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P E R I O D I C O D E L L A S C U O L A P R I M A R I A D I
V A L E N T A N O A N N O N U M E R O U N I C O
C L A S S E
1 A D A P A G 2 A
A P A G 5
C L A S S E
2 A
D A P A G 6
A P A G 8
C L A S S E
3 A
D A P A G 9
A P A G 1 2
A T E A T R O P A G 1 3
V E L A A
S C U O L A
P A G 1 4
C L A S S E
4 A 4 B
D A P A G 1 5
A P A G 2 0
N A T A L E
I N M U S I -
C A
P A G 2 1
E D I T O R I A L E SOMMARIO
C L A S S E
5 A
D A P A G 2 2
A P A G 3 1
M A N I F E -
S T A Z I O N E
F I N E A N -
N O
P A G 3 2
U N S A L U -
T O S P E -
C I A L E
P A G 3 3
La maestra Rosa saluta tutti, gli alunni
delle classi dove insegnava, ma anche
gli altri che ha visto crescere e trasformarsi, i
colleghi, le famiglie e tutti gli operatori scola-
stici. Per lei è ora, dopo più di 40 anni di lavo-
ro, di lasciare il posto a maestri più giovani
sicuramente anche se non, forse, più curiosi e
motivati perché fino al termine dell’anno sco-
lastico ha continuato a mettere la Scuola al
centro dei suoi interessi.
E’ passato un altro anno.
Come vola il tempo!
La campanella
della scuola pri-
maria ha suonato
anche quest’anno
per l’ultima volta.
Per un po’ nessu-
no di voi sentirà i
suoi trilli, che
scandiscono le
vostre giornate e
che sono così stri-
duli al mattino e
c o s ì fe s t o s i
nell’annunciare la
ricreazione e so-
prattutto l’ora
dell’uscita. Ora le
meritate vacanze
vi attendono:
mare, lago e so-
prattutto tanto
riposo. Ci ritrove-
remo tutti a set-
tembre, più gran-
di, più saggi e con
tanta voglia di
crescere insie-
me .
BUON RIPOSO
La Redazione
Questi sono i cuccioli che arriveranno nella
nostra Scuola a settembre. Eccoli in visita de-
siderosi di imparare tante cose nuove
Noi bambini della I A abbiamo coltivato delle piante in classe. E’ stato sorprendente vedere i semi
ORA VI RACCONTIA-
MO COME ABBIAMO
Non abbiamo seminato
solo ceci e lenticchie ma
anche chicchi di grano.
Mano a mano che le
piantine crescevano , le
tagliavamo per farle di-
ventare più forti. Sembra-
C L A S S E
I A
Vorrei stare
sempre con te
Dennis
Sei bellissima
E tanto dolce e
graziosa. gAIA
Ci sei quando
ho bisogno e
ancheio ci sa-
Giordano
Sei la più bel-Gabriele
Non ti lascerò
mai. LuCIANOi
Sei cara e piena di gioia jULIA
Da quanto ti vo-glio bene
Cristiano
Sei molto cara e
ti voglio tanto
bene. Antonio
Ti re-
galo un
bacio e ti ab-
braccio Marica-
Per me sei
l’amore. Fede-
rico
Mamma, sei
carissima !Sara
Quando sto
con te mi sen-
to cal-
ma.F.Romana
Ti voglio tanto
bene.
Florin
Cara mamma
tanti baci ba-
ci. Letizia
Non
so che farei
Sei severa, però
mi stai sempre
vicino. Manuel
Ti voglio stare sempre vici-
M. francesca
Marianna
Quando sono con te sono
Roberta
Sto bene quando sto
Tommaso
Sei tanto tanto bella.
Giuseppe
Ti voglio sem-pre bene
Sebastian
Vorrei darti tanti baci.
Giulia
Il fagiolo magico
Antipasto: Paioletto di fagioli
magici con
focacce della nonna di Cappuc-
cetto Rosso;
primo: Zuppa degli orsi di Riccio-
lidoro,
secondo: Carrellata di arrosti del
Principe Riccardino,
contorno: Raperonzoli all’agro,
frutta: Mela avvelenata di
Biancaneve,
dolce: Tetto della strega di
Hansel e Gre- tel,
pane:
La classe prima ha “assaporato”alcune delle più belle e conosciute
fiabe cercando i vari cibi che vi venivano presentati. I bambini ne han-
no trovati molti; li hanno poi disegnati e colorati, applicando su ogni
lavoro (solo il vino fa eccezione) dei cibi veri.Sul “Fagiolo magico” vi
sono legumi, sulle focacce farina di mais, stelle di pasta nella zuppa,
sull’arrosto pane grattugiato, sulla rapa e sulla mela zucchero rosso,
sul tetto della casa cioccolato, pezzetti di pane per le briciole e di nuo-
vo farina gialla sulle stelle dell’acqua.
