Buddismo - Le Cinque Saggezze Trascendenti

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  • 7/31/2019 Buddismo - Le Cinque Saggezze Trascendenti

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    Nel capitolo riguardante i 5 Dhynibuddha si parlato delle corrispondenti

    saggezze trascendenti, che qui verranno trattate in modo pi dettagliato.Jna (ye-es) saggezza, che un particolare tipo di conoscenza1 : conoscenza in s (e non conoscenza di, cio non derivante dallistruzione o

    dallesperienza) : lesperienza della realt nella sua interezza, esperienza nonsmembrata dalla descrittivit della coscienza ordinaria ;

    conoscenza trascendente, perch in essa le dualit e gli opposti sono stati risoltie superati oltre ogni relativit, cio aldil delle idee concettualizzate di buonoe cattivo, brutto e bello, soggetto ed oggetto, ecc. ;

    conoscenza originaria o innata : il sapere che il nostro stato primordiale efondamentale2 da sempre puro, perfetto e radiante3 in se stesso, oscuratosoltanto in modo avventizio da illusioni e concetti sbagliati.

    In una parola, si tratta della conoscenza ultima, diretta ed integrale, caratteristicadella realizzazione di un buddha. Infatti, quando il bodhisattva giunge alla 10

    bhmi (livello di perfezione), la praj (processo di apprendimento spirituale) - cheha qui raggiunto un alto sviluppo - si trasforma in jna4, che

    a) intuizione che trascendequel processo, esperienza diretta, comprensioneprofonda, completa, spontanea e reale : le percezioni (senso dellodorato, ecc.) sonomolto acute, dettagliate e vere (cio, svuotate dai concetti). Il mondo fenomenico visto come totalmente vivido, preciso e chiaro, perfettamente meraviglioso5, coscom, aldil dellaccettazione o del rifiuto, senza problema alcuno : e ci perch

    abbiamo gi oltrepassato la nostra nozione concettualizzata di un s. E una nuovadimensione in cui si capaci di vedere il mondo per quello che e di apprezzarlo, ditrattare direttamente ed efficacemente con le situazioni (lapparenza convenzionaledelle cose), di entrare in rapporto con le cose cos come sono (e non come ci

    piacerebbe che fossero, come dovrebbero essere, come sembrano essere).

    1 E' opportuno distinguere jna da vijna.a) Vijna il fenomeno mentale che sperimenta ci che viene visto, udito, odorato, gustato e toccato.

    Quindi significa "coscienza di", sempre coscienza di qualcosa e pertanto un tipo di coscienzadualista (perch ha sempre un oggetto). In essa vi sono presenti 3 elementi: il soggetto osservatore,l'oggetto osservato e la relazione che unisce i due e che porta all'attaccamento, all'avversione oall'indifferenza;

    b) Jna l'intelligenza che aldil del processo della coscienza dualista. E' una forma di comprensionenel senso di inglobare, di prendere insieme ('com-prendere'), diversa pertanto da quella di unsoggetto osservatore che afferra l'oggetto osservato. L'assenza di un osservatore porta aldecentramento e all'apertura, l'assenza di un oggetto osservato porta alla chiarezza e luciditdell'apertura, l'assenza della relazione tra i due porta alla mancanza di blocchi, all'immediatezza ealla sensitivit.

    2 Ossia, la natura di buddha o tathgata-garbha, che ci continuamente presente nelle situazioniesistenziali.3 Avendo esso la natura della luce. Jna detta infatti anche prabhsvara.4 Jna quindi un aspetto ulteriore di praj ed considerata una pramit supplementare (eprecisamente la 10).Mentre praj conoscenza in termini di relativit e discrimina tra modi di esistenza corretti ed errati edha per oggetto la Vacuit, jna conoscenza che riguarda linseparabilit dei due livelli di verit,

    dellapparenza e della Vacuit - e quindi aldil di ogni relativit.5 Nel meravigliarsi ci si dimentica, si l nella meraviglia, nella partecipazione diretta, nella condivisionedel momento presente. In questa sensazione di vita piena senza separazione c' una perdita di se stessi,della propria identit.

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    Per vedere le cose come sono in realt, occorre uno stato mentale che precede ledualistiche distinzioni e discriminazioni della conoscenza ordinaria e relativa (che colorata dai nostri sentimenti, pensieri ed immaginazioni), ossia occorre lintuizione.Jna riconosce le cose come sono in se stesse e ci in modo intuitivo ed immediato,senza ricorrere allanalisi e alla distinzione : non pensa, non guarda, ma vede.

