BUONA PASQUA! Istituto Comprensivo “San Giulio” · di che colore fosse, perché c’ era poca...

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BUONA PASQUA! Aprile 2015 Istituto Comprensivo “San Giulio” Sommario Un giorno a scuola 2 Hobbies 3 Un luogo fanta- stico 4 Un luogo fanta- stico 5 Fantascienza 6 Narnia 7 Lettera ad Achil- le 8 La redazione del Mariolino augura a tutti voi di trascorrere una serena Pasqua! Una giornata con Bodo 9 La corsa giusta 10 Incontro con Antonio Ferrara 11 Progetto CCR 12 Il mio diario 14 La pietra separa- trice 15 La redazione 16 Nel paese delle fate e dei cavalieri c’era un bel castello dove vivevano la princi- pessa Serena, il principe Stefano e un amico di fiducia, il cavalier servente Su- per Mario. Vivevano felici e contenti. Un giorno, nel paese delle fate, arrivò un drago che volava intor- no al castel- lo e cercava la principessa Serena. Tutti gli abi- tanti del pae- se delle fate, insieme al principe e alla princi- pessa, guar- davano dalla torre il drago pieni di paura. In quel momento il drago con i suoi arti- gli prese la principessa Serena e la portò sull’isola di San Giulio dove la rinchiuse in una stanza buia. La principessa Serena passava le sue giornate a piangere con la speranza che arrivasse il cavalier super Mario a libe- rarla. Nel frattempo il principe Stefano chiese al cavalier Super Mario di andare sull’i- sola di San Giulio a liberare la principes- sa. Il cavalier super Mario accettò di aiutare il principe, arrivò sull’ isola di San Giulio, in- contrò il drago ed ebbero un feroce com- battimento. Con un gran balzo, il cavaliere sconfisse il drago ta- gliandogli la testa . Il cavaliere liberò la principessa , e la riportò nel paese delle fate, dal suo prin- cipe. Così vissero felici e contenti, nel loro paese fatato. IL CAVALIERE E IL DRAGO di Super Mario Bertona

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BUONA PASQUA!

Aprile 2015

Istituto Comprensivo

“San Giulio”

Sommario

Un giorno a

scuola 2

Hobbies 3

Un luogo fanta-

stico 4

Un luogo fanta-

stico 5

Fantascienza 6

Narnia

7

Lettera ad Achil-

le 8

La redazione del Mariolino augura a tutti voi di trascorrere una serena

Pasqua!

Una giornata con

Bodo 9

La corsa giusta 10

Incontro con

Antonio Ferrara 11

Progetto CCR 12

Il mio diario 14

La pietra separa-

trice 15

La redazione 16

Nel paese delle fate e dei cavalieri c’era

un bel castello dove vivevano la princi-

pessa Serena, il principe Stefano e un

amico di fiducia, il cavalier servente Su-

per Mario. Vivevano felici e contenti.

Un giorno, nel paese delle fate, arrivò

un drago che

volava intor-

no al castel-

lo e cercava

la principessa

Serena.

Tutti gli abi-

tanti del pae-

se delle fate,

insieme al

principe e

alla princi-

pessa, guar-

davano dalla

torre il drago pieni di paura.

In quel momento il drago con i suoi arti-

gli prese la principessa Serena e la portò

sull’isola di San Giulio dove la rinchiuse

in una stanza buia.

La principessa Serena passava le sue

giornate a piangere con la speranza che

arrivasse il cavalier super Mario a libe-

rarla.

Nel frattempo il principe Stefano chiese

al cavalier Super Mario di andare sull’i-

sola di San Giulio a liberare la principes-

sa.

Il cavalier

super Mario

accettò di

aiutare il

principe,

arrivò sull’

isola di San

Giulio, in-

contrò il

drago ed

ebbero un

feroce com-

battimento.

Con un gran

balzo, il cavaliere sconfisse il drago ta-

gliandogli la testa .

Il cavaliere liberò la principessa , e la

riportò nel paese delle fate, dal suo prin-

cipe. Così vissero felici e contenti, nel

loro paese fatato.

IL CAVALIERE E IL DRAGO di Super Mario Bertona

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Un giorno a scuola

E così... Entrai in quel maledetto cancello antico come la morte e andai avanti

fino ad entrare nella scuola e poi in classe, appena entrato tutti mi dissero

“Ciao Rey!” io ricambiai il saluto e mi diressi verso il mio banco... mi misi a

parlare con John che era davanti a me, egli mi disse “Sai Ray credo di essermi

preso una cotta per Jennifer” io gli risposi “Ma prima non ti piaceva Clare?!

John cavolo cos’è cambi ragazze come se fossero calzini?! E poi rassegnati

Jennifer è la più bella della scuola e non si accontenterà di un idiota lezzo

come te!” John mi tirò un coppino amichevole e io ricambiai poi mi disse “Beh,

Clare mi ha stufato, diciamocelo Ray è una sfigata che se la tira come se fosse

una principessa quando in realtà è solo un’antipatica”, io, a quella

obiezione di John, mi infuriai e gli dissi “Sacro santo John! Clare non l’hai

considerata per ben 3 anni e adesso ti piace! Non raccontare la balla del secolo!

