , pare,appartenga anche l’invenzione dell’aratro ed anche il primo trattatosulla medicina. Veniva rappresentato sempre con i colori rosso e nero.I testi di allora sono ancora studiati visto che la medicina tradizionalecinese che si basa ancora sui principi Yang (maschile o che sta sopra)ed Yin (femminile o che sta sotto) e ne consegue, dunque, che tutto èYang e tutto è Yin dipende dal rapporto al momento. L’agopuntura hail compito di mantenerli in equilibrio agendo sui 365 (per altri 600)punti d’inserzione. Il tronco dell’albero è Yin difronte al cielo, ma è yangin rapporto alla terra. La scuola indiana, per restare in Asia, ad esem‐pio eccelleva in chirurgia effettuando tonsillectomie, l’intervento per fi‐stole anali e rimozione di calcoli ed è in questa nazione che nasce lachirurgia plastica soprattutto con la rinoplastica, che tanto importanzaavrà anche nella medicina legale contemporanea in campo risarcitorio,ma che allora aveva una motivazione nelle cause belliche o legali (in re‐altà era una ricostruzione totale del naso per cause traumatiche che siotteneva con una tecnica simile alla rotazione di lembo cutaneo dallafronte ) e, tempo dopo, come intervento riparatorio a condanne penali.Per capire il risvolto anche medico legale il medico era consideratocome il perfetto uomo e perfetto studioso e da lui si pretendeva dun‐que moltissimo. Anche la Mesopotamia, anteriore al codice di Ham‐murabi , ci ha lasciato tracce con il codice dei sumeri (XXV‐XX secolo a.C) dove s’illustrano le forme e la quantizzazione del risarcimento incaso di lesioni personali addirittura con un elenco di valutazione perdanni anatomici. Nel codice dei sumeri, popolo collocabile geografica‐

mente nella valle tra il Tigri e l’Eufrate, ap‐pare innovativa l’opzione alternativa del ri‐sarcimento vero (oggi diremmomonetizzazione ) alla vittima o ai suoi pa‐renti in alternativa ad una mutilazione delreo che oltre alla soddisfazione morale‐ven‐dicativa non avrebbe portato alcun vantag‐gio alla controparte.Si tenga presente che questo popolo prati‐cava l’aurispicio ovvero indicazione degli deistudiando le visceri degli animali e lo precisocomunque per mantenere il lettore allamentalità dell’epoca dove il livello restava intriso di magia, Invece dellacondanna a morte, riservata solo a casi gravissimi, il codice sumericoprevedeva il risarcimento in scicli che non era una moneta (concettoinesistente fino a VI secolo a. C.), ma un certo quantitativo in argento.In una sorta di moderna Guida orientativa per la valutazione del danno,che oggi chiamiamo biologico, si passava dai 2 scicli per la perdita diun dente ai 60 per la frattura di un osso o la perdita di un occhio pas‐sando per i 30 per la perdita di un orecchio (da 2 a 60 scicli erano iguadagni anche di mesi di lavoro).Il risarcimento è descritto anche dal codice Hammurabi che evidenzia,usando un termine recente, la “colpa medica” ,(se un medico ha ese‐guito un difficile intervento col coltello di bronzo ed ha provocato lamorte del soggetto gli si tagli la mano (altro che medicina difensivisticaNdA)). Alcuni storici hanno considerato Imhotep (2650‐2600 a.C) comeil primo esperto medico legale capo della giustizia e medico personaleal faraone Zoser.Egli è ritenuto il fondatore della medicina egiziana, e l’autore di un trat‐tato medico, notevole perché, per il periodo storico, caratterizzatodalla totale mancanza di riferimenti alla magia, che era così comune perl’epoca e perché contenente osservazioni anatomiche, descrizionedelle malattie e cure.E’ comunque difficile assegnare una data certa alle abilità mediche diImhotep alla luce del fatto che queste affermazioni si basano esclusi‐vamente su un papiro scritto intorno al 1700 a.C, quasi 1000 anni dopola sua morte, tuttavia, alcuni storici lo considerano come il “Dio dellaMedicina”, l’inventore delle arti curative addirittura maggiore di Ippo‐crate.E’ indubbio che il più antico conosciuto codice legge superstite è il Co‐dice di Ur‐Nammu, che è un riflesso delle leggi della Mesopotamiascritti in lingua sumera (2100‐2050 a.C). Esso precedette il codice piùnoto, Hammurabi, di circa 300 anni.E‘ considerato una classico esempio di causa‐effetto di leggi eviden‐ziando come a tale reato corrisponda questa punizione ed ha postole basi per quasi tutti i codici avuti fino ad oggi peraltro, era già alloraconsiderato, abbastanza sofisticato contenendo multe di compensa‐zione monetaria per lesioni personali, reati capitali ed omicidio, ra‐pina, adulterio compreso la violenza sessuale.Il codice di Hammurabi (1700 a.C. ca) è da considerarsi, per la maggio‐ranza quello che per primo ha in sè, nel senso moderno, un indicatoredi “certezza del diritto” sia pur limitata fortemente dai principi di casta,classico dell’epoca (dell’epoca?), grazie alla decisione del sovrano di ga‐rantire al popolo l’esistenza delle regole procedurali con governo superpartes. Presenta però un passo indietro rispetto a quello sumerico ri‐dando importanza alla pena di morte tant’è che come nel sumerico viera la gradazione delle pene “pecuniarie” da pagare; nel babilonese viera la gradazione della crudeltà del tipo punizione che avrebbe con‐dotto a morte in rapporto al reato commesso fino alla morte.Non è detto che fosse sempre il colpevole a pagare infatti se, ad esem‐pio, un costruttore di bighe avesse causato, per suo errore , la mortedel suo cliente sarebbe stato ucciso, ma, nel caso ne avesse fatto lespese il figlio del committente, tale sorte sarebbe toccata al figlio delcostruttore stesso o parente a lui più caro in mancanza di prole (unasorta di “occhio per occhio, dente per dente o legge “del taglione “ chedir si voglia). Ovviamente era normale, per quel periodo storico, checausando la morte di un soggetto meno importante fosse comminatauna minor condanna.

