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Novembre 2019 Anno IV - n. 6 Bruno, ex vigile del fuoco, e altre storie. I nostri pazienti ci raccontano la loro esperienza in ospedale Ansia, nemica o amica? Tutto sull’ artrosi di caviglia Un laser ad acqua per l’ipertrofia prostatica benigna

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Novembre 2019Anno IV - n. 6

Bruno,ex vigile del fuoco,

e altre storie.I nostri pazienti

ci raccontanola loro esperienza

in ospedale

Ansia,nemica o amica?

Tuttosull’artrosidi caviglia

Un laser ad acqua per l’ipertrofia prostatica

benigna

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2 3Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Sommario

Una comunitàche cresce

Sulle pagine di questo giornale, esattamente tre anni fa, condividevo con voi la sfida di coniugare la tradizione di San Pio X e la propensione all’innovazione di Humanitas, per rispondere ai nuovi bisogni di salute dei cittadini milanesi. Era il primo numero del nostro nuovo giornale.

Da allora, molti altri ne sono stati pubblicati, per raccontare un ospedale che continua a cambiare, e a crescere. Tra i nuovi servizi il Centro per i disturbi di ansia e panico, e un’équipe multidisciplinare per la cura delle patologie di piede e caviglia. Tra gli investimenti tecnologici più recenti un laser ad acqua che completa l’offerta terapeutica per combattere l’ipertrofia prostatica benigna e una risonanza magnetica aperta. Senza dimenticare le nuove aree che stiamo mettendo a disposizionedei nostri pazienti, visitatori e professionisti, come l’auditorium da oltre 200 posti, gli ambulatori e la nuova cappella al piano terra.

Ma il successo più importante è stato costruire e far crescere una comunità che condivide sfide e successi. Una comunità di professionisti - medici, infermieri, personale sanitario non medico, staff, volontari - che cura e assiste. E una comunità di persone - pazienti e visitatori - che vi si affida. Una comunità fisica, ma anche virtuale, che utilizza i nostri strumenti di comunicazione online per approfondire e sceglierci. Una comunità che dialoga, come nella nuova rubrica“Il medico risponde”, e che condivide anche la tristezza,ad esempio per il lutto della nostra Paola Marangione.

La fiducia è alla base del nostro stare insieme, come raccontano le storie di tanti pazienti anche su questo numero. Ed è valorizzando il rapporto di fiducia che abbiamo costruito insieme che Humanitas San Pio X e la sua comunitàcontinueranno a crescere.

Giuseppe FraizzoliAmministratore Delegato

EDITORIALE

Il vostro ospedale,le vostre storie

Bruno ora corre di nuovo con i suoi colleghi pompieri. Il cuore di Giacomo è tornato a sorridere. Francesca ha sconfitto il tumore. Angelo ha abbandonato la sedia a rotelle e ora può godersi la vita sulle sue gambe.Sono le storie di alcuni dei nostri pazienti, che hanno scelto il nostro ospedale per essere accolti, ascoltati e curati. Ecco come la loro storia è diventata parte della nostra storia.

# NOIPERVOI #VINCEREINSIEME

COVER STORY

Incendi, come quello della raffineria Iplom del 2008 quando il giorno del suo compleanno era impegnato nel salvataggio di oltre 250 persone; alluvioni, come quella del 2011 a Genova, ma anche terremoti e soprattutto tante vite salvate. In trent’anni di servizio nel corpo dei Vigili del Fuoco di Genova Bruno non si è mai fermato, abituato per lavoro ad essere sempre in movimento fra un’emergenza e l’altra. Fino alla sua pensione quando all’improvviso un tremendo dolore all’inguine gli rende impossibile fare anche la più semplice camminata sulla sua amata spiaggia di Tenerife. Gli viene diagnosticato un deterio-ramento delle articolazioni dell’anca destra e dopo vari tratta-menti l’unica soluzione prospettata è l’intervento. “Una mattina la mia compagna apre il giornale e legge un articolo

su una tecnica di chirurgia mini-invasiva con ricovero breve, rapido recupero del tono muscolare e un ritorno alla quotidia-nità senza limitazioni attraverso l’innesto di una protesi d’anca per via anteriore” – ricorda precisamente Bruno, che decide di contattare il dott. Carlo Fiorentini, responsabile Sezione di Chirurgia Mininvasiva dell’Anca di Humanitas San Pio X. “Il giorno dopo l’intervento ero già in piedi e ho cominciato la fisioterapia nella palestra dell’ospedale durante i soli tre giorni di degenza; a 16 giorni dall’operazione camminavo senza stam-pelle e a 18 giorni sono tornato a guidare il mio scooter”. Bruno oggi ha ripreso le sue amate passeggiate sulle spiagge di Tene-rife ed è tornato a correre insieme agli ex colleghi pompieri, questa volta però dietro ad un pallone sul campo di calcetto.

Bruno:tanti interventi come Vigile del Fuoco, poi quello per tornare a correre

COVER STORY

3 Il vostro ospedale, le vostre storie

6 Ciao Paola

NOVITÀ

8 Ansia, nemica o amica?

10Artrosi di caviglia: tecniche innovative per ritrovare il giusto passoINNOVAZIONE & RICERCA

13Dolore neuropatico:nuova definizione, nuove soluzioniINNOVAZIONE

14 Oncologia, il futuro è già qui

SALUTE E PREVENZIONE

16 Oculistica, prevenzione fin da piccoli

SPECIALE DIAGNOSTICA

18Risonanza magnetica: aperta o chiusa?Scopriamo le differenzeFOCUS

19 Ostetricia, l’importanza del one to one

INNOVAZIONE

20Acquablation: un getto d’acqua contro l’ipertrofia prostatica benignaFOCUS

22 Isteroscopia, laparoscopia e robotica

24 Il medico risponde

NEWS

28 Nuovo Auditorium, nuovi congressi

29 Vita in Humanitas

NUMERI UTILI

31 Pronto Humanitas San Pio X

Bruno, nel 2009 all’Aquila durante i soccorsi per il terremoto

Foto di copertina:si ringrazia il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Milano e l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco di Milano.

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4 5Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

“Mi sentivo morto, finito, privo di voglia di vivere, ho abbandonato tutti i miei hobby e il mio lavoro”. Così Giacomo ricorda uno dei periodi più difficili della sua vita dopo un infarto all’età di 35 anni e un’operazione in emergenza all’aorta. È l’incontro con la dottoressa Margherita Dell’Orto, respon-sabile Cardiologia di Humanitas San Pio X, a fargli “riaccendere l’interruttore della vita”. Comincia con lei un percorso di accertamenti grazie ai quali scopre di soffrire della sindrome di Ehlers-Danlos, che racchiude 13 malattie genetiche che provocano lassità dei vasi sanguigni a causa di un collagene mutato. Si sottopone a un nuovo intervento e comincia un percorso di riabilitazione cardiologica con una lunga degenza in ospedale tra “esercizi di respirazione, tapis roulant, una nuova terapia, ma soprattutto il costante e continuo monitoraggio della dottoressa che seguiva quotidianamente i miei progressi clinici e con forza mi spronava a rialzarmi”. Dopo quasi sei mesi, Giacomo torna pian piano alla vita: risale in sella della sua moto, ricomincia a suonare l’organo e entra nel coro della chiesa; riprende la sua passione per la fotografia, si iscrive in palestra e riprende in mano la sua vita lavorativa. Il segreto? “Nessuno. Solo tanta forza di volontà e il supporto clinico e psicologico”. Oggi Giacomo convive con la sua patologia senza limitazioni ed esegue periodici accertamenti di prevenzione e controllo della salute delle sue valvole cardiache, affidandosi alle moderne tecnologie dell’ospedale.