E ammettilo che sei uno sciupa ragazze!” John mi guardò come se fossi un

esaltato e disse “Ray sacro santo! Clare la...”Stava per finire la frase quando

la campanella suonò e tutti si misero al proprio posto e cosi entrò la

professoressa di matematica durante la lezione era filato tutto liscio, anche se

John e Mark continuavano a fare caos. Bè ora non ho voglia di raccontarvi di

tutte le lezioni, passerò direttamente alla pausa pranzo.

A pausa pranzo uscii dal classe e osservai per un po’ i ragazzi di seconda che

correvano qua e la finche, non arrivò John con le sue maniere molto delicate a

darmi una bella pacca sulla spalla, in quell’instante io mi girai e vidi il suo

faccione tosto ricco di auto stima. Esso mi disse “Hei piccolo Ray come te la

passi?” io arrabbiato per la pacca che mi diede gli dissi “Male” lui mi chiese

il perché e io gli dissi “Perché ti ho visto!” e mi misi a ghignare, so che

è una battuta lezza solo che in quella situazione era molto divertente, allora

lui mi disse “Ah ah ah, ma che simpaticone!” con una espressione ridicola. Dopo

lui mi raccontò le sue solite ed inutili esperienze amorose finche suonò la

campanella.

Dopo il suono della campanella ci furono altre due lezioni noiose come dei

mattoni e, infine, il suono della campanella che generò un caos pazzesco; tutti

quelli della mia classe si prepararono ad una velocità tremenda per uscire dalla

scuola, tanto che in due secondi e dico “due secondi”... Non ci fu più niente

sui banchi e la classe era completamente vuota.

Cosi andai a casa e finì la mia giornata.

Osama Hilmi

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Ed eccomi qui, giunto quasi al termine delle medie, di questi tre importanti an-ni della mia vita. Nonostante ciò, il destino ha in serbo sempre più nuove sor-

prese; le medie sono state molto importanti per me: ho conosciuto tante perso-

ne, ho imparato tante cose, mi sono formato. Ebbene, ho scritto questo articolo per parlarvi di una cosa in particolare: la mia passione per YouTube. Conosco

questa piattaforma da parecchio tempo, ma solo da novembre circa, ho iniziato

a fare e a caricare video su un canale che avevo aperto da qualche mese prima.

Ho sempre amato recitare, esibirmi in pubblico e come dico anche nel mio vi-

deo FAQ YOU TIME, questa passione la devo ai miei gemitori che col loro "bizzaro" ma bel lavoro, mi hanno dato la possibilità di capire cosa amo vera-

mente fare.

La mia "carriera" su YouTube, è iniziata con il video parodistico di Bear Grylls, esperto inglese di sopravvivenza; ero in giro "senza una meta" per Pet-

tenasco con il mio amico Emanuele. Ad un tratto, mi venne un’ illuminazione:

perchè non fare un video stupido, demenziale, anche solo per il gusto di farlo? Così, pensando al mio idolo di avventure, estrassi il mio smartphone dalla ta-

sca e chiesi a Emanuele di riprendermi mentre improvvisavo un video senza

senso. La sera stessa, dopo aver chiesto qualche consiglio di app di montaggio per android a un'altra mia amica Giada, montai il video e lo caricai. In pochis-

simo tempo feci un accettabile numero di visualizzazioni e di iscritti. Così con-

tinuai compatibilmente con i miei impegni scolastici ed extra-scolastici, a fare

video.

Quasi alla metà del mese di febbraio, mi arrivò via "Amazon" un nuovo com-

puter portatile. Così, scartandolo nel video VLOG #1, iniziai a migliorare la mia tecnica di montaggio e la qualità del prodotto, e ho intenzione di migliora-

re il più possibile e di specializzarmi nel campo.

Mi raccomando, visitate il mio canale, stesax22, iscrivetevi, condividete i vi-

deo su facebook e...noi ci vediamo in un prossimo articolo!!

Stefano Acquaviva

Pagina 3 Istituto Comprensivo “San Giulio”

IL MARIOLINO DEGLI HOBBIES

YOUTUBE: UNA "NUOVA PASSIONE"

