BtoB

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NOSTRUM MARE 44 BtoB - 08# giugno/luglio

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Esempio di impaginazione per la rivista BtoB

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NOSTRUMMARE

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BtoB - 08# giugno/luglio

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L’ItaLIa è IL prImo partner commercIaLe In europa deI paesI deLLa costa merIdIonaLe deL medIterraneo. La crocIera che tocca I prIncIpaLI portI deL maghreB è InfattI In grado dI

assocIare turIsmo e affarI e sono sempre pIÙ gLI ImprendItorI che vI fanno scaLo

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BusIness cLass

Tempo di vacanze, tempo di business.

Sono molti gli imprenditori che questa

estate leveranno gli ormeggi per una cro-

ciera tra i mari del Mediterraneo: molti di

loro, facendo scalo nei paesi del Nord Afri-

ca, seppure con giacca e cravatta nell’ar-

madio, non tralasceranno di osservare i

porti, le città e i paesi a cui approderanno

con l’occhio acuto dell’investitore. Già,

perché tra le nuove mecche dello svilup-

po, oltre ai “soliti” Bric, si parla sempre

più dei paesi dell’Area del Mediterraneo.

«I numeri parlano chiaro», esordisce Pier

Andrea Chevallard, direttore generale di

Promos e segretario generale della Came-

ra di Commercio di Milano. «Il Mediterra-

neo è un mercato di oltre 380 milioni di

consumatori e 280 miliardi di euro di inter-

scambio con l’Unione Europea, produce il

15% della ricchezza annuale del pianeta

e realizza il 16% degli scambi mondiali.

Cifre che non sfigurano al confronto con

i giganti dell’Asia: 80 porti, 2 mila collega-

menti di transito al giorno, 250 milioni di

tonnellate di merci scambiate al giorno,

250 petroliere che trasportano il 20% del

greggio del mondo». Oltre che come luo-

go di produzione insomma, l’area appare

tanto più allettante per la presenza di un

mercato interno potenzialmente molto in-

teressante: il costante e rapido aumento

della popolazione (+2,2% nelle città previ-

sto entro il 2025) porta alla formazione di

una nuova classe di consumatori che entro

il 2020 avrà un potere d’acquisto sostan-

zialmente pari a quello dei paesi avanzati.

Numeri che hanno già interessato le azien-

de di casa nostra, tanto che, come preci-

sa il dirigente della Camera di Commercio

meneghina, l’Italia è oggi «il primo partner

commerciale in Europa dei paesi della co-

sta sud-mediterranea, con 62 miliardi di

euro di interscambio nel 2008, su un totale

di 280 miliardi. Ma l’Italia riveste un ruolo

importante anche nei confronti dei singoli

Paesi: è al secondo posto, sia per export

che per import, in Tunisia e Algeria, ed è la

prima destinazione dell’export egiziano e

la terza da cui l’Egitto importa».

