Camminare insieme Siamo quasi al mezzo secolo di · derato il “Senato del Vescovo”. Per alcune...

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] ANNO 49/50 - N°1 - GENNAIO 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo” continua a pag. 2 Il capitolo cattedrale aveva la sua importanza non solo liturgicamente ma anche sul piano pastorale. Era consi- derato il “Senato del Vescovo”. Per alcune questioni il Vescovo era tenuto ad interpella- re il Capitolo cattedrale, poi poteva prendere le sue decisioni ed agire. Negli anni 60/70 c’è stata una riforma per cui i Capitoli non avevano più l’importanza d’una volta, il Vescovo non aveva più bisogno del Consiglio del Capitolo catte- drale, ormai c’erano altre forme da interpellare: il Consiglio diocesano presbiterale e pastorale; il Vescovo può servirsene, quando ne comprende la necessità, pur rimanendo libero nelle sue decisioni. Il mondo sta cambiando e la situazioni canoniche seguono il corso della storia. Non c’è da meravigliarsi. Siamo quasi al mezzo secolo di... (seconda parte) Sorridenti entrambi! Il passato: D. Biagio - il presente: D. Luciano. La differenza è anche nell’abito Camminare insieme Nelle prime Domeniche dell’anno, la Chiesa ci fa rivivere la chiamata dei primi Discepoli, l’annun- cio della nuova Legge, le Beatitudini e l’invio degli Apostoli per la prima missione. Seguendo l’invito del Signore anche noi ci sentiamo discepoli e missionari. Ecco, allora, un decalogo del discepolo-missiona- rio che potrà aiutarci nel nostro impegno pastora- le. + Lino Fumagalli Vescovo La vita è un cammino, è un pellegrinaggio, che ha la durata dell’e- sistenza stessa. Quindi non si tratta di scegliere tra camminare o non camminare, ma tra camminare per una meta e camminare senza obiet- tivo; tra camminare bene e camminare male; tra camminare per rag- giungere la vita eterna o per condannarsi alla morte eterna. Il Vangelo di Luca (Lc 9,51-62) ci offre una delle più importanti pagine sulla vocazione del discepolo autentico che segue fedelmente la seque- la di Cristo e del discepolo indeciso che zoppica tra la libertà e la schia- vitù. Il Vangelo inizia con un’espressione molto significativa: “Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (v. 51) e continua con Gesù che impedisce decisamente a chi vuole seguir- lo di seppellire suo padre: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio” o a congedarsi da quelli di casa sua: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. Camminare dietro Gesù è scelta libera che si deve rinnovare tutti i giorni per non cadere nel vivere una libertà schiavizzante, una libertà mascherata dietro alla quale si nascondono le peggiori schiavitù. Infatti tutta la vita cristiana è un esito verso la libertà; è una chiamata a uscire dalle schiavitù e dalle “false autonomie verso la libertà vera; al passare dal pensare di essere” liberi al diventare realmente liberi. San Paolo scrisse ai Galati: “Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schia- vitù. Voi, infatti, fratelli, siete chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne” (Gal 5, 1.13). In realtà, Dio preferisce la persona lontana a quella falsa che finge di essere vici- na; Dio rispetta chi si dichiara non credente più di chi si professa cre- dente ma vive da mondano. Dio vomita dalla sua bocca i tiepidi: “poi- ché sei tiepido, non sei cioè nè freddo nè caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 16). Quindi, Gesù non costringe nessuno a continua a pag. 2

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo GargiuliDirezione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Garibaldi, 31 - Tel. 3397933012 - 0761.826066 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982

Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

ANNO 49/50 - N°1 - GENNAIO 2017 - Via Garibaldi, 31 - Tel. 0761.826066 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo”

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Il capitolo cattedrale aveva la sua importanza non sololiturgicamente ma anche sul piano pastorale. Era consi-derato il “Senato del Vescovo”.Per alcune questioni il Vescovo era tenuto ad interpella-re il Capitolo cattedrale, poi poteva prendere le suedecisioni ed agire.Negli anni 60/70 c’è stata una riforma per cui i Capitolinon avevano più l’importanza d’una volta, il Vescovonon aveva più bisogno del Consiglio del Capitolo catte-drale, ormai c’erano altre forme da interpellare: ilConsiglio diocesano presbiterale e pastorale; ilVescovo può servirsene, quando ne comprende lanecessità, pur rimanendo libero nelle sue decisioni.Il mondo sta cambiando e la situazioni canonicheseguono il corso della storia. Non c’è da meravigliarsi.

Siamo quasi al mezzo secolo di...

(seconda parte)

Sorridenti entrambi!Il passato: D. Biagio - il presente: D. Luciano.

La differenza è anche nell’abito

Camminare insiemeNelle prime Domenichedell’anno, la Chiesa ci farivivere la chiamata deiprimi Discepoli, l’annun-cio della nuova Legge, leBeatitudini e l’invio degliApostoli per la primamissione. Seguendo l’invito delSignore anche noi cisentiamo discepoli emissionari.Ecco, allora, un decalogodel discepolo-missiona-rio che potrà aiutarci nelnostro impegno pastora-le.

+ Lino Fumagalli Vescovo

La vita è un cammino, è un pellegrinaggio, che ha la durata dell’e-sistenza stessa. Quindi non si tratta di scegliere tra camminare o noncamminare, ma tra camminare per una meta e camminare senza obiet-tivo; tra camminare bene e camminare male; tra camminare per rag-giungere la vita eterna o per condannarsi alla morte eterna.Il Vangelo di Luca (Lc 9,51-62) ci offre una delle più importanti paginesulla vocazione del discepolo autentico che segue fedelmente la seque-la di Cristo e del discepolo indeciso che zoppica tra la libertà e la schia-vitù.Il Vangelo inizia con un’espressione molto significativa: “Gesù prese laferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (v.51) e continua con Gesù che impedisce decisamente a chi vuole seguir-lo di seppellire suo padre: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti;tu invece va’ e annuncia il regno di Dio” o a congedarsi da quelli di casasua: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adattoper il regno di Dio”.Camminare dietro Gesù è scelta libera che si deve rinnovare tutti igiorni per non cadere nel vivere una libertà schiavizzante, una libertàmascherata dietro alla quale si nascondono le peggiori schiavitù. Infattitutta la vita cristiana è un esito verso la libertà; è una chiamata a usciredalle schiavitù e dalle “false autonomie verso la libertà vera; al passaredal pensare di essere” liberi al diventare realmente liberi. San Paolo scrisse ai Galati: “Cristo ci ha liberati per la libertà! Statedunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schia-vitù. Voi, infatti, fratelli, siete chiamati a libertà. Che questa libertànon divenga però un pretesto per la carne” (Gal 5, 1.13). In realtà,Dio preferisce la persona lontana a quella falsa che finge di essere vici-na; Dio rispetta chi si dichiara non credente più di chi si professa cre-dente ma vive da mondano. Dio vomita dalla sua bocca i tiepidi: “poi-ché sei tiepido, non sei cioè nè freddo nè caldo, sto per vomitartidalla mia bocca” (Ap 3, 16). Quindi, Gesù non costringe nessuno a

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 2

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Il Capitolo dei canonici serve per dareun po’ d’importanza alle cerimonie liturgi-che. Per questo i Capitoli o sono ridotti alminimo o quasi completamente scompar-si. Forse rimangono ancora nelle grandidiocesi. Noi abbiamo l’unica diocesi di Viterbo(comprendente le scomparse diocesi:Viterbo-Tuscania, Montefiascone-Acquapendente-Bagnoregio) con ununico Vescovo che attualmente è SuaEcc.za Mons. Lino Fumagalli.La crisi è presente nella nostra popola-zione “cristiana”, soprattutto nei giovani enei ragazzi. Anche per le feste più importanti, come ilNatale e la Pasqua ecc, poche sono legiovani coppie, la gioventù maschile efemminile, i ragazzi (e) che sentono ilbisogno di pregare e partecipare alla S.Messa insieme alla comunità, anche sepoi, si spera, che singolarmente avverta-no l’esigenza di ricordarsi di Dio Padre -Figlio - Spirito Santo, mistero trinitarioche da valore alla vita d’ogni cristiano edella Madre del Cielo Maria SS.ma dainvocare ogni giorno.

seguirlo ma indica, a chi vuole seguirloliberamente, le regole che deve osserva-re per raggiungere tale meta. Sono le regole di chi vuole vivere unavita degna di essere vissuta, una vitaautentica e realmente libera. Le regoledel buon camminare, del buon cristiano,del buon discepolo di Cristo:

1- Chiarezza dell’obiettivo: è inutilecamminare senza obiettivo oppure dietrofalsi obiettivi. Quante persone vivono conla logica del gregge, della massa! Nonavendo un obiettivo sprecano i giornidella loro esistenza seguendo la moltitu-dine, le novità, le idee momentanee e l’o-pinione pubblica. Sono come le piumeche il vento porta dove vuole. In verità,non può raggiungere la meta chi ne hatante oppure non ne ha nessuna. Il discepolo autentico è quello chesceglie Cristo come l’obiettivo dellasua esistenza, come il modello deisuoi atteggiamenti e come l’unicoSalvatore della sua anima. E vivesecondo questa scelta libera.

2 - Forza di volontà: a chi manca lavolontà inizia con entusiasmo ma rapida-mente si raffredda e si immerge nelladisperata ricerca di giustificarsi. È come“colui che ode la parola e subito la ricevecon gioia, però non ha radice in sé ed èdi corta durata; e quando giunge la tribo-lazione o persecuzione a motivo dellaparola, è subito sviato” (Mt 20, 20-21).La volontà è quell’elemento che fa ladifferenza tra il campione e l’iniziante;tra il santo e il noviziato; tra chi rag-giunge l’apice della montagna e chi lodesidera, ma dopo le prime difficoltàsi rassegna.

3 - Possedere il fiato (addestrarsi):Nessuno nasce cristiano ma cristianosi diventa giorno dopo giorno.Nessuno nasce libero ma si diventa libericompiendo scelte libere e responsabili.Nessuno nasce campione ma lo si diven-ta dopo tanta fatica, dedizione e adde-stramento. Solo l’addestramento appas-sionato e perseverante ci insegna asaper rialzarci ogni volta che le nostreforze vengono meno, ogni volta che citroviamo circondati da idee negative opersone passive e perdenti.L’allenamento ci permette di vincerela costante tentazione di dire: “Basta,non ce la faccio più”.

4 - Non guardare indietro: “Nessunoche mette mano all’aratro e poi si volgeindietro, è adatto per il regno di Dio”, nonsi tratta di durezza ma di liberarci dalpeso del “però”, dal cercare continua-mente delle “scuse”, anche valide, pernon andare in avanti. Infatti, chi vuole,trova la sua strada, e chi non vuole trovala scusa. Si tratta di non fermarsi e dinon mollare. Quanti iniziano bene ma iloro peccati o il loro passato li imprigiona!È indispensabile seppellire il padre ocongedarsi dai familiari ma è piùimportante non vivere nella gabbia delpassato, di chi fa un passo in avanti e

uno in dietro.

5 - Non paragonarsi con gli altri: guar-dare quelli che stanno più avanti di noinella corsa ci porta all’invidia mentreguardare gli inciampati ci porta allasuperbia. Quante persone in realtà inizia-no bene la corsa ma, strada facendo, sifermano a misurarsi con gli altri e cosìcrescono solo nel giudizio, nell’autocompiacimento, e nel disprezzo delprossimo.

6 - Non affrettare l’arrivo: un’atleta sabene che accelerare l’arrivo sperpera l’e-nergia e comporta la dispersione. Il cam-mino cristiano infatti è una chiamata allaquale si sceglie di aderire, e si puòabbandonare in qualsiasi momento, mamai si decide quando terminarla, poichéè un cammino la cui durata viene decisada Dio, è un percorso in cui il discepoloimpara ogni giorno come accogliere lavolontà di Dio. Quindi, nessuno ha ildiritto di dire “mi fermo qui”, “ho cam-minato troppo” perché finchè sei vivohai ancora da camminare, da dare, daricevere, da raggiungere e da scopri-re. Saper gestire il fiato è il misterodei campioni. Saper vivere pienamen-te l’oggi è il mistero dei santi.

7 - Non appesantirsi di cose inutili: lecose futili e superflue rallentano il cam-mino e piano piano ci paralizzano disto-gliendo la nostra attenzione dall’obiettivoprincipale rendendoci indaffarati in millevie secondarie. Ecco perchè Cristo hachiesto ai suoi discepoli: “non procuratevioro, né argento, né moneta di rame nellevostre cinture, né bisaccia da viaggio, nédue tuniche, né sandali, né bastone” (Mt10, 7-15). Ecco perché ha detto: “è piùfacile che un cammello passi per lacruna di un ago, che un ricco entri nelregno dei cieli” (Mt, 19-24). C’è incompa-tibilità tra la ricchezza materiale e ilregno di Dio perché “nessun servitorepuò servire due padroni, perché o odieràl’uno e amerà l’altro, oppure si affezio-nerà all’uno e disprezzerà l’altro. Nonpotete servire Dio e la ricchezza”. (Lc16,13). Infatti, chi posa il suo cuorenella falsa certezza delle cose mate-riali è come chi affida il suo denaro ailadri pensando di essere al sicuro. Chi accumula cose inutili è come chisceglie di incatenarsi.

8 - Non concentrarsi su se stesso: nonesiste un ostacolo più grande dell’egoi-smo che porta la persona a vivere dentroil carcere di sé e a pensare di essere ilcentro del mondo. L’egoismo paralizzal’egoista e lo autolimita, lo impedisce digustare il profumo della libertà. Il cammi-natore che inizia a concentrarsi su sestesso inizia subito a sentire la pesantez-za del percorso e a chiudersi dentro ilbuio della cella di sé. Infatti, non veden-do che sé, si compiace e perde lo stimo-lo di continuare. L’egoista non nutreamore verso nessuno, nemmenoverso se stesso. È solo schiavo del pro-prio vuoto che cerca di colmare sottraen-

do energia a tutti gli altri. Il concen-trarsi su di se inizia sempre comepiccola fiamma che piano pianodivora tutto, creando un incendioche più divora e più ha fame.

9 - Avere un buon allenatore: unaccompagnatore saggio ed espertoaiuta sempre il camminatore a rialzarsidopo ogni caduta; a trasformare ognisconfitta in vittoria; ad avere un buonnutrimento per il cammino e a impara-re dalle lezioni degli altri. Non sei ilprimo che prende questa strada e per-ciò hai bisogno di imparare da quelliche ti hanno preceduto, dalla loro vita,dai loro sacrifici, dalle loro cadute edalle loro vittorie. Il cristiano cammina in comunità, nellaChiesa, dai suoi insegnamenti vieneassistito e dai sacramenti viene nutritoe nella sua materna presenza vienecurato e incoraggiato. In essa trova ilnecessario sostegno e l’indispensabilenutrimento del cammino.

10 - Averte la certezza di non esse-re da solo. Scrisse San Paolo al ter-mine della sua vita a Timoteo: “IlSignore però mi è stato vicino e miha dato forza” e per questo ho com-battuto la buona battaglia, ho termi-nato la mia corsa, ho conservato lafede. Ora mi resta solo la corona di giu-stizia che il Signore, giusto giudice,mi consegnerà in quel giorno; enon solo a me, ma anche a tutticoloro che attendono con amore lasua manifestazione” (2 Tim 4, 7-8). Avere la certezza che il premio dellacorsa è nulla: “quelle cose cheocchio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloroche lo amano” (1 Cor 4, 9).

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pag. 3LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017

Castrum Montis Flasconisdi GIANCARLO BRECCOLA

VECCHIE FOTOLa Quercia 2-V-1948

Apertura delConsiglio sup. GIAC

LXXX÷Il primo a destra leggermente distaccato dagli altriè D. Dino Tommasini, amato rettore delSeminario regionale de “La Quercia”, ora in para-diso.