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La porta era piccola e scura; quando la toccò per aprirla sentì un brivido: non solo perché aveva paura ma era anche fredda come una lastra di ghiaccio. Entrò e vide una stanza cosi semplice, ma al tempo stesso particolarmente attraente. Iniziò a curiosare in giro, qua e là: enormi massi fungevano da pareti; cassettoni, armadi e mensole di legno come decorazione principale. Ma a con-cludere la stanza c’era il maestoso tavolo triangolare di faggio, costruito dal più famoso artigiano di tutto quel mondo, Guglielmo. In un angolino della stanza era tutto buio, ma l’unico perché c’erano tanti lampadari che pendevano dal soffitto: rossi, verdi, gialli… A parte questi ultimi, i colori erano spenti (grigio e marrone principalmente) ma le candele accese rendevano i massi scintillanti. Bastiano divenne più sicuro ed iniziò a frugare tra armadi e mobiletti: trovò spade, archi, lance… ma anche strane sfere che sembravano di stregoni e bacchette magiche! Erano tutti oggetti usati da poco, si capiva da come erano tenuti punte e spade affilate, sfere e bacchette lucidate; in più il legno di archi e lance era così liscio che se lo impugnavi non riuscivi a capire di che materiale era. Poi si spostò da dov’era al tavolo. Quest’ultimo era enorme al centro della stanza e c’era sopra di tutto: candele, cartacce con strani simboli (probabilmente lettere) e tutte ruvide… Ma la particolarità che colpì di più Bastiano fu un cartello di metallo con inciso un simbolo particolare; era quadrato con disegnato un cerchio, all’interno di quest’ultimo c’era un triangolo e su ogni lato due pallini. Il cartello era esattamente al centro del tavolo, chissà cosa voleva dire! Ad un certo punto sentì del profumino venire dall’angolo buio della stanza e si incamminò per vedere cos’era. Poco prima di arrivarci inciampò in una roccia liscia , il pavimento era terreno bat-tuto ma un po’ rovinato e pieno di sassi. Quando si rialzò guardò nell’angolino tutto buio, intravide un contenitore e lo prese, lo aprì e, per sua fortuna, vide dei biscotti alla marmellata (aveva fame!). Li assaggiò ma erano vecchi e li vomi-tò per terra. Oltre a quell’odorino di biscotti andati a male, Bastiano sentì qualcosa o che brucia o che era già bruciato. Allora, seguendo l’odore, controllò che cos’era. Il suo “super olfatto” lo condusse ad un armadio più malandato degli altri: lo aprì e si trovò davanti a sé balle di fieno che puzzavano troppo, per i suoi gusti, e gigantesche catapulte rovinate e bruciacchiate, soprattutto nel grosso cuc-chiaio che conteneva le munizioni da lanciare. Per il resto, sembrava tutto uno stesso, forte odore: il tipico odore di muffa/bagnato che c’è in una qualsiasi caverna. Questo odore che si estendeva in tutta la stanza gli ricordava la canti-na della sua vecchia casa. All’improvviso sentì dei passi che facevano - TUNF! TUNF - e si avvicinavano verso Bastia-no. Un altro - TUNF! - e lui si girò di scatto a vedere chi era, aveva paura per quello che gli sarebbe successo.

Nicole Pizzi

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DESCRIVO UN LUOGO FANTASTICO

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Entrai, e mi chiusi la porta alle spalle. Divenne

tutto buio. Dopo un po’ i miei occhi si abituaro-

no al buio e allora riuscì finalmente a scorgere

qualche mobile. Capii che era una vecchia sala

enorme e bellissima da ballo. Decine di lampa-

dari di cristallo che pendevano dal tetto, stracol-

mi di ragnatele. Intravidi un ragno: era grande il

triplo di una tarantola normale, ma non vidi bene

di che colore fosse, perché c’ era poca luce. Vidi

finalmente un tavolo, ma era un tavolo lunghissi-

mo e rettangolare, tutto completamente sgom-

bro, tranne un candelabro da otto candele messo

al centro. Mi misi una mano in tasca, perché sa-

pevo che c’ erano dei fiammiferi. Li presi e ac-

cesi le otto candele; finalmente una luce gialla e

calda invase la stanza. Vidi un sacco di cose, che

prima, senza luce, non avevo notato. C’ era tan-

tissima polvere dappertutto, per cui il colore

dominante era quello della polvere. “ Crick…

Crock…” il rumore sinistro dei miei passi rim-

balzava in tutta la sala. Continuai a camminare

senza sosta, con il candelabro in mano. “ Iii-

tump!” era il rumore di una porta che si chiude-

va. Mi girai di scatto e dissi: “ Chi va la?” urlai.

Nessuno mi rispose. “ Crick-Crock!” morivo di

paura: sentivo dei passi che provenivano da lon-

tano. “Ziuuu” il vento fece sbattere le finestre.

Un forte soffio di vento mi spense le candele.

Tremavo. Di colpo sentii un odore nauseante.

DESCRIVO UN LUOGO FANTASTICO

Pagina 5 Istituto Comprensivo “San Giulio”

Aveva un intensità strana, era uno di quegli odori

mollicci, che si poteva associare a… un odore di

spazzatura in putrefazione.

Mi incamminai alla ceca verso il tavolo e finalmente

lo trovai. Appoggiai il candelabro e riaccesi le cande-

le. Illuminai la stanza e vidi una figura nera. Si avvi-

cinava. Mi buttò a terra. Caddi. Sentii il pavimento:

era tutto in legno con uno strato di un centimetro di

polvere; scricchiolava, perché era molto vecchio.

Ripensai alle parole di Gragramàn: “ Quella stanza ti

attende da tempo immemorabile.” Che voleva dire?

Dovevo incontrare qualcuno? E quel qualcuno era

magari quella sagoma che avevo visto prima? Non lo

so, l’unica cosa che in quel momento riuscivo a pen-

sare era la paura di morire. ”Bastiano! Ti stavamo

aspettando!” Mi girai di scatto e illuminai dalla parte

della voce. Vidi una figura incredibile: era la sagoma

di una donna . Era magra e alta e aveva una voce me-

lodiosa come quella di un usignolo. Non parlai. Non

riuscivo a parlare, neanche un piccolo suono riusci-

va a uscirmi dalle labbra. “Seguimi!”, disse la regina.