La
mela
di
Bianca-
neve
Le focacce
L’arrosto di Riccardino
Un tetto
invitante
L A F A T T O R I A D I D A T T I C A
Passare una giornata all’aria aperta, a contatto con la natura e gli animali, per
noi alunni della classe III A, è stata un’esperienza indimenticabile, perché
abbiamo imparato tante cose senza banchi, senza libri e senza lavagna. In-
nanzi tutto, abbiamo capito cosa è una “ FATTORIA DIDATTICA “. E un’
azienda agricola, cioè quasi una scuola in campagna ,che i proprietari mettono
a disposizione dei visitatori, per :1) far conoscere gli animali 2) far scoprire il beneficio che si può trarre dal
contatto con essi 3) trasmettere i saperi quasi perduti legati alla terra, alla sua coltivazione ed
all’allevamento 4) insegnare il rispetto per le piante e per gli animali.
Anche in una
fattoria ci so-
no delle rego-
le che abbia-
mo rispettato
per imparare-
e, per non dar
fastidio agli
animali .
TUTTI DIETRO A WILMA E
PEPITASapete chi ci ha accolto? Due asi-
nelle, Wilma e Pepita e, dietro di loro, tutti
in cordata, siamo arrivati alla fattoria. Ab-
biamo scoperto che l’asino non è un ani-
male stupido, anzi è molto intelligente, che
sa prendere le sue decisioni e ragiona sul-
le cose che vuole fare. ATTENZIONE ,
MAESTRI, A DARE DEGLI ASINI AI VOSTRI ALUNNI !
Wilma e Pepita con gli operatori
La fattoria era divisa in vari reparti, a seconda degli animali che ospitava. Per primi, vicino al laghetto, abbiamo
visto i volatili: galli, galline di varie razze, i germani reali, le papere mute, le oche, i tacchini ed abbiamo persino
raccolto le uova. La cosa più bella è stato accarezza-
re Carmencita , la gallina rossa del pollaio. Non pen-
savamo che le sue piume fossero così morbide. Sot-
to ad una grande tettoia, all’interno di alcuni recinti ,
abbiamo potuto vedere animali di ogni genere: ca-
valli, capre, mucche, pony, maiali. Ci ha stupito vede-
re la pupilla rettangolare del-
la capra, ma quello che ci ha
divertito di più e stato cono-
scere Gorge, chi è Gorge? E’
un maialino nato da pochi gior-
ni che a turno abbiamo allatta-
to con il biberon. !
Ma alla fine, tutti, dopo aver risposto a tante domande
ed aver dimostrato così di possedere tante conoscenze,
abbiamo otte- nuto il
CLASSE I I A
Il mandala è una figura organizzata intorno ad un centro; in genere è di forma cir-
colare ma può essere anche triangolare, quadrato o di altra forma geometrica. Può
ispirarsi a forme che esistono in natura o essere frutto di fantasia.
Colorare un mandala ha il pre-
gio di rilassare, di calmare, di
riprendersi dopo uno sforzo.
Consente di ritrovare la calma e
la concentrazione. L’attività
comporta uno stato di equilibrio
psicofisico. Consente di vivere
un momento di distensione, di
liberarsi dalla fatica e dallo stress
Angelica
Alice
Emanuele
Francesco
Luca
Marco
Alessia
Chiara
Matteo B.
I bambini prestano at-
tenzione, si concentra-
no, controllano i movi-
menti della mano, si
tengono all’interno dei
margini, scelgono con
cura i colori . Quando
gli alunni sono stanchi,
agitati o nervosi, colora-
re il mandala consente
loro di recuperare le ener-
gie positive.
Angelo
Claudia
Cristiano
Elisabetta
Gianluca
Matteo F.
Gioia
Suelen
Jacopo
Lorenzo Maria Luisa
Una gita a Roma: teatro e divertimento! Classe 3° A
...Il titolo dello spetta-
colo era “Canto di
Natale”. Gli attori so-
no stati tutti bravi ad
imitare il loro perso-
naggio. Lorenzo
Il 14 dicembre siamo stati in
gita a Roma per andare al tea-
tro Sistina.
...Lo spettacolo parlava di un
uomo cattivo chiamato Ebene-
ezer Scrooge. Cristiano
...A me la parte che è pia-
ciuta di più è stata quella dei
tre spettri: il primo spettro
faceva vedere il Natale pas-
sato, il secondo il Natale
presente e il terzo il Natale
futuro...Matteo F.
...Il teatro mi è
piaciuto molto.
Mi sono messa
anche a ridere
quando Scrooge
si è brucia-
to....Alla fine del-
lo spettacolo gli
attori sono pas-
sati due alla volta
e hanno fatto
l’inchino.
Elisabetta
...I tre spettri volevano far capire al signor
Scrooge che il Natale è una cosa buona.