Giacomo:una storia chetocca il cuore

Quarantatré anni, due bimbe piccole e una vita divisa tra lavoro e famiglia. Francesca è abituata per carattere ad affrontare i problemi e trovare mille soluzioni, fino a quella scelta, che mai si sarebbe immaginata di dover fare. “Sottopormi a un lungo e complesso intervento, assumendomi il rischio di complicazioni, oppure non intervenire e rimanere con una ‘bomba’, che avrebbe potuto non innescarsi mai o esplodere da un momento all’altro” – così ricorda la difficile decisione dopo l’esito della biopsia su un polipo al retto. “Una notizia positiva, ma che lasciava la

possibilità che alcune cellule limitrofe in futuro potessero ‘impazzire’ sviluppando un nuovo tumore” – spiega Francesca, che decide quindi di sottoporsi ad un nuovo intervento, la rese-zione totale del retto, eseguito dal prof. Jacques Mégevand – responsabile Chirurgia Generale – con tecnica mininvasiva robotica. “Avevo paura, ma mi sono affidata alle precise informazioni fornitemi dal dottore su questa chirurgia innovativa; il giorno dopo ero in piedi e dopo alcuni mesi sono tornata alla mia

Francesca: contro il tumore, prevenzione e chirurgia robotica

Sergio in sella al Passo Pordoi

Francesca in volo sul Grand Canyon

Giacomo e la sua inseparabile reflex

Angelo: multidisciplinarietà per voltare le spalle alla malattia“È cominciato tutto con un dolore alle spalle, che è diventato sempre più forte e nel giro di qualche mese mi sono ritrovato senza il controllo di braccia e gambe”. Gli occhi di Angelo sono lucidi al ricordo dei mesi passati sulla sedia a rotelle prima di sottoporsi all’intervento di colonna eseguito dal dott. Georgios Bakaloudis, ortopedico responsa-bile Chirurgia della Colonna 1 e dal collega il dott. Giancarlo Aldo Corti, per correggere la mielopatia cervicale, causa della tetraparesi che lo aveva immobilizzato. Un caso complesso, che è stato affrontato con un approccio multidisciplinare che ha coinvolto diversi professionisti, dal dott. Marco Lacerenza, neurologo, che ha seguito Angelo dal punto di vista neurologico, fino al dott. Vittorio Dehò, respon-sabile Fisiatria, che ha impostato il recupero post operatorio. “Mi sono sentito come in una grande famiglia, accolto e ascol-tato da tutti gli specialisti e da Francesco, Stefano e Elena, fisioterapisti della palestra, che mi hanno spronato a dare il meglio anche quando mi sono ritrovato sul letto della mia camera d’ospedale a tentare di avvitare e svitare un bullone

senza risultati, dopo anni passati a compiere questo gesto in modo automatico nella mia officina”. Ora Angelo ha davanti a sé ancora tante gite in camper e lunghe passeggiate sulle rive del suo amato Lago Maggiore.

vita normale, riprendendo anche a viaggiare, la mia grande passione”. Come sarebbe andata se Francesca avesse deciso di non intervenire? Nessuno può saperlo, ma di una cosa è certa. “Nella lotta contro i tumori – dice – abbiamo due armi: il tempo e la consapevolezza. A tutte le mie amiche dico sempre di non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma di fare prevenzione e diagnosi precoce e soprattutto di non aver paura di affrontare la realtà”.

Angelo in gita con il camper sulle rive del Lago Maggiore

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Paola Marangione: entusiasmo, passione e professionalità. Con queste doti la dott.ssa Marangione, responsabile Neonatologia e Patologia Neonatale, ha contribuito negli anni alla crescita e allo sviluppo del Punto Nascita dell’ospedale.

“Mi hai insegnato a diventare mamma”. Un ringrazia-mento come tanti, tantissimi che stanno arrivando a Paola Marangione dalle donne che ha incontrato, ascoltato, aiutato a vivere l’esperienza più impor-tante della loro vita, l’esperienza della maternità. Paola Marangione era la responsabile di Neonato-logia e Patologia neonatale dell’Humanitas San Pio X. Faceva il medico per passione e riversava tutte le sue grandi doti umane in quel lavoro. La capacità di ascoltare le pazienti, di capirne e perfino anticiparne le esigenze.

“Sapeva dare sicurezza – ricorda Alessandro Bulfoni responsabile Ostetricia e Ginecologia che ha lavo-rato per tre anni in team con lei – anche quando la situazione poteva diventare critica”. Giocava di squadra, ma sapeva inventare il gioco. Come quando accettò di partecipare a un’iniziativa del Fuorisalone per mostrare come una casa debba essere arredata per garantire, oltre al comfort dei genitori, anche la sicurezza dei bambini più piccoli. Come quando salutò con entusiasmo la

sfida social di Michelle Hunziker che con l’iniziativa #svuotoilmioarmadio, mise all’asta i suoi abiti per raccogliere fondi destinati proprio al Punto Nascita San Pio X. Non c’era un momento in cui Paola Marangione non fosse in sintonia con la sua missione di allenatore, consigliere, amica delle “sue” mamme. Oltre che di medico. Per questo “lavorare al suo fianco – come testimonia la caposala Daniela –, era semplice. Sapeva comunicare. Con tutti. E riusciva sempre a trovare, nelle sue lunghe giornate in ospedale, un minuto da dedicare a chi aveva bisogno”.

Guardava sempre avanti. Anche quando le sue condizioni sono diventate critiche per la malattia.Parlava di futuro, progettava il futuro. Come è naturale, forse, per chi, solo nello scorso anno, ha gioito per la nascita di mille bambini.

Paola Marangione, 30 settembre 2019, 56 anni.

Condividiamo un ricordo pubblicato sul quotidiano La Repubblica, a cura di Carlo Arrigo.

La dottoressa Paola e i suoi mille bambini

Valentina

Massimiliano

PUNTO NASCITA

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SALUTE MENTALE

Utile a prepararsi bene per affrontare un evento importante, l’ansia può però bloccare e impedire di raggiungere i propri obiettivi. Se è amica o nemica, lo dice il modo in cui superiamo le difficoltà.

Batticuore, tremore, sensazione di mancanza d’aria, tensione muscolare, fino a nausea e vomito, possono capitare in diverse situazioni ritenute “pericolose”, come un esame

scolastico, un colloquio di lavoro, il primo appuntamento. “L’ansia non è sempre un segnale di disturbo, ma può diventarlo – dice il professor Giampaolo Perna, responsabile del nuovo Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X e docente di Psichiatria in Humanitas University–. Alcune persone,

prima di un evento importante, manifestano tutti i segnali di attivazione corporea del disagio, ma non bisogna spaventarsi. L’ansia diventa amica quando è neces-

saria per non arrivare impreparati, per concentrarsi, trovare tutte le risorse per dare il meglio di sé e superare ‘l’ostacolo’. Pertanto, l’ansia è amica quando aiuta ad avere un risultato positivo per la persona. Diventa nemica quando impedisce di superare l’evento e dimostrare il proprio valore. È il caso di chi fa scena muta, si blocca e non riesce ad affrontare e superare situazioni ritenute difficili. La distinzione tra ansia amica e nemica è legata al suo effetto sulla performance”.

Ansia, un fenomeno emotivo comune a tuttiÈ scritto nel nostro cervello: siamo tutti preparati per essere ansiosi. “L’ansia è un sistema difensivo straordinario – continua l’esperto –, è quella preoccupazione mentale di non riuscire a raggiungere l’obiettivo che ci permette di trovare le risorse

ANSIA E PANICO: COSA VUOL DIRE MEDICINA PERSONALIZZATA?Lo spiega il professor Giampaolo Perna, autore

insieme a Daniela Caldirola, psichiatra di

Humanitas San Pio X, dello studio “Verso una

terapia personalizzata dei disturbi di panico:

considerazioni preliminari di un lavoro in

aggiornamento continuo”, nella rivista scientifica

Neuropsychiatric Disease and Treatment.

“Per la prima volta, viene proposto un progetto

scientifico di medicina personalizzata nel disturbo

di panico che tiene conto di caratteristiche

individuali quali genetica e biochimica, stato

infiammatorio, funzionalità neuropsicologica e

alcuni parametri cardiorespiratori per costruire

un percorso terapeutico ‘sartoriale’.

In questo modo possiamo scegliere, tra vari

farmaci, psicoterapie e stili di vita, quelli più

adatti al disturbo di panico per quella persona

massimizzando i risultati e riducendo gli effetti

collaterali”.

ANSIA O ATTACCO DI PANICO? SCOPRI COME DISTINGUERLI E COSA FARE

• Stato di tensione e preoccupazione mentale

• È motivato da una reale situazione che crea preoccupazione.

COSA FARE? È importante cercare di capireil motivo per cui insorge e, se non è possibile risolverlo, chiedere aiuto a un medico psichiatra.

• Attacco sostanzialmente immotivato e inaspettato

• Si accompagna a una sensazione acuta di fortissimo malessere e disagio fisico.

