BUONA PASQUA! Istituto Comprensivo “San Giulio” · di che colore fosse, perché c’ era poca...
Transcript of BUONA PASQUA! Istituto Comprensivo “San Giulio” · di che colore fosse, perché c’ era poca...
BUONA PASQUA!
Aprile 2015
Istituto Comprensivo
“San Giulio”
Sommario
Un giorno a
scuola 2
Hobbies 3
Un luogo fanta-
stico 4
Un luogo fanta-
stico 5
Fantascienza 6
Narnia
7
Lettera ad Achil-
le 8
La redazione del Mariolino augura a tutti voi di trascorrere una serena
Pasqua!
Una giornata con
Bodo 9
La corsa giusta 10
Incontro con
Antonio Ferrara 11
Progetto CCR 12
Il mio diario 14
La pietra separa-
trice 15
La redazione 16
Nel paese delle fate e dei cavalieri c’era
un bel castello dove vivevano la princi-
pessa Serena, il principe Stefano e un
amico di fiducia, il cavalier servente Su-
per Mario. Vivevano felici e contenti.
Un giorno, nel paese delle fate, arrivò
un drago che
volava intor-
no al castel-
lo e cercava
la principessa
Serena.
Tutti gli abi-
tanti del pae-
se delle fate,
insieme al
principe e
alla princi-
pessa, guar-
davano dalla
torre il drago pieni di paura.
In quel momento il drago con i suoi arti-
gli prese la principessa Serena e la portò
sull’isola di San Giulio dove la rinchiuse
in una stanza buia.
La principessa Serena passava le sue
giornate a piangere con la speranza che
arrivasse il cavalier super Mario a libe-
rarla.
Nel frattempo il principe Stefano chiese
al cavalier Super Mario di andare sull’i-
sola di San Giulio a liberare la principes-
sa.
Il cavalier
super Mario
accettò di
aiutare il
principe,
arrivò sull’
isola di San
Giulio, in-
contrò il
drago ed
ebbero un
feroce com-
battimento.
Con un gran
balzo, il cavaliere sconfisse il drago ta-
gliandogli la testa .
Il cavaliere liberò la principessa , e la
riportò nel paese delle fate, dal suo prin-
cipe. Così vissero felici e contenti, nel
loro paese fatato.
IL CAVALIERE E IL DRAGO di Super Mario Bertona
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Un giorno a scuola
E così... Entrai in quel maledetto cancello antico come la morte e andai avanti
fino ad entrare nella scuola e poi in classe, appena entrato tutti mi dissero
“Ciao Rey!” io ricambiai il saluto e mi diressi verso il mio banco... mi misi a
parlare con John che era davanti a me, egli mi disse “Sai Ray credo di essermi
preso una cotta per Jennifer” io gli risposi “Ma prima non ti piaceva Clare?!
John cavolo cos’è cambi ragazze come se fossero calzini?! E poi rassegnati
Jennifer è la più bella della scuola e non si accontenterà di un idiota lezzo
come te!” John mi tirò un coppino amichevole e io ricambiai poi mi disse “Beh,
Clare mi ha stufato, diciamocelo Ray è una sfigata che se la tira come se fosse
una principessa quando in realtà è solo un’antipatica”, io, a quella
obiezione di John, mi infuriai e gli dissi “Sacro santo John! Clare non l’hai
considerata per ben 3 anni e adesso ti piace! Non raccontare la balla del secolo!
E ammettilo che sei uno sciupa ragazze!” John mi guardò come se fossi un
esaltato e disse “Ray sacro santo! Clare la...”Stava per finire la frase quando
la campanella suonò e tutti si misero al proprio posto e cosi entrò la
professoressa di matematica durante la lezione era filato tutto liscio, anche se
John e Mark continuavano a fare caos. Bè ora non ho voglia di raccontarvi di
tutte le lezioni, passerò direttamente alla pausa pranzo.
A pausa pranzo uscii dal classe e osservai per un po’ i ragazzi di seconda che
correvano qua e la finche, non arrivò John con le sue maniere molto delicate a
darmi una bella pacca sulla spalla, in quell’instante io mi girai e vidi il suo
faccione tosto ricco di auto stima. Esso mi disse “Hei piccolo Ray come te la
passi?” io arrabbiato per la pacca che mi diede gli dissi “Male” lui mi chiese
il perché e io gli dissi “Perché ti ho visto!” e mi misi a ghignare, so che
è una battuta lezza solo che in quella situazione era molto divertente, allora
lui mi disse “Ah ah ah, ma che simpaticone!” con una espressione ridicola. Dopo
lui mi raccontò le sue solite ed inutili esperienze amorose finche suonò la
campanella.
Dopo il suono della campanella ci furono altre due lezioni noiose come dei
mattoni e, infine, il suono della campanella che generò un caos pazzesco; tutti
quelli della mia classe si prepararono ad una velocità tremenda per uscire dalla
scuola, tanto che in due secondi e dico “due secondi”... Non ci fu più niente
sui banchi e la classe era completamente vuota.
