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63 Camillo Gavassetti nella Cappella Pagani (1629-1630) nel Santuario della B. V. della Ghiara La vita e le opere Il pittore Camillo Gavassetti, nasce a Modena nel 1596, da Stefano, scultore, decoratore ed ha un fratello, Luigi, anch’egli pittore. Artista eclettico, riceve i primi insegnamenti da Bartolomeo Schedoni (Formigine-Modena 1578-Parma 1615), dipingendo a Modena una imma- gine allegorica “La Giustizia”. Nel 1622 è a Fiumalbo di Modena, per eseguire nella Parrocchiale una pala d’altare, che gli è stata recentemente attribuita: Madonna con Bam- bino e i santi Giovannino, Bartolomeo, Francesco, Caterina e Antonio Aba- te 1 . (fig. 1). In quello stesso anno, 1622, per l’amore della “bella” Angela, ne ucci- de il marito, viene processato ed è costretto a fuggire per evitare il carcere. Nel 1623, il pittore è a Piacenza per dipingere, nella chiesa di sant’Antonino, l’affresco “Sant’Antonino e i santi Vittore e Savino (fig. 2) e per la chiesa di san Luca una “Decollazione di san Giovanni” ora a Cremona, in Pinacoteca. (fig. 3) Nel 1625, per la chiesa di san Sigismondo dipinge gli affreschi la “Comunione di san Girolamo” ed il “Trasporto del corpo di san Girolamo”. (figg. 4 e 5) Sempre a Piacenza, Gavassetti dipinge il quadro “Davide che suona l’arpa e acquieta Saul” che ora è presso i Gesuiti di Napoli. (fig. 6) Nel 1627, il pittore opera nel Santuario di Santa Maria di Campagna, sempre a Piacenza, con i dipinti “Ruth nel campo dei mietitori” e “Rebecca al pozzo”. (figg. 7 e 8) I dipinti nella chiesa, edificata dall’architetto Alessio Tramello, nei primi anni del Cinquecento, insieme con gli affreschi del Pordenone, di Bernardino Gatti, Camillo Procaccini e di Gaspare Traversi, rendono l’ope- ra di Gavassetti importante e degna di menzione. Silvestro 4-04-2008, 11:46 63

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Camillo Gavassetti nella Cappella Pagani (1629-1630)nel Santuario della B. V. della Ghiara

La vita e le opereIl pittore Camillo Gavassetti, nasce a Modena nel 1596, da Stefano,

scultore, decoratore ed ha un fratello, Luigi, anch’egli pittore.Artista eclettico, riceve i primi insegnamenti da Bartolomeo Schedoni

(Formigine-Modena 1578-Parma 1615), dipingendo a Modena una imma-gine allegorica “La Giustizia”.

Nel 1622 è a Fiumalbo di Modena, per eseguire nella Parrocchialeuna pala d’altare, che gli è stata recentemente attribuita: Madonna con Bam-bino e i santi Giovannino, Bartolomeo, Francesco, Caterina e Antonio Aba-te1. (fig. 1).

In quello stesso anno, 1622, per l’amore della “bella” Angela, ne ucci-de il marito, viene processato ed è costretto a fuggire per evitare il carcere.

Nel 1623, il pittore è a Piacenza per dipingere, nella chiesa disant’Antonino, l’affresco “Sant’Antonino e i santi Vittore e Savino (fig. 2)e per la chiesa di san Luca una “Decollazione di san Giovanni” ora aCremona, in Pinacoteca. (fig. 3)

Nel 1625, per la chiesa di san Sigismondo dipinge gli affreschi la“Comunione di san Girolamo” ed il “Trasporto del corpo di san Girolamo”.(figg. 4 e 5)

Sempre a Piacenza, Gavassetti dipinge il quadro “Davide che suonal’arpa e acquieta Saul” che ora è presso i Gesuiti di Napoli. (fig. 6)

Nel 1627, il pittore opera nel Santuario di Santa Maria di Campagna,sempre a Piacenza, con i dipinti “Ruth nel campo dei mietitori” e “Rebeccaal pozzo”. (figg. 7 e 8)

I dipinti nella chiesa, edificata dall’architetto Alessio Tramello, neiprimi anni del Cinquecento, insieme con gli affreschi del Pordenone, diBernardino Gatti, Camillo Procaccini e di Gaspare Traversi, rendono l’ope-ra di Gavassetti importante e degna di menzione.

