Caffarra alla Gmg: «Cercate la Verità»

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www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI l mistero dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo di Maria equivale al definitivo traguardo di una creatura umana perfettamente assimilata a Cristo. Anche con il corpo: immediatamente glorificato, nello stesso istante in cui dovrebbe dissolversi. Con la stessa agilità e velocità dello Spirito di Cristo, che lo abita come suo tempio. Così veloce da andare subito in Cielo. Se Cristo dice «vengo velocemente» (Ap 22, 7), allora occorre essere veloci, della sua stessa velocità. Non bisogna però pretendere di fare il passo più lungo della gamba. «Falcata lunga, morte dello scattista» (Mussabini). Occorre piuttosto galleggiare: è l’agilità il segreto della velocità pura; lo sforzo prolungato, invece, manda in acidosi... Maria ha corso alla stessa velocità di Cristo perché Cristo correva in lei. Lo raggiunge subito, perché è già stata raggiunta da lui. In quanto figlia del suo figlio (Dante), dà a lui ciò che da lui riceve, secondo un metabolismo impareggiabile. Se io avessi i muscoli di Gatlin, lui correrebbe in me e non mi staccherebbe mai sui 100 metri. Analogia per analogia, qualcosa del genere occorre arrischiarsi a crederlo, perché «il rischio è bello» (Platone). I Maria ha corso con Cristo, perciò è risorta con Lui che ho nel cuore. Il pericolo è quello di non partire. Quanti amici dei Magi avranno tentato di dissuaderli dal viaggio. Molti lo diranno anche a voi: «Ma cosa sono questi problemi che ti metti? Che cosa ti importa di ricercare la verità di te stesso? Pensa a divertirti!». Non ci si mette in viaggio quando si spengono queste grandi domande nel cuore, oppure quando si accorcia, per così dire, la misura del proprio desiderio, ci si accontenta di poco. Vi dico una cosa grave: siate vigilanti, siate vigilanti perché vivete in una cultura che fa di tutto per impedirvi di porvi le grandi domande della vita. Siate vigilanti, perché stanno facendo di tutto perché non vi interroghiate seriamente sulla vita, raccontandovi che la verità non esiste, esistono le opinioni. È sufficiente tollerarsi a vicenda, ciascuno pensi come vuole. Viene estinta dentro di voi questa capacita di stupirvi. Essere pellegrini significa quindi cercare la verità sulla propria esistenza, cercare il bene capace di soddisfare il nostro desiderio. I Magi quando partono si sono certamente procurati un discreto equipaggiamento. Anche il viaggio di cui stiamo parlando, il viaggio dell’uomo mendicante della verità, mendicante di felicità, ha bisogno di un DI CARLO CAFFARRA * ntroduco la prima riflessione con un aneddoto. Una persona era talmente smemorata che la mattina quando si alzava dimenticava dove aveva riposto i vestiti che si era tolto la sera. Un giorno trovò uno stratagemma. Pensò: «La sera scrivo su un biglietto dove ha messo camicia, pantaloni e scarpe». Una mattina però, alzatosi esclamò: «Accidenti! Mi sono dimenticato dove ho messo la cosa più importante! Non mi ricordo più dove ho messo me stesso». Questa è la situazione che può capitare oggi a tutti noi, non sapere più dove siamo e chi siamo. I Magi si presentano a noi come persone che si sono messe in cammino alla ricerca di qualcuno, come dei ricercatori. Pellegrini o vagabondi? Qual è la differenza tra i due? Il pellegrino sa dove deve andare. Il vagabondo invece, si mette in movimento, cammina, ma non sa dove andare, non ha una meta. Il pellegrino si muove perché ha nel cuore un desiderio, quello di raggiungere una meta. Voi siete partiti da Bologna sapendo dove volevate andare e portando nel cuore tanti desideri. Il vagabondo invece non ha nessun desiderio nel cuore, si lascia semplicemente attrarre da una cosa o dall’altra, non ha nessun progetto sul suo viaggio. Ciascuno di voi si chieda in quale tra queste due figure si ritrova maggiormente, nel vagabondo o nel pellegrino. I Magi sono stati dei pellegrini. E voi nella vostra vita, sapete dove dovete andare? Avete nel cuore il desiderio di giungere a una certa meta? Ora voglio fare una seconda riflessione. Che cosa ha messo in movimento in Magi? Che cosa li ha spinti a mettersi in viaggio? I Magi si sono messi in movimento perché si sono meravigliati di un fatto che li aveva resi «pieni di stupore». Il vostro viaggio comincia se siete ancora capaci di stupirvi, di meravigliarvi. Solo così sarete pellegrini e non vagabondi. Qual è l’oggetto dello stupore, della meraviglia? Il fatto stesso che voi «ci siete». Riuscite a stupirvi del fatto di esistere? Ciascuno di voi deve essere scosso sempre da un sussulto di stupore: «Io ci sono!» Questo stupore poi genera delle altre domande: «Io ci sono, ma da dove vengo?», «Io ci sono, ma chi sono?», «A che cosa sono destinato?». Nell’ultima lettera che Giovanni Paolo II ha potuto scrivervi per questa Gmg vi ha detto: «I Magi, lanciandosi con coraggio per strade ignote e intraprendendo un lungo e non facile viaggio non esitarono a partire per seguire la stella che avevano visto sorgere. Imitando i Magi anche voi, cari giovani, dovete compiere un viaggio». Cosa vuol dire «mettersi in viaggio»? Di che cosa stiamo parlando in realtà? Partire per questo viaggio vuol dire cercare la risposta alle grandi domande che avete nel cuore, vuol dire andare alla ricerca di quel bene che può soddisfare il vostro desiderio di felicità. Per prima cosa è accaduto qualcosa di grande: siamo stati chiamati alla vita, noi ci siamo. Allora voglio sapere chi sono e a che cosa sono destinato. Voglio sapere se esiste qualcosa in grado di rispondere al desiderio I equipaggiamento. Quali sono gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per cercare la verità e il bene? Se leggete la vicenda dei Magi avrete modo di scoprirlo: sono due, come le due gambe di cui ci serviamo per camminare. Non ne deve mancare una, perché si camminerebbe molto male. Le due gambe che ci servono per camminare nel pellegrinaggio della vita sono la nostra ragione e la rivelazione che il Signore ci ha fatto e che noi accogliamo nella fede. Le due gambe che ci fanno camminare sono la ragione e la fede. Se eliminate una di queste gambe il pellegrino diventa un vagabondo. La ragione in primo luogo. Sant’Agostino diceva: «Dilige intellectum!» Ama la tua intelligenza, la tua ragionevolezza. Io vi chiedo di essere «ragionevolmente» credenti. Cercate di capire ciò in cui credete, le ragioni per le quali è bello seguire Cristo. Se un vostro amico che non è credente vi chiede: «Ma perché tu sei cristiano»? Voi dovete saper rispondere con dolcezza e mitezza, ma con chiarezza. Le dovete sapere queste ragioni per cui è bello seguire Cristo. La seconda gamba è la rivelazione divina accolta per la fede. E dove noi apprendiamo la parola di Dio? Nella Chiesa! I Magi avevano i cammelli che li sollevavano e li portavano. Noi chi abbiamo? Noi abbiamo la Chiesa che ci solleva sulle spalle, abbiamo la Chiesa che ci fa camminare nel pellegrinaggio della vita. Siate contenti di essere nella Chiesa. In una delle celebrazioni della Gmg noi canteremo le litanie dei Santi. Diremo i nomi di molti di loro e per ciascuno di loro diremo: «Mi raccomando: prega per me!». In questa grande compagnia ci sono i Santi e c’è la Madre del Signore. Se voi prendete un bambino piccolo e lo prendete sulle spalle, il bambino vede più lontano di voi, perché si trova più in alto. Così è la Chiesa. Noi siamo sulle spalle di questi grandi amici che sono nella storia della Chiesa e vediamo più avanti, forse anche più avanti di loro. Pensate: andare sulle spalle di Giovani Paolo II! Io vedo la Chiesa come il dono di spalle solide. * Arcivescovo di Bologna Pellegrini, non vagabondi Caffarra alla Gmg: «Cercate la Verità» l’evento La chiesa di Sant’Anna straripante di entusiasmo Nella mattinata di mercoledì scorso, nella chiesa di Sant’Anna a Colonia, l’arcivesco- vo monsignor Carlo Caffarra ha tenuto una catechesi per i circa 1400 giovani bolo- gnesi giunti nella città tedesca attraverso l’organizzazione della diocesi per la Giorna- ta mondiale della gioventù. A loro si era unito anche un gruppo di siciliani. I ragazzi hanno letteralmente circondato l’Arcivescovo, ascoltando con grandissima attenzio- ne le sue parole, tanto che alla fine monsignor Caffarra ha esclamato: «Eppure mi hanno detto che spesso non riuscite a mangiare... Insomma, si mangia poco, si dor- me ancora meno... ma siete così belli! È la gioia che vi fa belli, la gioia di essere pelle- grini, non vagabondi!». I giovani da parte loro, terminata la catechesi, hanno comin- ciato a inneggiare gioiosamente all’Arcivescovo, con grida ritmate: «Carlo Caffarra! Portaci in spalla!». Poi gli hanno rivolto numerose domande. In questa pagina pubbli- chiamo una trascrizione della catechesi di monsignor Caffarra, elaborata dalla reda- zione e non rivista dall’autore. Nella catechesi che ha rivolto ai ragazzi bolognesi a Colonia l’Arcivescovo li ha invitati a un «viaggio» spirituale Per camminare ci vogliono due «gambe»: la ragione e la fede E siamo «portati in spalla» dalla Chiesa Il pellegrino si muove perché vuole raggiungere una meta Il vagabondo invece non ha meta né desideri. Chiedetevi in quale di loro vi riconoscete I reportage da Colonia In Armenia sulla via di Bartolomeo A Rimini si apre il Meeting a pagina 4 a pagina 2 a pagina 5 In alto, «Adorazione dei Magi» di Giotto; a sinistra, l’arcivescovo monsignor Caffarra; qui accanto, il «logo» della Gmg Domenica 21 agosto 2005 • Numero 30 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

l mistero dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo di Mariaequivale al definitivo traguardo di una creatura umanaperfettamente assimilata a Cristo. Anche con il corpo:

immediatamente glorificato, nello stesso istante in cuidovrebbe dissolversi. Con la stessa agilità e velocità delloSpirito di Cristo, che lo abita come suo tempio. Così veloce daandare subito in Cielo. Se Cristo dice «vengo velocemente» (Ap

22, 7), allora occorre essere veloci, della sua stessa velocità. Nonbisogna però pretendere di fare il passo più lungo della gamba.«Falcata lunga, morte dello scattista» (Mussabini). Occorrepiuttosto galleggiare: è l’agilità il segreto della velocità pura; losforzo prolungato, invece, manda in acidosi... Maria ha corso alla

stessa velocità di Cristo perché Cristo correva in lei. Lo raggiungesubito, perché è già stata raggiunta da lui. In quanto figlia del suofiglio (Dante), dà a lui ciò che da lui riceve, secondo un metabolismoimpareggiabile. Se io avessi i muscoli di Gatlin, lui correrebbe in mee non mi staccherebbe mai sui 100 metri. Analogia per analogia,qualcosa del genere occorre arrischiarsi a crederlo, perché «il rischioè bello» (Platone).

