C L A S S E - istitutocomprensivovalentano.gov.it · La classe prima ha “assaporato”alcune...

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PERIODICO DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VALENTANO ANNO NUMERO UNICO CLASSE 1 A DA PAG 2 A A PAG 5 CLASSE 2 A DA PAG 6 A PAG 8 CLASSE 3A DA PAG 9 A PAG 12 A TEATRO PAG 13 VELA A SCUOLA PAG 14 CLASSE 4A 4B DA PAG 15 A PAG 20 NATALE IN MUSI- CA PAG 21 EDITORIALE SOMMARIO CLASSE 5 A DA PAG 22 A PAG 31 MANIFE- STAZIONE FINE AN- NO PAG 32 UN SALU- TO SPE- CIALE PAG 33 La maestra Rosa saluta tutti, gli alunni delle classi dove insegnava, ma anche gli altri che ha visto crescere e trasformarsi, i colleghi, le famiglie e tutti gli operatori scola- stici. Per lei è ora, dopo più di 40 anni di lavo- ro, di lasciare il posto a maestri più giovani sicuramente anche se non, forse, più curiosi e motivati perché fino al termine dell’anno sco- lastico ha continuato a mettere la Scuola al centro dei suoi interessi. E’ passato un altro anno. Come vola il tempo ! La campanella della scuola pri- maria ha suonato anche quest’anno per l’ultima volta. Per un po’ nessu- no di voi sentirà i suoi trilli, che scandiscono le vostre giornate e che sono così stri- duli al mattino e così festosi nell’annunciare la ricreazione e so- prattutto l’ora dell’uscita. Ora le meritate vacanze vi attendono: mare, lago e so- prattutto tanto riposo. Ci ritrove- remo tutti a set- tembre, più gran- di, più saggi e con tanta voglia di crescere insie- me . BUON RIPOSO La Redazione Questi sono i cuccioli che arriveranno nella nostra Scuola a settembre. Eccoli in visita de- siderosi di imparare tante cose nuove

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P E R I O D I C O D E L L A S C U O L A P R I M A R I A D I

V A L E N T A N O A N N O N U M E R O U N I C O

C L A S S E

1 A D A P A G 2 A

A P A G 5

C L A S S E

2 A

D A P A G 6

A P A G 8

C L A S S E

3 A

D A P A G 9

A P A G 1 2

A T E A T R O P A G 1 3

V E L A A

S C U O L A

P A G 1 4

C L A S S E

4 A 4 B

D A P A G 1 5

A P A G 2 0

N A T A L E

I N M U S I -

C A

P A G 2 1

E D I T O R I A L E SOMMARIO

C L A S S E

5 A

D A P A G 2 2

A P A G 3 1

M A N I F E -

S T A Z I O N E

F I N E A N -

N O

P A G 3 2

U N S A L U -

T O S P E -

C I A L E

P A G 3 3

La maestra Rosa saluta tutti, gli alunni

delle classi dove insegnava, ma anche

gli altri che ha visto crescere e trasformarsi, i

colleghi, le famiglie e tutti gli operatori scola-

stici. Per lei è ora, dopo più di 40 anni di lavo-

ro, di lasciare il posto a maestri più giovani

sicuramente anche se non, forse, più curiosi e

motivati perché fino al termine dell’anno sco-

lastico ha continuato a mettere la Scuola al

centro dei suoi interessi.

E’ passato un altro anno.

Come vola il tempo!

La campanella

della scuola pri-

maria ha suonato

anche quest’anno

per l’ultima volta.

Per un po’ nessu-

no di voi sentirà i

suoi trilli, che

scandiscono le

vostre giornate e

che sono così stri-

duli al mattino e

c o s ì fe s t o s i

nell’annunciare la

ricreazione e so-

prattutto l’ora

dell’uscita. Ora le

meritate vacanze

vi attendono:

mare, lago e so-

prattutto tanto

riposo. Ci ritrove-

remo tutti a set-

tembre, più gran-

di, più saggi e con

tanta voglia di

crescere insie-

me .

BUON RIPOSO

La Redazione

Questi sono i cuccioli che arriveranno nella

nostra Scuola a settembre. Eccoli in visita de-

siderosi di imparare tante cose nuove

Noi bambini della I A abbiamo coltivato delle piante in classe. E’ stato sorprendente vedere i semi

ORA VI RACCONTIA-

MO COME ABBIAMO

Non abbiamo seminato

solo ceci e lenticchie ma

anche chicchi di grano.

Mano a mano che le

piantine crescevano , le

tagliavamo per farle di-

ventare più forti. Sembra-

C L A S S E

I A

Vorrei stare

sempre con te

Dennis

Sei bellissima

E tanto dolce e

graziosa. gAIA

Ci sei quando

ho bisogno e

ancheio ci sa-

Giordano

Sei la più bel-Gabriele

Non ti lascerò

mai. LuCIANOi

Sei cara e piena di gioia jULIA

Da quanto ti vo-glio bene

Cristiano

Sei molto cara e

ti voglio tanto

bene. Antonio

Ti re-

galo un

bacio e ti ab-

braccio Marica-

Per me sei

l’amore. Fede-

rico

Mamma, sei

carissima !Sara

Quando sto

con te mi sen-

to cal-

ma.F.Romana

Ti voglio tanto

bene.