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Nel 1628, egli dipinge una pala d’altare “Sant’Andrea condotto almartirio” ora nella chiesa di santa Brigida, sempre in Piacenza. (fig. 9)

Altre sue opere sono a Reggio Emilia in Palazzo Vescovile e nellachiesa di san Pietro, dove assieme a Girolamo Massarini, dipinge la pala“Santi Cristoforo e Giulia” e nella stessa chiesa affresca il cupolino con“L’Eterno in gloria di angeli”. Nella chiesa di Cavazzoli (Reggio Emilia)dipinge una pregevole e poco conosciuta pala d’altare, dal titolo “San Matteoe l’angelo”.

Il clima culturaleCon la Controriforma, attraverso il Concilio di Trento (1545-1563)

la Chiesa si pronuncia anche in merito alla politica figurativa ed estetica percombattere le licenze e gli abusi in campo iconografico degli artisti, insi-stendo sull’esatta aderenza ai fatti della storia cristiana e delle verità teolo-giche.

Nel 1564, Giovanni Andrea Gilio scrive “Due dialoghi degli erroridei pittori” dove invoca per gli artisti una “regolata mescolanza” tra il veroe il finto e un ritorno ad un’arte semplice e leggibile.

Il cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597) a Bologna, nel 1582, scri-ve il “Discorso intorno alle immagini sacre e profane” per dettare i principidella Controriforma a cui si dovevano attenere gli artisti.

Il Paleotti sceglie per tema le immagini, nel senso di simboli, quindimassimo rigore per le immagini-simbolo che ritiene la cosa più importantenell’arte.

Non a caso, nel 1593, Cesare Ripa, scrive un trattato dal titolo signi-ficativo “Iconologia”, dove si descrivono concetti importanti per l’arte fi-gurativa e dove vengono descritte più di 400 figure allegoriche come laBellezza, la Grazia, l’Arte e la Poesia.

Abbiamo attentamente studiato le indicazioni di questo trattato sulleImmagini-simbolo, ne abbiamo ricostruito analogie e spunti di ispirazioneche furono poi accolti e applicati dai pittori nei loro dipinti, in particolare inquelli di Camillo Gavassetti nella cappella Pagani

Nel 1603, alla terza edizione, vengono aggiunte xilografie, a corredodelle voci, disegnate da Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, famo-so artista contemporaneo.

Il Ripa interpreta così i principi e i gusti artistici della Controriforma.Angelo Mazza, Storico dell’arte della Soprintendenza di Modena e

Reggio, scrive nell’importante saggio del 2002: “Sarà Reggio a utilizzareun artista quale Camillo Gavassetti, sebbene i gravi reati commessi e ilconseguente bando dai territori del Ducato estense gli impedissero di risie-dere in città. I suoi affreschi nella cappella Pagani (1629-1630) costituisco-no l’apice di un’ascendente carriera, nota per i dipinti di Piacenza eCremona”2.

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La Cappella Pagani nella Basilica della B.V. della Ghiara (fig. 10)Il 13 aprile 1629, il priore dei Serviti di Reggio, Padre Antonio Burani

domanda al duca Cesare d’Este, un salvacondotto a favore di Gavassetti,bandito dagli Stati Estensi per le vicende del 1622.

“...acciò possa attendere alla pittura in questo santissimo Tempio”3.Nel maggio, il priore rinnova la richiesta del salvacondotto a favore

del pittore e il duca accoglie la richiesta: “Fu ai mesi passati dal serenissi-mo Signor Duca Alfonso concesso salvacondotto a Camillo Gavasseti mo-denese di poter fermarsi in Reggio per dipingere una cappella nella chiesadella Miracolosa Madonna”.4.

Il 19 luglio avviene il rogito tra i Fabbricieri e il pittore: “...e per talfattura elletto il signor Camillo Gavasseti cittadino di Modena et pittoreeccellente....”5.