LA MEDICINA LEGALE PRE ROMANACampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 46

L’

47Campo de fiori L’opera teatrale più nota di G. Verdi –l’Aida‐ è andata in scena giovedì 24 mag‐gio per l’interpretazione dei bambinidelle scuole di Roma.In particolare da quelle che hanno partecipato all’inizia‐tiva dell’Associazione Musicale “Scuola inCanto” cheopera da qualche anno secondo il progetto “di scoprireil teatro come non l’avete mai visto”. Dopo l’esperienzapositiva dell’anno scorso presso il teatro Argentina, èstato scelto il teatro Eliseo di Via Nazionale, ricco di sto‐ria e dell’eco delle voci che vi hanno cantato. La scuolaelementare del VII Circolo Montessori di Via Santa MariaGoretti di Roma ha aderito al progetto per la secondavolta ed il successo è stato così entusiasmante che con‐tinuerà per gli anni a venire. Il lavoro di quanti si dedi‐cano al progetto è tale che si estende anche all’esterocon l’entusiasmo di chi vede nell’iniziativa un camminoartistico e formativo che può riservare la sorpresa di al‐lievi musicalmente dotati. Per questo l’opera viene rea‐lizzata e proposta tra le tavole del palcoscenico di unvero teatro, tra le luci e le voci, ed i protagonisti‐cantantiche vi partecipano. Tutti di altissimo livello. Dal punto di vista pratico, si svolge con la stretta colla‐borazione tra la scuola e gli operatori che si recano, percirca due mesi, presso le sedi prescelte collaborando coni docenti e con i genitori. Per ogni opera è stampato unlibro d’arte dove la storia è riassunta ed espressa in ter‐mini comprensibili, corredata da disegni precisi e dai co‐lori pastello, in formati tali da poter essere anche copiatida bambini particolarmente dotati. Quasi una lezione didisegno. Il volume dell’Aida si apre con la storia di Rada‐mes che “ era uno dei giovani più belli di Menfi . Era forte, robusto, coraggioso …. Innamorato di Aida, l’amoredella sua vita. Nell’ultima parte c’è tutta la descrizione dicome fare i costumi utilizzando “ semplici elementi di co‐stume e di attrezzeria”, un elenco lungo una pagina ed uncompito che ha visto l’impegno e la collaborazione dellemamme che poi hanno rivestito i figli trasformandoli inattori. E poi, tutti a teatro, tra luci e canti, in cui la figuradel direttore è stata e rimane indispensabile. Al suo ri‐chiamo, i bambini sono andati sul palco, accompagnatida guide molto attente, hanno cantato in coro, hannovissuto il loro momento di visibilità tra luci ed ombre , neavranno un ricordo concreto per un futuro esaltante eluminoso. E l’Aida non è proprio un’opera nè facile né

breve ma quella dei bambini èstata …. una creazione idealeper il sogno e per l’arte!L’avrebbe voluta vedere, nesiamo certi, quel GiuseppeVerdi bambino che, dopo lascuola, andava a studiare a Bus‐seto perché…” aveva tanteidee in testa , dovevano esserescritte sulla carta”. Poi andò aMilano, prese lezioni da unmaestro del teatro più famoso:Il teatro della Scala che diven‐terà il suo più caro ed impor‐tante. Per lui, “La musica nonavrebbe avuto più segreti”. E illibro prosegue con la descri‐zione di opere che verrannorealizzate ancora nei teatri diRoma, per le scuole dei bam‐bini. Cosa vedremo presto?Forse La Traviata, il Rigoletto, ilNabucco? Chissà, ci pense‐ranno in autunno, ora anche ilteatro va in vacanza. Ci saràqualche bambino che porteràcon sé, nel bagaglio di viaggio, illibro dell’Aida per leggernetutte le circa 150 pagine? Sa‐rebbe un motivo in più per lo‐dare l’iniziativa e la Storia. Bruna Ferrini