    Il raziocinio (o mente razionale) invece deduttivo, discorsivo, indiretto e

    relativo, cio pu solo scoprire una parte delle cose e riferire le cose ad altre cose :analizzare, petalo per petalo, un fiore vuol dire non saper comprendere il fiore. Soloquando lintuizione libera di funzionare, accogliendo in s - unificandoli - gliopposti (spirito e materia, piacere e dolore, vita e morte), comincia a procedereverso lIlluminazione.

    Ogni volta che si ha la percezione di una forma ed abbiamo riconosciuto cosa siaquelloggetto, la nostra reazione immediata dargli un nome, collocarlo in unacategoria e classificarlo come bello o brutto, buono o cattivo : questattivitconcettuale ci porta lontano dalloriginaria percezione diretta, intuitiva ed esattadella realt ;

    b) quando lapprezzamento del mondo per quello che diviene reale ed assoluto,lindividuo perde se stesso, diventa completamente parte delloggetto. Si esperisceun senso di totale unit (interiore ed esteriore), per cui cessa ogni dualit di soggettoed oggetto. Tutti i concetti e i giudizi - anche lidea di se stessi - sono scomparsi deltutto : la mente si trova nel suo stato originario, primordiale, non caratterizzato ncondizionato, senza scivolare nel nostro modo di pensare ordinario. In tale struttura,soggetto ed oggetto sono complementari, aspetti diversi della stessa unit : ilconoscibile e colui che conosce sono allo stesso livello, aspetti del medesimo

    processo (nel quale non ci pu essere luno senza laltro). E si prova un senso dibeatitudine (sukha), che completa tranquillit e soddisfazione.

    Questo stato psico-fisico il livello di un buddha.

    Vi sono 5 tipi o aspetti di jna (pacajna, ye-es la), nei quali i nostriskandha si trasformano allorch raggiungiamo lIlluminazione :

    1. la saggezza del Dharmadhtu2. la saggezza simile a specchio3. la saggezza delluguaglianza4. la saggezza discriminante5. la saggezza che tutto realizza.Esse sono un modo di descrivere il funzionamento di una mente illuminata.

    Ciascuna corrisponde a [ed raffigurata da] un Dhynibuddha.

    1) LA SAGGEZZA DEL DHARMADHTU(dharmadhtujna, chos-byis-kyi ye-es)

    Il principio (o skandha) della coscienza individuale normalmente una facoltlimitata e ristretta e meramente coordinatrice della mente umana ordinaria(attraverso la quale siamo consapevoli degli oggetti passati e presenti, del tempo edelle possibilit future, e di noi stessi in quanto individui in una corrente di eventi edi condizioni mutevoli). Invece in un buddha quel principio si trasforma nella

    consapevolezza di una superiore dimensione della realt, la legge (Dharma) chegoverna tutti i fenomeni della vita in tutto luniverso : la Saggezza della LeggeUniversale. Si tratta della conoscenza della realt ultima (dharma-dhtu) o coscienza

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    cosmica, indifferenziata e potenziale come lo spazio infinito. Ecco perch essa collegata allelemento etere o spazio, anchesso illimitato e privo di ogni carattere edattributo.

    Dharma-dhtu (chos-[kyi] dbyis) letteralmente il regno del Dharma olelemento Dharma : lonnipervadente e onnipresente dinamicit dello spazioillimitato che tutto abbraccia, pervade e penetra (contenendo lambiente, tutti i

    fenomeni, ogni vita, il cosmo stesso) e in cui ogni cosa esiste come realmente . Elassolutezza che tutto comprende, la matrice onnipervadente, la totalitincondizionata (non originata ed immutabile) che racchiude ogni cosa (linsiemedegli skandha, dei dhtu e degli yatana) e da cui tutti i fenomeni (dharma)emergono e in cui permangono e cessano. E la realt spirituale unificante,considerata come base o causa di tutte le cose, il principio assoluto da cui tutto

    procede. Pertanto, il Dharma-dhtu non altro che il regno o sfera dellEssenzaUltima, lmbito delle Tathat, la Vacuit di esistenza inerente (la naturaessenziale del Dharma e dei dharma) ; in una parola, la Verit assoluta, la Leggeuniversale, il tutto universale.