Guiscardo de ComborinDopo la morte del rettore Bernard du Lac avvenuta, come abbiamo visto, il 14luglio 1347, Pietro de Pinu, già giudice generale del Patrimonio, coprì la carica divicerettore sino al 18 dicembre 1347, giorno in cui il nuovo rettore Guiscardo deComborin, nipote del papa, fece il suo ingresso a Montefiascone. Anche in que-sta occasione, nei primi giorni del febbraio 1348, venne celebrato un parlamentogenerale. A causa della contemporanea presenza alla rocca del legato pontificioBertrand de Deux, dominus cardinalis Ebredumensis legatus in dicta rocha cumtota sua familia residentiam faciebat, il relativo banchetto, contrariamente allaconsuetudine, si tenne presso il convento di San Francesco, in loco fratrumMinorum de Monteflascone. Fu questo banchetto il più numeroso di tutti. Non essendo bastato il pane fattocon venti staja di grano1, si dovettero comprare ulteriori 1900 pagnotte. Furonoinoltre consumate 29 salme di vino2, 3 buoi, 7 vitelli, 31 montoni, 57 capretti, 220capponi, 220 pernici, 2 cerve, 2 lepri, 1427 libbre di majale3, 161 libbre di lardo,1100 uova; furono presi a nolo 1200 taglieri, 2500 fra scodelle e scodelline, 400bicchieri; vi servirono 6 cuochi e 27 sguatteri; il tutto con l’intrattenimento di grup-po di dodici musici e giocolieri4. Per quanto riguarda il prefetto Giovanni di Vico, il conflitto con Cola di Rienzoaveva fortemente temperato le sue velleità e quindi, nelle trattative riprese con illegato, risultò abbastanza arrendevole tanto da non opporsi nemmeno a che ilrettore Guiscardo de Comborin recuperasse alla Chiesa le città di Bagnorea eToscanella5. Intanto, nei primi mesi di quell’anno 1348, la notizia dell’approssimarsi delle trup-pe del capitano di ventura Werner (Guarnieri) von Urslingen sollecitò l’avvio diimportanti lavori di fortificazione e munizione della rocca. In previsione di un pos-sibile assedio, alcuni muri e strutture della fortezza vennero riparati. Per armaresei torri e costruire una bertesca furono impegnati 63 maestri lignaminum e 16segatori per un totale di 701 giornate lavorative. In aprile, la ruota del ponte leva-toio, que propter vetustatem erant [sic] consumpta et fracta, facta propterMagnam societatem, fu rifatta. In maggio il muratore Mucçarellus Ciotti venneingaggiato per consolidare il muro d’appoggio del ponte levatoio della porta“falsa” dalla quale, in caso di necessità, si poteva facilmente uscire ed entrare6.Furono poi realizzati quattro grandi trabucchi e arruolati 26 birri, famuli birruari,inviati dal comandante generale militare Cola Palmucci di Collemancio7. A Toscanella, Corneto e Montalto si spedirono messi perché si stesse all’ertacontro l’invasore. Questi, trovato il passo sbarrato dalle milizie romane, ripiegòverso la Sabina ove, da Montefiascone, fu subito inviato il tesoriere Tavernini perorganizzare la resistenza. Ugualmente a Terni, Narni, Orte e Gallese; in quest’ul-tima rocca furono costruite sei bertesche e un corridoio di difesa. Per circa tremesi, dal marzo al maggio del 1348, si fu in grandi angustie [ma] alla fine quell’i-ra di Dio s’allontanò8.

La “morte nera”Nessuna difesa fu però possibile organizzare contro quel terribile nemico che,molto più devastante della magnam societatem di Guarnieri, stava per giungereanche a Montefiascone. Negli ultimi mesi del 1347 era infatti “sbarcata” aMessina la peste nera - per intenderci quella immortalata da Boccaccio nelDecamerone - e da lì aveva iniziato a diffondersi nell’entroterra muovendo dasud verso nord. Così in sintesi la registra, all’anno 1348, un cronista orvietano:fuit generalis mortalitas maxima: et creditur quod medietas hominum obierit, etprincipales nobiles et populares obierunt9. Il cronista riteneva quindi che fossemorta metà della popolazione; e non era lontano dal vero se consideriamo che lapeste nera - paragonata dai contemporanei al diluvio sterminatore – sembraabbia complessivamente ucciso tra i venti e i venticinque milioni di persone;circa un terzo quindi dell’intera popolazione europea dell’epoca. Il 16 luglio 1348 morì a Montefiascone, probabilmente dello stesso male, il retto-re Guiscardo di Comborin, dopo aver dato prova, nel suo breve governo, di ener-gia non comune nella tutela dei diritti della Chiesa. A lui subentrò, a distanza dipochi giorni, Giacomo de Gabrielli di Gubbio.

Il legato Bertrando, acausa della gotta e dialtri problemi di salu-te, non disgiunti dallapreoccupazione disfuggire alla pande-mia, lasciòMontefiascone perrifugiarsi ad Avignoneove, il 4 novembre,venne eletto cardina-le vescovo dellaSabina.

E i flagelli natu-rali continuaro-no: l’ira celestepareva collegar-si a quella degliuomini. Il 9 settembre 1349 un violento terremoto sconquassò anche ilPatrimonio: in Orvieto e Viterbo caddero le mura e le torri le più robuste; nesoffersero specialmente le rocche di Onano, Toscanella e Tarano inSabina. Dopo ciò, non è a dire con quanta ansia fosse atteso l’anno giubi-lare, che si sperava avrebbe purgato il mondo dagl’influssi diabolici.Clemente VI curò che le vie fossero rese sicure dai malviventi, e lo statopacifico non fosse in quell’anno turbato, onde agevolare il concorso dei pel-legrini alla città santa. Invece proprio in quell’anno, sul cominciar della pri-mavera, il flagello del Guarnieri si scatenò sul Patrimonio. Vi giunse ina-spettato, e fu perciò più funesto: il Legato Anibaldo da Roma aveva datoassicurazione che ne avrebbe impedito il passaggio. Atterrito Clemente VIsollecitò energici provvedimenti di difesa, confidando assai nel rettoreGiacomo de’ Gabrielli, uso a rimediare, com’egli diceva, ai più disperatinegozi. Accresceva la gravità della situazione l’alleanza del Prefetto coll’in-vasore, conclusa dal primo per istornare il flagello dalle sue terre e parteci-pare al saccheggio delle altre. E grandi furono invero le devastazioni daentrambi commesse; il castello di Valentano in ispecial modo danneggiato.Alla fine anche questo turbine passò, e la corrente dei pellegrini riprese piùaffrettato il suo corso verso la città eterna10.

Si avvicinava intanto la scadenza della concordia fra la Chiesa e il prefettoGiovanni Di Vico il quale, avendo recuperato energie, aveva ripreso a depredareil Patrimonio e a occuparne le piazzeforti. Cosa che gli fu possibile fino al mesedell’aprile 1352, quando papa Clemente VI lo convocò ad Avignone per rispon-dere delle sue usurpazioni e di eresia. Nel mese di giugno le milizie pontificieattaccarono quindi Viterbo. L'assedio, che provocò sanguinosi tumulti all’internodella città proseguì fino a luglio quando le truppe papaline si ritirarono eGiovanni di Vico venne nuovamente scomunicato.

(segue-37)

LA PESTE NERA. Guy de Chauliac, medico presso la corte papa-le di Avignone, scriveva che “si moriva senza servitore, si

veniva sepolti senza prete, il padre non visitava il figlio, né ilfiglio il padre, la carità era morta, la speranza annientata”.

1 1 staio = 70 kg. circa2 1 salma = 70 litri circa3 1 libbra = 330 gr. circa 4 ANTONELLI 1901, p. 265 ANTONELLI 1904, p. 3186 Pro muratura muri in quo consistit pons levatorius extra portam falsam [...] ut per ipsamportam falsam haberetur facilius egressus et ingressus in dictam roccham cum casus imi-neret; LANCONELLI, ANGELA, Le “expense pro reparationibus rocche Montisflasconis” (1348-1359). L’attività edilizia nel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, in “Maestranze e cantieri edilia Roma e nel Lazio”, a cura di Angela Lanconelli e Ivana Ait, Roma 2002, p. 87.7 FUMI, LUIGI, I registri del ducato di Spoleto, in “Bollettino della R. Deputazione umbra distoria patria”, anno VI, 1901, p. 269.8 ANTONELLI 1904, p. 320.9 RIS, Annales Urbevetani, tomo XV, parte V, vol, 1, p. 197.10 ANTONELLI 1904, p. 323-324.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 4

La critica, quando è costruttiva, incoraggia ad agireCaro direttore, da anni, spesso vado alla Rocca e mi intrattengo a lungo perosservare i resti della nostra storia e il suo museo del San Gallo.Con delusione, ho visto che quest’ultimo è chiuso da alcuni mesi. Ho chiesto ilmotivo ad alcune persone e queste mi hanno risposto che si aprirà quandosarà concluso il progetto che unirà il museo dell’Episcopio, quello del SanGallo, la Torre del Pellegrino e le antiche carceri in un unico biglietto d’in-gresso da pagare. Questo progetto è stato voluto e accettato circa due anni fadal Vescovo Lino e da Luciano Cimarello, in quel periodo sindaco.Le polemiche perché non si faceva pagare il biglietto d’ingresso sono state tantee pesanti e le motivazioni erano quelle attuali con una differenza: il museo delSan Gallo è stato sempre aperto, grazie al servizio di volontariato prestato damolti montefiasconesi.Spero che presto venga aperto perché questo museo è una ricchezza culturale estorica per la nostra città anche se i suoi cittadini non hanno voluto mai apprez-zare. Cito una frase della professoressa Elettra De Maria ne “La Voce” di otto-bre... “se vogliamo che i turisti s’innamorino del nostro paese dovremmo perprimi esserne innamorati noi...”.I turisti, cara professoressa, sono innamorati di Montefiascone. La grandeaffluenza e i commenti positivi nel visitare la Rocca e il suo museo ce lo confer-mano. Ho inteso commenti negativi su Montefiascone fatti da noi montefiascone-si ai turisti che fanno rabbrividire e queste persone pensano di danneggiare qual-cuno senza accorgersi che danneggiano se stessi.Dio ci ha dato tanta ricchezza ma purtroppo non la vogliamo vedere perché trop-pi interessi personali ci annebbiano la vista. Qualche mese fa c’è stata una gita a “Gozo” nell’Isola di Malta. Vorrei a que-sto punto chiarire una situazione. L’amicizia tra Montefiascone e Gozo è iniziatapiù di 10 anni fa e lei, direttore, se sbaglio mi corregga. Anche loro venerano lanostra S. Margherita di Antiochia. Ricordo che i due parroci: d. Agostino e d.Tarcisio si sono scambiate più volte le visite e due volte anche la reliquiadella testa di S. Margherita, che noi abbiamo, è stata portata a Gozo. Sonoquasi tre anni che i comuni, quello di Gozo e quello di Montefiascone hanno fattoil gemellaggio con un rapporto molto cordiale tra i due sindaci e le rispettivepopolazioni. Perciò il gemellaggio non è sorto adesso ma ben tre anni fa. Certo,per chi non ha mai voluto vedere il lavoro precedente è tutto novità.La vita è questa, c’è chi semina e chi raccoglie. E attualmente nel nostro

Comune c’è questo: raccolgono e raccoglieranno i frutti seminati precedente-mente. Un altro aspetto è l’ospedale. Durante il mandato di Luciano Cimarello è statapotenziata la Day-Surgery. In pratica, quando ha iniziato il mandato, la sala ope-ratoria, per gli interventi chirurgici day hospital, funzionava soltanto due giorni lasettimana. Dopo poco, ha funzionato tutti i giorni. Attualmente è ancora così? Laterapia del dolore è stata portata nel nostro ospedale e serve tutta la A.S.L.Montefiascone, negli ultimi anni, è diventato il centro di riferimento per tutta laprovincia. È stata potenziata la struttura della riabilitazione ortopedica. Luciano Cimarellonon ha fatto in tempo a inaugurarla. È stata inaugurata in questo ultimo periodoe da diverso tempo funziona a pieno regime. Lavori effettuati per portare gliambulatori di Ematologia a Montefiascone. Raccolti i fondi. Adesso si è saputoche non porteranno più gli ambulatori di Ematologia. Il sindaco attuale ha accettato tutto questo senza dire una parola. Si poteva faredi più? Penso di sì. Al sindaco uscente, Luciano Cimarello, nessuno ha mai dettoche sarebbero tornati indietro altrimenti sono sicuro che avrebbe chiamato anchetutti i cittadini a sostenerlo.Un puro caso?... o studiato bene da chi ci governa attualmente. Spero che i soldiraccolti e trattenuti nella Banca Cattolica vadano a buon fine... Io esprimo la miariconoscenza a chi ha lavorato e progettato. Certo, ognuno di noi vorrebbe inizia-re e ultimare, però io ho sempre costatato che la gloria non sudata non soddisfa;la glora non sudata è una vernice che copre la propria debolezza.Io vorrei che diventassimo tutti un po’ più intelligenti e di buon senso. Possibileche dobbiamo vedere sempre e in ogni situazione soltanto il colore nero e il colo-re bianco. Anche il grigio esiste e è il colore di tutti noi uomini. Siamo tutti unmiscuglio di bene e di male perché l’uomo è così e la VERITÀ È SOLTANTOGESÙ CRISTO. Questo lo dico soprattutto a noi con i capelli bianchi che ci “ven-diamo per un piatto di lenticchie”. Andiamo ancora dietro a chi fa più rumoredisprezzando appositamente le altre realtà e alla fine “rimane fregato” ciascunodi noi. Non si uccide soltanto con la pistola e il coltello, si uccide soprattutto conla lingua e nessuno di noi può sentirsi esente. Caro direttore, scusi lo sfogo e grazie per avermi dato la possibilità di chiarirealcune situazioni. Ognuno di noi vive le conseguenze del proprio essere.

O.M.

Gent.mo Redattore,

nell’inviarLe i più fervidi auguri per il 2017, La prego voler pubblicare quantosegue, inviando, intanto, i più sinceri ringraziamenti.Prima di tutto vorrei augurare a tutti i lettori, un felice Anno Nuovo dipace e salute.Ciò premesso, vorrei trattare un argomento che si sta mostrando semprepiù preoccupante. Mi riferisco all’inquinamento ambientale. Ormai siamo inun’atmosfera sempre più satura di gas serra dovuti a molteplici fattori tra cuil’eccessivo uso che si fa dell’automobile. Se a questo aggiungiamo quello che si usa indiscriminatamente in agricoltu-ra a discapito del terreno e, quel che è peggio, degli alimenti derivantida tale attività, si vede subito come la situazione si vada sempre più aggra-vando. Chi ci rimette è ognuno di noi consumatori la cui salute non è tutela-ta ed ogni volta che facciamo un acquisto di generi alimentari, sorgono infi-nite domande tra cui una su tutte: siamo davvero tutelati come molte volte civorrebbero far credere, o la nostra salute è continuamente a rischio per l’ag-giunta in eccesso degli alimenti tra cui: nitriti e nitrati di potassio, ormoni ajosa, tracce di pesticidi che usano per la frutta, per non parlare di coloranti,mturanti... Finiamo qui l’elenco ma ci sarebbero molte altre cose che l’acqui-rente dovrà mangiare o bere.È vero che ci sono gli organi preposti, ma sembra che il loro controllo, risultipiuttosto scarso, altrimenti non ci sarebbe un uso così eccessivo di talisostanze nocive alla salute. Mi chiedo cosa stia facendo la U.E. a tale scopose gli ormoni vengono usati con la massima sfacciataggine, perfino se siacquista qualcosa da privati. Perché non viene messo un divieto all’uso ditali prodotti per non dire di altri ancora peggiori? Quello che viene usato neicampi va nelle falde acquifere unitamente ai diserbi usati da gente senzascrupoli... Ecco dunque che queste acque precedentemente inquinate, eva-porando e condensandosi nelle nubi, formano una pioggia tossica che nonpuò se non inquinare ancor più il terreno. È come una catena di morte chel’uomo crea contro se stesso, a suo discapito e favorendo gravi malattie.L’ambiente dove si vive è una cosa sacra ed inviolabile ed ognuno ne èresponsabile. Cominciamo con il limitarci un po’ all’uso eccessivo della macchina, a quelloancor più nefasto dei diserbanti, usati senza senno in quanto se si cono-scesse di più il terribile danno ecologico che si arreca se usati senza alcunlimite. Ci vuole una vera educazione all’ambiente per rispettarlo anche per-ché ci dobbiamo vivere noi e, quel che più conta le nuove generazioni chedevono essere ben educate a riguardo per un pianeta pulito e vivibile.