Cosi andai a casa e finì la mia giornata.
Osama Hilmi
Ed eccomi qui, giunto quasi al termine delle medie, di questi tre importanti an-ni della mia vita. Nonostante ciò, il destino ha in serbo sempre più nuove sor-
prese; le medie sono state molto importanti per me: ho conosciuto tante perso-
ne, ho imparato tante cose, mi sono formato. Ebbene, ho scritto questo articolo per parlarvi di una cosa in particolare: la mia passione per YouTube. Conosco
questa piattaforma da parecchio tempo, ma solo da novembre circa, ho iniziato
a fare e a caricare video su un canale che avevo aperto da qualche mese prima.
Ho sempre amato recitare, esibirmi in pubblico e come dico anche nel mio vi-
deo FAQ YOU TIME, questa passione la devo ai miei gemitori che col loro "bizzaro" ma bel lavoro, mi hanno dato la possibilità di capire cosa amo vera-
mente fare.
La mia "carriera" su YouTube, è iniziata con il video parodistico di Bear Grylls, esperto inglese di sopravvivenza; ero in giro "senza una meta" per Pet-
tenasco con il mio amico Emanuele. Ad un tratto, mi venne un’ illuminazione:
perchè non fare un video stupido, demenziale, anche solo per il gusto di farlo? Così, pensando al mio idolo di avventure, estrassi il mio smartphone dalla ta-
sca e chiesi a Emanuele di riprendermi mentre improvvisavo un video senza
senso. La sera stessa, dopo aver chiesto qualche consiglio di app di montaggio per android a un'altra mia amica Giada, montai il video e lo caricai. In pochis-
simo tempo feci un accettabile numero di visualizzazioni e di iscritti. Così con-
tinuai compatibilmente con i miei impegni scolastici ed extra-scolastici, a fare
video.
Quasi alla metà del mese di febbraio, mi arrivò via "Amazon" un nuovo com-
puter portatile. Così, scartandolo nel video VLOG #1, iniziai a migliorare la mia tecnica di montaggio e la qualità del prodotto, e ho intenzione di migliora-
re il più possibile e di specializzarmi nel campo.
Mi raccomando, visitate il mio canale, stesax22, iscrivetevi, condividete i vi-
deo su facebook e...noi ci vediamo in un prossimo articolo!!
Stefano Acquaviva
Pagina 3 Istituto Comprensivo “San Giulio”
IL MARIOLINO DEGLI HOBBIES
YOUTUBE: UNA "NUOVA PASSIONE"
La porta era piccola e scura; quando la toccò per aprirla sentì un brivido: non solo perché aveva paura ma era anche fredda come una lastra di ghiaccio. Entrò e vide una stanza cosi semplice, ma al tempo stesso particolarmente attraente. Iniziò a curiosare in giro, qua e là: enormi massi fungevano da pareti; cassettoni, armadi e mensole di legno come decorazione principale. Ma a con-cludere la stanza c’era il maestoso tavolo triangolare di faggio, costruito dal più famoso artigiano di tutto quel mondo, Guglielmo. In un angolino della stanza era tutto buio, ma l’unico perché c’erano tanti lampadari che pendevano dal soffitto: rossi, verdi, gialli… A parte questi ultimi, i colori erano spenti (grigio e marrone principalmente) ma le candele accese rendevano i massi scintillanti. Bastiano divenne più sicuro ed iniziò a frugare tra armadi e mobiletti: trovò spade, archi, lance… ma anche strane sfere che sembravano di stregoni e bacchette magiche! Erano tutti oggetti usati da poco, si capiva da come erano tenuti punte e spade affilate, sfere e bacchette lucidate; in più il legno di archi e lance era così liscio che se lo impugnavi non riuscivi a capire di che materiale era. Poi si spostò da dov’era al tavolo. Quest’ultimo era enorme al centro della stanza e c’era sopra di tutto: candele, cartacce con strani simboli (probabilmente lettere) e tutte ruvide… Ma la particolarità che colpì di più Bastiano fu un cartello di metallo con inciso un simbolo particolare; era quadrato con disegnato un cerchio, all’interno di quest’ultimo c’era un triangolo e su ogni lato due pallini. Il cartello era esattamente al centro del tavolo, chissà cosa voleva dire! Ad un certo punto sentì del profumino venire dall’angolo buio della stanza e si incamminò per vedere cos’era. Poco prima di arrivarci inciampò in una roccia liscia , il pavimento era terreno bat-tuto ma un po’ rovinato e pieno di sassi. Quando si rialzò guardò nell’angolino tutto buio, intravide un contenitore e lo prese, lo aprì e, per sua fortuna, vide dei biscotti alla marmellata (aveva fame!). Li assaggiò ma erano vecchi e li vomi-tò per terra. Oltre a quell’odorino di biscotti andati a male, Bastiano sentì qualcosa o che brucia o che era già bruciato. Allora, seguendo l’odore, controllò che cos’era. Il suo “super olfatto” lo condusse ad un armadio più malandato degli altri: lo aprì e si trovò davanti a sé balle di fieno che puzzavano troppo, per i suoi gusti, e gigantesche catapulte rovinate e bruciacchiate, soprattutto nel grosso cuc-chiaio che conteneva le munizioni da lanciare. Per il resto, sembrava tutto uno stesso, forte odore: il tipico odore di muffa/bagnato che c’è in una qualsiasi caverna. Questo odore che si estendeva in tutta la stanza gli ricordava la canti-na della sua vecchia casa. All’improvviso sentì dei passi che facevano - TUNF! TUNF - e si avvicinavano verso Bastia-no. Un altro - TUNF! - e lui si girò di scatto a vedere chi era, aveva paura per quello che gli sarebbe successo.