La seguii. Mi portò nella sala del trono. Capii che era

un castello. Vidi il re, mi inchinai, e poi lui disse: “

Bastiano, eccoti finalmente!” Dopo un po’ la ragazza

se ne andò, e io e il re iniziammo a parlare. Non sto a

raccontarvi tutta la conversazione, altrimenti, diventa

troppo lunga, questa storia. Parlammo per ore ed ore,

e alla fine scoprii che quell’uomo, il re, era mio pa-

dre.

Mariasole Acquaviva

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L’INCUBO CONCRETO

“...l’ultimo uomo sulla terra sentì bussare...” L’incontro con Helbert avvenne lì, in quella stanza, Helbert era l’ultimo uomo sulla terra quando sentì bussare alla porta. Helbert all’epoca avrà avuto una quarantina d’anni ed era seduto su una sedia, in una stanza, sulla terra, dove pensava e annegava lentamente nel dolore e nella solitudine. Poco tempo prima si era addormentato per poi svegliarsi e ritrovarsi da solo, senza più uomo, donna, animale o pianta che vivesse sul suo pianeta. Era completamente da solo. Possedeva solo i suoi vestiti, il suo corpo, i ca-pelli marroni, folti e mossi e gli occhi, degli oc-chi azzurro come un mare caraibico. Non sapeva perché era rimasto solo, perché tutto e tutti erano scomparsi, non lo sapeva e non lo seppe mai. Quado sentì bussare rimase impietrito, immo-bile sulla sedia di legno. Aveva negli occhi scintillii di speranza, stupore, terrore, curiosità. Lentamente si alzò, facendo scricchiolare il legno e camminò, sempre lenta-mente verso la porta. Mise la mano tremante sulla maniglia e la spin-se verso il basso. Scattò la serratura e Helbert aprì la porta con uno scricchiolio sinistro. Davanti a sé trovò noi, armati fino ai denti, le divise macchiate del sangue dei suoi simili. Lessi il panico nei suoi occhi e d’improvviso la frusta elettronica del mio commilitone, lo fece rovinare al suolo sve-nuto. Successe tutto in un attimo, Clainzer, uno dei nostri soldati, si avventò sul corpo dell’uomo, gli aprì il torace con le sole mani e ci immerse la faccia. La tolse ed era sporca di sangue, e i suoi denti masticavano ancora il cuore dell’uomo ancora caldo e palpitante. Io ero terrorizzato, disgustato da quello che avevo appena visto, non so perché, forse per-ché non avevo mai guardato negli occhi della vittima viva che ancora respira. Così colto dall’improvvisa crisi scappai ed ora mi trovo qua. Qua davanti a lei.

Stefano Acquaviva

"La fantascienza è un genere letterario di recente co-stituzione. Esso si affianca all’avvio della corsa veloce verso il futuro dettata dal progresso scientifico. In quale modo i libri e i film fantascientifici ci aiutano a comprendere i difetti della nostra società? Quali strumenti utilizzano tali autori per coinvolgere i lettori in storie molto distanti temporal-mente da loro?" La fantascienza in sé è molto complessa e quindi si affronterà meglio se vista punto per punto. Dunque, i personaggi che spesso fanno parte di questi racconti sono marziani, extraterrestri o alieni. Altri personaggi non umani dei quali si legge sono an-droidi, robot, cloni, danebiani , ecc… (questi però non sono molto presenti nei racconti visti). Inoltre sono spesso o quasi sempre inseriti umani, quali astronauti, tecnici spaziali o scienziati. Questi ultimi hanno il compito di esplorare pianeti e galassie, con l’aiuto di coloro che offrono servizio. Invece altri (non umani) sono mandati sulla Terra per distruggere la società umana e conquistare la Terra. Il tempo è il futuro o il passato, ma può essere, come capita spesso, indefinito. Basandomi sui racconti visti sul libro di antologia, i te-mi parlano di conquiste, attacchi e distruzione. Un racconto visto sul libro parlava di un astronauta mandato su Marte che voleva piantare una foresta di modo che avrebbe potuto fornire ossigeno necessario per lo sviluppo degli umani. Notiamo però che se viene seguito il "filo" della scien-za sarebbe impossibile tutto ciò. Appunto per questo la parola fantascienza è preceduta da "fanta", ossia fantasia. Altri racconti sono lasciati sospesi di modo che il lettore possa immaginare come andrà a finire il testo. Uno di questi parlava di un uomo, l’ultimo rimasto sulla Terra, che sedeva in una stanzetta; egli sentì bussare... così si conclude. Un autore che era stato inserito nei vari racconti del nostro libro era Ray Bradbury. Sulla fantascienza sono stati fatti molti film, come “Avatar” che io non ho mai visto; ci è stato citato dal professore. Il mondo della fantascienza è molto complesso, tutta-via se affrontato passo per passo è molto interessante e molto adatto a chi piace la fantasia.

Tommaso Zaneboni

Pagina 6

FANTASCIENZA

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Pagina 7 Istituto Comprensivo “San Giulio”

Ciao ragazzi, vi vorrei raccontare il romanzo più bello e avventuroso che ab-bia mai letto: Narnia. Esso comprende ben sette libri; il mio preferito è sicu-ramente “Il leone, la strega e l'armadio”, parla di quattro fratelli che, attra-verso un armadio, arrivano in un mondo fantastico: Narnia. In questo magico mondo gli animali parlano e il re è un leone! Lui si chiama Aslan, il mio perso-naggio preferito tra l'altro, ed è il leone più grande e maestoso del mondo. Ora, però, vi vorrei raccontare come mi è nata la voglia di leggere un libro così “gigabante” come dico io. Beh... facile! Avevo avuto modo di vedere il film che mi era piaciuto molto! La sorpresa fu scoprire il libro in biblioteca.