Non si parte da zero, dunque, ma in un

quadro economico in costante evoluzione

è possibile individuare ben altre opportu-

nità attraccando nei numerosi porti turi-

stici sparsi tra Marocco, Algeria, Tunisia

ed Egitto, da “indovinare” e approfondire

tra una visita alla medina e un giro per il

suk locale. Tra un venditore di spezie, la

scelta di un tappeto, di una stoffa dai co-

lori esotici e l’immancabile trattativa senza

la quale a queste latitudini non si compra

nulla, può capitare di incontrare altri uomi-

ni d’affari italiani, francesi, tedeschi ma an-

che americani che su queste coste sono

già approdati da qualche tempo. Sempre

più numerosi anche i cinesi, che nel Con-

tinente vantano una massiccia e sempre

più intensa presenza. Del resto la realtà

di questi paesi è tanto più interessante in

quanto se c’è un’area al mondo che non

ha risentito in maniera così determinante

della crisi, è proprio quella dei paesi che

si affacciano sul bacino sud del Mediter-

raneo, a causa della minore integrazione

economica dei loro processi produttivi su

scala mondiale. Intendiamoci, non è pos-

sibile parlare di un’isola felice dal momen-

to che il rapporto della Banca mondiale

che analizza congiuntamente i paesi della

sponda Sud e del Medio Oriente segna un

2,9% di crescita del Pil nel 2009 a fronte

di una crescita che nel 2008 era stata del

4,3%. Ma, diversamente da quanto avvie-

ne altrove, le prospettive inducono all’ot-

timismo: secondo le ultime previsioni del

Fondo Monetario Internazionale, infatti, si

registreranno nel prossimo biennio punte

di crescita superiori al 5% che, accompa-

gnate dall’effetto delle riforme economiche

in atto in molti Paesi, rendono la regione

sempre più attraente per i partner europei

e mondiali. «Come i Bric, dunque, - con-

tinua Chevallard – anche i mercati emer-

genti del Mediterraneo rappresentano

un’importante opportunità per le pmi ita-

liane. Un punto di forza dei paesi dell’area

Med rispetto ai Bric è rappresentato dalla

loro vicinanza all’Europa: non mi riferisco

solo alla prossimità geografica, che già di

per sé gioca un ruolo fondamentale per

gli aspetti logistici – la Sponda Sud con-

tinua ad investire in progetti infrastrutturali

diretti a potenziare il sistema di trasporto

verso l’Europa – ma anche a quella storica

e culturale». Il processo di avvicinamento

al Vecchio Continente ha un luogo e una

data di nascita ben precisi: Barcellona, 28

novembre 1995. È nella città catalana che

quindici ministri degli Affari esteri dell’Unio-

ne europea e di 11 Paesi della riva Sud ed

Est del Mediterraneo (Marocco, Algeria,

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Elisa Tosi

Tunisia, Malta, Egitto, Israele, Giordania,

Siria, Turchia, Cipro, Libano) formalizzano

la volontà di collaborare per raggiungere

obiettivi di stabilità, sicurezza e sviluppo

per tutta l’area. Il Partenariato Euro-Me-

diterraneo è stato l’avvio di un percorso

proseguito nel corso degli anni con ini-

ziative di rafforzamento della partnership,

anche alla luce del continuo mutare del

complesso quadro politico e diplomatico

che interessa le dinamiche della regione.

A una complessità regionale che, sep-

pure attenuata e per molti versi in corso

di risoluzione, permane, corrisponde co-

munque nell’ultimo quinquennio un mi-

glioramento significativo delle condizioni

del fare impresa: se, infatti, le grandi mul-

tinazionali dell’energia, delle telecomuni-

LABORATORIO EURO-MEDITERRANEO«La parola “Mediterraneo” è ormai entrata stabilmente nel vocabolario degli studi economici, politici e sociali, come nell’im-maginario collettivo, e brandizza iniziative culturali, storiche e artistiche». Ad affermarlo è proprio Pier Andrea Chevallard (nella foto), che spiega che alla luce di questa consapevolezza, la Camera di Commercio di Milano, attraverso l’agenzia Promos, «da oltre dieci anni mette al servizio delle imprese l’esperienza del “Laboratorio Euro-Mediterraneo”, una fucina di idee e inizia-tive in grado di creare, attraverso nuove progettualità, reti di alleanze e attività di analisi e studio, opportunità di partnership conferendo una spinta propulsiva alle attività di internazionalizzazione delle pmi».

Qual è l’obiettivo del Laboratorio?«Giungere ad una crescita dell’area a tutto tondo – economica, sociale e culturale – basata sullo sviluppo di strumenti finan-ziari, reti infrastrutturali ed energetiche, formazione, strumenti di tecnologia, innovazione e comunicazione, servizi fieristici. Molti sono i progetti realizzati: il Fondo Euromed per le start-up del Mediterraneo; gli Osservatori sulle Infrastrutture e sui Media del Mediterraneo, con l’obiettivo di promuovere rispettivamente la presenza delle pmi italiane dei settori infrastrutturali, della logistica e dei trasporti e la collabo-razione fra i giornalisti italiani e quelli dei Paesi mediterranei; la Scuola Euro-Mediterranea di alta formazione, dedicata ai giovani funzionari e imprenditori dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. La Conferenza Euromediterranea di Milano, momento annuale di sintesi delle diverse iniziative del Laboratorio, grazie ad un’intensa collaborazione con partner strategici, istituzionali e privati, ha assunto nel 2009 la veste di “Forum Economico e finanziario del Mediterraneo”, sede permanente per l’identificazione delle politiche e la promozione degli interventi di sostegno alle pmi euro-mediterranee. Appuntamento che anche quest’anno a luglio vedrà la partecipa-zione dei più importanti player del mondo pubblico e privato a livello nazionale e internazionale».