Florin

Cara mamma

tanti baci ba-

ci. Letizia

Non

so che farei

Sei severa, però

mi stai sempre

vicino. Manuel

Ti voglio stare sempre vici-

M. francesca

Marianna

Quando sono con te sono

Roberta

Sto bene quando sto

Tommaso

Sei tanto tanto bella.

Giuseppe

Ti voglio sem-pre bene

Sebastian

Vorrei darti tanti baci.

Giulia

Il fagiolo magico

Antipasto: Paioletto di fagioli

magici con

focacce della nonna di Cappuc-

cetto Rosso;

primo: Zuppa degli orsi di Riccio-

lidoro,

secondo: Carrellata di arrosti del

Principe Riccardino,

contorno: Raperonzoli all’agro,

frutta: Mela avvelenata di

Biancaneve,

dolce: Tetto della strega di

Hansel e Gre- tel,

pane:

La classe prima ha “assaporato”alcune delle più belle e conosciute

fiabe cercando i vari cibi che vi venivano presentati. I bambini ne han-

no trovati molti; li hanno poi disegnati e colorati, applicando su ogni

lavoro (solo il vino fa eccezione) dei cibi veri.Sul “Fagiolo magico” vi

sono legumi, sulle focacce farina di mais, stelle di pasta nella zuppa,

sull’arrosto pane grattugiato, sulla rapa e sulla mela zucchero rosso,

sul tetto della casa cioccolato, pezzetti di pane per le briciole e di nuo-

vo farina gialla sulle stelle dell’acqua.

La

mela

di

Bianca-

neve

Le focacce

L’arrosto di Riccardino

Un tetto

invitante

L A F A T T O R I A D I D A T T I C A

Passare una giornata all’aria aperta, a contatto con la natura e gli animali, per

noi alunni della classe III A, è stata un’esperienza indimenticabile, perché

abbiamo imparato tante cose senza banchi, senza libri e senza lavagna. In-

nanzi tutto, abbiamo capito cosa è una “ FATTORIA DIDATTICA “. E un’

azienda agricola, cioè quasi una scuola in campagna ,che i proprietari mettono

a disposizione dei visitatori, per :1) far conoscere gli animali 2) far scoprire il beneficio che si può trarre dal

contatto con essi 3) trasmettere i saperi quasi perduti legati alla terra, alla sua coltivazione ed

all’allevamento 4) insegnare il rispetto per le piante e per gli animali.

Anche in una

fattoria ci so-

no delle rego-

le che abbia-

mo rispettato

per imparare-

e, per non dar

fastidio agli

animali .

TUTTI DIETRO A WILMA E

PEPITASapete chi ci ha accolto? Due asi-

nelle, Wilma e Pepita e, dietro di loro, tutti

in cordata, siamo arrivati alla fattoria. Ab-

biamo scoperto che l’asino non è un ani-

male stupido, anzi è molto intelligente, che

sa prendere le sue decisioni e ragiona sul-

le cose che vuole fare. ATTENZIONE ,

MAESTRI, A DARE DEGLI ASINI AI VOSTRI ALUNNI !

Wilma e Pepita con gli operatori

La fattoria era divisa in vari reparti, a seconda degli animali che ospitava. Per primi, vicino al laghetto, abbiamo

visto i volatili: galli, galline di varie razze, i germani reali, le papere mute, le oche, i tacchini ed abbiamo persino

raccolto le uova. La cosa più bella è stato accarezza-

re Carmencita , la gallina rossa del pollaio. Non pen-

savamo che le sue piume fossero così morbide. Sot-

to ad una grande tettoia, all’interno di alcuni recinti ,

abbiamo potuto vedere animali di ogni genere: ca-

valli, capre, mucche, pony, maiali. Ci ha stupito vede-

re la pupilla rettangolare del-

la capra, ma quello che ci ha

divertito di più e stato cono-

scere Gorge, chi è Gorge? E’

un maialino nato da pochi gior-

ni che a turno abbiamo allatta-

to con il biberon. !

Ma alla fine, tutti, dopo aver risposto a tante domande

ed aver dimostrato così di possedere tante conoscenze,

abbiamo otte- nuto il

CLASSE I I A

Il mandala è una figura organizzata intorno ad un centro; in genere è di forma cir-

colare ma può essere anche triangolare, quadrato o di altra forma geometrica. Può

ispirarsi a forme che esistono in natura o essere frutto di fantasia.

Colorare un mandala ha il pre-

gio di rilassare, di calmare, di

riprendersi dopo uno sforzo.

Consente di ritrovare la calma e

la concentrazione. L’attività

comporta uno stato di equilibrio

psicofisico. Consente di vivere

un momento di distensione, di

liberarsi dalla fatica e dallo stress

Angelica

Alice

Emanuele

Francesco

Luca

Marco

Alessia

Chiara

Matteo B.

