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Oggitalia La Tua Rivista in Italiano C2 Anno XXXVI - N. 3 - Febbraio 2018 - Imprimé à Taxe Réduite 3 www.elimagazines.com LA RIVISTA CONTINUA IN RETE (vedi pag. 2) ® Inchiesta Cultura, Palermo capitale italiana per il 2018

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OggitaliaLa Tua Rivista in Italiano C2

Anno XXXVI - N. 3 - Febbraio 2018 - Imprimé à Taxe Réduite

3www.elimagazines.comLA RIVISTA CONTINUA IN RETE (vedi pag. 2)

®

Inchiesta

Cultura, Palermo capitale italiana per il 2018

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Sommario

Super Tiziano Ferrodi Martina Ghiringhelli da www.optimaitalia.comLa storia del cantante comincia con un rifiuto al Festival di Sanremo: era il 1997, Rosso relativo non voleva ancora dire nulla e il giovane Tiziano fu scartato alle selezioni.Dopo dieci anni di lavoro intenso e successi anche internazionali, è risalito su quel palco invitato

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Iñárritu alla Fondazione Pradadi Lucia Mannella da living.corriere.itA Milano è in scena la rivoluzione narrativa del regista messicano: un viaggio virtuale accanto a un gruppo di migranti. Siamo ben lontani dal linguaggio cinematografico dove l’inquadratura implica una prospettiva e il montaggio incide sul senso del racconto: qui i fatti si svolgono in “presa diretta”

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Spettacolo

Arte & Design

Icone contemporanee

Universiadi: dove il talento sale in cattedradi Mario Nicoliello da www.avvenire.itA Taipei lo scorso agosto ha visto 12.000 atleti in gara nelle tredici discipline, la maggior parte olimpiche, e l’inedito wushu. Il prossimo anno la manifestazione sarà a Napoli. Sport, università e universalità a braccetto torneranno in Italia per la quinta volta

10Sport

Cultura, Palermo capitale italiana per il 2018«Provo una profonda emozione – ha detto il sindaco, Leoluca Orlando –. Questo è un messaggio anche per i livelli istituzionali regionali e nazionali: dobbiamo attrezzarci per narrare le bellezze delle nostre regioni»da www.repubblica.it

4Inchiesta

Le otto montagne per ritrovare nostro padredi Paolo di Paolo da www.lastampa.itPaolo Cognetti si è formato sulla grande letteratura americana, letta in lingua originale. Nel romanzo vincitore dell’ultimo premio Strega, racconta la storia di un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso, che scopre il piacere della libertà tra sentieri, pascoli e vette

12Letteratura

Ciao ragazzi e ben ritrovati tra le nostre pagine! In questo numero Oggitalia vi guiderà alla scoperta della bella città di Palermo, scelta come capitale della cultura del 2018. Conosceremo la super carriera

di Tiziano Ferro e il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, Le otto montagne. Vi racconteremo di My brilliant friend, lo spettacolo che a Londra porta in scena le vicende di Lina e Lenù raccontate da Elena Ferrante. Infine, scopriremo l’originalissima esposizione del regista messicano Iñárritu presso la Fondazione Prada, a Milano, e le Universiadi: una manifestazione caratterizzata da sport, università e universalità… a braccetto.Buona lettura!

Silvia

Febbraio 2018Direttore responsabileLamberto PiginiRedazionePaola AccattoliGrazia AncillaniCristina Ciarrocca

Responsabile editorialeDaniele GarbugliaPer la vostra corrispondenza:“Oggitalia”ELI P.O. box 6 - 62019Recanati (MC) Italiawww.elimagazines.com

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Attività divertenti e stimolanti sugli articoli di “Oggitalia”14Giochi e attività

My brilliant friend: in scena a Londra i romanzi di Elena Ferrantedi Nicol Degli Innocenti da www.ilsole24ore.comLa pièce riesce a coniugare la rappresentazione della profonda, intensa e tormentata amicizia lunga una vita tra due donne con la convulsa storia dell’Italia del dopoguerra, con tutte le sue tensioni politiche e sociali. E così facendo coglie l’essenza dell’opera della Ferrante