Scuola ‐InCantoIl teatro Eliseo di Roma in‐cantato dalle voci squillanti dei bambini.Francesco Longo,uno dei giovanis-simi protagonistidellʼOpera

Cara rivista Campo de’ fiori...Scriveteci a [email protected] le luci lampeggianti e le sirenedell’ambulanza e poi la folle corsa inospedale. Mi è capitata questa bruttaavventura e, da subito, so che devo af-fidarmi alla fede e prego. S’alternanoallora giorni pesanti, a quelli, pochi,più lievi ed ogni segno di migliora-mento è una miracolo . Dopo un inter-minabile periodo colmo di incertezze epreoccupazioni mi ritrovo, alfine, afare riabilitazione alla clinica S. Luciadi Roma: un’eccellenza a livello euro-peo. La clinica ha metodologie ed at-trezzature all’avanguardia per ilrecupero psicofisico e s’avvale dei mi-gliori professionisti del settore. Questi,poi, non lesinano la sensibilità e l’uma-nità che sono così importanti in questesituazioni. Il mio grazie va, perciò, a tutto il me-raviglioso personale ed in particolarmodo alle persone con le quali ho in-staurato un rapporto più profondo: laDott.ssa Caterina che mi ha preso sottola sua ala protettiva fin dal mio arrivoqui, al grande Fabrizio che con le sueforti mani ha da subito avviato il miorecupero ed, infine, alla gentilissimaAnna Maria che con il suo prezioso al-leato, il robot Lobomat, sta prose-guendo nel lento, ma sicuro camminodella mia riabilitazione.Quindi “amici” fatemi ancora male(Gulp!), ma fatelo affinchè io possa tor-nare a star bene! In verità ho già lacertezza dei risultati fin qui raggiunti edevo ringraziare indistintamente tuttoil personale per ciò.Antonio VizzaccaroIl mio grazie allaClinica Santa Luciadi Roma!Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 47

48 Campo de fiori NEWSL’artista argentina Figuerola in mostraalla Biblioteca di RonciglioneA partire dal 28 Maggio è possibileammirare alcune opere scelte del‐l'artista argentina Monica Figue‐rola, esposte nella vetrina, che siaffaccia sulla via principale delpaese, dedicata all'arte che la bi‐blioteca di Ronciglione mette a di‐sposizione gratuitamente ad artistilocali e non. L'artista nata in Argentina, si è lau‐reata in arti visuali nell'universitàNazionale di umanistica e arte diRosario, oggi vive a Capranica.Tra le mostre più importanti realiz‐zate ricordiamo: nel 1983 Galleria“Ross” e “La Reja Azul” a Rosario;nel 1984 presso la Galleria “De Arteprivada”, “Tinta Roja” e del teatro“Sala Lavanden”, Banca di “Galicia”organizzata dalla galleria “Krass”, nel1986 ha esposto presso la “Casa Ar‐gentina” di Roma. Dal 1990 esponea via Margutta a Roma. Nel 2003 si dedicata e si specializzaanche nei dipinti su parete, i mura‐les e ritratti. Innumerevoli anche i riconosci‐menti a livello internazionale.Le opere esposte, in biblioteca,sono tre dipinti, due degli anni '90“Roma turistica” e “Santa Maria inCosmedin” e l'altra recentissima,del 2018, “Le danzatrici egiziane” euna scultura realizzata negli anni '80“Il volo”. Non vi resta che venire ad ammi‐rare queste opere. Al prossimo appuntamento conl'arte. Marina Angeletti Domenica 17 Giugno è stato inaugurato a Fa‐brica di Roma un “Percorso Natura” A pre‐senziare alla manifestazione l’ASD Lenti eTenaci di Fabrica, realizzatori e principale mo‐tore del progetto, l’amministrazione Comu‐nale con il Sindaco Mario Scarnati, che hatagliato il nastro della inaugurazione e la Po‐lizia Locale. La semplice cerimonia è iniziatacon la benedizione del percorso fatta dal par‐roco della comunità fabrichese Don LuigiPeri. Alla quale ha fatto seguito un buffet pergli intervenuti. Poi le associazioni presenti, iciclisti, i podisti appassionati del fitness, i cam‐minatori ed gli amanti delle escursioni a ca‐vallo, si sino snodati per il percorso tra iboschi della Bandita e del Quartaccio, pol‐mone verde di Fabrica di Roma. Un percorsoattrezzato ove è possibile trovare due areefitness con panche, sbarre, parallele e travidi equilibrio a disposizione dei frequentatori.Va sottolineata l’accuratezza del nuovo im‐pianto che prevede anche apposita segnale‐tica dei vari tracciati che è rilevabile con diversi colori, a seconda della scelta in bici, apiedi od a cavallo. Ed inoltre, per una ulte‐riore spiegazione didattica, ci sono nei varipunti di ingresso all’area del Percorso Natura,cartelli dell’intera area e delle specie animalie vegetali che nell’area stessa si possono tro‐vare. Un nuovo gioiello per Fabrica, che at‐traverso il Sindaco ed il suo delegato alpatrimonio, Sigismondo Sciarrini, incrementasempre di più le aree verdi di Fabrica. Ricor‐diamo il Parco dei Cedri a Fabrica, il suo omo‐nimo a Faleri, l’area di sosta e relax dellaSelva, la Madonnella delle Fornaci ed il suoroseto e la antichissima fontana di “Lullu‐rullù”. Una cittadina che attraverso i suoi ac‐corti amministratori cura con particolareattenzione il benessere e la qualità della vitadei suoi cittadini. Con la collaborazione e l’im‐portante contributo di idee del personaledelle varie associazioni sportive e culturali delterritorio, come in questo caso dell’ASD Lentie Tenaci ed il sostegno di alcuni imprenditorilocali mecenati che credono nel progetto.