Come funziona il fondo per la partecipazione delle società italiane nel business di quei paesi?«Dare fiducia alle nuove imprese significa farle crescere su basi solide: Euromed è il Fondo di private equity nato per supportare lo start-up o l’espansione delle attività di aziende italiane e europee nel Mediterraneo. Ideato dalla Camera di Commercio di Milano, attraverso Promos, e gestito da Finlombarda Gestioni SGR S.p.A., il Fondo aiuta gli imprenditori a individuare e cogliere le opportunità di crescita nei contesti regionali dell’area Euro-mediterranea, attraverso azioni di investimento e joint ventures con società locali. Euromed condivide con le aziende il rischio di impresa e mette inoltre a loro disposizione il know-how finanziario, un supporto in loco per le fasi di insediamento, avviamento e gestione dell’attività e un network di contatti per accrescere la visibilità dell’iniziativa. I Paesi focus di Euromed sono Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia, che costituiscono una grossa opportunità di sviluppo internazionale per la piccola e media impresa italiana. Il compito del fondo di private equity è essere a fianco dell’imprenditore e condividere il rischio riducendo l’esposizione finanziaria dedicata all’investimento, ma non solo: scopo fondamentale è la creazione di valore per l’impresa così che le iniziative all’estero crescano e si sviluppino anche dopo l’uscita dal fondo».

Cosa fanno i governi per incentivare lo sviluppo?«Rivolgersi ai mercati emergenti è un’occasione che le pmi oggi non possono lasciarsi sfuggire. Le istituzioni e i governi devono mettere a loro disposizione strumenti concreti ed efficaci, a sostegno dell’attrazione di investimenti e dell’internazionalizzazione delle nostre business community, in particolare riguardo settori chiave come quello delle infrastrutture. Di fronte agli enormi vantaggi che offrono al commercio estero e al settore turistico, i progetti infrastrutturali sono oggi al primo posto della lista delle cose da fare: nei prossimi 3 anni, Mediterraneo e Golfo investiranno oltre 480 miliardi di dollari dedicati ai progetti infrastrutturali mentre i Paesi del Mediter-raneo hanno già investito 40 miliardi di euro in progetti per potenziare la logistica verso il Sud dell’Europa. Ma neanche la Sponda Nord rimane a guardare: Francia ed Italia hanno dimostrato un’efficace collaborazione nel progetto del Fondo Inframed per le infrastrutture del Mediterraneo; entrambi i Paesi hanno dato il loro importante contributo finanziario attraverso le rispettive Casse Depositi e Prestiti per creare una concreta azione di finanziamento dei progetti nel Mediterraneo».

Piccole medie imprese e internazionalizzazione: quale rapporto?«L’internazionalizzazione delle pmi rappresenta una leva fondamentale per lo sviluppo delle imprese del territorio e per la competitività dell’intero sistema economico del Paese. Le pmi offrono un know how da sempre prezioso sui mercati tradizionali ma questi, a causa della crisi economica e finanziaria, sono oggi i Paesi in maggiore difficoltà. Sono dunque i mercati emergenti, meno coinvolti nella crisi e anch’essi estremamente interessati al modello delle pmi, a rappresentare la via d’uscita per la ripresa dell’export e della nostra economia. Il modello imprenditoriale delle pmi presenta tutti gli ingredienti per penetrare nuovi mercati: dinamicità, resilienza e grande qualità. Gli imprenditori brianzoli si dicono ottimisti riguardo l’andamento della domanda estera, dell’attività commerciale di quest’anno che prevedono in ripresa, e dun-que delle possibilità di internazionalizzarsi. Come testimoniano i dati sull’interscambio, le imprese della Brianza hanno infatti ben compreso l’importanza di operare nel mercato globale. Se ancora oggi l’Europa rimane il target di riferimento per le esportazioni e le importazioni della Brianza, negli ultimi anni si è però registrato un forte aumento delle imprese che si rivolgono a nuovi mercati, proprio perché la crisi economica impone di investire là dove la domanda è più alta». Laura Marinaro

cazioni o dell’auto rappresentano certo

interlocutori di primo piano, i governi di

Marocco, Algeria, Egitto e Tunisia guar-

dano con forte interesse alle piccole real-

tà anche alla luce del fatto che, per ogni

euro investito, creano in media il doppio

di lavoro.

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BusIness cLass

I numeri del mercato potenziale sono i più

attrattivi di tutto il Maghreb, ma tra quelli che

si affacciano sul Mediterraneo, l’Algeria rap-

presenta anche il paese più rischioso. La ex

colonia francese, dominata in gran parte dal

deserto del Sahara e lacerata da una lunga

guerra civile che, seppur conclusa, lascia

ancora qualche strascico, si propone agli in-

vestitori internazionali soprattutto sulla base

di un tentativo di diversificazione dell’econo-

mia che punta su turismo, industria, nuo-

ve tecnologie e infrastrutture. Gas naturale

e petrolio, infatti, - di cui è rispettivamente

quarto e tra i primi dieci esportatori mondiali

– ne costituiscono la ricchezza, ma il forte

tasso di disoccupazione rende necessario

puntare su una liberalizzazione che stimoli

lo sviluppo di altri comparti. Ecco, dunque,

che per gli investitori, siano essi algerini o

stranieri, è possibile godere di agevolazio-

ni ed esenzioni dalle tasse. Un’opportunità

capitale Algeri

popolazione 33,5 milioni (Luglio 2006)

