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SOVRANO SANTUARIO D’ITALIA DEI RITI UNITI LA RIVISTA DELL' ORDINE DEI RITI UNITI DI MEMPHIS E MISRAIM “L’ordine degli eletti cohen” finalmente in libreria L’Ucronìa di Cagliostro Relazione Morale per il IV Convento Nazionale del Grande Oriente Egizio dell’ Ordine dei Riti Uniti di Memphis e Misraim

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SOVRANO SANTUARIOD’ITALIA DEI RITI UNITI

LA RIVISTA DELL' ORDINE DEI RITI UNITI DI MEMPHIS E MISRAIM

“L’ordine deglieletti cohen”

finalmente in libreria

L’Ucronìa di Cagliostro

Relazione Morale per il IV Convento

Nazionale del Grande Oriente Egizio

dell’ Ordine dei Riti Uniti di Memphis e

Misraim

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[NOTA EDITORIALE]Nota editoriale e aggiornamentiFr.·.Leuviah - Cavaliere Gran Professopag. 3

Novità in libreriapag. 5

Il Cammino del Massone EgizioAllocuzione del Gran Hyerofante per il IV ConventoNazionale del Grande oriente Egizio dell’Ordinedei Riti Uniti di Memphis e Misraim e per il II Convento Nazionale della Gran Loggia d’Italia deiRiti ConfederatiIl Gran Hyerophante e Gran Maestro Ser.·.Fr.·. Akirapag. 9

Relazione morale per il IV Convento Nazionale del Grande Oriente Egiziodell’Ordine dei Riti Uniti di Memphis eMisraimIl Grande Oratore M.·.S.·. Fr.·.Retziel - Grande PatriarcaConservatorepag. 13

Relazione morale per il II Convento Nazionaledella Gran Loggia d’ItaliaIl Grande Oratore M.·.S.·. Fr.·. Samkhiel - Grande PatriarcaConservatorepag. 15

L’ucronìa di Cagliostro…. Maestro PassatoFr.·. Artorius - Cavaliere Gran Professopag. 18

elebriamo al conclusione del ciclo solare appena trascorso con questanuova pubblicazione di HORUS che raccoglie i lavori presentati nel

corso del II Convento nazionale della Gran Loggia d’Italia dei Riti Con-federati e del IV Convento del Grande Oriente Egizio dell’Ordine dei Riti

Uniti di Memphis e Misraim che si sono tenuti a Roma nell’ottobre scorso.Il Serenissimo Gran Hyerophante e i Grandi Oratori del Rito e dell’Ordine con le

loro allocuzione e relazioni hanno offerto ai Fratelli importanti spunti di riflessione e hanno for-nito i mezzi per poter affrontare il cammino verso l’osirificazione.

Il 2015 è stato un anno ricco di novità: sono stati infatti installati nel Nostro Venerabile Rito l’Or-dine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo, la Via martinista con la Società degli In-dipendenti, la Chiesa Gnostica dei Riti Uniti e la Rosa Croce d’Oriente, ultimo gradino dellapiramide del Memphis Misraim. I Fratelli hanno quindi la possibilità di percorrere il loro cam-mino iniziatico accedendo alle principali Vie dell’esoterismo occidentale, all’interno di ScuoleEsoteriche e Operative regolari.Il Lavoro è incessante e faticoso ma, grazie ai contributi di coloro che governano la nostra Pira-mide, a tutti i Fratelli di buona volontà è permesso di affrontare questo importante Cammino inserenità e unione.

Oltre ai contributi suddetti è qui presentata la prima parte dello studio su Cagliostro che Fr.·. Ar-torius ha compilato e messo a disposizione di coloro che vogliono approfondire la figura di que-sto Grande Maestro Passato. Finalmente Cagliostro viene presentato in maniera seria e noncaricaturale, come purtroppo nel passato è stato fatto, ponendo l’accento sul contributo fonda-mentale alla Massoneria Egizia di questo Grande Maestro, che vive con noi oltre al tempo e allospazio. Non mi resta quindi che augurarvi buona lettura e buon Lavoro, salutandovi su tutti i Punti delTriangolo.

Fr.·. LeuviahCavaliere Gran Professo

[NOTA EDITORIALE]

Sommario

3n.4 - febbraio 2016 | HORUS2 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

HORUS - Quaderni di studio aperiodici delSovrano Santuario d’Italia dei Riti Uniti

N. 4 A∴ L∴ E∴ 3308

Direttore responsabile: Fr∴ LeuviahProgetto grafico e impaginazione: Claudio Cucina

Collaborazioni con Horus:I Fratelli interessati a pubblicare i loro contributi pos-

sono scrivere a questo indirizzo:[email protected]

La direzione di HORUS si riserva ogni valutazione in merito,sentito il Sovrano Santuario.

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5n.4 - febbraio 2016 | HORUS4 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

L’ORDINE DEGLI ELETTI COHENLa Storia – Le Dottrine – Gli StatutiAkira – Purusha – SamkhielEdizioni Rebis, 2016

Per la primavolta l’Ordinedegli ElettiCohen presen-tato in italiano,nel suo latostorico e, so-prattutto, neisuoi aspettidottrinali eoperativi, ossiain quelle azioniteurgiche che

tanto hanno influenzato tutta la magia ce-rimoniale dal Settecento ai giorni nostri. Ilsistema di Martinez de Pasqually infatti èuna dettagliata descrizione della cosmogo-nia per ripercorrere a ritroso le tappe dellacreazione, le ipostasi del Dio unico, per ri-tornare a quel luogo mitico, l’Eden, cheprecede ogni tempo, ogni spazio, e ognicreazione. Lascala dei gradidegli ElettiCohen, descrittanel dettagliodagli autori, èstata ricostruita,come la rituariap e r s o n a l e ,anche in seguitoalla recente Re-staurazione ed èquanto di me-glio ci sia per l’“uomo di desiderio” contemporaneo perlavorare su di sé e riposare, infine, “all’om-bra della Riconciliazione”.

in libreria

AggiornamentiSi è svolto da venerdì 16 a domenica 18 ottobre 2015 dell’era volgare il II Convento na-zionale della Gran Loggia d’Italia dei Riti Confederati, IV Convento del Grande OrienteEgizio dell’Ordine dei Riti Uniti di Memphis e Misraim. I lavori rituali sono stati ce-lebrati, dinanzi ad oltre 50 Fratelli presenti, nel Tempio maggiore dell’Ordine.Sono state lette in un clima di unione, armonia ed entusiasmo le relazioni morali delGrande Oratore della Gran Loggia e del Grande Oratore del Rito, e l’allocuzione delGran Jerofante. Nel pomeriggio si è proceduto alla ricezione di alcuni Fratelli meritevolial grado di Apprendista Eletto Cohen, e nei giorni di venerdì e domenica sono statisvolti i lavori rituali delle camere di Cagliostro e della camera dei Kadosh.Infine sabato è stato inaugurato il secondo Tempio della sede romana dell’Ordine, e ilConsiglio e il Sovrano Santuario si sono riuniti per deliberare su diverse questioni posteall’ordine del giorno.

Nel corso dei lavori del II Convento nazionale della Gran Loggia d’Italia dei Riti Con-federati, e del IV Convento del Grande Oriente Egizio dell’Ordine dei Riti Uniti diMemphis e Misraim, il Consiglio – organo esecutivo della Gran Loggia - e il SovranoSantuario "Harmonius" – organo esecutivo del Rito - sono stati riuniti e hanno ap-provato alcune deliberazioni, adottate all’unanimità.

La più importante concerne la revoca dell’affiliazione al Supremo Consiglio deiRiti Confederati e al Sovrano Santuario Internazionale dei Riti Uniti, decisa aseguito della costituzione, all’interno del territorio della Repubblica, di una nuova GranLoggia egizia da essi promanante.

Tale decisione, del tutto incomprensibile, è in palese violazione di numerosi articoli delleGrandi Costituzioni del Rito, che come è noto prevedono un Sovrano Santuario ed unGran Maestro Nazionale per ogni Stato. L’esistenza del nostro Venerabile Rito prose-guirà ugualmente e con rinnovata forza e vigore.

Ringraziamo tutti i Fratelli per la partecipazione, l’impegno e la dedizione.UNIONE, PROSPERITÀ E CORAGGIO

Il Sovrano Santuario "Harmonius"Il Consiglio dei Riti Confederati

Continuano le pubblicazioni ditesti fondamentali per chi pratica

le Vie massonica, martinista eCohen. Tipheret ha dato allestampe una serie di volumi di

Martinez de Pasqually, Willermoz,Saint Martin e Papus curati magi-stralmente dal filosofo Mauro Ca-scio, alcuni dei quali per la primavolta sono stati tradotti integral-mente in lingua italiana. Per ini-ziare vi diamo un’anticipazione di

un’importante pubblicazionesull’Ordine degli Eletti Cohen a

cura del Serenissimo Gran Hyero-phante Gran Maestro Fr.·. Akira,del Sostituto Gran Hyerophante eSostituto Gran Maestro Fr.·. Puru-

sha e del Grande Oratore dellaGran Loggia d’Italia dei Riti Con-federati Fr.·. Samkhiel e che saràedito nel corso del 2016 da Rebis.

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7n.4 - febbraio 2016 | HORUS6 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

TRATTATO SULLA REINTEGRAZIONEDEGLI ESSERIMartinez De Pasquallya cura di Mauro CascioTipheret Edizioni 2015

Il sacerdote del ‘culto primitivo’ è l’unicovero pontifex tra il divino e l’umano. Dimezzo ci passa l’errore. L’Ordine degli ElettiCohen di Marti-nez de Pasquallyfu, già a metà delSettecento, unadelle manifesta-zioni più note diun ArchetipoEterno: la via delritorno. Il ritornoda una condi-zione limitatanello spazio e neltempo ad una,edenica, in cui non c’è né spazio né tempo.Secondo una certa vulgata l’operatività degliEletti Cohen sarebbe cabalistica. La letturadel Trattato e del Manoscritto di Algeri ci di-mostrano che abbiamo a che fare con visionie pratiche che sono sicuramente influenzatedalla cabala, ma anche dallo gnosticismo edall’ermetismo alessandrino.

MANOSCRITTO DI ALGERIMartinez De Pasquallya cura di Mauro Cascio e Federico PignatelliTipheret Edizioni 2015

Ci sono libri che raccontano la storia e libriche la storia racconta. Infine ci sono libri chela storia la scrivono ed il Trattato di Martinezè tra questi. L’autore percorre in lungo e in

largo la metasto-ria dell’uomonell’unico oriz-zonte di sensodove vale la penamuoversi. Perchéquesto viaggioverso il nostro Pa-radiso è il destinoche attende gli uo-mini di desiderio.Il Trattato è la ri-sposta a tutte lepaure dell’uomo. Che nascono solo dal nonaver ancora compreso la sua natura

LE CHIAVI OPERATIVE DEGLI ELETTICOHENLéonard-Joseph Prunelle de Lièrea cura di Mauro CascioTipheret Edizioni 2015

Sfogliando questo manoscritto si rimane col-piti dal grado diminuziosità delsistema di Marti-nez de Pasquallye dei suoi ElettiCohen. Il testo,pubblicato per laprima volta daRobert Amadou,comprende lalista dei 2400Nomi, i caratteri,i geroglifici e itappeti opera-tori.

ISTRUZIONI DELLA SAGGEZZALouis-Claude De Saint-Martina cura di Mauro CascioTipheret Edizioni 2015

Un’occasione come poche nella storia dell’uomo:avere la Saggezza a portata di mano, che ci parla,che ci conforta, che ci spiega il nostro senso, lanostra colpa, il nostro destino. La dottrina affa-

scinante degli ElettiCohen raccontata daun de Saint-Martinagli esordi e ispiratis-simo. Il mondo non èl’insieme degli obietta;ciò che accade inquanto prâgma, ac-cade perché ‘cade’ nel-l’ambito di un fare, diun’attività, dell’operardi chi se lo rappre-senta. Il mondo è il

mondo dei fatti e dal loro essere fatti. Il mondo èil mondo dei fatti, non dei dati. È in questo spazioche si può immaginare la via del reditus. Che èla grande scommessa della Filosofia.

LETTERA A UN AMICO SULLA RIVOLU-ZIONE FRANCESELouis-Claude De Saint-Martina cura di Mauro CascioTipheret Edizioni 2015

Il nostro è un tempoper diete ferree: è ri-nuncia, non piacere.Anzi, il piacere è comerimosso, buttato via,gettato oltre il marcia-piede. Colpa di unademocrazia che è sem-pre più una presa ingiro, un pretesto del

Potere economico e finanziario per legittimare sestesso. Eppure lo Stato, come sostanza etica, do-vrebbe essere una cosa seria. Cosa non ha funzio-nato? Louis-Claude de Saint-Martin ci invita ariflettere, al di là di retorica, buonismo e luoghicomuni in questo testo di una attualità sorpren-dente questo testo di una attualità sorprendente.

MARTINEZISMO, WILLERMOZISMO, MARTI-NISMO, MASSONERIAPapusa cura di Mauro CascioTipheret Edizioni 2015

Tutto ha inizio con Martinez de Pasqually e conquella fantastica avventura dello Spirito che fu-rono gli Eletti Cohen. E con quei giganti di Jean-Baptiste Willermoz e Louis-Claude deSaint-Martin. Sulla sfondo quella cosa meravi-gliosa e sconosciuta che si chiama Massoneria.Da sempre il depositodella sapienzialità oc-cidentale. E da sempreumiliata dalla suaanima secolarizzatache la vuole semprelontana da quello cheè. Papus fa ordine,classifica e chiarisce.Suo il tentativo, con lafondazione dell’Or-dine Martinista, difare rivivere un eggre-gore che vada controvecchi e nuovi settarismi, ridando corpo e sangueall’insegnamento dei primi Maestri.Questa è la prima volta che troviamo questo testotradotto integralmente in Italiano.

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9n.4 - febbraio 2016 | HORUS8 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

I NOVE QUADERNI D.Jean-Baptiste Willermoza cura di Mauro Cascio e Federico PignatelliTipheret Edizioni 2015

I Nove Quaderni di Willermoz riprendono nellesue linee essenziali la Dottrina di Martinez dePasqually. Si tratta di seguire le tracce di un Segretoqui esposto con chiarezza, un Segreto che riposanella storia dell’Occidente e che è qua e là apparso. Èil segreto confidato al cuore degli iniziati. Nulla è puratenebra, ma tutto ciò che partecipa dell’essere eternamente è.La Verità è questa manifestazione e la partecipazioneè, per esempio, amore. Questo Willermoz avrebbe vo-luto trasmettere al principale destinatario di que-sti Quaderni: il figlio, nato nel 1805, che peròmorirà sette anni dopo.