I

Maria ha corso con Cristo,perciò è risorta con Lui

che ho nel cuore. Il pericoloè quello di non partire.Quanti amici dei Magiavranno tentato didissuaderli dal viaggio.Molti lo diranno anche avoi: «Ma cosa sono questiproblemi che ti metti? Checosa ti importa di ricercarela verità di te stesso? Pensa adivertirti!». Non ci si mettein viaggio quando sispengono queste grandidomande nel cuore, oppure

quando si accorcia, per così dire, la misuradel proprio desiderio, ci si accontenta dipoco. Vi dico una cosa grave: siate vigilanti,siate vigilanti perché vivete in una culturache fa di tutto per impedirvi di porvi legrandi domande della vita. Siate vigilanti,perché stanno facendo di tutto perché nonvi interroghiate seriamente sulla vita,

raccontandovi che la verità non esiste,esistono le opinioni. È sufficiente tollerarsi avicenda, ciascuno pensi come vuole. Vieneestinta dentro di voi questa capacita distupirvi. Essere pellegrini significa quindicercare la verità sulla propria esistenza,cercare il bene capace di soddisfare il nostrodesiderio.I Magi quando partono si sono certamenteprocurati un discreto equipaggiamento.Anche il viaggio di cui stiamo parlando, ilviaggio dell’uomo mendicante della verità,mendicante di felicità, ha bisogno di un

DI CARLO CAFFARRA *

ntroduco la prima riflessione con unaneddoto. Una persona era talmentesmemorata che la mattina quando si

alzava dimenticava dove aveva riposto ivestiti che si era tolto la sera. Un giornotrovò uno stratagemma. Pensò: «La serascrivo su un biglietto dove ha messo camicia,pantaloni e scarpe». Una mattina però,alzatosi esclamò: «Accidenti! Mi sonodimenticato dove ho messo la cosa piùimportante! Non mi ricordo più dove homesso me stesso». Questa è la situazione chepuò capitare oggi a tutti noi, non sapere piùdove siamo e chi siamo. I Magi si presentano a noi come persone chesi sono messe in cammino alla ricerca diqualcuno, come dei ricercatori. Pellegrini ovagabondi? Qual è la differenza tra i due? Ilpellegrino sa dove deve andare. Ilvagabondo invece, si mette in movimento,cammina, ma non sa dove andare, non hauna meta. Il pellegrino si muove perché hanel cuore un desiderio, quello di raggiungereuna meta. Voi siete partiti da Bolognasapendo dove volevate andare e portandonel cuore tanti desideri. Il vagabondo invecenon ha nessun desiderio nel cuore, si lasciasemplicemente attrarre da una cosa odall’altra, non hanessun progetto sul suoviaggio. Ciascuno di voisi chieda in quale traqueste due figure siritrova maggiormente,nel vagabondo o nelpellegrino. I Magi sonostati dei pellegrini. E voinella vostra vita, sapetedove dovete andare?Avete nel cuore ildesiderio di giungere auna certa meta?Ora voglio fare unaseconda riflessione. Checosa ha messo inmovimento in Magi?Che cosa li ha spinti amettersi in viaggio? I Magi si sono messi inmovimento perché si sono meravigliati di unfatto che li aveva resi «pieni di stupore». Ilvostro viaggio comincia se siete ancoracapaci di stupirvi, di meravigliarvi. Solo cosìsarete pellegrini e non vagabondi. Qual èl’oggetto dello stupore, della meraviglia? Ilfatto stesso che voi «ci siete». Riuscite astupirvi del fatto di esistere? Ciascuno di voideve essere scosso sempre da un sussulto distupore: «Io ci sono!» Questo stupore poigenera delle altre domande: «Io ci sono, mada dove vengo?», «Io ci sono, ma chi sono?»,«A che cosa sono destinato?».Nell’ultima lettera che Giovanni Paolo II hapotuto scrivervi per questa Gmg vi ha detto:«I Magi, lanciandosi con coraggio per stradeignote e intraprendendo un lungo e nonfacile viaggio non esitarono a partire perseguire la stella che avevano visto sorgere.Imitando i Magi anche voi, cari giovani,dovete compiere un viaggio». Cosa vuol dire«mettersi in viaggio»? Di che cosa stiamoparlando in realtà? Partire per questo viaggiovuol dire cercare la risposta alle grandidomande che avete nel cuore, vuol direandare alla ricerca di quel bene che puòsoddisfare il vostro desiderio di felicità.Per prima cosa è accaduto qualcosa digrande: siamo stati chiamati alla vita, noi cisiamo. Allora voglio sapere chi sono e a checosa sono destinato. Voglio sapere se esistequalcosa in grado di rispondere al desiderio

I

equipaggiamento. Quali sono glistrumenti che abbiamo a nostradisposizione per cercare la verità e ilbene? Se leggete la vicenda dei Magiavrete modo di scoprirlo: sono due,come le due gambe di cui ci serviamoper camminare. Non ne deve mancareuna, perché si camminerebbe moltomale. Le due gambe che ci servono percamminare nel pellegrinaggio della vitasono la nostra ragione e la rivelazioneche il Signore ci ha fatto e che noiaccogliamo nella fede. Le due gambeche ci fanno camminare sono la ragionee la fede. Se eliminate una di questegambe il pellegrino diventa un

vagabondo.La ragione in primo luogo.Sant’Agostino diceva: «Diligeintellectum!» Ama la tua intelligenza, latua ragionevolezza. Io vi chiedo diessere «ragionevolmente» credenti.Cercate di capire ciò in cui credete, leragioni per le quali è bello seguireCristo. Se un vostro amico che non ècredente vi chiede: «Ma perché tu seicristiano»? Voi dovete saper risponderecon dolcezza e mitezza, ma conchiarezza. Le dovete sapere questeragioni per cui è bello seguire Cristo.La seconda gamba è la rivelazionedivina accolta per la fede. E dove noiapprendiamo la parola di Dio? NellaChiesa! I Magi avevano i cammelli che lisollevavano e li portavano. Noi chiabbiamo? Noi abbiamo la Chiesa che ci

solleva sulle spalle, abbiamo la Chiesache ci fa camminare nel pellegrinaggiodella vita. Siate contenti di essere nellaChiesa. In una delle celebrazioni dellaGmg noi canteremo le litanie dei Santi.Diremo i nomi di molti di loro e perciascuno di loro diremo: «Miraccomando: prega per me!». In questagrande compagnia ci sono i Santi e c’è laMadre del Signore. Se voi prendete unbambino piccolo e lo prendete sullespalle, il bambino vede più lontano divoi, perché si trova più in alto. Così è laChiesa. Noi siamo sulle spalle di questigrandi amici che sono nella storia dellaChiesa e vediamo più avanti, forseanche più avanti di loro. Pensate: andaresulle spalle di Giovani Paolo II! Io vedola Chiesa come il dono di spalle solide.

* Arcivescovo di Bologna

Pellegrini, non vagabondiCaffarra alla Gmg: «Cercate la Verità»

l’evento

La chiesa di Sant’Anna straripante di entusiasmoNella mattinata di mercoledì scorso, nella chiesa di Sant’Anna a Colonia, l’arcivesco-vo monsignor Carlo Caffarra ha tenuto una catechesi per i circa 1400 giovani bolo-gnesi giunti nella città tedesca attraverso l’organizzazione della diocesi per la Giorna-ta mondiale della gioventù. A loro si era unito anche un gruppo di siciliani. I ragazzihanno letteralmente circondato l’Arcivescovo, ascoltando con grandissima attenzio-ne le sue parole, tanto che alla fine monsignor Caffarra ha esclamato: «Eppure mihanno detto che spesso non riuscite a mangiare... Insomma, si mangia poco, si dor-me ancora meno... ma siete così belli! È la gioia che vi fa belli, la gioia di essere pelle-grini, non vagabondi!». I giovani da parte loro, terminata la catechesi, hanno comin-ciato a inneggiare gioiosamente all’Arcivescovo, con grida ritmate: «Carlo Caffarra!Portaci in spalla!». Poi gli hanno rivolto numerose domande. In questa pagina pubbli-chiamo una trascrizione della catechesi di monsignor Caffarra, elaborata dalla reda-zione e non rivista dall’autore.

Nella catechesi che ha rivolto ai ragazzibolognesi a Colonial’Arcivescovo li ha invitatia un «viaggio» spirituale

Per camminare civogliono due «gambe»:la ragione e la fedeE siamo «portati in spalla» dalla Chiesa

Il pellegrino si muove perchévuole raggiungere una metaIl vagabondo invece non hameta né desideri. Chiedetevi in quale di loro vi riconoscete

I reportage da Colonia

In Armenia sullavia di Bartolomeo

A Rimini si apre il Meeting

a pagina 4

a pagina 2

a pagina 5

In alto, «Adorazione dei Magi» diGiotto; a sinistra, l’arcivescovomonsignor Caffarra; qui accanto,il «logo» della Gmg

Domenica 21 agosto 2005 • Numero 30 • Supplemento al numero odierno di AvvenirePagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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Il programmadell’ultimagiornataSi chiude oggi la XX Giornatamondiale della gioventù. I giovanisono arrivati nella giornata di ieri aMarienfeld, a pochi chilometri daColonia, e dopo la veglia di stanottesi sveglieranno cantando le Lodialle 7, in preparazione dell’eventocentrale, la Messa solenne che ilSanto Padre Benedetto XVIcelebrerà alle 10 con chiusura alle12.30. L’area di Marienfeld è unaspianata che 500 anni fa ospitavaun Santuario dedicato allaMadonna, fino a pochi anni faadibita alla coltivazione di lignite eoggi sufficientemente grande daospitare le almeno 800.000 personepreviste all’incontro con il Papa. Lacelebrazione eucaristica saràtrasmessa in diretta da RAI 1.

nche il settimanalediocesano «12Porte» in onda

su E’Tv-Rete7 si occupa dellaGMG 2005. Giovedì 25 alle 21puntata speciale interamentededicata alla XX Giornatamondiale della gioventù. Unanostra troupe ha seguito igiovani bolognesi che il 14agosto, con un treno e diversipullman, sono partiti alla voltadella Germania. Con loro hannocondiviso il viaggio, le catechesi,i momenti di festa, di preghierae riflessione. E naturalmente gliincontri con il Santo Padre. Diritorno da Colonia ciracconteranno esperienze,testimonianze e cronaca di unevento straordinario. Dopo unanno di preparazione attraversocatechesi, incontri e vegliediocesane, i giovani hannofinalmente vissuto con gioia leloro Giornate di incontro con laChiesa universale e con il Papa.Un’esperienza di fede che andràa rinvigorire il loro impegno e la

loro formazione cristiana. Invitiamo i giovani chefossero in possesso di fotografie o filmati riguardantil’incontro di Colonia di farli pervenire in redazione perla realizzazione di servizi e alcuni sussidi-ricordodell’evento. I nostri riferimenti sono: Redazione di «12Porte» via Altabella 6, 40126 Bologna; tel. 051.6480797,[email protected], www.12porte.tv.

A

In questa foto e in alto a destra, giovani bolognesi durante la catechesi dell’Arcivescovo nella chiesa di S. Anna (foto di Emanuele Preda)

uando 800 mila per-sone provenienti da

160 paesi diversi arrivanoin una città, l’organizzazio-ne deve essere precisa. Ma,se da una parte è giusto e-sigere massima efficienza,dall’altra bisogna prenderegli inevitabili contrattempicon la massima serenità ecalma, perché il nervosi-smo non può che prolun-gare i disagi. Così, quandoi coordinatori della «spedi-zione» bolognese a Coloniahanno riferito che un di-sguido da parte degli orga-nizzatori tedeschi avrebbecausato ritardi con la cenae gli alloggi, i ragazzi han-no risposto con sorrisi e unsimpatico applauso. Questolo spirito (giusto) con il qua-le i giovani bolognesi han-no affrontato i problemidei primi giorni. Gli sforzidei responsabili della dio-cesi, poi, erano lampanti;

hanno dato tutti il massi-mo e di sicuro non hannodeluso. Ottima anche l’accoglienzariservata dai cittadini e daifedeli di Colonia: si sono di-mostrati molto disponibilie profondamente felici diavere ospiti italiani. Ai 1400giovani della diocesi di Bo-logna è stata riservata la zo-na vicino alla parrocchia diS. Anna, nel quartiere di Eh-renfeld, dove molti sonostati alloggiati in scuole, glialtri presso famiglie chehanno offerto la loro ospi-talità. Nei giorni trascorsiin terra di Germania, nes-sun tedesco ci ha mai ne-gato il suo aiuto o la sua so-lidarietà, erano tutti since-ramente felici di avere leloro strade e le loro piazzepacificamente invase dallagioiosa presenza di tantigiovani.Ci è capitato spesso di chie-

dere indicazioni stradali, edogni volta, nonostante iproblemi di lingua, i citta-dini locali si sono prodiga-ti per noi. Una signora su u-na bicicletta è scesa e ci haaccompagnato a piedi perun tratto di strada. Ancheun altro signore ci ha af-fiancato a lungo per indi-carci la via. Portava con séla spesa, e ci ha offerto unpaio di frutti. Un tassista ciha mostrato l’elenco delletante strade chiuse ecce-zionalmente per tutti i gior-ni della GMG, ci ha dettoche i camion per i riforni-menti di negozi e super-mercati potevano entrarein città solo dalla mezza-notte alle 6 di mattina. Poi,fermi ad un semaforo, ci haguardato e ha concluso sor-ridendo: «però, se in cittàviene tanta gente felice, vabene così!».