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Classe 1980, dopo un’infanzia difficile, costellata di problemi tra il bullismo, i disturbi alimentari e l’obesità, Tiziano trova nella musica il rimedio ai problemi che lo affliggono*. È per questo che nel 1997 si iscrive all’Accademia della Canzone di Sanremo, con la speranza di partecipare al Festival, ma riceve un rifiuto già alle prime selezioni. Tiziano non vuole rinunciare all’Ariston e così, nel 1999, decide di partecipare di nuovo all’Accademia della Canzone di Sanremo: stavolta la sua Quando ritornerai gli permette di classificarsi tra i dodici finalisti, ma non è ancora abbastanza per essere ammesso alla manifestazione vera e propria. Non tutto il male viene per nuocere: in questa occasione Ferro conosce i produttori Alberto Salerno e Mara Maionchi, che due anni dopo gli procurano un contratto con la casa discografica EMI.È il 2001 quando sugli scaffali dei negozi di musica compare Rosso relativo, il primo album di Tiziano Ferro, dal quale vengono estratti i singoli Xdono, L’olimpiade, Imbranato, Rosso relativo e Le cose che non dici: sebbene a livello di critica non si possa definire un successo, l’album fa breccia* nel cuore del pubblico, tanto da permettere a Tiziano di esibirsi al Concerto di Natale in Vaticano nel 2001 e, in quell’occasione, di duettare con Elisa.Nel 2002 inizia il suo primo tour, che

Glossario

del calibro: molto bravi, come…fa breccia: entra piano pianoin barba: nonostantelo affliggono: lo fanno stare male

Icone contemporanee

Super Tiziano Ferroporta in settanta date europee il suo Rosso relativo. È in questo periodo che comincia a incidere versioni in spagnolo dei suoi brani, tendenza che lo porterà a essere amatissimo anche in America Latina e in Spagna; nel 2003 appare persino in un episodio della serie tv Paso Adelante, interpretando il brano Rojo relativo. A consacrare Tiziano Ferro nel panorama discografico italiano è l’album 111, uscito nel 2003, il cui titolo è un riferimento al peso raggiunto dal cantautore durante la sua adolescenza. Da qui vengono estratti alcuni dei singoli più famosi e amati di Tiziano, come Non me lo so spiegare e Sere nere, Xverso e Ti voglio bene.Il 2004 segna una svolta internazionale per Tiziano Ferro, che si trasferisce in Messico, a Puebla de Zaragoza, duetta alle Olimpiadi di Atene con Jamelia in Universal Prayer e collabora con i Blue per la versione italiana della loro hit Breathe Easy, tradotta come A chi mi dice. Nel 2005 si trasferisce nuovamente, stavolta a Leicester, e fa la sua prima esperienza da doppiatore prestando la voce a Oscar, protagonista del film Shark Tale della DreamWorks.Nessuno è solo è il terzo album di Tiziano Ferro, che esce nel 2006 e come ormai di consuetudine viene pubblicato in lingua spagnola per il mercato latino. Da Nessuno è solo vengono estratti i singoli Stop! Dimentica, Ed ero contentissimo, Ti scatterò una foto e E Raffaella è mia, brano dedicato alla Carrà, con la quale duetta nella data romana del suo Nessuno è solo Tour 2007.Nel 2009 pubblica il quarto album, Alla mia età, e vanta collaborazioni di eccellenza con artisti del calibro* di Ivano Fossati, Franco Battiato e Kelly Rowland. Lo stesso anno lo vede tra gli artisti partecipanti al progetto benefico Domani 21/04.2009, volto a raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo, e lo riporta in giro per l’Europa con un nuovo tour. […]Nel 2011 Tiziano lascia il Regno Unito per

tornare in Italia, trasferendosi a Milano, e pubblica il quinto album in studio L’amore è una cosa semplice: da qui estrae sette singoli, dall’apripista La differenza tra me e te a La fine. Anche per questo album Tiziano collabora con grandi artisti: John Legend, Irene Grandi e Nesli. Nel 2012, finito il tour dedicato a L’amore è una cosa semplice, partecipa al concerto benefico Italia Loves Emilia e a La Voz, versione spagnola del talent show The Voice in qualità di coach, affiancato da Nek.Tiziano dedica il 2013 alla collaborazione con altri artisti, da Elisa a Baby K, da Luca Carboni al vincitore di X Factor 7, Michele Bravi, per i quali scrive alcuni brani. È nel 2014 che vede la luce il suo primo best of, TZN - The Best of Tiziano Ferro, al quale segue nel 2015 un tour lungo tutto l’anno, diviso in due parti: Lo stadio Tour, che lo ha visto esibirsi nei principali stadi italiani, e l’European Tour, con il quale ha portato i suoi più grandi successi nei palazzetti d’Italia e d’Europa.Il 2016 vede Tiziano trasferirsi di nuovo, stavolta per stabilirsi a Los Angeles, e si chiude con il sesto album del cantautore: Il mestiere della vita, anticipato a ottobre dal singolo Potremmo ritornare.Lo scorso anno lo ha visto finalmente come ospite sul palco dell’Ariston e in un nuovo tour, composto di undici date italiane. Quel che è certo è che davanti a sé ha ancora tanta musica, in barba* a quando nel 1997 scriveva sul suo diario: «Ho deciso che non devo perdere più tempo, né con la musica né con questo stupido quaderno».