Nicole Pizzi
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DESCRIVO UN LUOGO FANTASTICO
Entrai, e mi chiusi la porta alle spalle. Divenne
tutto buio. Dopo un po’ i miei occhi si abituaro-
no al buio e allora riuscì finalmente a scorgere
qualche mobile. Capii che era una vecchia sala
enorme e bellissima da ballo. Decine di lampa-
dari di cristallo che pendevano dal tetto, stracol-
mi di ragnatele. Intravidi un ragno: era grande il
triplo di una tarantola normale, ma non vidi bene
di che colore fosse, perché c’ era poca luce. Vidi
finalmente un tavolo, ma era un tavolo lunghissi-
mo e rettangolare, tutto completamente sgom-
bro, tranne un candelabro da otto candele messo
al centro. Mi misi una mano in tasca, perché sa-
pevo che c’ erano dei fiammiferi. Li presi e ac-
cesi le otto candele; finalmente una luce gialla e
calda invase la stanza. Vidi un sacco di cose, che
prima, senza luce, non avevo notato. C’ era tan-
tissima polvere dappertutto, per cui il colore
dominante era quello della polvere. “ Crick…
Crock…” il rumore sinistro dei miei passi rim-
balzava in tutta la sala. Continuai a camminare
senza sosta, con il candelabro in mano. “ Iii-
tump!” era il rumore di una porta che si chiude-
va. Mi girai di scatto e dissi: “ Chi va la?” urlai.
Nessuno mi rispose. “ Crick-Crock!” morivo di
paura: sentivo dei passi che provenivano da lon-
tano. “Ziuuu” il vento fece sbattere le finestre.
Un forte soffio di vento mi spense le candele.
Tremavo. Di colpo sentii un odore nauseante.
DESCRIVO UN LUOGO FANTASTICO
Pagina 5 Istituto Comprensivo “San Giulio”
Aveva un intensità strana, era uno di quegli odori
mollicci, che si poteva associare a… un odore di
spazzatura in putrefazione.
Mi incamminai alla ceca verso il tavolo e finalmente
lo trovai. Appoggiai il candelabro e riaccesi le cande-
le. Illuminai la stanza e vidi una figura nera. Si avvi-
cinava. Mi buttò a terra. Caddi. Sentii il pavimento:
era tutto in legno con uno strato di un centimetro di
polvere; scricchiolava, perché era molto vecchio.
Ripensai alle parole di Gragramàn: “ Quella stanza ti
attende da tempo immemorabile.” Che voleva dire?
Dovevo incontrare qualcuno? E quel qualcuno era
magari quella sagoma che avevo visto prima? Non lo
so, l’unica cosa che in quel momento riuscivo a pen-
sare era la paura di morire. ”Bastiano! Ti stavamo
aspettando!” Mi girai di scatto e illuminai dalla parte
della voce. Vidi una figura incredibile: era la sagoma
di una donna . Era magra e alta e aveva una voce me-
lodiosa come quella di un usignolo. Non parlai. Non
riuscivo a parlare, neanche un piccolo suono riusci-
va a uscirmi dalle labbra. “Seguimi!”, disse la regina.
La seguii. Mi portò nella sala del trono. Capii che era
un castello. Vidi il re, mi inchinai, e poi lui disse: “
Bastiano, eccoti finalmente!” Dopo un po’ la ragazza
se ne andò, e io e il re iniziammo a parlare. Non sto a
raccontarvi tutta la conversazione, altrimenti, diventa
troppo lunga, questa storia. Parlammo per ore ed ore,
e alla fine scoprii che quell’uomo, il re, era mio pa-
dre.