COSA FARE? È importante sapere che passa da solo. Nell’attesa, praticare tecniche di controllo della respirazione, oppure mettere in moto il corpo, per esempio, fare uno scatto veloce di corsa.Ansia, nemica o amica?

#OLTRELOSTACOLO

per farlo. L’assenza di ansia invece aumenta le probabilità di arrivare impreparati all’ostacolo e quindi di non superarlo, mentre l’ansia nemica è un disturbo che impedisce di affrontare l’ostacolo. Se la reazione ansiosa è eccessiva rispetto al contesto, e limita la qualità di vita e le scelte della persona, rivolgersi a un medico psichiatra aiuta a diagnosticare la causa del disturbo e non solo a gestire farmacologicamente il sintomo. Significa escludere che il disturbo sia l’effetto di condizioni mediche come disturbi della tiroide o diabete, e fornire al paziente un percorso personalizzato per imparare a gestire i pensieri ansiogeni grazie alla terapia farmacologica, alla psicoterapia cogniti-vo-comportamentale e a qualche cambiamento nello stile di vita”.

Ansia: cambiare stile per dare il meglio di séAnche se amica, l’ansia può diventare un tormento. “L’approccio innovativo del Centro per i disturbi d’ansia e panico tiene in considerazione il paziente, la sua storia e le sue abitudini – spiega il professor Perna –. Per gestire l’ansia non patologica, è stato scien-tificamente dimostrata l’importanza di prepararsi fisicamente e mentalmente, proprio come fanno gli atleti. Dormire un adeguato numero di ore, evitare lo stress e svagarsi in modo attivo, ad esempio con una passeggiata, mangiare sano, fare attività fisica aerobica e non abusare di fumo, caffè e alcol, oltre a praticare tecniche di rilassamento e respirazione, hanno dimostrato essere efficaci in chi soffre di disturbi d’ansia”.

ANSIA PANICO

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NOVITÀ

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Artrosi di caviglia: tecniche innovative per ritrovareil giusto passo

#PIEDE #PROTESI #CHIRURGIAGENERATIVA #CARTILAGINE

La caviglia è un’articolazione perfetta che, al contrario di quanto capita alle altre articolazioni, non invecchia ma può ammalarsi di artrosi a qualunque età. “Definita un’articolazione congruente – spiega il dott. Federico Usuelli, responsabile Ortopedia della Caviglia e del Piede di Humanitas San Pio X –, le superfici di cui è composta la caviglia combaciano come in un puzzle. Si tratta di un sistema perfetto che invecchia solo se alterato. Nella caviglia, infatti, la prima causa di artrosi è il trauma (fratture e distorsioni ripetute), seguita dalle malattie infiammatorie sistemiche, come artrite reumatoide e lupus eritematoso. Zoppia, dolore, difficoltà a camminare, perdita di autonomia nelle attività quotidiane sono solo alcune delle limitazioni che colpiscono i pazienti. Molto spesso sono persone nel pieno della propria vita attiva, sportiva e professionale, a ritrovarsi con artrosi di caviglia a causa di traumi sportivi o incidenti. È, pertanto, una patologia che crea una grave disabilità e ha un profondo impatto socio-economicho per chi ne è affetto”.

Protesi di caviglia, ieri e oggiFino a pochi anni fa, la soluzione chirurgica al dolore da artrosi era l’artrodesi, cioè la fusione delle componenti dell’articolazione. “Senza dubbio efficace contro il dolore – prosegue l’esperto –, questa chirurgia blocca la caviglia a 90° ma, nel tempo, provoca scompensi a ginocchia, retropiede, avampiede. Negli ultimi 10 anni, invece, una migliore comprensione dell’articolazione tibio-tarsica, unite all’evoluzione verso design protesici sempre più vicini all’anatomia originaria, hanno reso la protesica di caviglia una soluzione affidabile, così come accade già da anni per l’artrosi di ginocchio, spalla e anca. Una grande novità è rappresentata dall’approccio chirurgico laterale, che permette di correggere anche deformità schele-triche post traumatiche complesse. L’obiettivo è riportare la caviglia in asse e garantire stabilità, ripristinando la funzione della caviglia. Avere una protesi non è come avere una cavi-glia sana, ma permette di tornare alla propria vita quotidiana, guidare, camminare a passo fisiologico senza dolore e senza richiedere adattamenti che provocano sovraccarichi alle altre articolazioni. In poco più di due mesi, il recupero del passo è completo. Pazienti più giovani e attivi, tornano a praticare anche attività sportiva a basso impatto come ciclismo, nuoto, e talvolta sci”.

Lo sai che...lo stivaletto di vetro-resina, è un dispositivo leggero e traspirante, che sostituisce il gesso. La fibra di vetro, infatti, permette alla ferita chirurgica di “respirare” e al paziente di camminare con meno disagio, subito dopo l’intervento, dato il peso ridotto.

INNOVAZIONE

La caviglia non invecchia, ma l’artrosi colpisce soprattutto i giovani. Per ritrovare il giusto passo, protesi innovative simili all’anatomia di caviglia e chirurgia di rigenerazione della cartilagine.

NOVITÀ

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Da una task force di 19 esperti italiani individuati dalla Società Italiana di Neurologia nasce la nuova definizione di dolore neuropatico farmacoresistente.

“Pubblicata sulla rivista Neuro-logical Sciences – spiega il dott. Marco Lacerenza, neurologo esperto in terapia del dolore in

Humanitas San Pio X e uno degli autori della pubblicazione – per la

prima volta si definisce in modo scienti-fico cos’è il dolore neuropatico farmaco-resistente, cioè quando il paziente non ottiene una riduzione del dolore del 50% impiegando per almeno 1 mese i farmaci di prima, seconda e terza linea indicati dalle linee guida internazionali, al più alto dosaggio tollerato. In questi casi, nella nostra struttura eseguiamo esami come i potenziali evocati laser per valu-tare la funzionalità delle vie neuronali

del dolore dalla periferia al cervello, individuare l’origine del dolore e deter-minare la terapia”. “Questo aiuta a trattare nel modo migliore il dolore neuropatico e, quando possibile, a evitare i farmaci in alcuni pazienti – prosegue il dott. Fabio Intelligente, specialista in anestesia e rianimazione dell’ambulatorio di Terapia Antalgica per il dolore Cronico di Humanitas San Pio X –. Grazie a procedure infiltrative o minin-vasive eseguite sotto guida ecografica o radiologica, per essere mirate, precise, sicure, e all’inserimento di aghi o cate-teri mininvasivi dotati di punte stimo-lanti, è possibile eseguire anche tecniche antalgiche dette ‘a radiofrequenza’ che arrivano al ‘cuore del problema’ ottimiz-zando i risultati”.

INNOVAZIONE

Il fast trackAlcuni pazienti con particolari caratteristiche psicologiche e cliniche sono candidati ideali al protocollo fast track per la protesica di caviglia. “Sulla base dell’esperienza del fast track per protesi di anca e ginocchio, i pazienti vengono valutati e preparati all’intervento in base a stato di salute generale, moti-vazione psicologica, qualità dell’osso e altri parametri. Dopo l’intervento, questi pazienti non usano il gesso, possono appog-giare il piede operato a pieno carico fin da subito e, grazie al Game Ready, un’apparecchiatura per la caviglia che alterna pressione e freddo e riduce il gonfiore, hanno un recupero più rapido”.

Non solo protesi In alcuni casi, è possibile preservare la caviglia artrosica grazie a tecniche rigenerative. “Se esistono i presupposti – sottolinea il dott. Federico Usuelli –, la chirurgia rigenerativa permette di correggere, riallineare e rigenerare i tessuti della caviglia in un unico intervento. La tecnica chiamata AT-AMIC, completa-mente artroscopica, combina le possibilità offerte dalle cellule a elevato potere rigenerativo del nostro corpo con i vantaggi delle membrane collageniche, dando vita alle cosiddette protesi biologiche. Il tessuto ricostruito è simile alla cartilagine nativa, i risultati sono duraturi e, in molti casi, è possibile tornare a praticare sport”.

Joint Preserving Surgery: PRIMA DELLA PROTESI, CHIRURGIA E MEDICINA RIGENERATIVA

INNOVAZIONE & RICERCA

Doloreneuropatico: nuova definizione, nuove soluzioni

Pubblicate su Neurological Sciences, le ultime novità sul trattamento del dolore cronico resistente ai farmaci.

