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Sasselli e cesene 27 Caccia + Caccia + 26 Testo e foto di LUCA GIRONI APANNO C Cacciare questi uccelli è estremamente spettacolare, le loro abitudini gregarie e il loro palesarsi sulle cime degli alberi, rendono la loro caccia più scenica di quella ai loro cugini “ottobrini”. Tutto questo senza contare il brivido che può provocare nel cacciatore di capanno la canzone che emette una batteria di sasselli sapientemente addestrata.

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Sasselli ecesene

27Caccia+Caccia+26

Testo e foto diLuca gironiapannoC

Cacciare questi uccelli è estremamente spettacolare, le loro abitudini gregarie e il loro palesarsi sulle cime degli alberi, rendono la loro caccia più scenica di quella ai loro cugini “ottobrini”. Tutto questo senza contare il brivido che può provocare nel cacciatore di capanno la canzone che emette una batteria di sasselli sapientemente addestrata.

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sasselli e cesene

curva, tre cerve ci sbarrano la strada per qualche secondo, prima di decidersi a una guardinga e dignitosa ritirata.

arriviamo sul posto che è an-cora molto presto e la mia curio-sità rispetto questo inconsueto appuntamento non è ancora sta-ta soddisfatta. oltretutto Franco aveva pure chiamato rinforzi, infatti eravamo seguiti dal suo amico Riccardo che caccia un appostamento poco lontano.

Posteggiamo nei pressi del capanno e ci apprestiamo a scaricare il Suzuki, cari-co all’inverosimile, del mio ospite. Atten-do un attimo per dare un’occhiata al pa-norama, ne vale la pena. Da lassù si vede tutta la valle della Limentra, fino a Ponte alla Venturina e nell’aria limpida di que-

L a giornata comincia assai presto, la sera quando avevo chiamato per fissare l’orario,

Franco aveva esordito: “Ce la fai ad essere al Signorino alle quattro?” La domanda mi colse di sorpresa, come mai così pre-sto, dalla località di ritrovo non ci vuole più di una ventina di minuti a raggiunge-re l’appostamento. E in dicembre fa gior-no verso le 7.00. Comunque all’ora stabi-lita sono sul posto, un rapido caffè al bar, già aperto nonostante sia ancora notte fonda. Partiamo e, oltrepassato il traforo del Passo della Collina, che ci porta nella gelida valle della Limentra, deviamo in una stradina laterale che si inerpica su per una montagna dai fianchi con pen-denze veramente importanti. E’ buio e c’è un po’ di foschia, gli alti che costeg-giano la strada sembrano il colonnato di qualche tempio dell’antichità. Dietro una

capanno

sta mattinata ghiacciata, si intravedono le luci della bella cittadina di Porretta Ter-me. Mi avvicino e chiedo: “Ma mi spieghi perché ci siamo ritrovati così presto?”

La salute dei nostri richiami è molto importante, perché, come ben sappiamo, solo richiami in perfetta forma entrano correttamente in estro e quindi canta-no. Durante tutto l’anno dobbiamo preoccuparci di alimentarli correttamente, tenendo particolarmente d’occhio le due fasi più “stressanti” la muta e l’estro. Per far questo possiamo tranquillamente affidarci ai prodotti commerciali delle grandi case mangimistiche. Ditte affermate come Raggio di Sole, Soggia Man-gimi e Progeo garantiscono, con prodotti specifici per ogni periodo dell’anno la corretta alimentazione, necessaria in ogni fase della vita dei richiami.