Massimo Ricci

Q

La «nota felice»dell’ospitalità:dai tedeschiottima accoglienza

«Una Gmg perguardare lontano»DI ANDREA CANIATO

la GMG della «prima volta»: lamaggior parte dei circa 2000 giovanibolognesi presenti a Colonia sono alla

loro prima esperienza delle GiornateMondiali della Gioventù. Toronto per moltiera troppo lontana e dalla «mitica» GMG diTor Vergata sono passati ormai 5 anni: èquasi una generazione nuova! Le numerosedifficoltà organizzative mandano incontinua fibrillazione i responsabili delladelegazione bolognese, intenti a risolvereproblemi di alloggio, di vitto, di ricerca diinformazioni certe sugli spostamenti e suiprogrammi. E bisogna proprio ammettereche l´organizzazione germanica non è stataassolutamente all’altezza delle aspettative.Ma per i giovani la GMG è un altra cosa e liabbiamo visti rimettersi in giococontinuamente, con gioia. Le motivazioniche li hanno spinti ad iscriversi a Coloniasono le più diverse ed emergono nei tanticolloqui. «Vagabondi o pellegrini?» avevachiesto monsignor Caffarra nella primacatechesi. «Aspiranti pellegrini con residui di

È"vagabondisia"», è stata la risposta sinceradei ragazzi. Colonia non è l´appuntamentodei kattolici con la «k», che non esistono. È ilraduno di chi si è però posto seriamente inricerca. Ed è una ricerca appassionata,smaliziata, non emotiva. Ci si diverte damorire a battere le mani nelle stazioni dellametropolitana, a cantare a squarciagola allecelebrazioni, così come in giro sullegradinate o nelle piazze, ma questi giovanisembrano molto consapevoli di non doverfare di questi giorni un episodio, unaparentesi, che li separa dalla vita. La gioiaemozionale non è il fondamento delcammino, semmai è una conseguenzadell’incontro con Cristo e non è neppurenecessaria. La si prende, la si accoglie, la sivive fino in fondo, ma senza farla diventaretabù. I giovani si sono mostrati curiosi. Conil loro Arcivescovo hanno un feelingparticolare, e monsignor Caffarra lo haricambiato, cercando di incontrarli il piùpossibile, mangiando panini con loro suuno sgabello di fortuna, per la strada. Ma laGMG non è solo questo. Anche quando lacatechesi tocca ad un Vescovo non

conosciuto (monsignor Giancarlo Vecerricadi Fabriano), appena possibile i ragazziprendono la parola (17 interventi prenotatiin 5 minuti), investono il presule di unaraffica di domande, forti, perfino pungenti.Hanno occhiaie profonde, cascano dalsonno, ma non rinunciano a cercare, achiedere, a capire. Il dialogo si fa cosi´ fittoche prima monsignor Caffarra offre il suoindirizzo di posta elettronica, poi mons.Vecerrica lascia perfino il suo numero dicellulare. Durante la giornata del primoincontro con il Papa si e´ sparsa la voce chela Croce della GMG si è rotta, cadendorovinosamente sul battello ormeggiato sullesponde del Reno in attesa del Papa, maanche che un gruppetto di giovani li´presenti ha fatto il miracolo e con moltoingegno e pochi strumenti l´ha rimessa aposto. Forse questa è una delle icone piùvere di Colonia 2005: a farla riuscire non e´stata una buona organizzazione, ma ildesiderio profondo dei giovani di nonrassegnarsi, di mettersi in gioco e di nondare tregua alla Chiesa cattolica, finché nonli «prenda sulle spalle» per guardare lontano.

Don Caniato, che accompagna i giovani della diocesi, racconta il loro desiderio di chiedere e capire

Oggi pomeriggio inizia il rientrogiovani bolognesi presenti a Coloniaper la Giornata monsiale della gioventù

hanno trascorso stanotte l’ultima nottedella loro «avventura». E l’hanno trascorsaall’aperto, nella spianata di Marienfeld,dove si è svolta la veglia di preghiera conil Papa. Oggi pomeriggio, al termine dellaMessa celebrata sempre da Benedetto XVI,inizieranno le operazioni di rientro aBologna. Marienfeld si trova a circa 20 chilometrida Colonia e i giovani torneranno in città

I utilizzando in parte navette e in partemezzi pubblici. Si prevede che arrivino nel tardopomeriggio a Colonia dove, dopo averrecuperato il bagaglio, troveranno i 14pullman che li riporteranno direttamentein Italia. I circa 350 giovani che viaggiano con iltreno speciale si sono portati a Marienfeldlo zaino e troveranno il treno per Bolognaa circa 6 chilometri dal luogo dellacelebrazione.

Sulla via dei Magi: l’esperienza di Davide

ra i 2000 giovani bolognesi partiti perColonia non ci sono soltanto quelliorganizzati dalla diocesi ma anche

molti che sono andati con movimentiecclesiali e gruppi diversi. Abbiamointervistato, nel corso della settimana, unodi loro: Davide Forbicini, 30 anni, partito colgruppo delle comunità Neocatecumenali,composto in tutto da 300 giovani, dei qualiuna cinquantina bolognesi.

T

Davide, come vi state preparandoall’incontro con il Papa?Martedì siamo stati a Dachau, abbiamovisitato il campo di concentramento eabbiamo cantato le Lodi. È stataun’esperienza toccante, difficile dadimenticare. Ieri invece, a Berlino, abbiamofatto le «missioni» in strada. Cosa significa? Che cosa avete fatto?In pratica ci siamo fermati in una piazza ealcuni fra noi hanno raccontato la loroesperienza di fede al megafono, con latraduzione in tedesco. Hanno raccontato atutti quelli che passavano per la piazza checosa aveva fatto il Signore nella loro vita,come l’aveva cambiata. E i passanti come reagivano?Molta gente si è fermata incuriosita, alcunisono venuti a chiederci chi eravamo e cosafacevamo a Berlino. Siamo riusciti a stupirli,credo. Tanta gente che si muove verso una

In cammino come i Magi; tu che donoporti a Colonia?Io spero di portare, come ha detto il nostroArcivescovo nel suo messaggio, la mia libertàin dono a Cristo. Che ne faccia ciò che vuole,che ispiri lui il mio cammino. Se non altroperché sono convinto che lasciando fare aCristo la mia vita non potrà che migliorare.

Michele Zanni

Parla un ragazzo delle comunitàNeocatecumenali: «Sono qui a Colonia per portare la mia libertàin dono a Cristo. Perché sonoconvinto che lasciando fare a Lui le cose non potranno che migliorare»

stessa meta, cantando,ballando e portando laparola di Dio si nota perforza, è un segno tangibile.Perché sei partito? Qualisono i motivi che ti hannospinto?Io sono stato anche aToronto e in questi giorni hoavuto la riprova che questaesperienza mi dà lapossibilità di avere unincontro con Cristo. Ci sono moltedomande ancora aperte nella mia vita,domande che aspettano una risposta checredo potrò ottenere in questopellegrinaggio. È un momento importanteda cui mi aspetto chiarezza per il mio futuro,sapendo che Dio può darmi queste risposteperché già in passato ha saputo cambiare lamia vita.

la logistica

Un’edizione specialedi «12 Porte»La campana e il palco papale a Marienfeld

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A Cento si celebra il centenario delle agostiniane

uest’anno si festeggia il primocentenario della presenza dellemonache agostiniane a Cento, nellMonastero agostiniano «Corpus

Domini». Le celebrazioni per questoanniversario cominciano sabato 27 agosto conla celebrazione eucaristica presieduta damonsignor Benito Cocchi, arcivescovo diModena, alle 7 nella chiesa del monastero. Lecelebrazioni proseguiranno poi nei mesi

Q

seguenti con la presentazione del libro cheracconta la storia del comunità monastica(2 settembre, ore 21), una Messa solennepresieduta dall’arcivescovo di Bologna,monsignor Caffarra, il settembre e con varialtri appuntamenti che si protrarrannofino alla fine di novembre.La comunità monastica centese ha originipiuttosto antiche che affondano le radiciin territorio modenese. Nel 1815 infatti, ilvescovo di Modena e il duca d’Estedecisero di unificare i due monasteri diSan Geminiano e Corpus Domini dandovita ad un unico cenobio. Nel 1866 undecreto del Regno d’Italia dichiaravasoppressi gli ordini religiosi e costringevala comunità ad abbandonare il Monastero.Dopo numerose traversie e difficoltà, nel1905, le tredici monache del CorpusDomini rimaste trovarono finalmenteasilo a Cento, a due passi dalla Collegiata

di San Biagio, nella casa che per alcunianni aveva ospitato una comunità delleServe di Maria di Galeazza. La madre superiora suor Giuliana ricordache il monastero del Corpus Domini nel2005 festeggia un doppio anniversario:«Un dono, forse il più grande, che ilSignore ha concesso alla nostra comunità -spiega infatti - è quello dell’AdorazioneEucaristica quotidiana nella nostra chiesa:da 50 anni, infatti, ogni giorno, ilSantissimo Sacramento vi è solennementeesposto. Al centenario della nostrapresenza a Cento, aggiungiamo così i 50anni di adorazione eucaristica perpetua.Quale è il vostro rapporto con Cento econ i suoi abitanti?I fedeli, centesi e non, hanno semprefrequentato la nostra piccola chiesa.Sicuramente punti a favore sono l’esseresituate in centro, il clima di raccoglimento

che si respira nella cappella e ilfatto che la chiesa sia sempre apertadurante il giorno. Molto numerosi,infatti, sono coloro che, schiacciatidai ritmi frenetici della vitamoderna, entrano per qualcheminuto di preghiera, a qualsiasi oradel giorno.Cosa significa per voi questo anni-versario?Celebrare questi due anniversari significa pernoi fare memoria, cosa importante in untempo che tende a dimenticare troppofacilmente e a non considerare che le radici dacui si proviene sono parte della propriaidentità e danno un impronta al futuro che sicostruisce. Un albero senza radici si secca, ciha ricordato poco tempo fa Papa BenedettoXVI. La storia, per chi la sa leggere, è sempremaestra di vita.

Michele Zanni

Nel 1905, dopo le traversiedelle soppressioni napoleoniche, le monache trovarono asilo nellaCasa che è divenuta il Monastero del Corpus Domini. Celebrazioni da sabato 27 fino a novembre

L’Arcivescovo al Villaggio «Pastor Angelicus»:un incontro gioioso e ricco di spunti di riflessioneDI MASSIMILIANO RABBI

ono le 9,30 e le campane suonano a festa,annunciando una giornata speciale: laChiesa celebra la solennità

dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. AlVillaggio senza barriere «Pastor Angelicus», inquesta solennità l’aria che si respira è anchearia di trepidante attesa, per la seconda visitaannuale dell’arcivescovo monsignor CarloCaffarra.Il clima sembra essere più autunnale cheestivo, e la fitta pioggia ci obbliga ad accoglierel’Arcivescovo all’interno dell’edificiocomunitario, dove 250 persone riscaldanol’ambiente. Dopo il saluto a tutti gli amici insituazione di handicap e ai loro familiari, nellacelebrazione eucaristica, commentando ilVangelo, l’Arcivescovo ci ha sapientementecondotti alla scuola di Gesù e di Maria. Allaliturgia eucaristica abbiamo unito la «festa

Sdegli anni H», voluta da don Mario, con laquale Egli desiderava evidenziare chel’handicap di per sé non è un valore, ma lodiventa se la persona lo accetta e lo offre alSignore nella fede, nella speranza e nella carità.Questa intenzione è stata espressa durante laprocessione offertoriale da tutti gli amici conhandicap, che hanno offerto al Signore i loroanni di handicap e la loro vita portandoall’altare un mazzolino di fiori.Al termine della celebrazione, la comparsa diun timido sole ci ha permesso di intrattenercicon l’Arcivescovo per la tradizionale preghieradavanti a Maria Assunta in cielo; qui siamostati invitati ad unire due intenzioni dipreghiera: la prima per i duemila giovanibolognesi che sono partiti alla volta diColonia, per incontrare il Papa, perchémonsignor Caffarra ha detto: «sono sicuro chefra di loro il Signore chiamerà qualcuno alsacerdozio e alla vita consacrata»; la seconda

per tutte le famiglie, inparticolare per quelle doveci sono divisioni, perchétoccate dalla grazia delSignore riscoprano labellezza e la serietà dellachiamata che il Signore haloro rivolto.L’incontro conl’Arcivescovo, è per l’Operadel Villaggio e per laComunità dell’Assunta unaoccasione per crescerenell’appartenenza ecclesiale che don Mario havissuto personalmente e desiderato per ilVillaggio. L’appuntamento più atteso dallaAssociazione di fedeli «Comunità dell’Assunta»e dagli amici del Villaggio, non ha mancatoanche quest’anno di ricolmarci di gioia e dioffrirci tante indicazioni e spunti di riflessioneper la nostra vita e per la vita della Comunità.