superficie 2.381.741 Kmq

Lingua Arabo, Berbero e Francese

forma istituzionale Repubblica Democratica Popolare

moneta Dinaro Algerino

religione Musulmani (99,5%) ,

Altri Musulmani (0,4%), Cattolici (0,1%)

membro di Lega Araba, OCI, ONU, OPEC, OUA,

Associato UE

pIL +4,6% (stima 2010 su dati FMI)

aLgerIaLIBIa

tunIsIa

nIgermaLI

maurItanIa

marocco

algeri

ALGERIA

interessante soprattutto in chiave turistica,

ambito in cui c’è molto da fare, soprattutto

nelle regioni del Sud.

La Repubblica fa gola agli investitori stranieri

anche in quanto luogo di approdo dei due

terzi delle esportazioni europee sull’intera

area. Per quanto riguarda l’Italia, con 150

aziende contate nel paese nel 2008, i rap-

porti appaiono già intensi, soprattutto nel

comparto dell’energia: l’Eni – che qui ha in-

vestito 4 miliardi di euro negli ultimi trent’anni

e di qui ai prossimi quattro ne investirà 3,5

– acquista già ad Algeri il 34% del proprio

fabbisogno e si sta inserendo nei programmi

di sviluppo petrolifero. L’Algeria ci vede poi

come un interlocutore privilegiato anche sul

fronte delle esportazioni, in quanto secondo

partner commerciale (6,3 miliardi di dollari,

14,4% del totale). Sul fronte delle importa-

zioni, invece, l’Italia si qualifica come il terzo

fornitore con 3,7 miliardi di dollari (9,4%) di

merci e servizi importati.

Un’esperienza interessante è quella di Ksb

Italia, multinazionale delle pompe e delle val-

vole con sede italiana a Concorezzo, che ha

recentemente acquisito, con la necessaria

“benedizione” dell’Ente Governativo alge-

rino, una commessa da 4,5 milioni di euro

per la fornitura di 1400 valvole petrolifere de-

stinate a raffinerie, oleodotti e depositi di oro

nero sul territorio africano. «A parte la serietà

dell’interlocutore, il nostro cliente è un colos-

so mondiale nel settore energetico – ha pre-

cisato Riccardo Vincenti, consigliere delega-

to di Ksb - le condizioni del contratto sono

garantite anche dall’immancabile visto del

governo algerino». Vincenti aggiunge che «il

pagamento della fornitura è stato previsto su

un anticipo del 20% dell’importo comples-

sivo all’ordine, un altro 20% alla consegna,

prevista per il prossimo novembre e il saldo

a mezzo lettere di credito».

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DOVE DORMIREGli hotel migliori, con prezzi abbastanza elevati, sono El Aurassi (2 Bd Frantz Fanon, Les Tagarins, Algeri), tel. +213 (0) 21 74 82 52), da 160 euro in doppia vista mare, colazione e tasse non incluse.Il Sofitel Algiers Hamma Garden (172, rue Has-siba Benbouali, Algeri, tel. +213 21 685210 / 21 673142), da 208 a 380 euro in doppia a persona.Hotel El-Djazair, impareggiabile posizione (24, Av.Souidani Boudjemaa Algeri, tel. +213 21 692121/ 21230933), da 274 euro in doppia a per-sona.

DOVE MANGIARELa cucina è tipicamente araba e si basa su piatti di cous cous accompagnato da carni in umido e ver-dure, e il vino è ottimo. I dolci sono fatti di mandorle e miele impastato con fiori d’arancio.El-Djenina (10, Av. Franklin Roosevelt, Algeri, Tel: +213 21 744026, da 40 euro), famoso per il cous cous alle verdure.Ristorante presso l’hotel El Aurassi dove si pos-sono gustare delle meravigliose crevettes o il cous cous fatto a mano.