Il Cammino del MassoneEgizio

ino a quando l’in-telligenza cerebralegovernerà il mondo,questo sarà gestito

dagli esseri inferiori,poiché la vita dell’Uomo

sarà solo lotta, lotta di forza e di potere, lotta divanità, lotta di ricchezza, lotta per un’esistenza ilcui fine è falsato! Tutta la vita si fonderà esclusi-vamente sull’equilibrio tra domanda e offerta, po-tere e subire, giustizia da pugili e diritto del piùforte, equilibrio di argomenti in cui ogni afferma-zione può essere confutata, ogni prova denegata edistrutta e l’uomo, allora, non sarà altro che il piùferoce degli animali. Ma l’uomo non è un animale: egli è animato. L’uomo è una sintesi del Cosmo, una creatura chereca in sé la scintilla divina. L’Uomo non è un anfibio evoluto, una forma ani-male divenuta ciò che noi siamo. L’Uomo è un essere dall’origine perfetta, un essere di-vino, che è degenerato divenendo ciò che noi siamooggi.

R. A. Schwaller de Lubicz,La Scienza sacra dei Faraoni, op. cit.

Premessa.

Dal 1717 all’età presente, la Massoneria ha cono-sciuto in quasi trecento anni di ininterrotta esi-stenza alterne fortune. È stata anch’essa parte di quello che Rudyard Ki-pling, anch’egli libero muratore, definiva ilGrande Gioco intrecciando la sua esistenza con ildipanarsi e lo svolgersi delle idee che hannomosso il mondo. Se dunque osserviamo la storiadell’Occidente quasi fosse un’opera realizzatacon la tecnica del mosaico, la Libera Muratorìa nerappresenta un tassello certamente rilevante. Fuor di metafora, la Massoneria nel suo com-plesso e i massoni quali individui impegnati adoperare per il bene dell’umanità, hanno contri-buito in maniera decisiva a costruire e preservareuna società edificata sulla saggezza, la forza e labellezza, fondamenta di un Tempio invisibile ilcui sacerdozio è affidato alla libertà, e sulla cuiAra brucia il Fuoco Sacro della Tradizione, ri-flesso visibile di un Principio divino invisibile,che gli iniziati ai misteri dell’Arte Reale cono-scono e riconoscono come G.·.A.·.D.·.U.·. ovveroS.·.A.·.D.·.M.·..1. La differente declinazione del nomen dell’EssereSupremo trae origine dalla plurisecolare distin-zione intercorrente tra la Massoneria Scozzese e

Allocuzione del Grande Hyerophante e Gran Maestro per il II Con-vento nazionale della Gran Loggia d’Italia dei Riti Confederati e il

IV Convento del Grande Oriente Egizio dell’Ordine dei Riti Uniti diMemphis e Misraim

1.Cfr. in argomento akira, Purusha, Samkhiel, retziel, la Massoneria egizia, viareggio, 2014.

[IN LIBRERIA]

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[Il Cammino del Massone Egizio]

11n.4 - febbraio 2016 | HORUS10 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

la Massoneria Egizia, e mi per-mette di introdurre l’oggetto diquesto lavoro, che ha per scopodi proporre alla vostra atten-zione le peculiarità e la naturaautentica del cammino che ilmassone egizio è chiamato apercorrere. In Massoneria, come è noto, laforma è sostanza, e definire conparole diverse il medesimo con-cetto metafisico è necessario amostrare sin dal principio la dif-ferenza profondissima, struttu-rale, tra modi diversi diintendere, comprendere e prati-care la Via iniziatica. La storia, il tempo, l’esperienzae le circostanze ci hanno mo-strato quanto siano profonde ledifferenze tra le Massonerie, cheè giusto definire al plurale2;l’Ordine massonico è infatti uni-versale quanto al fine ultimoche esso si propone, ovvero co-noscere se stessi, e quanto ad al-cuni elementi fondamentali:apre il Volume della LeggeSacra sull’Ara del Tempio e visovrappone la Squadra ed ilCompasso; segue il simbolismonell’insegnamento e l’esoteri-smo nell’arte operativa; adottala ripartizione della Libera Mu-ratorìa simbolica nei tre gradi diApprendista, Compagno eMaestro, insegna la leggendadel terzo grado e lavora nelleLogge: Alla Gloria Del SublimeArtefice dei Mondi ovvero delGrande Architetto dell’Uni-verso, da intendersi come Prin-cipio creatore. I punti in

comune si fermano qui. La Massoneria Egizia è un uni-cum: si distacca e si differenziadalle altre poiché si disinteressaal proseliti-smo e inveceche aprire leporte dei suoiTempli tendesemmai a soc-chiuderle; rac-chiude nel suoseno la sa-pienza ineffa-bile degliArcana Arca-norum, che nerappresentanol’epifania e larendono alsuo culmineuna forma no-bilissima diteurgia; tra-smette al 92° grado l’episcopatognostico in perfetta successioneapostolica dalla Chiesa di An-tiochia; tende a ricomprenderele Obbedienze nazionali instrutture internazionali piùampie; in ultimo, è orientata allacura dello Spirito, all’india-mento, che si concreta nell’aspi-razione alla Reintegrazione conla Divinità che ci ha emanatimediante un lavoro di ascesi epurificazione durissimo e co-stante. Come ha ben scritto nel 1849con parole che si sono rivelateprofetiche J. E. Marconis deNegre, uno Jerofante passato alquale dobbiamo moltissimo: il

Rito Egizio "è depositario del-l’insieme delle tradizioni, èl’anima di tutti i Riti esistenti, ead essi donerà l’esempio del-

l’abnegazione personale, dellacarità massonica, e della dedi-zione disinteressata alla prospe-rità della Massoneria3". Questo è dunque il nostro do-vere di Massoni del VecchioEgitto: la pratica della scienzadell’Assoluto.

Il cammino del MassoneEgizio.

I Riti Uniti di Memphis e Mi-sraim hanno fatto proprio unassioma che è centrale nella co-smogonia egizio-greca: il pre-sente universo è un viventeunitario, che abbraccia i viventi

tutti che sono nel suo interno ed è dotato diun’anima unitaria diffusa su tutte le sue parti, inquanto ogni singola cosa è parte di lui...ed ognisingola cosa partecipa pure dell’anima dell’uni-

verso4. Tanto Mosèquanto Esiodo nelle ri-spettive narrazioni lo af-fermano con chiarezza:“nasce l’Universo, maparallelamente, nasceanche l’Uomo. Se uno èla funzione, l’altro è lavariabile e viceversa”5. L’intuizione di questo mo-nismo radicale, che è illu-strata appieno nell’ultimogrado degli Arcana, è laspinta che anima il lavorodi coloro che operanonelle sabbie di Memphis:la comprensione autenticache Tutto è Uno, il tra-guardo finale che ogni mi-sraimita si pone.

La fine della genesi, la resurrezione nell’Unità,può aver luogo esclusivamente se sono state ac-quisite tutte le esperienze della vita fisica, il chepuò avvenire in una volta sola nella via diretta,horiana o cristica, oppure richiede numerosereincarnazioni nella via indiretta osiridea6. Quanto ci viene spiegato con lucidità estrema neiquattro gradi della Scala di Napoli può esseredavvero conosciuto e sperimentato soltanto conla connessa operatività teurgica, e non è detto chetale comprensione sia infine raggiunta. Per questa ragione ogni grado del Nostro Vene-rabile Rito è per chi vi perviene una nuova formadi servizio all’Ordine di cui tutti facciamo parte:egli infatti sale un gradino della Piramide non

per vanagloria ma per mettersi a disposizione ditutti i Fratelli, e per cancellare dalla propriaanima, mediante lo scalpello della volontà, un’al-tra macchia figlia della prevaricazione inizialeche ogni essere umano porta in sé come fardelloinvisibile sin dalla nascita. La Tradizione, in effetti, è il velo posto dal geniosul Verbo di Dio. Essa è custodita, nella sua inte-rezza, nelle scritture sacre situate all’alba delle ci-viltà e sulle quali sono state fondate, che lo sivoglia o meno, tutte le scienze successive7. Il ten-tativo e lo sforzo degli iniziati kemiti è di squar-ciare quel velo e accedere al Verbo, mediante ilmetodo massonico della purificazione e dellacomprensione per gradi. Per questa ragione all’essenza del nostro Venera-bile Rito vi è l’ascesa nella scala di perfezione:essa corrisponde negli auspici dei Maestri Passatiche l’hanno composta e rettificata ad un ascensoermeticamente inteso dell’iniziato. Egli di gradoin grado acuisce la sua consapevolezza, lavorasempre più duramente sub specie interioritatis eaccresce il senso di appartenenza all’ordine egi-zio. Il senso di appartenenza, in particolare, è undono che pochi Fratelli ricevono dalS.·.A.·.D.·.M.·., poiché reca in sé la capacità di do-narsi alla comunità di cui facciamo parte, e di an-teporne i bisogni e le necessità ai propri, secondouna forma di amore incondizionata e invincibile. Se dunque affermiamo che la Tradizione esprimeun principio fondamentale, ovvero luce per l’in-telligenza e la ragione, e forza per la volontà, pos-siamo raffigurarla come il fulcro dellacomprensione, l’asse veramente centrale intornoal quale l’essere umano si sviluppa in tutte le di-mensioni della sua complessa geometria, e grazieal quale tutti i suoi movimenti sono diretti nel ter-reno ideale dell’evoluzione8. Quest’asse centraleè riprodotto nel nostro corpo fisico e nella Loggia

2. Sia consentito rinviare ad akira, la tradizione Massonica Solare, tipheret, 2015.3. J. e. Marconis de negre, il Santuario di Memphis o Hermes, Parigi, 1849.

4. Plotino, enneade iv, op. cit.5. a. Gentili, la verità ermetica di esiodo e Mosè, Milano, 1980. 6. r. a. Schwaller de lubicz, insegnamenti e Scritti inediti, roma, 2009. aggiunge l'autore in un'altra sua opera, lateocrazia Faraonica: “due vie, due vie per un solo obiettivo. Due vie che distinguono i liberati da coloro che riman-gono, due vie che distinguono coloro che hanno rinunciato da coloro che restano sottomessi ai desideri, o debbonoancora gustare le gioie e le pene di questa vita”.7. Constant Chevillon, la tradition universelle, lione, 1946, op. cit.

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12 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

massonica: è il Caduceo, stru-mento di lavoro nei nostri Tem-pli, il simbolo per eccellenza cheassomma gli elementi fonda-mentali di questa via solaresulla quale ci siamo incammi-nati. L’asta rappresenta la co-lonna vertebrale, ovvero il Djedegizio e cioè l’albero della vita;i serpi che si incrociano, il cuiincedere è riprodotto nel nostrorituale dai due Mistagoghi, rap-presentano le due arterie lumi-nose e al vertice è giustamenteposto il disco solare. Mediantequesta ineffabile rappresenta-zione simbolica comprendiamoche il potere serpentino risaledalla colonna vertebrale e con-duce all’illuminazione, ovveroal Sole delle anime e delle intel-ligenze posto in cima al Cadu-ceo. La conquista del Sole interioreporta a sua volta alla beatitu-dine: il termine egiziano corri-spondente è Imakh, il cuideterminativo è “costituitodalla raffigurazione della spinadorsale con l’indicazione delmidollo. Lo stesso termine desi-gna inoltre il canale della co-lonna vertebrale del serpenteattraverso cui passa il Sole”9.Non per caso Osiride era defi-nito anche principe dell’Imakh. Quando uno Jerofante trasmetteal proprio successore gli stru-menti per governare l’Ordine,gli affida la Spada Fiammeg-giante e il Caduceo: simboliignei per eccellenza, sintesi per-

fetta del Rito Antico e Primitivodi Memphis e Misraim: tutto,ancora una volta, è ricondottoad unità.

Conclusioni.

Scrive il Kremmerz ad un disce-polo: "Prega con intensità, speraed aspetta fiducioso perché nelmondo delle cause, gli spiritieletti non sono sordi ai dolorinostri e alle nostre preghiere". Tutta la dottrina tradizionale,Fratelli miei, riposa su unalegge la cui base, trascendentela ragione discorsiva, fa appelloalla Fede, urna spirituale in cuis’incarna la rivelazione10. Senza la fede nel Sublime Arte-fice dei Mondi e nel nostro ri-torno a Lui che ci ha emanato, ilnostro desiderio è polvere, il no-stro perfezionamento un eserci-zio sterile di intellettualismopresuntuoso e vano. In Symbolum è scritto:

“Al di là gridano, le voci degli Spiriti le voci dei Maestri: non tralasciate di coltivare le forze del bene. Qui s’intrecciano corone. Nell’eternità del silenzio, devono essere il lauto compenso degli operai! Noi vi esortiamo a sperare11".

Nell’abisso che principia la se-

conda creazione si è infine ri-flessa la luce del Sole, che accecai malvagi e riscalda i cuori delleanime risvegliate; oggi, nel-l’abisso che sembra inghiottirelo spirito umano poche fiam-melle emanano una luce tenue,che da un momento all’altrosembra spegnersi: la Massone-ria Egizia è una di quelle fiammelle. Sta a noi lavorare con amore edevozione affinché la sua lucefioca continui ad irradiarsi, fa-cendo il bene degli uomini didesiderio che non smettono dilottare per un autentico riscattointeriore, e per guardare negliocchi il Sole.

UNIONE, PROSPERITÀ E CORAGGIO

Il Grande Hyerophante e GranMaestroSer.·. Fr.·. Akira33.·.66.·.90.·.95.·.98.·.

8. Chevillon, la tradition universelle, op. cit. 9. Boris de rachewiltz, egitto Magico religioso, Milano, 2008. 10. Chevillon, la tradition universelle, op. cit. 11. Goethe, Symbolum, poesia scritta nel 1805 in occasione dell'iniziazione del figlio august.