Verso San Luca,nel «salotto»della VergineUn pellegrino racconta le impressionisalendo lungo il portico, «cordoneombelicale» fra la città e il SantuarioLa Basilica di S. Luca; al centro, il punto di arrivo del portico che la unisce alla città

DI TARCISIO ZANNI

ologna - lo sanno tutti - ha unsalotto che nessun altro può vantare,ineguagliabile per ampiezza e

peculiarità culturale. La sua ampiezza simisura in chilometri, la sua peculiarità ètutta dovuta all’Ospite. Per valorizzare ilcontenuto amichevole e protettivo diquesto salotto, bisogna, a mio parere,aspettare una giornata di pioggia eraggiungere porta Saragozza senzaombrello, a costo di bagnarsi un po’.Lasciato alle vostre spalle il «Cassero»,chiedete «permesso» se volete entrandoall’asciutto nel bel portico che vi sta difronte. Da lì, fin sull’abside della Basilica,dove potrete rendere omaggio allaPadrona di casa, camminerete sotto ununico tetto, che si snoda da quel punto,senza soluzione di continuità sempre lostesso, per culminare nella sua ultimatranche: la cupola luminosa che incoronal’icona di Nostra Signora. Se non sietetroppo distratti e se chiudete gli occhi unattimo, vi parrà già di vedere lo sguardo,severo e dolce insieme, di chi vi staaspettando all’altro capo del porticato. Si capisce, la Madre di Dio è una ed èsempre la stessa ovunque, ma infinitesono le teologie con le quali l’iconografiane parla, che, come i trattati e le prediche,non sono tutte ugualmente apprezzabili.Chi ha dipinto qui (si suppone S. Luca emagari è proprio vero!) ha fatto unastraordinaria omelia, che risuona ancora,sulla Madre «abscondita sed sempersollicita». Entrando in casa sua, a PortaSaragozza, si sente già la protezione diquesto sguardo forte. Non c’è posto pervoli poetici o «sdilinquimenti»...questa è

Buna madre seria, «quadrata», proprioquanto accogliente e dolce. Anche il porticato della sua casa è un po’in questo stile. All’inizio la città fatica asepararsene e sbucano, sempre più rariperò, negozi e bar. Le colonne sono giàpiù consapevoli e filano diritte, senzadistrazioni verso la meta. Ave Maria. Certosi può iniziare anche al Meloncello asalire e molti lo fanno, ma, chissà perché,mi viene da pensare che si perdanoqualcosa. Forse é lì, tra Saragozza e ilMeloncello, il posto giusto per i misteridella luce!E’ tuttavia alle prime salite che i fruitoriintenzionali del salotto bolognese restanosoli. Ci sono quelli che corrono e nonhanno tempo per chiacchierare e ci sonole signore, in tenuta da «impresa sportiva»,che, invece, per chiacchierare ci sonovenute apposta, particolarmente liete dipoterlo fare dimagrendo...o sperando didimagrire. Ci sono le «badanti» dell’est, inlibera uscita, che salutano i misteri con iloro segni di croce «ecumenici». Poi cisono i bimbi che contano gli scalini e leragazzine che dicono «cioè!». Ci sono

asiatici e nord africani, con l’aria diapprezzare soprattutto l’attrattiva gratuita.Ci sono quelli che dicono quietamente ilRosario, senza disturbare, e, raro ormai,c’é chi vuole un suo miracolo a tutti i costie sale in ginocchio baciando la terra.Un piccolo miracolo intanto c’é già, ed éche nessuno é fuori posto nella casa diNostra Signora. Perfino i graffiti trovanoospitalità. Si intravede passando «chi haamato chi» nel 1967 ed i «TVB»,probabilmente già scaduti come gliyogurt, dei ragazzini delle medie. C’èaddirittura chi vuole che venga distrutta(chissà perché!) «Nocera Inferiore» e chiritiene che Marco sia «figo». Non sapreipensare il salotto bolognese lindo e pulitocome una stanza da ospedale. E credo nonpiacerebbe, se non così, neanche allaPadrona di casa. Solo le bestemmie vannopietosamente cancellate: si sa chi le hascritte, e non era invitato.Gli affreschi dei misteri sono sbiaditi:basta indovinare. È Gesù che discute con idottori? È l’Ascensione o l’Assunzione? LaCrocifissione è chiara: Ha tanto amato ilmondo!In cima, per chi lo cerca con ansia e ancheper chi non lo ha mai incontrato, c’é ilpremio: uno sguardo dolce e severo e unbambino tenuto teneramente allaguancia. Lui é più forte di tutto: ha vinto!Si scende più ottimisti. Potrà perdersicompletamente una città così protetta?Forse si, ma certamente ha qualche chancein più di salvarsi! Intanto ci sono i Misteridella luce da sistemare. Io li vedrei bene insinuarsi condiscrezione tra il Meloncello e Saragozza,nel cuore della città, che, di luce, sia dettosenza offesa, ha più bisogno che mai.

Chiesa Nuova, i giovani sulla via di Francescoa parrocchia di S. Silverio di Chiesa Nuova haorganizzato, per il 2005, ben 12 campi estivi. «Abbiamo

varie tipologie di campo» spiega il parroco, don AdrianoPinardi «i campi scout, i campi riservati alle famiglie, quelliper i ragazzi delle scuole medie e quelli con l’Azionecattolica». «Io ho seguito il reparto di scout a Montese»prosegue don Adriano «Per 13 giorni hanno fatto una vitache definirei "essenziale". Ho dormito in tenda come loro,ho assaggiato i piatti che loro stessi preparavano e,soprattutto, ho portato la parola di Dio, per fare sì che lacatechesi non fosse solo una delle attività ma il filoconduttore dell’intera esperienza». Nel frattempo, ungruppo di ragazzi di 18 anni è partito per il campoitinerante, organizzato dall’Azione Cattolica, denominato«Norcia-Assisi». Daniele Preda ha 26 anni ed è il catechistache ha guidato questo gruppetto, insieme a unacinquantina di ragazzi provenienti da altre parrocchie: «Ioavevo già fatto questa esperienza da diciottenne nel ’97 eposso dire, a distanza di qualche anno, che la fatica è

sempre la stessa. Abbiamo camminatomoltissimo, in alcuni casi abbiamo dormitoall’aperto ma di certo ne è valsa la pena.Perché abbiamo percorso un camminosuggestivo, venendo a contatto con i luoghisanti in cui vissero S. Francesco e S.Benedetto. Durante il cammino poiabbiamo visto i luoghi segnati dalterremoto del 1997 e la gente che viveancora nei container: si tratta diun’esperienza forte, che fa riflettere». «Nonso quante risposte abbiano ottenuto iragazzi da questo campo» racconta ancoraDaniele «di certo sono tornati con qualcheinterrogativo in più, con qualche domandache non si erano mai posti. Io credo chequesto sia un fatto positivo». Conclude: «Èun’esperienza faticosa ma che "riempie",sono convinto ne valga la pena». (M.Z.)

L«In cima, per chi lo cerca e anche per chinon lo ha maiincontrato,c’è il premio:uno sguardodolce e severo e un bambinotenuto vicinoalla guancia»

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Piazza del Guercino a Cento

L’arcivescovo monsignorCaffarra in due momentidella sua visita alVillaggio «PastorAngelicus», lunedì scorso:a sinistra, durante laMessa, qui sopra, siintrattiene con gli ospiti

La Collegiata di San Biagio di Cento

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Don Baldassarri dal Seminario a parroco di montagnaDI MICHELE ZANNI

e parrocchie di Gaggio Montano,Bombiana e Querciola salutano donRemo Borgatti e si preparano ad

accogliere don Angelo Baldassarri,nominato nuovo parroco delle trecomunità. Siamo andati a conoscere donAngelo.Ci racconti il suo cammino fino ad oggi.Ho 33 anni e sono stato ordinato sacerdotenel 1997. Fino ad oggi ho prestato serviziopresso il Seminario Arcivescovile come viceRettore con i ragazzi delle superiori e poicon il gruppo di propedeutica, cioè ilgruppo dei giovani che chiedono di entrarein Seminario e che fanno un periodo dipreparazione prima di entrare in Teologia.Accanto a questo ho svolto attivitàvocazionale con ragazzi di varie età.Quali sono le sue impressioni riguardo la

Lsua nomina e al conseguente cambiamen-to di ruolo?Sono molto contento perché credo sia unpassaggio molto importante per la mia vitasacerdotale. Senza dubbio ci sono moltecose che devo imparare perché fino ad oggiho fatto solo qualche servizio in parrocchiacome officiante. Tante cose sono nuove perme.Cosa porterà della sua esperienza in Se-minario?L’esperienza significativa del Seminario èquella di vedere che il Signore incontra lavita delle persone e le può coinvolgere tantoda spingerle a dare tutto per lui. Questo miha sempre dato molta forza. L’altra cosa chemi ha insegnato il Seminario è l’importanzadi fare le cose in collaborazione con altripreti: qui non ho mai lavorato solo, hosempre portato avanti ogni compito e ognimissione insieme alla comunità. Spero

dunque di poter collaborare con i pretidelle parrocchie vicine portando avanti unprogetto comune, come so che già avvienein quella zona.Quali sono i suoi progetti per questa nuo-va missione?Il progetto è conoscere le persone e ilcammino cristiano che già si sta facendonelle diverse comunità. Il primo obiettivo èquindi proprio quello di vedere, diconoscere.Si presenti ai suoi nuovi parrocchiani.Credo avranno modo di conoscermi. Iodesidero mettermi in continuità con ilpercorso tracciato da don Remo. So che inqueste parrocchie, e in particolare a Gaggio,l’opera di don Remo ha suscitato moltoentusiasmo nella comunità e spero chequesto entusiasmo possa continuare. Sonosicuro che guardando alla disponibilità ecoraggio con cui don Remo ha detto «sì»

alla richiesta del Vescovo a spostarsi dopopoco tempo per un nuovo servizio nellaparrocchia del Fossolo, possa far crescere intutti il desiderio di spendersi con ancor piùdisponibilità e generosità per il bene ditutta la Chiesa.

La parrocchia delle Due Torri in festaCelebrazioni liturgiche e... porchetta

a qualche anno - sottolinea ilparroco monsignor Stefano Ottani -celebriamo la festa del nostro

patrono S. Bartolomeo nel giorno esatto in cuicade, anche se feriale: questo per farci guidarepiù dalla liturgia che non dall’opportunitàlegata alle vacanze di tanti bolognesi in questoperiodo. Da quando poi abbiamo rilanciato alfesta, ci siamo resi conto che anche in questigiorni agostani a Bologna ci sono tante persone:e pensiamo che sarà così anche quest’anno».«Per Bologna - prosegue monsignor Ottani - lafesta di S. Bartolomeo è sempre avuto unagrande importanza, e ha infatti una tradizionecentenaria, anche se è stata interrotta daNapoleone nel 1797. Il significato che vogliamoattribuire a questa festa è anzitutto quello dilodare il Signore per quanto ha compiutonell’Apostolo Bartolomeo, cioè il dono delVangelo, e ricordarci che sempre la Chiesa èapostolica, cioè sempre le è affidata la missione

di annunciare il Vangelo a tutte le genti. Edall’annuncio del Vangelo viene la salvezza chesi esprime nella festa». «C’è poi l’aspettoconviviale della distribuzione della porchettacon pane e vino - dice ancora il parroco - anchequesta una tradizione antichissima e di grandeimportanza per la nostra città, della quale cipreme sottolineare il valore storico e anchesimbolico. Valore sottolineato dal recente librodi Lorena Bianconi che presenteremo durante lafesta: un momento di riconciliazione dopo iguasti che precedettero l’origine storica diquesta festa. Il libro ipotizza addiritturaun’origine antropologico-mitologica della festa,per la quale la celebrazione di S. Bartolomeosarebbe la cristianizzazione di una festa delcambio di stagione, con l’affidamento a Cristo enon più a una generica divinità della possibilitàdella vita per l’uomo. Ma a noi interessasoprattutto il significato cittadino della festa: laChiesa come germe di unità per la città». (C.U.)

Il programmaercoledì, 24 agosto, lacomunità parrocchiale

dei Ss. Bartolomeo e Gaetano,sotto le Due Torri, celebra lafesta del patrono S. Bartolo-meo. Le celebrazioni avrannoinizio alle 12 con la Messa se-guita dalle litanie e dalla be-nedizione con la reliquia delSanto. Alle 18.30 Messa solen-ne presieduta da monsignorMario Cocchi, vicario episco-pale per la Pastorale integrata.Seguirà, alle 19.30, sotto il por-tico di Strada Maggiore, la di-stribuzione gratuita della por-chetta con pane e vino. Alle20.30, in Piazza Ravegnana,presentazione del volume diLorena Bianconi «Alle originidella festa bolognese della por-chetta ovvero S. Bartolomeo eil cambio di stagione». Alle 21spettacolo degli artisti del Cir-co italo-brasiliano.

M

Un particolare della reliquia di san Bartolomeo

Don Angelo Baldassarri

In Armenia,sulle tracce di BartolomeoLa comunità dei Ss. Bartolomeo eGaetano si è recata in pellegrinaggionella terra evangelizzata dal patronoUn momento della recita del «Padre Nostro» con il catholicos degli Armeni. In basso, la Messa con la parrocchia di S. Andrea

DI CHIARA UNGUENDOLI

er seguire le orme del suo patrono, S.Bartolomeo, «la parrocchia dei SantiBartolomeo e Gaetano - spiega il

parroco monsignor Stefano Otttani - hasvolto, dall’8 al 16 agosto un pellegrinaggioin Armenia. Qualcuno infatti sa cheBartolomeo è uno degli apostoli, ma pochisanno che è l’apostolo degli armeni, che haportato il Vangelo ed è poi morto martireproprio in Armenia. Per questo, già datempo avevamo avviato contatti con laChiesa armena. Siamo andati a visitarel’Isola degli armeni a Venezia, abbiamoscoperto che a Bologna c’è una cattedra dilingua e letteratura armena e abbiamocostituito una borsa di studio per unostudente armeno nella nostra Università eabbiamo accolto nel novembre scorso ilPatriarca armeno cattolico. Infine, abbiamointrapreso questo viaggio».Qual è stato il momento più significativo?Certamente l’incontro con il catholicos (cioèil capo) di tutti gli armeni, sua santitàKarekin II. Il pellegrinaggio infatti è natosoprattutto per fare visita a lui: il quale ci haricevuto domenica 14, immediatamenteprima di celebrare quella che per loro è lafesta dell’Assunzione. Con un gesto digrande ospitalità Sua Santità ci ha voluto nelcatholicosato, alcuni sacerdoti ci hanno fattovisitare questa sede e i grandi tesori checonserva. Noi gli abbiamo portato dei doni,gli abbiamo consegnato una letterapersonale dell’arcivescovo monsignorCaffarra e lui ci ha sorpreso con il dono diuna bellissima icona che rappresenta quelloche gli armeni chiamano «il donodell’alfabeto» e del quale quest’annofesteggiano il 1600esimo anniversario.