Mariasole Acquaviva
L’INCUBO CONCRETO
“...l’ultimo uomo sulla terra sentì bussare...” L’incontro con Helbert avvenne lì, in quella stanza, Helbert era l’ultimo uomo sulla terra quando sentì bussare alla porta. Helbert all’epoca avrà avuto una quarantina d’anni ed era seduto su una sedia, in una stanza, sulla terra, dove pensava e annegava lentamente nel dolore e nella solitudine. Poco tempo prima si era addormentato per poi svegliarsi e ritrovarsi da solo, senza più uomo, donna, animale o pianta che vivesse sul suo pianeta. Era completamente da solo. Possedeva solo i suoi vestiti, il suo corpo, i ca-pelli marroni, folti e mossi e gli occhi, degli oc-chi azzurro come un mare caraibico. Non sapeva perché era rimasto solo, perché tutto e tutti erano scomparsi, non lo sapeva e non lo seppe mai. Quado sentì bussare rimase impietrito, immo-bile sulla sedia di legno. Aveva negli occhi scintillii di speranza, stupore, terrore, curiosità. Lentamente si alzò, facendo scricchiolare il legno e camminò, sempre lenta-mente verso la porta. Mise la mano tremante sulla maniglia e la spin-se verso il basso. Scattò la serratura e Helbert aprì la porta con uno scricchiolio sinistro. Davanti a sé trovò noi, armati fino ai denti, le divise macchiate del sangue dei suoi simili. Lessi il panico nei suoi occhi e d’improvviso la frusta elettronica del mio commilitone, lo fece rovinare al suolo sve-nuto. Successe tutto in un attimo, Clainzer, uno dei nostri soldati, si avventò sul corpo dell’uomo, gli aprì il torace con le sole mani e ci immerse la faccia. La tolse ed era sporca di sangue, e i suoi denti masticavano ancora il cuore dell’uomo ancora caldo e palpitante. Io ero terrorizzato, disgustato da quello che avevo appena visto, non so perché, forse per-ché non avevo mai guardato negli occhi della vittima viva che ancora respira. Così colto dall’improvvisa crisi scappai ed ora mi trovo qua. Qua davanti a lei.
Stefano Acquaviva
"La fantascienza è un genere letterario di recente co-stituzione. Esso si affianca all’avvio della corsa veloce verso il futuro dettata dal progresso scientifico. In quale modo i libri e i film fantascientifici ci aiutano a comprendere i difetti della nostra società? Quali strumenti utilizzano tali autori per coinvolgere i lettori in storie molto distanti temporal-mente da loro?" La fantascienza in sé è molto complessa e quindi si affronterà meglio se vista punto per punto. Dunque, i personaggi che spesso fanno parte di questi racconti sono marziani, extraterrestri o alieni. Altri personaggi non umani dei quali si legge sono an-droidi, robot, cloni, danebiani , ecc… (questi però non sono molto presenti nei racconti visti). Inoltre sono spesso o quasi sempre inseriti umani, quali astronauti, tecnici spaziali o scienziati. Questi ultimi hanno il compito di esplorare pianeti e galassie, con l’aiuto di coloro che offrono servizio. Invece altri (non umani) sono mandati sulla Terra per distruggere la società umana e conquistare la Terra. Il tempo è il futuro o il passato, ma può essere, come capita spesso, indefinito. Basandomi sui racconti visti sul libro di antologia, i te-mi parlano di conquiste, attacchi e distruzione. Un racconto visto sul libro parlava di un astronauta mandato su Marte che voleva piantare una foresta di modo che avrebbe potuto fornire ossigeno necessario per lo sviluppo degli umani. Notiamo però che se viene seguito il "filo" della scien-za sarebbe impossibile tutto ciò. Appunto per questo la parola fantascienza è preceduta da "fanta", ossia fantasia. Altri racconti sono lasciati sospesi di modo che il lettore possa immaginare come andrà a finire il testo. Uno di questi parlava di un uomo, l’ultimo rimasto sulla Terra, che sedeva in una stanzetta; egli sentì bussare... così si conclude. Un autore che era stato inserito nei vari racconti del nostro libro era Ray Bradbury. Sulla fantascienza sono stati fatti molti film, come “Avatar” che io non ho mai visto; ci è stato citato dal professore. Il mondo della fantascienza è molto complesso, tutta-via se affrontato passo per passo è molto interessante e molto adatto a chi piace la fantasia.
Tommaso Zaneboni
Pagina 6
FANTASCIENZA
Pagina 7 Istituto Comprensivo “San Giulio”
Ciao ragazzi, vi vorrei raccontare il romanzo più bello e avventuroso che ab-bia mai letto: Narnia. Esso comprende ben sette libri; il mio preferito è sicu-ramente “Il leone, la strega e l'armadio”, parla di quattro fratelli che, attra-verso un armadio, arrivano in un mondo fantastico: Narnia. In questo magico mondo gli animali parlano e il re è un leone! Lui si chiama Aslan, il mio perso-naggio preferito tra l'altro, ed è il leone più grande e maestoso del mondo. Ora, però, vi vorrei raccontare come mi è nata la voglia di leggere un libro così “gigabante” come dico io. Beh... facile! Avevo avuto modo di vedere il film che mi era piaciuto molto! La sorpresa fu scoprire il libro in biblioteca.
Non ci potevo credere! La voglia di leggerlo è scoppiata dentro di me imme-diatamente. E sapete una cosa? Ho fatto proprio bene a prenderlo! Il mio entusiasmo ha già contagiato anche Giulia, che lo ha voluto in regalo a Nata-le. È un concentrato di avventure, lotte, re, regine, ricordi appassionanti. Lo consiglierei in particolare a due mie compagne, ad Agnese, alle cui avventure si abbandonerebbe volentieri, ma anche ad Alice, che potrebbe ritrovarvi molti momenti accattivanti in cui perdersi. Magari con gli anni cambierò ge-nere e non mi sentirò più attratta da questi mondi fantastici, perché tutta presa dalla moda e dal make-up ultimo grido. Spero proprio di non diventare mai così! Ora vi lascio per tuffarmi nel magico mondo di Narnia. A presto.