Alla fine il signore non odiò più il Natale
ma lo adorò....Al McDonald’s ho bevuto
la Coca-Cola con cinquanta ghiacci! Claudia
...Lo spettacolo era bellissimo. Par-
lava di un uomo cattivo che non
adorava il Natale; però i ballerini, i
cantanti e tutti gli altri, con i loro
balli e canti, gli hanno fatto capire
che il Natale è molto bello. Francesco
...Una volta arrivati al Teatro
Sistina abbiamo visto uno
spettacolo dove un uomo cat-
tivo ha la visita di tre fanta-
smi, così ridiventa buo-
no....Questa è la miglior gita
che ho fatto. Marco
Mi sono svegliato alle sei
per andare al Teatro Sistina.
Lo spettacolo è stato molto bel-
lo. Emanuele
...Il teatro era molto
bello, gli attori han-
no cantato, recitato e
ballato molto bene..
A Piazza Navona ho
fatto shopping. Alice
...Poi siamo andati a
Piazza Navona, dove
c’erano le giostre e
tantissime bancarel-
le....Qui abbiamo fatto
la foto di gruppo. Gioia
… Come ultima
tappa siamo anda-
ti a Piazza Navo-
na e c’era la mae-
stra Pina che ci face-
va da Tom Tom e
...Dopo pranzo siamo andati a
Piazza Navona, dove c’erano tan-
te bancarelle natalizie, due fonta-
ne, Babbo Natale con la slitta e
anche le giostre. Chiara
...Al Teatro Sistina abbiamo visto
“Canto di Natale”. Gli attori hanno
cantato e ballato e mi è piaciuto
molto…...Piazza Navona era bellis-
sima...Angelo
...Questa gita mi è piaciuta
molto e vorrei farne una come
questa al più presto. Matteo B.
per arrivarci ci ha fatto girare
quasi tutta Roma...Gianluca A me è piaciuto molto il pranzo al
McDonald’s. Suelen
...La rappresentazione parlava di un
uomo cattivo che è diventato buono.
...A pranzo siamo andati al McDo-
nald e ho mangiato un panino con
quattro strati. Maria Luisa
...Lo spettacolo è stato veramente bello
ed emozionante.
...Poi siamo andati alle bancarelle di
Piazza Navona: io ho comprato poche
cose, ma erano tutte belle. Alessia
...Mi è piaciuto il teatro che era
molto bello e gli attori sono stati
bravi...A Piazza Navona ho
comprato una bambola che la
mamma ha appeso all’albero di
Natale. Luca
...Siamo andati a Piazza
Navona e qui sono andata
sulla giostra. C’erano tante
bancarelle ed io ho com-
prato la casetta di Babbo
Natale. Angelica
...Andare al teatro è stata
proprio una bellissima espe-
rienza, che vorrei rifare.
Jacopo
Classi 3° A - 4° A - 4° B
Il Progetto “Vela a scuola”
ha visto gli alunni impegnati
in attività coinvolgenti a
scuola e fuori di qui, quan-
do i bambini hanno potuto
sperimentare direttamente
quanto appreso in classe,
facendo una vera e propria
uscita in barca a vela presso
il Circolo Nautico di Capo-
dimonte: i venti, le vele, i
nodi, la posizione e i ruoli a
bordo, la guida…come veri
e propri velisti ! Ecco qua le
testimonianze!!!
I segnali del mare per
comunicare: ogni ban-
diera trasmette un mes-
saggio.
La barca a vela realizzata
dalle classi quarte: gli alunni
hanno imparato com’è fatta
una barca a vela e quali so-
no le parti che la compon-
gono.
Equipaggiati per la partenza... Si parte…. ...e si prende il largo!
Il rientro in gommone. La consegna dei diplomi: ogni alunno ha ricevuto un attestato di partecipazione.
C’era una volta un re e una regina disperati
perché non avevano figlioli. Nel giardino del
castello c’era un melo enorme, con delle mele
magnifiche. La regina guardandolo un giorno
esclamò:”Perché non posso avere figli, così
come il melo fa le mele?”
Dopo poco tempo alla regina invece di nascere un figlio le nacque una mela. Era una mela così bella e
colorata come non si erano viste e il re la mise in una vassoio d’oro sul terrazzo.
Davanti al castello del re ce n’era un altro e quest’altro re, un giorno che era affacciato alla finestra,
vide una bella ragazza bianca e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole. Lui rimase a
guardare a bocca aperta, perché mai aveva visto una ragazza così bella. Ma la ragazza appena
s’accorse di essere guardata, corse al vassoio, entrò nella mela e sparì. Il re ne era innamorato.