DOVE E COMEL’Algeria è un paese che racchiude dentro di sé due mondi: quello delle città e della cultura sulla costa e quello del deserto. Ovvio che, in agosto, è tassa-tivamente sconsigliato il deserto, ideale da visitare nei mesi più freddi per noi.Kel12 Dune, organizzazione specializzata in de-stinazioni del continente africano, propone diversi itinerari. In questo periodo molto bello è quello de “Le città romane”, di 10 giorni e 8 notti, che com-prende la visita di Algeri, con la sua baia e la Ca-sbah, Tipasa su un promontorio a picco sul mare, ma anche altre chicche come Setif, che conserva il più esteso mosaico pavimentale dell’Africa ro-mana, e Djemila, con le sue vestigia. Ma Algeria è anche natura, come la foresta di Akfadou e le montagne della Kabilia e del capoluogo Tizi (o Colle delle Ginestre).Le sistemazioni sono sempre molto semplici, tran-ne che ad Algeri dove, comunque, sono sotto lo standard europeo. Tra le curiosità: è vietato portare il binocolo! Il tour individuale da Milano, con guida italiana, parte da 2 mila 250 euro in pensione completa.

SHOPPINGIn Rue Bouzrina Ahmed o al mercato di Amar el Khama o al mercato popolare di Bab el Oued che si snoda fra vicoli intricati. Se invece siete interessati alle boutique, consigliamo quelle all’interno degli hotel (accettano carte di credito). Tra i must, gioielli in filigrana d’oro o d’argento e tappeti berberi.

INFORMAZIONIKEL 12 DUNE, tel. 022818111 www.kel12.com

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BusIness cLass

Nei primi due mesi del 2010, in controten-

denza rispetto al rallentamento registrato

a livello globale, l’economia dei faraoni è

tornata a crescere del 4,5% (dati del Cen-

tral Agency for Public Mobilization and

Statistics). Merito di una società vivace e

di un governo che ha realizzato numerose

riforme strutturali che hanno coinvolto so-

prattutto gli ambiti del commercio estero,

la promozione degli investimenti e il siste-

ma fiscale, tanto da posizionarsi al decimo

posto tra i 10 top riformatori nella classi-

fica annuale stilata dalla Banca Mondiale

(Rapporto Doing Business, 2008), politica

per cui oggi il paese viene scelto come

il primo luogo in cui investire da parte di

soggetti stranieri e il terzo all’interno del

continente africano. Una storia di rapporti

economici con partner internazionali nata

sin dagli Anni Settanta, quando sono sta-

te create zone franche (free zones) per

capitale Il Cairo

popolazione 65.257.000

superficie 1.001.449 Kmq

Lingua Arabo, Francese e Inglese

forma istituzionale Repubblica

moneta Lira Egiziana

religione Musulmani (94%),

Cattolici (5,9%)

membro di Lega Araba, OCI, ONU, OUA,

EBRD

pil +5% (stima 2010 su dati FMI)

egItto

araBIasaudIta

gIordanIa

IsraeLe

sudan

LIBIa

Il cairo

EGItto

favorire l’export e l’attrazione di capita-

li stranieri e aree considerate offshore. A

ciò si aggiungano le Zone di Investimento

(Investment Zone) e le zone economiche

speciali. Facilitazioni di cui “approfittano”

anche i nostri connazionali, visto che l’Ita-

lia è il terzo fornitore del Paese dopo Sta-

ti Uniti e Cina (l’export dei distretti italiani

verso l’Egitto è aumentato del 20% l’anno

grazie ad accordi bilaterali di settore) e il

secondo paese cliente (dopo gli Usa), con

un saldo attivo di bilancia commerciale

che, nel 2009, ha superato il miliardo di

euro. I rapporti commerciali tra i due paesi

sono ottimi da almeno un trentennio, gra-

zie alle numerose operazioni che hanno

interessato in particolare le grandi imprese

(tra cui, oltre a Eni, presente da oltre 50

anni nel paese, Italcementi, Pirelli tyre, Co-

tonificio Albini), ma anche una opportunità

interessante per le aziende che operano

nel comparto dell’engineering ferroviario,

grazie all’accordo sottoscritto tra Ferrovie

dello Stato e l’omologo l’Egyptian National

Railways Authority per l’assetto organiz-

zativo e l’adeguamento tecnologico della

rete. Esperienze a cui – complice anche

la riduzione delle tariffe doganali – guarda

con interesse anche l’Istituto per il Com-

mercio Estero che sta lavorando su una

proposta per le piccole e medie imprese

che riguarda proprio gli ambiti dell’elettro-

nica, dell’informatica, della meccanica e

della componentistica nell’automotive. Ot-

time sono le prospettive anche nell’ambito

dell’aviazione civile e della logistica, ma

pure nell’abbigliamento, soprattutto per lo

sviluppo del franchising, con marchi italiani

in Egitto. E per chi vuole puntare sull’indu-

stria delle vacanze, l’Egitto costituisce una

delle mete più visitate al mondo (+24% nei

primi quattro mesi del 2010).