Mariasole Acquaviva
IL LEONE, LA STREGA E L’ARMADIO...
Pagina 8
Lettera di Patroclo ad Achille...
Ciao Achille, caro amico,
ti scrivo da amico, non
per obbligarti a tornare,
ma solo per raccontarti
cosa accade qui senza di
te: gli uomini muoiono o
si rassegnano alla scon-
fitta ormai vicina, con
il nemico che avanza. Sei
sicuro di non voler tor-
nare con noi ed aiutarci?
Il mio destino è segnato,
lo sai anche tu, nulla si
può contro il Fato, ma se
il mio sacrificio servirà
a farti tornare, allora non mi dispiacerà!
Sai che rimanendo morirai; rimanere o andartene è una
tua scelta, andandotene avrai salva la vita, ma a
quale prezzo? La vita degli uomini che contavano su
di te.
Aiutaci, ti prego!
Tuo fidato amico Patroclo.
Masetto Giulia
EPICA
Oggi sono
contento,
tra due
notti è il
giorno della
cerimonia
dei maiali!
Pagina 9 Istituto Comprensivo “San Giulio”
Una giornata con Bodo Io sono Bodo, figlio di un contadino. Sono ancora un bambino, quindi,
poco considerato nella società. Il mio sogno è diventare un abate, ma
so che non sarà possibile di questi tempi, se nasci contadino muori con-
tadino.
Il mio giorno preferito dell'anno è quello della “CERIMONIA DEL MAIA-
LE”, in quel giorno tutti i contadini si riuniscono per uccidere il suino,
mangiare la sua carne e utilizzare le parti non commestibili. Mio papà
lavora il nostro manzo: una parte di terra offerta dal monastero. Inizia a
lavorare all'alba e finisce al tramonto, torna a casa sempre stanchissimo
e mi dispiace perchè non può mai giocare con me, caso a cui mi sono
abituato molto in fretta.
La mamma, a differenza del papà, sta a casa a curare i conigli, le galli-
ne, insomma tutti glia animali piccoli e, naturalmente, come animale pic-
colo sono compreso anche io e i miei fratelli minori.
Si inizia a imparare a lavorare la terra a cinque anni e mezzo (io ne ho
quattro, quindi aiuto ancora la mamma nei lavori a casa, insieme a Car-
lo, mio fratello, di tre anni).
Questa notte è avvenuta una tragedia, mio padre è sconvolto, un anima-
le selvatico ha distrutto il raccolto e questo pomeriggio deve arrivare il
portavoce del nostro monastero. Siamo spacciati! Papà si sta dando da
fare, speriamo che ce la faccia per questo pomeriggio! È arrivato, è ar-
rivato il portavoce; papà ha appena finito, ma è riuscito a raccogliere
solo la parte di raccolto per il padrone e ha detto che ce la caveremo lo
stesso, sono spaventato non ho mai sofferto la fame e non ci tengo a
soffrirla.
La mia cava non è molto organizzata, è composta solo da una piccola
stanza e una stalla: la stanza contiene un letto per tutta la familia, una
specie di piccola cucina poco attrezzata e un tavolo per mangiare,
mentre la stanza è un rifugio per i mesi più freddi, perchè gli animali
scaldano con il loro alito.
Nella stalla, in reltà, io ci vado quasi sempre la trovo come un
“nascondiglio” tutto mio per rilassarmi con gli animali!
Oggi sono contento, tra due notti è il giorno della cerimonia dei maiali!
2 GIORNI DOPO
Finalmente oggi è il grande giorno! Non vedo l'ora di scendere in paese!
Ora vi lascio, vado a gustarmi la salsiccetta! Che bontà!
Primon Agnese
"LA CORSA GIUSTA" di Antonio Ferrara
ATTUALITA’
Pagina 10
recensioni
Ho molto apprezzato in questo libro il modo di parlare di Gino, che ricorreva spesso
ad espressioni tipiche di un meccanico e di un ciclista; per esempio, invece di dire ad
uno che era fuori di testa, lui si esprimeva con un”Ma tu sei svitato!” , oppure, per
sottolineare che stava per addormentarsi, utilizzava l'espressione “Il sonno veniva
dolce come una discesa”.La frase che mi è rimasta più impressa nella mente è “Il
bene si fa ma non si dice”, che ben rispecchia il silenzio che accompagnò il gesto di
generosità che lui portò avanti nei confronti degli ebrei, rischiando la propria vita.
Un libro ricco di sentimento ma non banale, le similitudini originali e divertenti.
Io lo consiglio a tutti, adulti e ragazzi.