#TERAPIADELDOLORE #FARMACI

I pazienti con artrosi di caviglia sono spesso giovani e hanno gravi disabilità e deformità, che rendono necessario l’intervento chirurgico. In alcuni casi, prima della chirurgia protesica, è possibile intervenire grazie a innovative soluzioni che uniscono la chirurgia e la medicina rigenerativa con l’obiettivo di:

Preservare l’articolazione

Riallineare la deformità causata dall’artrosi

Favorire la rigenerazione cartilaginea

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Aumentano la sopravvivenza dei malati, sono più tollerabili, distruggono bersagli specifici all’interno del tumore o armano il sistema immunitario del paziente. Sono le nuove terapie per la lotta contro il cancro, ma il futuro è la prevenzione.

Le sfide dell’oncologia si chiamano targeted therapy e immu-noterapia, e per alcuni tipi di tumore sono già una realtà

concreta. “Oggi i malati oncologici dispongono di due armi innovative – dice il prof. Armando Santoro, responsabile Centro Oncologia ed Ematologia di Humanitas San Pio X

e direttore dell’Humanitas Cancer Center –. La targeted therapy che individua bersagli molecolari specifici all’interno

del tumore, li colpisce in modo selettivo con farmaci di preci-sione bloccando così la crescita tumorale e preservando le cellule sane, e l’immunoterapia che non agisce sul tumore ma sul sistema immunitario del paziente. In molti tipi di tumore, il sistema immunitario è infatti ‘frenato’ e i meccanismi di difesa, che ci proteggono anche contro i tumori, sono alterati. Questa situazione immunitaria favorisce la crescita tumorale. L’immu-noterapia, già standard terapeutico per molte forme di tumore, toglie i freni al sistema immunitario e lo arma contro il tumore, facendo sì che a combatterlo sia il sistema di difesa dello stesso paziente. Combinando tra loro tutte le diverse terapie dispo-nibili, ovvero i nuovi farmaci biologici e le ‘vecchie’ terapie, si è riusciti ad aumentare l’aspettativa di vita dei malati onco-logici in maniera altamente significativa. La sfida del futuro è una forma avanzata di immunoterapia con cellule chiamate CAR-T (chimeric antigen receptor T): si tratta di globuli bianchi

“Fino ad alcuni anni fa, non c’era differenza di terapia per i pazienti con una o più

metastasi – dice la dott.ssa Simona Castiglioni, responsabile Radioterapia di

Humanitas San Pio X –, e la radioterapia era usata solo come terapia sintomatica

contro il dolore. Oggi, in pazienti oligometastatici (fino 5 metastasi), la radioterapia

stereotassica è efficace perchè agisce sulla fonte di approvvigionamento del tumore

(sistema vascolare): private di sangue e ossigeno, le cellule tumorali muoiono in modo mirato,

i tessuti sani vengono rispettati, aumenta la sopravvivenza del paziente e si allungano i tempi tra i cicli di

chemioterapia. Si effettua con macchine all’avanguardia con sistema di navigazione GPS che permette

di arrivare alle cellule malate e centrare perfettamente solo la metastasi”.

Radioterapia:con il GPS mira dritta solo al bersaglio

INNOVAZIONE

prelevati dal paziente e modificati geneticamente in laboratorio per renderli in grado di riconoscere e distruggere in modo mirato le cellule tumorali una volta reiniettati nel paziente stesso. Al momento i risultati sono sorprendenti in alcuni tumori del sangue”.

Multidisciplinarietà e prevenzioneSecondo la Società italiana di Oncologia Medica il 40% dei tumori si potrebbe preve-

nire adottando uno stile di vita adeguato (no fumo, no alcol, dieta equilibrata, attività fisica). “La vera sfida del futuro è ridurre il numero dei malati oncologici – sottolinea il dott. Paolo Montanaro, responsabile Oncologia Humanitas San Pio X –, ma per chi si ammalerà nei prossimi anni saranno sempre più disponi-

bili sia l’immunoterapia sia i farmaci a bersaglio molecolare. Quest’ultimi sono nel complesso meglio tollerati rispetto alla chemioterapia, ma non del tutto privi

di effetti collaterali acuti, come la tossicità cutanea che, colpendo frequentemente il volto, può compromettere la vita di relazione, ma anche cardiaca, epatica e gastrointe-stinale cui possono conseguire gravi quadri clinici. Per questo i farmaci biologici vanno impiegati in centri specializzati, spesso nell’ambito di trattamenti multidisciplinari. Per fare qualche esempio, nei tumori del colon oligometastatici si possono associare alla chemioterapia nella fase che precede un intervento di resezione epatica o polmo-nare, mentre nei tumori della testa e del collo localmente avanzati può essere sfruttato l’effetto sinergico con la radioterapia. Infine nei tumori della mammella sono sempre più frequentemente impiegati anche in assenza di metastasi, nella fase che precede o che segue l’intervento chirurgico”.

Radioterapia stereotassica:caratteristiche• poche sedute a dose molto elevata (8 sedute in 2 settimane)

• assenza di dolore

• dura pochi minuti

• mira solo alla metastasi

• atossica per i tessuti sani

• no effetti collaterali

Oncologia, il futuro è già qui

#IMMUNOTERAPIA

#RADIOTERAPIA

#TARGETEDTHERAPY

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Oculistica, prevenzione fin da piccoli

Vedere bene da piccoli per non avere limitazioni visive da adulti: è l’obiettivodella prevenzione che inizia alla nascitacon esami e visite mirate e prosegue a casa con piccoli giochi da fare in famiglia.

#PREVENZIONE #OCCHI#BAMBINI #RIFLESSOROSSO

I neonati non distinguono le immagini: imparano a vedere, così come a camminare o parlare, solo intorno all’anno di vita. “La fase di apprendimento visivo – dice il dott. Pietro Rosetta, responsabile Oculistica di Humanitas San Pio X –, spesso passa senza problemi. In alcuni casi, però, può essere ostacolata da patologie e difetti congeniti, ereditari o anomalie che, se diagnosticati in tempo, aiutano il bimbo a crescere senza problemi visivi anche da adulto. La prevenzione, quindi, inizia alla nascita”. La prova del riflesso rosso eseguita a tutti i neonati , permette di intervenire precocemente, in caso di positività o dubbi, nella diagnosi di malattie dell’occhio, specie in caso di familiarità per malattie gravi come neuroblastoma, cataratta congenita infantile e giovanile, glaucoma o alterazioni retiniche, ma anche malattie sistemiche con manifestazioni oculari e forti errori di refrazione.

La prova del riflesso rosso Un test semplice che può rivelare informazioni preziose. Per osservare il riflesso rosso, le pupille devono essere dila-tate: nei bimbi è sufficiente la permanenza in un ambiente con luce soffusa per qualche minuto prima di eseguire il test. Grazie alla trasmissione di luce da un oftalmoscopio a tutte le parti trasparenti dell’occhio incluso lo strato sottile delle lacrime, la cornea, l’umor acqueo, il cristallino e l’umor vitreo, l’esa-minatore verifica che la luce riflessa dal fondo dell’occhio del neonato venga trasmessa all’indietro attraverso i mezzi diottrici e l’apertura dell’oftalmoscopio. Se entrambi gli occhi mostrano in modo simmetrico il riflesso rosso, questo esclude la presenza di anomalie strutturali o quadri malformativi. Alterazioni del riflesso e presenza di macchie nere impongono una valutazione dello specialista. “Nei lattanti – aggiunge l’oculista –, alcune alte-razioni anatomiche sono riconoscibili solo alla visita oculistica. Se non diagnosticate e curate, possono consolidarsi durante l’accrescimento, determinando occhio pigro o ambliopia, in cui il cervello si abitua a usare solo l’occhio che lavora escludendo l’altro, o la miopia, ipermetropia e astigmatismo che si eredi-tano, anche da un lontano antenato, e possono svilupparsi nel corso della vita”.

Fin da piccoli, gli esami della prevenzione Vedere bene è importante, ma non basta. “Anche se già sotto-posto alla prova del riflesso rosso – conclude il dott. Rosetta –, è consigliabile ripetere il test fino a 1 anno. Dai 2-3 anni, invece, è consigliabile la visita oculistica per valutare tutto l’occhio, inclusi gli annessi oculari (palpebre e ciglia) importanti per l’ammicca-mento che mantiene lubrificato l’occhio, i canalini naso-lacrimali che, se chiusi alla nascita, come spesso accade, causano infezioni batteriche agli occhi, il riflesso fotomotore, ovvero la reazione uguale e contemporanea in entrambi gli occhi della pupilla che si stringe o si allarga alla luce, la funzione della retina che registra i segnali luminosi e li converte in impulsi elettrici, il nervo ottico e, se necessario, anche l’esame della refrazione”.