INAUGURATO IL “PERCORSO NATURA” A FABRICA DI ROMADedicato a chi ama passeggiare,correre, andare in bici e a cavalloCONFERENZA DI PIETRO SARANDREA “IL BELLO E L’ ARTE” ALL’ ASSOCIAZIONE VEGETARIANA DI ROMANell’ associazione vegetariana animalista ( A. V. A. ), a Roma, inPiazza Asti 5/a, presieduta da Franco Libero Manco, 8 maggio’18 si è svolta una conferenza intitolata: ‘’ Il bello e l’ arte ‘’, te‐nuta al M° Pietro Sarandrea. L’ argomento, molto particolare,già trattato in precedenza in altre occasioni, ha presentato variesfaccettature della filosofia, matematica, geometria ( Pitagoraecc.. ), concentrando il discorso sulla sezione aurea, simbolo diarmonia e di uno stile artistico e architettonico universale.Il pubblico non solo è stato affascinato dall’ oratoria, ma haanche partecipato ad un interessante dibattito con l’ artista,manifestando curiosità e apprezzamento sull’ argomento e sul suo stile di vita meditativo –vegano, influenzando il suo ultimo periodo artistico. Paola LamonicaDa sx: Franco Libero Mancoe Pietro Sarandrea

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49Campo de fiori AGENDATutti gli appuntamentipiù importantiHa riscosso un grande suc-cesso la seconda edizionedel Premio “Angelo di Lucenellʼarte” che si è svolto il 16Giugno 2018 presso lasplendida corbice del Parcodei Cimini a Soriano nel Ci-mino.Anche Lando Buzzanca apreso parte allʼevento, orga-nizzato in collaborazione laFlower Terry Production, in-sieme a Giuliano Simonetti elʼattore Luis Fernandez DeEribe, a sugellareil gemellag-gio con la Spagna, per que-sto importante progetto inambito cinematografico.Ricca di eventi tutta la gior-nata, che si è conclusa conlʼinaugurazione di una splen-dida fontana in tufo intitolataa Fabrizi Frizzi, lʼAngelo diluce infinita a cui èstata dedi-cata questa edizione, allʼin-terno del parco dove si trovagià un percorso con nume-rose sculture di artisti prove-nienti da tuto il mondo. Adaprire la giornata il corteocomposto da 40 spadaccinidi Soriano nel Cimino con lapropria esibizione accompa-gnata dai Musicanti. Per lʼoc-casione sono arrivatidirettamente dalla Spagnaben 26 illustri artisti-attori-produttori registi -direttori -critici cinematografici, chehanno ricevuto vari premi. Appuntamento al prossimoanno!

A SORIANO

NEL CIMINO

LA FONTANA

DEDICATA A

FABRIZIO FRIZZIGrande successo perla 2° edizione delPremio “Angeli diluce nellʼarte”Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.48 Pagina 49