PDopo essere diventati cristiani, nel 301 d.c.,la liturgia era infatti ancora celebrata parte insiriaco e parte in greco; allora quelli che lorochiamano i «santi traduttori» hannoelaborato un alfabeto originalissimo con cuihanno potuto tradurre la Bibbia esoprattutto hanno potuto mettere periscritto la loro liturgia. Loro considerano le36 lettere del loro alfabeto i «soldati» con cuihanno difeso la loro fede e la loro identitànazionale e ne sono molto fieri.Altri momenti significativi?Certamente la visita alle meravigliose chiesee complessi monastici, molti dei quali ormaibisognosi di restauri, che mostrano lagrandezza e anche il travaglio di questopopolo. I monasteri sono tutti costruiti traVII e XIII secolo e sono la dimostrazione diun tempo di grande splendore. Poi,l’invasione araba prima, quella ottomanapoi e infine quella sovietica, hanno portatoun periodo di grandissima sofferenza, al cuiapice sta il genocidio del 1915 con il qualesu 2 milioni e mezzo di armeni, un milionee mezzo è stato massacrato dai turchi.L’Armenia vive oggi una sorta dirinascimento che è cominciato conl’indipendenza nel 1991. Il catholicos ci ha

parlato con enorme gratitudine della visitadi Giovanni Paolo II nel 2001. Da allora lerelazioni con la Chiesa cattolica sonodiventate del tutto fraterne. Per voi cosa ha significato il pellegrinag-gio?Noi volevamo prima di tutto prenderecontatto con questa terra evangelizzata daBartolomeo per documentare come gliapostoli abbiano preso sul serio il comandodi Gesù «andate in tutto il mondo eannunciate il Vangelo ad ogni creatura». Lamissione ancora oggi ci invita a metterci incammino, anche in senso fisico. Si deveriscoprire l’evangelizzazione comecaratteristica essenziale della Chiesa. Poisiamo andati a scoprire la storia davverounica di questo popolo: è rimasto semprecristiano benché circondato dall’Islam.Riflettere su questa storia di fedeltà allapropria identità cristiana, che sentono comeun tutt’uno con la propria identitànazionale, ci porta a capire che si deverimanere fedeli al Vangelo anche insituazioni non facili, anche quando tuttoattorno va in un’altra direzione. Ci ha anchedato la possibilità di godere di una Chiesasorella che pur essendo diversa per lingua,tradizione e liturgia, condivide con noi lastessa fede in Dio Padre, Figlio e SpiritoSanto. Questo vuole aprire anche prospettiveper il futuro: ho invitato il catholicos aBologna, ha detto che prenderà inconsiderazione l’ipotesi. Non solo: inArmenia ci siamo incontrati con un altrogruppo di bolognesi di S. Andrea della Barcache erano là pellegrini, e abbiamo celebratoinsieme la Messa in un monastero. È statoun momento molto forte di comunione. Eanche don Riccardo Pane è in procinto diguidare un pellegrinaggio in Armenia.

Renazzo, un campo fruttuosoa parrocchia di S. Sebastiano di Renazzo, anchequest’anno ha organizzato un campo estivo dedicato ai

ragazzi che si preparano alla cresima. Si è trattato, per laverità, di un campo «multiparrocchiale» organizzato daiServi di Maria che ogni anno ospitano ragazzi provenientida varie zone d’Italia presso il Santuario della Madonna diPietralba, in provincia di Bolzano. Il campo, dedicato airagazzi di quinta elementare e prima media, si è svoltonella settimana tra il 2 e il 9 luglio e ha coinvolto laparrocchie di Renazzo e altre due parrocchie, una diMilano, l’altra della provincia di Treviso. Abbiamo chiesto auno degli animatori, Eugenio Curati, di raccontarci la suaesperienza e le sue impressioni.Signor Curati, cosa crede abbiano imparato i suoiragazzi in questa settimana?Io credo ne abbiano guadagnato soprattutto in aperturaverso gli altri. I ragazzi hanno sentito molto forte l’amiciziaper ragazzi che prima non conoscevano.

Ma quale è il valore aggiunto di un campoparrocchiale rispetto ad un campo estivoqualsiasi?L’intera esperienza si svolge in un contesto diconoscenza religiosa. Questo campo nonnasce come episodio, come semplicevacanza, è inserito in un percorso dicatechismo cominciato qualche anno fa eche li conduce al momento della cresima.Quale è il collegamento tra catechismosettimanale e campo estivo?Una settimana intera a contatto con ragazzidiversi, a volte simpatici, a volte meno, èl’occasione ideale per dimostrare di avereappreso gli insegnamenti del catechismo.Nel campo estivo vengono vissuti i valori diamore al prossimo, di condivisione, diamicizia. Viene attualizzata, io credo, laparola di Dio. (M.Z.)

L«Così latestimonianzadi quel popolo -dice il parrocomonsignorStefano Ottani -ci insegna cheoccorre restarefedeli al Vangeloanche in mezzoalle difficoltàpiù gravi»

Mi porrò sulla strada già segnata da don BorgattiL’esperienza che ho maturatomi insegnerà a lavorare insieme con gli altri sacerdoti,come so che già avviene in quella zona. Ma il primo impegno sarà imparare a conoscere la gente del posto

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Il matrimonio, cammino dell’io nel popolo cristiano

atrimonio. Cammino dell’io nel po-polo» è il libro che don GiorgioZannoni, docente di Diritto Cano-

nico all’Istituto di Scienze religiose di Rimini egiudice del tribunale ecclesiastico Flaminio,presenterà mercoledì 24 agosto al Meeting diRimini.Il titolo è davvero originale. Cosa significa?Sposarsi è ragionevole? Il titolo dice le due chia-vi per dire il matrimonio in modo adeguato al

desiderio dell’uomo. Primo,«cammino dell’io», non sin-tonia di coppia. «Coppia» e-voca un adattarsi, un volon-taristico reciproco appiattir-si. L’unità viene dalla certez-za che condividere la vita è lavia alla verità di sé, al propriodesiderio umano. Questo si-gnifica che il matrimonio èvocazione. Secondo, il «po-polo»: perché la finalità è laChiesa, perciò genetica di-

M« mensione del patto. A partire da sé lui e leinon sanno dire la ragione del loro incon-tro. Il senso del legame è posto non da lo-ro due bensì dal Mistero: l’esserci del popolocristiano. È obbedendo al compito genera-tivo/educativo che l’io cammina verso il suoDestino, diventa persona. Anche a 30/40anni è difficile decidersi. Ci si ferma al con-vivere, legame sotto condizioni, non verodono di sé, non legame vero. Non sor-prende. Fa paura affidarsi all’altro, fragilecome se stessi. E la volontà, il sentimento,non tiene.Lei ha scritto un altro libro in cui si par-la del matrimonio «nel crocevia tra dog-ma e diritto» e dell’amore come «avveni-mento giuridico». Quale il rapporto fra idue libri?Il nesso tra i due lavori è sostanziale ma èpure netta la diversità. Dopo Giovanni Pao-lo II - la «teologia del corpo»: l’uomo nonha ma «è» corpo - si può liberare l’amore daiceppi della giuridicità astratta impersonale,

sorta dal 1600. Il patto coincide con «l’e-vento duale» dotato appunto di forza giu-ridica. Il libero dono di sé pone quel «fat-to» che muta l’io di lui e di lei in senso spon-sale. L’abbraccio, non la norma, apre alledimensioni coniugali. Non c’è dislivello nelpatto tra natura sacramentale ed elementogiuridico. L’altro volume ha pretesa scien-tifica di rivisitare l’istituzione matrimoniotuttora sottomesso alla misura della mo-derna ragione razionalistica oggi vacillante.Purtroppo spesso negli ambiti ecclesiali laproposta del matrimonio va in senso bibli-co («patto») ma resta sostanzialmente spi-ritualista. Questo volume si propone stru-mento formativo-pedagogico circa l’amoreQual è la finalità del libro?Lo ritengo utile per coniugi e fidanzati at-tenti a sé e coloro che guidano i corsi pre-matrimoniali. Un orizzonte propositivo.Quindi ha conseguenze educative di cui èresponsabile chi «tratta» con dei giovani. (C.U.)

Un Meeting dedicato alla libertà

L’attore e regista Franco Branciaroli durante le prove dello spettacolo «Don Chisciotte» che aprirà il Meeting di Rimini

«Ho voluto fare qualcosa didiverso - spiega l’attore e regista - perché le interpretazioni da meviste a teatro e al cinemanon mi convinconoE voglio che emerga quelloche sosteneva Unamuno: alla fine Chisciotte delude,perché rinuncia al suo sogno, e si assiste invecealla "chisciottizzazione" di Sancho Panza»

L’ultimo libro del neonatologoparla dei bimbi downDomani la presentazione

l regista e attore Franco Branciaroli e ilMeeting di Rimini si conoscono e sifrequentano da anni. Quest’anno il

Meeting gli ha commissionato lo spettacoloinaugurale, che si svolgerà presso l’Arenadella Fiera Nuova oggi alle 21.45. E la pieceteatrale non poteva che essere unadattamento del Don Chisciotte diCervantes. Gli abbiamo chiesto lemotivazione dell’impegno con questo testo.«Ho voluto fare qualcosa di diverso perchétutti i Don Chisciotte da me visti a teatro eal cinema non mi hanno mai convinto.Dovendolo fare ho pensato che la libertàper Chisciotte è tutto quello che fa. Quandoperò alla fine abdica dal suo sogno, eglidelude. La libertà di Chisciotte è l’uomo cheva oltre i confini della mera apparenza.Quando vi rientra delude. Infatti il grandecritico letterario del Novecento Miguel deUnamuno, dice che il romanzo celebra la

I "chischiotizzazione" di Sancho, quandoalla fine è lui che porta lo stile di vita delcavaliere errante nel mondo, avendo DonChisciotte abdicato a questo ruolo».«Se è impossibile adattare il romanzo alteatro - prosegue l’attore milanese - perché ilteatro che c’è dentro al Chisciotte è alservizio dell’azione romanzesca e spessocosì i due personaggi diventano caricature,bisogna far entrare in scena l’autore. Inscena perciò c’è Cervantes, Unamuno chepolemizza con lo scrittore spagnolo - loriteneva infatti un scrittore mediocre - el’autore dello spettacolo, cioè io. Visto chenessuno può avvicinarsi, a mio parere, ainterpretare il personaggio mitico qual èChisciotte, ho pensato di introdurre sulpalcoscenico tre coppie parodiche, Totò-Peppino, Stanlio-Olio, Gassmann-Bene; aglispettatori poi scoprire chi è Chisciotte e chiSancho, oltre a dare un giudizio». (A.M.)

DI ALESSANDRO MORISI

l Meeting di Rimini, intitolatoquest’anno «La libertà è il bene piùgrande che i cieli abbiano donato agli

uomini» è da sempre il frutto di una equipeal cui vertice è la presidente EmiliaGuarnieri Smurro. Per questo l’abbiamoincontrata.Qual è il significato del titolo?Il titolo per noi è anche il tema. La libertàcome un dono, il più grande proprio perchéattraverso di essa gli uomini sperimentanola loro grandezza, la tensione all’infinito,

proprio perché la libertà porta l’uomo aprotendersi verso il tutto, rendendosi contodi quanto infinita sia la sua tensione.Quest’anno sarà don Julian Carron,presidente Fraternità di Comunione eLiberazione, dopo la scomparsa di don LuigiGiussani, a spiegare le implicazioni umane ecristiane del tema, domani alle 17.00.Qual è il clima quest’anno, dopo i recentiavvenimenti ecclesiali?Il significato per noi è sicuramente lacontinuità e una grandissima responsabilitàche penso ancora di più sentiamo. Non soloper i fatti recenti come la scomparsa di donGiussani e di Papa Wojtyla, ma anche per ilcontesto in cui ci troviamo,nel quale ladomanda di un senso alle cose, di unasperanza nella vita, oggi èsicuramente più intensa, nelsenso drammatico deltermine. Per tutto quello cheè successo e per quello che stasuccedendo.La vita della Chiesa è temadi primo piano al Meeting.Come ne tratta questa edi-zione?In primo piano avremo laprima visita di monsignorCarlo Caffarra in qualità diarcivescovo di Bologna, poi lapresenza del Primate diUngheria, il cardinale PeterErdo, dell’arcivescovo diDublino monsignorDiarmuid Martin, delpresidente del PontificiumConsilium pro Laicismonsignor Stanislaw Rylko diritorno dalla Gmg di Colonia

Ie dello stato maggiore del PontificiumConsilium de Iustitia et Pace (il presidentecardinale Raffaele Matino e il segretariomonsignor Giampaolo Crepald). Avremoun momento di ricordo della grande figuradi Giovanni Paolo II con il direttoredell’Osservatore Romano Biagio Agnes,introdotto da don Carron. Importante è latestimonianza del vescovo rumenomonsignor Virgil Bercea, dal titolo «L’odiodel mondo».Infine l’intervento di un vecchio amico delMeeting, il vescovo di San Marino -Montefeltro monsignor Luigi Negri.Il Meeting è nato nel 1980. Che strada ave-te percorso in questi 25 anni ?La strada, umanamente, direi che ha duecoordinate. La prima è l’amicizia tra chi fa ilMeeting, che nasce da una realtàcomunionale, da un gruppo di persone enon pensieri singoli. L’altro fattore è unconcreto e attento rapporto con la realtà; iocredo che le cose più vere si generino conquesta modalità di esperienza.Il lavoro dei volontari, che aumentano co-stantemente tutti gli anni, che significatoha?Il lavoro è svolto da persone cheprovengono da molti paesi e da tutti icontinenti. La realtà di chi - non più giovanema affermato artigiano e padre di famiglia,dalla Brianza o dal sud del nostro paese -dedica parte delle sue ferie per lavoraregratuitamente al Meeting, sta crescendo;questo per sottolineare l’esperienza che si èincontrata nella vita e testimoniare unavolontà di costruire. Per finire voglio citare ilgrande impegno della CdO e dellaFondazione della Sussidiarietà chequest’anno gestiscono gli approfondimentidei cicli social-economici «Nuova OfficinaPopolare», «L’innovazione per un nuovosviluppo» e «Sulle ali della libertà».