Paparello Gianluigi

L’uomo e l’ambiente

Con il Patrocinio del Comune di Montefiascone, dell’Avis, dell’Aido, SolidarietàFalisca e Radio Orte, l’“Associazione Culturale Perle D'autore” si ripropone alsuo pubblico con

“I mitici anni 50 tra lume e il Brusco”In collaborazione con la Compagnia teatrale Giuseppe Gianlorenzo Le Coste, pres-so il Ristorante Pizzeria La Commenda, domenica 15 Gennaio 2017 alle ore 17,30per trascorrere un pomeriggio differente, ricco di emozione, e tra il lume e il Bruscoverrà anche presentato il calendario 2017 di “Perle d’Autore” targato anni 50. Un appuntamento dedicato ad un trascorso che ci appartiene ed appassiona.Ingresso libero .... vi attendiamo numerosi.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 5

NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO

Il raffinato ristorante “STUZZICO” è per veri intenditori

dei prodotti tipici locali

Transitando sul marciapiede di sinistra della importante via Oreste Borghesi siscopre l’elegante e raffinato Ristorante “STUZZICO”. Entrando, colpisce l’elegan-za del locale essendo arredato con poltroncine e tavoli ornati con classe e buongusto. La specialità del Ristorante è naturalmente il pesce del nostro lago, ma anche ilpesce proveniente dalla vicina costa tirrena ha il suo spazio importante. Fanno dacorollario le garantite produzioni locali agricole, zootecniche e casearie accompa-gnate dai rinomati vini della zona. Tali leccornie fanno parte delle degustazioni culi-narie a tema che si organizzano periodicamente nel Ristorante “STUZZICO” per ilpiacere di nuove scoperte ed approfondimento del gusto della clientela. Il tutto gestito con professionalità dalla gentile e geniale Signora DeboraCostantini, più conosciuta con il nome di Emanuela. L’asso nella manica dellocale consiste nel proporre una cucina raffinata, la quale parte da piatti base tradi-zionali locali che vengono studiati ed elaborati, arrivando ad una presentazione rivisi-tata avente lo scopo dell’esaltazione dei sapori naturali dei prodotti nostrani, senzaaggiunte estranee che altererebbero il gusto originale. L’eccellenza di tali raffinatez-ze si raggiunge nella elaborazione e preparazione di un tradizionale piatto a base ditinca, tipico pesce del nostro lago, che consiste in ravioli ripieni di tale pesce apposi-tamente lavorato. È ai primi posti del menù anche il piatto di calamari e piselli, ilquale è un piatto tradizionale, ma nella cucina di Emanuela viene rielaborato sbollen-tendo i calamari, lavorando i piselli fino allo stato di crema e croccantizzando a parteil guanciale di maiale ed il tutto assemblato e servito in un piatto unico il quale acqui-sisce un profumo ed un sapore omogeneo assoluti. Altra meraviglia della cucinadello “STUZZICO” è l’elaborazione della popolare e tradizionale trippa allaromana. Essa viene cotta accuratamente quindi viene triturata ed usata per riempirei ravioli.Passando ai secondi piatti, la Signora Emanuela ha ideato un caratteristico rollè diorata che consiste nell’immissione di una farcitura di gamberi e di pomodorini pachi-no all’interno dell’orata ed il tutto cotto a bassa temperatura e con la tecnica del sot-tovuoto con lo scopo di conservare tutte le caratteristiche nutritive ed i naturali sapo-ri.Tutti i piatti, specialmente i secondi, vengono accuratamente abbinati ai vini sele-zionati per lo specifico piatto servito. Proprio l’assortimento dei vini di cui è dotatala cantina del Ristorante, sono oggetto di particolare attenzione da parte dellaSignora Emanuela, la quale organizza degustazioni guidate periodiche. Il Ristorante“STUZZICO” è nato 11 anni fa ideato come self service e tavola calda con il nome“STUZZICO”, adeguato per tale tipo di servizio, poi si è specializzato per competen-za e professionalità trasformandosi in Ristorante conservando lo stesso nome, manon finisce qui.

Grazie Gimberto per aver ripreso la collaborazione con il nostro giornale...dopo le tristi vicende della vita! Può giovarti e aiutarti a vincere lo scoraggia-mento.

Fernando FumagalliStella di Bronzo CONI Martedì 29 novembre 2016 alle ore 17 c/o la Sala Regiadel Comune di Viterbo, alla presenza di tantissime auto-rità civili, militari e sportive si è svolta la consegna delleBenemerenze CONI 2015 che ha visto l’assegnazionein totale di 24 riconoscimenti:• 12 Stelle al merito sportivo (chi per anni ha servito losport);• 1 Palma al merito tecnico (i tecnici o Associazioni piùmeritevoli nella stagione 2015);•  11 Medaglie al valore atletico (campioni sportivinella stagione 2015).

Tra le eccellenze dello sport premiate dal CONI era pre-sente anche il nostro concittadino Prof. FernandoFumagalli, meglio conosciuto come Nando.Con viva soddisfazione Fumagalli ha commentato il pre-mio speciale ricevuto dal CONI: “Un ringraziamento par-ticolare, innanzitutto, va alla mia famiglia per avermiconcesso tanto tempo da dedicare allo sport. Ringrazioinoltre il Presidente Nazionale del CONI GiovanniMalagò, il Presidente Riccardo Viola del CONI Lazioe il delegato Alessandro Pica del CONI Viterbo peravermi ritenuto meritevole della Benemerenza STELLAdi BRONZO. Questo premio viene concesso a tutte lepersonalità che con la loro attività si sono sempre con-traddistinte positivamente nel corso degli anni in ambitosportivo e, nello stesso tempo, si sono poste al serviziodello sport contribuendo al suo sviluppo e alla sua diffu-sione. Ci tengo poi a ringraziare tutte le Federazioni e leAssociazioni sportive, i Ministeri e gli Enti con i quali hocollaborato per organizzare nella nostra cittadina tantis-simi Eventi sportivi regionali, nazionali e mondiali”. Il Presidente del CONI Regionale Lazio, RiccardoViola, nel corso della premiazione ha dichiarato: “Lacerimonia di consegna della Benemerenza CONI rap-presenta il momento più importante di riconoscimentoper il mondo sportivo sul territorio ed è la GiuntaNazionale del CONI, su proposta del suo PresidenteGiovanni Malagò, con motivata segnalazione dellaCommissione Benemerenza Sportiva, che decide inominativi dei soggetti da premiare”.Il delegato Provinciale del CONI, Alessandro Pica, hapoi aggiunto: “Un giorno importante, dunque, per losport provinciale riunito qui per l’occasione ed in cui iriflettori sono stati puntati sui migliori atleti, dirigenti e sututti coloro che si sono impegnati e si impegnano quoti-dianamente per uno sport sempre più con la S maiusco-la, riconoscendone l’indiscusso valore educativo che sicrea tra i grandi atleti e i giovani sportivi”.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 6

Lo Psicologo risponde...

Potete scrivere a: Dott.ssa Monia Cosimi, Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone (VT)

Email: [email protected] 3394151301 - 0761831212

Dopo essere stata approvata alla Camera dei Deputati, il Governodimissionario guidato da Matteo Renzi, ha posto la fiducia al Senatosul testo della Legge di Stabilità per il 2017. Il Senato pertanto haapprovato in via definitiva la Legge di Bilancio, con 173 voti favore-voli e 108 contrari. Vediamo nel dettaglio tutte le novità:- Novità fiscali: Una delle misure approvate con la Legge di Stabilità2017 è quella che riguarda la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, ilquale porterebbe le due principali aliquote a decorrere dal 2018,rispettivamente dal 10 per cento al 13 per cento e dal 22 per cento al24 per cento. Altra misura in materia fiscale introdotta nella finanzia-ria è il taglio dell’IRES, imposta sul reddito delle società, ridotta dal27,5 per cento al 24 per cento. È stata poi aggiunta la nuova impo-sta sul reddito imprenditoriale per aziende e professionisti chiamataIRI, a decorrere sempre dal 2017. - Irpef imprese agricole: Per alleggerire il carico degli agricoltori, ilGoverno ha eliminato l’IRPEF sulle rendite catastali delle impreseagricole; questa novità si aggiunge al taglio dell’IRAP e dell’IMU suiterreni agricoli già attuata con la Legge di Stabilità 2016. - Pacchetto competitività e R&S per aziende: Questa manovra,alquanto onerosa per lo Stato, comporta l’estensione al 2017 delsuperammortamento del 140 per cento, come già avvenuto nel2016; inoltre è stata prorogata per il 2017 la Legge Sabatini per faci-litare il finanziamento degli investimenti delle imprese, e confermatoil superammortamento al 250 per cento per gli investimenti in inno-vazione.- Rottamazione Equitalia: Con l’approvazione della Legge diBilancio, Equitalia verrà abolita. Essa passerà sotto il controllodell’Agenzia delle Entrate, pertanto, non sarà più un ente privato ariscuotere le somme evase dai contribuenti, ma un’agenzia pubblicachiamata “Equientrate”. È stato quindi inserito nella manovra per il2017 il condono di sanzioni e interessi di mora per quei contribuentiche decidono volontariamente di pagare le cartelle di Equitalia arate, e solo per gli importi evasi inferiori ai 100.000 euro.- Riforma pensioni: Per quanto riguarda le pensioni sono state con-fermate le novità riguardanti: l’estensione ufficiale di “Opzionedonna”, ovvero la sperimentazione della pensione anticipata per lelavoratrici con 35 anni di contributi al 31 dicembre 2015; a beneficia-re di ciò saranno le lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958. Èstato poi definito anche l’APE, il cosiddetto anticipo pensionistico,che è rivolto ai lavoratori con 63 anni di età e 36 anni di contributi; aderogare l’assegno sarà l’Inps tramite il sistema bancario e dovrà poiessere restituito al raggiungimento del requisito di vecchiaia in rateventennali. Per quanto riguarda l’APE sociale, ovvero l’anticipo gra-tuito della pensione per lavoratori disoccupati, lavoratori con familia-re a carico affetto da disabilità, lavori usuranti o in caso di riduzionedella capacità lavorativa del 74 per cento o più, l’assegno per glianni d’anticipo è a carico dello Stato. Un’altra novità è l’estensionedella possibilità di richiedere il cumulo gratuito dei contributianche per i professionisti, ovvero lavoratori iscritti ad ordini profes-sionali; la misura consentirà ad essi, di accedere a due modalità dipensione: la pensione di anzianità, sommando i periodi di versamen-to contributivo in diverse gestioni previdenziali, e la pensione di vec-chiaia.- Bonus per le famiglie: Sono stati confermati per il 2017: il bonusbebè (già in vigore nel 2016) che consiste nell’erogazione di unassegno di 80 euro al mese per ogni figlio, alle famiglie con un ISEEinferiore a 25.000 euro, e di 160 euro al mese a chi è situato in unafascia ISEE al di sotto di 7.000 euro. Si può fruire di tale bonus finoal compimento del terzo anno di età del bambino. Vi è inoltre ilbonus famiglia, un assegno straordinario che verrà concesso allefamiglie con almeno 2 figli a carico e un ISEE basso in cui non sonoancora resi noti gli importi. Altra novità è il bonus mamme domani2017, un incentivo di 800 euro per le donne al settimo mese di gravi-danza che viene erogato prima della nascita del bambino. È statoistituito anche il bonus nido, un assegno di 1.000 euro l’anno per lefamiglie che iscrivono i loro figli agli asili nido pubblici e privati; talebonus verrà riconosciuto a tutti in quanto non è previsto alcun tettoISEE, ed è esteso anche ai bambini malati cronici che purtroppo nonpossono frequentare un asilo nido.

a cura del Dott. Luca Radicati e della Dott.ssa Paola Ciripicchio

Cara Dott.ssa Cosimi, volevo sapere quanto è importante la prima impressione. Mi capitaspesso di pensare a quanto possa essere importante l’immagine cheuna persona dà. Esistono degli studi per dare una risposta? Grazie.

Caro Lettore,La prima impressione può influenzare il modo in cui si giudica l’altro? Misembra che sia questo il suo dilemma centrale. Un famoso modo di dire sostiene che non si debba “giudicare un librodalla copertina”, ma, al contrario, sembra proprio che le persone abbia-no la tendenza a far ciò anche dopo averne letto un capitolo o due.Secondo un recente studio di Gunaydin, professore presso la BilkentUniversity ad Ankara, in collaborazione con la Cornell University di NewYork, le persone continuerebbero ad essere influenzate dall’aspettoaltrui, anche dopo averne personalmente approfondito la conoscenza.Sembra infatti che la prima impressione, costruita attraverso l’osserva-zione di una fotografia, possa predire come una persona giudicheràun’altra, anche dopo avervi interagito faccia a faccia, fino a sei mesidopo. L’aspetto di una persona influenzerebbe quindi, anche in modopersistente nel tempo, ciò che gli altri pensano della stessa a propositodi chi siano, cosa facciano, quanto possano essere affidabili o simpatici.Anche una semplice fotografia diviene un indizio molto potente in gradodi condizionare le future interazioni, nonostante in seguito possanosopraggiungere nuove informazioni, anche in contrasto con il giudiziostesso, circa la persona rappresentata nella fotografia. Dalle analisi deidati, Gunaydin et al. (2016) hanno messo in luce l’esistenza di una forteassociazione tra la valutazione dei soggetti basati sulla fotografia, equindi sul mero aspetto fisico, e quella fatta in seguito all’interazione dalvivo, dopo aver conosciuto in modo più approfondito la persona. Piùnello specifico, i partecipanti che ritenevano che la persona rappresenta-ta in foto fosse piacevole e possedesse una personalità amichevole,coscienziosa, emotivamente stabile e di mentalità aperta, mostravano latendenza a riportare impressioni analoghe anche dopo l’interazione fac-cia a faccia con la medesima persona. Similmente, anche coloro i qualiriportavano giudizi negativi nei confronti della persona rappresentata infoto, mostravano la tendenza a valutarla in modo analogo anche dopoaverla conosciuta di persona.Quanto ottenuto, nel complesso, risulta essere estremamente degno dinota, considerando anche il fatto che i partecipanti alla seconda fase,pur giungendo a giudizi diametralmente opposti, interagivano in realtàtutti con la stessa persona.Per poter spiegare quanto emerso a livello del giudizio di piacevolezza,che rimane inalterato anche dopo l’interazione faccia a faccia, gli autorichiamano in causa il cosiddetto bias di conferma del comportamento(behavioral confirmation bias), un tipo di profezia che si auto-avvera cheporta i soggetti a comportarsi in modo conforme al primo giudizioespresso. Per quanto riguarda la coerenza nei giudizi circa le caratteri-stiche di personalità, invece, gli autori ipotizzano la possibile influenzadel cosiddetto effetto alone (halo effect). In questo senso, coloro i qualihanno giudicato in modo positivo la persona raffigurata nella fotografiapotrebbero aver attribuito alla stessa ulteriori caratteristiche positive;infatti, generalmente si ha la tendenza a ritenere che una personaattraente sia ad esempio socialmente competente, con un matrimoniostabile e figli perfetti. Riassumendo, l’effetto alone mette in luce comegeneralmente le persone abbiano la tendenza ad andare oltre il sempli-ce giudizio iniziale, superficiale e basato meramente sull’aspetto, attri-buendo una serie di ulteriori caratteristiche positive e desiderabili.Proprio questo effetto, secondo gli autori, spiegherebbe come mai i par-tecipanti allo studio attribuissero caratteristiche di personalità considera-te desiderabili a persone ritenute piacevoli e di bell’aspetto. In conclusione, nonostante in studi precedenti Gunaydin et al. (2012)avessero messo in luce la convinzione dei partecipanti circa un’eventua-le revisione dei giudizi dati ai soggetti rappresentati in fotografia seavessero avuto la possibilità di conoscerli personalmente, sembra che lepersone abbiano la tendenza ad essere conservative, cioè a giudicare lepersone in modo estremamente coerente con la loro prima impressionebasata sul solo aspetto fisico. I risultati vanno quindi in parte a confer-mare l’idea secondo cui anche dopo aver letto un libro, le persone conti-nuino almeno in parte a giudicarlo dalla sua copertina.