    La Saggezza del Dharma-dhtu la conoscenza (jna) che ha diretta edintuitiva cognizione di quanto si detto. Psicologicamente, la Vacuit non laristretta coscienza individuale limitata allio ma lo stato di una totale e completaapertura della mente, dotata di una visione panoramica che tutto pervade, in cui sia ilcentro che la periferia sono dovunque e quindi senza una nozione centralizzata1.

    Una persona ispirata alla Vacuit capace di lasciar fluire, assimilare, fondere,risolvere motivi diversi in sempre ulteriori unit, ritrovando poi se stessa nonnonostante, ma attraverso il cambiamento. In altre parole, non caratterizzatada unidentit rigida, ma vuota, cio dialogica, mobile, flessibile e disponibile. Ilche significa che - ad es. - difronte al partner che fugge o al contrasto con un amico oad unosservazione del proprio superiore , non si offende n si difende, ma - dopo

    aver attuato un esame della situazione - disposta a capire cosa non va in se stessa, amettersi in discussione, a riconoscere le proprie responsabilit, capace diabbandonare il proprio mbito egoistico nella prospettiva di unapertura a nuovesituazioni, a un rinnovamento globale : il cambiamento riconosciuto come motoredellevoluzione della persona.

    La saggezza del Dharma-dhtu presente non appena abbandoniamo ilcomportamento artificiale di lottare coi concetti e impariamo a vivere ogni momentocos com, a esperirlo fisicamente, visceralmente, senza filtrarlo attraverso i

    pregiudizi e i clich della mente. Quando il difetto mentale dellignoranza(intesa nelsenso di ristrettezza ed ottusit mentale che non conosce la vera realt delle cose) superato, trasceso e tramutato in saggezza, diventa apertura mentale

    onnicomprensiva, onniscienza, un ambiente di pervadente spaziosit : la persona haun forte senso dellesperienza meditativa e possiede una potenzialit completamenteaperta - che pu accogliere ogni cosa e che spaziosa come il cielo.

    Questa saggezza raffigurata dal dhynibuddha Vairocana.

    2) LA SAGGEZZA SIMILE ALLO SPECCHIO(darajna, me-lo-gi ye-es)

    1 Perci Vairocana - che personifica tale saggezza - spesso rappresentato nellatto di meditare con 4facce che percepiscono simultaneamente tutte le direzioni ; e regge una ruota con 8 raggi che rappresentail superamento dei concetti di spazio e di tempo.

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    Quando il principio (o skandha) della forma o corporeit non pi limitato alcorpo fisico, ma comprende la totalit delluniverso da cui sorge e che si riflettenella struttura, negli organi e nelle funzioni del corpo umano, si sviluppa laSaggezza simile allo specchio.

    Essa connessa con lelemento acqua, di cui rappresenta la qualit pura ; infattievoca limmagine di uno stagno calmo o di una polla dacqua che riflette le cose

    circostanti : riflette ogni cosa con calma, aldil di ogni critica. La sua essenza ilnetto, preciso, chiaro e luminoso potere della riflessione, in un eterno presente chetrascende ogni limitazione spaziale e temporale. Consiste nel vedere con lucidit larealt innata, riflessa - come in uno specchio - in tutte le cose fenomeniche.

    Questa saggezza comprende che le forme di tutte le cose e di tutti gli esseri sonocome immagini in uno specchio, per cui le riconosce nella loro vera natura qualifattori ed esponenti della Vacuit ; le mostra cos come fa lo specchio, che riflette glioggetti senza attaccarsi ad essi e senza esserne toccato o mosso. Essa pertanto lacomprensione del carattere illusorio di tutte le manifestazioni corporee.

    Una volta compreso questo, diviene chiaro che il difetto mentaledellodio/avversione (cui questa saggezza associata) in effetti privo di ogniutilit perch riguarda oggetti illusori e non reali.

    In altre parole, questa saggezza latteggiamento freddo e distaccato proprio diun osservatore imparziale, perch riflette e rivela con lequanimit di uno specchio lanatura di tutte le cose e di noi stessi (cio nyat), restando inalterata ed inviolatadalle immagini che riverbera ; cio riflette il vuoto come pure gli oggetti e rivela laVacuit nelle cose come pure le cose nella Vacuit. Riconosce la totalit del mondoin ogni forma di apparenza, la conoscenza dellinfinito nel finito, del senza-temponellapparentemente transitorio.