Di Martina Ghiringhelli

TRATTO DA[ ]

La storia del cantante comincia con un rifiuto al Festival di Sanremo: era il 1997, Rosso relativo non voleva ancora dire nulla e il giovane Tiziano fu scartato alle selezioni. Dopo vent’anni di lavoro intenso e successi anche internazionali, è risalito su quel palco invitato

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Palermo sarà la capitale italiana della cultura del 2018. Lo ha comunicato il presidente della Commissione Stefano Baia Curioni al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, nella Sala Spadolini del Mibact. Il voto è stato unanime*. «La candidatura – recita la motivazione – è

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Inchiesta

Cultura, Palermo capitale italiana per il 2018

«Provo una profonda emozione – ha detto il sindaco, Leoluca Orlando –. Questo è un messaggio anche per i livelli istituzionali regionali e nazionali: dobbiamo attrezzarci per narrare le bellezze delle nostre regioni»

del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee. Il progetto è inoltre supportato dai principali attori istituzionali e culturali del territorio e prefigura* anche interventi infrastrutturali in grado di lasciare un segno duraturo e positivo. Gli elementi

di governance, di sinergia pubblico-privato e di contesto economico, poi, contribuiscono a rafforzarne la sostenibilità e la credibilità».

La rosa delle dieci finaliste comprendeva Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano,

TRATTO DA[ ]

sostenuta da un progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione

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2017, Mantova lo è stata nel 2016. La vincitrice riceverà un milione di euro dal Mibact per realizzare il progetto presentato, oltre all’esclusione dal vincolo del patto di stabilità dei fondi investiti.

Sull’ampia rosa di partecipanti il ministro ha spiegato come questa competizione virtuosa generi «un meccanismo di partecipazione

Glossariocondivisa. Essere nella short list è un po’ come ricevere una nomination all’Oscar: consente di lavorare molto anche in termini di progettazione e promozione». Franceschini ha poi annunciato che «nel 2018 verrà designata la capitale italiana del 2020 (il

2019 “salta” perché l’Italia ha la capitale europea della Cultura, Matera n.d.r.) che avrà quindi due anni a disposizione per realizzare al meglio il progetto».

«Provo una profonda emozione – ha detto il sindaco, Leoluca Orlando, dopo che il ministro Franceschini ha letto il nome della vincitrice, contenuto nella busta che Baia Curioni gli aveva consegnato pochi minuti prima –. Abbiamo vinto tutti, perché ognuno di noi è stato capace, con il proprio impegno, di narrare le bellezze dei nostri territori – ha aggiunto. – Questo è un messaggio anche per i livelli istituzionali regionali e nazionali: dobbiamo attrezzarci* per narrare le bellezze delle nostre regioni». «La cifra più importante di questo riconoscimento è l’accoglienza, in un periodo in cui emerge il fastidio dell’altro», ha proseguito. Orlando ha voluto accanto a sé i colleghi delle nove città sconfitte.

«Raggiante – si è dichiarato il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta –. Sono felice che una città con una storia come quella di Palermo sia stata scelta come capitale della cultura – aggiunge Crocetta –. Questa scelta ci ha reso giustizia. È un’occasione importante per incrementare* il turismo».

Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo Torinese, Trento, Erice e i comuni ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice). La lista iniziale comprendeva ventiquattro candidate. Pistoia è stata la capitale della cultura per il

attrezzarci: prepararciincrementare: far crescereprefigura: fa pensare che ci sarannounanime: lo stesso per tutti

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Spettacolo

Gli adattamenti teatrali di romanzi di successo sono sempre un campo minato, perché ogni lettore ha un’idea in mente della storia e dei personaggi che raramente coincide con quello che vede sul palcoscenico. La missione che si è posta April De Angelis è quindi particolarmente eroica: ha condensato l’amatissima tetralogia* napoletana di Elena Ferrante in una pièce teatrale, racchiudendo in poche memorabili ore di teatro i quattro romanzi densi* di eventi e di personaggi.La prima versione teatrale al mondo dell’opera della Ferrante, che tanto