con Giampietro Cacchioli - MICOLOGOPARLIAMO DI FUNGHIMicosmologiadisciplina della Micologia che studia l’odore dei funghi. (1)Micosmologia, ter‐mine quasi introva‐bile nei comunidizionari (consultare perciò iglossari micologici) che èstato coniato riprendendostudi e pubblicazioni del mi‐cologo francese EdouardJean Gilbert (1888 ‐ 1954)dal titolo “Osmologia Mico‐logica”. Le caratteristiche organolettiche deifunghi sono sempre state studiate ma hannoassunto un particolare rilievo da quando, al‐l’inizio del ventesimo secolo, iniziò la divul‐gazione popolare per il riconoscimento deiprincipali funghi commestibili e per l’esigenzadi insegnare come distinguerli dai loro even‐tuali sosia velenosi. Dati scientifici confer‐mano che un olfatto umano raffinato, incondizioni favorevoli, può captare fino a 4000differenti odori. Se si approfondisce e ci si ap‐propria correttamente di questa tecnica ol‐fattiva è possibile, anche per chi è alle primeesperienze, giungere a determinare facil‐mente alcune centinaia di specie funginemolte delle quali, per contro, come mor‐fologia e cromatismo, sono assai simili ai lorososia. Tra i funghi superiori (macromiceti)elenchi attendibili riportano circa 600 diverseessenze odorose che caratterizzano un mi‐gliaio di specie diverse. La Micosmologia per‐tanto studia il carattere organoletticodell’odore sotto molteplici aspetti:anatomico (struttura dell’apparato olfattivo),fisiologico (funzioni dei singoli organi che locompongono), psicofisico (rapporto qualita‐tivo e quantitativo tra percezione e stimolo)psicologico (riguardante la psicologia dell’in‐dividuo e gli aspetti ad essa connessi),gestaltico (apprendimento e memoria,legato al concetto speciografico di “configu‐razione fungina“, quale interdipendenza frai tre elementi base responsabili del ri‐conoscimento delle specie; forma, colore eappunto l’odore) speciografico (immediatoriconoscimento sul campo dei repertifungini). Per odore di un fungo, quindi, si in‐tende la percezione olfattiva degli effluvi cheesalano dal suo carpoforo. Un certo numerodi funghi al primo approc‐cio hanno il cosiddetto“odore fungino” (sono privicioè di un odore specificoe il più delle volte effettiva‐mente sono tali). Proprioper questi funghi è indis‐pensabile, appena raccolti,procedere a una piccolafrattura (delle lamelle se funghi a lamelle) oa una loro sezione longitudinale, oppure ef‐fettuare lo sfregamento della superficie diuna o più parti dello stesso (cuticola, carne,imenoforo, gambo) per cercare di mettere a

nudo odori nonpercepibili alprimo impatto. Al‐cuni odori sonofacilmente identifi‐cabili, poiché sipossono correlare,associare a quelli difiori, piante, frutta, alimenti o altre sostanzecomuni che cono‐sciamo, altri, invece, nonsono facili da determinare per la loro comp‐lessità. Quindi per poter apprezzare megliol’odore di un fungo è preferibile farlo su es‐emplari appena raccolti, tagliando o strofi‐nando tra le dita le varie parti del carpoforo(fungo), specialmente le lamelle e la carne;quando annu‐siamo è consigliabile aspirarebrevemente l’odore e ripetere l’operazionepiù volte a breve distanza di tempo. Nei casidi odore tenue, è invece utile chiudere alcuniesemplari in un sacchetto di plastica o in unvasetto di vetro per qualche minuto; tale pro‐cedimento concentra l’odore e lo si potràpercepire più facil‐mente all’aperturadel contenitore.Esaminando ilfungo più comuneche conosciamo,costituito da cap‐pello e gambo, ilpunto ideale nel quale si percepisce megliol’odore si trova all’apice del gambo, inprossimità dell’i‐menoforo (la‐melle, tubuli,aculei, ecc.) dovel’odore è più accen‐tuato e definito. Volendo standard‐izzare un metodo per migliorare lapercezione dell’odore possiamo attenerci allaseguente procedura. 1 La prova organolettica dell’odore deveprecedere sempre quella dell’assaggio.2 L’atto di odorare va effettuato in condizioniambientali idonee e confortevoli; in assolutaconcentrazione e tranquillità. Nessun ele‐mento estraneo deve turbare la predispo‐sizione alla prova olfattiva diversamente ci sidevono aspettare riconoscimenti non at‐tendibili.3 L’odore, se presente, nonostante la varia‐bilità della specie, è un carattere stabile. E’considerato elemento diagnostico perché simanifesta sempre.4 Dopo alcuni secondi dalla raccolta delfungo l’odore può cambiare per stabilizzarsisu una o più note odorose, che sonoquelle da tenere in maggiore considerazione.5 L’apparato olfattivo deve essere in buonecondizioni fisiologiche; lesioni, malfor‐mazioni, raffreddore, possono attenuare o