Non ci potevo credere! La voglia di leggerlo è scoppiata dentro di me imme-diatamente. E sapete una cosa? Ho fatto proprio bene a prenderlo! Il mio entusiasmo ha già contagiato anche Giulia, che lo ha voluto in regalo a Nata-le. È un concentrato di avventure, lotte, re, regine, ricordi appassionanti. Lo consiglierei in particolare a due mie compagne, ad Agnese, alle cui avventure si abbandonerebbe volentieri, ma anche ad Alice, che potrebbe ritrovarvi molti momenti accattivanti in cui perdersi. Magari con gli anni cambierò ge-nere e non mi sentirò più attratta da questi mondi fantastici, perché tutta presa dalla moda e dal make-up ultimo grido. Spero proprio di non diventare mai così! Ora vi lascio per tuffarmi nel magico mondo di Narnia. A presto.

Mariasole Acquaviva

IL LEONE, LA STREGA E L’ARMADIO...

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Pagina 8

Lettera di Patroclo ad Achille...

Ciao Achille, caro amico,

ti scrivo da amico, non

per obbligarti a tornare,

ma solo per raccontarti

cosa accade qui senza di

te: gli uomini muoiono o

si rassegnano alla scon-

fitta ormai vicina, con

il nemico che avanza. Sei

sicuro di non voler tor-

nare con noi ed aiutarci?

Il mio destino è segnato,

lo sai anche tu, nulla si

può contro il Fato, ma se

il mio sacrificio servirà

a farti tornare, allora non mi dispiacerà!

Sai che rimanendo morirai; rimanere o andartene è una

tua scelta, andandotene avrai salva la vita, ma a

quale prezzo? La vita degli uomini che contavano su

di te.

Aiutaci, ti prego!

Tuo fidato amico Patroclo.

Masetto Giulia

EPICA

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Oggi sono

contento,

tra due

notti è il

giorno della

cerimonia

dei maiali!

Pagina 9 Istituto Comprensivo “San Giulio”

Una giornata con Bodo Io sono Bodo, figlio di un contadino. Sono ancora un bambino, quindi,

poco considerato nella società. Il mio sogno è diventare un abate, ma

so che non sarà possibile di questi tempi, se nasci contadino muori con-

tadino.

Il mio giorno preferito dell'anno è quello della “CERIMONIA DEL MAIA-

LE”, in quel giorno tutti i contadini si riuniscono per uccidere il suino,

mangiare la sua carne e utilizzare le parti non commestibili. Mio papà

lavora il nostro manzo: una parte di terra offerta dal monastero. Inizia a

lavorare all'alba e finisce al tramonto, torna a casa sempre stanchissimo

e mi dispiace perchè non può mai giocare con me, caso a cui mi sono

abituato molto in fretta.

La mamma, a differenza del papà, sta a casa a curare i conigli, le galli-

ne, insomma tutti glia animali piccoli e, naturalmente, come animale pic-

colo sono compreso anche io e i miei fratelli minori.

Si inizia a imparare a lavorare la terra a cinque anni e mezzo (io ne ho

quattro, quindi aiuto ancora la mamma nei lavori a casa, insieme a Car-

lo, mio fratello, di tre anni).

Questa notte è avvenuta una tragedia, mio padre è sconvolto, un anima-

le selvatico ha distrutto il raccolto e questo pomeriggio deve arrivare il

portavoce del nostro monastero. Siamo spacciati! Papà si sta dando da

fare, speriamo che ce la faccia per questo pomeriggio! È arrivato, è ar-

rivato il portavoce; papà ha appena finito, ma è riuscito a raccogliere

solo la parte di raccolto per il padrone e ha detto che ce la caveremo lo

stesso, sono spaventato non ho mai sofferto la fame e non ci tengo a

soffrirla.

La mia cava non è molto organizzata, è composta solo da una piccola

stanza e una stalla: la stanza contiene un letto per tutta la familia, una

specie di piccola cucina poco attrezzata e un tavolo per mangiare,

mentre la stanza è un rifugio per i mesi più freddi, perchè gli animali

scaldano con il loro alito.

Nella stalla, in reltà, io ci vado quasi sempre la trovo come un

“nascondiglio” tutto mio per rilassarmi con gli animali!

Oggi sono contento, tra due notti è il giorno della cerimonia dei maiali!

2 GIORNI DOPO

Finalmente oggi è il grande giorno! Non vedo l'ora di scendere in paese!

Ora vi lascio, vado a gustarmi la salsiccetta! Che bontà!