13n.4 - febbraio 2016 | HORUS

Relazione Morale per il IV Convento Nazionale del Grande

Oriente Egizio dell’ Ordine dei RitiUniti di Memphis e Misraim

ALLA GLORIA DEL SUBLIME ARTEFICE DEI MONDI

erenissimo Gran Hyero-phante, molto SublimiFratelli, Fratelli tutti.

Cari Fratelli tutti, ognianno ci troviamo pun-

tualmente a fare i conticon le difficoltà. Capita a

chi è giovane e vuole cre-scere. Così ci si tempra il carattere. Sono gli annia cui vogliamo arrivare che ci motivano. Guardola nostra storia e sono tanti i motivi per cui dob-biamo essere orgogliosi. Esistiamo da poco ep-pure abbiamo lasciato già un segno, unatestimonianza, che altri gruppi più anziani e piùnumerosi non hanno saputo lasciare. Abbiamo ri-costruito pazientemente un intero Rito, attivandocon gradualità le relative istruzioni operative, ab-biamo restaurato un Ordine, come quello degli

Eletti Cohen, rendendolo per la prima volta com-pleto in tutte le sue parti, come nessun altro hafatto mai. Abbiamo investito il nostro temponello studio, nella condivisione del nostro sapere.Guardate a quante pubblicazioni di studiosi delnostro Ordine ci sono già in giro. Perché è questal’immagine che vogliamo dare: un gruppo di fra-telli affiatati, che stanno bene insieme, che stu-diano, che vogliono fare la Massoneria che cipiace. Il resto, tutto ciò che non è pratica inizia-tica, tutto quello che non è volto alla Reintegra-zione, all’Osirificazione lo lasciamotranquillamente agli altri. Reb Abvromole, un maestro del primo chassidi-smo, è noto per il rigore della sua ascesi. Nonmangiava e non dormiva. E a chi gli chiedesse ilperché era solito rispondere: «Non ho mangiatoperché sono troppo stanco per non aver dormitoe non ho dormito perché sono andato a lettotroppo affamato». Detta così sembrava propriouna presa in giro. Ma alle persone che stimava

Presentiamo di seguito la Relazione morale illustrata dal Grande Oratoredel Grande Oriente Egizio dell’Ordine dei Riti Uniti di Memphis e Misraimin occasione del IV Convento Nazionale. Nella prima parte della Relazione,

il Grande Oratore evidenzia i passi compiuti dal Nostro Venerabile Rito, conparticolare attenzione alla restaurazione dell’Ordine dei Cavalieri MassoniEletti Cohen dell’Universo, mentre nella seconda parte utilizza una storiella

ebraica per farci comprendere quale predisposizione dobbiamo avere interiormente ed esteriormente per camminare lungo la nostra Via.

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15n.4 - febbraio 2016 | HORUS14 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

RebA b v r o -

mole la rac-contava un

po’ meglio. E rac-contava di quando era bam-

bino. Aveva una venerazioneincredibile per il padre, che eraun grande saggio, un grandeTsadik.Un giorno gli chiese di accom-pagnarlo. Presero la carrozza eandarono lungo la foresta. Arri-varono in una capanna che sem-brava abbandonata. Il papàscese. Ed entrò. Ci rimase parec-chio tempo. Poi lo vide uscì.Con lui c’era una persona an-ziana, bellissima, tanto sereno ilsuo volto da dare la pace solo a

guar-darlo. Si ab-

b r a c c i a r o n o .Piansero. E si lascia-

rono. Ed era uno di quegli

addii tristi, come quandosai che non ci sarà un altro in-

contro. Sulla strada il piccoloReb Abvromole chiese al papà:

«Ma chi era quell’uomo?». «IlMessia», fu la risposta. «E cosavoleva da te?». «Voleva saperese era giunto per lui il tempo ditornare tra gli uomini. Ma hodovuto dirgli la terribile verità ecioè che nessuno lo sta ancoraveramente aspettando». E, spie-gava Reb Abvromole, se tuavessi visto il Messia e se sa-pessi che non può rivelarsi almondo perché non c’è ancoranessuno che lo sta veramenteaspettando, potresti mai man-giare o dormire? Ecco fratelli, noi siamo destinatia un grande compito, che è ildestino degli iniziati. Il Messiadella storiella ovviamente è ilnostro Ermete, noi non abbiamoe non dobbiamo avere connota-zioni religiose. Aspettiamo Er-

metecon lostupore diun bambino,con il cuoreaperto alla meravi-glia. I rumori di fuori ci interes-sano poco. I problemi, lepolemiche, le difficoltà. Ci sonoo ci saranno. Ma sapendo qual èla partita in gioco, possiamo noimangiare o dormire?

Il Grande Oratore del GrandeOriente Egizio dell’Ordine dei RitiUniti di Memphis e MisraimFr.·.Retziel33.·.66.·.90.·.95.·.Grande Patriarca Conservatore

Relazione Morale per il IIConvento Nazionale della

Gran Loggia d’Italia dei Riti Confederati

ALLA GLORIA DEL SUBLIME ARTEFICE DEI MONDI

enerabilissimo Gran Mae-stro, cari Fratelli tutti,

Pierpaolo Pasolini nonè un iniziato, eppurein molte pagine c’èun’inquietudine che ci

appartiene, che abita ilnostro presente. Là

dove i passatiremoti, cioè i tempi finiti, si ad-dicono agli eroi. E in una“fiaba” tratta da Petrolio1 ciintroduce la figura di unintellettuale, di cui per laverità non ci dice niente,né il nome, né il lavoropreciso, età, abitudini,città.  Niente. È definitosolo da una cosa. Il nonsapere ancora quale fosseil fine reale della sua vita.Era come un verme dentro ilbòzzolo. Eppure potenzial-mente era già quello che voleva es-sere e, di conseguenza, nel suocomportamento – nella vita, nel lavoro, c’eranogià le manovre per le mete per cui non è tagliato.

Era preciso, instancabile, discreto, sempre effica-cemente al suo posto. Non essendo ancora unapersona in vista, nessuno se ne accorgeva, ma inrealtà era un repellente mostro di passionale ser-vilismo. Sarebbe stato capace delle azioni più ab-biette pur di ottenere il favore di una persona.Nel tempo stesso coltivava anche il mito dellapropria innocenza. L’innocenza è una primitivacondizione di grazia che giustifica tutte le povereinfrazioni.

Una notte, mentre era perduto nel leg-gero assopimento dei disgraziati

che senza confessarlo soffronodi insonnia, fu risvegliato da

una voce che lo chiamava.Una presenza, anche que-sta poco definita, non undemone, forse una forza.«Lo sai qual è lo scopodella tua vita?». L’intellet-tuale balbetta qualcosa di

poco convincente. «Te lodico io: lo scopo della tua

vita è il Potere». Il Potere erainfatti lo scopo della sua vita, am-

mise, riservandosi con la reticenzaun’eventuale via di uscita. «Io sono qui per

aiutarti», dice la Presenza. «Chiedimi attraversocosa vuoi raggiungere il Potere e io te lo darò».

Attraverso una fiaba, il Gran Oratore ci mostra quali sono i doveri dell’Iniziato e, in sintonia con quanto espresso del Grande Oratore del Rito,

tratteggia in maniera chiara e netta il Lavoro che instancabilmente siamo chiamati a compiere sulla strada dell’osirificazione.

1. Pierpaolo Pasolini, Petrolio, torino, 1992, pp. 137-145

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[RELAZIONE MORALE]

17n.4 - febbraio 2016 | HORUS16 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

L’intellettuale avrebbe potutonominare mille modi, rapidi esicuri: il prestigio letterario, ot-tenuto per opere letterarie o persaggistica filosofica, per arri-vare, mettiamo, addirittura alNobel; oppure entrare dentroun’azienda e fare una rapidacarriera, oppure magari fondareun partito politico e qui per laPresenza sarebbe stato facile

guidare scambi di favori, com-binazioni che unite alle capacitàdemagogiche e retoriche chequalche volta gli intellettualihanno l’avrebbero portato aivertici formali e reali del potere,farlo diventare Ministro o Capodel Governo. No, niente di tuttoquesto. Disse l’Intellettuale allapresenza: «Voglio raggiungere ilpotere attraverso la Santità».

Perché no, e sia così, fece la Pre-senza sparendo. I naturalimezzi per raggiungere il Poteresarebbero stati tutti mistificati einautentici e la loro qualità si sa-rebbe poi riprodotta nel Potereottenuto attraverso di essi, sva-lorizzandolo davanti alla suacoscienza. Per questo ha chiestola Santità, non la finzione dellaSantità. Ma posseduto da tale

Santità egli si rese conto che questa Santità realeera stata un dono del diavolo: che la Verità in cuiviveva era stata opera della Menzogna, che ilBene era prodotto dal Male, che la Rivelazioneera avvenuta attraverso i suoi peggiori senti-menti. E sotto questa serie di opposizioni razio-nali e banali, scorreva un’altra serie diopposizioni, non solo non parlabili ma nemmenointuibili. Tutto questo lo fece quasi delirare nelletto. E una nuova presenza gli apparve. Questavolta, se la prima era una Presenza Oscura, c’èuna Presenza Luminosa. «Dio». «Sì, Lui», risposeDio. «Non son degno» balbettò l’intellettuale e losapeva bene il perché. «Lo so, lo so”, fece con be-nigna allegria il Signore, «ma tu credi davvero aquesta questione del diavolo? Ti pare proprio cheil Diavolo possa averti condotto alla Santità, aquella vera? In ciò non ci sarebbe né logica némancanza di logica. Il Male non è che un’espe-rienza transitoria: non sta né nel principio né allafine. Bisogna passarci in mezzo, ecco tutto. Sedunque l’iniziativa non è partita dal Diavolo, chenon è che un incidente, da chi è partita? Di chi èil disegno di usare te, peccatore tra i più abietti,per ridefinire la santità? [...] Dovevo usare il peg-giore per farlo diventare il migliore, e di una ar-bitraria contraddizione in termini per fartrionfare l’assenza di contraddizioni». Vedete Fratelli, quante corde tocca in noi questafiaba. È l’iniziato con tutte le sue debolezzeumane, c’è la “prevaricazione” che è tale anchequando “sfida” la comprensione delle cose e delmondo. Diventare quel che si è, cioè quel pro-cesso di osirificazione che sottolineiamo spesso,può sembrare un compito “proibito”, fuori dallosvolgersi naturale degli eventi. L’uomo che vuolecambiare la propria natura. Eppure, questa ten-tazione “luciferina”, a prima vista ambiziosa è laleva per andare oltre il bene e il male, versoquell’assenza di contraddizioni che chiamiamo,nel nostro linguaggio, in vari modi. Fede, Speranza e Carità sono le tre armi dell’In-tellettuale della Fiaba di Pasolini. La Carità so-prattutto. L’amore per l’altro. Badate bene chel’amore che ci deve legare non è qualcosa di

vuoto, retorico, sentimentale, è già cammino ini-ziatico, è già “operatività”. Lavorare sui nostriegoismi, sulle bizze personalistiche, pensareanche all’altro, prima di pensare a sé vuol direpreparare tra di noi un qualcosa, una rete, unastruttura fatta di emozione. Ed è questa sostanzaqui che può diventare altro, su cui si può lavo-rare. Raccontiamo questo concetto con parole no-stre. Questa sostanza è fatta di corpo lunare, cioèanimica. Questo nutriamo con questo reciprocoamore. Solo l’amore dell’Anima può operare ilmiracolo della rigenerazione spirituale dell’ini-ziato. Così come con la forza del suo amore, Isideha ricomposto insieme le membra del Dio cheSeth, l’istinto bestiale, ha sparso per tutto l’Egitto.L’Unità dell’Essere, l’Unità di Osiride, ridotta amolteplicità da Seth, può essere ricomposta soloa partire da Iside. Ogni singola parte del corpo diOsiride era venerata in un Tempio della Terra diKhem. L’unità dell’Egitto era essenziale perchésolo così il corpo del Dio poteva riunificarsi e ilDio risorgere. Il Faraone, oggi rappresentato dalnostro Gran Hyerophante, era considerato l’in-carnazione di Osiride, il custode del divino kà, ilsupremo garante dell’unità del Corpo Mistico delDio (e quindi dell’unità del Paese) e l’inflessibileesecutore della Legge di Maat (Ordine e Giusti-zia). Siamo passati attraverso difficoltà di tutti i tipi.Ma non dobbiamo mai smettere di pensare allanostra santificazione, come l’intellettuale di Pa-solini. Non dobbiamo mai smettere di volercibene, ma bene davvero. Perché da qui può co-minciare davvero il nostro lavoro, al di là dellechiacchiere e delle belle parole. Del resto ci siamoda sempre caratterizzati per il nostro atteggia-mento: c’è chi aggiorna gli stati su Facebook. Ec’è chi si dà da fare.

Il Grande Oratore della Gran Loggia d’Italia deiRiti ConfederatiFr.·. Samkhiel33.·.66.·.90.·.95.·.Grande Patriarca Conservatore

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19n.4 - febbraio 2016 | HORUS18 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

Due momenti, in particolare, di questo incontro,al quale, mi è parso, fosse partecipe, il fior fioredella sedicente Massoneria Napoletana, mihanno fatto riflettere …Vorrei condividerli con chi mi legge, per trarrespunto e poter, da queste, personali, elucubra-zioni, trattare del “Gran Cofto”, AlessandroConte di Cagliostro.Il saggio di cui si è trattato, è in effetti, una ripro-posizione, aggiornata, di una precedente pubbli-cazione.Lodevole sinonimo, questo, a mio avviso, di unanimo non pago, dei risultati raggiunti; deside-roso di non dare per scontato alcuno dei suoi pre-cedenti convincimenti, libero dai responsi delle“carte” ed aperto alle incertezze dello spirito.

Riveduta e certamente notevolmente am-pliata è la bibliografia, la quale passa dai“mille titoli” che costituivano il RepertorioBibliografico della precedente edizione, ai

circa “millecinquecento” che sono postia fondamento di questa aggiornata

ricerca.Ma … “mille o più libri non

fanno necessariamente una ve-rità”

Ed è proprio da questo as-sunto che desidererei inci-

piare queste mieconsiderazioni, non prima però

di aver esternato una, individuale,analisi, sulla quali vi inviterei a sof-

fermarvi ed a trarre le vostre attente va-lutazioni.Traggo questi miei scrupoli, attingendo aduna fonte personale, cioè riportando unbreve abstract dalla introduzione di uno

scritto, in itinere, sul quale mi sto cimentando, eche argomenterà, se è nei disegni delS.·.A.·.D.·.M.·., su un altro dei nostri Grandi Mae-stri Passati, “don Raimondo de Sangro, Principedi Sansevero”.