My brilliant friend:

in scena a Londra i romanzi di Elena Ferrante

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La pièce riesce a coniugare la rappresentazione della profonda, intensa e tormentata amicizia lunga una vita tra due donne con la convulsa storia dell’Italia del dopoguerra, con tutte le sue tensioni politiche e sociali. E così facendo coglie l’essenza dell’opera della Ferrante

Di Nicol Degli Innocenti

TRATTO DA[ ]

successo ha avuto in Italia e all’estero, è andata in scena al Rose Theatre di Kingston, alle porte di Londra. La pièce di quasi sei ore, divisa in due parti, prende il titolo del primo romanzo della serie, My brilliant friend (L’amica geniale), ma racconta sessanta anni di vita delle due protagoniste, Lila e Lenù, interpretate con passione da due grandi attrici di teatro, Niamh Cusack e Catherine McCormack. La

bruna McCormack ha tutta la rabbiosa durezza e il misterioso carisma di Lila, mentre la bionda Cusack privilegia la determinazione, la forza e l’ambizione anche spietata di Lenù, minimizzando l’esitazione e insicurezza rivelata nei romanzi. Altri attori hanno ruoli multipli, passando da un personaggio all’altro con un cambio di abito. La musica sottolinea il passare degli anni e serve ad ancorare gli eventi nel tempo.

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Glossario

claustrofobico: (psicologicamente) di chiusuradensi: molto ricchiopinabili: su cui si possono esprimere opinionisalienti: principalitetralogia: gruppo di quattro operevignette: scene

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evento, ogni sfumatura dei quattro romanzi. La sintesi impone tagli, decisioni e selezioni inevitabilmente opinabili*.A ogni lettore che ha amato leggerli mancherà una scena che ritiene importante o un dettaglio che considera cruciale. Quello che è importante è che My brilliant friend riesce a coniugare la rappresentazione della profonda, intensa e tormentata amicizia lunga una vita tra due donne con la convulsa storia dell’Italia del dopoguerra con tutte le sue tensioni politiche e sociali. E così facendo coglie l’essenza dell’opera della Ferrante.

My brilliant friend:

in scena a Londra i romanzi di Elena Ferrante

Il palcoscenico si fa rione napoletano La rappresentazione, diretta da Melly Still, è efficace nel trasformare il palcoscenico del teatro nel rione napoletano, con un ballatoio in alto e scale di ferro ai lati che sottolineano l’aspetto claustrofobico* delle vita in un quartiere povero in cui tutti sanno tutto di tutti.

Alcune scene, soprattutto quelle di violenza, hanno un grande impatto visivo. Quando Lila viene picchiata prima dal padre e poi dal marito è il suo vestito a essere colpito: il suo corpo sguscia fuori e resta immobile, a dimostrare la sua sofferenza ma anche la sua capacità di resistere, astrarsi e guardare oltre.

La pièce inizia e si conclude con le due bambole che rappresentano le due amiche: la prima scena le vede bambine, quando Lila, con il suo gesto di gettare l’amatissima bambola di Lenù in cantina, stabilisce la sua supremazia. Alla fine Lenù, ormai anziana, riceve in un pacco le bambole da Lila, che ha deciso di eclissarsi e sparire. Le scene salienti* dei romanzi, le seduzioni, i matrimoni, i compleanni, i litigi, le violenze, gli omicidi, le tragedie sono altrettante vignette* con tante comparse e due indubitabili protagoniste che rendono reale e credibile il loro intenso legame fatto di amicizia, rivalità e amore.

Impossibile in sei ore di teatro rappresentare ogni personaggio, ogni

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Arte & Design

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Non un racconto, ma un’esperienza. Nessun percorso espositivo, ma un reale coinvolgimento sensoriale del visitatore. Rendersi migranti, anche se attraverso la tecnologia VR e per soli sei minuti e mezzo, non sarà facile: sentire, vedere e trovarsi al fianco di un’umanità che lotta per una speranza, il tutto all’interno di uno spazio vuoto disseminato* di mucchi*

A Milano è in scena la rivoluzione narrativa del regista messicano: un viaggio virtuale accanto a un gruppo di migranti. Siamo ben lontani dal linguaggio cinematografico dove l’inquadratura implica una prospettiva e il montaggio incide sul senso del racconto: qui i fatti si svolgono in “presa diretta”

Iñárritu

alla Fondazione Prada

di scarpe – quelle vere dei migranti – entrando “nell’opera” scalzi, indossando uno zainetto e un casco che proietterà immagini di fatti realmente accaduti.