Primon Agnese

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"LA CORSA GIUSTA" di Antonio Ferrara

ATTUALITA’

Pagina 10

recensioni

Ho molto apprezzato in questo libro il modo di parlare di Gino, che ricorreva spesso

ad espressioni tipiche di un meccanico e di un ciclista; per esempio, invece di dire ad

uno che era fuori di testa, lui si esprimeva con un”Ma tu sei svitato!” , oppure, per

sottolineare che stava per addormentarsi, utilizzava l'espressione “Il sonno veniva

dolce come una discesa”.La frase che mi è rimasta più impressa nella mente è “Il

bene si fa ma non si dice”, che ben rispecchia il silenzio che accompagnò il gesto di

generosità che lui portò avanti nei confronti degli ebrei, rischiando la propria vita.

Un libro ricco di sentimento ma non banale, le similitudini originali e divertenti.

Io lo consiglio a tutti, adulti e ragazzi.

David Erlank

Il protagonista è Gino Bartali, un

campione del ciclismo che aiutò

numerosi Ebrei procurando loro dei

documenti falsi. Per questo è stato

insignito dell'onorificenza di “giusto

fra le nazioni”. Lo scrittore, attraverso la biografia di Bartali, vuole farci

capire che si deve rischiare, che non si

deve restare indifferenti e che occorre

sempre avere la forza di rialzarsi dopo

ogni caduta.

Andrea Comola

Questa biografia

vuole insegnare a noi

ragazzi la fatica

dello sport ma anche l'importanza del

silenzio delle azioni

nobili. Una frase

che ho molto

apprezzato è: ”Il

bene si fa ma non si

dice , se no si

sciupa”. Il libro mi

ha insegnato molto,

me lo ricorderò.

Maria Sole

Acquaviva Un libro per insegnare ai ragazzi l'umiltà e il silenzio che devono accompagnare le azioni più

coraggiose, un libro per continuare a ricordare a noi ragazzi la storia del popolo ebreo e di tutte quelle persone che hanno rischiato la propria vita per salvare i valori in cui credevano e per lasciarci un mondo più giusto. Ho apprezzato molto questo racconto per i molteplici significati che possiamo ricavarne e che, accanto a fatti tristi, come la guerra e la morte, ha saputo

intrattenermi con momenti divertenti, come i biscotti di cemento della suocera e... sopportare il loro peso era certamente un'avventura molto difficile da digerire per Gino.

Nicole Pizzi

La trama traccia la

vicenda di amicizia e

rivalità di due sportivi,

Bartali e Coppi, vi

intreccia la passione

degli italiani per il

ciclismo, riesce a far

ridere e a

commuovere.

Andreas Zampolli

“La corsa giusta” racconta la vita di un grande

uomo che, pur avendo tutto, non esitò a rischiare la propria vita per aiutare gli Ebrei perseguitati

dal Fascismo. Insegna a noi ragazzi che lo sport è

una lezione di vita, che il bene si fa per il piacere

di farlo e non per la gloria. Ho trovato questo li-bro emozionante.

Giulia Masetto

È un bel libro che raccon-

ta la storia di un uomo

che ha rischiato la vita

per i valori in cui crede-

va, che ha fatto dello

sport una lezione di vita

e di generosità. Matteo Ziliotto

Gino Bartali rischiò

la vita per salvarne

tante, insegnandoci

che lo sport non è

solo competizione,

ma anche amicizia e

generosità

Nives Mapi

Ferrara, attraverso la biogra-

fia “La corsa giusta”, ci inse-

gna che nella vita gli ostacoli

si possono trovare , ma che

bisogna sempre cercare di

superarli facendo ricorso

all'aiuto delle persone più

care. Agnese Primon

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ATTUALITA’

Pagina 11 Istituto Comprensivo “San Giulio”

mercoledì 12 novembre 2014

Incontro con l’autore Antonio Ferrara

Il 31 ottobre abbiamo incontrato Antonio Ferrara (per la seconda volta perché è ve-

nuto l’anno scorso) uno scrittore per ragazzi che a me piace per il suo modo in cui

narra i racconti e perché quando lo incontriamo si apre e cioè racconta le sue cose

personali.

I suoi libri mi piacciono perché ti fanno rimanere in sospeso e alcuni libri fanno ri-

dere.

L’ unica cosa che ho trovato di negativo in un libro in particolare, “Ero Cattivo”, è il

fatto che la ragazza morisse, ma in effetti in tutti i libri che abbiamo letto muore

qualcuno.

Però Antonio dice che una nota triste nei libri ci deve essere.

Antonio Ferrara è il mio secondo scrittore preferito dopo Cornelia Funke (per la sua

trilogia stupenda ) perché i suoi libri sono basati su storie vere che volendo posso-

no accadere anche a noi, però sono successe a lui.

Il libro “Il Ragazzo e la tempesta” mi è piaciuto tanto perché ti fa ridere per via del

gallino e della frutta però allo stesso tempo ti fa rimanere in sospeso per via del pa-

dre che non sai mai cosa faccia.

Invece nel libro “ Ero Cattivo “ l’ho trovato molto più triste perché il ragazzo viene

cacciato da scuola, i genitori non lo vogliono e lui va in una comunità di recupero

dove forse trova un po’ di pace e qualche amico.

"Batti Il Muro" è bello e mi è piaciuto perché è la storia di questa ragazza che prati-

camente ha vissuto metà della sua vita in un armadio che poi da adulta si porterà

ancora alle spalle questo ricordo.

Poi dei libri che Antonio ha accennato e che mi hanno colpito c’è la storia del suo

gatto “Puzzillo Il Gatto Gentiluomo” che io voglio assolutamente leggere perché

dalla sua descrizione sembra molto divertente.