Abstract dal volume in fase di stesura

… [omissis…] Quanto si è scritto, rimaneggiato, riscritto, e con-futato, asserito, condiviso, contestato, elucubratoed elaborato, sulla straordinaria figura di “ … …” … questa è una indiscutibile analisi, ed allora,come poter aggiungere parole alle tante, dette,ma soprattutto scritte, senza poi incorrere nell’in-ganno, affabulante, tal quale il mellifluo e sua-dente canto di una sirena che, obnubilando lavolontà di chi, sull’argomento, ha già letto tanto,ma non certamente tutto, cade, facilmente, in unaeuristica trappola cognitiva capovolta, per effettodella quale, come invertendo la teoria del “com-plotto letterario baconiano”, chi si accinge a scri-vere, non ha contezza di riportare e spacciare,come proprie, fascinose frasi ed elaborate argo-mentazioni di altri, che lo hanno preceduto.Risulta quindi, quasi naturale, attribuirsi la pa-ternità ed ostentare il concepimento di concettimentali indotti, frutto di stimoli intellettuali esensoriali che plagiano la nostra libertà di pen-siero, e quindi canalizzano la nostra fantasia.Essi rischiarano, per noi, un percorso illuminatodalle luci di altri, e ci inducono ad esprimere, in-consciamente, un pensiero che non è il nostro,privandoci della possibilità di ricercare, nel buiodel nostro animo … la “nostra propria illumina-zione”, non consentendoci quindi, poi, una li-bertà di immaginazione e di ricerca interiore, e lasua conseguente metabolizzazione ed esterna-zione.Che dire ancora dei fiumi di parole scritte, del co-pioso numero di testi e pubblicazioni, infarciti dialtrui citazioni, sovrabbondanti di note, di riportia piè pagina (più che raramente, quasi mai …frutto di considerazioni esplicative dei pensieridell’autore), che celebrano e rievocano citazionidi nomi illustri, o meno famosi.E’ come se, attraverso la rimembranza e la trascri-zione delle altrui citazioni e degli assunti di altri,portati a supporto degli argomenti degli esten-sori, ragionamenti che sono, nella maggior partedei casi, più frutto di plagi concettuali, piuttosto

ualche settimana addie-tro, mi è capitata la ven-tura di incontrare uncarissimo ed “antico”Amico e Fratello, dame, come da tanti altri,

stimatissimo, perché at-tentissimo esploratore e

ricercatore nella storia lato-mistica meridionale, in particolare, ma anchedelle recenti origini, a far data dal secolo XVIII,della massoneria europea, e di talune delle suemetamorfosi, storiografiche; questo da quei dì,sin quasi ai giorni nostri.Tante, feconde e copiose sono le sue pubblica-zioni, utile strumento per chi, come me, non pagodei luoghi comuni e dei propri convincimenti,spinto dalla curiosità, dal desiderio di cono-scenza, utilizzi gli “altrui scritti”, non come orocolato, ma per prendere spunto ed ispirazione, daquanto si riferisce circa i maestri del passato, e datutti coloro che ci hanno preceduto, finalizzandotutti nostri pensieri e le nostre azioni, al rammen-tare, costantemente, l’obiettivo del nostro essereiniziati.Mi piace pensare che una ragione, del nostro per-corso iniziatico, forse l’unica, possa raffigurarsiin una locuzione tratta (a proposito di maestripassati), dal Libro II° di Lucrezio, poi successiva-mente mutuata da un altro, a mio avviso, grandeMaestro Passato: … ET QUASI CURSORES, VITÆ LAMPADA TRA-DUNTE come i corridori, di una staffetta interminabile,che si proiettano verso una gnosi ed una moraleuniversale, passiamo la fiaccola della vita, nar-

rando e trasmettendo la luce, della quale siamoportatori … e non di un mero dato biologico,bensì latori consapevoli anche di una comunica-zione e trasmissione memetica, amalgamata inun processo spagirico interiore, perché si tra-sformi in un complesso di elementi e di valoriche travalicano il singolo, per divenire … pa-trimonio dell’umanità …Ho ravvisato opportuna, questa premessaconcettuale, per tentare di trasferire lo spi-rito, l’animo e la finalità con i quali, io, per-sonalmente, sempre, senza eccezionealcuna, mi accosto agli altrui pensieri,espressi in qualsivoglia forma comu-nicativa.Il mio augurio ed auspicio più sin-cero è che, anche coloro che si av-venturassero a leggere quantovado a scrivere, possano acco-starsi, ai concetti che, sommessa-mente, desidero esternare, con ilmedesimo spirito critico, scevri edavulsi dai coinvolgimenti intellettuali,culturali e nozionistici, sia propri, sia daaltrui indotti, e che non “sussistano” se nonperché frutto un proprio moto emozionaleil quale, libero da condizionamenti, subor-dinazioni e suggestioni, li renda “liberi” diformarsi, in una idea, figlia, esclusivamente, dellapropria interiorità.L’occasione, di cui volevo rendervi partecipi, èstata la presentazione, in un noto circolo della co-siddetta élite Massonica napoletana, di un “sag-gio” sul “Nostro” … Conte Alessandro diCagliostro (alias, perché tanti affermano possa es-sere … Giuseppe Balsamo …).

L’ucronia di Cagliostro…Maestro PassatoDi seguito presentiamo la prima parte dell’importante studio che il Fr.·. Artorius ha svolto sulla figura di Cagliostro, Grande Iniziato e padre fondatore dei Riti Egizi.

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[L’UCRONIA DI CAGLIOSTRO]

21n.4 - febbraio 2016 | HORUS20 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

che partoriti dal loro “libero”pensiero; supponendo essi che,quanto da loro riportato escritto, potesse assurgere al“rango” di inconfutabile ed in-contestabile … verità rivelata,semplicemente per effetto deirichiami e dei riporti.Volendo lasciare alla libertà edalla liberalità di chi ha la pa-zienza e la capacità di sopporta-zione di leggerci, ed ancora diquei pochi che hanno la “curio-sità” di scoprire dove noi vo-gliamo “andare a parare”, conquesto vergato, è, a nostro som-messo avviso, giunto il mo-mento di esternare alcuneconsiderazioni su quello che ab-biamo maturato essere il nostroconcetto di “verità” e sulla pos-sibile “conoscenza” della mede-sima.La fatua arroganza e la presunzionedi poter conoscere la verità e la am-biziosa protervia di poterla espri-mere in un credo, di convertire gliuomini alla vera religione, voglionodire non avere il menomo sospettodel carattere, fatalmente inganna-tore, del pensiero e delle sue espres-sioni ed esplicitazioni attraverso illinguaggio, sia esso parlato oscritto.Vuol dire, ancora, non avere alcundubbio circa la necessità prelimi-nare di acquisire consapevole co-scienza “del sedimento di errori, dipregiudizi, di convenzioni, di con-dizionamenti etici, morali, tempo-rali, ideologici, che lo svolgersi el’esternarsi del pensiero trascina edeposita nei concetti e nelle parole.La conoscenza è data dallaesperienza, ed ognuno pos-

siede, quindi, non potendo es-servi sovrapposizione, nel vis-suto di ciascuno con quellodegli altri, la propria e perso-nale comprensione delle cose, inproporzione alla peculiare, sin-golare, unica, diretta e perso-nale esperienza.Perciò le credenze e le opinionidi coloro che osiamo definireprofani, dal punto di vista dispecifiche comprensioni, siequivalgono.Credere o pensare la verità, circaun argomento, dal punto divista di un profano relativa-mente all’argomento mede-simo, non vale molto di più che“credere o pensare il falso”; perchénon si tratta “né di credere, né dipensare, bensì di Conoscere”.È facile, quindi, conseguente-mente, assumere che: una fedevale l’altra, una teoria ha la mede-sima valenza di un’altra, “la Cono-scenza è unica”.Perciò la Massoneria si disinte-ressa delle credenze e delle opi-nioni profane e dei non iniziati,e si preoccupa, invece, dellepossibilità insite nel suo carat-tere genetico, poiché è soltantolo sviluppo integrale delle fa-coltà intrinseche dell’individuoche può dare all’uomo l’Illumi-nazione.… [omissis…] Atteso però che tutti vivono,quotidianamente, le proprie in-dividuali esperienze, poiché ab-biamo affermato che si puòcredere e pensare il vero o pre-stare fede e pensare il falso, checosa differenzia la vera cono-scenza ed il vero pensiero dalla

falsa convinzione?La differenza è la medesima cheesiste tra “il profano” e “l’ini-ziato”, il profano porta con séed è gravato, nella sua “inter-pretazione delle esperienze”, dasedimenti di errori, pregiudizi,convenzioni, vincolato da pen-sieri e da linguaggi che ne limi-tano la libera lettura e lainterpretazione; l’iniziato, chedopo la sua morte rinasce anuova vita, scevro e liberato daicondizionamenti del suo pas-sato.… [omissis…] La luce che risplende nel se-greto dei Templi Massonici e neilaboratori alchemici è la mede-sima luce abbagliante che ha av-viluppato con il suo fulgore ilTELESTERION di Eleusi, essa siconnota anche attraverso la po-sizione presa dalla Massoneriae da quanto indicato dagli Anti-chi Misteri, di fronte alle dogma-tiche asserzioni di accesiinquisitori, non sappiamoquanto moralmente e sincera-mente convinti, conservatori dipseudo opinioni filosofiche e re-ligiose, certamente profane, ten-denti innegabilmente più almantenimento di uno status,economico giuridico, derivanteda un potere temporale, veico-lato attraverso la imposizionedella religione e della fede, piut-tosto che sotteso alla ricerca edall’accertamento della verità;perseverando in atteggiamentie comportamenti reazionari edoscurantisti, nella quasi totalitàdei casi, per la impossibilità o laincapacità di confutazione degli

altrui assunti, questo anche a detrimento di unpossibile e presumibile diverso intimo, ancor-ché celato, personale convincimento.

Dimentichi, essi, che la “verità” è così potenteche non ha la necessità di essere imposta.

… [omissis…] Quando all’origine di una citazione o di un ri-ferimento, ovvero di un riporto, non vi è unpensiero, od una valutazione di un terzo, bensìun “documento”, allora, si dice, ci troviamo inpresenza, non di un dato opinabile, ma, di un“fatto storico”.Perciò, si afferma che, il mero, pedissequo, ri-porto di un “documento storico”, all’interno diuna ricerca o di un saggio, fa di questo ele-mento il portatore di un messaggio “puro”,sempre che, su di esso, non intervengano valu-tazioni e considerazioni di tipo personale del-l’autore.… [omissis…] Il “lettore-archeologo”, perciò, carica “l’infor-mazione” di propri contenuti e fondamenti ve-ritativi, divenendo quindi: la sua cultura; i suoitrascorsi; la sua esperienza; la sua sensibilità; ilsuo stato di iniziato o meno; le componenti im-prescindibili di un sistema interpretativo oli-stico, esclusivamente soggettivo e personaleche fa del “documento” uno strumento glossa-lico, che pur con il medesimo linguaggio,quello con il quale viene rappresentato, sia essoin forma scritta o grafica, è come se fosse com-pletamente scollegato dalla parola o dal sim-bolo.In questo particolare e metafisico, quanto prag-matico contesto esplorativo del “documento”,dove le profondità dell’interiorità della comu-nicazione umana, si rivelano nel loro aspettospirituale, inserendosi quali “sintagmi” illumi-nanti di una kantiana, trascendente e conosci-tiva intuizione, discordante, perciò, con la

visione del mondo degli scettici, dei cosiddettirealisti e dei fautori delle più disparate confes-sioni.Ogni “documento storico”, quindi, libero dallamenzogna e lontano dal fuorviante circuitodella “spiegazione”, è libero di essere, da cia-scun consultante, gestito sul piano della pro-pria personale esegesi ermeneutica, atteso cheogni conoscenza e percezione umana è, es-sendo sempre circoscritta e provvisoria, fatal-mente, imperfetta.Ciò, però, non esclude la verità di quanto,anche solo parzialmente, è soggettivamentepercepito, sia dal curioso sia dal ricercatore.È un errore di fondo, quindi, noi pensiamo, li-mitare e rinserrare, il proprio assenso ad unsolo tipo di evidenza, escludendo e preclu-dendo ogni altra, solo perché meno palese onon riconducibile alle individuali e soggettiveconoscenze di ciascuno.Ancorché possa apparire, epistemologica-mente, non corretto, essendo, a nostro avviso,opportuno allargare i concetti di comprensione,non vincolandoli ad una rigida ed ortodossagnoseologia, tal quale generalmente definita, è,secondo la nostra ferma convinzione, indispen-sabile rivalutare l’evidenza euristica, nellaquale operano, in assonanza ed in armonia,l’intuizione sensibile e quella intellettuale.Altrettanto giusto ed opportuno è riservareequanime ed equilibrato spazio anche all’evi-denza morale, se questa, però, non è viziata daun inquisitorio, astratto, sanfedistico, precon-cetto scetticismo.Questo cavilloso agnosticismo finirebbe per

obnubilare la mente, ma, cosa ancora più grave,per ottundere l’intuizione e la libertà del pen-siero.Siffatto approccio al “documento storico”, par-tendo dall’assunto, ben difficilmente oppugna-bile, per effetto del quale risulta assaicomplesso distinguere la “storia”, così comeportata dal “documento”, da quella scritta da

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[L’UCRONIA DI CAGLIOSTRO]