Anche ai genitori più attenti può sfuggire che il proprio bimbo abbia un problema agli occhi. Ecco i segnali da non sottovalutare:

NON GUARDA VOLENTIERI I CARTONI ANIMATI

ASSUME UNA POSIZIONE ANOMALA DEL CAPO DAVANTI ALLA TV

Il giocoche prepara alla visita oculistica

Dai 2 ai 6 anni, il GIOCO DELLA LETTERA E di Albini, da fare insieme al proprio bimbo, è un indicatore valido e preciso dell’acuità visiva, usato dal medico oculista durante la visita.

ISTRUZIONI:• scegli un momento della giornata in cui il bambino

sia ben riposato e disponibile a giocare con te• invitalo a rivolgere le dita della sua manina

nella stessa direzione della lettera E

Giunto dal medico oculista il bambino troverà E simili a queste. Indicandone la direzione permetterà una semplice e affidabile verifica della sua acuità visiva.

E E

E

EOCCHIO A QUESTI SEGNALI

12

SALUTE E PREVENZIONE

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18 19Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Aiuta a diventare famiglia, favorisce l’accoglimento del nuovo nato e lo speciale legame tra mamma e bebè, dal travaglio al parto, fino al ritorno a casa. Conosce la donna e crea un’assistenza personalizzata che le permette di capire di cosa avrà bisogno la

futura mamma nel momento più importante e delicato della nascita. “Personalizzare l’assistenza ostetrica – spiega Stefania Del Duca, coordinatrice ostetriche di Humanitas San Pio X –, per la futura mamma signi-

fica essere accompagnata e seguita dal travaglio al parto secondo una modalità di supporto continuo defi-

nito in base al carattere della donna, ai suoi bisogni, alla sua vita passata, ai suoi desideri. Quando una donna partorisce, infatti, si porta dietro il bagaglio di un’intera vita: conoscerlo, permette all’ostetrica scelta di accudire e proporre strategie vincenti per aiutare la donna dal punto di vista emotivo e fisico, a vivere il travaglio e il parto in serenità”.

I vantaggi dell’assistenza ostetrica one to one sono definiti dalle linee guida del Ministero della Salute, ma l’esperienza al fianco della donna è ogni volta una storia diversa. “Durante le ore del travaglio – continua l’ostetrica –, l’ostetrica parla molto alla donna del bambino, dell’immediato post parto e della nascita del bimbo. Ogni donna può avere necessità diverse, e c’è anche chi va aiutata ad accogliere il proprio figlio, perchè ‘non è pronta a incontrarlo’, o chi ha avuto esperienze precedenti difficili e le serve un supporto. L’ostetrica dedicata sa aiutare la donna nel diventare mamma: non solo nel partorire, ma nell’accettare e accogliere il proprio bimbo al seno per allattarlo, guardarlo e iniziare ad amarlo. Il one to one permette di fare questo, perché la fiducia tra ostetrica e futura mamma si crea piano piano, attraverso la conoscenza della donna che ti ha scelta”.

Lo sai che...In Humanitas San Pio X è possibile scegliere nominalmente un’ostetrica che, affiancandosi alla collega in turno, segue la futura mamma in tutto il percorso, dal travaglio al parto, fino alla dimissione.

PER INFORMAZIONIUfficio Ricoveri Privati 02.6951.7522

Risonanza magnetica: aperta o chiusa?Scopriamo le differenze

È uno degli esami diagnostici più importanti per valutare molte patologie, ma le sue grandi dimensioni e la necessità di stare distesi in un tubo chiuso spesso non piacciono ai pazienti.

#TECNOLOGIA#DIAGNOSI

“Indispensabile per la diagnosi di molte patologie e lesioni dalla neurologia alla cardiologia, fino all’on-cologia, ortopedia e gastroenterologia – spiega il dott. Andrea Caprotti, responsabile Servizio TC in Humanitas San Pio X –, per molti pazienti la risonanza magnetica (RMN) rappresenta spesso un ostacolo psicologico difficile da affrontare a causa del senso di soffocamento, oppressione, claustrofobia durante l’esame. Con l’innovazione della RMN aperta, invece, il tubo chiuso e i tipici rimbombi sonori emessi dal magnete sono stati eliminati e di conseguenza anche il disagio dell’esame per molti pazienti”.

RMN aperta o chiusa? Simili ma non ugualiEliminato il ‘fattore psicologico’, la RMN aperta ha caratteristiche e indicazioni specifiche. “In entrambi i casi – prosegue il dott. Caprotti –, la risonanza magne-tica usa un campo magnetico e onde di frequenza analoghe a quelle emesse da radio e Tv, per ottenere immagini 3D dettagliate di strutture e organi. Innocua e non invasiva, la risonanza magnetica chiusa usa però un campo magnetico più potente rispetto a quella aperta. Se da una parte, la RMN aperta è indicata esclusivamente per alcuni distretti

corporei mantenendo la medesima precisione diagnostica della RMN chiusa, dall’altra in alcuni casi, previa valutazione del medico radiologo, la RMN aperta ha il vantaggio di ampliare l’indicazione anche ai portatori di elementi metallici inseriti anni fa, come viti o placche chirurgiche, punti di sutura, clip, o protesi, che non sono compatibili con la RM chiusa perché le componenti metalliche potrebbero surriscaldarsi e spostarsi a causa del campo magne-tico più potente. Resta per entrambe la controindi-cazione per i portatori di pacemaker e le donne in gravidanza per le quali c’è l’indicazione solo in caso di estrema necessità. La RMN chiusa ad alto campo magnetico è insostituibile però per studiare volumi corporei più ampi, come addome, prostata o cuore, non valutabili con la RMN aperta. Anche la durata dell’esame non cambia: sono circa 30 minuti in cui al paziente viene chiesto di restare il più possibile immobile sdraiato sul lettino che, nel caso della RMN chiusa entra all’interno del grande magnete, mentre nella RMN aperta, il magnete si posiziona solo in corrispondenza della parte del corpo da valutare”.La RMN aperta è particolarmente indicata per le patologie articolari e della colonna vertebrale.

SPECIALE DIAGNOSTICA

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Ostetricia, l’importanza del one to oneFutura mamma e ostetrica sempre insieme, per tutto il travaglio, con benefici per mamma e bebè.

FOCUS

Le Linee Guida sulla Gravidanza fisiologica promosse dal Ministero della Salute confermano che il ONE TO ONE OSTETRICO durante il travaglio riduce:

gli interventi ostetrici

le richieste di antidolorifici

il ricorso a episiotomie e tagli cesarei

le ore di travaglio e parto e si accompagna a una maggiore soddisfazione e gratificazione della mamma

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20 21Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Acquablation: un getto d’acqua contro l’ipertrofia prostatica benigna

La robotica ad acqua è un nuovo trattamento, non invasivo e poco traumatico, che si affianca alla chirurgia e ai laser nella cura di una delle principali patologie maschili.

#LASER #PERSONALIZZAZIONEDELLACURA#ACQUA

La prostata è una piccola ghiandola a forma di castagna che in condizioni normali pesa 20 grammi. Con l’avanzare dell’età può aumentare il suo volume comprimendo l’uretra che vi passa all’interno ostruendo il deflusso dell’urina che può ristagnare, creando difficoltà nella minzione, infezioni, calcoli, dolore pelvico e riducendo la qualità di vita. È l’iper-trofia prostatica, una patologia benigna che può comparire con l’età fin dai 40 anni. Molteplici sono le soluzioni e i trattamenti, che però possono avere affetti collaterali, come alterare la funzione sessuale, l’erezione e l’eiaculazione, e la continenza urinaria, con un impatto importante nella vita sessuale e nella qualità di vita di uomini anche giovani. “Per questo motivo – spiega il dott. Luciano Nava, responsabile Urologia di Humanitas San Pio X – il trattamento dell’ipertrofia prostatica non è uguale per tutti i pazienti e per tutte le prostate. L’ampia disponibilità di terapie conservative, come dieta o farmaci anche fitoterapici, e chirurgiche mininvasive, quando la terapia medica non è utile, permette di personalizzare la scelta del trattamento. Alcuni interventi sono più efficaci nella rimozione di tessuto, e quindi nella ridu-

zione del volume prostatico, ma possono dare compli-canze quali assenza di eiaculazione, disuria irritativa, incontinenza urinaria. Altri, rimuovono meno tessuto ma riducono le complicanze o gli effetti collaterali. La scelta dipende da diversi fattori, tra cui la dimen-sione e peso della prostata, età del paziente, tipo di disturbo, aspettative e stile di vita”.