I bambini prestano at-

tenzione, si concentra-

no, controllano i movi-

menti della mano, si

tengono all’interno dei

margini, scelgono con

cura i colori . Quando

gli alunni sono stanchi,

agitati o nervosi, colora-

re il mandala consente

loro di recuperare le ener-

gie positive.

Angelo

Claudia

Cristiano

Elisabetta

Gianluca

Matteo F.

Gioia

Suelen

Jacopo

Lorenzo Maria Luisa

Una gita a Roma: teatro e divertimento! Classe 3° A

...Il titolo dello spetta-

colo era “Canto di

Natale”. Gli attori so-

no stati tutti bravi ad

imitare il loro perso-

naggio. Lorenzo

Il 14 dicembre siamo stati in

gita a Roma per andare al tea-

tro Sistina.

...Lo spettacolo parlava di un

uomo cattivo chiamato Ebene-

ezer Scrooge. Cristiano

...A me la parte che è pia-

ciuta di più è stata quella dei

tre spettri: il primo spettro

faceva vedere il Natale pas-

sato, il secondo il Natale

presente e il terzo il Natale

futuro...Matteo F.

...Il teatro mi è

piaciuto molto.

Mi sono messa

anche a ridere

quando Scrooge

si è brucia-

to....Alla fine del-

lo spettacolo gli

attori sono pas-

sati due alla volta

e hanno fatto

l’inchino.

Elisabetta

...I tre spettri volevano far capire al signor

Scrooge che il Natale è una cosa buona.

Alla fine il signore non odiò più il Natale

ma lo adorò....Al McDonald’s ho bevuto

la Coca-Cola con cinquanta ghiacci! Claudia

...Lo spettacolo era bellissimo. Par-

lava di un uomo cattivo che non

adorava il Natale; però i ballerini, i

cantanti e tutti gli altri, con i loro

balli e canti, gli hanno fatto capire

che il Natale è molto bello. Francesco

...Una volta arrivati al Teatro

Sistina abbiamo visto uno

spettacolo dove un uomo cat-

tivo ha la visita di tre fanta-

smi, così ridiventa buo-

no....Questa è la miglior gita

che ho fatto. Marco

Mi sono svegliato alle sei

per andare al Teatro Sistina.

Lo spettacolo è stato molto bel-

lo. Emanuele

...Il teatro era molto

bello, gli attori han-

no cantato, recitato e

ballato molto bene..

A Piazza Navona ho

fatto shopping. Alice

...Poi siamo andati a

Piazza Navona, dove

c’erano le giostre e

tantissime bancarel-

le....Qui abbiamo fatto

la foto di gruppo. Gioia

… Come ultima

tappa siamo anda-

ti a Piazza Navo-

na e c’era la mae-

stra Pina che ci face-

va da Tom Tom e

...Dopo pranzo siamo andati a

Piazza Navona, dove c’erano tan-

te bancarelle natalizie, due fonta-

ne, Babbo Natale con la slitta e

anche le giostre. Chiara

...Al Teatro Sistina abbiamo visto

“Canto di Natale”. Gli attori hanno

cantato e ballato e mi è piaciuto

molto…...Piazza Navona era bellis-

sima...Angelo

...Questa gita mi è piaciuta

molto e vorrei farne una come

questa al più presto. Matteo B.

per arrivarci ci ha fatto girare

quasi tutta Roma...Gianluca A me è piaciuto molto il pranzo al

McDonald’s. Suelen

...La rappresentazione parlava di un

uomo cattivo che è diventato buono.

...A pranzo siamo andati al McDo-

nald e ho mangiato un panino con

quattro strati. Maria Luisa

...Lo spettacolo è stato veramente bello

ed emozionante.

...Poi siamo andati alle bancarelle di

Piazza Navona: io ho comprato poche

cose, ma erano tutte belle. Alessia

...Mi è piaciuto il teatro che era

molto bello e gli attori sono stati

bravi...A Piazza Navona ho

comprato una bambola che la

mamma ha appeso all’albero di

Natale. Luca

...Siamo andati a Piazza

Navona e qui sono andata

sulla giostra. C’erano tante

bancarelle ed io ho com-

prato la casetta di Babbo

Natale. Angelica

...Andare al teatro è stata

proprio una bellissima espe-

rienza, che vorrei rifare.

Jacopo

Classi 3° A - 4° A - 4° B

Il Progetto “Vela a scuola”

ha visto gli alunni impegnati

in attività coinvolgenti a

scuola e fuori di qui, quan-

do i bambini hanno potuto

sperimentare direttamente

quanto appreso in classe,

facendo una vera e propria

uscita in barca a vela presso

il Circolo Nautico di Capo-

dimonte: i venti, le vele, i

nodi, la posizione e i ruoli a

bordo, la guida…come veri

e propri velisti ! Ecco qua le

testimonianze!!!

I segnali del mare per

comunicare: ogni ban-

diera trasmette un mes-

saggio.

La barca a vela realizzata

dalle classi quarte: gli alunni

hanno imparato com’è fatta

una barca a vela e quali so-

no le parti che la compon-

gono.