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DOVE DORMIREAl Cairo: Movenpick Pyramids, 5 stelle (Alexan-dria road, Tel.+ 202 33772555), dai 147 dollari del-la Standard room ai 270 della Business suite.A Borg Al Arab: Iberotel Settemari Borg El Arab, 5 stelle (Km 52 Alex, Matrouh-Desert road, Borg El Arab, Tel. +2033740740, e-mail [email protected]), da 155 euro.Ad Alessandria: Maritim Jolie Ville Hotel, 5 stelle con vista mare (544, El Gueish Av. Sidi Bishr), da 104 euro a notte per una standard a 270 euro per una junior suite.Four Season Alexandria at San Stefano, (399, El Geish road, Tel. +203 581 8000), da 500 dollari per una camera standard.

DOVE MANGIARESebbene alcuni piatti siano simili alla cucina me-diorientale, l’Egitto è famoso per le sue tipiche specialità locali come il foul (fave secche egiziane), la molokhia (una minestra preparata con foglie di molokhia e pollo) o il mahshi (un misto di verdure e carne macinata con varie spezie).Ad Alessandria: Tikka grill (Grill, frutti di mare) allo Yacht club, (Bahary, Tel 002 03 4805119), da 20 euro in su; La casetta, alla Stanley, nel cuore della korniche, da 40 euro.

INFORMAZIONIUfficio turistico egiziano, tel. 06 4874 219www.egypt.travel

ITINERARIO“Egitto tra storia e Mare” è un percorso che parte da Borg Al Arab, sul Mar Mediterraneo, per rag-giungere Il Cairo, porta nel cuore del Paese alla scoperta delle Piramidi di Giza, ma anche delle splendide città di Il Cairo e Alessandria. Prima di partire non manca una tappa a El Alamein dove si visita il sacrario dei caduti italiani. Lo propone Settemari, con sistemazione in cinque stelle, per otto giorni e sette notti da 1560 euro a persona in camera doppia. www.settemari.it oppure Shooner Viaggi, agenzia in via Vittorio Emanuele a Monza, tel. 0392302007.Egitto Classico di Best Tours con Crociera culturale sul Nilo + Il Cairo: 8 giorni / 7 notti (1 notte e Luxor, 4 a bordo e 2 al Cairo) sulla Motonave Alexander The Great in pensione completa e in doppia a par-tire da 1.300 euro a personaPossibilità di effettuare l’escursione in aereo ad Abu Simbel e di abbinare estensione balnerare sul Mar Rosso (a Sharm El Sheikh oppure Soma Bay)www.besttours.it – servizio clienti: 199 303199.

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Infrastrutture, trasporti, ristrutturazio-

ni, energia, formazione, riprogettazione

di grosse città, tra cui la stessa capitale:

sono solo alcuni degli obiettivi di moder-

nizzazione che lo stato marocchino sta

realizzando, tanto da rendere il “regno

dell’occidente” una «destinazione di ec-

cellenza – secondo un recente rapporto

dell’agenzia Promos – attraente per i ca-

pitali, le competenze e le nuove attività».

Valutazioni che tengono conto anche degli

ottimi rapporti che intercorrono tra Italia e

Marocco che contribuiscono a determina-

re un interscambio commerciale tra i due

Paesi: con oltre due miliardi di euro di mer-

ci scambiate, l’Italia è il terzo partner com-

merciale assoluto del Regno del Marocco

e sono già circa 300 le nostre imprese qui

attive. Da Rabat si guarda con interesse

all’Italia anche per il modello di business

italiano dei distretti e delle pmi. Convinto

che la ricetta giusta per rendere più effi-

ciente lo stato sia quella di una privatiz-

zazione spinta, il governo marocchino non

ha rallentato l’attuazione di politiche volte

all’attrazione di attori internazionali nem-

meno negli ultimi due anni; anzi, ha creato

il Fondo Hassan II per favorire la nascita

di nuove imprese attraverso agevolazioni,

senza minimamente discriminare tra ca-

pitali autoctoni e stranieri e ha dato vita

all’Agenzia Marocchina per lo Sviluppo

degli Investimenti con l’obiettivo di farla

diventare lo strumento chiave per rendere

il suo stato la meta prediletta di aziende

in cerca di una location meno costosa e

comunque efficiente in cui produrre. Nel

quadro di promozione degli investimenti

rientrano, ad esempio, anche le zone of-

fshore come Casanearshore, all’interno

del Marocco, in cui le imprese beneficiano

di condizioni favorevoli in campo fiscale.