Ogni scusa è buona per andare in bagno? La terapia inizia dalla dieta comportamentale“Se il paziente si alza 4 volte per notte – continua l’esperto –, la prima cosa da valutare sono le sue abitudini: alcuni alimenti come peperoncino e ciocco-lato, gli alcolici (anche vino e birra) o caffè, possono aumentare le difficoltà alla minzione. Se nessuna delle terapie conservative o farmacolo-giche è efficace, la scelta del trattamento mininvasivo va discussa con il paziente, anche al fine di evitare complicanze indesiderate per la propria vita sessuale”.

Chirurgia, laser, robotica ad acqua: tutto quello che c’è da sapereMantenere la funzione sessuale, ovvero erezione ed

INNOVAZIONE

eiaculazione, è importante specie negli uomini più giovani. “Le soluzioni dipendono dal problema – sottolinea il dott. Nava –. Piccole protesi (ITIND) con funzione di espansore, inse-rite in uretra con un cistoscopio e rimosse dopo 4 giorni in ambulatorio, sono efficaci per migliorare del 50% il getto urinario, mantenendo la funzione sessuale e la continenza urinaria del paziente. Si tratta di un intervento ripetibile dopo 3 anni. Un’alternativa è l’uso di ancorette (urolift) inserite in uretra in anestesia spinale o in sedazione, allo scopo di elimi-nare l’ostruzione; dall’esperienza dell’ope-ratore in questa tecnica dipende l’assenza di complicanze sulla funzione sessuale. Tra i trattamenti endoscopici classici indi-cati per prostate molto voluminose, vi sono la TURP, ossia la resezione per via trans-uretrale della porzione di tessuto prostatico che negli anni si è gonfiata e fa da “tappo” (adenoma), e l’enucle-azione con laser a Olmio (HoLEP) che, grazie al calore del laser permette l’enucleazione, la frammentazione e l’asportazione dell’adenoma. Entrambi eseguiti in anestesia spinale o generale, sono mininvasivi ma possono risultare traumatici per l’uretra. Permettono di otte-nere ottimi risultati in termini di elimina-zione dei sintomi, ma possono associarsi a complicanze sulla funzione erettile, eiaculazione e continenza urinaria, oltre a possibile sanguinamento e bruciore alla minzione per alcune settimane.Il laser interstiziale invece, eseguito sotto guida ecografica, permette la decompressione della prostata grazie a piccoli fori praticati intorno all’uretra con la fibra laser inserita attraverso il pene, ma non agisce sull’ostruzione. Migliora però i sintomi da ostruzione e soprattutto mantiene l’eiaculazione.

Ipertrofia prostatica: il trattamento robotizzato è ad acqua Tra i trattamenti meno invasivi e meno traumatici, che preservano la funzione sessuale, il nuovo sistema robotizzato di rimozione ad acqua del tessuto ipertrofico, chiamato AcquaBeam, è indicato anche in pazienti con prostate voluminose, fino a 200g con sintomatologia disurica ostruttiva. La terapia Aquablation è una tecnica che combina la nitidezza dell’imaging multi-dimensionale in tempo reale, l’autonomia robotica e l’ablazione a getto d’acqua senza calore per la rimozione mirata, controllata e immediata del tessuto prostatico. “Grazie a un cistoscopio realizzato appo-sitamente per questo sistema, di diametro più piccolo del normale, e al controllo visivo con ecografia transrettale multipla-nare – dice l’esperto –, il chirurgo disegna ecograficamente la porzione di adenoma da rimuovere e pianifica la rimozione che sarà poi eseguita dal sistema robotizzato. La rimozione del tessuto avviene tramite un getto d’acqua che esce da un ugello posto sulla punta del cistoscopio: potenza e profondità del getto sono determinati dall’operatore e mantenuti stabili da un robot che, come fosse un tergicristallo, sposta il getto da sinistra a destra all’in-terno dell’uretra prostatica. Grazie a questa tecnica, che si esegue in sala operatoria e in anestesia loco-regionale o generale e richiede un ricovero di due giorni, è possibile rimuovere una minore quantità di tessuto pur sufficiente per avere un’ef-ficacia terapeutica. I risultati sono un netto miglioramento dei sintomi e minori effetti collaterali soprattutto di tipo irrita-tivo, come urgenza minzionale con incon-tinenza, bruciore e aumentata frequenza minzionali, fastidio pelvico. E soprattutto sono bassi i rischi di effetti collaterali di natura sessuale.

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22 23Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Isteroscopia, laparoscopia e robotica

FOCUS

“Molte patologie ginecologiche maligne e benigne, o problemi di inferti-lità – spiega il dott. Alessandro Bulfoni, responsabile Gineco-logia e Ostetricia di Humanitas San Pio X – possono comparire a ogni età senza sintomi o, talvolta, con sanguinamenti o perdite anomale, e gonfiore addominale specie nelle donne magre. In età fertile o in menopausa, queste patologie possono essere studiate con esami specifici come l’isteroscopia diagnostica e trattate – a seconda dei casi – con procedure mininvasive come la laparoscopia, l’isteroscopia operativa o in casi più complessi la chirurgia robotica”.“I vantaggi della laparoscopia si devono alla tecnica: 2-3 piccole incisioni a livello ombelicale permettono di inserire una telecamera per visualizzare gli organi interni nella cavità addominale gonfiata

con gas CO2, e speciali strumenti chirur-gici per effettuare l’intervento.

Evitando l’incisione chirurgica, i vantaggi sono estetici, ma soprattutto clinici con riduzione del sanguinamento intraopera-

torio, del dolore, minor tempo di degenza e un più rapido ritorno alla vita

quotidiana. Simili i vantaggi della robotica, ma con un’estrema precisione e sicurezza chirurgica grazie ai movimenti del robot. Questo riduce le complicanze e i tempi di recupero del paziente anche in caso di grossi interventi. Infine, tra le tecniche a disposizione, l’isteroscopia operativa effettuata in sedazione permette di raggiungere per via vaginale la cavità uterina e asportare polipi e fibromi con il solo discomfort di perdite ematiche simil-mestruali dopo la procedura”.

Sono tecniche diverse per diagnosticare o operare molte patologie ginecologiche benigne e maligne. In tutta sicurezza e con minori complicanze post operatorie.

#PRECISIONE #SICUREZZA #GINECOLOGIA

NON SOLO CHIRURGIA: ANCHE LA DIAGNOSTICA È PRECISA E NON INVASIVA

Patologie ginecologiche e indicazioni mininvasive

Isteroscopia operativa: • fibromi (miomi) sottomucosi • polipi intrauterini • setto uterino

Laparoscopia: • malformazioni• endometriosi • fibromi non mucosi • tumori ginecologici e infertilità

Chirurgia robotica: interventi di lunga durata (es oncologia ginecologica) o con specifiche indicazioni

“L’isteroscopia diagnostica è un esame endoscopico ambulatoriale più specifico dell’ecografia che si effettua in caso di sanguinamenti anomali in età fertile, e pre o post menopausa – spiega il ginecologo Daniele Di Piazza –. Grazie alla telecamera presente sull’endoscopio introdotto per via vaginale fino alla cavità uterina, è possibile vedere i dettagli ingranditi fino a 20 volte e ricercare

miomi, sinechie, ovvero aderenze, endometriosi, o altre anomalie. Durante l’esame si possono effettuare biopsie”.