annullare le facoltà percettive.6 Si deve avere l’accortezza di eliminarequalsiasi causa “inquinante” (profumi,tabacco, prodotti cosmetici, caramelle,cewing gum ecc.) a tal fine utilizzare sempreun sapone neutro non profumato.7 Non esaminare esemplari troppo giovanipoiché le caratteristiche odorose sono ap‐pena percettibili, o esemplari troppo ma‐turi, perché il processo putrefattivo potrebbeaverle alterate. Evitare funghi secchi,disidratati o imbevuti di acqua.8 Durante la raccolta dei funghi da esami‐nare, non solo per l’aspetto organolettico,evitare di riporli insieme ad altri ma siste‐marli singolarmente avvolti in carta stagnola.9 Una tecnica che consente di accentuare leesalazioni è quella di appoggiare un fram‐mento del fungo sul dorso della mano, pre‐merlo e strofinarlo, per far sprigionare dallapoltiglia un odore in forma concentrata.10 Un metodo immediato ed efficace con‐siste nel chiudere alcuni esemplari in un sac‐chetto di plastica o in un vasetto di vetro perqualche minuto (oppure isolare con le maniil campione da esaminare); tale procedi‐mento concentra l’odore che potrà esserepercepito più facilmente all’apertura del con‐tenitore.11 Portare sempre alle narici il fungo daesaminare, se non si avverte nessun odore,procedere con una mirata manipolazione dialcuni frammenti o superfici, o con la sezionedel carpoforo, oppure con l’asportazione diun pezzo di cappello o di gambo e procederead un nuovo esame.Possiamo constatare come al riconosci‐mento delle specie fungine concorrano quat‐tro dei “sensi” di cui disponiamo. La vista pergiungere alla “configurazione fungina“ at‐traverso lo studio della forma, del colore eper l’individuazione delle caratteristichemorfologiche specifiche di ogni specie. Iltatto da associare all’esame visivo per ap‐prezzare la consistenza, i vari tipi di deco‐razione superficiali, per sollecitare variazionicromatiche, viraggi e per far sprigionareodori. Il gusto (in associazione all’olfatto) perverificare se la carne sia mite, piccante oamara. Infine la “percezione olfattiva” acoronamento di una significativa “ginna‐stica sensoriale”.(1) L’Olfatto (sarebbe meglio “la percezionedegli odori”) non è solo nel nostro naso maè un “mosaico” una “rete di sensazioni ol‐fattive” che interagiscono continuamentecon gli altri sensi e che cambiano con l’età,l’apprendimento e in base al contesto che cicirconda. Se analizziamo, ad esempio, le sfu‐mature che percepiamo in un cibo o in unvino possiamo giudicare quanto l’olfatto siacentrale sul piano cognitivo‐emotivo equanto questo continuo esercizio influiscasulla nostra educazione alla sensibilità olfat‐tiva.

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52 Campo de fiori Il Personaggio MisteriosoLa foto pubblicata sullo scorso numero di Campo de’ fiori raffigurava MICHELLE HUNZICHER.Il primo ad indovinare è stata la Sig.ra LUANA BONGARZONE, che ha vinto un annodi abbonamento alla nostra rivista.

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A tavola cò zì LetiziaTour enogastronomico tra le tipiche ricette regionali di una voltaDi Letizia ChilelliFragole al limoneIngredienti:- 400 grammi di fragole;- 1 limone succoso, non trattato;- zucchero a piacere.Procedimento:Lavate le fragole, togliete loro ilpicciolo e tagliatele a pezzettinimettendole in una ciotola. A parte,spremete il limone e passate ilsucco con un colino in modo daeliminare i semi, versatelo, poisulle fragole. Aggiungete lo zuc-chero fino ad ottenere la dolcezzache desiderate, mescolate il tutto econservate in frigo per almenomezz’ora prima di portarle a ta-vola. Servitele nelle coppette.Potete accompagnarle con panna ocon gelato, ma anche con piccolemeringhe e foglioline di menta.

Consiglio PraticoLavate le fra-gole con il pic-ciolo, questoimpedirà di“annacquare”questi deli-ziosi frutti la-sciandoli sodie saporiti.Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.49 Pagina 52

53Campo de fiori la vignetta del meseCivitaCastellanaInviate i vostri messaggi d ’augri a [email protected]

o tramite WhatsApp al 328.3513316

Messaggi d ‘auguri

Tanti auguri alla nostrapiccola principessa SYRIA GIOVE

che il 9 Luglio compie isuoi 3 anni, da nonna,nonno, zia Stefania

e zio Lele.

I ragazzi della classe 1948 di Caprarola in gita a Gaeta per i festeggiare

i loro splendidi 70 anni!

Tantissimi auguri di buoncompleanno ad

EMILIA CIMARRA che il 27 Giugno compiegli anni, da Marcellina e

Franco!

Cara mia MAKA-TERINA,auguri di buon compleno!!!Ti auguro tutto il bene delmondo. Sei bella fuori edentro, meriti una vitafelice. Grazie di esserci per noi ... Con amore la tua amica Elena

Nel cuoreSergio Giorgettin. 31 Luglio 1961m. 14 Maggio 2018 Ti ritroverò lassù....Ovunque tu sia.Il mio cuore é li con te... RosannaCampo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.49 Pagina 53