Dott.ssa Monia Cosimi(Psicologo, Consulente Familiare, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Taccuino economico e tributario

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 7

... Dello scritto apparso a pag.16 nel numero de “La Voce”di dicembre 2016 dal titolo“Direttore per necessitàpastorale”, scrivo questepoche righe per dirt i cheintendo pubblicare e far cono-scere un bel volume sul tuofratello che hai voluto regalar-mi, ormai nell’anno appenatrascorso e che, oltre ad aver-lo letto, lo vedo sempre espo-sto nel mio studio. Questo perte vale più di un “vero grazie”sincero e fraterno. È un veroomaggio che ti faccio: farconoscere un vero sacerdote,D. Mario tuo fratello peritotragicamente “in un incidentestradale verificatosi al ritornodi una delle consuete missio-ni di bontà i l 19 febbraio1966”, penso che per te sia lacosa più gradita.Nel risvolto della facciata esterna del volume c’è brevemente il racconto dellavita di tuo fratello: “Don Mario Gargiuli nasce nell’antico quartiere di SanPellegrino a Tuscania il 12 gennaio 1923. A dodici anni varca la porta delSeminario Diocesano di Viterbo spinto da una sincera vocazione. Compiuti gli studi ginnasiali, passa al Seminario Regionale de La Quercia(Viterbo) da dove esce per l’ordinazione Sacerdotale il 5 luglio 1948.Mons. Domenico Brizi, conterraneo e amico di famiglia, lo consacra sacer-dote nella Cattedrale di Tuscania.Nominato Vice Rettore del Seminario Interdiocesano di Viterbo eTuscania, lascia l’incarico per iniziare quella missione pastorale a cui sisente più direttamente chiamato e che, dopo un breve periodo in qualitàdi Vice Parroco a S. Angelo in Spatha, lo porta alla parrocchia più anticadi Viterbo: Santa Maria Nuova in qualità di parroco.L’insegnamento della religione presso l’Istituto Magistrale S. Rosa diViterbo, gli valgono l’affetto e la stima di alunni e insegnanti anche in con-siderazione delle sue innegabili doti umane.Nel 1963 è eletto Priore del Collegio dei Parroci. È sempre impegnato,oltre ogni limite, nelle opere di carità e nell’aiuto del prossimo fino allamorte in un incidente stradale verificatosi al ritorno da una delle consuetemissioni di bontà il 19 febbraio 1966”.La presentazione del volume la fa il fratello D. Angelo: “A 50 anni dalla morte, il19/2/1966, il ricordo di D. Mario è ancora vivo. Rinnovare la sua memoria èstata la richiesta di chi lo ha conosciuto o ne ha sentito parlare. Si è pensato diraccogliere quanto è stato detto e scritto di lui, della sua breve vita, del suosacerdozio, della sua tragica morte, e dell’unanime cordoglio che ha suscitatonella sua parrocchia, nella scuola dove insegnava, nei tanti fedeli che ha bene-ficato spiritualmente e materialmente. Per questo motivo, nella speranza che isuoi scritti, ancora attualissimi, facciano ancora del bene, che il suo ricordo diSacerdote, fedele al Signore e alla sua missione, sia di esempio ad un cristia-nesimo autentico per tutti, abbiamo messo mano a questo libro. Non è statofacile scegliere dal moltissimo materiale esistente. Ringrazio tutti i collaboratoriche hanno lavorato al progetto, chi ha dato il materiale adatto e specialmenteLuigi Torquati e Pietro Barbanera che lo hanno concretizzato.

Don Angelo

ll volume inizia con uno scritto di Sua Ecc.zaMons. Dante Bernini, Vescovo Emerito diAlbano, che ora vive nella casa paterna “allaQuercia” superando ampiamente gli anni 90.Termina l’interessante presentazione del volumecon queste parole: “Un ultimo ricordo: quando fuinominato Professore nel Pontificio SeminarioRegionale, Don Mario mi succedette comeParroco a S. Maria Nuova. Richiesto del parere daparte del Vescovo, diedi il mio pieno consenso. Nefui ben lieto”.

+ Dante Bernini Vescovo

Tra i libri di Don Giuseppe Ricci si conserva ancora un piccololibretto dal titolo: “La Messa” di Mons. Luigi Civardi. Sullacopertina del libro appare il nome di D. Mario Gargiuli e pro-babilmente si tratta di un libretto donato a D. Giuseppe dopola morte di D. Mario. L’Autore del libro, all’epoca noto autore dimolte pubblicazioni spirituali e storiche sull’Azione Cattolica, sipropone di fare un lavoro di sintesi e insieme di divulgazionedando al cristiano le idee base intorno alla Messa alla luce deldogma, della morale e della liturgia e capitolo dopo capitoloimmerge il lettore nello studio e nella meditazione della S.Messa avvertendo che se è necessario e fondamentale lo stu-dio è necessaria anche l’azione e che è l’ora di un vero “apo-stolato della Messa”. Nel capitolo “Il Valore religioso della Messa” vi sonomolte sottolineature fatte da D. Mario.E quello che più colpisce è la frase iniziale che lui ha sottoli-neato: “Il Sacrificio richiede la distruzione della Vittima”. Equi è necessario fermarsi per poter ricordare brevemente chiera D. Mario.Don Mario Gargiuli nasce il 12 gennaio 1923 a Tuscania,all’età di 12 anni entra in Seminario, viene ordinato il 5 luglio1948 da Mons. Domenico Brizi amico di famiglia. Appena ordi-nato viene nominato vicerettore del Seminario della Quercia edopo aver trascorso un breve periodo come viceparroco a S.Angelo di Spatha, diventa parroco nella Parrocchia di S. MariaNuova.Muore in un incidente stradale il 19 febbraio 1966. Bastano queste poche righe e soprattutto quel 19 febbraio perpoter riprendere il filo del discorso dalla frase da lui sottolinea-ta. La frase sottolineata su quel libretto ci riporta senza tantisforzi di memoria e senza ricercare troppo il vero significato diquella frase (che ovviamente va letta in relazione al Sacrificiodell’Altare) alla fine prematura di D. Mario è divenuto un tutt’u-no con la Vittima dell’Altare. Ma in quel libretto le sottolineatu-re non si fermano e continuano nella mente di chi l’ha cono-sciuto i rimandi alla sua vita e soprattutto alla sua Fine: “trafo-rato e ucciso come sul calvario ma... non muore più”, “Troppecose riempiono ogni giorno questo piccolo vaso del cuore, ilquale ne trabocca”, “Diverso è il modo dell’oblazione...”, “ilVerbo prende la forma del pane... Esser uomo e divenire com-mestibile, dvenirlo a tal punto che non si possa servire ad altrouso che a quello di alimento...”. E fermiamoci ancora una volta su questa ultima frase che ciporta alla mente alcune sue espressioni contenute nelle suebrevi ma intense omelie. Omelie che furono pubblicate nellibro “I Discorsi della Domenica” e queste Omelie egli le pro-nunciava con non poco imbarazzo, arrossendo di fronte allepersone in modo notevole per colpa della sua grande timidez-za.Nella prima Domenica di Quaresima egli scrive: “il pane lo simangia per strada, tra un colpo di remi e un altro sotto la borao sotto il maestrale. Un pane che non ha profumo se non disudore, un pane che non ha gusto se non di vita, un pane chefa stare in piedi, che serve a camminare, a remare, a vangarea combattere con fede, a morire in pace”.Nel tessuto di queste omelie e di queste parole e soprattuttoalla luce della sua vita possiamo affermare che quel divenirecommestibile e di diventare alimento per gli altri è stata un’al-tra delle caratteristiche di D. Mario. L’ultima frase che egli sot-tolinea in quel capitolo è questa “Si sacrifica per il nostrobene...”.Davvero D. Mario è stato un prete che “si sacrifica per il nostrobene”, perché la sua vita è stata fedele a quel proposito cheaveva scritto: “la nostra vita è degna di essere vissuta soltantose legata sacerdotalmente a quella degli altri. Il Sacerdote nonè un’isola, ma un mare: un mare che deve assorbire continua-mente la salsedine di tutte le lacrime”.Ma come ricordava un articolo pubblicato dopo la sua morte,per coloro che han conosciuto D. Mario “non era un prete. IlPadre Eterno, a corto di ministri, prese dalle riserve unangelo, lo lasciò sulla terra, lo fece atterrare al Cerro, inMaremma, illuminò chi di dovere per far di lui un sacerdo-te. Solo i buoni sono veramente grandi. E non muoiono.Mai!”.

DON MARIO GARGIULIIl ricordo del sacerdote

di Emiliano Eusepi

Grazie, don Angelo Gargiuli

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 8

Anno Nuovo - Governo Nuovo

Prima fila da sinistra: Pinotti (Difesa), Orlando (Giustizia), Minniti (Interno), Alfano (Esteri), il presidente Mattarella, il premier Gentiloni,Lotti (Sport), De Vincenti (Coesione Territoriale), Costa (Affari Regionali), Madia (Pa), Finocchiaro (Rapporti con il Parlamento). Seconda fila da sinistra: Lorenzin (Salute), Franceschini (Cultura), Fedeli (Istruzione), Poletti (Lavoro), Delrio (Infrastrutture), Galletti(Ambiente), Martina (Agricoltura), Calenda (Sviluppo Economico) e Padoan (Economia). (al Quirinale dopo il giuramento)

È stato varato a dicembre 2016, ma opereràsoprattutto nel 2017. Speriamo che operi bene eche duri il più possibile. Non sappiamo quali siano le vere difficoltà e chi c’èche potrebbe fare lo sgambetto! Il bene dell’Italiaesige continuità e serio impegno. Coloro che lo compongono, con a capo il neopre-sidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sonoall’altezza del delicato compito che li aspetta.Quindi “avanti tutta”! Penso che sia il desiderio di tutti gli italiani.

ORARIO FERIALE

ore 7,00:ore 7,30:ore 9,00:

ore 17,00 (ore 18,00 con l’ora legale):

Chiesa del DIVINO AMORESAN PIETRO (Benedettine)SAN FLAVIANO

Chiesa del DIVINO AMORE

CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI• SANTA MARGHERITA (1° sabato del mese in Cripta) - ore 17,00(ore 18,00 con l’ora legale)• SANTA MARGHERITA (1ª domenica del mese in Cripta) - ore 10,30• SAN FLAVIANO (ultimo sabato del mese)• SAN FLAVIANO (ultima domenica del mese) - ore 11,30

SABATOore 17,00 (ore 18,00 con l’ora legale):SANTA MARGHERITA (ogni 1° sabato del mese Santuario S. Lucia Filippini - Battesimi)

ore 16,30: S. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

DOMENICAore 7,30:

ore 8,00:

ore 9,00:

ore 9,30:

ore 10,00:

Chiesa del DIVINO AMORE

Santuario MADONNA DELLE GRAZIESAN PIETRO (Benedettine)CORPUS DOMINI - Le CosteVILLA S. MARGHERITA

SAN FRANCESCOS. MARIA DEL RIPOSO - FiordiniVILLA S. MARGHERITA

CORPUS DOMINI - Le CosteS. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

S. GIUSEPPE - Le MosseS. MARIA DELLA VITTORIA - P. CappucciniVILLA S. MARGHERITA

ore 10,30:

ore 11,30:

ore 17,00 (ore 18,00 con l’ora legale):

SANTA MARGHERITA (ogni 1ª domenica delmese Santuario S. Lucia Filippini - Battesimi)

SAN FLAVIANOCORPUS DOMINI - Le CosteS. GIUSEPPE - Le MosseS. MARIA DEL GIGLIO - Zepponami

SAN FLAVIANO

ORARIO DEFINITIVO DOMENICALE SANTE MESSE - MONTEFIASCONE

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 9

LE RAPPRESENTAZIONI DEI MISTERI DI SANTA MARGHERITAdi Normando Onofri

Come e quando fu che a Montefiascone s’ebbero le prime rappresentazioniteatrali, al momento non si conosce. Per le indubbie frequentazioni nella nostracittà di pontefici e regnanti, nonché per il passaggio e lo stazionamento di per-sonaggi particolarmente influenti della scena religiosa e politica, sia italiana siaeuropea, non è da escludere che nel XIII – XIV secolo possano essere statedate rappresentazioni teatrali in onore di quegli illustri ospiti. Non v’è, tuttavia,nulla di certo.

I SACRI MISTERI di SANTA MARGHERITASi ha, invece, fondatezza di sapere quando furono date rappresentazioni citta-dine di tipo sacro offerte nelle pubbliche piazze per enfatizzare e divulgare trala popolazione la vita ed il martirio di Margherita d’Antiochia, la Santa patronadella Città.Lo storico di Montefiascone Mercurio Antonelli, traendo la notizia dal librodelle Riformanze cittadine, ci dà contezza che nell’anno 1532 furono pubblica-mente rappresentati i sacri “Misteri” della vita di Santa Margherita. Quellereligiose rappresentazioni, chiamate “Misteri” non perché eventi inspiegabili maverità di fede, mostravano e chiarivano al pubblico dell’epoca, i fatti salientidella vita, conversione e martirio della santa cittadina. Erano, in sostanza,sacre scene in cui si raffiguravano al volgo gli episodi più importanti vissutidalla nostra santa patrona ed erano talmente famose da richiamare in città unagrande quantità di forestieri. Il successo dei “Misteri” era tale che il Comune, inquelle occasioni, aveva giustificate preoccupazioni per la moltitudine di genteche arrivava in Città. Spesso, a causa della calca, accadevano anche episodidi violenza, scandali e altro, che la Comunità montefiasconese non intendevaassolutamente tollerare. Ne derivò che l’usanza generalizzata di portare armipersonali al seguito fu vietata obbligando gli spettatori a deporre tutti gli stru-menti di possibile offesa personale. Per chiarire megliocosa di scenico oteatrale avesseroquelle rappresenta-zioni è opportunori levare che i“Misteri” eranodrammatizzazioni dieventi eccezionalivissuti da sante osanti martiri mostra-te al volgo tramiteun’immota raffigura-zione scenica perrafforzarne la fede. Ipartecipanti al “qua-dro” non erano attorinel senso conven-zionale odierno enon dovevano agirein una scena inmovimento ma, sta-tue viventi, essi ser-vivano esclusiva-mente per dareforma e forza espli-cativa all ’avveni-mento in narrazione. Con la loro immobile postura, riproducevano in maniera facilmente leggibile dalpopolo, proprio come in uno statico quadro vivente, un determinato fatto oaccadimento della vita dei santi patroni. Non è casuale che quelle rappresenta-zioni, a distanza di circa cinque secoli, nel linguaggio parlato continuino ancoraad essere indifferente denominate “quadri” o “misteri”.Nel territorio a nord di Viterbo è certo e documentato che quel tipo di sacre rap-presentazioni erano già messe in scena nel XVI secolo nei comuni diMontefiascone e Gradoli dove erano raffigurati, rispettivamente, i martiri diSanta Margherita d’Antiochia e la vita di santa Maria Maddalena. Sulle rappresentazioni dei misteri montefiasconesi esistono altre testimonian-ze. Il Cardinale Carlo De Grassi, novello Vescovo della città succeduto al fra-tello Achille in data 19 luglio 1556, decise di celebrare per la prima volta lasanta Messa nella nuova chiesa di Santa Margherita, appena costruita dallefondamenta fino al piano superiore, sebbene ancora a cielo aperto.All’importante rito seguirono anche significative manifestazioni di culto e di giu-bilo cittadino per l’edificazione raggiunta dalla fabbrica. Il Comune volle parte-cipare alla gioia della popolazione offrendo feste molto sontuose e curan-do le rappresentazioni dei sacri misteri della Santa cittadina.

Tali spettacoli costi-tuivano all ’epocauna tradizione di cuinon si conosce lacomposizione, i lnumero dei quadri ela dislocazione neivari spazi cittadinimentre sappiamoche, per un maggiorgradimento del pub-blico, le scenografieerano arricchitedalla partecipazionedi banditori, suona-tori di tromba, tibie,pifferai e tamburini1. La rappresentazioneteatrale dei “misteri”montefiasconesi èandata perduta damolto tempo, comeda pessima e pigraabitudine cittadina,facendo così caderenell’oblio un’usanzad’indubbia matricepopolare che poteva rimanere tra le migliori tradizioni e consuetudini del nostrocomune. Ma mentre noi depauperiamo le nostre usanze e memorie, c’è poi chile riprende, le ripropone e, giustamente, se ne appropria. Infatti, e puntualmen-te, due secoli dopo gli oblii montefiasconesi, quelle sacre raffigurazioni sonostate riprese nella prima metà dell’Ottocento dalla vicina Bolsena ed adattatealle vicende della santa patrona di quella città. Sono così diventate consolidatetradizioni e ivi trovano, ancor oggi, orgogliosa consuetudine con l’annuale pro-posizione dei “Misteri di Santa Cristina”.La documentazione del primato dei misteri montefiasconesi di SantaMargherita su quelli della vicina Bolsena è ben riconosciuta e accreditata: “…Iprimi documenti in merito alla manifestazione bolsenese non si spingono oltregli inizi del XIX secolo e più precisamente risalgono al 1814 … Altri riferimentisi trovano in modo non continuativo nei programmi dei festeggiamenti dal 1827al 1855, fino a comparire, dal 1856 in poi annualmente, nei programmi sottovari nomi: quadri scenici o quadri plastici, mentre il popolo li chiamava giàMisteri. …”2. Ancora più preciso Marcello Moscini: “La documentazione in meri-to alla manifestazione [dei Misteri di Bolsena] non si spinge oltre gli inizi delXIX secolo; risale al 1814 la prima descrizione….. Ma quando è nato, inBolsena, questo modo di riprodurre le gesta della santa patrona? E’ difficile,per le attuali conoscenze documentarie, poterlo stabilire. Certo è che in centrivicini come Montefiascone e Gradoli, nel XVI secolo si rappresentavano, sottoforma di mistero, il martirio di Santa Margherita d’Antiochia e la vita di SantaMaria Maddalena…”3

[email protected]

A V V I S O!Si cercano per la pubblicazione su “La Voce” vecchie fotodi famiglie numerose di Montefiascone (se possibile, alme-no sette figli) con i relativi dati anagrafici. Esse sarannoregolarmente restituite ai legittimi proprietari. Rivolgersi ai negozi di Giancarlo Breccola (discesa Mimmi),Angelo Menghini (Via S. Lucia) opp. Normando Onofri.