Il progetto “Fructus fabulae” è nato dallo studio interdisciplinare delle piante in genere e degli alberi da frutto
presenti sul nostro territorio. Attraverso questo progetto, noi bambini delle classi IVA e IVB, abbiamo potuto
conoscere non soltanto la flora del nostro ambiente, ma anche le proprietà nutrizionali e benefiche di alcuni
frutti, per una corretta alimentazione. Attraverso il percorso didattico abbiamo potuto fare sia approfondimen-
ti scientifici sulle piante, ma anche una ricerca più ludica e fantastica delle personificazioni che vari autori ne
hanno fatto in molte fiabe. Tra le varie letture fatte, abbiamo scelto di rappresentare in sequenze illustrate e
scritte due di queste fiabe: “La ragazza mela” e “Sakura”.
CLASSI 4°A e 4°B
Così pensa e ripensa, un giorno andò a bussare al palazzo di fronte,per chiedere un favore.”Volentieri
Maestà tra vicini se si può essere utili”disse la regina. “Vorrei quella bella mela che avete sul terrazzo”
“Ma che dite Maestà? Non lo sapete che io sono la madre di quella mela e che ho sospirato perché
mi nascesse?” Ma il re tanto disse tanto insistette, che non gli si poté dir di no, per mantenere
l’amicizia tra vicini. Così lui si portò la mela in camera sua. La portò nella sua stanza e le preparò tutto
per lavarsi e pettinarsi. La ragazza ogni mattina usciva e si lavava e pettinava e lui la stava a guarda-
re. Altro non faceva la ragazza: non mangiava, non parlava. Solo si lavava e pettinava e poi tornava
nella mela.
Prima di partire il re chiamò il suo servitore più fedele e gli disse:” Ti lascio la chiave della mia camera.
Bada che non entri nessuno. Prepara tutti i giorni l’acqua e il pettine della ragazza mela e fa che non
le manchi niente. Guarda che poi lei mi racconta tutto (non era vero, la ragazza non diceva una paro-
la, ma lui al servitore disse così). Sta attento che se le fosse torto un capello durante la mia assenza,
ne va della tua testa”. “Non dubiti, Maestà, farò del mio meglio”
Appena il re fu partito la regina matrigna si diede da fare per entrare nella sua stanza. Fece mettere
del sonnifero nel vino del servitore e quando si addormentò gli rubò la chiave.
Con quel re abitava una matrigna, la quale, a vederlo sempre chiuso in camera, cominciò a insospet-
tirsi:”Pagherei per sapere perché mio figlio se ne sta sempre nascosto!” Un brutto giorno arrivò
l’ordine di guerra e il Re dovette partire. Gli piangeva il cuore di lasciare la sua mela!
Aprì e frugò tutta la stanza e più frugava e meno trovava. C’era solo quella mela in una fruttiera d’oro.
“Non può essere che questa la sua fissazione!” Si sa che le regine alla cintola portano sempre uno
stiletto. Prese lo stiletto e si mise a trafiggere la mela. Da ogni trafittura usciva un rivolo di sangue. La
regina matrigna si mise paura, scappò, e rimise la chiave in tasca al servitore addormentato.
Quando il servitore si svegliò, non si raccapezzava di cosa gli era successo. Corse nella camera del re
e la trovò allagata di sangue:” Povero me! Cosa devo fare?” e scappò.
Andò da sua zia, che era una fata e aveva tutte le polverine magiche. La zia gli diede una polverina
magica che andava bene per le mele incantante e un’altra che andava bene per le ragazze stregate e
le mescolò insieme.
Il servitore tornò dalla mela e le posò un po’di polverina su tutte le trafitture.
La mela si spaccò e ne uscì fuori una ragazza tutta bendata e incerottata.
Tornò il re e la ragazza per la prima volta parlò e disse: “ Senti, la tua matrigna mi ha preso a stiletta-
te, ma il tuo servitore mi ha curato. Ho diciotto anni e sono uscita dall’incantesimo. Se mi vuoi sarò
tua sposa” E il re: “ Perbacco se ti voglio!”
C’era una volta, nella lontana valle della Primavera, un mera-
viglioso ciliegio di nome Sakura. Bellissima, coi suoi fiori deli-
cati di una cangiante tonalità di rosa pastello, i movimenti
leggiadri ed armoniosi e un paio di dolci occhi viola limpidi e
sinceri. D’indole timida e riservata, Sakura era benvoluta da
tutti per la sua bellezza e la sua semplicità, spontanea nei
suoi modi gentili e cortesi e capace di conquistare chiunque.
Non c’era nessun essere vivente che non nutrisse per lei un
gran bene. E non mancava creatura nella Valle che non at-
tendesse ogni anno, con trepidazione il suo risveglio dal lun-
go sonno invernale per festeggiare insieme l’arrivo della bel-
la stagione e la fioritura del creato.