Un altro libro a cui ha accennato è “Nemmeno Un Giorno” che anche questo voglio

leggere perché mi è piaciuto proprio, dalla descrizione di Antonio e so già che mi

piacerà mentre lo leggerò.

Mi ha colpito quella storia un ragazzo adottato da una famiglia da cui non si sente

accettato e quindi ruba la macchina di suo padre e scappa ma la sua fuga dura 18

ore e infatti nemmeno un giorno.

Antonio è simpatico sa come coinvolgere tutti, grandi e piccoli, scrive bene e illu-

stra bene sembra che sappia già i nostri gusti e per questo non smetterò mai di

leggere i suoi libri.

Rachele Fornara

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CCR a Caserta: "L’EUROPA DI DOMANI"

Nei giorni 16, 17, 18 gennaio 2015 sei componenti

del nostro CCR (Boeri Sara, Zaneboni Tommaso,

Bortolin Marta, Martinelli Giada, Cagnola Maria

Iris e Acquaviva Stefano), hanno preso parte all'in-contro tenutosi a Caserta per continuare a discu-

tere sull’ “Europa di domani”, un progetto che par-

te dalla cooperativa “L’isola di Arturo- Onlus.” Ab-

biamo fatto quasi dodici ore di viaggio e, arrivati a

Riardo (provincia di Caserta), ci hanno portato in

Municipio dove il Sindaco del paese ci ha accolti.

In seguito, ci hanno divisi in diversi gruppi :

“Scuola e Cultura”, “Sport e Società”, “Ambiente e Natura” e

“Integrazione”.

Sara e Marta facevano parte del gruppo “Sport e Società”. Il loro

gruppo si è soffermato soprattutto sul facilitare lo sport ai disabili

come, ad esempio, mettere in ogni palestra dei canestri che si posso-

no abbassare così che anche le persone in sedia a rotelle possono

giocare e divertirsi come tutti gli altri.

Tommaso e Iris, erano nel gruppo “Scuola e Cultura”. In questo

gruppo, si sono divisi in due gruppi e ogni gruppo doveva elaborare

due idee. Si sono occupati di elaborare l’idea inerente gli scambi culturali, do-

ve è stato detto che servono per imparare nuove lingue, usanze e sti-

li di vita diversi dai nostri. Tommaso ha fatto l’esempio del progetto “

Allons en France “ che quest'anno le nostre due classi terze stanno

affrontando con il Prof.Antonino Vella.

Come seconda idea, hanno discusso sul fatto del problema delle le-

zioni di religione a scuola per i ragazzi non cristiani.

Oltre queste due idee hanno sviluppato l’idea del fumetto europeo.

Infine hanno prima riflettuto sui punti già sviluppati a Firenze, Ro-magnano Sesia e Caserta e hanno scelto i due più interessanti che

sono: “La carta europea dello studente” e “Il rispetto e aiuto delle di-

versità”

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CCR a Caserta: "L’EUROPA DI DOMANI"

Pagina 13 Istituto Comprensivo “San Giulio”

Stefano faceva parte del gruppo “Integrazione”. Nel loro gruppo si è parlato dei vari problemi attuali del mondo, tutti i problemi legati o

meno alla globalizzazione. Il loro discorso partiva dai problemi che

purtroppo sono più comuni come: l’omofobia, la droga, il razzi-

smo...Finendo a parlare degli immigrati. Si è anche discusso su

quanto avvenuto a Parigi nel mese di gennaio (Attentato a Charlie

Hebdo).

Questi discorsi hanno riscosso grande successo tra lo staff organiz-

zativo che afferma: “Non ci saremmo mai aspettati discorsi di questo calibro da ragazzi di età compresa tra i 9 e i 15 anni”.

Proviene da questo gruppo anche l'idea di promuovere sempre di più

gli scambi culturali.

Giada faceva parte del gruppo “Ambiente e Natura”. Hanno trattato

molti argomenti tra i quali emergono Canili e L’energia eco-

sostenibile.

Dei Canili hanno trovato interessante l’idea di munire le città di

“Macchine per crocchette”. Secondo il progetto ideato dal gruppo il

cibo verrebbe distribuito ai cani in base a quante bottigliette si rici-

clano. Hanno inoltre pensato che sarebbe meglio se alcuni canili fos-

sero più organizzati, più accoglienti, anche grazie all’aiuto di alcuni

volontari. Per quanto concerne L'energia eco-sostenibile hanno concluso dicen-

do che dovrebbe essere sfruttata in modo più intenso. In che modo?

Semplicemente munendo alcuni luoghi di pale eoliche piuttosto che

pannelli fotovoltaici.

Si ritiene in oltre che sarebbe opportuno che tutti i Paesi dispongano

di una fitta rete di piste ciclabili tenute in ottimo stato.

Secondo Loro è anche opportuno intervenire sui parchi gioco dove

occorrerebbe tenere in ordine giochi e aree verdi. Potrebbero inoltre,

continua a sostenere il gruppo, venire dotati di aree apposite per i

cani dove, questi ultimi, potrebbero scorrazzare liberi senza infastidi-

re le altre persone.