1 Riformanze III, 7. - Mercurio Antonelli, Le tre chiese monumentali di Montefiasconein “La Vergine delle Grazie”, periodico di Montefiascone, anni I-II, 1905-1906.Raccolta “L’Opera completa di Mercurio Antonelli 1905-1912 - Vol. III - pag. 43 enota, Montefiascone 2005. - Il Cardinale Carlo De Grassi: “Si dette da fare moltissimoperché le feste e i misteri della Santa Martire (Margherita) si svolgessero secondo ilrito...”. CRUCIANI D. - MEZZETTI L., Storia dei Vescovi di Montefiascone, Pag. 89 -Montefiascone, 1987. 2 PURI, Antonietta, “Misteri & affini”, La Loggetta nr. 73-74 marzo/giugno 2008, pagg.68-70. 3 MOSCINI, Marcello, “Cristina di Bolsena - Culto e Iconografia” Pag. 190-196 -Tipolito Ambrosini Acquapendente 2002.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 10

Urbi et orbiMessaggio “Urbi et orbi”pronunciato da papaFrancesco dalla Loggia cen-trale della Basilica Vaticananel giorno di Natale.

Cari fratelli e sorelle, buon Natale!Oggi la Chiesa rivive lo stupore dellaVergine Maria, di san Giuseppe e deipastori di Betlemme contemplando ilBambino che è nato e che giace in unamangiatoia: Gesù, il Salvatore.In questo giorno pieno di luce, risuonal’annuncio profetico:«Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.Sulle sue spalle è il poteree il suo nome sarà:Consigliere mirabile, Dio potente,Padre per sempre, Principe della pace»(Is 9,5).Il potere di questo Bambino, Figlio di Dioe di Maria, non è il potere di questomondo, basato sulla forza e sulla ricchez-za; è il potere dell’amore. E’ il potere cheha creato il cielo e la terra, che dà vita adogni creatura: ai minerali, alle piante, aglianimali; è la forza che attrae l’uomo e ladonna e fa’ di loro una sola carne, unasola esistenza; è il potere che rigenera lavita, che perdona le colpe, riconcilia inemici, trasforma il male in bene. E’ ilpotere di Dio. Questo potere dell’amore ha portatoGesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsiuomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e arisorgere dai morti. E’ il potere del servizio, cheinstaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustiziae di pace.Per questo la nascita di Gesù è accompagnata dalcanto degli angeli che annunciano:«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra paceagli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).Oggi questo annuncio percorre tutta la terra e vuoleraggiungere tutti i popoli, specialmente quelli feritidalla guerra e da aspri conflitti e che sentono piùforte il desiderio della pace. Pace agli uomini e alledonne nella martoriata Siria, dove troppo sangue èstato sparso. Soprattutto nella città di Aleppo,teatro nelle ultime settimane di una delle battagliepiù atroci, è quanto mai urgente che, rispettando ildiritto umanitario, si garantiscano assistenza econforto alla stremata popolazione civile, che sitrova ancora in una situazione disperata e di grandesofferenza e miseria. È tempo che le armi taccianodefinitivamente e la comunità internazionale si ado-peri attivamente perché si raggiunga una soluzionenegoziale e si ristabilisca la convivenza civile nelPaese.Pace alle donne e agli uomini dell’amata TerraSanta, scelta e prediletta da Dio. Israeliani ePalestinesi abbiano il coraggio e la determinazionedi scrivere una nuova pagina della storia, in cui odioe vendetta cedano il posto alla volontà di costruireinsieme un futuro di reciproca comprensione earmonia. Possano ritrovare unità e concordial’Iraq, la Libia, lo Yemen, dove le popolazioni pati-scono la guerra ed efferate azioni terroristiche.Pace agli uomini e alle donne in varie regionidell’Africa, particolarmente in Nigeria, dove il terro-rismo fondamentalista sfrutta anche i bambini perperpetrare orrore e morte. Pace nel Sud Sudan enella Repubblica Democratica del Congo, perchési risanino le divisioni e tutte le persone di buonavolontà si adoperino per intraprendere un camminodi sviluppo e di condivisione, preferendo la cultura

del dialogo alla logica dello scontro.Pace alle donne e agli uomini che tuttora subi-scono le conseguenze del conflitto nell’Ucrainaorientale, dove è urgente una comune volontà nelrecare sollievo alla popolazione e dare attuazioneagli impegni assunti.Concordia invochiamo per il caro popolo colom-biano, che ambisce a compiere un nuovo e corag-gioso cammino di dialogo e di riconciliazione. Talecoraggio animi anche l’amato Venezuela nell’in-traprendere i passi necessari per porre fine alleattuali tensioni ed edificare insieme un avvenire disperanza per tutta la popolazione.Pace a quanti, in diverse zone, stanno affrontandosofferenze a causa di costanti pericoli e persistentiingiustizie. Possa il Myanmar consolidare gli sforzi

per favorire la pacifica convivenza e, conl’aiuto della comunità internazionale, pre-stare la necessaria protezione e assisten-za umanitaria a quanti ne hanno grave eurgente necessità. Possa la penisolacoreana vedere superate le tensioni chel’attraversano in un rinnovato spirito dicollaborazione.Pace a chi è stato ferito o ha perso unapersona cara a causa di efferati atti di ter-rorismo, che hanno seminato paura emorte nel cuore di tanti Paesi e città.Pace -non a parole, ma fattiva e concreta- ai nostri fratelli e sorelle abbandonati edesclusi, a quelli che soffrono la fame e acoloro che sono vittime di violenze. Paceai profughi, ai migranti e ai rifugiati, aquanti oggi sono oggetto della tratta dellepersone. Pace ai popoli che soffrono perle ambizioni economiche di pochi e l’avidaingordigia del dio denaro che porta allaschiavitù. Pace a chi è segnato dal disa-gio sociale ed economico e a chi patiscele conseguenze dei terremoti o di altrecatastrofi naturali.E pace ai bambini, in questo giorno spe-

ciale in cui Dio si fa bambino, soprattutto a quelli pri-vati delle gioie dell’infanzia a causa della fame,delle guerre e dell’egoismo degli adulti.Pace sulla terra a tutti gli uomini di buonavolontà, che ogni giorno lavorano, con discrezionee pazienza, in famiglia e nella società per costruireun mondo più umano e più giusto, sostenuti dallaconvinzione che solo con la pace c’è la possibilità diun futuro più prospero per tutti. Cari fratelli e sorel-le,«un bambino è nato per noi, ci è stato dato unfiglio»: è il «Principe della pace». Accogliamolo!

***[dopo la Benedizione]

A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte delmondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesisiete collegati attraverso la radio, la televisione e glialtri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio augurio.In questo giorno di gioia siamo tutti chiamati a con-templare il Bambino Gesù, che ridona la speranzaad ogni uomo sulla faccia della terra. Con la suagrazia, diamo voce e diamo corpo a questa speran-za, testimoniando la solidarietà e la pace. Buon Natale a tutti!

Francesco

Il Bambinello guarisca le ferite dei popoliDalla Siria alla terra d’Africa, dal Myanmar alla Colombia: l’augurio del Pontefice

Papa Francesco durante la celebrazione “Urbi et orbi” nel giorno di Natale

Nella sua riflessione il Papa non havoluto dimenticare anche le vittime delterrorismo e delle calamità naturali, o

quelle che soffrono la fame e subisconoviolenze. Un pensiero a migranti e a

quanti sono i nuovi schiavi.

PROGRAMMAIl 31 dicembre sarà l’ultimo appuntamento pubblico di papa Francesco. Il Pontefice ha celebrato sabatoalle 17 i primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, cui faranno seguito l’esposizio-ne del Santissimo Sacramento, il tradizionale canto dell’inno “Te Deum”, a conclusione dell’an-no civile, e la benedizione eucaristica. Confermata per mercoledì 29 l’ultima udienza generale dell’anno di papa Francesco in Aula Paolo VI.Domenica 1° gennaio - alle 10 papa Bergoglio celebrerà la Messa della solennità di Maria SantissimaMade di Dio. Un appuntamento che coincide con la celebrazione della Giornata mondiale della paceche quest’anno porta per titolo il tema: “La non violenza: stile di una politica per la pace”. LaGiornata è stata voluta da Paolo VI e il suo messaggio annuale viene inviato alle cancellerie di tutto ilmondo e segna per l’anno che si apre il programma e le linee pastorali del vescovo di Roma per il2017.Venerdì 6 gennaio infine alle 10 sempre nella Basilica di San Pietro il Papa presiederà la Messa nellasolennità dell’Epifania del Signore.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 11

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!La gioia del Natale riempie anche oggi i nostri cuori, mentre la liturgiaci fa celebrare il martirio di Santo Stefano, il primo martire, invitandocia raccogliere la testimonianza che con il suo sacrificio egli ci ha lascia-to. È la testimonianza gloriosa propria del martirio cristiano, patitoper amore di Gesù Cristo; martirio che continua ad essere presen-te nella storia della Chiesa, da Stefano fino ai nostri giorni.Di questa testimonianza ci ha parlato il Vangelo di oggi (cfr Mt 10,17-22). Gesù preannuncia ai discepoli il rifiuto e la persecuzione cheincontreranno: «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome» (v. 22).Ma perché il mondo perseguita i cristiani? Il mondo odia i cristianiper la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato laluce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sueopere malvage. Ricordiamo che Gesù stesso, nell’Ultima Cena, pregòil Padre perché ci difendesse dal cattivo spirito mondano. C’è opposi-zione tra la mentalità del Vangelo e quella mondana. Seguire Gesùvuol dire seguire la sua luce, che si è accesa nella notte di Betlemme,e abbandonare le tenebre del mondo.Il protomartire Stefano, pieno di Spirito Santo, venne lapidato per-ché confessò la sua fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio. L’Unigenitoche viene nel mondo invita ogni credente a scegliere la via della luce edella vita. È questo il significato della sua venuta tra noi. Amando ilSignore e obbedendo alla sua voce, il diacono Stefano ha sceltoCristo, Vita e Luce per ogni uomo. Scegliendo la verità, egli è diventatonello stesso tempo vittima del mistero dell’iniquità presente nel mondo.Ma in Cristo, Stefano ha vinto!Anche oggi la Chiesa, per rendere testimonianza alla luce e allaverità, sperimenta in diversi luoghi dure persecuzioni, fino allasuprema prova del martirio. Quanti nostri fratelli e sorelle nella fedesubiscono soprusi, violenze e sono odiati a causa di Gesù! Io vi dico

una cosa,i martiridi oggisono inn u m e r omaggiorerispetto aquelli deip r i m isecoli. Quando noi leggiamo la storia dei primi secoli, qui, a Roma,leggiamo tanta crudeltà con i cristiani; io vi dico: la stessa crudeltà c’èoggi, e in numero maggiore, con i cristiani. Oggi vogliamo pensare a loro che soffrono persecuzione, ed esserevicini a loro con il nostro affetto, la nostra preghiera e anche il nostropianto. Ieri, giorno di Natale, i cristiani perseguitati nell’Iraq hanno cele-brato il Natale nella loro cattedrale distrutta: è un esempio di fedeltà alVangelo. Nonostante le prove e i pericoli, essi testimoniano con corag-gio la loro appartenenza a Cristo e vivono il Vangelo impegnandosi afavore degli ultimi, dei più trascurati, facendo del bene a tutti senzadistinzione; testimoniano così la carità nella verità.Nel fare spazio dentro il nostro cuore al Figlio di Dio che si dona a noinel Natale, rinnoviamo la gioiosa e coraggiosa volontà di seguirlofedelmente come unica guida, perseverando nel vivere secondo lamentalità evangelica e rifiutando la mentalità dei dominatori di questomondo.Alla Vergine Maria, Madre di Dio e Regina dei martiri, eleviamo lanostra preghiera, affinché ci guidi e ci sostenga sempre nel nostrocammino alla sequela di Gesù Cristo, che contempliamo nella grottadel presepe e che è il Testimone fedele di Dio Padre.

Francesco

Il Papa: la mia preghiera per i cristiani perseguitatiIl loro ricordo nella festività di Santo Stefano: testimoni coraggiosi dell’appartenenza a Cristo

In occasione della festa di Santo Stefano, primomartire, il Papa ha recitato l’Angelus dalla fine-stra del Palazzo Apostolico. Una riflessione tuttadedicata al tema del martirio, che ancora oggi indiverse parti del pianeta caratterizza la testimo-nianza cristiana.

Angelus“Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù,perchè Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebreper nascondere le sue opere malvagie”. “I martiri di oggi sono in numero maggiore rispetto a quelli dei primisecoli”.

Papa Francesco durante l’Angelus, 26 dicembre, memoria liturgica di Santo Stefano

Carissimi confratelli, amici e benefattori vicinie lontani, in questo giorno santo di Natale vogliamoinviarvi il nostro ricordo e la nostra preghieraperchè “Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noiabbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noiabbiamo contemplato e ciò che le nostre manihanno toccato, ossia il Verbo della vita, quelloche noi abbiamo veduto e udito, noi lo annun-ziamo anche a voi, perchè anche voi siate incomunione con noi. La nostra comunione ècol Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Questecose vi scriviamo, perché la nostra gioia siaperfetta” (1 Gv. 1,1-4). Le notizie che giungono da tante parti delmondo ci mostrano una realtà tremenda dilotta, di odio, di morte: lo scontro tra la luce ele tenebre, tra il bene e il male è ancora in

atto, alcuni accolgono Gesù e il suo messag-gio di Pace e a questi da il potere di diventarefigli di Dio ma molti lo rifiutano e si allontananodalla via della giustizia e dell’amore la nascitadi Gesù è l’invito a rafforzare la speranza eoperare il bene. “Siamo a Natale fratelli caris-simi, purifichiamo le anime nostre e viviamo ilNatale con speciale fervore e spirito di orazio-ne: Prepariamo le vie del Signore: umiliamo imonti del nostro orgoglio, riempiamo le vallidel nostro egoismo, raddrizziamo i sentieri tor-tuosi della nostra vita, se mai fosse poco drit-ta, poco edificante. Gesù dal presepio cigrida: Carità!!! Vita di Carità: Tutto i lVangelo, tutta la vita ed il cuore di Gesù sonoqui: tutto Dio è qui: Deus charitas est! “Chi ciseparerà dall’amore di Cristo? Forse la tribola-zione, l’angustia, la persecuzione, la spada?”.

No per la virtù di Cristo che tanto ci ha amati,e solo per sua divina grazia, no: né la mortecon le sue angosce, né la vita coi suoi fascini,né altezza di onori, né profondità di dolori, diamarezze, di tenebra potranno mai separarcidall’amore di Cristo e dalla sua Chiesa, Madredolcissima delle nostre anime, Maestra infalli-bile della nostra fede” (San Luigi Orione). Auguri a tutti di ogni bene per queste festenatalizie e per il nuovo anno 2017 che per noisegnerà il ricordo dei 25 anni dall’aperturadella missione avvenuta ad Elbasan il 18 otto-bre 1992. Pregate per noi.Don Rolando, don Dorian e don Giuseppeda Bardhaj, don Giuseppe De Guglielmo,don Emilio, don Giuseppe Bisceglia daElbasan.