Solo la perfida Discordia, spirito nero del male, che col suo
logoro mantello errava per il mondo a mietere il seme della
zizzania, odiava la splendida pianta, non vedendo di buon
occhio il suo destarsi portatore di luce e di gioia, e desidero-
sa di farla sparire per sempre dalla faccia della terra. Così,
senza la sua presenza, avrebbe potuto trasformare la pri-
mavera in una stagione buia e fredda, e per questo non fa-
ceva altro che architettare malefici a suo discapito.
E così un giorno, alle idi di marzo, lo spirito maligno, nascon-
dendo il suo lugubre aspetto sotto un mantello color porpora,
deciso a impedire che il dolce ciliegio potesse risvegliarsi nuo-
vamente anche per quell’anno, portando con sé la felicità,
scese nella Valle con un piano ben delineato in testa: convin-
cere gli altri alberi che la dolce Sakura fosse in realtà un ani-
mo infido e meschino, che fingendosi invece dolce e remissi-
va, sognava di governare un giorno sull’intera Valle, soggio-
gando tutte le creature col potere della propria bellezza.
E avvicinatosi per prima alla bellissima
Mimosa, con fare dimesso, fingendosi
uno spirito saggio, carezzando il suo
fusto con delicatezza, iniziò contrita la
sua farsa: “Non ti devi fidare di lei! Sa-
kura non è come sembra!” Prese ad am-
monirla, dopo averla messa al corrente
dei crudeli piani di conquista che lei a-
veva scoperto solo per caso, e per sma-
scherarla, era partita alla ricerca di alle-
ati: “Lei nasconde un animo buio, dietro
quei suoi falsi modi schivi e gentili! Fin-
ge di schermirsi dinanzi ai complimenti
altrui!”.
Ma la mimosa punta sul vivo a quelle parole, indicandole con i nodosi rami delle sue braccia il fondo
del bosco, storse subito il muso stizzito: “Tu menti! Io conosco bene Sakura! E lei non è così! Vai via,
spirito maligno!” E la scacciò in malo modo.
Allora la Discordia si fermò alle radici di
un delicato fusto di Glicine recitando la
stessa nenia: “ Lei vi caccerà da questa
valle!” Ma il Glicine che conosceva be-
ne Sakura ebbe la stessa reazione della
mimosa. “Adesso vai via tu! Prima che
io tolga dal suolo i miei bulbi e ti dia
quello che meriti! Bugiarda!”.Non con-
tenta, la Discordia si recò allora presso
un Corniolo con la stessa storia da pro-
pinargli: “Ascolta quel che ti ho detto,
prima che sia troppo tardi!”
Ma il bel Corniolo che conosceva
anch’esso la dolce Sakura, non fu da me-
no degli altri due “Perfida maligna! Lei non
sarebbe mai capace di una cosa simile!
Sparisci dalla mia vista!” La Discordia coc-
ciuta piegò allora ai margini della Valle, e
scorgendo un Mandorlo molto giovane e
inesperto, gli si avvicinò guardinga “La Val-
le della Primavera, caro Mandorlo, ha una
grande nemica!” esordì con fare mesto e
pomposo”E corre un grave pericolo!” conti-
nuò dura, cominciando il suo narrare scio-
rinandogli per intero la sua commedia.
E il Mandorlo ingenuo, bevendo per vere le sue parole, incrociò subito le braccia furioso”Io non cono-
sco questa Sakura! Ma se tu mi dici che è tanto malvagia, io ti credo! Tu sei uno spirito Saggio e sai
quello che dici! Indicami dove si trova questo albero e io ne fermerò subito le malvagie gesta prima
che sia troppo tardi in nome di questa Valle che tanto amo!” E chinandosi verso le sue radici, l’albero
deciso, estrasse dal sottosuolo il pugnale che anni addietro un viandante aveva sotterrato alle sue
radici dopo un delitto, pronto a servirsene contro la perfida Sakura. E la Discordia indicandogli il luogo
dove il ciliegio dormiva, pregandolo di sbrigarsi, si lisciò le mani sogghignando soddisfatta.
Giunto sul posto, il Mandorlo accecato dalla rabbia, trovò subito la zolla dove Sakura giaceva ancora
addormentata e riconoscendola dalla sua bellezza, levò subito la lama con odio. Ma fermandosi a
mezz’aria, contemplando la sua disarmante purezza durante il sonno e la semplicità di quelle sue ti-
mide gote rosse, il Mandorlo abbassando il coltellaccio si morse le labbra stranito. Come poteva quel-
la splendida creatura, essere davvero così cattiva, quanto gli era stato raccontato? Sembrava così
dolce, così serena immersa nei suoi sogni, così ingenua. E ascoltando il battito del suo cuore impazzi-
to sussurrargli di gettare via subito quell’arma, si liberò all’istante del pugnale, si chinò d’istinto sulla
dolce Sakura e la baciò risvegliandola dal suo torpore. A quel gesto la perfida Discordia, colpita di ri-
flesso dalla sua stessa malvagità, esplose in mille bagliori di luce e il Mandorlo a quel boato, ricono-
scendo di colpo l’orripilante Discordia sotto il suo travestimento, sbarrò gli occhi stravolto. “Non le hai
creduto!” gli sussurrò allora la bella Sakura stringendosi a lui “Non hai creduto alle sue bugie! E mi
hai salvata!”. E da quel giorno la bella Sakura e il prode Mandorlo non si separarono più e ad ogni pri-
mavera presero a sbocciare insieme, tingendo coi loro colori pastello il creato intero, mescendo i loro
petali messaggeri di luce e d’amore a portare intatto il messaggio della rinascita.