CARATTERISTICHEDurata: 5-10 minutiSedazione: In genere non è doloroso, in alcuni casi può comparire un

dolore simile alla mestruazione; il ginecologo ferma l’indagine e prosegue non appena il dolore passa

Preparazione: Non necessariaComplicanze: Rare. In caso di febbre rivolgersi allo specialista per la terapia specifica

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24 25Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Giorgio PivatoResponsabile Chirurgiadella Manoe Microchirurgia Ricostruttiva

Ezio LattuadaResponsabile Chirurgia Bariatrica

Marco Dal FanteResponsabile Gastroenterologiae Endoscopia

Marta BrumanaDermatologa

Marco KlingerReferente Chirurgia Plastica 4

Federico D’Amario Responsabile Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio

IL MEDICO RISPONDE

Sono sintomi di artrosi e rizoartrosi (artrosi del pollice) causati dall’invecchiamento delle articolazioni che usura la cartilagine che protegge i capi ossei e infiamma i tessuti e provoca gonfiore. Con l’inattività della notte, diminuisce l’azione di pompa naturale svolta dai muscoli che aiuta il sangue a lasciare la periferia per tornare verso il cuore, riducendo la percezione di gonfiore. Ecco perché al mattino tornano normali con acqua e movimento. Tuttavia, è importante valutare il problema dal punto di vista clinico e radiografico.

Una riduzione importante di peso può essere ottenuta solo grazie ad un cambiamento radicale del proprio comportamento con un aumento consistente dell’esercizio fisico, un diverso atteggiamento nei confronti del cibo e la scelta razionale degli alimenti. Se questo non basta e sono presenti fattori di rischio per la salute (diabete, cardiopatie, ipertensione, ecc.), la chirurgia bariatrica per l’obesità, previa valutazione medica, permette di ottenere e mantenere i risultati desiderati.

La prevenzione inizia a 50 anni, 10 anni prima in caso di familiarità di primo grado per carcinoma del colon, con la ricerca del sangue occulto nelle feci. L’esame permette di intercettare i polipi intestinali prima che evolvano in carcinoma localizzato; in caso di positività, il polipo viene rimosso durante la colonscopia, sempre in sedazione. L’esame istologico rivelerà la natura benigna o maligna del polipo. Un adenoma impiega da 7 a 10 anni per diventare tumore maligno. La diagnosi con lo screening aumenta le probabilità di guarigione.

È un problema frequente specie nelle donne tra 25 e 40 anni. Si chiama acne della donna adulta, può continuare dall’adolescenza o comparire tardivamente e in genere si manifesta su mento e guance. La visita dermatologica permette di identificare segni clinici ed eventuali fattori scatenanti di squilibrio ormonale, o valutare l’associazione tra acne e alcuni prodotti per la beauty routine, incluso il make up. Per ottenere i migliori risultati contro l’acne, è importante usare prodotti studiati per il proprio tipo di pelle e indicati dal dermatologo.

Dopo un notevole dimagrimento, il profilo dell’addome può non essere gradevole a causa dei tessuti di rivestimento in eccesso. Previa valutazione medica, una soluzione può essere l’addominoplastica, intervento che permette di ridurre i tessuti molli e svuotati. Il gonfiore potrebbe invece essere causato da un accumulo di grasso locale e superficiale, in questo caso si può intervenire con una lipoaspirazione, o da grasso endoaddominale, vale a dire profondo, e l’unica possibilità è quella di dimagrire ulteriormente.

L’impianto di una piccola protesi, chiamata mono compartimentale, serve a riparare una lesione avanzata sulla cartilagine che ha colpito solo uno dei tre compartimenti del ginocchio. Non sostituisce tutta l’articolazione, e per questo è chiamata “salvaginocchio”, ma non è temporanea. Anzi, impiantata per tempo può evitare la progressione dell’artrosi e la protesi totale. Dopo l’intervento mininvasivo, in pochi giorni è possibile tornare alle proprie attività, e in circa 40 giorni anche allo sport senza limitazioni.

TUMORE DEL COLON & PREVENZIONE

PELLE & ACNEMANI & ARTROSI

OBESITÀ & STILE DI VITA PANCIA & CHIRURGIA PLASTICA

GINOCCHIO & PICCOLE PROTESIMi sveglio spesso con le dita della manogonfie e rigide. Tornano normali muovendoleo con l’acqua calda. Perché?

Io e mio marito vogliamo perdere peso,ma eccediamo di molto quello ideale. Cosa possiamo fare?

Ho sentito parlare di tumore del colon.Da che età è possibile fare prevenzione?

Ho 29 anni e soffro ancora di acne.Cosa posso fare?

Ho perso 20 kg, ma la mia pancia è ancora gonfia e cadente. Quali sono le soluzioni chirurgiche?

Ho 50 anni, soffro di artrosi al ginocchio. La piccola protesi che dovrò mettere è temporanea?

Alessandra PionaResponsabile Medicina Generale

Potrebbe trattarsi di rinite allergica e per evitare che si ripresenti o peggiori, è importante una corretta diagnosi. L’autunno-inverno è il periodo migliore per la valutazione allergologica perchè lontano dalle fioriture. I prick test cutanei forniscono risultati immediati durante la visita e si effettuano pungendo la cute attraverso una goccia di estratto allergenico posto sull’avambraccio. Se necessario, il Rast test sul sangue dosa gli anticorpi specifici per graminacee, betulle, ambrosia. La terapia può iniziare in autunno-inverno con il vaccino, oppure sintomatica-stagionale con antistaminici o cortisone.

RINITE ALLERGICA & PREVENZIONEHo passato la primavera e l’estate a starnutire. Come posso evitarlo l’anno prossimo?

Sara GalliRadiologa Senologa

Dai 40 anni aumenta progressivamente il rischio di tumore al seno, la neoplasia asintomatica più frequente nelle donne. La mammografia è un esame accurato che rientra nello screening di diagnosi precoce del tumore del seno, e permette di individuare eventuali anomalie e noduli nel seno prima che si manifesti con sintomi specifici, oppure a seguito della scoperta di noduli od altri segni. Proprio perchè sta bene, sottoporsi agli esami di screening è importante per un’adeguata prevenzione.

SENO & PREVENZIONE TUMOREHo 42 anni, non ho problemi di salute. Devo fare la mammografia anche se non ho sintomi?

MariagraziaBordoniChirurgo Vascolare

Le macchie bluastre intorno alle caviglie sono spesso segno di insufficienza venosa. Potrebbe trattarsi di sottili capillari, con significato di danno estetico, o essere la manifestazione di una malattia delle vene che col tempo potrebbe rendersi responsabile di ulcere o flebiti. Visita vascolare ed eventualmente ecocolodoppler degli arti inferiori consentono diagnosi e cura specifica. La sedentarietà, lo stare in piedi per molto tempo e il sovrappeso peggiorano manifestazioni e sintomi della malattia venosa.

GAMBE & VARICIHo 67 anni, e noto inestetiche macchie blu alle caviglie. C’è qualche rimedio?

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www.sanpiox.net26 Humanitas San Pio X Magazine - N.6

Giovanni CaseroResponsabile Ortopedia della Colonna 3

Previa visita specialistica, è possibile intervenire con alcuni trattamenti conservativi, come la fisioterapia. Se non danno benefici e la qualità di vita si riduce, si può valutare l’intervento di artrodesi (fusione dei dischi malati) dopo opportuno approfondimento diagnostico. L’intervento risolve il dolore ripristinando la corretta curva lombare e, grazie alla mininvasività che preserva i muscoli paravertebrali, salvo complicazioni, dopo 2-3 giorni il paziente viene dimesso e può tornare alla sua vita quotidiana senza mal di schiena.

MAL DI SCHIENA & PERCORSI DI CURA

Ho 51 anni e da 1 anno ho sempre mal di schiena; la terapia farmacologica ha dato scarsi benefici. Cosa posso fare?

Michele MassaroResponsabile Sezione Chirurgia Protesica Mini invasiva

Francesco IaconoResponsabile Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare

Nella sostituzione totale dell’articolazione del ginocchio, la tecnica mini invasiva (Tissue Sparing Surgery) permette di salvaguardare muscoli e legamenti importanti per la stabilità del ginocchio, come i legamenti crociati anteriore e posteriore. Ogni paziente è diverso, ma questo tipo di intervento permette di mantenere la propriocettività, cioè la sensazione di avere il proprio ginocchio e tornare a fare attività anche sportive, con poche limitazioni.

Una volta danneggiata, la cartilagine ha un limitato potenziale rigenerativo. La terapia con cellule mesenchimali autologhe, cioè prelevate da grasso o midollo osseo del paziente che è donatore-ricevente, ha dimostrato azione antinfiammatoria, regola la risposta immunitaria e potenzialmente favorisce la rigenerazione cellulare. Dopo il prelievo, uno speciale processo permette di ottenere un concentrato di cellule mesenchimali pronte a essere iniettate dove necessario.