Equipaggiati per la partenza... Si parte…. ...e si prende il largo!

Il rientro in gommone. La consegna dei diplomi: ogni alunno ha ricevuto un attestato di partecipazione.

C’era una volta un re e una regina disperati

perché non avevano figlioli. Nel giardino del

castello c’era un melo enorme, con delle mele

magnifiche. La regina guardandolo un giorno

esclamò:”Perché non posso avere figli, così

come il melo fa le mele?”

Dopo poco tempo alla regina invece di nascere un figlio le nacque una mela. Era una mela così bella e

colorata come non si erano viste e il re la mise in una vassoio d’oro sul terrazzo.

Davanti al castello del re ce n’era un altro e quest’altro re, un giorno che era affacciato alla finestra,

vide una bella ragazza bianca e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole. Lui rimase a

guardare a bocca aperta, perché mai aveva visto una ragazza così bella. Ma la ragazza appena

s’accorse di essere guardata, corse al vassoio, entrò nella mela e sparì. Il re ne era innamorato.

Il progetto “Fructus fabulae” è nato dallo studio interdisciplinare delle piante in genere e degli alberi da frutto

presenti sul nostro territorio. Attraverso questo progetto, noi bambini delle classi IVA e IVB, abbiamo potuto

conoscere non soltanto la flora del nostro ambiente, ma anche le proprietà nutrizionali e benefiche di alcuni

frutti, per una corretta alimentazione. Attraverso il percorso didattico abbiamo potuto fare sia approfondimen-

ti scientifici sulle piante, ma anche una ricerca più ludica e fantastica delle personificazioni che vari autori ne

hanno fatto in molte fiabe. Tra le varie letture fatte, abbiamo scelto di rappresentare in sequenze illustrate e

scritte due di queste fiabe: “La ragazza mela” e “Sakura”.

CLASSI 4°A e 4°B

Così pensa e ripensa, un giorno andò a bussare al palazzo di fronte,per chiedere un favore.”Volentieri

Maestà tra vicini se si può essere utili”disse la regina. “Vorrei quella bella mela che avete sul terrazzo”

“Ma che dite Maestà? Non lo sapete che io sono la madre di quella mela e che ho sospirato perché

mi nascesse?” Ma il re tanto disse tanto insistette, che non gli si poté dir di no, per mantenere

l’amicizia tra vicini. Così lui si portò la mela in camera sua. La portò nella sua stanza e le preparò tutto

per lavarsi e pettinarsi. La ragazza ogni mattina usciva e si lavava e pettinava e lui la stava a guarda-

re. Altro non faceva la ragazza: non mangiava, non parlava. Solo si lavava e pettinava e poi tornava

nella mela.

Prima di partire il re chiamò il suo servitore più fedele e gli disse:” Ti lascio la chiave della mia camera.

Bada che non entri nessuno. Prepara tutti i giorni l’acqua e il pettine della ragazza mela e fa che non

le manchi niente. Guarda che poi lei mi racconta tutto (non era vero, la ragazza non diceva una paro-

la, ma lui al servitore disse così). Sta attento che se le fosse torto un capello durante la mia assenza,

ne va della tua testa”. “Non dubiti, Maestà, farò del mio meglio”

Appena il re fu partito la regina matrigna si diede da fare per entrare nella sua stanza. Fece mettere

del sonnifero nel vino del servitore e quando si addormentò gli rubò la chiave.

Con quel re abitava una matrigna, la quale, a vederlo sempre chiuso in camera, cominciò a insospet-

tirsi:”Pagherei per sapere perché mio figlio se ne sta sempre nascosto!” Un brutto giorno arrivò

l’ordine di guerra e il Re dovette partire. Gli piangeva il cuore di lasciare la sua mela!

Aprì e frugò tutta la stanza e più frugava e meno trovava. C’era solo quella mela in una fruttiera d’oro.

“Non può essere che questa la sua fissazione!” Si sa che le regine alla cintola portano sempre uno

stiletto. Prese lo stiletto e si mise a trafiggere la mela. Da ogni trafittura usciva un rivolo di sangue. La

regina matrigna si mise paura, scappò, e rimise la chiave in tasca al servitore addormentato.

Quando il servitore si svegliò, non si raccapezzava di cosa gli era successo. Corse nella camera del re

e la trovò allagata di sangue:” Povero me! Cosa devo fare?” e scappò.

Andò da sua zia, che era una fata e aveva tutte le polverine magiche. La zia gli diede una polverina

magica che andava bene per le mele incantante e un’altra che andava bene per le ragazze stregate e

le mescolò insieme.

Il servitore tornò dalla mela e le posò un po’di polverina su tutte le trafitture.

La mela si spaccò e ne uscì fuori una ragazza tutta bendata e incerottata.

Tornò il re e la ragazza per la prima volta parlò e disse: “ Senti, la tua matrigna mi ha preso a stiletta-

te, ma il tuo servitore mi ha curato. Ho diciotto anni e sono uscita dall’incantesimo. Se mi vuoi sarò

tua sposa” E il re: “ Perbacco se ti voglio!”