22 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

tali “sedicenti” storici di parte, ma inconfutabil-mente viziata dalla diastratia e dalla diafasia dichi riferisce, metamorfizzata dal percorso diacro-nico della informazione, quand’anche quest’ul-tima sia sovente spacciata per mera cronaca.Vi è poi quell’altra “storia” che è il portato: della“leggenda”; della “tradizione popolare”; della“diceria”; del “mito”; delle “visioni enfatizzatedalle credenze e dalle superstizioni del popo-lino”.Leggere queste altre “versioni del passato”, vuoldire, poi, anche, indagare nella “storia scritta oraccontata” e talvolta “artefatta” sia da simpatiz-zanti e favoreggiatori, sia da denigratori o detrat-tori od ancor peggio dai “vincitori”. Ne consegue lapalissianamente che: se è pur veroche sia impossibile provare il fondamento di cia-scuna delle singole, soggettive, interpretazioni,perché è inverosimile e quanto mai improbabile,ridisegnare, rivivere, sentire, la essenza, il conte-nuto e gli spazi temporali e culturali nei quali i“fatti” o i “fattarelli”, si sono ingenerati, la rico-struzione della “verità storica”, così come abi-tualmente intesa, è da considerarsi impresavanagloriosa, quanto fantasiosa.Ancor più complesso oltre che inaffrontabile è il“congetturare” ed “interpretare” la “verità dellastoria”, sull’improponibile presupposto di cono-scere, poter discernere ed analizzare quegli ele-menti vitali, essenziali, filosofici, diconsapevolezza e di costume che, nelle varie epo-che storiche, nelle quali, i medesimi accadimenti,sono stati ingenerati, o che essi hanno attraver-sato, ne hanno cagionato la naturale alterazionedella originaria essenza, oltre che le metamorfosidelle primigenie simboliche e le trasposizioni nellinguaggio.Né possono, altresì, venirci in aiuto la filologia,commista ad una attenta critica, od una analisicomparativa delle fonti che, si pensa, possano te-stimoniare la storia medesima.Ed allora, perché negare che è indifendibile unatesi od un assunto che contesti, in antitesi aquanto prima enunciato, il reale fondamento diquanto, soggettivamente, ciascun “esploratore”

ed “indagatore”, ravvisa di interpretare nella pro-pria decodificazione esegetica degli “scritti ” e “de li cunti …” !Per questo “La storia”, soprattutto quella scrittadagli storici, sancita la sovranità interpretativadella coscienza personale, non può essere unluogo maggiormente protetto o ritenuto meno in-gannevole ed insidioso “dei miti “.Ci siamo perciò posti il quesito di, come organiz-zare e dare organicità al nostro lavoro ed alla no-stra ricerca; come rendere una sequenza diafasicadella nostra monografiae come inquadrare dia-cronicamente l’avvicen-darsi dei fatti, senzaincorrere nella trappoladel filtro interpretativo edella trasposizione lin-guistica, viziata dall’ese-gesi di chi scrive e daquanto abbiamo appresoda chi, sull’argomento,ha già scritto…?Infine, quindi, ancorchénon certamente esauritala ricerca, dopo aver ten-tato di indagare nel pas-sato, anche attraverso lesue relazioni con l’am-biente circostante, edavendo raccolto parte ditutto quanto rinvenuto,documentato o traman-dato, dopo aver riunitoanche le tracce materiali che abbiamo incontratoo discoperto, proseguendo nel ruolo che ci siamoritagliati, di empirici e non certo di razionalistiarcheologi, per “riporre” tutto quanto trovato inqueste pagine.È come affidare il tutto ad una sorta di traspa-rente e protettiva “teca museale”, senza com-menti né tavole esplicative, soltanto qualcheconcisa “etichetta” che introduca il contenuto, la-sciando libera la mente dei “visitatori”, di imma-ginare, immedesimarsi, fantasticare e trovare le

proprie “verità”, che poi, ciascuno, rispecchiandoil proprio spirito nell’athanor del proprio vissuto,trasmuta anche in … “storia” ….Nel corso della nostra ricerca, lungo questo per-corso, ci consentiremo, e di questo ci scusiamogià da adesso, soltanto alcune digressioni, allor-quando, seguendo una concettualità ed una com-parazione analogica del tutto personalistica e,ben vero, anche un po’ partigiana, tracceremo ri-ferimenti e parallelismi con altri illustri perso-naggi del medesimo periodo, che noi osiamo

definire “lumi oscurati“.Il riferimento passerà at-traverso: Campanella,Bruno, Galileo, e lostesso Cagliostro, edaltri che, come loro, vi-dero “abbuiate” le lorovite, ed imprigionata, eciò non solo in sensometaforico, la libertà delloro pensiero.Il soggetto quindi non èl’uomo in sé ma la sua“Libertà”.Ci riferiamo alla “Li-bertà”, quella immolata,sacrificata, mortificata,umiliata, relegata, talquale novella Cabiria,dall’ipocrisia e disonestàintellettuale di un Kar-thalo, personificato dal

“Pontefice” o dal “Sovrano” di turno, emulati, inun recente passato, da altri personaggi, non menooscurantisti e reazionari, che hanno scritto paginenella storia, del secolo appena trascorso.Questi, servendosi della propria “polizia raz-ziale”, possiamo anche chiamarla “Santa inquisi-zione”, schiacciano sotto il peso di un Moloch,purtroppo ancora oggi vivo e fagocitante, intelli-genze, culture, idee e conoscenze.Per il solo fatto che, talune, idee, frutto di un li-bero pensiero, possono, con il sottendere teorie

contrarie alla ortodossia di altre idee, mettere inpericolo la conservazione dei loro “dogmi” edelle loro “verità rivelate”, ma soprattutto lo sta-tus quo derivante dalla loro, presunta, suprema-zia spirituale e dal loro, effimero, poteretemporale.Questi nuovi archetipi, che sconvolgono egemo-nie consolidate, basate sulla imposizione delleidee, delle credenze, delle fedi, e di filosofie stru-mentali, quali straordinari at-tannûr, ingenerandotrasformazioni nella struttura mentale e sottiledegli uomini, liberandoli da metalli impuri, ope-rando con la trasmutazione alchemica, la libera-zione dalla ignoranza e facendo loro prenderecoscienza e consapevolezza dell’inesistenza deiloro confini intellettivi.Perciò laddove, al posto di possibili dubbi o in-terrogativi, vi sono dogmi, verità imposte, nondimostrate, e che non devono essere né provatené documentate, ma, anzitutto, non devono es-sere messe in discussione, al di là della connota-zione o del tratto distintivo, vi è una “entità” chetiranneggia e reprime, una “santa inquisizione”di turno.La negazione e la contrapposizione, con l’usodella violenza, delle altrui idee e degli altrui pen-sieri, semplicemente perché ritenuti potenzial-mente pericolosi o solamente rischiosi o minatori,per le consolidate egemonie e rendite di posi-zione, si estrinseca nel più truculento, disumanoed efferato dei modi.Tutto nel “Santo nome” di scelte ideologiche dichi trova più facile, comodo, conveniente, archi-tettare, partorire ed imporre, con la forza e la vio-lenza, la propria visione della storia, piuttostoche avventurarsi nella ricerca della verità.Costoro sono i medesimi che da taluni, che si ri-tengono loro “vittime”, vengono appellati come:tronfi, retorici, boriosi, arroganti; questi impon-gono, anche con la tortura, non soltanto fisica,“l’abiura” delle “idee pericolose”, ostili e minac-ciose della loro egemonia e del loro predominio,contrapponendo: il dogma alla ragione; il rogodell’eretico, al confronto delle idee; la prigioneperpetua, per tacitare e fiaccare spiriti e parole,

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25n.4 - febbraio 2016 | HORUS24 HORUS | Sovrano Santuario D’italia Dei Riti Uniti

Queste formazioni da combat-timento rafforzate dalla in-transigenza, e dalla ottusaintolleranza dei loro militanti,hanno operato ed operano,nei campi più disparati delloscibile, della morale, della re-ligione, della filosofia, neitempi e nei luoghi che, alleloro camaleontiche metamor-fosi trasfigurative fisiologico-strutturali, sono piùcongeniali, dissimulando consublime arte e maestria le pro-prie reali intenzioni.Riuscendo ad ingannare ancheun’attenta e minuziosa indaginefisiognomica. Tanti, ancora oggi, purtroppo,sono i “Torquemada” che sottole mentite spoglie di autoritaried autoreferenti, pseudo cu-stodi di tradizioni, di cono-scenze scientifiche, di dottrineideologiche, morali o moralisti-che, che dir si voglia, si impon-gono a coloro che, quali spiritisemplici, succubi di … e condi-zionati da un errato, quantoinopportuno, senso di defe-renza e di rispetto, nei confrontidi queste novelle “lamie”, nellescuole, nelle università, nei la-boratori di ricerca, nelle comu-nità, ed anche, sovente, nelle“Logge”, menti aperte e libera-mente pensanti sono costrette achinare il capo, unicamente per-ché la “casta”, dei novelli “in-quisitori”, impone i propri“dogmi”, alzando gli accentidella discussione e, nella mag-gior parte dei casi, anche l’in-tensità del tono della voce,trasformando quella che di per

séè giàuna sfidameramente e sterilmente eri-stica, al fine di “imporre” le pro-prie argomentazioni ed i propriassunti, sostenendo o confu-tando le medesime tesi, o le loroantitesi, a seconda della utilitàdel momento.Queste evoluzioni, puramenteesteriori delle “inquisizioni”,più o meno sante, hanno, dicontro, una concretizzazionepratica assimilabile alla visione“critico-paranoica” di Dalì, leg-gibile tal quale dipinta nella sua“Metamorfosi di Narciso”, nelrappresentarsi, inconsciamentee consapevolmente, come essevogliono che gli altri le vedanoe non come realmente sono edhanno la “cosciente” consape-volezza di essere.Eppure, la storia delle due “co-lonne”, all’interno della cap-pella di “William Sinclair” aRosslyn, un insegnamento

avrebbedovuto fornire loro … ma essi,ancora oggi, preferiscono “ucci-dere l’Apprendista”, piuttostoche, liberando la mente dai pre-concetti, confrontarsi ed, a pro-pria volta, apprendere,apportando poi, anch’essi ilcontributo del proprio vissuto edella propria esperienza, allosviluppo ed alla maggior cre-scita del genere umano.Ci si potrà chiedere, come è ac-caduto e come può ancora avve-nire tutto ciò.Tutto, noi crediamo, è iniziatoallorquando, sacerdoti, vestali,alchimisti, astronomi, maghi, fi-losofi, sciamani, sacerdoti santero, maestri muratori, tuttigli aristocratici del libero pen-siero, dunque, hanno consentitoche i poteri “temporali “aves-sero accesso e vedessero disve-late le loro conoscenze e le loro

all’ascolto ed all’acquisizione di nuove idee e di-verse conoscenze.Tutti atti di spietata violenza e di repressione diqualsivoglia opinione o contrasto non conformecon l’arrogante e spocchiosa ortodossia, figlia diuna tracotante, boriosa, indifendibile ed ingiusti-ficabile ottusa presunzione.Non si pensi, però, che la Santa Inquisizione, in-tesa nella sua generica accezione, come nega-zione dell’altrui pensiero e della libertà diespressione ed esternazione del medesimo, siastata, e sia, appannaggio esclusivo della chiesacattolica o di altre confessioni, né che abbia avutola sua origine nel 1184, in occasione del Conciliodi Verona, voluto da Papa Lucio III e da FedericoBarbarossa.

Ad Abolendam Diversarus Haeresus Pravitatem

Questa evoluzione è stata soltanto l’istituziona-lizzazione e la catechizzazione dei “ranghi ope-rativi” di questo strumento repressivo dellaformulazione e circolazione del libero pensiero. Potremmo andare per millenni, indietro nella sto-ria, alla ricerca di sintomatici esempi, ma unbreve excursus ontologico, non tanto lontano danoi, ci ricorda come Socrate, considerato il primomartire occidentale della libertà di pensiero, circacinquecento anni prima di Cristo, sia stato immo-lato al medesimo Moloch, quello della ignoranzae della paura del nuovo, del rifiuto del non com-prensibile, della avversione al cambiamento.Non miglior sorte è toccata ad altri straordinaripensatori, suoi contemporanei; Anassagora, cheaveva intuito ed avuto contezza dell’esistenzadella “energia” che pregna e pervade l’universo,fu cacciato da Atene, perché considerato“empio”; Democrito, padre della teoria atomi-stica, fu antesignano delle speculazioni e deglistudi di Galileo, e non certo maggior fortuna furiservata, né a lui né al genio che dai suoi studifu “ispirato”. Che dire poi, ancora, di coloro che diuturna-mente combattono la loro attuale “guerra ideolo-

gica” contro la ricerca genetica e la sperimenta-zione volta alla investigazione intorno alla “par-ticella di Dio”; o come non deplorare estigmatizzare la costante ed agguerrita battaglia,combattuta anche a suon di “recenti” scomuni-che, al libero pensiero Massonico ed alla sua tol-leranza incondizionata, sancita nei suoi cardinalied immutabili Landmarks, concretamente ester-nata, nei confronti di credo e modi di pensare di-versi; vincente perché libera dai vincoli temporalie geografici imposti dalle “varie” moràlia , o peg-gio ancora da un, consapevolmente ipocrita,quanto mutevole, comune senso del pudore.Quanto l’umanità ha perso, nel corso dei secoli,per effetto di questa grettezza e meschinità intel-lettuale, quanto, purtroppo, ancora perderà, per-ché la “Santa inquisizione” ha, oggi, mutatonome ed ancora trasfigurerà, nella forma, noncerto nella sostanza ideologica, il suo metamor-fico evolversi è, quindi, al solo fine di garantirsila sopravvivenza.Il buon Darwin, nella sua esemplificazione delcosiddetto “darwinismo sociale”, inteso nella suaaccezione più reazionaria, avrebbe tranquilla-mente potuto annoverare tra i fenomeni antropo-logico-politici, le “inquisizioni ideologiche eteologiche”, le quali però, dal loro punto di vista,mentre, pubblicamente e palesemente, osteg-giano le teorie dell’evoluzione, di contro ne fannolargo uso, ed abuso, utilizzando per i loro fini, lemedesime “strategie” legate alla sopravvivenza“delle loro specie”, tal quali, nelle speculazionidarwiniane, vengono enunciate e portate a cal-zante esempio.Su questi risvolti, in realtà, meramente ricondu-cibili esclusivamente al piano dello scontro traculture, “novelle crociate”, combattute ai finidell’affermazione di una credenza sull’altra, alloscopo di garantirsi sopravvivenza, espansione,maggiore spazio vitale, operando, per questofine, attraverso nutrite falangi - sostenitrici di fa-ziose, preconcette, sedicenti, ortodosse ragioni -costituite da stuoli di catechizzati “hoplites”, chefanno della loro ottusità e della loro chiusuramentale, la loro “panoplia” a buon mercato.