Gli appuntamenti della 26ª edizioneimini non è solo città del mare e del divertimento not-turno, ma dal 1980 è anche Meeting per l’amicizia tra

i popoli, kermesse di politica, cultura, vita ecclesiale, eco-nomia e sociale, giunta alla XXVI edizione, alla Fiera Nuo-va da oggi a sabato 27. I padiglioni ospiteranno mostre -tra cui quelle sulla resistenza cattolica tedesca al nazismo,sui luoghi e i maestri della scienza nel Medioevo, sul geniodi Mozart, sul fascino educativo di Don Bosco e sulla LibertasEcclesiae come occasione di libertà per tutti - spettacoli econcerti - Variazioni Goldberg di Bach eseguite dal piani-sta iraniano Ramin Brahami, il compositore e direttored’orchestra Krzysztof Penderecki con la Vilnius Festival Or-chestra, gli Stadio, l’anteprima di «Ritorno alla vita» di E-milio Bonicelli con la regia di Martino Verdelli e le consuetetavole rotonde su politica, economia e sociale con ministrie uomini dell’establishment italiano ed europeo.

R

il programma

arlo Valerio Bellieni, neonatologo,docente al Policlinico universitario«Le Scotte» di Siena ha pubblicato

recentemente presso la Società editricefiorentina un libro che ha un titolo davverosignificativo e in un certo senso«rivoluzionario»: «La risorsa down». Saràpresentato domani alle 11.15 nella Sala C2al Meeting di Rimini. Un libro che ha avutouna lunga e complessa «gestazione»,«perché - spiega Bellieni - quando si lavoracon l’inizio della vita, ci si trova spesso difronte ad una tragica parola: accettazione. Ècome se il figlio dovesse esser passato alvaglio prima di essere riconosciuto tale.

C

Mentre è vero il contrario: il figlio "c’è" e hauna dignità indipendente dal fatto che siasolo un embrione o che sia malato. Anzi, seè malato è ancora più figlio. Questaevidenza sembra oggi scomparsa. Allora ildesiderio è di farla rinascere. È un lavoroche passa attraverso anni di incontri, difaticosa ricerca scientifica. L’anno scorsoorganizzai un congresso in Università dallostesso titolo del libro: fu una bellaprovocazione, anche perché gli operatoristessi non si erano mai posti il problemache la disabilità fosse qualcosa d’altro da unpunto nero da evitare o cancellare.Cosa significa che la disabilità può diveni-re una «risorsa»?In realtà, non «può divenire», ma «è» unarisorsa. Chiunque ha un valore che consistenell’esserci e, proprio nel modo in cuiognuno è fatto, siamo tutti un richiamo perricercare insieme il Mistero che sta dentro

tutte le cose. Il premio Nobel lo farà amodo suo, così come lo fa il Down ol’impiegato o il giornalista. In particolare, come è possibile che ciò av-venga per una disabilità così grave comela sindrome di Down?Avere a che fare con un disabile non lasciaindifferenti: allora, o si fugge o ci sidomanda su cosa veramente «io valgo». E sicapisce, si scopre che il mio valore nonconsiste in quello che produco o nellabellezza... ed è una liberazione. Scoprendoquesto si impara ad essere più attenti versotutto e verso tutti.Secondo lei, l’atteggiamento dei cristianiverso la disabilità è oggi sufficientemente«maturo», o c’è ancora da lavorare?Troppo spesso è un atteggiamentopietistico, che vuole una Chiesa «al serviziodegli ultimi», mentre non capisce che icosiddetti «ultimi» fanno parte della Chiesa

proprio come lui. Ma se si capisce che ladignità è la stessa e che il desiderio difelicità è lo stesso, allora uno diventa piùattento, più accogliente, crea momenti eluoghi di accoglienza. Questo vuol anchedire che la disabilità deve essere curata, e lapunta della ricerca sulla sindrome di Downè Sylvie de Kermadec che espone i suoiprogetti in questo libro.Com’è articolato il libro, e quali scopi sipropone?È un libro scientifico e di testimonianze:intervengono ginecologi, pediatri,psichiatri, educatori (don Benzi, PatriziaVergani, Paolo Arosio...), ma anche disabilie parenti di disabili che raccontanoesattamente questo: come la disabilità nonsia la fine della vita, ma anzi possa essere lasorgente di una rinascita. Racconti e ricercascientifica sono intrecciati perchél’operatore sanitario e l’educatore non sonosolo «fornitori di un servizio», mapartecipano al cammino del disabile e dellafamiglia. Lo scopo è vincere la«handifobia», la fobia dell’handicap.

Chiara Unguendoli

Bellieni: così la disabilità diventa risorsa

Nei dibattiti, nelle mostre, neglispettacoli si tratterà del «bene piùgrande che i cieli hanno donatoagli uomini». «Perché solo lalibertà - spiega Emilia Guarnieri -ci rende veramente grandi»

Da oggi a sabato 27 agosto alla Nuova Fiera di Rimini la grande kermesse organizzata da Comunione e Liberazione

In alto, don Giorgio Zannoni; qui accanto, l’arcivescovodi Bologna monsignorCarlo Caffarra

Mercoledì la relazione dell’Arcivescovoarà «La libertà come liberazione» il tema della relazione chel’arcivescovo monsignor Carlo Caffarra terrà mercoledì, 24

agosto, nell’Auditorium A1 della Fiera di Rimini, nell’ambito delMeeting. Introdurrà Alberto Savorana, direttore di «Tracce». Lapresenza dell’Arcivescovo di Bologna al Meeting di Rimini non ècerto una novità. Il primo è stato monsignor Enrico Manfredini, chenel corso del suo breve espiscopato bolognese, il 21 agosto 1983celebrò la Messa inaugurale. Numerose e importanti sono state poile partecipazioni del cardinale Giacomo Biffi. La prima risale aquando non era ancora Cardinale, già però arcivescovo di Bologna:il 30 agosto 1985 partecipò a un dibattito sul tema «Morte perspecializzazione» assieme a Giuseppe Minelli, docente di AnatomiaComparata all’Università di Bologna. Nel 1987, il 23 agosto, celebròla Messa inaugurale. Il 22 agosto 1989, moderatore Antonio Smurro,tenne una relazione sulla parabola evangelica de «il grano e illoglio». Il 28 agosto 1991 commentò un brano di Vladimir Solov’ev:

«Scena 4 - Il vecchioimmigrato racconta adAntigone: "Era follia per iGentili e scandalo per lasua gente, gli Ebrei. Oggi, eparlo anche di tanti chestanno dalla sua parte,vorrebbero trovargli unposto di assessoreall’assistenza"». Nel 1997, il29 agosto, trattò di «GesùCristo unico Salvatore nelpensiero di S. Ambrogio»L’ultima partecipazionerisale al 21 agosto 2000: ilCardinale parlò di «Gesù diNazareth: la fortuna diappartenerGli».

S

Branciaroli porta in scena il Chisciotte di Cervantes

Sopra, ilneonatologo CarloValerio Bellieni;accanto, lacopertina del libroda luirecentementepubblicato e che presenteràal Meeting

5Domenica21 agosto 2005

Page 6: Caffarra alla Gmg: «Cercate la Verità»

DI CARLO CAFFARRA *

a fede della Chiesa nel mistero cheoggi celebriamo è stata solennementeespressa da Pio XII nel modo seguente

: «(Maria)... per privilegio del tuttosingolare ha vinto il peccato con la suaconcezione immacolata; perciò non fusoggetta alla legge di restare nellacorruzione del sepolcro, né dovetteattendere la redenzione del suo corpo soloalla fine del mondo».La parola di Dio appena proclamata ciaiuta a penetrare colla nostra fede inquesto mistero. Mettiamoci dunque al suoascolto.1. «Cristo è risuscitato dai morti, primiziadi coloro che sono morti».Questa parola dell’Apostolo è la rispostaalle supreme domande che ogni uomo chesia pensoso del suo destino non può nonfarsi: quale è la sorte dei morti? Che cosa èla morte? È la fine di tutto me stesso? Ilmio destino finale è quel po’ di polvere cheresta nel sepolcro? A queste domande lafede cristiana risponde colle paroledell’Apostolo in due tempi, per così dire.«Cristo è risuscitato dai morti»: Gesù diNazareth, uno morto e sepolto duemilaanni fa, oggi è veramente, realmente vivocol e nel suo corpo. Non semplicementevivo nel suo messaggio; nel ricordo che diLui hanno conservato e conservano i suoidiscepoli; nel suo influsso sulla storia. No,vivo corporalmente nella sua propriaidentità personale. Dunque, almeno inCristo la morte è stata vinta; non ha dettol’ultima parola. E noi che abbiamo a chefare con questa vittoria sulla morte? Ecco il«secondo tempo» della rispostadell’Apostolo allenostre domande.Cristo risorto è«primizia di coloro chesono morti». Nellatradizione ebraica la«primizia» era il primomanipolo preso dallamesse già matura edofferto a Dio. Pertantola «primizia»rappresentava l’inizio ela certezza della messeche sarebbe stataraccolta dopo.Che la risurrezione diGesù sia una«primizia», sta adindicare che quanto èaccaduto in lui, è destinato ad accadere inciascuno di noi. La sua risurrezione non èun evento isolato: è la prima volta diquanto accadrà anche in ognuno di noi.In Cristo risorto, dunque, è stata vintaanche la mia, la tua morte: ogni morte.Fate bene attenzione: sto parlando dellapersona nella sua interezza, anche nelcorpo. Siamo cristiani se riteniamo vero ciòche l’Apostolo ci ha appena detto: «cometutti muoiono in Adamo, così tuttiriceveranno la vita in Cristo».Il fatto che Maria, anzi, il suo corpo,terminato il corso della sua vita terrena,non abbia conosciuto la corruzione delsepolcro sta a dimostrare la verità delleparole di Paolo. Il Signore ha volutorendere subito partecipe della sua vittoriala sua Madre Santissima, e così - comediremo fra poco - «ha fatto risplendere peril (suo) popolo pellegrino sulla terra, un

segno di consolazione e di sicurasperanza».2. Carissimi fratelli e sorelle, c’è qualcosadi molto grande e di molto profondo inquesto mistero dell’Assunzione al cielo diMaria; se cogliamo questo, veramente ilnostro vivere quotidiano viene trasformato.Perché Cristo non ha voluto che sua Madreconoscesse la corruzione del sepolcro?Perché era legato alla sua persona da unvincolo indistruttibile di amore, e l’amorenon può sopportare la morte della personaamata. Maria - come abbiamo sentito nelVangelo - era profondamente consapevoleche su di Lei si era posato questo sguardodi predilezione.Ella aveva fatto spazio nella sua vita, nelsuo cuore a questo amore; ne era statatrasfigurata e trasformata. Che cosa fu perMaria il «termine della sua vita terrena»? lapienezza di una vita trasformata

dall’amore. Diciamo: muore comeCristo ed in Cristo. Non poteva esserecorrotta dalla morte una tale vita.E qui noi scopriamo il sensoprofondo di questa solennità. Se noiviviamo come Cristo è vissuto; se,semplicemente e quotidianamente,sacrifichiamo la nostra vita con Cristonell’amore vero, la nostra vita ci vieneridata in Lui e da Lui, incorruttibile etrasfigurata. Ci dice l’Apostolo: «certa è questaparola. Se moriamo con Lui, vivremoanche con Lui» (2 Tim 2,11). InCristo ci viene ridonata la nostra vitaormai liberata dalla stessa possibilitàdi morire.Se, come ha fatto Maria, durante lanostra vita terrena aderiamo a Cristo;se questa adesione diventa semprepiù un vero olocausto di amore

perché la nostra vita si va consumandonella fedeltà alle parole di Cristo, allora ilmomento della morte è il momento in cuiritroviamo la vita piena. Ritroviamo la nostra umanità, dotata diuna pienezza per noi inimmaginabile.Nulla di ciò che è fatto per amore vaperduto. Se tutta la nostra vita è amorecome Cristo ha amato, essa nellaresurrezione di Cristo è pienamentetrasformata in vita eterna. Dentro allamorte di ciascuno di noi germoglia la vita.Ma se viviamo nella logica contraria, lanostra sarà una morte eterna.Veramente la luce dell’Assunzione di Mariaci dona la comprensione piena del sensovero della vita: già da ora stiamoseminando nel nostro corpo corruttibile ilgerme della sua incorruttibilità o il germedella sua morte eterna.