54 Campo de fiori Civita Castellanacom’era e com’èa cura di Pasquale Mancini Vi proponiamo, in questo spazio,degli scorci della cittadina viterbesescattati, nello stesso punto, a distanza di qualche decennio...Siamo certi che susciteranno tantacuriosità e tanti ricordi!Via della Repubblica.Altezza ceramica Casimiro Marcantoni.Foto scatta nel 1981.Nella foto sotto a colori, vediamo lostesso scorcio 37 anni dopo. Alcunicambiamenti sono stati, inevitabil­mente, apportati. Anzitutto quella cheun tempo era una fiorente ceramica èstata trasformata in un moderno cen­tro commerciale, seppur mantenendo invariato il suo assetto.La casupola sulla destra, invece, è stata demolita per far posto al­l’ingresso del centro. Sulla sinistra, in primo piano vediamo,inoltre, che ha fatto la sua comparsa un nuovo fabbricato, an­ch’esso destinato a centro commerciale.Circonvallazione Falerii Veteres. Altezza parcheggi della Ghiacciaia.Foto scatta alla fine degli anni ‘70.Senza vedere l’immagine di come èoggi quello stesso luogo, in pochi,forse avrebbero riconosciuto il puntoesatto. Quella che all’epoca, infatti, erauna strada sterrata e molto poco tran­sita, è diventata una strada asfaltata emolto frequentata. Il guard rail in lamiera sulla destra è stato sosti­tuito da una ringhiera in ferro. La vegetazione che all’epoca era quasiassente oggi è rigogliosa. Questo a dimostrazione del fatto che con il passare del tempo tuttocambia!

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55Campo de fiori Roma com’eraCampo defiori Roma - Anno 1890 circa. Lo sgombro della chiesa di S. Maria Liberatrice. Essa sorgeva nel

rione Campitelli, all'interno del Foro Romano. È stata demolita per riportare alla luce la chiesa paleocristiana di

Santa Maria Antiqua. Il titolo, però, rimase e fu trasferito, assieme a diversi stucchi e a marmi policromi, alla omonima chiesa in costruzione nel rione Testaccio. Foto archivio Ercole Ottaviani

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Album de i r i cord iCampo de fiori El Alamein (Egitto). Primi anni ‘40. Il tenente Empedocle Imbro mentre avvista un areo nemico da abbattere in volo.Campo de fiori Roma. Castel Sant'Angelo.Meta anni ‘40.Da sx: Stefano Madedduinsieme ad unamico.INVIATE LE VOSTRE VECCHIEFOTO

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potete recapitarle presso lanostra redazione in

Via Giovanni XXIII, 59 Civita Castellana.

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57Campo de fiori Campo defiori Civita Castellana. Metà anni ‘80. Grande adunata dei Catamellesi

presso il ristorante Le Ruote (oggi demolit) nella frazione di Sassacci.Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.49 Pagina 57

58 Campo de fiori Album de i r i cord i

Campo de fiori

Campo de fiori Campo de fiori Fabrica di Roma. Fine anni ‘30. Alba Iannoni.

Fabrica di Roma. Fine anni ‘50. Scampagnata delle famiglie Alfieri e Cencelli. Sullo sfondo la torre del paese.Soriano nel Cimino. Fine anni ‘70. Da sx: Sandro Anselmi e Paolo Carosi

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59Campo de fiori Bagnoregio. Anno 1973-1974. Squadra di calcio. In alto da sx: Bizzarri (allenatore), Sandrini, Quintarelli, Valentini F., Marini, Corinti, Ferlicca, Sempronio (Guardalinee). In basso da sx: Baccello (Massaggiatore), Eleuteri, Bonifazi, Iacoponi, Valentini G., Del Bello,Campo de fiori

Corchiano. Primi del ‘900. La chiesa di San’Egidio immersa nella campagna ed oggi inglobata nel centro urbano. Sulla sx l’imbocco per latagliata etrusca che conduce al Sambuco, ancora oggi percorribile. Sul lato di dx, invece, sorgono attualmente numerosi abitazioni.Campo de fiori

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ATTENZIONE: Le inserzioni dovranno essere presentate solo tramite il coupon sotto riportato (anche in fotocopia).Non verranno pubblicati annunci anonimi61Campo de fiori Campo de' fiori N 156:Layout 2 27/06/18 18.49 Pagina 61

Oroscopo di Luglioby CosmoGemelli Nel primomese d’estatetutto è allavostra portata:professione, affari,carriera, amore, anche seva segnalato l’ arrivo di uninflusso negativo che pro-voca il ritorno di malumoriin famiglia. La forma fisicarimane eccellente e leenergie crescono. L’amorecontinua magnificamente. CancroFinalmenteestate! Pen-sate positivoe al diverti-mento. Nonostanteci sia qualche buona ideamantenete i piedi per terrae un senso della misura,non fate il passo più lungodella gamba negli investi-menti. Liberate la mentedalle cose pratiche e conce-detevi all’amore… Leone L’estate èiniziata. Po-tete rivederei progetti perapportare aggiusta-menti necessari alle strate-gie economiche. Cautelaestrema verso la fine delmese a causa di un colpo ditesta di cui potreste pen-tirvi. Attenti a qualche at-tacco di gelosia, nonrovinate tutto. VergineUn mesepraticamentesenza di-sturbi, nulla viimpedisce di pro-cedere per la vostra strada.Una ventata di positivitàsta per arrivare ed è desti-nata a rimanere fino allafine dell’anno! L’amore ar-riva all’improvviso portatodal caso, nascerà duranteun viaggio all’estero… BilanciaQualche fa-stidio è damettere inconto. E’ uncielo ideale per gliincontri e le avventureestive: non c’è niente dimale se avete voglia di la-sciarvi andare al diverti-mento. È molto vivo ilsettore delle relazioni so-ciali che porterà qualchenuova amicizia.