Il fabbisogno degli uccelli in mutaLa muta è una delle fasi più stressanti nella vita dei nostri richiami, non è al-tro che il naturale ricambio del piumaggio che normalmente avviene alla fine della stagione riproduttiva, ovvero alla fine dell’estate. Generalmente, nei sog-getti da richiamo, avviene nel periodo successivo a quello del canto, non ap-pena la luce del nostro fotoperiodo comincia a calare, quindi in pieno inverno. Ce ne accorgiamo immediatamente perché cominciamo a trovare le penne all’interno e sotto la gabbia e perché gli uccelli, in breve tempo, assumono un aspetto decisamente spelacchiato. Questo processo necessita di un grande dispendio di energia e di una grande quantità di minerali e nutrienti necessari per la produzione del nuovo piumaggio. In particolare i mangimi da muta do-

vranno contenere un otti-mo apporto di vitamine del gruppo B, vitamina D3 e Sa-li minerali, mentre dovran-no risultare meno proteici e meno grassi rispetto a quelli da canto che venivano som-ministrati nel periodo pre-cedente. Se il mangime che usiamo non contiene questi importantissimi elementi, uniti ad una certa quantità di vitamina C conviene ovviare con appositi pastoni e integratori.

I fabbisogni durante il periodo dell’amoreI mangimi pellettati, sono realizzati quasi tutti su una base molto simile, che prevede apporti di zuccheri, grassi e proteine di origine vegetale, provenien-ti da fumento, girasole e soia principalmente. Le proteine animali possono avere varie origini, possono essere farine di carne bovina, di pesce oppure provenire da insetti. L’essenziale è che ci siano i giusti bilanciamenti, ma la dif-

ferenza grossa la fanno gli additivi, siano essi. Durante il periodo del canto oltre ad un apporto calorico leggermente maggiore, è d’obbligo somministrare le

vitamine A ed E e aumentare leggermen-te il dosaggio proteico. Il periodo di riposo, invece serve a far recuperare energie e a ripulire l’organismo degli uccelli da eccessi ormonali e di nutrienti. Per questo si consi-glia un ridotto apporto proteico, derivante principalmente da proteine vegetali e un buon apporto di minerali e oligoelementi.

parliamo d nutrizione

Si monta la bresciana.

meno attrattivi. Per questo è stata decisa questa sessione di giardinaggio notturno.

Il motore della motosega ri-suona nel buio, seguito da due schianti. Resta ancora molto tempo prima del calcio d’ini-zio, ma stamattina il lavoro non manca.

E subito mi spiegano l’arcano. Il giorno precedente c’era stata la prima, vera, en-trata consistente di sasselli e cesene della stagione e Franco si era accorto di alcuni difetti nel gioco del capanno. Gli uccelli sembrano prediligere, chissà perché, due grandi piante ai margini opposti del gioco. Purtroppo sono in posizioni infelici, coper-ti da altri alberi di buttata evidentemente

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Caccia+Caccia+ 3130

capanno romania il paradiso della caccia agli acquatici

sente al nostro arrivo, si sta formando sot-to i nostri occhi. Entriamo nell’apposta-mento, davanti a me c’è uno spettacolo mozzafiato di cime imbiancate che virano lentamente dal rosa al rosso al giallo bril-lante, via via che il sole fa capolino all’oriz-zonte. Il primo sassello si fa sentire, segui-to via via da tutti i suoi fratelli, e un canto melodioso riempie il silenzio dell’alba.

Ecco d’un tratto una cesena apre le danze, tirandosi die-tro tutte le altre. poco lontano si sentono i primi colpi, sono i capanni più vicini alle rimesse, segno che gli uccelli comincia-no a muoversi.

Con tutta calma carico il fucile e sistemo le cartucce sulla mensola. Sento le cesene cambiare tono e con la coda dell’occhio ve-do del movimento provenire dalla mia de-stra. Simili a una colonna di piccoli soldati ecco le regine dei turdidi palesarsi sui rami radi di un vecchio faggio. Io e Franco all’uni-sono prendiamo il fucile: uno, due, tre... via. Adesso non manca davvero nulla...

re il meglio. Infatti, il retro del fuoristrada è ingombro di gabbie, sotto la direzione di Franco cominciamo a disporre i richiami, il metodo è scientifico e tiene conto della direzione e della forza del vento, partico-lare che condizionerà l’arrivo degli uccelli sulle piante di buttata. Il primo chiarore comincia a stemperare il blu del cielo, è tempo di entrare nel capanno. E’ l’ora più fredda della notte e un velo di brina, as-