    Questa saggezza raffigurata dal dhynibuddha Akobhya.

    3) LA SAGGEZZA DELLUGUAGLIANZA(samatjna, mam-[pa]-id-kyi ye-es)

    Quando il principio (o skandha) della sensazione non pi connesso con legoed interessato solo al proprio benessere o ad attrazioni ed avversioni puramente

    personali, ma si estende in un onnicomprensivo senso di solidariet e compassioneverso tutti gli esseri nel riconoscimento della grande unit della vita, sorge laSaggezza delluguaglianza o dellidentit.

    In tale saggezza trasformato il sentimento (vedan) egocentrico e produttoredellillusione che vede distinzioni e differenziazioni fra gli esseri : in altre parole, in

    tale saggezza viene tramutato lorgoglioquando vediamo che tutte le cose e persone- nella loro vera natura (che la Vacuit) - sono essenzialmente uguali, per cui non

    poniamo pi rigidi confini o dislivelli tra noi e gli altri facendoci ritenere migliori esuperiori.

    Si accentua cos lessenziale unit della vita, perch - riconoscendo la nostranatura come Vacuit - comprendiamo che essa no diversa dalla natura essenziale ditutti gli altri esseri viventi e inoltre riconosciamo che tutte le cose manifeste sonouna nostra creazione mentale. Realizzando questa conoscenza, arriviamo adistruggere ogni tentativo di prepotenza e sopraffazione da parte del nostro io e aconseguire invece un sentimento damore (libero dalla possessivit) e dicompassione (libera dalla compiacenza) onnicomprensivi per tutto ci che ha vita :ci riconosciamo negli altri, il che crea equilibrio ed armonia.

    Quando abbiamo questa intuizione della medesimezza ed identit del Buddha,delle creature e di ogni cosa, di sasra e di nirva, ci sentiamo ben sistemati e

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    sicuri, ricchi e colmi, per cui ci espandiamo e ci offriamo continuamente al mondo,trattando con imparzialit tutti gli esseri come essenzialmente uguali. Cicomportiamo come la terra (lelemento con cui questa saggezza connessa) :comeessa possiede ricchezze e nutrimenti inesauribili e disponibili per chiunque ne abbia

    bisogno, cos ora siamo pronti a donare. Saper donare significa compiere atti digenerosit con cui arricchire la nostra vita e quella degli altri1 : come ad es., fare un

    sorriso o dire una parola gentile al momento opportuno, essere disponibili acondividere unesperienza, dire a qualcuno che ci piace ed interessarci alle sue idee.

    Questa saggezza raffigurata dal dhynibuddha Ratnasambhava.

    4) LA SAGGEZZA DISCRIMINANTE(pratyavekaajna, so-sor-rtogs-pai ye-es)

    Il principio (o skandha) della percezione la conoscenza discriminante chericonosce tutti i dettagli e le caratteristiche dei fenomeni; essa riguarda di solitodistinzioni intellettuali o concettuali o semplici percezioni sensoriali. Ma quandonella pratica della meditazione la mente mondana (lintelletto discriminante egiudicante) si trasforma nella spontaneit della visione interiore e del discernimentospirituale, allora diventano evidenti non solo le singole caratteristiche dei fenomenima anche le loro relazioni generali ed universali. Questa conoscenza la Saggezza[della consapevolezza] discriminante, che necessaria per un corretto esame delle

    passioni umane e del desiderio per le cose di questo mondo transitorio e per la loroconseguente eliminazione dal nostro pensiero.

    Essa la chiara visione intuitiva, non intellettuale, non influenzata dadiscriminazioni logiche o concettuali : essa non significa discriminare in termini di

    accettazione o di rigetto, ma semplicemente vedere le cose come sono, conoscereciascuna cosa per se stessa ed inoltre tutte le cose come Uno.Ogni cosa vista - con eccezionale precisione e consapevolezza - nella sua giusta

    prospettiva, con le sue proprie caratteristiche e qualit : la conoscenza analitica deidettagli, ma senza perder di vista le pi ampie correlazioni. E la direttaconsapevolezza della visione spirituale (dhyna) che supera il mero raziocinio(vitarka-vicra) : mediante essa cio, le funzioni dello skandha della percezionesono interiorizzate e trasformate in visione intuitiva e creativa (dhyna), visione incui - come s detto - divengono spontaneamente evidenti le singole caratteristiche ditutti i fenomeni e le loro relazioni generali ed universali.