[L’UCRONIA DI CAGLIOSTRO]

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“qualità morale” dei suoi mem-bri o di coloro che vengono daquesti ritenuti “benemeriti fau-tori” della Massoneria, soprat-tutto quella di derivazioneanglosassone.Bene fatta questa doverosa pro-pedeutica premessa, vengo aldunque, … a dicembre delloscorso 2014, la Quatuor Coro-nati Lodge, No. 2076 – [la primaLoggia di ricerca Massonica] –fondata nel 1884 e consacratanel 1886 – nata con lo scopo di «… utilizzare un approccio ba-sato sull’evidenza per lo studiodella storia e della ricerca Mas-sonica nella Massoneria … » chepubblica dalla sua fondazione,ogni anno, uno o più volumi neiquali riporta i risultati e le ricer-che svolte dai suoi corrispon-denti ed iscritti [circa 30.000 nelmondo …], nella sua ultimapubblicazione, quella del di-cembre 2014, appunto, pub-blica, circa venti pagine su di unpersonaggio, certamente con-troverso, dagli autori di una in-finità di opere sul suo conto, apartire dal quella più famige-rata e, stranamente, per queltempo, pubblicata e pubbliciz-zata in diverse lingue ed in tira-ture inusitate per la fine delXVIII secolo; mi riferisco a quel-l’opera il cui titolo completo è:«COMPENDIO DELLA VITA EDELLE GESTA DI GIUSEPPEBALSAMO DENOMINATOCONTE DI CAGLIOSTRO, chesi è estratto dal Processo controdi lui formato in Roma l’anno1790 e che può servire di scortaper conoscere l’indole della

Setta dé Liberi Muratori, autoreMons. Giovanni Barberi; fustampato a Roma nel 1791 con ilbenestare della Reverenda Ca-mera Apostolica.» – il cui au-tore, come si legge, fu ilsedicente Mons. Barberi Gio-vanni, falso monsignore, per-ché, Udite! Udite!, il grandeaccusatore dell’avventuriero si-ciliano, Giuseppe Balsamo,quindi, non era che un “funzio-nario laico” dello Stato pontifi-cio, il quale, per giusta “nemesistorica”, direbbero i maligni,come il protagonista del suo"Compendio", poi, ai tempi diNapoleone, fu rinchiuso a Ca-stel Sant’Angelo e, propriocome Giuseppe Balsamo, con-dannato a morte.Ma dove ci porterebbe una disa-mina attenta e critica o la pedis-sequa confutazione degliassunti, dei riporti o delle, “ar-tate”, omissioni del funzionariodi Stato Giovanni Barbieri; sa-remmo condotti, a mio modestoavviso, lungo un percorso chepotrebbe si chiarire e disvelareciò che è falso, ma ci potrebbemai rendere, ciò che è vero? …io ritengo, quasi certamente no!Ed allora, poniamoci, in luogoche su di un piano polemico,con quanto scritto e detto, anchee soprattutto circa la presunta“corrispondenza”, da taluni de-finita biunivoca, tra le figure diBalsamo e di Cagliostro, e delleloro donne, Lorenza e SerafinaFeliciani, in una condizione per-mutativa non generalizzata, marispettosa, non tanto delle ori-gini dei nostri personaggi, che

dopo tre secoli, oggettivamente,rimangono ancora incerte e ne-bulose, bensì dei risultati checiascun personaggio, nella pro-pria personale interpretazionedell’esistenza, ha raggiunto.Potremmo così, forse esprimereun convincimento maggior-mente consono ed assonantealle nostre matrici Massoniche,in luogo di considerarne altre,appesantite da false morali egiudizi etici basati su inquisitoriretaggi che, certamente, non ciappartengono.

Nel corso delle, noncerto esaurite, ricerche, della“nostra” verità sul Conte di Ca-gliostro, ci siamo imbattuti intantissime storie di autori edestensori di libri, articoli, disser-tazioni, ciascuna diversa dall’al-tra, talune assonanti, tal’altrediscordanti, moltissime per con-clusioni, ridondanti e ripetitive… ma, dal mio sommesso puntodi vista, nessuna veramenteesaustiva.

Impresa improba, pre-suntuosa, impercorribile, ancheil pensare lontanamente diavere la facoltà e la capacità disintetizzarle e di estrarne unaqualche conclusione, non ciresta quindi che fare ricorso allanoetica, allorquando la "materiamentale" dei pensieri, è nellasua forma più rarefatta.

Per trarre una qualcheconclusione che ci renda atti-nenti al titolo del nostro lavoro:L’UCRONÌA di CAGLIOSTRO… MAESTRO PASSATO, ho ri-tenuto opportuno prenderespunto per dare una parvenza

scienze;che poi lem o r t i f i c a s s e rorendendole, artatamente, “terrene”, negandone esconfessandone la loro provenienza divina. I medesimi, scientemente e con determinazione,hanno quindi asservito ai loro “falsi ed artefatticredo”, teoretici, politici o populistici, i depositaridella conoscenza, strumentalizzando e racchiu-dendo in “dogmi” e “sluagh-ghairm”, attraversouna serie di espressioni ripetitive, di una loroidea o di un loro proposito, esclusivamentequella parte della altrui “gnòsis”, funzionale ailoro scopi e, non possedendo, per loro proprianatura, la duttilità, la capacità e la facoltà di ela-borazione delle idee, hanno “anatemizzato” e“scomunicato” tutti quei “disegni della mente”che potevano, in qualsivoglia modo, mettere inpericolo le loro artefatte e strumentali composi-zioni.Se tanto mi dà tanto, atteso anche la complessitàdell’argomento e la innumerabile quantità discritti, volumi, informazioni, articoli da emero-teca più o meno antichi o più o meno moderni,avviluppati in intrecci diacronici, io non possoche svolgere, in maniera, stentatamente e meschi-

namente parziale, lungi dallavelleità di essere esaustivo, il

compito che mi sono asse-gnato, quello di stimolare lacuriosità di chi legge, in-torno ad un argomentoche si presta a tutto ed alsuo contrario, ciascunatesi offre, certamente dif-ficili argomenti a sup-porto o a sua smentita.Riallacciandomi, solo per

un momento, all’incipit diquesto scritto, in quella

“prestigiosa” assise diM.·.M.·., un Fratello, con una

domanda complessa, nella suasemplicità chiede, candidamente e

provocatoriamente, ai Signori Ora-tori: «Io, Fratello Massone, come devo

considerare Cagliostro: un mistificatore, unciarlatano, un lenone, un ladro, un truffatore o vi-ceversa … un Fratello Massone, che è stato unfaro della Massoneria internazionale del XVIII se-colo…? »Nessuna risposta.Sintetizzo, per pura cronaca, quello che è stato ilmio intervento in quella sede.La Massoneria Inglese, l’U.·.G.·.L.·.E.·., per inten-derci, nel suo ortodosso puritanesimo prote-stante, dal 1717 ha “imposto” alla sua visionedella Massoneria il suo scolasticismo protestante,relegandola al ruolo di uno strumento che attra-verso il “velo dei simboli” e la “illustrazione delleallegorie”, si prefigge lo scopo di “migliorare laqualità morale dell’individuo Massone”.Lodevole compito, certamente, che connota l’isti-tuzione anche come una sorta di “bobby of morality”.Questa sorta di “gendarmeria”, a salvaguardiadella propria ortodossia e “regolarità”, anchedelle Logge che vengono “riconosciute”, a miosommesso avviso costituisce, senza tema di es-sere smentita, proprio per la sua specifica conno-tazione plurisecolare, la cartina di tornasole della

[L’UCRONIA DI CAGLIOSTRO]

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ria del XVIII secolo e per quella attuale, ed an-cora, quale e quanta potrà essere la sua influenza,sulla Massoneria medesima, nei secoli a venire.Come tentare di dare risposta a questo interroga-tivo senza tenere in considerazione la possibilitàdi essere partigiano o fazioso … come resisterealla tentazione ed all’affabulamento di esprimereciò di cui si ha la propria personale convinzionee trasformare il tutto in una personalistica elegiaapologetica di un uomo nel quale si “crede fer-mamente”.Bene, mi viene incontro, la UGLE, bene si signori,proprio la ortodossa, puritana ed integralistaMassoneria inglese, per la quale, solo ed esclusi-vamente, dei “Gentiluomini” possono farneparte.I riconoscimenti e le deleghe di potere che, perquanto a mia sommessa conoscenza, non hannoeguali, vengono concesse al Fr.·. Maestro Mas-sone Conte di Cagliostro, hanno come conse-guenza la lapalissiana “certificazione” cheCagliostro non poteva, per i FF. Inglesi e per laGran Loggia d’Inghilterra quel “gaglioffo” delquale si è voluto, ad arte e con spietata proterviaed improntitudine connotare uno degli uominipiù rappresentativi della Massoneria moderna.Perciò, ben volentieri riporto, alla stessa guisa diun mero documento storico, alcune pagine, estra-polate dalla pubblicazione, nella mia MACCHE-RONICA traduzione dal testo inglese, su quantorivelato dalla Quatuor Coronati Lodge, No. 2076.Mi rendo conto che per i “non addetti ai lavori”il documento che segue, potrà avere la parvenzadi un noioso, quanto tedioso, resoconto di acca-dimenti che parranno talvolta ripetitivi e senzaalcun significato concreto. Per questo chiedo venia … ma ravviso la indi-spensabilità della disamina di questo documento,invece, per coloro che, dalle simbologie, dai rife-rimenti, dai contesti, sociali, culturali, massonici,che sono contestualizzati, trarranno la giusta va-lenza e la estrema importanza, per la evoluzionedel processo massonico, di quanto leggerannoappresso.« Cagliostro, il Rito di adozione ed il Certificato

Massonico di Agnes Elisabeth von Medem –Estensore Dr Robert Collis - Quatuor CoronatiLodge, No. 2076»Nel 1833, Thomas Carlyle rifletteva sul fatto che"un’aureola di fama e sovrannaturale stupore av-volgeva Cagliostro". Poco è cambiato nel corso di 180 anni per quantoriguarda la notorietà del conte Alessandro di Ca-gliostro (Giuseppe Balsamo [1743- 95]. Così, mentre colorate descrizioni del siciliano av-venturiero, alchimista, guaritore e Massone con-tinuano ad affascinare il pubblico di lettori, nonsono emerse prove documentali, per più di un se-colo, e più ancora nessuno spiraglio di luce sullenubi della leggenda di Cagliostro.Quando si è di fronte a una scarsità di materiaprima, il venire a galla di elementi di prova, pre-cedentemente trascurati, può essere di preziosoaiuto per lo storico, contribuendo a gettare unframmento di luce rivelatrice sulla “aureola esulla fama" legate a famosi personaggi storici. Tale è il caso di Cagliostro, per quanto riguardala recente scoperta negli Archivi Militari di StatoRussi (RGVA) di un rito Massonico di Adozionecertificato, risalente al maggio 1779 e relativo allasua residenza nel Mar Baltico, ducato di Curlan-dia. [… una regione storica dell’area baltica com-presa nell’attuale territorio della Lettonia. Inpassato, con il nome di Wittemberg, costituivauna provincia dello stato dell’Ordine Teutonicodella Livonia (circa 1200–1560), in seguito fu unducato all’interno della Confederazione Polacco-Lituana (1560–1795), e una gubernija dell’Imperorusso (1795–1918)].Questo certificato offre un raro esempio di un do-cumento firmato dal famigerato avventurieroquando Gran Maestro della loggia (vedi Fig. 1 Diseguito).Il certificato verbalizza dell’iniziazione, nel MarBaltico, della nobildonna Agnes Elisabeth vonMedem (nata a Brücken, 1718- 84), terza mogliedel Massone Conte Johann Friedrich von Medem(1722- 85), in grado di Maestra della MassoneriaScozzese.L’importanza di questo documento è notevole,

di appiglio alla conclusionedella mia storia romanzata, chepraticamente si differenzia daquella imbastita da GiovanniBarbieri e dal Tribunale dellaSanta inquisizione, soltanto percome viene rappresentato il suofinale.L’ispirazione del titolo mi ègiunta attraverso la lettura diun saggio apparso nel 1857, nelquale compare per la primavolta la “locuzione” coniata dalfilosofo francese Charles Renouvier.Il termine ucronìa deriva dalgreco e significa letteralmente"nessun tempo" (da οὐ = "non"e χρόνος = "tempo"), per analo-gia con utopia che significa"nessun luogo". Indica la narrazione letteraria,di quel che sarebbe la rappre-sentazione se un preciso avve-nimento storico fosse analizzatodiversamente.Mi è balzata immediatamentealla mente una diversa conclu-sione della storia del Conte diCagliostro, ripensando alla sualettera, quella scritta quando eraprigioniero alla Bastiglia, nel1786 …

[ … riporto testualmente …] " Io non sono di nessuna epoca e dinessun luogo; al di fuori del tempoe dello spazio, il mio essere spiri-tuale vive la sua eterna esistenza ese mi immergo nel mio pensiero ri-facendo il corso degli anni, se pro-ietto il mio spirito verso un mododi vivere lontano da colui che voipercepite, io divento colui che desi-dero. Partecipando coscientemente

all’essere assoluto, regolo la miaazione secondo il meglio che mi cir-conda. Il mio nome è quello dellamia funzione e io lo scelgo, cosìcome scelgo la mia funzione, perchésono libero; il mio paese è quellodove fermo momentaneamente imiei passi. … [omissis…] e conclude …La mia ragione si formava e preci-sava; io mi interrogavo, mi stu-diavo e prendevo coscienza di tuttoquello che mi circondava, feci deiviaggi, molti viaggi, tanto attornoalla camera delle mie riflessioni chenei templi e nelle quattro parti delmondo; ma quando volevo pene-trare l’origine del mio essere, nelloslancio di me stesso, allora la miaragione impotente si taceva e mi la-sciava in balia delle congetture.Ecco la mia infanzia e la mia giovi-nezza, tali che il vostro spirito in-quieto e generoso le reclama; ma cheesse siano durate più o meno anni,che si siano fermate nei paesi deivostri padri o in altre contrade, cheimporta a voi? Non sono io unuomo libero? Giudicate le mie abitudini, come adire le mie azioni, dite se esse sonobuone, dite se ne avete viste di piùpotenti e se allora vi occupate an-cora della mia nazionalità del miorango e del mio modo d’essere. Se,proseguendo il cammino felice deisuoi viaggi qualcuno di voi si avvi-cinasse un giorno a quella terrad’Oriente che mi ha visto nascere esi ricordasse di me, pronunci il mionome e allora vedrà i servitori dimio padre che gli apriranno le portedella città. Poi quando ritorneràdirà se io ho abusato di voi di unfalso prestigio, se ho perso nelle vo-

stre dimore qualche cosa che non miapparteneva".Cagliostro.