Si comincia piazzando gli stampi in pen-na, in parte sugli alberi e in parte su una specie di ascensore che, con un sistema di pulegge, li porta in cima a un bel faggio in posizione dominante. Finito con que-sti, si sfodera l’arma segreta, una capace bresciana che, si spera, troneggiando allo scoperto nel prato retrostante il capanno, convincerà anche il più ostico dei selvatici a venire a curiosare. Ma ancora deve veni-

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Non ci è dato di sapere chi fu il primo uomo

a catturare un uccello, e nemmeno il motivo

per cui scelse una preda così inafferrabile.

Certo è che quell’istanza vitale dette origine

all’aucupio (caccia agli uccelli), ancor oggi

praticato in diverse forme sia in Italia

sia all’estero. In questo primo volume,

a cui ne seguirà un altro, i primi rudimenti

di una fantastica pratica venatoria ricca

di tradizione, con un’occhio di riguardo però,

anche alle ultime scoperte in fatto di chiusa

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Uno scorcio di alto Appennino.

Col finire della stagione, che ormai è veramente vicina, dovremo cominciare a pensare all’anno prossimo, in modo da arrivare all’autunno con i richiami “cotti a puntino”, scalpitanti e ansiosi di regalarci soddisfazioni. Per far que-sto dovremo avere una batteria di animali sani e in forma. Pronti ad entrare in estro. Oltre all’alimentazione, certamente fondamentale, sono necessarie un’adeguata tabella di fotoperiodo e delle consone strutture di mantenimen-to e stabulazione dei richiami. Per il primo problema non possiamo fare di me-glio che dotarci di una buona centralina di programmazione, per il secondo, invece, se ne abbiamo la possibilità libereremo gli uccelli in voliera, altrimenti dovremo dotarci di gabbie più ampie e spaziose. Ecco le soluzioni di casa Be-retti a questi due annosi problemi.

• Il PRO 2000 Plus è la centralina del fotoperiodo ideale per tutti i nostri richiami da caccia!Frutto di studi molto approfonditi sul fotoperiodo, è uno stru-mento indispensabile per gli uccelli da richiamo ed allevamen-to. L’apparecchio permette, infatti, di traslare le stagioni, varian-do automaticamente le ore di luce in modo tale da garantire agli uccelli una muta/chiusa quanto più possibile naturale. Uti-lizzando il PRO 2000 Plus l’animale non avverte alcun tipo di scompenso ed effettua un ricambio del piumaggio senza biso-gno di aiuto da parte dell’uomo. Il simulatore riproduce l’alba, il tramonto e tutte le varie fasi lunari. La luce è indispensabile per la vita degli uccelli e con questo apparecchio evitiamo il periodo di buio completo. Gli animali ne guadagneranno in sa-lute e nel canto che sarà più forte e duraturo (3-4 mesi).

Dotato di 6 tabelle preimpostate (una generica e altre specifiche per: bottac-cio, sassello, cesena, fringuello, ecc…) e di una regolabile manualmente, è in grado di coprire ogni esigenza di allevamento e uso venatorio.

• La gabbia estensibileLa Beretti ha ideato una gabbia allungabile che, durante la caccia, presenta un ingombro di circa 25x30x25 cm e durante la fase di mantenimento ha di-mensioni di circa 25x37x25 cm. Questa innovazione, accompagnata da una mangiatoia più razionale e da un beverello più grande, che adatta la sua for-ma all’angolo della gabbia e presenta nella parte superiore una protezione che gli impedisce di defecare nell’acqua, permette di avere soggetti più sani e con un piumaggio significativamente più bello. Queste nuove gabbie hanno

sportello laterale, fondo in acciaio inox e posatoio ellittico che previene la fastidiosa formazione di calli alle zampe.

attrezziamoci per l’anno nuovo