In allegato viene fissato il programma pittorico, firmato dai Fabbricierie dal pittore: “Nel spatio di mezzo farvi una figura che significa la Divinitàacciò le figure che saranno poste più a basso habbino d’havere relazione aquella.

Nell’octo spacii superiori farvi un angelo per spacio con qualche si-gnificato della Beata Vergine in mano, ... overo farvi instromenti musicaliin acto di lodarla.

Nell’octo spatii più bassi farvi octo virtù proprie della santissimaVergine quali saranno queste:

PazienzaVirginitàModestiaFortezzaPrudenzaFedeClemenzaSperanzaNei quattro cantoni o pennacchi si faranno quattro profeti che con le

loro profetie habbino scritto di Maria Vergine”6.

Le otto virtùVerginità ; il Ripa la descrive come: “Una bellissima giovanetta,

vestita di panno lino bianco ... che con ambe le mani si cinga con bellagratia un cintolo di lana bianca” e più avanti “Si dipinge col cintolo, perciochèfu antico costume, che le Vergini si cingessero col cinto, in segno di vergi-nità, la quale si soleva sciorre dalli Sposi la prima sera, che elle dovevanodormire con essi...”.

Modestia; per questa virtù, il Ripa ricorre all’immagine dellaPurgatione de’ peccati che viene descritta come “donna che in mano tenghiuna disciplina per mostrare la conscienza non simulata, ma chiara per moltisegni di purgare i peccati”. Con l’altra mano la donna tiene un ramo di

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Hisopo che veniva utilizzato dagli“Hebrei per spargere il sangue deglianimali sopra il popolo, per la remis-sione de’ peccati”. (fig. 12)

Clemenza; a questo proposi-to scrive il Ripa “Donna che calchiun monte d’armi, & con la destramano porga un ramo d’olivo, appog-giandosi con il braccio sinistro ad untronco del medesimo albero, dal qualependano i fasci consolari”. (fig. 13)

Fortezza; “Donna armata, &vestita di color lionato, il quale colorsignifica fortezza, per essere somi-gliante a quello del Leone; haverà il

Fortezza.Modestia.

Verginità.

Immagini da “Iconologia” di Cesare Ripa, 1603, xilografie di Giuseppe Cesari,detto il Cavalier d´Arpino.

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Fede. Prudenza.

Pazienza. Divinità.

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corpo largo, la statura dritta, l’ossa grandi, il petto carnoso, il colore dellafaccia fosco, i capelli ricci & duri, l’occhio lucido, non molto aperto, nelladestra mano terrà un’hasta, con un ramo di rovere...”. (fig. 14)

Fede; “Donna vestita di bianco, (con l’elmo in capo), nella manodestra terrà una candela accesa, & un cuore, & nella sinistra la tavola dellavecchia legge insieme con un libro aperto”; Gavassetti dipinge al postodella candela, un calice, facendo forse riferimento al sacrificio di Dio. (fig.15)

Prudenza; “Donna con l’elmo dorato in capo, nella mano destra ter-rà una frezza, intorno alla quale vi sarà rivolto un pesce detto Ecneide,overo Remora, che così è chiamato da Latini, il quale scrive Plinio, cheattaccandosi alla Nave, hà forza di fermarla, & perciò è posto per la tardanza;nella sinistra terrà lo specchio”.

Al posto dello specchio, il pittore dipinge un teschio ispirandosi alla“vanitas” e al “memento mori”. (fig. 16)

Pazienza; “Donna d’età matura, à sedere sopra un sasso, con un gio-go in spalla"e “ con un torcio acceso in una mano, con la quale versi ceraliquefatta sopra l’altro braccio ignudo”. (fig. 17)

Speranza; “Donna vestita di verde, con un giglio in mano, perché ilfiore ci dimostra la speranza, la quale è una aspettazione del bene”. (fig. 18)

I ProfetiNei pennacchi della cappella, Camillo Gavassetti dipinge i quattro

profeti: Ezechiele, Geremia, Isaia, Daniele.