David Erlank
Il protagonista è Gino Bartali, un
campione del ciclismo che aiutò
numerosi Ebrei procurando loro dei
documenti falsi. Per questo è stato
insignito dell'onorificenza di “giusto
fra le nazioni”. Lo scrittore, attraverso la biografia di Bartali, vuole farci
capire che si deve rischiare, che non si
deve restare indifferenti e che occorre
sempre avere la forza di rialzarsi dopo
ogni caduta.
Andrea Comola
Questa biografia
vuole insegnare a noi
ragazzi la fatica
dello sport ma anche l'importanza del
silenzio delle azioni
nobili. Una frase
che ho molto
apprezzato è: ”Il
bene si fa ma non si
dice , se no si
sciupa”. Il libro mi
ha insegnato molto,
me lo ricorderò.
Maria Sole
Acquaviva Un libro per insegnare ai ragazzi l'umiltà e il silenzio che devono accompagnare le azioni più
coraggiose, un libro per continuare a ricordare a noi ragazzi la storia del popolo ebreo e di tutte quelle persone che hanno rischiato la propria vita per salvare i valori in cui credevano e per lasciarci un mondo più giusto. Ho apprezzato molto questo racconto per i molteplici significati che possiamo ricavarne e che, accanto a fatti tristi, come la guerra e la morte, ha saputo
intrattenermi con momenti divertenti, come i biscotti di cemento della suocera e... sopportare il loro peso era certamente un'avventura molto difficile da digerire per Gino.
Nicole Pizzi
La trama traccia la
vicenda di amicizia e
rivalità di due sportivi,
Bartali e Coppi, vi
intreccia la passione
degli italiani per il
ciclismo, riesce a far
ridere e a
commuovere.
Andreas Zampolli
“La corsa giusta” racconta la vita di un grande
uomo che, pur avendo tutto, non esitò a rischiare la propria vita per aiutare gli Ebrei perseguitati
dal Fascismo. Insegna a noi ragazzi che lo sport è
una lezione di vita, che il bene si fa per il piacere
di farlo e non per la gloria. Ho trovato questo li-bro emozionante.
Giulia Masetto
È un bel libro che raccon-
ta la storia di un uomo
che ha rischiato la vita
per i valori in cui crede-
va, che ha fatto dello
sport una lezione di vita
e di generosità. Matteo Ziliotto
Gino Bartali rischiò
la vita per salvarne
tante, insegnandoci
che lo sport non è
solo competizione,
ma anche amicizia e
generosità
Nives Mapi
Ferrara, attraverso la biogra-
fia “La corsa giusta”, ci inse-
gna che nella vita gli ostacoli
si possono trovare , ma che
bisogna sempre cercare di
superarli facendo ricorso
all'aiuto delle persone più
care. Agnese Primon
ATTUALITA’
Pagina 11 Istituto Comprensivo “San Giulio”
mercoledì 12 novembre 2014
Incontro con l’autore Antonio Ferrara
Il 31 ottobre abbiamo incontrato Antonio Ferrara (per la seconda volta perché è ve-
nuto l’anno scorso) uno scrittore per ragazzi che a me piace per il suo modo in cui
narra i racconti e perché quando lo incontriamo si apre e cioè racconta le sue cose
personali.
I suoi libri mi piacciono perché ti fanno rimanere in sospeso e alcuni libri fanno ri-
dere.
L’ unica cosa che ho trovato di negativo in un libro in particolare, “Ero Cattivo”, è il
fatto che la ragazza morisse, ma in effetti in tutti i libri che abbiamo letto muore
qualcuno.
Però Antonio dice che una nota triste nei libri ci deve essere.
Antonio Ferrara è il mio secondo scrittore preferito dopo Cornelia Funke (per la sua
trilogia stupenda ) perché i suoi libri sono basati su storie vere che volendo posso-
no accadere anche a noi, però sono successe a lui.
Il libro “Il Ragazzo e la tempesta” mi è piaciuto tanto perché ti fa ridere per via del
gallino e della frutta però allo stesso tempo ti fa rimanere in sospeso per via del pa-
dre che non sai mai cosa faccia.
Invece nel libro “ Ero Cattivo “ l’ho trovato molto più triste perché il ragazzo viene
cacciato da scuola, i genitori non lo vogliono e lui va in una comunità di recupero
dove forse trova un po’ di pace e qualche amico.
"Batti Il Muro" è bello e mi è piaciuto perché è la storia di questa ragazza che prati-
camente ha vissuto metà della sua vita in un armadio che poi da adulta si porterà
ancora alle spalle questo ricordo.
Poi dei libri che Antonio ha accennato e che mi hanno colpito c’è la storia del suo
gatto “Puzzillo Il Gatto Gentiluomo” che io voglio assolutamente leggere perché
dalla sua descrizione sembra molto divertente.
Un altro libro a cui ha accennato è “Nemmeno Un Giorno” che anche questo voglio
leggere perché mi è piaciuto proprio, dalla descrizione di Antonio e so già che mi
piacerà mentre lo leggerò.