La Scuola Primaria ha voluto porgere i migliori
auguri di Buon Natale a tutta la comunità. Qua-
le miglior modo di farlo se non con quel lin-
guaggio universale che è la musica? E così è
stato organizzato un piccolo concerto nella
chiesa parrocchiale a cui hanno potuto assiste-
re parenti, amici, ma anche tutti coloro che ri-
mangono sempre affascinati dal Natale e so-
prattutto dal suo messaggio particolarmente
coinvolgente se a veicolarlo sono i piccoli.
I bambini della classe prima durante la
loro esibizione
I bambini della classe 3^
La classe quarta
ERIKA E MATTEO CON IL PICCO-
LO FEDERICO CI HANNO RICOR-
DATO LA NATIVITA’
IL CORO FINALE E LA SUA MAGIA
LA
CLASSE
QUINTA
Daniela ha presentato
In tempi di tecnologia e informatica
avanzata abbiamo scoperto il vecchio
traforo. Qualcuno l’abbiamo rinvenuto
negli armadi, un po’ arrugginito e
malconcio, qualche altro è stato tro-
vato a casa, e così abbiamo comin-
ciato ad usarlo e ci siamo accorti che
è pure divertente. Quale mezzo mi-
gliore per realizzare un presepe? Ab-
biamo segato, scartavetrato per rego-
lare i nostri lavori e poi dipinto e se-
minato del grano in un sottovaso. Ne
ed è venuto fuori un presepe vera-
mente carino da portare nelle nostre
case e da poter utilizzare anche negli
anni che verranno
Tutti gli anni gli alunni della classe quin-
ta si occupano di preparare il presepe
comune. Quest’anno toccava a noi e ci
abbiamo messo tutto il nostro impegno.
Naturalmente l’abbiamo immaginato ai
piedi della torre e con tante casette colo-
rate: le foratine dei muratori hanno fatto
proprio al caso nostro e le nostre casette
le abbiamo realizzate con i mattoni veri:
ci siamo improvvisati anche muratori.
AL LAVORO
Per completare i festeggiamenti per il Natale
dopo le fatiche fatte per eseguire tutti i nostri
lavori ci siamo recati al mitico Sistina a Ro-
ma.Nella immensa sala c’era un numero ster-
minato di bambini, scusate ragazzini, come noi,
tutti affascinati da una storia eterna, quella di
mister Scrooge e il suo “Canto di Natale”.
Che emozione!
E poi naturalmente non si poteva non an-
dare a Piazza Navona; a Natale è un obbli-
go fare un giretto tra le bancarelle.
DOPO TANTO GIRARE UNA SOSTA .
LA FONTANA DEI FIUMI FA PROPRIO
AL CASO NOSTRO
Ecco il villaggio che abbiamo creato ai
piedi della torre ed anche le casette fatte
con veri mattoni. Anche i personaggi era-
no fatti a mano e con vestiti personalizza-
ti da “veri stilisti”.
L’albero lo abbiamo addobbato con tan-
te campanelle che altro non erano che
vasetti dello yogurt,ed in ognuna abbia-
mo aggiunto il nostro augurio.
La casa
di que-
sto grande
matematico si trova “alla
Ripa”. Fuori c’è una targa,
ma noi non l’avevamo mai
notata. Eccoci sotto di es-
sa dopo averla scoperta.
La nostra Scuola è de-
dicata a Paolo Ruffini,
ma nessuno di noi si
era mai chiesto chi
fosse. Ci ha aiu-
tati a scoprirlo la
nostra amica Tana
ed abbiamo impara-
to che dobbiamo esse-
re orgogliosi del nostro
concittadino.
C’è però anche un’altra scuola che è
dedicata al grande matematico:
l’Istituto Paolo Ruffini di Viterbo che è
un liceo scientifico.Forse anche qual-
cuno di noi lo frequenterà. Quest’anno
si è celebrato un gemellaggio tra le du-
e scuole e c’è stata una mostra per
celebrare l’avvenimento. Potevamo noi
non partecipare? Proprio no e
l’abbiamo fatto con i nostri lavori. Ab-
biamo preparato un bel quadro con
Ruffini che protegge Valentano realiz-
zandolo con un mosaico di pietruzze e
di lapilli del nostro monte, ma soprat-
tutto abbiamo provato ad immaginarle
il grande matematico quando era un
bambino come noi, che giocava come
noi alla “Ripa” con i divertimenti del
tempo e l’abbiamo raccontato con il
linguaggio dei fumetti.