Questa è CARNE Y ARENA (Virtually Present, Phisically Invisible), un’installazione di realtà virtuale ideata da Alejandro G. Iñárritu, prodotta da Legendary Entertainment e Fondazione Prada, dove sarà visibile nella sua versione integrale fino al 15 gennaio 2018 (solo prenotazioni on line fondazioneprada.org/ticketing) dopo essere stata presentata al 70° Festival di Cannes.

Apertamente schierata contro ogni tipo di barriere, CARNE Y ARENA permette di vivere un frammento del viaggio disperato di un gruppo di immigranti che dal Messico e dall’America Latina vanno a cercare migliori condizioni di vita negli Stati Uniti, attraversando immensi spazi desertici, dove carne y arena, “carne e sabbia” appunto, diventa metafora della lotta per la sopravvivenza.

Di Lucia Mannella

TRATTO DA[ ] Nessun filtro di giudizio viene offerto dall’opera, ma solo un’esperienza sensoriale totalizzante vissuta individualmente che si dispiega* in un ambiente multi narrativo; Germano Celant, direttore artistico della Fondazione, fa riferimento a uno «scambio osmotico tra visione ed esperienza», in cui si azzerano* le distanze tra realtà e digitale, all’interno di una vera e propria «rivoluzione comunicativa in cui il vedere si trasforma in sentire».Si tratta di un nuovo modo di narrare,

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Glossario

disseminato: pienomucchi: quantità di cose (scarpe) raccolte vicinesi azzerano: si annullanosi dispiega: si svolge

ben lontano dal linguaggio cinematografico dove l’inquadratura implica una prospettiva da cui osservare e il montaggio incide sul senso del

racconto: qui i fatti si svolgono in “presa diretta”.«La mia intenzione – spiega Iñárritu – era di sperimentare con la tecnologia VR per esplorare la condizione umana e superare la dittatura dell’inquadratura, attraverso la quale le cose possono essere solo osservate, e reclamare lo spazio necessario al visitatore per vivere un’esperienza diretta nei panni degli immigrati, sotto la loro pelle e dentro i loro cuori».

Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione artistica del regista con

il direttore della fotografia, tre volte premio Oscar, Emmanuel Lubezki. Per la realizzazione dell’opera sono state impiegate le più moderne tecnologie della realtà virtuale, a cura degli ILMxLab di Lucas.

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Dallo smog di Gwangju ai templi taoisti e buddisti di Taipei, aspettando il tramonto sulla collina di Posillipo. Tre anni fa la Corea del Sud, lo scorso agosto il principale centro di Taiwan, il prossimo anno l’incantevole scenario del Golfo di Napoli. Lo sport universitario mondiale si è dato appuntamento nel mar Cinese – su quella che i portoghesi definirono nel XVI secolo “isola di Formosa” – per celebrare la ventinovesima edizione delle Universiadi estive, aggettivo quest’ultimo diventato obbligatorio dopo la creazione della versione invernale su neve e ghiaccio.Pronunciare oggi il termine Universiade è

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Sport

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Universiadi: dove il talento sale in cattedra

A Taipei lo scorso agosto ha visto 12.000 atleti in gara nelle tredici discipline, la maggior parte olimpiche, e l’inedito wushu. Il prossimo anno la manifestazione sarà a Napoli. Sport, università e universalità a braccetto torneranno in Italia per la quinta volta

Di Mario Nicoliello

TRATTO DA[ ]

sport. Il secondo è l’indimenticabile Pietro Mennea, che nel 1979 realizzò il record mondiale sui 200 metri correndo in 19’’72 proprio alle Universiadi di Città del Messico. All’epoca fare un primato mondiale in questa rassegna era la normalità, adesso si tratta di un evento raro.Quella di Taipei non è stata l’edizione dei record – a Kazan 2013 ci furono ventisette sport e 13.500 atleti – ma ci si è andata

vicino. Accanto alle tredici discipline obbligatorie (atletica, basket, scherma, calcio, ginnastica artistica e ritmica, judo, nuoto, tuffi, pallanuoto, tennis, tennistavolo e pallavolo), il programma ha contemplato anche tiro con l’arco, badminton, baseball, pallacanestro, biliardo, golf, sport rotellistici, taekwondo, sollevamento pesi e l’inedito wushu, un’arte marziale tipicamente cinese. Così facendo