C’era una volta, nella lontana valle della Primavera, un mera-

viglioso ciliegio di nome Sakura. Bellissima, coi suoi fiori deli-

cati di una cangiante tonalità di rosa pastello, i movimenti

leggiadri ed armoniosi e un paio di dolci occhi viola limpidi e

sinceri. D’indole timida e riservata, Sakura era benvoluta da

tutti per la sua bellezza e la sua semplicità, spontanea nei

suoi modi gentili e cortesi e capace di conquistare chiunque.

Non c’era nessun essere vivente che non nutrisse per lei un

gran bene. E non mancava creatura nella Valle che non at-

tendesse ogni anno, con trepidazione il suo risveglio dal lun-

go sonno invernale per festeggiare insieme l’arrivo della bel-

la stagione e la fioritura del creato.

Solo la perfida Discordia, spirito nero del male, che col suo

logoro mantello errava per il mondo a mietere il seme della

zizzania, odiava la splendida pianta, non vedendo di buon

occhio il suo destarsi portatore di luce e di gioia, e desidero-

sa di farla sparire per sempre dalla faccia della terra. Così,

senza la sua presenza, avrebbe potuto trasformare la pri-

mavera in una stagione buia e fredda, e per questo non fa-

ceva altro che architettare malefici a suo discapito.

E così un giorno, alle idi di marzo, lo spirito maligno, nascon-

dendo il suo lugubre aspetto sotto un mantello color porpora,

deciso a impedire che il dolce ciliegio potesse risvegliarsi nuo-

vamente anche per quell’anno, portando con sé la felicità,

scese nella Valle con un piano ben delineato in testa: convin-

cere gli altri alberi che la dolce Sakura fosse in realtà un ani-

mo infido e meschino, che fingendosi invece dolce e remissi-

va, sognava di governare un giorno sull’intera Valle, soggio-

gando tutte le creature col potere della propria bellezza.

E avvicinatosi per prima alla bellissima

Mimosa, con fare dimesso, fingendosi

uno spirito saggio, carezzando il suo

fusto con delicatezza, iniziò contrita la

sua farsa: “Non ti devi fidare di lei! Sa-

kura non è come sembra!” Prese ad am-

monirla, dopo averla messa al corrente

dei crudeli piani di conquista che lei a-

veva scoperto solo per caso, e per sma-

scherarla, era partita alla ricerca di alle-

ati: “Lei nasconde un animo buio, dietro

quei suoi falsi modi schivi e gentili! Fin-

ge di schermirsi dinanzi ai complimenti

altrui!”.

Ma la mimosa punta sul vivo a quelle parole, indicandole con i nodosi rami delle sue braccia il fondo

del bosco, storse subito il muso stizzito: “Tu menti! Io conosco bene Sakura! E lei non è così! Vai via,

spirito maligno!” E la scacciò in malo modo.

Allora la Discordia si fermò alle radici di

un delicato fusto di Glicine recitando la

stessa nenia: “ Lei vi caccerà da questa

valle!” Ma il Glicine che conosceva be-

ne Sakura ebbe la stessa reazione della

mimosa. “Adesso vai via tu! Prima che

io tolga dal suolo i miei bulbi e ti dia

quello che meriti! Bugiarda!”.Non con-

tenta, la Discordia si recò allora presso

un Corniolo con la stessa storia da pro-

pinargli: “Ascolta quel che ti ho detto,

prima che sia troppo tardi!”

Ma il bel Corniolo che conosceva

anch’esso la dolce Sakura, non fu da me-

no degli altri due “Perfida maligna! Lei non

sarebbe mai capace di una cosa simile!

Sparisci dalla mia vista!” La Discordia coc-

ciuta piegò allora ai margini della Valle, e

scorgendo un Mandorlo molto giovane e

inesperto, gli si avvicinò guardinga “La Val-

le della Primavera, caro Mandorlo, ha una

grande nemica!” esordì con fare mesto e

pomposo”E corre un grave pericolo!” conti-

nuò dura, cominciando il suo narrare scio-

rinandogli per intero la sua commedia.

E il Mandorlo ingenuo, bevendo per vere le sue parole, incrociò subito le braccia furioso”Io non cono-

sco questa Sakura! Ma se tu mi dici che è tanto malvagia, io ti credo! Tu sei uno spirito Saggio e sai

quello che dici! Indicami dove si trova questo albero e io ne fermerò subito le malvagie gesta prima

che sia troppo tardi in nome di questa Valle che tanto amo!” E chinandosi verso le sue radici, l’albero

deciso, estrasse dal sottosuolo il pugnale che anni addietro un viandante aveva sotterrato alle sue

radici dopo un delitto, pronto a servirsene contro la perfida Sakura. E la Discordia indicandogli il luogo

dove il ciliegio dormiva, pregandolo di sbrigarsi, si lisciò le mani sogghignando soddisfatta.