Nello sviluppare la trama dellamia narrazione, che potrebbeessere anche quella di un film, oaddirittura di una serie televi-siva di genere storico, scritta edescritta nella medesima guisadella “Poetica” Aristotelica,quindi frutto di un’analisi dellastoria libera e distinta dall’eticae dalla morale, in verosimi-glianza di quella realizzata perdescrivere le vicende della fami-glia Borgia (Ndr. In un recente,omonimo, serial televisivo); fac-cio riferimento, a questo punto,anche per dare un supporto diplausibilità, al mio racconto, aquanto accennato all’inizio diqueste pagine.Mi corre obbligo, a questopunto, prima di procedere oltre,dare una risposta, tra questirighi, al quesito irrisolto, postoda “quel fratello” durante il“convegno di presentazione”,di cui ho fatto cenno nella intro-duzione di questo mio scritto,Chi era dunque il Conte di Cagliostro …?Non mi resta che rispondereall’interrogativo posto, secondoquella che è la mia personale vi-sione, attenendomi all’unicoaspetto sul quale posso avereuna opinione, scevra dalle con-siderazioni morali o moralisti-che che dir si voglia,considerando quanto, dal puntodi vista massonico, questo“straordinario” Maestro Pas-sato, abbia fatto per la Massone-

[L’UCRONIA DI CAGLIOSTRO]

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poiché si colloca come la prima prova diretta, delrapporto di Cagliostro, con la Massoneria di de-rivazione Inglese, durante la sua inquieta vita peripatetica. Il certificato inoltre costituisce anche una fonteinestimabile, al fine di riesaminare la figura diCagliostro ed i suoi collegamenti europei nei con-fronti della Massoneria.Di particolare importanza a questo proposito, èil fatto che il certificato fornisce la prima provache Cagliostro ha fatto propria, con il beneplacitodell’UGLE, la Massoneria di adozione, inclu-dendo anche le donne, in un momento in cui que-sto genere misto di rito era fiorente fra gliaristocratici in molti paesi europei.Lo studio del Rito di adozione in Massoneria e lasua collocazione all’interno di una più ampia vi-sione dei parametri della cultura consociativo-aristocratica del diciottesimo secolo, staattualmente godendo della tendenza, in una certamisura, del recupero di un lungo ritardo.Di conseguenza, nella configurazione delle ricer-che più recenti, in questo articolo si evidenziacome il certificato Massonico negli archivi delRGVA {Rossiiskii gosudarstvennyi voennyi ar-khiv - [Russian State Military Archive]}, rivelache Cagliostro, in quel momento ha inizialmenteabbracciato gli elementi chiave del simbolismoantico-testamentario comunemente associati conil Rito di Adozione.Preliminarmente a questo, verrà intrapreso unbreve esame su Agnes Elisabeth von Medem - a

cui il certificato è stato rilasciato.Prima, però, seguirà un’analisi delle testimo-nianze e delle prove del collegamento di Caglio-stro al certificato di della Loggia di Adozionelodge e della Stretta Osservanza del Rito.

Cagliostro, e la Stretta Osservanza Massonicaed il Rito di Adozione in Mitau.

Nella sua descrizione delle Logge di adozione,nel diciannovesimo secolo, lo storico Albert Mac-key Massonico ha commentato: "questa denomi-nazione deriva dal fatto che ogni Femmina diuna Loggia Adottiva è obbligata, dalle normedell’associazione, ad essere, per così dire, adot-tata, e così posta sotto la tutela di alcuni regolariLogge Massoniche.Inoltre, i membri della Loggia maschile, cheaveva sancito l’adozione della Loggia del Rito,possono partecipare a quest’ultima, perciò in ef-fetti si crea un corpo misto dell’associazione,

piuttosto che - come Mackeysuggerisce – uno spazio solofemminile. L’accesso ad una registrazionedella copia di un certificato delrito di adozione dagli archividell’R.G.V.A. di Mosca rivelanoche la nuova Loggia in Jelgava(Mitau) si conformava a questapratica adottiva di Cagliostro. Apprendiamo, per esempio,che Massoni della Loggia TroisEpées Couronnés (La Loggia

delle tre spade incoronate)aveva collaborato con Caglio-stro fondando La Loge des TroisCoeurs Couronnés (La Loggiadei tre Cuori incoronati).Così, mentre Cagliostro erastato installato come Gran Mae-stro della loggia, il certificato in-dica che due illustri Massonidella Loggia delle tre Spade in-coronate - Otto Hermann vonHowen (1740- 1806) e JohannGottardo Korff (1741- 84) –erano, rispettivamente, ilGrande Ispettore e Segretario. La prova che i Massoni delle TreSpade incoronate in Mitau,hanno ratificato la fondazione ela affiliazione di una loggia disesso misto è altamente significativa.In primo luogo, perché fino adoggi, nessuna prova concreta le-gava una Loggia della Masso-neria di stretta osservanza conuna Loggia di adozione.La loggia Tre cuori incoronati sicolloca tra le prime Logge diadozione riconosciute in Cur-landia (nei dintorni de Balticoed il rito della Stretta Osser-vanza era una forma di gradoelevato della Massoneria Tem-plare, che fiorì nell’area di lin-gua tedesca, in particolare, tra il1750 e il 1782, quando l’ordine èstato sciolto, nel corso di unaspeciale riunione nel Convento

di Wilhelmsbad, perché soppresso dall’imperatoreGiuseppe II.Tuttavia, forse il fatto più im-portante è che il certificato offreun documentato esempio dicreazione di una Loggia di ado-zione direttamente collegate adun St John’s lodge (St. Johanni-slogen) del Rito di stretta Observance. La forza che era alle spalle dellosviluppo e la crescita di popola-rità del Rito di Stretta Osser-vanza era il Barone KarlGotthelf von Hund (1722- 76). Al momento della sua morte,von Hund era riuscito a creareun cerimoniale di alti gradidella massoneria lanciando unforte appello ai conservatori no-bili di lingua tedesca dell’Eu-ropa e oltre.Questo fascino era stato basatosu un mix seducente di mitolo-gia cavalleresca dei Templari, ele allettanti prospettive di avan-zamento verso conoscenze teo-sofiche e alchemiche.Inoltre, la mistica della StrettaOsservanza era accresciutadalla promozione di un inaffer-rabile élite dominante - i cosid-detti Superiori Incogniti(Superiores Incogniti), la cuiraccolta di decreti, sono stati co-municati da von Hund.Ancora, fino a poco tempo fa gli

storici non avevano ponderata-mente collegato al Rito diStretta Osservanza con la spet-tacolare crescita del Rito d’ado-zione nel 1760 e 1770.Tuttavia, ancora nel 2008 An-dreas Önnerfors ha pubblicatoun articolo che chiede " c’era unramo femminile della StrettaOsservanza"? … [omissis…]Infatti, se si deve credere allenon molto sottilmente velate ac-cuse di un anonimo scritto “lavita di Giuseppe Balsamo”,pubblicato dalla Camera Apo-stolica di Roma nel 1791, Ca-gliostro da solo e con successo(e abbondantemente) ha pro-mosso il proprio marchio diadozione della Massoneria RitoEgiziano, ospitato da Logge distretta osservanza in tutta l’Eu-ropa continentale1.In questo lavoro si afferma cheun certo George Cofton sia statoil primo a portare il sistemadella Massoneria egizia di Ca-gliostro a Londra2.Da allora, nel 1777 Cagliostro èriparato all’Aia, dove è stato in-vitato a collaborare con unadelle Logge olandesi; i cui com-ponenti erano estremamente ri-gorosi nella stretta osservanzadel loro cerimoniale".In questa Loggia Cagliostroavrebbe presieduto le riunioni

1. Come può come un truffatore, un impostore funesto, un gabbamondo, ateo ed eretico, un blasfemo e un miscredente,oltre che, sempre in modo dispregiativo, come un mago, un empirico della Medicina e un massone; [Questi termini,espressi con tutte le tonalità possibili del disprezzo, solo gli stessi usati da Mons. Barberi., nel corpo del: CoMPenDioDella vita e Delle GeSta Di GiuSePPe BalSaMo DenoMinato Conte Di CaGlioStro, che si è estrattodal Processo contro di lui formato in roma l'anno 1790 e che può servire di scorta per conoscere l'indole della Setta déliberi Muratori, autore Mons. Giovanni Barberi; fu stampato a roma nel 1791 con il benestare della reverenda Cameraapostolica.–]2. Pagine estratte da “a new encyclopedia of Freemasonry, volume i:” – Pag, 93

Figura 1

Figura 2

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quale Gran Maestro, e "pronunciato un elogioformale sulla Massoneria Egizia", dopo di che "gliè stato richiesto di istituire un Loggia per ledonne". Di conseguenza, egli " ha accolto molte donne dirango e ricche tra i membri: sua moglie ha rico-perto la carica di Gran Maestra". 3… [omissis…]In Lipsia, in particolare, l’autore descrive comeCagliostro "acquisito una elevata notorietà e fama[tra Massoni] a causa della sue scoperte in arteermetica.4

… [omissis…]Inoltre, la Chiesa Cattolica aveva l’intenzione dimacchiare e offuscare la reputazione dell’avven-turiero come un eretico, negromante e Massone.… [omissis…]In breve, la “vita di Giuseppe Balsamo” fornisceuna fonte estremamente inaffidabile per giudi-care l’attività Massonica di Cagliostro.… [omissis…]In sostanza, le memorie di Elisa von der Recke(1754- 1833) - uno dei membri fondatori della

Loggia di adozione di Cagliostro, e la figlia di Jo-hann Friedrich von Medem – consentono allo sto-rico di contestualizzare il certificato entro laristretta cerchia dell’ambiente aristocratico diMitau.Così, dalle memorie di von der Recke sappiamoche la Loggia di tre Cuori incoronati è stata fon-data il 29 marzo 1779 - soltanto un mese dopol’arrivo di Cagliostro a Mitau.I membri fondatori comprendevano una serie dieminenti personalità che in Curlandia eranomembri della Loggia tre spade incoronate. In ef-fetti, molti dei primi membri maschi della Loggiadi adozione erano Cavalieri Templari - cioè cheavevano raggiunto il sesto (e più alto) grado delRito di stretta osservanza. 5

Per raggiungere questo alto stato, all’internodella Stretta Osservanza, ad ogni Massone è statoassegnato un nome cavalleresco (accompagnatoda stemma e motto).Così, Christoph Dietrich Georg von Medem(1721- 82), lo zio di Elisa, che è stato Gran Mae-stro della St John’s Lodge, oltre il Marshall della

Nobiltà (Landmarschall) inCurlandia e supremo Consi-gliere (Oberrat), era noto comeEques a Tetraone majori. Suo padre, Reichsgraf JohannFriedrich von Medem, passòcon il nome di Eques a Cochlea,mentre Otto von Howen, comepseudonimo nella Stretta Osser-vanza aveva Eques a Candela-bro majori.Von der Recke rivela, inoltre,che altri membri maschi, inclusiSigismondo Georg von Schwan-der (1727- 84), che era un Con-sigliere (Hofrath) del Ducato diCurlandia, era conosciuto per lastretta osservanza come Eques aProspicientia, nonché l’emi-nente medico Dr. Johann Wil-helm Friedrich Lieb (1730-1807), che è andato con il nomedi Armiger ab Hygea.Un certo notaio Herr Hinz è ci-tato anche da von der Recke,che era con ogni probabilitàl’editore Jacob Friedrich Hinz(1743- 87), fu un cavaliere tem-plare, a lui era stato assegnato ilnome di Eques a Satore.Di fatto, dei membri maschifondatori della Loggia di ado-zione, solo il Maggiore J. G.Korff e Cagliostro non sonoelencati tra i membri illustri.Tuttavia, ciò non significa chenon avevano raggiunto lo statusdi Cavaliere Templare, inquanto, l’elenco, è stato redatto

due o tre anni prima dell’aper-tura della Loggia d’adozione.Von der Recke osserva che "lanostra Loggia è stata fondata daCagliostro, con il sostegno diquesti nostri fratelli". Inoltre, eciò è fondamentale aggiungeche "mia zia [Anna von Medem(nata von Keyserling)], mia cu-gina [Louise von Medem] ed iosiamo stati iniziate sorelle".Le memorie di Cagliostro e delsuo soggiorno in Curlandia, diVon der Reck, sono state pubbli-cate per la prima volta nel 1787.Sono apparse in stampa sullascia del famoso affare della col-lana di diamanti, che tanto hafatto per offuscare il nome diCagliostro nei circoli della ari-stocrazia europea.6

Pertanto, il senso di disillusioneverso Cagliostro, diffuso da vonder Recke nelle sue memorie, èstato tutt’altro che unico in quelmomento. Eppure, a prescindere dal nebu-loso giudizio retrospettivo ven-tilato da Von der Reckve circa laconsiderazione di Cagliostro, lesue memorie sono ancora unafonte preziosa per contribuire aspiegare il suo successo nellacreazione delle Logge di Ado-zione di Stretta Osservanza inCurlandia.Primo, von der Recke rivela cheCagliostro era in grado di in-fluenzare le convinzioni dei sui

fratelli Massonici di Mitau, ba-sandosi sulla sua autorità di“Superiore Incognito”, von derRecke afferma: "lo stesso Ca-gliostro si è presentato da miozio come massone, inviato daisuoi superiori del Nord per af-fari importanti".7

Il linguaggio utilizzato qui davon der Recke attesta forte-mente come Cagliostro fosse ingrado di fondare una Loggia diadozione a Mitau, perché perso-naggi importanti della Loggiadi Stretta Osservanza, in città siprostrarono davanti a ciò chehanno percepito essere la vo-lontà dei loro maestri masso-nici.Von der Recke, nei suoi appuntisu di una conferenza tenuta daCagliostro, circa le Logge d’ado-zione, fornì ulteriori convin-centi prove del grado, nel qualeegli ha richiamato il rigoroso ri-spetto di una cultura destinataad una ristretta gerarchia e diuna leadership segreta: la Mas-soneria è la scuola in cui questesono coltivate e sono destinateper il misticismo sacro, ma gliordini inferiori della Massone-ria non hanno alcuna attinenzacon questi temi, e la loro atten-zione viene distolta verso di-versi interessi in modo che illoro Superiore Incognito (gehei-men Obern) possa osservarlipiù a fondo". . .