come ammirare un nobile decaduto che a stento* riesce a permettersi la carrozza con il tiro a quattro. Fino a qualche decennio fa la manifestazione era uno tra gli appuntamenti più prestigiosi dell’anno sportivo, capace di attirare gli atleti più forti iscritti negli atenei di tutto il mondo. Oggi invece la rassegna fatica a farsi spazio, stretta nella morsa di un calendario sempre più fitto. Eppure, da italiani, quando si parla di Universiadi il pensiero vola a due personaggi che ne hanno fatto la storia. Il primo fu il dirigente Primo Nebiolo – presidente tra l’altro di Fidal, Iaaf e Fisu, la Federazione internazionale dello sport universitario –, inventore della manifestazione nel 1959, a Torino. Quella che ai tempi poteva sembrare un’idea balzana*, in un battito di ciglia divenne un’iniziativa di successo, in un’epoca in cui l’unica rassegna multi-sport erano i Giochi olimpici e, sul piano universitario, non erano ancora esplosi i programmi di scambio internazionale degli studenti tra un ateneo e l’altro, tanto che le Universiadi rappresentavano uno dei pochi motivi per i laureandi di incontrare all’estero colleghi stranieri con la passione comune per lo

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Glossario

a braccetto: insieme, in armonia e collaborandoa stento: a faticabalzana: stranadiscobola: specialista nel lancio del disconostrano: del nostro Paesereduci: che sono tornatitripode: supporto a tre piedi della torcia olimpicazeppa: piena

gli atleti in gara hanno sfiorato quota 12.000.L’Italia si è presentata con una spedizione ricca di giovani che vogliono mettersi in mostra e con un big dello sport nostrano* a fare da ciliegina sulla torta. È Gregorio Paltrinieri, per il quale l’Universiade ha sancito l’esordio in una rassegna multi-sport anche nel nuoto di fondo. Ormai non è un mistero: a Tokyo 2020 Greg punterà alla doppietta 1500 in corsia e 10 chilometri di fondo. Taipei è stata la prima tappa di questo percorso alla ricerca dell’oro multiplo. Oltre a Paltrinieri, sono stati presenti in vasca anche la medaglia di bronzo dei 1500 Simona Quadarella e altri quattro reduci* da Budapest: Giacomo Carini, Matteo Milli, Alessandro Miressi e Margherita Panziera. Dopo il flop mondiale, l’atletica ha spedito a Taipei venticinque giovani, tra cui la discobola* Stefania Strumillo, già medaglia a Gwangju, e Ayomide Folorunso, presente pure a Londra come anche Davide Re e Jose Bencosme. C’era attesa per i ritorni in azzurro dell’altista Marco Fassinotti e del lunghista Filippo Randazzo. Nei tuffi in gara l’altro medagliato di Budapest Giovanni Tocci, nel tiro con l’arco Claudia Mandia, quarta a Rio con la squadra. La nazionale di calcio guidata da Alessandro Musicco era zeppa* di giocatori di Lega Pro, con qualche inserimento dalla Serie B e dalla D e un solo reduce dal trionfo di due anni fa in Corea: Tommaso Maestrelli della Giana Erminio, nipote del “Maestro”.Come da tradizione, la prima giornata del calcio ha anticipato di ventiquattro ore la cerimonia d’apertura, durante la quale è stato acceso il tripode*, completando la staffetta del fuoco scattata a Torino il 20 giugno. La torcia ha attraversato anche Napoli che nel 2019 sarà il cuore dell’Universiade. La manifestazione tornerà in Italia per la quinta volta, l’ultima era stata in Sicilia nel 1997. Sport, università e universalità a braccetto*. Tutti in piedi è il momento dell’inno ufficiale, «Gaudeamus igitur, iuvenes dum sumus», la melodia che accompagna tutte le premiazioni: “Godiamo dunque, finché siamo giovani”.

Primo Nebiolo

Gregorio Paltrinieri

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Paolo Cognetti si è formato sulla grande letteratura americana, letta in lingua originale. Nel romanzo vincitore dell’ultimo premio Strega, racconta la storia di un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso, che scopre il piacere della libertà tra sentieri, pascoli e vette

più, si alzava dal letto, spalancava la finestra come se volesse insultare la città, intimarle il silenzio». È la storia di Pietro, nato in città, silenzioso, figlio di un uomo e una donna appassionati della montagna. L’amore per

le Dolomiti li ha fatti incontrare, forse li ha tenuti insieme. Un piccolo paese sotto il Monte Rosa diventa il luogo di elezione, i due lo scelgono come si sceglie una nuova identità, o una identità parallela. «Dovevo vederlo, quel mondo che gli procurava tanta felicità» dice Pietro, e sta pensando

Di Paolo di Paolo

TRATTO DA[ ]