Mi ha colpito quella storia un ragazzo adottato da una famiglia da cui non si sente
accettato e quindi ruba la macchina di suo padre e scappa ma la sua fuga dura 18
ore e infatti nemmeno un giorno.
Antonio è simpatico sa come coinvolgere tutti, grandi e piccoli, scrive bene e illu-
stra bene sembra che sappia già i nostri gusti e per questo non smetterò mai di
leggere i suoi libri.
Rachele Fornara
CCR a Caserta: "L’EUROPA DI DOMANI"
Nei giorni 16, 17, 18 gennaio 2015 sei componenti
del nostro CCR (Boeri Sara, Zaneboni Tommaso,
Bortolin Marta, Martinelli Giada, Cagnola Maria
Iris e Acquaviva Stefano), hanno preso parte all'in-contro tenutosi a Caserta per continuare a discu-
tere sull’ “Europa di domani”, un progetto che par-
te dalla cooperativa “L’isola di Arturo- Onlus.” Ab-
biamo fatto quasi dodici ore di viaggio e, arrivati a
Riardo (provincia di Caserta), ci hanno portato in
Municipio dove il Sindaco del paese ci ha accolti.
In seguito, ci hanno divisi in diversi gruppi :
“Scuola e Cultura”, “Sport e Società”, “Ambiente e Natura” e
“Integrazione”.
Sara e Marta facevano parte del gruppo “Sport e Società”. Il loro
gruppo si è soffermato soprattutto sul facilitare lo sport ai disabili
come, ad esempio, mettere in ogni palestra dei canestri che si posso-
no abbassare così che anche le persone in sedia a rotelle possono
giocare e divertirsi come tutti gli altri.
Tommaso e Iris, erano nel gruppo “Scuola e Cultura”. In questo
gruppo, si sono divisi in due gruppi e ogni gruppo doveva elaborare
due idee. Si sono occupati di elaborare l’idea inerente gli scambi culturali, do-
ve è stato detto che servono per imparare nuove lingue, usanze e sti-
li di vita diversi dai nostri. Tommaso ha fatto l’esempio del progetto “
Allons en France “ che quest'anno le nostre due classi terze stanno
affrontando con il Prof.Antonino Vella.
Come seconda idea, hanno discusso sul fatto del problema delle le-
zioni di religione a scuola per i ragazzi non cristiani.
Oltre queste due idee hanno sviluppato l’idea del fumetto europeo.
Infine hanno prima riflettuto sui punti già sviluppati a Firenze, Ro-magnano Sesia e Caserta e hanno scelto i due più interessanti che
sono: “La carta europea dello studente” e “Il rispetto e aiuto delle di-
versità”
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CCR a Caserta: "L’EUROPA DI DOMANI"
Pagina 13 Istituto Comprensivo “San Giulio”
Stefano faceva parte del gruppo “Integrazione”. Nel loro gruppo si è parlato dei vari problemi attuali del mondo, tutti i problemi legati o
meno alla globalizzazione. Il loro discorso partiva dai problemi che
purtroppo sono più comuni come: l’omofobia, la droga, il razzi-
smo...Finendo a parlare degli immigrati. Si è anche discusso su
quanto avvenuto a Parigi nel mese di gennaio (Attentato a Charlie
Hebdo).
Questi discorsi hanno riscosso grande successo tra lo staff organiz-
zativo che afferma: “Non ci saremmo mai aspettati discorsi di questo calibro da ragazzi di età compresa tra i 9 e i 15 anni”.
Proviene da questo gruppo anche l'idea di promuovere sempre di più
gli scambi culturali.
Giada faceva parte del gruppo “Ambiente e Natura”. Hanno trattato
molti argomenti tra i quali emergono Canili e L’energia eco-
sostenibile.
Dei Canili hanno trovato interessante l’idea di munire le città di
“Macchine per crocchette”. Secondo il progetto ideato dal gruppo il
cibo verrebbe distribuito ai cani in base a quante bottigliette si rici-
clano. Hanno inoltre pensato che sarebbe meglio se alcuni canili fos-
sero più organizzati, più accoglienti, anche grazie all’aiuto di alcuni
volontari. Per quanto concerne L'energia eco-sostenibile hanno concluso dicen-
do che dovrebbe essere sfruttata in modo più intenso. In che modo?
Semplicemente munendo alcuni luoghi di pale eoliche piuttosto che
pannelli fotovoltaici.
Si ritiene in oltre che sarebbe opportuno che tutti i Paesi dispongano
di una fitta rete di piste ciclabili tenute in ottimo stato.
Secondo Loro è anche opportuno intervenire sui parchi gioco dove
occorrerebbe tenere in ordine giochi e aree verdi. Potrebbero inoltre,
continua a sostenere il gruppo, venire dotati di aree apposite per i
cani dove, questi ultimi, potrebbero scorrazzare liberi senza infastidi-
re le altre persone.