* Arcivescovo di Bologna

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DOCU

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Festa di Ferragosto.Un successo «bagnato»

erragosto bagnato, Ferragostofortunato!». Scherza così, GianniPelegalli, sull’esito della Festa di

Ferragosto 2005, che effettivamente è stataun po’ disturbata, in alcuni momenti, dalmaltempo: «ma ciò non ha influito - citiene a sottolineare Pelagalli, «grandeorganizzatore» della kermesseferragostana promossa dal SeminarioArcivescovile - sulla sua riuscita: l’afflusso

di pubblico è stato ugualmente altissimo,e anzi, credo che se ci fosse stato sempreil sole, avremmo avuto dei problemi adaccogliere tutta la gente che sarebbevenuta. Lo prova, fra i tanti esempi, è ilfatto che di gelati ne sono rimastipochissimi (se fosse arrivata più gente, liavremmo presto esauriti!) e allo stand suldigitale terrestre i dépliants con lespiegazioni dettagliate sono rapidamentefiniti». Successo pieno, dunque, per tuttala kermesse; nonostante la pioggia atratti, tutte le manifestazioni previste sisono svolte regolarmente. «Alla Messa del15 agosto- racconta Pelagalli - persolennità dell’Assunta, celebratadall’arcivescovo monsignor Caffarra nelgrande prato davanti al Seminario incondizioni climatiche sfavorevoli, con unvento piuttosto freddo, l’affluenza è statamolto alta. Con lui hanno concelebratodon Oreste Benzi, fondatore e animatoredell’Associazione Comunità PapaGiovanni XXIII e don Antonio Allori, vicedelegato diocesano dell’Onarmo. Esuccesso, nonostante il tempo incerto,anche per la «Corribologna», lamanifestazione podistica su un percorsodi quasi 9 chilometri (Villa Revedin -centro storico - Montagnoala e ritorno)che ha visto la partecipazione di circa300 atleti!». Naturalmente grandeconsenso hanno avuto anche lenumerose mostre, a partire da quella del«Vittoriano a Villa Revedin», passandoper i «Giocattoli del ’900», ammiratissimidai bambini e non solo», e il già citatodigitale terrestre, per giungere, allaoriginale «Acqua e fuoco, morte e vita»,con le splendide creazioni in arenaria diDaniele Pandolfini, nella quale tutti

hanno potuto riconoscere elementi dellapropria vita. Unica eccezione alla pienariuscita, il «Festival della Magia» finale,che è stato svolto in forma ridotta,all’interno del Seminario:«l’appuntamento per un’edizione piùcompleta è per il prossimo anno»,preannuncia già Pelagalli. E preannunciaanche che sulla festa sarà realizzato undvd, che sarà diffuso a partire danovembre.Ma la Festa ha avuto anche un «fuoriprogramma», con l’arrivo di un donospeciale. Come ciò sia avvenuto, loracconta lo stesso Pelagalli. «Sono statoavvicinato, il primo giorno, daun’anziana signora, la quale si èlamentata che nel mio Museo "Millevoci... mille suoni" non si parli asufficienza di suo zio. Questo zio èAdelmo Landini, il fedeleradiotelegrafista che accompagnavasempre Guglielmo Marconi a bordo delpiroscafo Elettra. Per ovviare a questoinconveniente, si è offerta di portarmi delmateriale sullo stesso Landini. Io erodubbioso, e invece il giorno successivo lasignora, Luciana Tolomelli, si èpresentata a me portandomi alcunivolumi di memorie di Landini sulla suavita con Marconi, alcuni suoi schizzi esoprattutto due "chicche": una commediainedita scritta dallo stesso Landini suMarconi e la minuta di una letteraautografa dell’inventore della radio alsindaco di Genova. "Pezzi" preziosissimi,che andranno ad arricchire il mio museoe per la cui consegna ho improvvisatouna breve cerimonia davanti alla mostra"Il Vittoriano a Villa Revedin"».

Chiara Unguendoli

L’Arcivescovo ha celebrato la Messa a Villa Revedin in occasione della solennitàNell’omelia ha sottolineato come nella Vergine vengaanticipata la nostra sorte futura

6 Domenica21 agosto 2005

MERCOLEDÌ 24 AGOSTOAlle ore 17.00 nell’Auditorium A1 dellaFiera di Rimini nell’ambito del Meeting diRimini di Comunionre e Liberazione tieneuna relazione dal titolo «La libertà comeliberazione»

DOMENICA 28 AGOSTOAlle ore 9.30 presso il SeminarioArcivescovile guida un incontro e celebra

l’Eucaristia per i Diaconi Permanenti.Alle ore 16 nella chiesa parrocchiale diMonzuno celebra la Messa nel corso dellaquale istituisce Lettore il parrocchianoClaudio Casini.

DA VENERDÌ 2 A DOMENICA 4 SETTEMBRE

Guida il pellegrinaggio diocesano alSantuario di Fatima, in Portogallo.

Se, come ha fatto Maria, durante la nostra vita terrena aderiamo a Cristo; se questa adesione diventa sempre piùun vero olocausto di amore, allora il momento della morte è il momento in cui ritroviamo la vita piena

Anche se un po’ disturbatadalle avverse condizioniclimatiche la «tre giorni» promossa dal Seminarioha «fatto il pieno» di gente

In alto, la folla che ha assistito

alla Messadell’Arcivescovo

il 15 agosto per la solennità

dell’Assunta;qui accanto,

Luciana Tolomelliconsegna a Gianni

Pelagalliil materiale sulnipote AdelmoLandini, stretto

collaboratoredi Guglielmo

Marconi

L’Assunta,nostra primizia

Bartolomé Murillo, «L’assunzione della Vergine» (1670; Museo dell’Hermitage, S.Pietroburgo)

magistero on line

omelia dell’Arcivescovo nella Messa cheha celebrato il 15 agosto a Villa Revedin

in occasione della solennità dell’Assunzione diMaria al cielo è riportata anche sul sitowww.bologna.chiesacattolica.it

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Page 7: Caffarra alla Gmg: «Cercate la Verità»

La Società Operaia prega per la vita - «Porto Pellicano» a Bazzano per la Casa di riposoVisite guidate «sopra e sotto» Bologna - Ai Giardini Margherita si guarda il cielo

mosaico

le saledella comunità

TIVOLIv. Massarenti 418 Batman begins051.532417 Ore 21

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Winnie Pooh

e gli efelanti051.821388 Ore 21

Le altre sale parrocchiali di città ediocesi sono in chiusura estiva.

cine

ma

A Castenaso la «Festa sotto la Quercia» a parrocchia di S. Giovanni Battista di Castenasopresenta la sua «Festa sotto la Quercia»,

appuntamento che è ormai una tradizione e che segna lariapertura delle attività parrocchiali dopo il periodoestivo. La festa si svolge negli spazi della parrocchia, neigiorni 27, 28 e 29 agosto e nel primo week-end disettembre. Il parroco, monsignor Francesco Finelli,spiega che «la festa si svolge all’ombra della "grandequercia", che per la sua allegoria si addice ad indicare lavera identità della comunità parrocchiale: aperta edaccogliente per tutti». «Già Gesù» prosegue monsignorFrancesco «aveva usato l’immagine del granellino disenapa che diventa albero accogliente per gli uccelli delcielo; la parrocchia, nel suo territorio, desidera attuarequesto intento. Un’altra immagine significativa dellaparrocchia è quella della "fontana del villaggio" allaquale indistintamente tutti attingono e attingendo lepersone si incontrano». L’apertura della festa sarà sabato27 alle 17 con, a seguire, uno spettacolo di animazioneteatrale, giochi, musica e balli. Domenica 28l’appuntamento è alle 11 per la Messa e, nel pomeriggio,alle 18 per uno spettacolo di magia per bambini. Per ipiù grandi, alle 21, serata danzante con il «folklorecesenate». Lunedì 29 alle 21 spettacolo di musica dalvivo con il «Cripta Music Oratorio». (M.Z.)

L

7Domenica21 agosto 2005

[email protected]

Da «Batman begins»

Sasso Marconi «formato famiglia»a parrocchia di S. Pietro di Sasso Marconi invita tut-ti alla Festa della Famiglia 2005, la tradizionale fe-

sta che accoglie il rientro delle famiglie bolognesi dal-le ferie estive. La Festa occuperà l’ultimo week-end diagosto (26-28 agosto) e il primo di settembre (2-4 set-tembre) e si terrà all’interno del campo sportivo dellaparrocchia, situato a pochi passi dalla piazza, una del-le rarissime aree verdi rimaste nel centro del paese.Quest’anno la Festa si è arricchita di ben tre serate infrasettimanali a te-ma: giovedì 25 agosto la serata è dedicata al tema «Eucaristia e Famiglia»e si aprirà alle 18 con una relazione di monsignor Massimo Cassani, vica-rio episcopale per il settore «Famiglia e Vita», intitolata «La coppia alla lu-ce della parola di Dio». Mercoledì 31 agosto si parlerà di disabilità. L’in-contro, organizzato in collaborazione con l’Unitalsi di Sasso, avrà inizio al-le 19 e vedrà la partecipazione delle associazioni Passo Passo e VolHandoltre che di un gruppo musicale formato da ragazzi disabili. Giovedì 1 set-tembre infine, serata musicale intitolata «Il ritorno delle stelle». Come diconsueto nella serata conclusiva della Festa (domenica 4 settembre) verràassegnato il Premio Solidarietà «Cesare Righi», dedicato ad uno dei primiorganizzatori della festa, morto mentre cercava di prestare soccorso in au-tostrada alle vittime di un incidente. (M.Z.)

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Le celebrazioni per Sant’Agostinoant’Agostino nacque nel 354 d.c. a Tagaste in Numidia.Disprezzò in gioventù il cristianesimo e si dedicò alla filosofia e

al Manicheismo fino a quando, nel 384, trasferitosi a Milano,ascoltate le omelie di S. Ambrogio, iniziò la lettura e lo studiodelle lettere di S. Paolo. Al 386 risale il celebre, e decisivo per lasua conversione, episodio del «giardino», quando Agostino sentìuna voce che gli diceva: «Tolle, Lege»; aperto il libro delle letteredi S. Paolo, d’improvviso, «svanì ogni nebbia di dubbio». Inseguito alla conversione, decise di abbandonare l’insegnamentoper dedicarsi alla ricerca della verità. Scelse così di rinunciare aricchezza e onori per una vita di castità e preghiera. Nel 388decise di tornare in Africa e, durante un suo soggiorno ad Ippona,nel 391, fu ordinato sacerdote. Fondò più di un monastero e nel

396, succedendo a Valerio che lo aveva ordinato prete, divenne vescovo di Ippona. Sioccupò con zelo della predicazione e divenne celebre in tutto il mondo per i suoi scritti.Nel 430 morì, mentre i Vandali tenevano assediata la città. S. Agostino giunse tardi allaconversione, ma una volta trovata la fede, ne venne letteralmente travolto: «Ho fame esete di te, ardo del desiderio di conseguire la tua pace» sono sue parole che ognuno puòfare proprie, in particolare il 27 agosto (S. Monica) e il 28 agosto, festa di S. Agostino, nelquale tutte le comunità agostiniane di Bologna invitano i fedeli alla preghiera. La chiesadi S. Giacomo Maggiore (via Zamboni, 15) e quella di S. Rita (via Massarenti, 418)seguiranno l’orario festivo delle celebrazioni mentre domenica 28, nella cappella delmonastero agostiniano (via S. Rita, 4) si svolgerà la celebrazione solenne della Messa alleore 11 e si canteranno i Vespri alle ore 18.30. (M.Z.)