Rolando Reda <[email protected]> invia gli auguri di Nataledall’Albania a D. Agostino e a tutta la comunità

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 12

CAVALIERI: Moscetti Luigi, Severini Vincenzo, N.N., Bousquet Luciano, PeruginiPaolo, Biancarini Alessandro, Rosetto Duilio, Danti Aurelia, Ricci Ermanno, CicoriaAntelio, Mezzetti Giorgio, Gargiuli M. Cecilia, Rocchi Vera, Morano Gino e Rita,Salvatori Elio, Frank Claudio e Pamela, Fioretti Paolo, Camicia Agostino, CacalloroFausto, Testa Finamore.

BENEMERITI: Lanzi Danilo, Tashi Aurela, Ricci Armando, Tiro a segno, S. Giuseppe,Padre Umberto Liberti, Monia Cosimi, Iacoponi Giovanni, Ceccarini Alessandro,Fossati Silvia, Zampetta Elia, Tarantello Vania, Pelliccioni Maria Vincenza, MaiucciGuido, Baciarello Anna, Altorio Dario, Schina Agnese, Cirica Sandro e Adele, ManziTommaso, Nami Lina, Zucchi Luigi, Giuliano Giuliano, Lampani Patrizia, AndreiniAngelo, Donati Mauro, Tassoni Alessandro, Guerra Francesco, Onofri Nando,Notazio Miranda, Cricco Francesco, Tarantello Otello, Notazio Duilio, PepponiMirella, Mocini Lodovico, Bracoloni Evangelista, Brachino Scoponi, PiergiovanniClementina, Pezzato Elia, Pozzi Fernando, Ceccobello Ida, Marziantonio (Altavilla),Maurizi Alberto, Dominici Maria Pia, Lanzi Agusta, Tassoni Massimo, PeleccaAnnarita, Lucchi Arduino, Cagnucci Adele, Paolini Carmelo, Marzetti Massimiliano.

AMICI: Turno Fagiolo, Mosso Caterina, Pascucci Odoardo, Pasquali Rita, FidatiGiovanna, Todini Giorgio, Di Luigi Elisabetta, Stefanoni Pietro, Nardi Mario, MerloLetizia, Merlo Fabiana, Manzi David, Stefanoni Pericle, Bellacima Irma, TacchiGiancarlo, Torrigiani Margherita, Albanesi Walter, Dominici Marisa, ConestàMargherita, Camicia Bruno, Giusti Ro berto, Porroni Roberto, Porroni Ferdinando,Stefanoni Felice, Pepponi Dora.

“LA VOCE” È GRATA AI SUOI Anagrafe cittadina

NATI: Boccialoni Edorardo(3/12), Cimarello Livia (3/12),Coralloni Alberto Maria (27/12),Fagotto Noemi (23/12), FanaliArianna (25/12), Giannelli Liam(13/12), Scaccianoce Andrea(1/12), Scatolla Martina (18/12).

MATRIMONI: Proietti PetrettiDavid e Di GiammarcoValentina (8/12), Vieira SouzaIcaro e Scripcariu ElenaCristiana (10/12).

MORTI: Barone Sebastiano,Camicia Ruggero, Carl inoNicolina, Genova Melina, MociniAngelo, Montini Mario, MoscettiElena, Paoletti Italo, PichierriMario Sesti l io, Quintarell iAntonia, Trapè Cesare, UgoliniAgostino, Vallone Corrado.

Grazie Ilda. Rinnoviamo gli auguri estendendoli fino all’anno 2017/18, certi diavere altro disegno dalla tua iniziativa e opera pittorica.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 13

Altri momenti importanti vissuti nel palazzofurono indubbiamente la presenza in essodel Card. Sigfredo Maury (Vescovo dal1794 al 1814), Vescovo della diocesi faliscae Vicario Capitolare di Parigi, che volle arre-dare il palazzo con mobili in stile francese. Efu munifico anche verso la biblioteca delSeminario alla quale donò le preziose opere,edite a Parigi. Precedentemente il Cardinale Barbarigo nonesitò a togliere le ricche tende delle finestre egli altri parati che ornavano le pareti per soc-correre i poveri della città in occasione delterremoto del 1695.La serie di quadri, di varie dimensioni, raffi-guranti i monumenti dell’antica Roma sonouna delle opere pittoriche di maggior interes-se artistico del palazzo.Oltre al suddetto “parato della Regina” fannoparte del “tesoro della Cattedrale” paramentie suppellettili sacre di vari secoli, destinati alculto divino; essi sono dono dei Vescovi dio-cesani o di Cardinali e Vescovi oriundi dellacittà o della diocesi. Tra i paramenti emergo-no il parato detto di “Urbano V”, attribuitoanche al Card. Della Rovere che nel 1483volle la nuova Cattedrale iniziandone i lavori,e le pianete dono del Card. Barbarigo, inseta e ricamo veneto. Inoltre, si deve ricordare il parato in quartodel Card. Aldrovandi, che donò anche unapianeta in broccato d’oro, ornata di motivi flo-reali, e quello in terzo del VescovoGiustiniani. Tra le altre, vi è anche una pianeta del “ducadi York”, i l Cardinale Enrico BenedettoStuart, Vescovo di Frascati, secondogenito diClementina Sobieski e Giacomo III Stuart eper 51 anni Arciprete di San Pietro. Molti altriparamenti arricchiscono la Sacrestia di S.Margherita.Tra gli argenti primeggiano indubbiamente leSacre Teste, reliquiari di fine arte orafa eprima ancora di devozione di tutta la nostracittà. Recentemente è stato restaurato il reli-quiario di Santa Margherita e verrà espostoal Museo degli Opifici delle Pietre Dure aFirenze. Inoltre tra i calici, certamente il piùprezioso è il grande calice con preziosismalti (1426), come anche la croce detta di“Urbano V”, ove sono scolpiti gli angeli cheraccolgono il sangue del Crocifisso in apposi-ti calici. Di grande importanza artistica è lastatua di Santa Margherita nella Cappelladei Canonici della Cattedrale, che qualcheanno fa è stata esposta nella Chiesa di S.Andrea. L’opera è attribuita ad Arnofo diCambio, ma allo stesso tempo anche aNicolò Pisano, da altri critici d’arte. Nonmancano pezzi di arte moderna come ilpastorale di Mons. Boccadoro, con le scul-ture in avorio che volle donare alla sua primaCattedrale ed una pisside dono di Mons.D’Ascenzi, oltre ai ricordi del Cardinale

Salotti. Tra il patrimonio storico-culturale sideve annoverare anche l’arredo dellaCripta di S. Lucia Filippini, opera del cre-monese Dante Ruffini, dove si trovano ancheopere di artisti moderni come Padre Ugolinoda Belluno, Cecco Bonanotte, Mario Vincie Roberto Joppolo. La Cattedrale è vera-mente uno scrigno prezioso di arte e fede.

Opere presso il Seminario BarbarigoRicco di opere è anche il SeminarioBarbarigo. Tra i molti oggetti ricordiamo icandelieri in argento, dono del Cardinale allaChiesa di San Bartolomeo, vari calici e pia-nete. La Biblioteca è la più grande ricchez-za del Seminario. Come abbiamo ascoltatosarà trasferita nel Palazzo Vescovile, dove ècustodito anche l ’archivio della CuriaVescovile di Montefiascone, che insieme aquello del Capitolo Cattedrale sono un patri-monio di notevole valore per la storia dellacittà.La Biblioteca ricorda il patrimonio educativodi Montefiascone dovuto alla prestigiosascuola umanistica e teologica del SeminarioBarbarigo, che tutti conosciamo, ma anchealle Scuole fondate dallo stesso Cardinale eda Santa Lucia Filippini, non casualmentedenominata dal Papa Pio XI “MaestraSanta, formatrice di maestre”. Proprio in questa città e nella diocesi faliscaella diede vita alle prime scuole per le bambi-ne e le donne che poi si estesero fino aRoma, mentre lo stesso Cardinale Barbarigovolle una scuola per i giovani presso ilSeminario. Più recentemente poi furono luoghi di educa-zione l’Istituto Magistrale “S. Pietro” pres-so il monastero delle Benedettine, poi trasfe-rito presso il Seminario, e la Scuola di Arti eMestieri Card. Salotti, frequentata da giova-ni provenienti dall’Alto Lazio e dalla Toscanameridionale.Di rilievo è il patrimonio storico-architettonicodella città con la Basilica di San Flaviano,

raro esempio di arte romanica e gotica, lachiesa romanica di S. Andrea e quelle di S.Maria delle Grazie, opera del Sanmicheli edi Montedoro del Sangallo.Spesso ci sfugge che del patrimonio diMontefiascone fa parte anche quello organi-stico; infatti in città vi sono ben 6 organi.Questo ricco ed inestimabile patrimonioviene in parte messo a disposizione dellacittà, grazie al recupero del PalazzoVescovile dove, come abbiamo ascoltato,sarà allestito un Museo e sarà trasferita laBiblioteca del Seminario. Sarà un luogodove si conserva la memoria culturale e vivadella città, occasion per riscoprire la sua sto-ria, per progettare il presente e per aprirsi alfuturo. È infatti necessario avere radiciprofonde per superare il rischio di ricercarerisultati immediati, che si rivelano spessosuperficiali.

ConclusionePenso a questa nuova realtà del Palazzocome ad un abbraccio fra le generazionidi ieri e quelle di oggi, che devono cono-scere e assimilare la storia locale percostruire il loro futuro, anche dal punto divista lavorativo.Auguro, ed è quasi un sogno, che ilrestauro del Vescovado susciti un movi-mento degli spiriti, delle menti, dell’imma-ginazione, della volontà di tanti percostruire il presente ed il domani di que-sta città, in una nuova spinta creativaattraverso spazi di confronto e di proget-tualità. In questo modo si potrà ridare vitaal centro storico, con un investimento diidee e di nuove realizzazioni, perché ritor-ni ad essere il cuore pulsante della comu-nità. Dobbiamo ringraziare il Vescovo e ladiocesi per l’iniziativa intrapresa che dà,ancora una volta, una possibilità di cre-scita alla nostra città. Spetta alla cittàsaperne cogliere tutta la portata per il suorinnovamento.

Un patrimonio ecclesiastico da vitalizzareRelazione di Sua Ecc.za Mons. Fabio Fabene tenuta il 24 maggio 2016 alla Rocca dei Papi

(3ª e ultima parte)

Foto già pubblicata nel numero di ottobre 2016. Presenti: Sua Ecc.za Mons. Fabio Fabene,il vescovo diocesano Sua Ecc.za Lino Fumagalli, l’ex sindaco Cimarello e il rappresentante dei Carabinieri,

che hanno recuperato la preziosa acquasantiera di S. Flaviano, esposta dinanzi alla sede degli oratori

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 14

E’ giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm 4,6)

Annita Mocini 10.2.32 - 4.10.2016

Cara nonna, sono passati giàalcuni mesi dallatua scomparsa ele cose che vor-rei dirt i sonotante.Vorrei innanzitut-to ringraziarti pertutto quello chehai sempre fattoper noi; chi ti haconosciuto saquello cheabbiamo passa-to nel corso deglianni e sa quanto profonde sono state le tue soffe-renze. Nonostante tutto non ti sei mai risparmiata né tira-ta in dietro e, andando spesso sopra le forze, haicercato di non far mancare mai il tuo sostegno aquello che restava della tua famiglia. Hai sempre lavorato sodo anche quando la stan-chezza era diventata una compagna di viaggio.Negli ultimi due anni, dopo essere diventatabisnonna, eri riuscita finalmente a ritrovare quelsorriso e quella gioia che da tanto tempo aveviperso.Ora la tua mancanza è forte ma la certezza disapere che, dopo averlo per tanti anni desiderato,ti sei finalmente ricongiunta in cielo con la mammae con il nonno mi conforta. So che anche da lassù continuerai a prenderticura di noi ed a volerci bene.

A.P.

Patrizia Rocchi 21.1.61 - 31.12.2016

È salita al crea-tore a 55 anni dietà dopo brevemalattia.I l padreDomenico nonriesce a darsipace, anche per-chè ci sonoancora in paesele carte attacca-te della defuntasposa EmilianaUgolini.Lo sposoLuciano Gevi ela figlia Eva ne sono rimasti veramente addolorati. La signora Patrizia era un’ostetrica apprezzata estimata. Dopo aver lavorato per cinque anni aRonciglione è ritornata alla sua città di origine es’è dimostrata, oltre che esperta nel suo ramo pro-fessionale, sempre generosa quando ne erarichiesta.I suoi funerali, celebrati dal Decano Parroco d.Luciano, sono risultati un trionfo, la balisica di S.Margherita era gremita di popolazione. Il Signore la ricompensi per il lavoro delicato svol-to soprattutto per aver aiutato tanti bambini e bam-bine a venire alla luce.

Uliana Quitarrini Cecere

15.2.30 - 2.12.2016V o g l i a m or i c o r d a r t inella tuacasa curatae abbellita,dove ciaccog l i ev inei giorni difesta tra ip r o f u m idella tuac u c i n a ;v o g l i a m or i c o r d a r t imentre cucidavanti alla finestra e accompagni i tuoipazienti movimenti con il suono dell’immanca-bile Radio; vogliamo ricordarti nella tua bel-lezza giovanile e nell’amore che effondevi aituoi nipoti. Vorremmo dimenticare le tueamare lacrime per la prematura perdita deltuo primogenito Francesco ; vorremmodimenticare la tua lunga sofferenza fisicadegli ultimi anni. Ora che ti sei congiunta al tuo amato maritoGiuseppe e a tuo figlio vogliamo augurartiche lievi siano le pietre, materno l’abbracciodella terra, dolce il bacio del sole, lieve lacarezza del vento.

La tua famiglia

Valentina Fiocchi 5.2.29 - 26.10.2016

I familiari, specie lo sposo, ringrazianotutto il personale medico e paramedicodell’ospedale di Montefiascone e di quan-ti hanno mostrato affetto per lei.

Maria Cecilia BaijQuattro sacerdoti prove-nienti da Bologna si sonopresentati al Monastero delleBenedettine per far visita agliambienti e vedere gli scrittidella monaca Maria CeciliaBaij.È stata una sorpresa per lenostre Madri soprattutto per laPriora Sr. Maria. Ben volen-tieri la Priora ha permesso aisacerdoti di verificare tutto ciòche riguarda la vita e le operedi questa antica consorella,nata il 14 gennaio 1694, vis-suta nel Monastero dal 12aprile 1713 fino al 6 gennaio1766.Di lei ha scritto Mons PietroBergamaschi “Vita dellaServa di Dio donna MariaCecilia Baij” in due volumi.Le attuali monache hannoriassunto tale vita in un libret-to di 47 pagine che si leggetutto d’un fiato.Riportiamo la copertina e chivolesse acquistarlo bastachiederlo alle Monachesoprattuto a Sr. Agnese chequasi sempre in mattinatadalle 9 alle 12 sta alla portainterna del Monastero.