Discorso simile per la Trade Free Zone di

Tangeri, città a ridosso dello stretto di Gi-

bilterra e a pochi chilometri dal continente

europeo: l’area comprende 345 ettari in

prossimità del porto, nelle intenzioni de-

stinato ad ampliarsi fino a diventare una

delle principali piattaforme logistiche del

Mediterraneo, con prospettive di creazio-

ne di 300 mila posti di lavoro nei prossimi

vent’anni. E se multinazionali come Nis-

san-Renault hanno piani di insediamento

a brevissimo, sono numerose le piccole

e medie imprese dell’indotto che stanno

valutando con interesse una presenza in

prossimità di quello che diventerà Tanger

Med II. Con il programma Vision 2010,

inoltre, re Mohammed VI intende stimolare

il settore del Real Estate, con particolare

attenzione all’offerta turistica che vorreb-

be quantificabile in 15 milioni di vacanzieri

entro il 2016.

capitale Rabat

popolazione 28.351.000

superficie 458.730 Kmq

Lingua Arabo, Berbero e Francese

forma istituzionale Monarchia Istituzionale

moneta Dirham

religione Musulmani (98,7%),

Cristiani(1,1%)

membro di Lega Araba, OCI, ONU,

EBRD

pIL +3,3% (stima 2010 su dati FMI)

marocco

aLgerIa

maurItanIamaLI

rabat

MARoCCo

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DOVE DORMIREA Marrakech imperdibile un soggiorno a La Ma-mounia, vero e proprio mito nell’hotellerie di lusso mondiale. Qui Best Tours propone quattro giorni e tre notti da 990 euro a persona in doppia con tra-sferimenti privati da e per l’hotel e mezza giornata di visita della città con guida. Info: www.besttours.it tel.199 303199.Les Clos des Arts, albergo di charme nel cuore della Medina, da 95 a 165 euro a notte per persona in doppia.A Casablanca: Hyatt Regency hotel, un cinque stelle lusso con spa da non perdere, a 214 euro a notte a persona. Le Royal Mansour Meridien è davvero da mille e una notte, da 180 a 260 euro a persona in doppia.

DOVE MANGIAREA Marrakech: Riad Kniza Restaurant (34,Derb l’Hotel, Bab Doukala; tel,+ 212 5 24376942) una cena romantica in un’atmosfera unica, da 25 a 65 euro, in uno dei tanti riad di charme di Marrakech.A Casablanca: Rick’s Cafè (248 Bd. Sour Jdid –Place du jardin public – Ancienne Medina), Tel, + 212 (0) 522 274207/08, ottima cucina e trattamen-to super per cucina internazionale e tipica da 20 euro. Anche piano-bar.

INFORMAZIONI Ente Nazionale per il Turismo del Marocco, tel. 02.58303756 - 58303633. www.visitmorocco.com www.marrakech.travel

SHOPPINGPer gli acquisti è consigliabile curiosare nei suq. Quasi tutte le città marocchine ne hanno uno. Au-tentici dedali di vicoli e botteghe organizzate per argomento, come quelli di Marrakech e Fes. Si può acquistare praticamente di tutto: bijoux tempestati di pietre dure, splendidi caftani-cappotto, stoffe dai motivi tradizionali, tappeti, borse in pelle morbida, cinture e babouche, le scarpe tradizionali con la punta allungata verso l’alto. Per i golosi, datteri an-che in confezioni da asporto, spezie, erbe medicali e l’olio di Argan. Il migliore è il Targanine, prodotto da una cooperativa di donne di Essaouira. D’obbli-go anche farsi fare un tatuaggio berbero eseguito con l’henné naturale. Dura qualche settimana ed è il migliore souvenir marocchino.

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BusIness cLass

Cartagine e Roma: due città in guerra per

circa un secolo, a contendersi il dominio

del Mediterraneo. La storia testimonia

quanto sono sempre state strette le rela-

zioni tra le due sponde del Mare Nostrum,

approdate nel corso dei secoli a rapporti

proficui per entrambe le parti. A confer-

marlo il fatto che «su un totale di 2.577 im-

prese europee in Tunisia, l’Italia – precisa

Chevallard – è il secondo paese più pre-

sente con 672 imprese», di cui circa 260

sono impegnate nel tessile e nell’abbiglia-

mento. L’interscambio si struttura poi su

chimica e gomma (20%), elettrico ed elet-

tronico (10%), edilizia, trasporti, turismo

(10%), meccanico e metallurgico (8%),

agroalimentare ed agricolo (7%), cuoio e

calzature (5%). Le relazioni sono ulterior-

mente favorite da diverse organizzazioni,

tra cui la Camera del Commercio e dell’In-

dustria Tuniso-Italiana (CTICI), promotrice

capitale Tunisi

popolazione 9.586.000

superficie 164.150 Kmq

Lingua Arabo, Francese

forma istituzionale Repubblica Presidenziale

moneta Dinaro Tunisino

religione Musulmani (99%) ,

Cristiani (0,3%), Ebrei (0,1%)