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Estate, la montagna si illumina di festeante parrocchie della Diocesi, anche questa settimana, celebrano la ricorrenza del loro patrono ed organizzano fe-ste popolari che fanno da cornice alle numerose cerimonie liturgiche. Mercoledì prossimo si svolgerà la fiaccolata

da Santa Lucia di Castel D’Aiano a ROCCA DI ROFFENO per la «Festa del Voto». Alle 20.30 si partirà dalla frazione diSanta Lucia fino ad arrivare con le fiaccole accese alla chiesa parrocchiale di Rocca di Roffeno, dove vi sarà la benedi-zione ed un breve rinfresco con giochi e divertimenti. «Abbiamo da poco sistemato la Pieve - racconta il parroco donPaolo Bosi - sarebbe ora necessario procedere al restauro del Santuario di Santa Lucia. Con l’aiuto della Provvidenza edei fedeli faremo anche questo». La «Festa del Voto» nasce nel 1855, quando i fedeli, per far cessare una tremenda e-pidemia di colera, fecero voto di recarsi all’antico Santuario di Santa Lucia in processione con la statua della Madon-na, a cui avevano chiesto la grazia di essere salvati dal contagio. A BOSCHI nel Comune di Granaglione si svolgerà do-menica prossima la Festa di Sant’Agostino Patrono, con alle 16 la Messa e di seguito la processione. Vi sarà quindi lafesta paesana ed alla sera il concerto di musica. Sempre a Granaglione si svolgeranno poi numerose feste per tutto ilmese di settembre, a Casa Calistri (il giorno 10), a Serra di Borgo Capanne (l’11), a Olivacci (il 17) ed a Pieve di Borgo Ca-panne (il 18). A SAN BENEDETTO DEL QUERCETO in Comune di Monterenzio si festeggerà domenica prossima la «Ma-

donna della Cintura». Dopo un triduo di preparazione da giovedì a sabato prossimi, con alle 19 la celebrazione della Messa ed in serata con diverse atti-vità culturali e ricreative, domenica 28 agosto la Messa solenne sarà alle 11,15, celebrata dal cardinale Giacomo Biffi. Nel pomeriggio verranno cantati iVespri e alla sera vi sarà l’apertura degli stand gastronomici ed il concerto di musica. A SAN BARTOLOMEO DI VALGATTARA in comune di Monghidorola festa del patrono inizierà oggi con la Messa alle 10, con i giochi per bambini alle 16 e con l’apertura degli stand gastronomici alle 18, a cui seguirà lamusica per i giovani e gli adulti a partire dalle 18.30. «Un ringraziamento particolare – riferisce il parroco don Adriano Zambelli – va ai componenti delcomitato che con grande spirito solidaristico organizza ogni anno la festa di San Bartolomeo che viene comunemente definita nella parrocchia "La fèstaet veigatèra"». Mercoledì celebrazione della Messa alle 9.30, Messa solenne alle 11.30, a seguire concerto di campane. Alle 17 vi sarà il Rosario e di se-guito la processione. Alle 21 si esibirà il «Coro di Scaricalasino» ed i suonatori di «E ben venga Maggio». Ad AFFRICO nel comune di Gaggio Montano verràcelebrata oggi la tradizionale «Festa della Madonna del Carmine». Vi sarà la Messa alle 16 ed a seguire la processione con l’Immagine della Madonna. Fa-ranno da contorno lo stand gastronomico, la musica e la pesca, il cui ricavato andrà al Comitato nato per effettuare i lavori di restauro della chiesa. «Lanostra è una comunità molto piccola – dice il parroco don Pietro Facchini – la chiesa sussidiale di San Giovanni Battista di Affrico viene aperta solo in e-state per celebrare la Messa anche per i tanti turisti che arrivano in queste zone. Per questo motivo ogni anno raccogliamo una piccola somma per in-tervenire sulla chiesa ed effettuare la necessaria manutenzione». A RONCA, domenica 28 agosto, festa della Madonna del Rosario. Alle 11 S. Messa, alle16 Rosario e processione e a seguire festa tutti insieme nella piazzetta della chiesa. (E. Q.)

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preghieraSOCIETÀ OPERAIA.Per iniziativa dellaSocietà Operaia domenica 28 agostoalle 20.30 nel Monastero delle ClarisseCappuccine (via Saragozza 224) siterrà una Veglia di preghiera inriparazione dei peccati contro la vita:esposzione del SS. Sacramento,Rosario Eucaristico e Ufficio delleLetture.

mostra-mercatoPORTO-PELLICANO. Dal 26 agosto al 4settembre, a Bazzano, presso il castelloe la chiesa parrocchiale, ritorna lamostra-mercato «Porto-Pellicano». Ilricavato della vendita degli oggetti diantiquariato, artigianato o dacollezionismo sarà devoluto in favoredella residenza per anziani «IlPellicano». Sarà presente anche lostand gastronomico «Osteria dei tigli»con crescentine e tigelle.

visite guidateTRA-GHETTO. La «Società per Azioni»organizza una visita guidata moltoparticolare della parte nascosta diBologna attraverso il percorsosotterraneo del torrente Aposa. Allavisita si accompagna uno spettacoloteatrale itinerante che mescola musica,storia e poesia. «Tra-ghetto. L’infernodi Bologna» continuerà fino al 2settembre dal martedì al venerdì alle21. Prenotazione obbligatoria (tel. 051273501), costo 8 euro più diritti diprevendita.DIDASCO. Sono riprese, dall’8 agosto lepasseggiate per le strade di Bolognaproposte dall’associazione culturaleDidasco per scoprire gli aspetti menoconosciuti dell’architettura e dellastoria bolognese. Tutti i martedì e igiovedì, alle 21, con partenza dallaFontana del Nettuno. Prezzo delbiglietto 6 euro (bambini 3 euro),prenotazione obbligatoria 3481431230. Martedì 23 agosto il titolodella visita sarà «Le "cento" torri diBologna: le torri nord».GUIDE D’ARTE. Per la rassegna «ScopriBologna con le Guide d’Arte», giovedì25 agosto si terrà la visita serale delcentro storico «1630: aiuto, arriva lapeste in città!». Partenza da piazzaGalvani, il biglietto costa 6 euro e laprenotazione è obbligatoria al numero340 7697416.

spettacoliBURATTINI. Dal 22al 25 agosto,rassegna diburattini a curadell’AssociazioneCulturaleTeatrindipendenti.Per quattro giorni,dalle 18,laboratori creativiper bambini,spettacoli diburattini eincontri conmaestri burattinai.

La rassegna «Baracche nell’aia - Festivaldi teatro di figura e non solo» èitinerante e si svolgerà il 22 agostopresso il centro sociale Casa del Gufo(via Longo, 12), il 23 presso il centroIl Parco (via Poe, 4), il 24 a VillaTorchi (via Colombarola 40) e il 25presso il centro Casa Gialla (piazza G.da Verrazzano).

concertiCLASSICA. Sabato 27 agosto aGranaglione, presso ilSantuario di Calvigi, larassegna «Suonidell’appennino» presenta«Assolo per violoncello».Andrea Noferini presenteràun repertorio comprendentemusiche di Paganini,Cassadò e Piatti. Il concertocomincerà alle 21.VOCE E ORGANO. Domenica28 agosto, la rassegna di musica sacra«Voci e organi dell’appennino» presenta unconcerto per voce e organo con il sopranoChiara Molinari e, all’organo, WladimirMatesic. Il concerto avrà luogo alle 21presso la Chiesa di Pianaccio.SUONI DELL’APPENNINO. Domenica 28agosto «Suoni dell’Appennino» presenta ilconcerto di musica napoletana «’A voce deNapule!», con il soprano Claudia Garavinie Luca Troiani al clarinetto. Il concertoavrà luogo a Camugnano, alle 17.

astronomiaOSSERVAZIONE STELLE. Mercoledì 24 agosto,per «Bologna guarda il cielo - Laser di sera»,ai Giardini Margherita, L’Ina-OsservatorioAstronomico e il dipartimento diAstronomia dell’Università di Bolognapresentano una serata di osservazionediretta delle stelle con telescopi, laser eschermo gigante. La serata avrà inizio alle21. Per informazioni tel. 051203040.

Andiamo a giocare in teatro

Isola Montagnola

opo il gradimento riscosso nella passata stagione, torna anche per l’annoscolastico 2005-2006 un carnet di laboratori rivolto alle scuole materne ed

elementari. Gli strumenti messi in campo sono il teatro - un linguaggio diretto euniversale, uno dei modi più coinvolgenti per raccontare una storia a un pubblicogiovane e favorire l’apprendimento dei contenuti progettati - ma anche il gioco: unelemento fondamentale dell’infanzia, attraverso il quale i ragazzi imparanocollaborazione, rispetto delle regole, gestione dei conflitti. La giornata si struttura conuno spettacolo interpretato da attori professionisti cui segue un grande gioco a tema,in cui protagonisti sono i ragazzi, in modo da offrire alle classi un’esperienza originalee coinvolgente. Il tutto si svolge nel Teatro Tenda della Montagnola (struttura copertae riscaldata). L’elenco completo delle date e degli spettacoli si può trovare nel sitowww.agio.it; è già possibile iscriversi chiamando AGiO al numero 051.4222257.

D

S. Lucia di Rocca di Roffeno

Sant’Agostino

La chiesa del Sasso

Paganini

il postino

ifulin sa fet so là?/So mia se fa, sifuli!Zufolino, che fai lassù?/Non so che fare,zufolo!

Questa simpatica canzonetta in dialetto mila-nese (della cui corretta trascrizione non do ga-ranzie) mi è tornata in mente seguendo in que-sti giorni la polemica sui «fischi si-fischi no!»e mi pare l’interpretazione più corretta di que-sto spiacevole, annuale episodio di inciviltà,che supera, per mancanza di opportunità, per-fino gli applausi ai funerali. Il fenomeno, in realtà, ha un nome. Si chiama«impotenza». E’ l’impotenza che si manifestarumorosamente: «Non so che fare, fischio!»Ora, siamo sinceri, fischiare Tremonti, per qual-cuno può essere una necessità fisiologica, maanche quelle a volte vanno trattenute. La piaz-za («bella e tremenda» come l’ha definita untale che ha perso il senso del ridicolo!) ha scel-to l’unico giorno dell’anno e soprattutto l’uni-co luogo, in cui non andava fischiato neppurelui!Nello stesso giorno, ignorata dal telegiornale edalla stampa, si é svolta in Cattedrale la Mes-sa in suffragio dei «nostri» morti. Lì nessunoha fischiato, nessuno si é girato dall’altra par-te. Lì, protagonisti assoluti sono stati loro, nonil vacuo, defatigante teatrino della politica.Peccato che i media si siano invece occupati so-lo di quest’ultimo. Cioè di niente, come al so-lito.La Chiesa li ha presi tra le braccia, i morti di-menticati, i morti strumentalizzati, e con lesue parole sapienti li ha presentati anche que-st’anno a Dio e alla sua misericordia. Vedre-mo un giorno a chi saranno grati; se a chi hafatto gazzarra dove loro hanno perso la vita, oa chi ha supplicato per loro il Creatore del mon-do. E’ una sfida, naturalmente.

Mario Della Torre

aro Parroco,sono venuto a Messa il giorno del-l’Assunzione della Madre di Dio e so-

no stato commosso dalla tua bravura! Nonmancava niente. L’altare brillava di un ma-gnifico pallio dorato; le piante e i fiori ab-bondanti e colorati, per ricordarci che l’Eu-caristia che stavamo celebrando era già unanticipo del rientro nel giardino, dal qua-le malauguratamente ci ha cacciato il pec-cato; tu indossavi una casula azzurra, maivista, che - vorrei che lo sapessi - comuni-cava davvero, nel giorno giusto, l’impres-sione di uno squarcio di cielo...un bellosquarcio visto che non sei tanto esile! I-noltre ricordava anche la cristianità orien-tale e le sue splendide liturgie, colorate perl’appunto di azzurro. Hai pronunciato u-na bella omelia, preparata con cura, comese fosse indirizzata a migliaia di fedeli. Mala tua assemblea ne contava una quindici-na, sparsi malinconicamente fra i banchi.La concomitanza della festa pagana di «fer-ragosto»? Neppure questo pensiero conso-la, visto che anche negli altri giorni sonosempre più i banchi vuoti di quelli pieni.Avrei voluto venire a congratularmi con te,alla fine, a dirti di non abbatterti, di resi-stere...ma non l’ho fatto. Non siamo ami-ci abbastanza. Allora ho pensato di scrive-re al giornale, anonimamente, senza no-minarti e di dedicare il mio grazie sinceroa tutti i parroci che, come te, si spendono,senza troppe ricompense affettive umane,per una cristianità al lumicino. Fate comequello che non spegne il lucignolo fumi-gante? Buon per voi: vi invidio!Uscendo di chiesa, mentre dribblo i pro-fessionisti della questua e gli ubriaconi,penso che mai forse come oggi nelle co-munità cristiane c’é tutto, ma proprio tut-to, per chi ha occhi per vedere e orecchi perintendere, e che la scommessa ora e «riem-pire la sala delle nozze» secondo il deside-rio del Re. Per far questo, evidentemente,bisogna scoprire strade nuove.Ma nessuno mi venga a dire, come usavaqualche anno fa, che la realtà vera é quel-la che si incontra fuori! Fatta salva la ne-cessità di darsi pensiero dei poveri, la realtàvera, caro Parroco è il pane che spezzi tu,è la tua casula color cielo, i tuoi fiori cheparlano di Paradiso...il resto è degrado, ildegrado di questo mondo di tenebra. E - sisa - passa la figura di questo mondo.

Lettera firmata

C

S