Ecco la nostra opera: a noi sembra venuta
proprio bene e Ruffini sembra quasi vero.
I nostri fumetti; qui ce ne sono solo due pezzetti,
gli altri sono stati appesi nell’atrio della scuola e
sono piaciuti molto
Ci avevamo preso così gusto a produrre fumetti
che abbiamo continuato disegnando altre storie e
soprattutto quelle di Tana la nostra strega– ange-
lo custode che ci ha accompagnato durante que-
sti anni di Scuola Primaria, a partire dalla 2^.
Tana è una strega buona che abita
nella torre di Valentano. Ha due aiu-
tanti: Leonzio, un gatto dormiglione
e Nerone, un corvo tuttofare che
non fa altro che andare alla ricerca
di erbe per la sua padrona con le
quali prepara pozioni per far star
bene la gente e soprattutto i Valen-
tanesi. Nel tempo abbiamo raccon-
tato le sue storie “a quarantaquat-
tro mani”, cioè tutti insieme e, alla
fine di ogni anno scolastico le ab-
biamo raccolte in dei grandi libroni
con delle bellissime illustrazioni,
ovviamente fatte da noi.
I LIBRI-RACCOLTA DELLE STORIE DI TANA
TANA COME L’ABBIAMO
IMMAGINATA
Tra le varie scoperte
di quest’anno, noi
della classe quinta,
studiando i Romani
abbiamo scoperto il
mosaico e questa
tecnica ci è piaciuta
molto. Qui a fianco
Tana realizzata con
pezzi di mattonelle.
E’ vero che il lago di Valentano è
quello di Mezzano, ma noi in genere
frequentiamo quello di Bolsena che
si vede proprio bene da San Martino.
La sua è una presenza costante . Ed
allora non resta che scoprirlo meglio,
nei suoi aspetti fisici ed anche cultu-
rali.Per questo abbiamo scelto pro-
prio il lago di Bolsena come argo-
mento da approfondire con il proget-
to “BIBLIOTECA E NATURA”
Questi sono invece i mitici aiutanti della no-
stra amica strega : Leonzio il gatto nero che
passa tutto il suo tempo dormire e Nerone ,
il corvo che qualche volta si fa aiutare nei
momenti di più intensa attività, dal suo fra-
tello Billy. Per rappresentarli abbiamo usato
il mosaico fatto con i semi.
Eccoci intenti ad eseguire i nostri mosaici. Ov-
viamente la loro esecuzione non doveva intral-
ciare le attività curriculari, perciò li facevamo
durante la ricreazione. Aurora ed asia nemme-
no mangiavano per poter essere sicure di lavo-
rarci, poi lasciavano il posto agli altri.
Mentre stavamo scoprendo gli aspetti
naturalistici del lago, dei germani reali
si sono avvicinati, sembravano molto
interessati anche loro. Una pausa
per racco-
gliere tutti i
dati: fisici,
naturalistici,
economici
In biblioteca
lavorando in
gruppo, ab-
biamo appro-
fondito le no-
stre cono-
scenze anche
da un punto
di vista cultu-
rale: il lago e
le sue tradi-
zioni, anche
culinarie
Abbiamo conosciuto le
tradizioni dei centri at-
torno al lago e molte ci
hanno colpito e affasci-
nato anche perché ne
abbiamo compreso il
significato che prima ci
sfuggiva e, anche tra-
mite la nostra amica
Tana, ci siamo divertiti
ad illustrarle.
Una delle più interessanti ci è sembrata quella
dell’infiorata legata al miracolo Eucaristico avvenuto a Bol-
Un’altra storia che ci
è piaciuta molto è
stata quella di Santa
Cristina che abbiamo
legato al periodo sto-
rico studiato: le per-
secuzioni ai cristiani
sotto Diocleziano
E poi la tradizioni culinarie: la
sbroscia, zuppa dei pescatori
del lago che una volta la cuci-
navano con l’acqua dello stes-
so,(vallo a fare adesso!),l’Est
Est Est, i lattarini, la cannaiola,
il goregone e chi più ne ha più
ne metta.
La storia di Amalasunta
la regina dei Goti uccisa
dal marito nell’isola
Martana ci è sembrata
la più commovente
LEONZIO
Ma, come al solito, i luoghi più
affascinanti per noi sono gli ipo-
gei. Gli Etruschi scavavano co-
me talpe e non solo tombe, per
quanto grandi come case, ma
anche cunicoli che arrivavano a
qualche decina di metri sotto
terra. Ci siamo recati nella piaz-
za del palazzo papale che una
volta era l’acropoli e conserva
ancora resti delle mura, ma non
potevamo resistere a scoprire i
cunicoli scavati qualche millen-
nio fa dai nostri antenati
Sono stati un
popolo che ha
dato vita ad
una grande
civiltà e le loro
tracce sono
ancora tra noi
che siamo i
loro discenden-
ti. Per cono-
scerli e cono-
scerci meglio
siamo andati
alla scoperta
delle tracce
che ci hanno
lasciato...