Giunto sul posto, il Mandorlo accecato dalla rabbia, trovò subito la zolla dove Sakura giaceva ancora

addormentata e riconoscendola dalla sua bellezza, levò subito la lama con odio. Ma fermandosi a

mezz’aria, contemplando la sua disarmante purezza durante il sonno e la semplicità di quelle sue ti-

mide gote rosse, il Mandorlo abbassando il coltellaccio si morse le labbra stranito. Come poteva quel-

la splendida creatura, essere davvero così cattiva, quanto gli era stato raccontato? Sembrava così

dolce, così serena immersa nei suoi sogni, così ingenua. E ascoltando il battito del suo cuore impazzi-

to sussurrargli di gettare via subito quell’arma, si liberò all’istante del pugnale, si chinò d’istinto sulla

dolce Sakura e la baciò risvegliandola dal suo torpore. A quel gesto la perfida Discordia, colpita di ri-

flesso dalla sua stessa malvagità, esplose in mille bagliori di luce e il Mandorlo a quel boato, ricono-

scendo di colpo l’orripilante Discordia sotto il suo travestimento, sbarrò gli occhi stravolto. “Non le hai

creduto!” gli sussurrò allora la bella Sakura stringendosi a lui “Non hai creduto alle sue bugie! E mi

hai salvata!”. E da quel giorno la bella Sakura e il prode Mandorlo non si separarono più e ad ogni pri-

mavera presero a sbocciare insieme, tingendo coi loro colori pastello il creato intero, mescendo i loro

petali messaggeri di luce e d’amore a portare intatto il messaggio della rinascita.

La Scuola Primaria ha voluto porgere i migliori

auguri di Buon Natale a tutta la comunità. Qua-

le miglior modo di farlo se non con quel lin-

guaggio universale che è la musica? E così è

stato organizzato un piccolo concerto nella

chiesa parrocchiale a cui hanno potuto assiste-

re parenti, amici, ma anche tutti coloro che ri-

mangono sempre affascinati dal Natale e so-

prattutto dal suo messaggio particolarmente

coinvolgente se a veicolarlo sono i piccoli.

I bambini della classe prima durante la

loro esibizione

I bambini della classe 3^

La classe quarta

ERIKA E MATTEO CON IL PICCO-

LO FEDERICO CI HANNO RICOR-

DATO LA NATIVITA’

IL CORO FINALE E LA SUA MAGIA

LA

CLASSE

QUINTA

Daniela ha presentato

In tempi di tecnologia e informatica

avanzata abbiamo scoperto il vecchio

traforo. Qualcuno l’abbiamo rinvenuto

negli armadi, un po’ arrugginito e

malconcio, qualche altro è stato tro-

vato a casa, e così abbiamo comin-

ciato ad usarlo e ci siamo accorti che

è pure divertente. Quale mezzo mi-

gliore per realizzare un presepe? Ab-

biamo segato, scartavetrato per rego-

lare i nostri lavori e poi dipinto e se-

minato del grano in un sottovaso. Ne

ed è venuto fuori un presepe vera-

mente carino da portare nelle nostre

case e da poter utilizzare anche negli

anni che verranno

Tutti gli anni gli alunni della classe quin-

ta si occupano di preparare il presepe

comune. Quest’anno toccava a noi e ci

abbiamo messo tutto il nostro impegno.

Naturalmente l’abbiamo immaginato ai

piedi della torre e con tante casette colo-

rate: le foratine dei muratori hanno fatto

proprio al caso nostro e le nostre casette

le abbiamo realizzate con i mattoni veri:

ci siamo improvvisati anche muratori.

AL LAVORO

Per completare i festeggiamenti per il Natale

dopo le fatiche fatte per eseguire tutti i nostri

lavori ci siamo recati al mitico Sistina a Ro-

ma.Nella immensa sala c’era un numero ster-

minato di bambini, scusate ragazzini, come noi,

tutti affascinati da una storia eterna, quella di

mister Scrooge e il suo “Canto di Natale”.

Che emozione!

E poi naturalmente non si poteva non an-

dare a Piazza Navona; a Natale è un obbli-

go fare un giretto tra le bancarelle.

DOPO TANTO GIRARE UNA SOSTA .

LA FONTANA DEI FIUMI FA PROPRIO

AL CASO NOSTRO

Ecco il villaggio che abbiamo creato ai

piedi della torre ed anche le casette fatte

con veri mattoni. Anche i personaggi era-

no fatti a mano e con vestiti personalizza-

ti da “veri stilisti”.

L’albero lo abbiamo addobbato con tan-

te campanelle che altro non erano che

vasetti dello yogurt,ed in ognuna abbia-

mo aggiunto il nostro augurio.

La casa

di que-

sto grande

matematico si trova “alla

Ripa”. Fuori c’è una targa,

ma noi non l’avevamo mai

notata. Eccoci sotto di es-

sa dopo averla scoperta.

La nostra Scuola è de-

dicata a Paolo Ruffini,

ma nessuno di noi si

era mai chiesto chi

fosse. Ci ha aiu-

tati a scoprirlo la

nostra amica Tana

ed abbiamo impara-

to che dobbiamo esse-

re orgogliosi del nostro

concittadino.