    Qui ogni differenziazione viene vista su uno sfondo di unit e in rapporto con

    tutte le concrete situazioni della vita. La Saggezza discriminante ci insegna arispettare le differenze e lunicit di ogni individuo e di ogni situazione in cui citroviamo. La diversit altrettanto importante che lunit, perch entrambe sicondizionano a vicenda. La differenziazione e lunit, la forma e la Vacuit sirivelano nella loro infinita interrelazione senza perdere le loro qualit distintive elindividualit dellespressione. Con la conseguenza che si ottengono la serenit ed ildistacco necessari a trasformare la passione dellattaccamentoin compassione.

    Infatti, ora non ardiamo pi dal bisogno di afferrare e possedere solo per noi, maci apriamo a tutti gli esseri, divenendo coscienti di che cosa richiesto e dove.Quando una persona ci presenta i suoi problemi, non ne approfittiamo per sentirci

    1 Ratnasambhava - che rappresenta questa saggezza - significa nato da un gioiello o miniera digioielli, indica cio un concetto di preziosit.

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    desiderati ; non abbiamo bisogno che gli altri dipendano da noi, ma sappiamo aiutarlicon abilit a scoprire se stessi.

    Questa Saggezza trascendente connessa con lelemento fuocoperch anchequestultimo ha la capacit di far distinguere le cose che si trovano al buio(metaforicamente, il buio dellignoranza). Nel suo aspetto positivo, luminoso,vivace, dinamico e le lingue della sua fiamma salgono verso lalto : dunque

    simbolo dello stato di risveglio, in cui lincandescenza della passione si tramuta nelcalore dellispirazione e della compassione.

    Essa infine raffigurata dal dhynibuddha Amitbha, il cui nome significa Luceinfinita.

    5) LA SAGGEZZA CHE TUTTO REALIZZA(ktynusthnajna, bya-ba grub-pai ye-es)

    Quando il principio (o skandha) della volizione" - che normalmente ha alla suabase motivi egocentrici ed creatore del karma - si trasforma in altruismo, in attivitnon pi motivata dal desiderio o dallattaccamento e quindi libera dal karma, si ha laSaggezza che porta a compimento tutte le azioni o del perfetto agire oConsapevolezza della realizzazione di ci che deve essere fatto. Ci avvienequando non ci sentiamo pi infastiditi o minacciati dagli altri, quando il difettomentale della gelosia/invidia non ci fa pi stare in guardia, pronti ad agire percercare di mantenere ci che abbiamo o che sentiamo di essere.

    Ora lazione - essendo libera dal karma e da ogni impedimento perch non pi

    condizionata dallego - fluida e spontanea (ossia senza intenzione), nonindividualizzata, ma disinteressata. E quindi la libert, in cui un Illuminato simuove in questo mondo senza creare nuovi legami karmici con le sue azioni poichesse sono motivate dalla compassione : abbiamo raggiunto la libert definitiva in cui- come il Buddha dopo lIlluminazione - possiamo stare nel mondo a vantaggio ditutti gli esseri e ci senza pericolo per noi stessi perch non siamo pi attaccati adesso. Il superamento della gelosia/invidia (causa di situazioni di conflitto tra gliesseri) crea un accordo e comporta una cooperazione delle energie di ciascuno,cosicch non vi nulla dimpossibile da realizzare. Inoltre, tale attivit illuminata

    pura adeguatezza e intraprenderla comporta implicitamente ed inevitabilmente il suosuccesso nel compimento.

    Si tratta pertanto della saggezza dellazione efficiente che vede e conosce tutti imodi possibili di affrontare le situazioni ed automaticamente imbocca la direzionegiusta, cosicch lazione realizza il suo scopo al momento giusto e fino in fondo.

    Ecco perch lelemento associato a questa saggezza laria: essa libera, perchsi sposta in tutte le direzioni e - senza paura dessere ostacolata o contaminata - toccaogni cosa nel suo percorso ; presente dovunque e la sua caratteristica la mobilit,cio la qualit attiva e dinamica di chi agisce liberamente.

    Questa saggezza trascendente raffigurata dal dhynibuddha Amoghasiddhi , ilcui nome significa Realizzatore del fine.