membro di Lega Araba, OCI, ONU, OUA,

Associato UE

pIL +4% (stima 2010 su dati FMI)

tunIsIa

LIBIa

aLgerIa

tunisi

tUNISIA

di importanti iniziative di collaborazione e

partnership tra le imprese provenienti dalle

due sponde del Mediterraneo. La collabo-

razione, tuttavia, procede anche attraver-

so iniziative di cooperazione come Enfidha

Industrial Park-Tunisia, un’iniziativa italo-

tunisina nell’ambito del più ampio proget-

to di sviluppo economico del Paese, che

propone vantaggi economico-fiscali per le

imprese che scelgono di insediarsi nei 200

ettari dell’area. Arrivata in anticipo rispetto

agli altri paesi dell’Area ad abbracciare un

modello di sviluppo occidentale, la Tunisia

si trova oggi a dover comunque affrontare

un’importante azione di rinnovamento. Una

buona notizia è arrivata il 17 giugno scorso,

quando il Fondo Mondiale per l’Ambiente

ha assegnato al Paese un fondo di 57,84

milioni di dollari per sostenere il progetto di

risanamento del Nord di Tunisi e un proget-

to di gestione delle risorse naturali.

Infrastrutture, sistema turistico, potenzia-

mento del settore manifatturiero per au-

mentare la competitività: sono diversi gli

strumenti messi a punto dallo stato tunisino

per favorire l’interscambio di esperienze e

capitali tra le aziende nazionali e gli opera-

tori economici esteri. Il turismo, favorito dal

clima mite, dalle spiagge sabbiose e dalla

vicinanza al continente europeo, riveste un

ruolo chiave per lo sviluppo. I 7 milioni di tu-

risti accolti nel 2008 (+5% rispetto all’anno

precedente) costituiscono un ottimo punto

di partenza per un’offerta che si sta cercan-

do di ampliare: pubblico e privato stanno

infatti lavorando per integrare il segmento

balneare con il rilancio delle zone interne,

in particolare le regioni sahariane. Turismo

ecologico, turismo medico e talassotera-

pia costituiscono poi gli obiettivi di sviluppo

con cui si sta procedendo anche al rinnovo

e all’ampliamento di diverse strutture.

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BtoB - 08# giugno/luglio

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DOVE DORMIREA Tunisi: Hotel Maison Blanche, (45, av.Mohamed V), a partire da 82 euro.A Cartagine: Hotel The Residence, a Marsa Car-tagine, Route de Raoued Zone turistique de Gam-marth, tel, +216 71 910 101), da 318 euro a 480 euro. Dar El Medina (64, rue Sidi ben Arous), da 200 a 400 euro per lusso e raffinatezza allo stato puro. A Sidi Bou Said, antico borgo corsaro, oggi la Porto-fino d’Africa: Dar Said, rue Toumi, dimora del 1863, è un b&b con 24 camere e suite disposte attorno ai quattro patii piantumati, da 190 euro in doppia a personaPoco distante, (rue Sidi Bataara, tel. +216 7981284), Dar Fatma è maison d’hôtes in un’anti-ca casa araba. Nelle stanze arredi minimali firmati Philippe Starck esaltati dal bianco totale degli am-bienti, prezzi da 120 euro.A Tabarka, ex borgo di pescatori, oggi dotato di ae-roporto, si può passare la notte a Dar Ismail, (zone Turistique, tel. + 216 78 670188), da 120 euro.

DOVE MANGIAREA Tunisi Dar el Jeld (5-10,Rue dar el Jeld, nella Medina, tel, +216 715609 16) uno dei migliori ristoranti del paese, frequentato da ospiti illustri. Della stessa proprietà il vicino Le Diwan, sorta di museo-ristorante. A Sidi Bou Said si mangia al Dar Zarrouk, (tel,+ 216 71740595) con cucina tunisina raffinata.

SHOPPING Tutta la Medina di Tunisi (patrimonio dell’Unesco) e delle altre città sono un grande suq dove comprare oro, argento, tappeti. D’obbligo la contrattazione del prezzo.

ITINERARIO Turisanda propone “La Tunisia afro-romana”, un tour di 8 giorni e 7 notti con guida locale in italiano, da Tunisi alla costa con tutte le località con vestigia archeologiche, in alberghi 4 e 5 stelle in pensione completa da 1.033 euro a persona in doppia.Informazioni: Turisanda tel. 02/721361 www.turi-sanda.it

INFOEnte turismo Tunisino, tel. 02 86453044www.tunisiaturismo.it

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