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 15

La nuova Amministrazione del sindaco Massimo Paolini,anche per la gestione e valorizzazione delle viaFrancigena, tratto insistente sul territorio comunale diMontefiascone, ha voltato pagina; una nuova persona, unnuovo volto, ma, soprattutto, uno che sa cosa significa pel-legrinare, sia in senso socio-umanitario sia in termini reli-giosi e di fede, un vero pellegrino che ha già fatto il caminodi Santiago di Compostela, Lidio Crescentini, è statonominato delegato a gestire, rivitalizzare, rivalutare,ampliare le conoscenze della via Francigena, renderla unostrumento di crescita economica per il paese, specialmenteper il tratto che riguarda il comune di Montefiascone. Essanon dovrà più essere una strada di viandanti che pas-sano ma un’occasione per gli stessi di fermarsi aMontefiascone, soggiornare, fare tappa, per ammirarele peculiari bellezze artistiche e naturali cheMontefiascone ha. Via Francigena, Pellegrini, Movimentidi persone, Turisti nazionali e stranieri, dunque, sviluppoturistico con maggiore visibilità di Montefiascone con rientri econo-mici e quindi ricchezza nell’interesse di tutti i cittadini dell’alma citta-dina dei colli vulsinei.Una grande svolta che, sia l’Amministrazione Paolini, sia il nuovodelegato, Crescentini Lidio, vogliono dare a questa importante via dicomunicazione ma soprattutto, via del Pellegrinaggio. Una svolta cheè sfociata nella costituzione di una specifica apolitica associazione,nella consapevolezza che il lavoro di gruppo è sempre più valido epositivo del lavoro di una sola persona. In questo contesto ilCrescentini, dopo aver accettato l’incarico ed avuta la dovuta fidu-cia sia personale del sindaco Paolini, dell’assessore al ramo F.Notazio, che dell’Amministrazione tutta, si è già messo al lavoro e,nella riunione del ventuno di novembre , appena trascorso, ha fon-dato l’Associazione Via Francigena Montefiascone con la specifi-ca sigla A.V.F.M. ovviamente, i l tutto, sotto i l Patrociniodell’Amministrazione.Nella suddetta riunione costitutiva, tenutasi presso la sede dell’as-sessorato al ramo, erano presenti i seguenti personaggi: CrescentiniLidio, Berneschi Valentina, Bendia Oreste, Ballette Cesario C., Della

Rosa Francesco e Leonetti Tommaso. Nella suddetta assemblea ilCrescentini è stato nominato Presidente, Valentina BerneschiVice Presidente, Oreste Bendia Segretario, Cesario BalletteTesoriere, Francesco Della Rosa e Tommaso Leonetti consiglie-ri. Il presente direttivo rimarrà in carica per cinque anni come scrittonello statuto associativo e contiene alcune iniziative che dovrannoessere sviluppate nel prossimo futuro. Cammini domenicali nella nostra Valle Perlata in Primavera,Pellegrinaggi a Roma sulla Tomba di Pietro nella primavera,Pellegrinaggi a Santiago di Compostela nel mese di Maggio, in finela PRIMA Maratona del lago di Bolsena in collaborazione con ilC.A.I. Altre importanti attività, come si suol dire, bollono in pentola,ne daremo notizia a tempo debito.Le iscrizioni ed il tesseramento all’Associazione sono iniziate ilPrimo Gennaio duemiladiciassette con una cifra intorno ai quindiciEuro che comprende una guida ed assistenza sanitaria durante i pel-legrinaggi. Senza dimenticare, inoltre, che è stata aperta una specifi-ca pagina sul portale Facebook.

Brigliozzi Pietro

Grandi prospettive per la Via Francigena sul territorio di Montefiascone

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi ai terremotati diAmatrice e dell’Umbria, ha pronunciato la frase “... non vi dimenticheremo...”;sappiamo tutti che l’uso della prima persona plurale è dovuto al ruolo istituzionalericoperto, ma noi dell’Istituto Comprensivo “Santa Lucia Filippini” abbiamo volu-to interpretare tale uso come una sollecitazione per tutti gli italiani a “non dimentica-re” quei connazionali che avendo perduto, a causa del terremoto, le dimore frutto dilavoro e sacrfici, lottano oggi con il freddo e il timore di non riuscire a ricostruire.Abili mani di Maestre non più in età di insegnamento, hanno sostenuto l’iniziativaper la SOLIDARIETÀ della Scuola dell’Infanzia, della Primaria e Secondaria diPrimo Grado del ns. Istituto e hanno fatto qualcosa per i nostri terremotati.In occasione del saggio di Natale, sono stati esposti splendidi centrini, delicati rica-mi su tovagliette, simpatici grembiulini e presine, opera di mani abili abituate in pas-sato a sfogliare le pagine di un registro o dei quaderni dei loro alunni.Gli spettatori delle recite hanno apprezzato i lavori e sostenuto i terremotati conun’offerta totale di euro 700.Una lode va a tutti i bambini e ragazzi che si sono succeduti nella recitazione di varipezzi e nei canti. Un ringraziamento per il lavoro di preparazione alle recite di spessore educativo-didattico va fatto a tutte le maestre, al prof. Intoppa insegnante di Musica e allaprof.ssa E. Proietti insegnante di Italiano che ha scritto e diretto la recita dellaScuola Secondaria “Allarme Presepio” affrontando il tema dell’accoglienza e dellaglobalizzazione.Grazie a quanti hanno mostrato SOLIDARIETÀ per i nostri terremotati.

M.V. Pelliccioni

Il valore della SOLIDARIETÀ Grazie, grazie!!!

... a tutti quelli, che hanno fatto gli auguri per il mioottantesimo compleanno.... e grazie alla redazione per la pazienza di aver pub-blicato i l mio nome Torquato senza cognome(Pascucci).... pensavo di essere l ’unico Torquato aMontefiascone.... sarà così davvero?

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 16

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Abbiamo da poco iniziato un cammi-no di catechesi sul tema della spe-ranza, quanto mai adatto al tempodi Avvento. A guidarci è stato finorail profeta Isaia. Oggi, a pochi giornidal Natale, vorrei riflettere in modopiù specifico sul momento in cui, percosì dire, la speranza è entrata nelmondo, con l ’ incarnazione delFiglio di Dio. Lo stesso Isaia avevapreannunciato la nascita del Messiain alcuni passi: “Ecco la Vergineconcepirà e darà alla luce un figlio,a lui sarà dato i l nome diEmmanuele” (7,14); e anche “Ungermoglio spunterà dal tronco diIesse, un virgulto germoglierà dallesue radici” (11,1). In questi brani tra-spare il senso del Natale: Dio adempie la promessa facendosi uomo;non abbandona il suo popolo, si avvicina fino a spogliarsi della sua divi-nità. In tal modo Dio dimostra la sua fedeltà e inaugura un Regno nuovo,che dona una nuova speranza all’umanità. E qual è questa speranza?La vita eterna.Quando si parla di speranza, spesso ci si riferisce a ciò che non è inpotere dell’uomo e che non è visibile. In effetti, ciò che speriamo va oltrele nostre forze e il nostro sguardo. Ma il Natale di Cristo, inaugurando laredenzione, ci parla di una speranza diversa, una speranza affidabile,visibile e comprensibile, perché fondata in Dio. Egli entra nel mondo eci dona la forza di camminare con Lui: Dio cammina con noi in Gesù ecamminare con Lui verso la pienezza della vita ci dà la forza di stare inmaniera nuova nel presente, benché faticoso. Sperare allora per il cristiano significa la certezza di essere in cam-mino con Cristo verso il Padre che ci attende. La speranza mai èferma, la speranza sempre è in cammino e ci fa camminare. Questasperanza, che il Bambino di Betlemme ci dona, offre una meta, un desti-no buono al presente, la salvezza all’umanità, la beatitudine a chi si affi-da a Dio misericordioso. San Paolo riassume tutto questo con l’espres-sione: “Nella speranza siamo stati salvati” (Rm 8,24). Cioè, cammi-nando in questo mondo, con speranza, siamo salvi. E qui possiamo farcila domanda, ognuno di noi: io cammino con speranza o la mia vitainteriore è ferma, chiusa? Il mio cuore è un cassetto chiuso o è uncassetto aperto alla speranza che mi fa camminare non da solo,con Gesù?Nelle case dei cristiani, durante il tempo di Avvento, viene preparato ilpresepe, secondo la tradizione che risale a san Francesco d’Assisi.Nella sua semplicità, il presepe trasmette speranza; ognuno dei perso-naggi è immerso in questa atmosfera di speranza. Prima di tutto notiamoil luogo in cui nacque Gesù: Betlemme. Piccolo borgo della Giudeadove mille anni prima era nato Davide, il pastorello eletto da Dio come re

d’Israele. Betlemme non è unacapitale, e per questo è preferitadalla provvidenza divina, che amaagire attraverso i piccoli e gli umili.In quel luogo nasce il “figlio diDavide” tanto atteso, Gesù, nelquale la speranza di Dio e la spe-ranza dell’uomo si incontrano. Poi guardiamo Maria, Madredella speranza. Con il suo “sì” haaperto a Dio la porta del nostromondo: il suo cuore di ragazza erapieno di speranza, tutta animatadalla fede; e così Dio l’ha presceltae lei ha creduto alla sua parola.Colei che per nove mesi è statal’arca della nuova ed eternaAlleanza, nella grotta contempla ilBambino e vede in Lui l’amore di

Dio, che viene a salvare il suo popolo e l’intera umanità. Accanto aMaria c’è Giuseppe, discendente di Iesse e di Davide; anche lui ha cre-duto alle parole dell’angelo, e guardando Gesù nella mangiatoia, meditache quel Bambino viene dallo Spirito Santo, e che Dio stesso gli haordinato di chiamarlo così, “Gesù”. In quel nome c’è la speranza perogni uomo, perché mediante quel figlio di donna, Dio salverà l’umanitàdalla morte e dal peccato. Per questo è importante guardare il presepe!E nel presepe ci sono anche i pastori, che rappresentano gli umili e ipoveri che aspettavano il Messia, il “conforto di Israele” (Lc 2,25) e la“redenzione di Gerusalemme” (Lc 2,38). In quel Bambino vedono la rea-lizzazione delle promesse e sperano che la salvezza di Dio giunga final-mente per ognuno di loro. Chi confida nelle proprie sicurezze, soprattut-to materiali, non attende la salvezza da Dio. Mettiamoci questo in testa:le nostre sicurezze non ci salveranno; l’unica sicurezza che ci salva èquella della speranza in Dio. Ci salva perché è forte e ci fa camminarenella vita con gioia, con la voglia di fare il bene, con la voglia didiventare felici per l’eternità. I piccoli, i pastori, invece confidano inDio, sperano in Lui e gioiscono quando riconoscono in quel Bambino ilsegno indicato dagli angeli (cfr Lc 2,12).E proprio il coro degli angeli annuncia dall’alto il grande disegno chequel Bambino realizza: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terrapace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14). La speranza cristiana siesprime nella lode e nel ringraziamento a Dio, che ha inaugurato il suoRegno di amore, di giustizia e di pace.Cari fratelli e sorelle, in questi giorni, contemplando il presepe, ci prepa-riamo al Natale del Signore. Sarà veramente una festa se accogliere-mo Gesù, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostrastoria personale e comunitaria. Ogni “sì” a Gesù che viene è un ger-moglio di speranza. Abbiamo fiducia in questo germoglio di speranza, inquesto sì: “Sì, Gesù, tu puoi salvarmi, tu puoi salvarmi”. Buon Natale di speranza a tutti!

La speranza è entrata nel mondoUdienza del 21/12/2016

Il Papa in un negozio a vedere delle scarpe ortopediche come una persona qualunque

AVVISO PRATICO E AMICHEVOLENel primo numero de “La Voce” gennaio 1968 scrivevamo: “...I collaboratori siano tutti aldi fuori delle fazioni locali, perché possano costituire garanzia e serietà e... saranno i lettoristessi a constatarne il risultato”.Finora ci siamo riusciti abbastanza. Dei collaboratori iniziali 9 sono andati al creatore esiamo sicuri che ci assistono dal cielo. Gli attuali rimangono fedeli sapendo bene ciò chescrivono. In questo numero (1° gennaio 2017) trovate scritto 49/50 anni de “La Voce”. È certamenteun bel risultato per un “giornale locale” uscito ogni mese, ricco soprattutto di 16/20 pagi-ne. È nostra intenzione di continuare a pubblicarlo finché la Provvidenza ce lo permetterà!Tanti hanno rilegato i numeri de “La Voce”, ogni due anni o più anni insieme, avendo cosìuna storia locale che è tanto più gradita quanto più trascorre il tempo. Per questo vi dicia-mo: “non gettatelo via, conservatelo se potete”. Siamo stati costretti a non inviarlo più acoloro che per anni non hanno pensato a dare una offerta volontaria, ma siamo semprepronti...

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 17

Il Consiglio di Amministrazione dell’As.Vo.M. diProtezione Civile ha deliberato, nei giorni scorsi,l’adesione dell’associazione alla FederazioneItaliana Ricetrasmissioni Citizen’s Band S.E.R.(Servizio Emergenza Radio), diretta dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri - DipartimentoProtezione Civile. La F.I.R. C.B. “FederazioneItaliana Ricetrasmissioni Citizen’s Band” riuniscecirca 350 organizzazioni radiantistiche per un totaledi oltre 6.000 iscritti; è presente su tutto il territorioitaliano con le proprie organizzazioni federate diappassionati radiodilettanti C.B. e di volontari diProtezione Civile. Un’emanazione della F.I.R. - C.B. è il S.E.R.Servizio Emergenza Radio, una struttura volutadalla Federazione e da essa completamente orga-nizzata e controllata. Il S.E.R. è un’unità volontariadi Protezione Civile preposta alle comunicazioni diemergenza in caso di calamità censita dalDiparimento della Protezione Civile.Il logo S.E.R. è stato depositato e registrato dallaFederazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’sBanda presso i l Ministero dello SviluppoEconomico, Dipartimento per l’impresa e l’interna-zionalizzazione, Direzione generale lotta alla con-traffazione, Ufficio italiano brevetti e marchi. Daricordare che il responsabile regionale èAlessandro Palla dell’Associazione C.B. di Ischiadi Castro. L’As.Vo.M. continua a far parte e vienecoordinata dalla Regione Lazio ma per una ulterio-re operatività, entrando nella FederazioneNazionale, ha fatto sì che tutt i i cittadini diMontefiascone abbiano una maggiore certezza esicurezza in caso di calamità (Regione ePresidenza del Consiglio Dipartimento ProtezioneCivile Nazionale). Per eventuali immediati interven-ti, infatti, sarà presente un’organizzazione naziona-le che darà, insieme alle altre associazioni affiliate,supporto operativo e logistico per cercare di supe-rare l’eventuale emergenza.Considerando che, nel nostro comune, il Sindacocome autorità di Protezione Civile, ha a disposizio-ne un Piano di Emergenza Comunale adeguato,volontari preparati, attrezzature idonee, supportooperativo e logistico e se necessario comunicazioniadeguate allo scopo, possiamo dire che in caso dinecessità non siamo poi messi così male. In questiultimi due anni il C.d.a. dell’As.Vo.M. si è focalizza-to soprattutto nel potenziamento dell’associazioneper fronteggiare eventuali gravi calamità naturali:basti ricordare l’acquisto nel 2015 del camper-salaoperativa mobile e in questi giorni della cucinamobile ed infine l’adesione al F.I.R.-C.B. S.E.R.

L’As.Vo.M. ha aderito alla F.I.R.-C.B. S.E.R.

Il 2017 sarà un anno importante per l’AVIS, infat-ti sono previste le Assemblee Generali Ordinarieannuali dove si dovrà procedere al rinnovo dellecariche, o per meglio dire agli incarichi, delle“dirigenze” a tutti i livelli: Nazionale, Regionali,Provinciali, Comunali ed equiparate Comunali. Inuovi “dirigenti” guideranno l’avis di riferimentoper quattro anni, sempre e comunque su basevolontaria e a titolo gratuito, ovvero senza nes-sun compenso economico. La “nostra”

Assemblea è prevista per febbraio con data da decidere; la locale “dirigenza”, con elementiattivi fin dal lontano 1981 (anno della fondazione della locale avis) è alquanto datata, ovveropersone avanti con l’età, da pensione e oltre. Si necessitano forze nuove, idee nuove, obietti-vi nuovi sempre nell’ottica delle donazioni di sangue, donazioni da aumentare e consoli-dare; chi pensa di poter dare il proprio contributo venga a trovarci, siamo in Piazza VittorioEmanuele 9, sotto l’arco che porta in Comune. Il sangue serve sempre e sempre di più.Quante volte si può donare il sangue? Dipende dal genere maschile o femminile. I maschipossono donare il sangue intero quattro volte all’anno, tra una donazione e l’altra devonopassare almeno novanta giorni; le femmine in età fertile lo possono donare due volte l’anno;le femmine in età non più fertile seguono lo schema dei maschi. Il plasma, sia i maschi che le femmine fertili e non, lo possono donare più spesso, anche trauna donazione e l’altra di sangue intero. Le femmine in età fertile, come abbiamo evidenziato,possono donare due volte l’anno ma dobbiamo specificare meglio il come facendo un esem-pio: se una dona il primo gennaio potrà donare nuovamente dopo almeno novanta giorni,però per la donazione successiva devono passare almeno 365 giorni dalla penultima, ovveropotrà donare nuovamente il 2 gennaio dell’anno successivo. Comunque nella nostra sede in piazza Vittorio Emanuele siamo a disposizione per info echiarimenti, potete anche telefonarci allo 0761826288.

per l’aviso comunale MontefiasconeCarlo GIANVINCENZI

In form

Una solidarietà concreta

Dalle pagine de “La Voce”vorrei far conoscereil gran cuore e la solidarietà dei montefiascone-si a favore dei terremotati umbro-marchigiani,povera gente che ha perso tutto ma propriotutto ciò che avevano: Abbigliamento TREND alle Cannelle;Il Sogno, Via Dante Alighieri;Supermercati Tigre alle Mosse e Todis in ViaCevoli;Il Comitato S. Maria del Giglio con il parrocodon Domenico e infine chi ha donato medicina-li: la dottoressa Carla Terracina. Il tutto portato a destinazione da Antonella ePietro, che diverse volte si sono cibati oltre 400km a viaggio. Grazie di cuore.