Tra i reperti dei
Nel cortile della Rocca con tanti
sarcofagi a darci il benvenuto
Gli Etruschi erano anche ottimi orafi
che usavano alla perfezione varie
tecniche tra cui la granulazione, lo
sbalzo e la filigrana. Noi abbiamo
provato ad esercitarci nello sbalzo e
ne sono venuti fuori dei medaglioni
che sembravano quasi originali. An-
che questa tecnica era veramente
coinvolgente; chissà che qualcuno
non ne prenda spunto per il futuro?
Al Museo Nazionale Etru-
sco di Rocca Albornoz
Per la gita di fine anno, ed
anche di fine ciclo, siamo
andati a scoprire la Roma che
abbiamo studiato quest’anno.
Abbiamo avuto come compagni
di viaggio gli alunni di Ischia di
Castro e di Farnese. Eccoci in
posa davanti all’altare della Pa-
tria la cui visita era doverosa
Ancora a Roma. Abbiamo trionfato
anche noi sotto l’arco di Costantino
con i Giapponesi che ci fotografa-
vano come fossimo star Ma soprat-
tutto il CO-
L O S S E O .
L’avevamo
visto tante
volte nelle
foto, al ci-
nema o in
televisione,
ma dal vivo
fa tutto un
altro effet-
to. Ti sentivi
veramente
dentro la
storia!
in posa davanti al Campidoglio sotto la protezio-
ne di Marco Aurelio
Eccoci nell’arena; come gladiatori
veri personaggi dell’antichità ado-
rati come i campioni di oggi
Dopo la pausa dell’anno scorso, abbiamo ripreso la tradizio-
ne di salutare l’anno scolastico che finisce con una manifesta-
zione, nella splendida cornice del Cortile dell’Amore, che ben
si presta con la sua magia. Il mini concerto conclude il Proget-
to Musica che ci ha accompagnato durante il secondo quadri-
mestre. Tutti gli alunni si sono impegnati ad eseguire con il
flauto dolce vari brani di musica classica, mentre i bambini
della prima hanno fatto il loro esordio esibendosi con stru-
menti realizzati con materiale di riciclo e con un valzer stravagante! La Dirigente apre la manifestazione salutan-
I bambini della classe prima si ci- I musicisti della classe seconda.
Ora tocca alla classe terza. Suonano gli alunni delle classi quarte.
Gli alunni della classe quinta, dopo l’esibizione, E per concludere, tutti insieme,
“Inno alla gioia”
Non ricordiamo un giorno in cui Rosa non sia stata a
scuola. Arrivava con quel suo passo sonante di tacchetti
di scarpe, due parole al volo con le colleghe e subito in
classe a cominciare la mattinata, piena di attività produt-
tive, perché non si poteva perdere tempo: c’erano tante
cose da fare! I ragazzi, tanti nei suoi 40 anni di servizio,
hanno imparato a rispettarla e temerla per la sua “santa
severità”, ma anche ad amarla per i risultati che, inevita-
bilmente, arrivavano dopo tanto impegno ed esercizio.
La sua scuola non è stata quella del banco e della lava-
gna, lei è stata sempre alla ricerca di mille modi di porre
e rappresentare in modo creativo il sapere, richiedendo
lavori ogni volta più completi ed esaurienti. La ricorde-
ranno con gratitudine e riconoscenza tutti i suoi alunni e
i loro genitori, ma anche noi colleghi per l’esempio che
ogni giorno ci ha dato per il senso del dovere posto in
ogni lavoro, per le competenze presenti in ogni ambito
culturale, per quel rispetto delle regole e della legge co-
me fondamento di vita. La scuola buona è fatta da buoni
insegnanti e Rosa ha saputo qualificare questa scuola
ponendo come fondamento soprattutto la cultura e la
crescita di ogni individuo. Le colleghe
Per l’affetto e la pazienza
che ci hai sempre dimostra-
to, noi con tutto il nostro
cuore ti diciamo grazie!
Ringraziarti per ciò che hai
fatto standoci vicino, non
sarà mai sufficiente. Ti au-
guriamo la gioia più immen-
sa.
Maestra grazie per tutto
quello che ci hai insegnato,
resterai per sempre nei no-
stri cuori! Con affetto la
mitica classe 5°A
Un saluto e un augurio alla nostra col-
lega Rosa che ha raggiunto il traguar-
do della pensione, dopo 40 anni di o-
norato servizio.