3. Ci si chiede come avrebbe mai potuto, una semianalfabeta (absit iniuria verbis …) quale lorenza Feliciani, donna diumili origini, predisposta, secondo quanto afferma il Barbieri nel suo famigerato «CoMPenDio … », a concedersi car-nalmente ogni qualvolta il marito Giuseppe Balsamo, ne avesse ravvisato la opportunità, essere ammessa ed accettatapresso tutte le più raffinate corti d’europa, nella MaSSoneria inglese, ma soprattutto ricoprire il ruolo di “Gran Maestra”,in maniera credibile, in una loggia femminile di adozione, tra ricche ed altolocate, oltre che profondamente colte e spe-culative, donne di alto rango. tutta la letteratura biografica sul Cagliostro, è concorde sul fatto che esistono prove sicuredella sua presenza, con il titolo ufficiale di alessandro conte di Cagliostro, esclusivamente a partire dall'anno 1777, eprecisamente dal 12 aprile, data in cui, insieme al musico ricciarelli, di anni sessanta, al cameriere Pierre Boileau e allamoglie “Serafina”, viene ammesso alla Massoneria ordinaria a londra presso la loggia l'esperance n. 369; questo èun dato indiscutibile, documentato dai piè di lista e dai verbali di loggia".4. il termine, rimanda ad una concezione mistica della parola, perché fa riferimento alla figura leggendaria e mistica diermete trismegisto (ermes il tre volte grandissimo) risalente al periodo ellenistico, al quale erano stati attribuiti testi fi-losofico-misterici e spirituali del ii-iii secolo d.C., che si ispirava all'antica sapienza egizia, celata nell'enigmatico linguag-gio dei geroglifici. un possibile legame si può trovare anche verso ermete, dio delle scienze occulte, proprio per sottolineare la difficoltà dicomprensione di questo genere di arte. Sul piano strettamente lessicale con il termine ermetismo si sottolinea un’arte dal carattere chiuso (ermetico) e voluta-mente complesso, solitamente ottenuto attraverso un susseguirsi di analogie di difficile interpretazione.Ci diverte immaginare un: «… truffatore, un impostore funesto, un gabbamondo, ateo ed eretico, un blasfemo e un mi-scredente, oltre che, sempre in modo dispregiativo, un mago, un empirico della Medicina e un massone; [sono semprequesti termini, espressi con tutte le tonalità possibili del disprezzo, e usati da Mons. Barberi., nel corpo del: CoMPenDioDella vita e Delle GeSta Di GiuSePPe BalSaMo …» districarsi tra la sua insipienza, la sua ignoranza, la suaincapacità di esprimersi compiutamente … figuriamoci in altre lingue … diverse dalla sua, alle prese con elucubrazionie rappresentazioni delle sue scoperte e del suo modo di intendere l’ermetismo, al cospetto ed al confronto di aristocraticie soloni della speculazione filosofica di tutta europa … soprattutto se sassoni … a tal proposito il Barbieri, sedicente Monsignore, non ci illumina, nel suo compendio, enumerando in quali lingue e conquale proprietà di linguaggio il Balsamo, alias Cagliostro, riuscisse ad ordire e concludere le sue nefandezze, anzi, lodescrive come un individuo sgraziato ed incolto …

5. a palese dimostrazione della eccelsa qualità dei membri delle logge, con le quali si è confrontato Cagliostro.6. Più che la completa assoluzione di Cagliostro, dopo la detenzione nella Bastiglia, valse a dare consistenza alla figuradi illustre Massone di Cagliostro, l’altissima considerazione di cui continuava a godere, grazie alla sua conoscenza dellafilosofia massonica e la sua capacità di trasferirne l’essenza, coinvolgendo gli animi dei fratelli che, con lui, condividevanoil percorso di trasformazione, verso le logge di adozione.7. Certamente importanti, quanto facilmente verificabili, erano le sue credenziali, rappresentate anche dai segni, dai ri-conoscimenti e dalle parole di rito.

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Una ristretta cerchia di questi elementi è com-posta da tre “Membri” a presiedere gli esseridel nostro pianeta. Questi sono fatti dipendereda Mosè, Elia e Cristo e sono i Superiori Inco-gniti, facenti parte, anch’essi, della Massoneria.Qui non si trovano testimonianze che Caglio-stro affermi la sua autorità sul suo Rito Egizio;piuttosto, egli fonde la stretta osservanza avo-candosi il potere di Superiore Incognito, conuna concezione elitaria (aristocratico) dellaMassoneria, in grado di penetrare misteri eso-terici e verità divine.Infatti, la carismatica ed esotica figura di Ca-gliostro avrebbe realizzato un accattivante mixdi qualità per i Massoni di Stretta Osservanzadi Mitau. Come si è detto, l’ordine era intrisodi un’aristocratica colore e, per di più, molti ini-ziati erano studiosi entusiasti dell’arcano edelle scienze. Nell’introduzione alle sue memo-rie, von der Recke, descrive come il suo nobilepadre e suo zio erano ossessionati con lo studiodella magia e dell’alchimia durante i primi annidella loro maturità, che hanno trascorso nelleuniversità di Jena e Halle.… [omissis…]Le reminiscenze di von der Recke - nobildonnache probabilmente possedeva il primo intel-letto del Mar Baltico nel XVIII secolo - rivelanoanche che Cagliostro chiamato a fondare unaLoggia di adozione a Mitau, ha incantato (edistruito) come con una catena le femmine pa-renti della élite Massonica della città.Come von der Recke descrive, lei, sua zia e cu-gina sono stati preparate a sottoporsi "tranquil-lamente a tutte le varie opinioni della gente” incittà, perché hanno assorbito con sicurezzal’ideale di "amore per il bene comune" e sono"desiderose di estendere la loro conoscenza".Così, nonostante qualche preoccupazione daparte di alcune frange dell’élite aristocratica diMitau, le tre nobildonne iniziate nella Loggiadi adozione sentitesi sufficientemente prepa-rate ed ispirate da Cagliostro (e dal più ampio

contesto di popolarità, in Europa, per fraternacultura delle logge a sesso misto) ad ignoraregli scettici.Come le contemporanee gentildonne Francesi(che sono state studiate in modo molto più ap-profondito), una considerevole parte della ari-stocrazia femminile di Mitau giunse aconsiderare la Massoneria, come i loro parentimaschi, come appropriata per l’esercizio delleloro virtù, lo sviluppo del sé e l’acquisizione diconoscenze nascoste.È degno di nota il fatto dell’arrivo di Cagliostroa Mitau anche in un momento di sconvolgi-mento e disordini tra i ranghi del rito dellaStretta Osservanza. Fatto ancora più impor-tante, Mitau era diventato un centro di attivitàdella Stretta Osservanza delle verso la fine 1770e che, di conseguenza, era in prima linea nelconflitto interno dell’Ordine. In breve, la mortedel barone von Hund nell’ottobre 1776 avevainaugurato una lotta per la leadership.… [omissis…]In quel momento Starck era Professore di Filo-sofia presso l’Academia Petrina a Mitau. Il suoritiro dalla Organizzazione di Stretta Osser-vanza, accadde un attacco dopo un preordinatoattacco alle sue credenziali Massonico, che fucondotto da Ernst Johann von Fircks (b. 1737),Von Fircks fu il Gran Maestro della Loggia diStretta Osservanza di Jérôme Rothen Ernst zumAdler, a Mitau, riservata ai Maestri MassoniScozzesi di alto grado, della città. Nel 1779, questa Logia d’élite includeva tra isuoi membri i fratelli Otto von Howen, vonMedem e Johann Georg Schwarz (1751- 84).Così Cagliostro, arrivò a Mitau durante un pe-riodo di aspro conflitto tra la comunità citta-dina di Stretta Osservanza Massonica e in unmomento di esteso flusso all’interno dell’Or-dine. In questo vortice massonico, Cagliostroaggiunse il concetto innovativo delle Logge diAdozione di Stretta Osservanza.Il Certificato Massonico rinvenuto negli archivi

di Mosca testimonia che il 27maggio 1779 Agnes Elisabethvon Medem è stata iniziata nelgrado Scozzese di MaestraMassone (Maitresse EcossoiseMaçonne), nel corso di una ce-rimonia curata da Cagliostro.Il titolo lascia intendere l’equi-valente al femminile delquarto grado di Maestro Scoz-zese della Stretta Osservanza.L’inserimento da parte di Ca-gliostro di un tale grado piùelevato all’interno della Log-gia di Adozione di Stretta Os-servanza, fondata in Mitau nel1779, è significativo. Come JanSnoek ha recentemente osser-vato, l’adozione di gradi supe-riori in Massoneria è apparsodalla metà del 1760 in Francia.Tuttavia, l’utilizzo del nomeScozzese - in riferimento allaMuratoria Scozzese - è moltomeno comune, nel Rito Fran-cese Adozione, con solo tre usinoti in documenti prima di1779. Così il sistema degli altigradi Scozzesi utilizzato dallaLoggia dei Tre Cuori incoro-nati a Mitau era una rarità al-l’epoca, in Francia, per nonparlare del resto d’Europa.È degno di nota il fatto che ilcertificato di Maestra MassonaScozzese, rilasciato ad Agnesevon Medem nel 1779, testimo-nia come Cagliostro abbia mo-dificato la estensione della suavisione della Massoneria diadozione nel suo Rito Egizio,in Francia all’inizio 1780.Così, la fondazione della Log-

gia Madre de la Sagesse trion-fante (La trionfante Sapienza)a Lione nel dicembre 1784, ini-ziò la pratica nel Rito Egizianodei tre gradi per le donne: Ap-prentie, Compagnonne e Maî-tresse égyptienne.Mentre nessun collegamentocon la tradizione della Masso-neria Scozzese rimase nel ritoegiziano, l’apertura certificatadel motto di von Medem -Gloire, Sagesse, Unione, Bien-faisance, Prosperité (Gloria,Sapienza, Unione, Benefi-cenza, Prosperità) - viene ripe-tuto all’inizio dello statutodella Loggia Trionfante di Wisdom.Tuttavia, questo elemento dicontinuità, sotto le mentitespoglie di un motto Massonicopiuttosto generico, suggeriscesolo superficialmente la forteconformità tra le due incarna-zioni con il Rito di Adozionedi Cagliostro.Un più significativo elementodi continuità, sull’uso del sim-bolismo derivato dal Librodella Genesi, è evidente, nelcertificato della von Medem,che è pregno di motivi utiliz-zati contemporaneamente neiriti di adozione, e ripresi asvolgere un ruolo centrale nelrito Egizio di Cagliostro.Questo aspetto verrà esami-nato più dettagliatamentenella sezione finale di questoarticolo. Tuttavia, prima diquesto, occorre seguire unostudio più approfondito di

Agnes Elisabeth von Medem,per sottolineare come il suocoinvolgimento nella Masso-neria di adozione fosse fon-dato su una profonda curiositàintellettuale della nobildonnaTedesca del Mar Baltico cheera di gran lunga lontana dalbanale.… [omissis…]Il momento della iniziazionecome Maestra Massona Scoz-zese avvenne nel maggio 1779.Ancora una volta gli scritti diElisa von der Recke ci forni-scono preziose informazionisulla sua matrigna ed il coin-volgimento di Cagliostro, nelleLogge di adozione in questomomento.In tal modo, si apprende davon der Recke che Cagliostroammise Agnes a parteciparealle sue lezioni e a parteciparea esperimenti magici nelleLogge di adozione prima dellasua iniziazione all’ordine.In effetti, nelle sue memorievon der Recke scrive che ellachiese a Cagliostro perchéavesse fatto un’eccezione allaregola per consentire la suamatrigna di presenziare alleriunioni della Loggia. In rispo-sta è detto che Cagliostro abbiasostenuto che ciascun membrodeve essere trattato secondo lesue attitudini.In altre parole, sembrerebbeche Cagliostro abbia ricono-sciuto il valore intellettuale diAgnes von Medem e abbia vo-luto incoraggiare la sua parte-

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cipazione, quale risultato, dellapartecipazione di Agnese a nu-merose conferenze e esperi-menti magici durante leriunioni di Loggia.Von der Recke osserva che«dopo tre settimane noi ab-biamo viaggiato per Alt-Auz[tenuta di campagna di Medema Wilzen] perché Cagliostro,prima del suo viaggio a San Pie-troburgo, ha voluto iniziare lamia matrigna (ora defunta) ealtri membri che avevano capa-cità magiche, nella Loggia diadozione».Il suo scopo evidente era quellodi "iniziare gradualmente neisacri misteri", perché ciò avve-nisse come un processo lento,mentre come von der Recke de-scrive «in questa riunione ainuovi membri è stato assegnatoil terzo grado».La cerimonia di iniziazione èstata poi seguita da una lezionesui pericoli ed i benefici influssidella magia ed una seduta spi-ritica coinvolgendo la nipoteElisa in veste di uno spirito condotto.Agnes Elisabeth von Medem neha fatto parte per curiosità intel-lettuale, combinata con la suaveneranda età, o per essere stataavviata negli alti gradi di Mae-stra Massona Scozzese?Purtroppo, però, il memorialedi von der Recke’s non ci illu-mina sulla questione. Tuttavia,quello che emerge da von derRecke autobiografia e dal me-moriale, per ciò che concerne lasua matrigna, è che Agnes vonMedem possedeva una sete di

conoscenza inarrestabile, che hacondiviso con la sua figliastra eche non è passata inosservata aCagliostro.Questa abilità intellettuale èstata ben considerata perl’onore conferito a Agnes Elisa-beth da Cagliostro per la suainiziazione come Maestra Mas-sona Scozzese.A prescindere dai motivi appa-renti che sono dietro l’inizia-zione di Agnes Elisabeth vonMedem in questo più alto gradomassonico, il certificato degli ar-chivi dell’R.G.V.A. getta nuovaluce sulla sua partecipazionealla Massoneria di adozione. Inoltre, in combinazione con leopere letterarie di Elisa von derRecke, si è in grado di acquisireulteriori informazioni sulla cre-scita di donne tra la ristrettaclasse delle nobildonne dellaGermania Baltica alla fine delsettecento.

Fr.·. ArtoriusCavaliere Gran Professo

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