Franco Guerra

Non finisce di stupire il nostroconcittadino, il maestro PaoloPezzato. Questa volta è ilMuseo degli Uffizi a tributargigli onori di un prestigioso rico-noscimento. La celebre sala diSan Pier Scheraggio dellaGalleria degli Uffizi dove il mesedi novembre scorso si è tenuto l’e-vento artistico “Contemporaneiagli Uffizi” ha visto la presenza dinumerosi ed illustri personaggi delmondo della cultura e dell’arte. Edè qui in questa storica sala cheall’artista è stato conferito il pre-mio “Contemporanei agli Uffizi”con una targa personalizzata. Tra le motivazioni redatte dalcritico prof. Sandro De Falcoleggiamo: “... I lavori di PaoloPezzato si distinguono per lacomplessità di un comporreche si risolve in leggerezzaed eleganza. Il maestro cali-bra sapientemente le tensio-ni tra lo sfondo nero e gli ele-menti lignei che emergonodando solo l’idea del sogget-to rappresentato, lasciandoalla mente e alla fantasiadell’osservatore il compito dicompletare l ’ immagine...L’osservatore riesce a perce-pire il mondo filtrato dallo sguardo dell’artista, a penetrare nella sua soggettività, percorrendoil tracciato delle sensazioni che soprassiedono al delicato alternarsi dei segni e che solo unvero artista può rendere immediata alla vista”. Viene in mente il filosofo Herbert Marshall McLuhan che distinse tra mezzi di comunica-zione caldi e freddi. Mc Luhan classifica come “freddi” i media che hanno una bassa defini-zione e che quindi richiedono un’alta partecipazione dell’utente, in modo che egli possa “riem-pire” e “completare” le informazioni non trasmesse; i media “caldi” sono invece quelli caratte-rizzati da un’alta definizione e da una scarsa partecipazione. Nel nostro caso l’arte del mae-stro Pezzato va considerata un medium freddo perché conduce l’osservatore a completarecon i suoi ricordi, le sue esperienze, il soggetto artistico. Oltre al Premio, all’artista sono statepubblicate le sue opere principali sulle riviste “Effetto Arte” e “Italiani” a cura di Vittorio Sgarbi.Inoltre una sua intervista videoripresa è stata divulgata tramite i canali web di Effetto Arte. Da parte nostra dobbiamo ringraziare Paolo per il suo impegno che indirettamenteporta beneficio anche alla nostra cittadina in termini di notorietà.Grazie Paolo e continua su questa strada.

U.C.

Gli Uffizi premiano l’artista Paolo Pezzato

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pag. 18 LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017

I nostri concittadini si danno alla poesia

Ieri e oggiSo sessanta l’anne che so passateda quanno correo su quelle strisce,ore felici che mae l’ho scordatee chi è nato co’ me sicuro me capisce.

Ricordi che c’ho tutte ma la capocciae p’uscì da sto monno ch’è ‘n bordello‘r presente me lo chiudo ma la saccocciacosì pen po’ me libero ‘r cervello.

“A rieccoi què che ci riparla der passato,ma n’ha capito che c’è da pensà ar futuro?Oramae tutto quello ch’è stato è stato”;“ma de questo, di ‘n po’, ma see sicuro?

Voe che sete qui a pensà ar domani,d’eravate ieri?, ma te see scordato!Nun credo che foste, poe, tanto lontanie a campà è proprio ieri c’hae ‘mparato”.

“Ma noe adesso c’emo ‘r telefoninoco faceboc e vatsap, te pare poco?Le ciatte e le messagge fin dar mattinope noe ‘r contatto è come un gioco”.

“Noe nun ce l’aveamo tutte ste ricchezze,ma, pe parlà, ce bastaa incontracce,ce spartivamo le gioie e le tristezze,ma se conosceva chi era ricco o c’ea le stracce.

‘R monno, allora, giraa per verso giusto,si è vero solo poche c’eono la televisione,ma nun potee capì quanto c’aveamo gustoa vedella insieme a l’altre persone.

La lavatrice era in comune a le Cannelle,de sicuro se facea na grossa faticaccia,ma le donne lavaono e cantaono le stornellee stampato c’eono ‘r sorriso su la faccia.

Ferruccio Marzantonio

La mammaIl sangue mistico della mammadella specie umana è il semeal bene ti riscalda con la sua fiammaperché al mondo lei è la speme.

La mamma della vita è la speranzale sue presenze nel presente e nel futuroil tempo passa non gli fa lontananzaDio gli da fede, nel suo cuore puro.

Da lei mamma si è nati tutti noida quando gira il nostro mondonella vita lei lotta per noi come eroee sempre lotterà, fino in fondo.

Nell’anima profonda Dio la composegli diede quella forza naturalee gli occhi dolci creare l’uomo e le cosecon gioia al gran disegno lei vitale.

La mamma è la celeste dei mari, del Tirrenoda quel di’ lontano è piena di magiaci protegge dai buraschi, è dolce al cie serenodi Gesù è mamma casta e pia.

La mamma è nata con la terra anticasfidando il mondo con tanto aneloè una nuvola, s’alza verso il cielosempre lei ci protegge, d’ogni altro è amica.

Il figlio del Vate Carmelo Paolini

La befanaLa befana è una vecchiettatutta storta, poveretta,perché d’anni ce n’ha tanti,sulla groppa tutti quanti.

Ma il suo cuore è come il mare,perché ai bimbi vuol donaretanta gioia con i giochida portare in tutti i lochi.

La sua fabbrica mondialeè grandissima, mi pareed ogni altra, al suo confronto,è piccina, di poco conto.

Chiede aiuto ai befanini,che soltanto ai più piccinie ai più buoni porterannoi regali a inizio anno.

Essa è ricca oltremisura,ricchissima addirittura,ma ci ha pure tante speseper girare ogni paese.

Essa invecchia, ma non cede,la pensione non la vede.Non ricorda quando è nata,tanto è vecchia diventata,ma nel prossimo avvenire,il sorriso dei bambinila farà ringiovanire.

Vincenzo Marenghi

Il Santo NataleDal ciel Dio fa scendere l’angeloper annunciar la Vergine Marial’angelo custode messaggerova: l’ale alla santa compagnia.Tu prima ancella ascoltami,così ha voluto il Padreun bimbo deve nascereda te divina madre...

È nuovo il paraninfoestende in ciel le alelo spirito già che vegetanell’alvo genitale.Il censimento ha simbolodell’Impero Romanotutti l’ebrei a scriversinel codice sovrano.

Da Nazaret partironoGiuseppe e la sua amataalloggio non trovarononella gelida nottataBetlemme era ingombraentrar non poteronoMaria si sa ch’è gravidaGiuseppe sta in pensiero.

Gelida la notte tremulalo spirito in grembo s’aggravain una grotta entravanodi una splendida luce entrava.fulgente stella luminosaluce in una mangiatoiaa destra un bue che rumicae un asinello in gioiascocca la mezzanotteil bimbo santo vagitaMaria lo avvolge in un mantelloin quella fredda grotta.

È nato giunge al mondo la novellanella grotta pifferi e pastorial santo pargoletto festosa pastorellaalleluia, cantar con fervore amorei zampognar suonano il Santo Natalea festa per Gesù reale.

E dall’oriente arrivan tre signorisopra la groppa dei cammelliincenso, mirra e oricon scrigni scatole e cestelli.

Il figlio del Vate C. P.

Anno nuovo 2017

I fratelli son tornatiquelli vecchi sono andati.

Sono dodici monellisono pure un po’ ribelli.

In tutti sono una dozzinama hanno pure qualche spina.

Hanno i pregi e i suoi difettianche loro come tutti.

Chi è più lungo e chi è più cortoa nessuno diamo torto.

Se gli gira la rotellala giornata non è bella.

Quando sono sorridentianche loro son contenti.

Hanno ognuno la sua storiache rinfresca la memoria.

Per le cose già passatealcune belle alcune ingrate.

La speranza è di finireun anno intero e non patire.

Vincenzo Severini

Sorella solitudineSolitudine come tarlo che si insinuasul duro legno stagionatoe piano piano scava rode strisciaformando solchi che nessuno vedema che pesano come macignilanciati con forza verso anime in fugaquanti sogniquanti progetti fatti per sfuggirealla tediosa solitudinela notte appoggiati al cuscino della nostra vitaguardiamo il soffitto degli anni passatiun vuoto profondo che prende alla golae davanti il nero solco dell’indifferenzapresi ognuno a costruirsi staccionatea crearsi alibi potentigiorno dopo giornoanno dopo annorincorrendo l’illusione...ma essa è sempre lìaccovacciata ad un ramo nell’ombracome avvoltoio dal becco affilatosembra dirti... vieni sono qui...... sono sorella solitudine...

tonyfø@tin.it

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017 pag. 19

Da Av - 20 novembre 2016

Notizie utili da conoscere riguardanti la chiesa e il mondoIl Papa Francesco ha creato 17 nuovi cardinali: dei quali 13 elettori con meno

di 80 anni e 4 ultraottantenni. I cardinali sono segno dell’universalità della chiesa.

Gli elettorisono: l’italianoM a r i oZ e n a r i ,nunzio apo-stolico inSiria. È ilprimo nunzioa p o s t o l i c onominato car-dinale cheresterà nellasua sede, inSiria, da quasi6 anni dilania-ta dalla guerra civile.

Eminenza, come è stata percepita la suanomina a Damasco?Sono rientrato a Damasco quale giorno dopo la nomina e, il giorno dopoil mio arrivo a Damasco c’era un’assemblea dei vescovi siriani. Sonostato accolto con molto entusiasmo dal patriarca cattolico e da quelloortodosso. I cristiani e la gente in genere erano davvero entusiasti. I cri-stiani hanno detto: non siamo stati abbandonati perchè solo il nostroPaese ha un nunzio cardinale.

Il Cardinale si sofferma a descrivere la triste situazione della Siria:“Trovo dei parroci, anche qui in Italia, che organizzano regolarmentedelle veglie di preghiera per la Siria. E poi ci sono questi aiuti umanitari,delle gocce in un mare di necessità, che però arrivano e questa è laprima cosa da fare. Quest’anno in Siria, l’ho detto anche a papaBergoglio, ho vissuto le opere di misericordia, davvero a tutto campo.Dar da mangiare agli affamati: 13 milioni di persone che hanno biso-gno di aiuti umanitari. Dar da bere agli assetati: quante malattie, anchedei bambini, perchè l’acqua non è potabile, dopo che hanno distrutto lecondutture. Persino seppellire i morti: alcuni parroci hanno rischiato lavita per scendere in strada sotto il tiro dei cecchini e raccogliere deicadaveri ormai in decomposizione sotto il sole di luglio. E poi trovare unabara, penso a Homs, dove è quasi impossibile averne una. E poi leopere di misericordia spirituale. Perdonare le offese: qui siamo di frontea una impresa molto ardua. Ricordo i palazzi sventrati di Aleppo ovest,che ho visitato in maggio: impressionanti. Però, terminata la guerra, inpochi anni saranno rifatti. Ma le bombe che sono entrate nel cuore soprattutto dei bambini chehanno visto il papà sgozzato, chi li ricostruisce? I petroldollari rifaranno ipalazzi, ma riscostruire gli animi sarà una sfida non da poco, soprattuttoper le religioni, per i cristiani e i musulmani.

Il cardinale DieudonnéNzapalainga dellaRepubbica centrafricana.Il religioso di 49 anni, il piùgiovane porporato delCollegio cardinalizio, ci dice“Gran parte della popolazioneè molto fiduciosa e continua apregare per la riconciliazio-ne”. Il porporato il 21 novembrealle ore 12 è andato allaComunità di Sant’Egidio conl’ imam di Bangui, KobineLayama, e il pastore centrafri-cano Guerekoyame Mbangou Nicolas che lo hanno accompa-gnato a Roma. Il 29 novembre 2015 il cardinale era accanto a papa Francescoquando apriva - in anticipo rispetto all’inizio ufficiale dell’AnnoSanto - la Porta Santa della Cattedrale di Bangui.E il neo cardinale continua dicendo: “È stata una giornata spe-ciale. Il Pontefice ha voluto aprire proprio qui la Porta Santache l’anno scorso ha dato inizio al Giubileo della misericordia,per questo ci sentiamo particolarmente benedetti. Domenica scorsa c’erano moltissime persone dentro e fuori lachiesa, si respirava un’atmosfera di gran gioia. In tanti hannofatto una lunghissima coda per toccare la Porta Santa, è statodavvero emozionante”.

IL SACRO COLLEGIOGli altri cardinali creati ed elettori sono: Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid; Sérgio daRocha, arcivescovo di Brasilia (Brasile), Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago (Usa); PatrickD’Rozario, arcivescovo di Dacca (Bangladesh); Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo diMérida (Venezuela); Jozef De Kesel, arcivescovo di Malines-Bruxelles (Belgio); Maurice Piat, arci-vescovo di Port Louis (Isola Maurizio); Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, lafamiglia e la vita (Usa); Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlanepantla (Messico); John Ribat,arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea); Joseph William Tobin, arcivescovo diIndianapolis (Usa). A questi, come detto, si aggiungono un arcivescovo e due vescovi emeriti e un prete che hareso una chiara testimonianza cristiana. Sono Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emeritodi Kuala Lampur (Malaysia); Renato Corti, vescovo emerito di Novara (Italia); Sebastian KotoKhoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoek (Lesotho); don Ernest Simoni, sacerdote dell’arcidio-cesi di Scutari-Pult (Albania).

A noi ci appaiono dellepersone soddisfatte,perchè hanno raggiun-to delle mete difficil-mente raggiungibili.Se consideriamo,però, il lavoro svolto,talvolta difficile e fati-coso, è bene chesiano premiati e cheabbiano stima e amorenelle chiese nelle qualihanno operato.

Attualmente il numero dei cardinali è di 121

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LA VOCE - n° 1 - Gennaio 2017pag. 20

È il 24 luglio 1998. I personaggi sono: Sua Ecc.zaMons. Lorenzo Chiarinelli (ora Vescovo emerito),Mons. Pietro Concioli, Vicario generale della diocesiviterbese, ora in Paradiso, il prevosto di Marta D. AngeloPulicari, ora in pensione a Frascati, il giovane vicino a D.Angelo (non ricordo il nome) era chierichetto quando ilsottoscritto era vice-parroco a Marta, mentre il parrocoera Mons. Luigi Mocini +, degli altri non ricordo i nomi.Approffito per porgere a tutti i miei migliori auguri sin-ceri di Buon Anno 2017, e di ricordare D. Pietro, conil suo berrettino bianco, sempre grande amico dalgiorno che siamo entrati al seminario minore diMontefiascone. D. Angelo Pulicari allora era il nostro “prefetto”.

(La foto è stata scattata all’isola Martana - Lago diBolsena)

Una storica fotografia

Il giorno 24 settembre 2016 ricor-reva il 50° anniversario di matri-monio dei nostri genitoriGianlorenzo Giovanni eBarcarolo Lucia.Hanno festeggiato questo impor-tante traguardo circondati dai nipo-ti Matteo e Diego, tutti i famigliari eamici.Complimenti per il bellissimo tra-guardo ed ancora tantissimi augurinella speranza che possiate conti-nuare il vostro cammino sempreuniti.

Le figlie Raffaella e Federica con i loro sposi

Famiglie belle e felici

La foto risale all’agosto 1984. Eravamo in gita in Europa, circa 50persone.Non ricordo più il luogo dove è stata scattata.Le persone della foto: Loredana Ballarotto, Gustavo Egidi, PaolaSacco, D. Agostino, Massimo Lozzi, D. Renato Basili, ancoragiovincello, mentre ora supera i 90, ma è sempre uguale!Sono passati circa 32/33 anni.

sul c.c. n° 1853/76 Banca Cattolica - Gruppobancario Credito Valtellinesesul c.c. n° 537 Banca di Credito Cooperativodi Roma - Agenzia 176 - Via Card. Salotti,21 - Montefiascone inviare tramite conto corrente postale n.12158010 intestato Parrocchia S.Margherita - 01027 Montefiasconeconsegnare ad Angelo Menghini presso ilnegozio in Via S. Lucia Filippini preoccupan-dovi di mettere il vostro nome per essereinseriti nella rubrica “La Voce è grata aisuoi”.

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