C’è però anche un’altra scuola che è

dedicata al grande matematico:

l’Istituto Paolo Ruffini di Viterbo che è

un liceo scientifico.Forse anche qual-

cuno di noi lo frequenterà. Quest’anno

si è celebrato un gemellaggio tra le du-

e scuole e c’è stata una mostra per

celebrare l’avvenimento. Potevamo noi

non partecipare? Proprio no e

l’abbiamo fatto con i nostri lavori. Ab-

biamo preparato un bel quadro con

Ruffini che protegge Valentano realiz-

zandolo con un mosaico di pietruzze e

di lapilli del nostro monte, ma soprat-

tutto abbiamo provato ad immaginarle

il grande matematico quando era un

bambino come noi, che giocava come

noi alla “Ripa” con i divertimenti del

tempo e l’abbiamo raccontato con il

linguaggio dei fumetti.

Ecco la nostra opera: a noi sembra venuta

proprio bene e Ruffini sembra quasi vero.

I nostri fumetti; qui ce ne sono solo due pezzetti,

gli altri sono stati appesi nell’atrio della scuola e

sono piaciuti molto

Ci avevamo preso così gusto a produrre fumetti

che abbiamo continuato disegnando altre storie e

soprattutto quelle di Tana la nostra strega– ange-

lo custode che ci ha accompagnato durante que-

sti anni di Scuola Primaria, a partire dalla 2^.

Tana è una strega buona che abita

nella torre di Valentano. Ha due aiu-

tanti: Leonzio, un gatto dormiglione

e Nerone, un corvo tuttofare che

non fa altro che andare alla ricerca

di erbe per la sua padrona con le

quali prepara pozioni per far star

bene la gente e soprattutto i Valen-

tanesi. Nel tempo abbiamo raccon-

tato le sue storie “a quarantaquat-

tro mani”, cioè tutti insieme e, alla

fine di ogni anno scolastico le ab-

biamo raccolte in dei grandi libroni

con delle bellissime illustrazioni,

ovviamente fatte da noi.

I LIBRI-RACCOLTA DELLE STORIE DI TANA

TANA COME L’ABBIAMO

IMMAGINATA

Tra le varie scoperte

di quest’anno, noi

della classe quinta,

studiando i Romani

abbiamo scoperto il

mosaico e questa

tecnica ci è piaciuta

molto. Qui a fianco

Tana realizzata con

pezzi di mattonelle.

E’ vero che il lago di Valentano è

quello di Mezzano, ma noi in genere

frequentiamo quello di Bolsena che

si vede proprio bene da San Martino.

La sua è una presenza costante . Ed

allora non resta che scoprirlo meglio,

nei suoi aspetti fisici ed anche cultu-

rali.Per questo abbiamo scelto pro-

prio il lago di Bolsena come argo-

mento da approfondire con il proget-

to “BIBLIOTECA E NATURA”

Questi sono invece i mitici aiutanti della no-

stra amica strega : Leonzio il gatto nero che

passa tutto il suo tempo dormire e Nerone ,

il corvo che qualche volta si fa aiutare nei

momenti di più intensa attività, dal suo fra-

tello Billy. Per rappresentarli abbiamo usato

il mosaico fatto con i semi.

Eccoci intenti ad eseguire i nostri mosaici. Ov-

viamente la loro esecuzione non doveva intral-

ciare le attività curriculari, perciò li facevamo

durante la ricreazione. Aurora ed asia nemme-

no mangiavano per poter essere sicure di lavo-

rarci, poi lasciavano il posto agli altri.

Mentre stavamo scoprendo gli aspetti

naturalistici del lago, dei germani reali

si sono avvicinati, sembravano molto

interessati anche loro. Una pausa

per racco-

gliere tutti i

dati: fisici,

naturalistici,

economici

In biblioteca

lavorando in

gruppo, ab-

biamo appro-

fondito le no-

stre cono-

scenze anche

da un punto

di vista cultu-

rale: il lago e

le sue tradi-

zioni, anche

culinarie

Abbiamo conosciuto le

tradizioni dei centri at-

torno al lago e molte ci

hanno colpito e affasci-

nato anche perché ne

abbiamo compreso il

significato che prima ci

sfuggiva e, anche tra-

mite la nostra amica

Tana, ci siamo divertiti

ad illustrarle.

Una delle più interessanti ci è sembrata quella

dell’infiorata legata al miracolo Eucaristico avvenuto a Bol-

Un’altra storia che ci

è piaciuta molto è

stata quella di Santa

Cristina che abbiamo

legato al periodo sto-

rico studiato: le per-

secuzioni ai cristiani

sotto Diocleziano

E poi la tradizioni culinarie: la

sbroscia, zuppa dei pescatori

del lago che una volta la cuci-

navano con l’acqua dello stes-

so,(vallo a fare adesso!),l’Est

Est Est, i lattarini, la cannaiola,

il goregone e chi più ne ha più

ne metta.