Letteratura

Prima di tutto, usa un bellissimo italiano. Pochissimi suoi coetanei (è del 1978) lo possiedono: o vogliono stupire con una lingua cerebrale, artificiosa, finto-colta, o scivolano in quello sciatto* “traduttese” in cui ogni parola vale un’altra. Paolo Cognetti si è formato sulla grande letteratura americana, come dimostrano le sue lezioni sull’arte della short-story raccolte in A pesca nelle pozze più profonde (2014), ma – a differenza di molti – lui l’ha letta in lingua originale; perciò, se usa l’italiano, usa davvero l’italiano, uno stile trasparente e comunicativo, ma non scialbo*, musicale senza cercare l’effetto, preciso e privo di similitudini involontariamente grottesche. Le sue parole sono scelte con cura, mirano a una semplicità che non è un punto di partenza ma di arrivo. Un esempio, nelle prime pagine di Le otto montagne: «Certe notti mio padre non ne poteva

Le otto montagne

per ritrovare nostro padre

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Glossario

addentrandosi: entrando piano pianolaceranti: che fanno malescialbo: privo di espressione e vivacitàsciatto: poco curatosi smarca: si libera

aveva coltivato il desiderio di costruirne una lassù. Non era riuscito a realizzarlo. Ma immaginando l’eventualità di morire aveva pensato di lasciarmi quel posto. Chissà che cosa voleva da me. Bruno disse: “Io sono pronto per l’estate”». Nell’alleanza con l’amico Bruno si compie un desiderio per interposta persona, si prolunga un’eredità, le si dà senso, sostanza materiale. Pietro capisce suo padre percorrendone i sentieri, anche e soprattutto in assenza, addentrandosi* nei suoi ricordi, «risalendo il corso» della sua memoria. Così la montagna, le otto montagne diventano il paesaggio di un’educazione che si compie oltre il tempo deputato, lo spazio in cui si fa tesoro di una lezione e la si supera, la si proietta – senza cancellarla – in un orizzonte più ampio (il Nepal della terza parte).

Cognetti ha fatto tesoro della passione per scrittori che direttamente evoca – Stevenson, Twain, London, Hemingway – e trova la sua autentica storia di formazione – formazione in senso anche pratico, materiale; prima che morale, tattile. Trova insomma il suo «grande fiume dai due cuori». Certe scene sospese, certi lampi di solitudine e di vita nuda dentro la natura indomata fanno pensare al Nick dei Quarantanove racconti («Mi chinavo ad accarezzare l’acqua e ne sentivo la temperatura con la mano»). Il modo in cui Cognetti racconta, come scavando nel silenzio, la paternità e l’amicizia maschile ha qualcosa di scoperto, di selvaggio, di classico. E la vulnerabilità si manifesta più forte, più esemplare laddove non è detta, ma solo contemplata: «Mi tornò in mente una certa fragilità che avevo intravisto in lui, certi attimi di smarrimento che subito si affrettava a nascondere. Quando mi sporgevo da una roccia e gli veniva d’istinto di afferrarmi per la cintura dei pantaloni. Quando stavo male sul ghiacciaio e si agitava più lui di me. Mi dissi che forse quest’altro padre l’avevo avuto sempre lì e non me n’ero mai accorto, per quanto era ingombrante il primo, e cominciai a pensare che in futuro avrei dovuto, o potuto, fare un altro tentativo con lui». Anche fuori tempo massimo.

a suo padre. Una rinnovata alleanza fra loro nasce da lì, dal trovarsi sugli stessi sentieri, dal conoscere la stessa fatica, dal guadagnare la stessa libertà. «Se uno va a stare in alto, è perché in basso non lo lasciano in pace»; ma la pace delle vette non è detto che plachi una più profonda e inesauribile inquietudine. È qui che Cognetti si smarca* da quella che la voce narrante del romanzo chiama direttamente, senza mezzi termini, «la retorica della montagna», quel tratto «falso e sentimentale» su cui si sono fondati molti libri di questi anni.

C’è qualcosa di più autentico, di ruvido sì, ma mai recitato, nell’avventura di Pietro: il suo incontro con il paesaggio, la scoperta, per esempio, di un lago

alpino («Mi piaceva che nascesse in quel modo, mi sembrava un’origine degna di un grande fiume»), le lunghe estati con l’amico Bruno, l’oscillare tra il richiamo di una natura solenne, talvolta letteralmente «disumana», terribilmente indifferente, e i richiami della città; tutto è reso come una somma di rivelazioni contraddittorie, di scoperte anche laceranti*. Diventa, in sostanza, il corpo a corpo con un «patrimonio» anche solo astratto, emotivo: quello con cui Pietro farà a maggior ragione i conti dopo la morte del padre. Scopre che quel genitore ombroso aveva in mente di costruire, con le proprie mani, una casa in montagna: «Mio padre, proprio lui, che era sfuggito alle case per una vita,