Ritornati, possiamo tutti confermare che quest'esperienza ci è servita
molto per metterci a confronto con le idee e le varie opinioni dei no-stri coetanei italiani. Boeri Sara, Bortolin Marta, Zaneboni Tommaso, Cagnola Maria Iris, Acquaviva Stefano, Martinelli Gia-
da
IL MIO DIARIO
Il libro che ho letto durante le vacanze natalizie si intitola “Il mio diario”
di Gianfranco Bottelli. Non è un libro famoso, ma l'ho letto perché me
l'ha consigliato l'autore, che è mio amico. Oltre a raccontare il suo viag-
gio di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela, chiamato dai pelle-
grini che vi partecipano”cammino”, informa il lettore con alcune curiosi-
tà. Si scopre così che il 25 luglio, giorno in cui ricorre San Giacomo, a
Santiago si presenta il re Felipe per una grande festa; che la
“compostela” è un documento
che testimonia che il pelle-
grino ha percorso un cammino
superiore ai 100 Km. Ho tro-
vato “Il mio dia- rio” affasci-
nante, perché r a c c o n t a
u n ' e s p e r i e n z a compiuta da
persone comuni che hanno
tutte la stessa meta e che,
pur non cono- scendosi, si
aiutano a vicenda e vivono mo-
menti di vita in comune. A
chi lo consiglio? A quelle perso-
ne che non rie- scono a dare
una mano al prossimo, in particolare a Matteo.
La frase che mi ha particolarmente colpita è stata: “Vorrei tu fossi i miei
occhi e le mie orecchie per poter vivere, ascoltando il tuo racconto, l'e-
sperienza che vivrai tu”.
Nicole Pizzi
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La pietra separatrice
Il bene e il
male
dovrebbero
collaborare
in questo
mondo...
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Prima che tutti noi nascessimo la terra era verde, piena di erba, alberi, fiori e monta-
gne; tutto ciò che adesso ci circonda nella natura. In centro alla Terra c’era un grande
pietra inclinata a sinistra e, vicino a questa pietra, c’erano due uomini: si chiamavano
A e B e andavano molto d’accordo anche se erano parecchio diversi tra loro. A era un
uomo molto generoso, buono e sempre gentile, amava gli animali e la terra stessa; vi-
veva coltivando perché non era un cacciatore ma bensì un agricoltore, ogni giorno la-
vorava nel suo orto per far crescere nuove piante e, inoltre, accudiva gli animali ma
non li uccideva perchè odiava la violenza e non aveva mai ucciso un animale in vita
sua e mai lo avrebbe fatto. B era l’esatto contrario di A, violento ed egoista, furbo e
duro pure con se stesso, ogni giorno uccideva un sacco di animali e li mangiava crudi
al momento; era violento con tutti gli animali, non gli importava di nessuno eccetto
che di A che era il suo unico amico. Nonostante fossero molto diversi, A e B collabo-
ravano ed erano amici, finchè un giorno B uccise un animale del suo amico, allora liti-
garono ed iniziarono ad odiarsi. Allora B decise di dividere la Terra in due parti con la
pietra inclinata posta al centro della Terra che rappresentava la loro linea di confine, la
parte di terra a destra della pietra era di A mentre la parte sinistra era di B. I due inizia-
rono a vivere ognuno per conto suo, la terra di A era lucente e sempre fertile e lui vi-
veva ogni giorno come aveva sempre fatto; la parte di B era buia e si sentivano solo
grida di animali e il cadere di alberi ma non si vedeva nulla perché la pietra inclinata
la copriva. Passarono molti anni ma la situazione era sempre la stessa: A e B non si
vedevano da quando litigarono ma avevano un certo rimorso, a ognuno dei due man-
cava l’altro e ciò non poteva continuare... Un giorno successe qualcosa di strano. Nella
terra di A arrivò una tempesta fortissima che distrusse il suo orto e tutte le sue piante
così A si ritrovò senza cibo, c’erano solo gli animali ma A non aveva la forza di ucci-
derli, era troppo sensibile e li considerava come fratelli; B, invece, nel frattempo aveva
ucciso tutti gli animali nella sua terra, per cui si ritrovò anche lui senza cibo. Purtrop-
po non era capace di coltivare, si era fatto insegnare qualcosa da A ma ormai non ri-
cordava più niente. Dato ciò, i due pensarono che fosse arrivato il momento di spacca-
re le mura e di ritrovarsi. Ma accadde qualcosa: ognuno di loro provava ancora troppa
rabbia dentro di sè nei confronti dell’altro e quindi non furono in grado di riavvicinar-
si. Morirono di fame.
Osama Hilmi
LA REDAZIONE:
Hanno collaborato:
Prof. ssa M. Zanetta
Prof. ssa P. Carbone
Articoli a cura di:
Osama Hilmi
Stefano Acquaviva
Tommaso Zaneboni
Bertona Mario
Matteo Ziliotto
Nicole Pizzi
Anna Tonati
Giacomo Russo
Nives Mapi
Andrea Comola
David Erlank
Giulia Masetto
Agnese Primon
Mariasole Acquaviva
Andreas Zampolli
Rachele Fornara
Sara Boeri
Marta Bortolin
Maria Iris Cagnola
Giada Martinelli
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28016 Orta San Giulio
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