Ariete Affrontereteil mese conuna bellagrinta e unabuona dose di leggerezza.Iniziate a guardare allenuove opportunità che lavita offre. Siete convintidelle vostre idee tanto chenon accettate di metterviin discussione. Il coraggionon vi manca ma evitateun atteggiamenti saccenti. Toro L’arrivo del-l’estate portastress, nonpotete mollarema risenirete della faticadel periodo. Talvolta peròsiete voi che vi lasciateprendere dal cattivoumore. Se non potete par-tire per le vacanze conce-detevi qualche weekendromantico per rasserenarei rapporti con i figli.ScorpioneProsegue ilnervosismodello scorsomese. Cautelaper la forma fisica:programmate per la se-onda parte del mese unabella vacanza rilassante almare, lo iodio vi sarà digrande giovamento. Man-tenete sempre il controllo,è importante per non rovi-nare i rapporti… SagittarioLasciatevis p i n g e r eavanti dalvento caldodell’estate, capacedi favorire i contatti conl’estero, propiziare viaggi enuove avventure, ancheper gli studenti che deside-rano fare nuove esperienzedidattiche oppure impa-rare lingue. La forma fisicaè sempre buona… CapricornoQuesto mesenon pre-senta pro-b l e m iparticolari, anche seresta un po’ di nervosismo.Si tratta di un’agitazionedovuta a reazioni emotivepiù che a fatti oggettivi,diventate polemici per im-porre la vostra opinione.Cercate di ammorbidirvi.Attenzione alla salute! AcquarioSiamo al-l’inizio del-l’estate e iritmi lavora-tivi rallentano. Nelfrattempo potrebbero so-praggiungere degli impe-dimenti. Non prendetevelatroppo e non fatevi pren-dere da ansia o agitazione.Maneggiate con cautela at-trezzi pericolosi. Atten-zione alle uscite! Pesci Lo slancioche vi haportatoavantinella profes-sione lo scorsomese prosegue. Puntate aobiettivi di prestigio, date ilmassimo per farvi notare esbaragliare i concorrentiche ambiscono allo stessoposto. Programmate mo-menti di relax e soprattuttofate un carico di vitamine…ABBONATI A CAMPO DE’ FIORI - CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALEDesidero abbonarmi a Campo de’ fiori (11 numeri) a € 25,00I miei datiNome___ ____ ______________________________________ Cognome______________________________________________ Via_________________________________Città______________________________ Prov._______Tel.________________________Desidero regalare l’abbonamento a Campo de’ fiori (11 numeri) a € 25,00Il regalo è per:Nome_____________________________________________Cognome__________________________________________________Via_____________________________________Città_____________________________Prov.________Tel.____________________effettuerò il pagamento su c/c postale n. 42315580 intestato ad Associazione Accademia Internazionale D’Italia - Via Giovanni XXIII, 59 - Civita Ca-stellana (VT). E’ necessario, successivamente, spedire questa cartolina con allegata copia del bollettino postale, debitamente pagato, a Campo de’ fioririvista - Via Giovanni XXIII , 59 - 01033 Civita Castellana (VT) o per e-mail a [email protected]____________________Firma__________________________________Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamentodei dati è Campo de’ fiori - Via Giovanni XXIII, 59 - 01033 Civita Castellana (VT)Data_____________________Firma__________________________________

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Mensile Sociale di Arte, Cultura, Spettacolo ed Attualità edito daAssociazioneAccademia InternazionaleD’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucroReg.Trib. VT n. 351del 2/6/89Iscr. R.O.C. n. 26255PresidenteFondatore:Sandro AnselmiDirettore Editoriale:Sandro AnselmiDirettore Responsabile:Stefano De SantisConsulente EditorialeEnrico De SantisCaporedattoreErmelinda BenedettiProgetto grafico edimpaginazioneErmelinda BenedettiLa rivista è statachiusa in redazioneil 20 Giugno 2018Tiratura media:10.000 copieWebMaster Stefano PaoliniStampa:TIPOLITOGRAFIAA. SPADA S.R.L.Ronciglione (VT)La realizzazione di questo giornale e lastesura degli articolisono liberi e gratuitied impegnanoesclusivamente chi li firma.Testi, foto, lettere e di-segni, anche se nonpubblicati, non sa-ranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta daparte di chi li fornisce. I diritti di ri-produzione e di pub-blicazione, ancheparziale, sono riser-vati in tutti i paesi.Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Val-lerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone,Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano,Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina,Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, CastelSant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campa-gnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tibe-rina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene.A Roma nei teatri, nei migliori alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. Speditoa tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie ita-liane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo.

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