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Giochi e attività

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Soluzioni

Super Tiziano Ferro. a. nascita; b. primo tentativo fallito a Sanremo; c. secondo tentativo ed EMI; d. Rosso relativo, primo album; e. primo tour e versioni spagnole delle sue canzoni; f. 111, l’album che lo consacra nel panorama discografico italiano; g. trasferimento in Messico e collaborazioni internazionali; h. trasferimento a Leicester e doppiatore nel film Shark Tale; i. Nessuno è solo, terzo album; j. Nessuno è solo Tour 2007; k. Alla mia età, quarto album, e collaborazioni importanti; l. trasferimento a Milano e L’amore è una cosa semplice, quinto album; m. tour e collaborazioni italiane e spagnole; n. collaborazioni con cantanti per cui scrive canzoni; o. TZN - The Best of Tiziano Ferro; p. Lo stadio Tour e l’European Tour; q. trasferimento a Los Angeles e Il mestiere della vita, sesto album; r. ospite di Sanremo e nuovo tour. Le otto montagne per ritrovare nostro padre. a. F; b. F; c. V; d. F.

Super Tiziano FerroRicostruisci la carriera del cantante scrivendo che cosa è successo ogni anno.

Le otto montagne per ritrovare nostro padreRileggi l’articolo sull’ultimo libro di Cognetti e correggi le frasi che ti sembrano false.

a. 1980 .......................................................................................

b. 1997 .......................................................................................

c. 1999 .......................................................................................

d. 2001 .......................................................................................

e. 2002 .......................................................................................

f. 2003 .......................................................................................

g. 2004 .......................................................................................

h. 2005 .......................................................................................

i. 2006 .......................................................................................

j. 2007 .......................................................................................

k. 2009 .......................................................................................

l. 2011 .......................................................................................

m. 2012 .......................................................................................

n. 2013 .......................................................................................

o. 2014 .......................................................................................

p. 2015 .......................................................................................

q. 2016 .......................................................................................

r. 2017 .......................................................................................

a. Lo scrittore si è formato traducendo romanzi

americani.

b. Nel suo romanzo ci sono solo due personaggi:

Pietro e il padre.

c. Per Pietro, esplorare la montagna è un modo per

conoscere chi è stato suo padre.

d. Cognetti ha vinto il Premio Strega con A pesca

nelle pozze più profonde, nel 2014.

V F

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Sottolinea nel testo la risposta a queste domande.

a. Qual è il legame tra Schiaparelli e il pianeta Marte?

b. Che cosa gli permise di studiare il Merz-Repsold e perché?

c. Perché il telescopio è stato restaurato e dove si trova esposto ora?

Schiaparelli, il ritorno del telescopio che creò il mito di Marte

L’astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910) fu il primo scienziato a studiare in maniera approfondita Marte. Grazie al telescopio Merz-Repsold – uno dei più potenti d’Europa all’epoca in cui lavorava Schiaparelli –, l’astronomo individuò i canali del “pianeta rosso” e ne definì la mappa completa, portando a termine uno studio pionieristico*. La storia del Merz-Repsold inizia il 10 giugno 1878, quando Quintino Sella, ex ministro delle finanze, sostiene in Parlamento il progetto di un grande telescopio per l’Osservatorio milanese di Brera. Grazie a quel complesso e potente strumento, Schiaparelli fu in grado di individuare dettagli fino a quel momento invisibili ai suoi predecessori e contemporanei. In questo modo creò il mito di Marte e diventò fonte di ispirazione, tra le altre cose, per la fantascienza (un esempio è il romanzo La guerra dei mondi di George Wells).«Schiaparelli è l’astronomo italiano più conosciuto nel mondo dopo

Glossario

pionieristico: nuovo e coraggioso

Galileo Galilei», spiega Giovanni Pareschi, direttore dal 2008 al 2014 dell’Osservatorio di Brera. Nel 1936, ventisei anni dopo la morte dell’astronomo, il telescopio venne trasferito nel nuovo osservatorio di Merate. Qui, dopo un incidente e la successiva rottura della lente, finì immagazzinato in attesa di una sistemazione. La restaurazione è stata affidata all’Associazione per il restauro

degli antichi strumenti scientifici (Arass). Dopo questo complesso lavoro di restauro e riallestimento durato quattro anni, il Merz-Repsold è stato portato al Museo della scienza di Milano e lì è possibile ammirarlo esposto.

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TRATTO DA[ ]di Marco Bruna

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