Ritornati, possiamo tutti confermare che quest'esperienza ci è servita

molto per metterci a confronto con le idee e le varie opinioni dei no-stri coetanei italiani. Boeri Sara, Bortolin Marta, Zaneboni Tommaso, Cagnola Maria Iris, Acquaviva Stefano, Martinelli Gia-

da

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IL MIO DIARIO

Il libro che ho letto durante le vacanze natalizie si intitola “Il mio diario”

di Gianfranco Bottelli. Non è un libro famoso, ma l'ho letto perché me

l'ha consigliato l'autore, che è mio amico. Oltre a raccontare il suo viag-

gio di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela, chiamato dai pelle-

grini che vi partecipano”cammino”, informa il lettore con alcune curiosi-

tà. Si scopre così che il 25 luglio, giorno in cui ricorre San Giacomo, a

Santiago si presenta il re Felipe per una grande festa; che la

“compostela” è un documento

che testimonia che il pelle-

grino ha percorso un cammino

superiore ai 100 Km. Ho tro-

vato “Il mio dia- rio” affasci-

nante, perché r a c c o n t a

u n ' e s p e r i e n z a compiuta da

persone comuni che hanno

tutte la stessa meta e che,

pur non cono- scendosi, si

aiutano a vicenda e vivono mo-

menti di vita in comune. A

chi lo consiglio? A quelle perso-

ne che non rie- scono a dare

una mano al prossimo, in particolare a Matteo.

La frase che mi ha particolarmente colpita è stata: “Vorrei tu fossi i miei

occhi e le mie orecchie per poter vivere, ascoltando il tuo racconto, l'e-

sperienza che vivrai tu”.

Nicole Pizzi

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La pietra separatrice

Il bene e il

male

dovrebbero

collaborare

in questo

mondo...

Pagina 15 Istituto Comprensivo “San Giulio”

Prima che tutti noi nascessimo la terra era verde, piena di erba, alberi, fiori e monta-

gne; tutto ciò che adesso ci circonda nella natura. In centro alla Terra c’era un grande

pietra inclinata a sinistra e, vicino a questa pietra, c’erano due uomini: si chiamavano

A e B e andavano molto d’accordo anche se erano parecchio diversi tra loro. A era un

uomo molto generoso, buono e sempre gentile, amava gli animali e la terra stessa; vi-

veva coltivando perché non era un cacciatore ma bensì un agricoltore, ogni giorno la-

vorava nel suo orto per far crescere nuove piante e, inoltre, accudiva gli animali ma

non li uccideva perchè odiava la violenza e non aveva mai ucciso un animale in vita

sua e mai lo avrebbe fatto. B era l’esatto contrario di A, violento ed egoista, furbo e

duro pure con se stesso, ogni giorno uccideva un sacco di animali e li mangiava crudi

al momento; era violento con tutti gli animali, non gli importava di nessuno eccetto

che di A che era il suo unico amico. Nonostante fossero molto diversi, A e B collabo-

ravano ed erano amici, finchè un giorno B uccise un animale del suo amico, allora liti-

garono ed iniziarono ad odiarsi. Allora B decise di dividere la Terra in due parti con la

pietra inclinata posta al centro della Terra che rappresentava la loro linea di confine, la

parte di terra a destra della pietra era di A mentre la parte sinistra era di B. I due inizia-

rono a vivere ognuno per conto suo, la terra di A era lucente e sempre fertile e lui vi-

veva ogni giorno come aveva sempre fatto; la parte di B era buia e si sentivano solo

grida di animali e il cadere di alberi ma non si vedeva nulla perché la pietra inclinata

la copriva. Passarono molti anni ma la situazione era sempre la stessa: A e B non si

vedevano da quando litigarono ma avevano un certo rimorso, a ognuno dei due man-

cava l’altro e ciò non poteva continuare... Un giorno successe qualcosa di strano. Nella

terra di A arrivò una tempesta fortissima che distrusse il suo orto e tutte le sue piante

così A si ritrovò senza cibo, c’erano solo gli animali ma A non aveva la forza di ucci-

derli, era troppo sensibile e li considerava come fratelli; B, invece, nel frattempo aveva

ucciso tutti gli animali nella sua terra, per cui si ritrovò anche lui senza cibo. Purtrop-

po non era capace di coltivare, si era fatto insegnare qualcosa da A ma ormai non ri-

cordava più niente. Dato ciò, i due pensarono che fosse arrivato il momento di spacca-

re le mura e di ritrovarsi. Ma accadde qualcosa: ognuno di loro provava ancora troppa

rabbia dentro di sè nei confronti dell’altro e quindi non furono in grado di riavvicinar-

si. Morirono di fame.

Osama Hilmi

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LA REDAZIONE:

Hanno collaborato:

Prof. ssa M. Zanetta

Prof. ssa P. Carbone

Articoli a cura di:

Osama Hilmi

Stefano Acquaviva

Tommaso Zaneboni

Bertona Mario

Matteo Ziliotto

Nicole Pizzi

Anna Tonati

Giacomo Russo

Nives Mapi

Andrea Comola

David Erlank

Giulia Masetto

Agnese Primon

Mariasole Acquaviva

Andreas Zampolli

Rachele Fornara

Sara Boeri

Marta Bortolin

Maria Iris Cagnola

Giada Martinelli

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