La storia di Amalasunta

la regina dei Goti uccisa

dal marito nell’isola

Martana ci è sembrata

la più commovente

LEONZIO

Ma, come al solito, i luoghi più

affascinanti per noi sono gli ipo-

gei. Gli Etruschi scavavano co-

me talpe e non solo tombe, per

quanto grandi come case, ma

anche cunicoli che arrivavano a

qualche decina di metri sotto

terra. Ci siamo recati nella piaz-

za del palazzo papale che una

volta era l’acropoli e conserva

ancora resti delle mura, ma non

potevamo resistere a scoprire i

cunicoli scavati qualche millen-

nio fa dai nostri antenati

Sono stati un

popolo che ha

dato vita ad

una grande

civiltà e le loro

tracce sono

ancora tra noi

che siamo i

loro discenden-

ti. Per cono-

scerli e cono-

scerci meglio

siamo andati

alla scoperta

delle tracce

che ci hanno

lasciato...

Tra i reperti dei

Nel cortile della Rocca con tanti

sarcofagi a darci il benvenuto

Gli Etruschi erano anche ottimi orafi

che usavano alla perfezione varie

tecniche tra cui la granulazione, lo

sbalzo e la filigrana. Noi abbiamo

provato ad esercitarci nello sbalzo e

ne sono venuti fuori dei medaglioni

che sembravano quasi originali. An-

che questa tecnica era veramente

coinvolgente; chissà che qualcuno

non ne prenda spunto per il futuro?

Al Museo Nazionale Etru-

sco di Rocca Albornoz

Per la gita di fine anno, ed

anche di fine ciclo, siamo

andati a scoprire la Roma che

abbiamo studiato quest’anno.

Abbiamo avuto come compagni

di viaggio gli alunni di Ischia di

Castro e di Farnese. Eccoci in

posa davanti all’altare della Pa-

tria la cui visita era doverosa

Ancora a Roma. Abbiamo trionfato

anche noi sotto l’arco di Costantino

con i Giapponesi che ci fotografa-

vano come fossimo star Ma soprat-

tutto il CO-

L O S S E O .

L’avevamo

visto tante

volte nelle

foto, al ci-

nema o in

televisione,

ma dal vivo

fa tutto un

altro effet-

to. Ti sentivi

veramente

dentro la

storia!

in posa davanti al Campidoglio sotto la protezio-

ne di Marco Aurelio

Eccoci nell’arena; come gladiatori

veri personaggi dell’antichità ado-

rati come i campioni di oggi

Dopo la pausa dell’anno scorso, abbiamo ripreso la tradizio-

ne di salutare l’anno scolastico che finisce con una manifesta-

zione, nella splendida cornice del Cortile dell’Amore, che ben

si presta con la sua magia. Il mini concerto conclude il Proget-

to Musica che ci ha accompagnato durante il secondo quadri-

mestre. Tutti gli alunni si sono impegnati ad eseguire con il

flauto dolce vari brani di musica classica, mentre i bambini

della prima hanno fatto il loro esordio esibendosi con stru-

menti realizzati con materiale di riciclo e con un valzer stravagante! La Dirigente apre la manifestazione salutan-

I bambini della classe prima si ci- I musicisti della classe seconda.

Ora tocca alla classe terza. Suonano gli alunni delle classi quarte.

Gli alunni della classe quinta, dopo l’esibizione, E per concludere, tutti insieme,

“Inno alla gioia”

Non ricordiamo un giorno in cui Rosa non sia stata a

scuola. Arrivava con quel suo passo sonante di tacchetti

di scarpe, due parole al volo con le colleghe e subito in

classe a cominciare la mattinata, piena di attività produt-

tive, perché non si poteva perdere tempo: c’erano tante

cose da fare! I ragazzi, tanti nei suoi 40 anni di servizio,

hanno imparato a rispettarla e temerla per la sua “santa

severità”, ma anche ad amarla per i risultati che, inevita-

bilmente, arrivavano dopo tanto impegno ed esercizio.

La sua scuola non è stata quella del banco e della lava-

gna, lei è stata sempre alla ricerca di mille modi di porre

e rappresentare in modo creativo il sapere, richiedendo

lavori ogni volta più completi ed esaurienti. La ricorde-

ranno con gratitudine e riconoscenza tutti i suoi alunni e

i loro genitori, ma anche noi colleghi per l’esempio che

ogni giorno ci ha dato per il senso del dovere posto in

ogni lavoro, per le competenze presenti in ogni ambito

culturale, per quel rispetto delle regole e della legge co-

me fondamento di vita. La scuola buona è fatta da buoni

insegnanti e Rosa ha saputo qualificare questa scuola

ponendo come fondamento soprattutto la cultura e la

crescita di ogni individuo. Le colleghe

Per l’affetto e la pazienza

che ci hai sempre dimostra-

to, noi con tutto il nostro

cuore ti diciamo grazie!

Ringraziarti per ciò che hai

fatto standoci vicino, non

sarà mai sufficiente. Ti au-

guriamo la gioia più immen-

sa.

Maestra grazie per tutto

quello che ci hai insegnato,

resterai per sempre nei no-

stri cuori! Con affetto la

mitica classe 5°A

Un saluto e un augurio alla nostra col-

lega Rosa che ha raggiunto il traguar-

do della pensione, dopo 40 anni di o-

norato servizio.