In Ezechiele compare la scritta “ECCE ANIMA MEA NON ESTPOLLUTA”, (Ecco che l’anima mia non fu macchiata). (fig. 19)

In Geremia, vi è la scritta “ABSQUE PECCATO ET INNOCENSEGO SUM”, (Io sono senza macchia e innocente). (fig. 20)

In Isaia, in un cartiglio è scritto “APERIATUR TERRA ETGERMINET SALVATOREM”, (Si apra la terra e generi il Salvatore). (fig.21)

Nel pennacchio del profeta Daniele appare la scritta “RECORDATUSEST MEI DEUS”, (Dio si è ricordato di me). (fig. 22)

Nel profeta Daniele si intravede l’ispirazione all’opera del Guercino,il quale nel 1626, termina la volta del duomo di Piacenza, iniziata dalMorazzone, in particolare nella figura del profeta Aggeo che non è altro che

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una ripresa del tema che il Guercino stesso aveva dipinto con la “Notte”,nell’Aurora, in Casino Ludovisi a Roma. (figg. 23, 24)

Nel tondo centrale della cappella il pittore dipinge la Divinità, cheRipa alla voce relativa, così descrive: “Donna vestita di bianco (con unafiamma di fuoco in cima al capo), & con ambi le mani tenga due globiazzurri, & da ciascuno esca una fiamma”.

In effetti Gavassetti si attiene alla descrizione riportata traendo an-che ispirazione per la coeva pala d’altare che dipinge per la chiesa reggianadi san Pietro: “Il color bianco è proprio della divinità, perché si fa senzacomposizione di colori, come nelle cose divine non vi è composizione disorte alcuna. Però Cristo Nostro Signore nel Monte Tabor trasfigurandosiapparve col vestito come neve.

I due globi di figura sferica, mostrano l’eternità, che alla divinità èinsuperabile”. (fig. 25)

Infatti, Gavassetti dipinge, in contemporanea con la cappella Pagani,una pala per l’altare maggiore della chiesa di san Pietro “La Trasfigurazione”(fig. 26) ed il modello è la pala d’altare di Ludovico Carracci per la chiesadi San Pietro Martire (1595 ca.) a Bologna, ora in Pinacoteca della stessacittà.

È evidente ancora una volta l’ispirazione di Gavassetti all’opera“ Iconologia” di Cesare Ripa.

Il 4 gennaio 1630, una delibera dei Fabbricieri stabilisce di far ese-guire la decorazione pittorica nella volta sopra la porta maggiore del San-tuario della Ghiara e di affidarla a Camillo Gavassetti.

Purtroppo l’opera non venne eseguita per la morte del pittore, pro-prio nell’anno della peste a Reggio Emilia, il 1630.

FILIPPO SILVESTRO

1 A. MAZZA, Pittura nei centri minori tra Modena e Reggio Emilia, in La pittura in EmiliaRomagna, Il Seicento, II, Bologna 1993.

2 A. MAZZA, 1580-1630 Reggio Emilia, capitale artistica del ducato, in Alessandro Tiarini,La grande stagione della pittura del ’600 a Reggio, Milano 2002.

3 E. MONDUCCI, Il tempio della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia nei documenti d’ar-chivio, Reggio Emilia 1998.

4 E. MONDUCCI, op. cit.5 E. MONDUCCI, op. cit.6 E. MONDUCCI, op. cit.

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Bibliografia

Opere generali:

R. WITTKOWER, Arte e architettura in Italia, 1600-1750, Torino 1972W. TATARKIEWICZ, Storia dell’estetica, vol. terzo, L´estetica moderna, Torino 1980Il Guercino (1591-1666), a cura di DENIS MAHON, Bologna 1991C. RIPA, Iconologia (a cura di P. Buscaroli), Milano 1992 (riproduzione anastatica)F. ZERI, Pittura e Controriforma, Vicenza 1997

Camillo Gavassetti:

AA. VV., La Madonna della Ghiara in Reggio Emilia, Reggio Emilia 1983G. GUANDALINI , Camillo Gavassetti in L’arte degli Estensi, Modena 1986A. COCCIOLI MASTROVITI, Gavassetti Camillo in La Pittura in Italia, Il Seicento,tomo secondo, Milano 1988A. MAZZA, Pittura nei centri minori tra Modena e Reggio Emilia, in La pittura inEmilia Romagna, Il Seicento, II, Bologna 1993P. CESCHI LAVAGETTO, Camillo Gavassetti in La Scuola dei Carracci, dall’Accade-mia alla bottega di Ludovico (a cura di E. Negro-M. Pirondini), Modena 1994P. CESCHI LAVAGETTO, Gli affreschi di Camillo Gavassetti nella cappella Pagani inIl Santuario della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia (a cura di A. Bacchi e M.Mussini), Reggio Emilia 1996E. MONDUCCI, Il tempio della Madonna della Ghiara nei documenti d´archivio,Reggio Emilia 1998R. FARAGLIA , Gavassetti Camillo in Dizionario biografico degli Italiani, vol. n. 52,Roma 1999Il Seicento a Reggio, a cura di P. CESCHI LAVAGETTO, Milano 1999A. MAZZA, 1580-1630 Reggio Emilia, capitale artistica del ducato, in AlessandroTiarini, La grande stagione della pittura del `600 a Reggio, Milano 2002F. SILVESTRO, Gli imponenti “Profeti” di Camillo Gavassetti. Un bravo pittore pococonosciuto tra quelli che hanno dipinto nel Santuario della Ghiara, Mensile “IF”,Reggio Em., ottobre 2006.

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1) C. Gavassetti, Madonna con Bambino e i santi Giovannino, Bartolomeo,Francesco, Caterina e Antonio Abate, 1622,

Fiumalbo, Modena, chiesa Parrocchiale.

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2) C. Gavassetti, Sant’Antonino e i santi Vittore e Savino, 1623,Piacenza, chiesa di sant’Antonino.

3) C. Gavassetti, Decolla-zione di san Giovanni,1623, Cremona, Pinacoteca.

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4) C. Gavassetti, Comunione di sanGirolamo, 1625, Piacenza, chiesa di sanSigismondo.

5) C. Gavassetti, Trasporto del corpo disan Girolamo, 1625, Piacenza, chiesa disan Sigismondo.

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6) C. Gavassetti, Davide che suona l’arpa e acquieta Saul, 1626, Napoli.

7) C. Gavassetti, Ruth nel campo dei mietitori, 1627,Piacenza, Santuario di Santa Maria di Campagna.

8) C. Gavassetti, Rebecca al pozzo, 1627,Piacenza, Santuario di Santa Maria di Campagna.

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10) C. Gavassetti, Cap-pella Pagani, 1629-1630, Reggio Emilia,Basilica della B. V.Ghiara.

9) C. Gavassetti, Sant’Andreacondotto al martirio, 1628, Pia-cenza, chiesa di santa Brigida.

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11) C. Gavassetti, Verginità, cap-pella Pagani, Reggio Emilia, Basi-lica della B. V. Ghiara.

12) C. Gavassetti, Modestia, cappel-la Pagani.

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14) C. Gavassetti, Fortezza, cappella Pagani.

13) C. Gavassetti, Clemenza, cappella Pagani.

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16) C. Gavassetti, Prudenza, cap-pella Pagani.

15) C. Gavassetti, Fede, cappella Pagani.

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18) C. Gavassetti, Speranza, cappellaPagani.

17) C. Gavassetti, Pazienza, cappella Pagani.

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19) C. Gavassetti, Profeta Ezechiele, cappella Pagani.

20) C. Gavassetti, Profeta Geremia, cappella Pagani.

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21) C. Gavassetti, Profeta Isaia, cappella Pagani.

22) C. Gavassetti, Profeta Daniele, cappella Pagani.

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24) Guercino, Profeta Aggeo, 1626,Piacenza cupola Duomo, particola-re.

23) Guercino, 1626, Piacenza cupola Duomo.

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25) C. Gavassetti, Divinità, cappella Pagani.

27) C. Gavassetti, La Trasfigurazione,Reggio Emilia, chiesa di san Pietro.

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