GINOCCHIO & PROTESI TOTALE

SPORT & MEDICINA RIGENERATIVA

A 68 anni ho bisogno di una protesi totale di ginocchio.Sentirò che non è il mio ginocchio?

48 anni, sportiva, ho un danno inizialedella cartilagine del ginocchio. Cosa posso fare?

Pietro SalvatoriResponsabile Otorinolaringoiatria

Il tumore alle tonsille e al cavo orale non è ereditario. L’abitudine al fumo, il consumo di alcol, specie se combinati, sono le principali cause negli uomini, e sempre più nelle donne. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato l’associazione tra il tumore alle tonsille e il virus HPV (papillomavirus), che si trasmette per via sessuale. Sani stili di vita e la vaccinazione anti HPV, recentemente resa obbligatoria anche per i maschi dal 12° anno di età, dovrebbero ridurre il rischio di cancro tonsillare, analogamente a quanto avvenuto per il cancro della cervice uterina.

GOLA & PREVENZIONE TUMOREMio papà ha avuto un tumore alle tonsille. Può essere ereditario?

IL MEDICO RISPONDE

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NEWS

Vita in Humanitas#SORRISIINROSASULLE NOTE DELLA PREVENZIONE SENOLOGICA A TUTTE LE ETÀ

Studentesse, dottoresse e pazienti, insieme, per ricordare che la battaglia contro il tumore al seno si può vincere con l’arma della preven-zione, a tutte le età. È “Sorrisi in Rosa In Musica”, la speciale inizia-tiva di sensibilizzazione che è stata organizzata il 30 ottobre in collaborazione con le studen-tesse della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado. In ospedale le pazienti hanno ascoltato le note delle giovani studentesse che si sono esibite in alcuni concerti. Spazio anche a scre-ening gratuiti e consigli su corretti stili di vita e diagnosi precoce da parte delle specialiste di senologia. Per l’intero mese di ottobre inoltre, tutte le sere, la piramide dell’ospedale si è illu-minata di rosa per accendere i riflettori sull’im-portanza della prevenzione senologica e per ricordare l’impegno quotidiano per la salute e il benessere delle donne di tutte le età.

#ATUTTAQUALITÀSTOMIE, IN OSPEDALE UN CENTRO DEDICATO

Humanitas San Pio X è stato riconosciuto come Centro Prescrittivo Stomie dalla Regione Lombardia. Il riconoscimento attesta la qualità del percorso di cura offerto, garantendone la conformità con gli elevati standard regionali. Nel Centro lavo-rano in équipe il medico chirurgo e l’infermiera stomaterapista che seguono il paziente in tutte le fasi, dalla preparazione all’intervento all’educazione terapeutica per la gestione della stomia fino alla personalizzazione dei percorsi di dimissione e riabilitazione. Il Centro è in rete con associazioni e enti del territorio per garantire continuità assistenziale e delle cure.

Una nuova veste grafica più immediata e accessibile, sezioni dedicate agli eventi e congressi scientificie alle location, ma anche nuove funzioni come la possibilità di ricevere newsletter dedicate a specifici ambiti medici di interesse. Queste alcune delle novità del nuovo sito HumanitasEdu, dedicato ai corsi eagli eventi scientifici in programma negli ospedali del gruppo Humanitas e presso Humanitas University.

HUMANITASEDU, il sito si rinnova

www.humanitasedu.it

Dopo i lavori di ristrutturazione e modernizzazione, riapre l’Auditorium dell’ospedale con nuovi ambienti e tecnologie all’avanguardia. Flessibilità, sicurezza e innovazione le parole chiave del nuovo spazio che in versione open space può accogliere fino a 200 persone o può essere modulato in due sale da 40 e 160 posti a sedere. Moderni sistemi audio e video, un impianto multimediale di ultima generazione con controllo integrato delle apparecchiature attraverso tablet e poi la possibilità di videoconferenze – anche in streaming sui social – e il collegamento live surgery con le sale operatorie dell’ospe-dale o esterne, come quelle del Simulation Center di Humanitas University. Tanti i plus del nuovo auditorium pensato per essere un luogo di riferimento per il confronto interdisciplinare e la promozione delle conoscenze scientifiche tra i professionisti nel nuovo centro della città, tra la vivace zona di Garibaldi, Gioia e Isola.

Nuovo auditorium,nuovi congressi

#FORMAZIONESCIENTIFICA

Page 16: Bruno, ex vigile del fuoco, e altre storie.Anno IV - n. 6 Novembre 2019 Bruno, ex vigile del fuoco, e altre storie. I nostri pazienti ci raccontano la loro esperienza in ospedale Ansia,

30 31Humanitas San Pio X Magazine - N.6 Humanitas San Pio X Magazine - N.6 31

PRENOTAZIONIPRENOTAZIONI SSN

02.6951.6000lunedì - venerdì 9:00 - 12:00 e 14:00 - 16:00di persona: lunedì - venerdì 8:30 - 16:00

PRENOTAZIONI PRIVATI E CONVENZIONATI

02.6951.7000lunedì - venerdì 8:00 - 19:00sabato 8:00 - 13:00 di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 20:00sabato 8:00 - 13:00

ANNULLAMENTO APPUNTAMENTI

02.6951.7801servizio con segreteria telefonica

PRELIEVI PRELIEVI SSNlunedì - sabato 7:00 - 11:00

PRELIEVI PRIVATI E CONVENZIONATIlunedì - venerdì 7:00 - 14:00 sabato 7:30 - 12:00

RICOVERIRICOVERI PRIVATI E CONVENZIONATI02.6951.6598/6599lunedì - venerdì 9:00 - 17:00di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 17:00

RICOVERI SSN 02.6951.6507lunedì - venerdì 9:00 - 15:00di persona: lunedì - venerdì 7:00 - 15:00per abilitazione carta regionale 10:00 - 12:00

Segreterie Area Chirurgica per info telefoniche: lunedì - venerdì 9:00 - 12:30 e 14:00 - 17:00 di persona 10:00 - 11:00 e 14:00 - 15:00

02.6951.6841 Chirurgia Protesica e Ricostruzione Biologica Articolare Ortopedia della Caviglia e del Piede

02.6951.6843 Oculistica Ginecologia Urologia Ortopedia della Colonna 1

02.6951.6842 Chirurgia della Mano Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio Ortopedia della Colonna 3 Chirurgia Plastica ricostruttiva

02.6951.6844 Chirurgia Generale Chirurgia Colo-proctologica Chirurgia Bariatrica

02.6951.6509 Otorinolaringoiatria

Humanitas San Pio X

Humanitas San Pio X MagazineVia F. Nava, 31 - 20159 Milano | Ufficio stampa: Laura Capardoni | [email protected] 4 - Numero 6 - Novembre 2019 | Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 247 del 3 ottobre 2016Direttore responsabile: Walter Bruno | Responsabile comunicazione: Laura Capardoni | Redazione: Laura Capardoni, Liana Zorzi, Francesca Bariselli Grafica: Tortuga s.r.l. | Immagini: Archivio Humanitas San Pio X, iStockphoto | Stampa: Tipografia F.lli Verderio - Milano

Pronto

Nu

mer

i uti

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CENTRALINO 02.6951.1

CONSEGNA REFERTIlunedì - venerdì 8:00 - 18:00

02.6951.6971

sabato 8:00 - 13:00

SEGRETERIA RADIOTERAPIA02.6951.6108lunedì - venerdì 8:30 - 16:00 servizio con segreteria telefonica dedicata

Direttore Sanitario: dott. Giorgio Tarassi

NEWS

#GIORNATAMONDIALEDELLAVISTACON LUXOTTICA PER LA SALUTE DEGLI OCCHI

Gli oculisti di Humanitas San Pio X hanno partecipato alla speciale iniziativa solidale organizzata da Luxottica e Fondazione OneSight in occasione della Giornata Mondiale della Vista. Dal 7 al 18 ottobre gli specialisti hanno eseguito consulti gratuiti a persone bisognose e bambini, presso la Casa dell’accoglienza Enzo Jannacci e Fondazione Progetto Arca Onlus di Milano, in collaborazione con Associazione CAF Onlus e gli Istituiti Milanesi Martinitt e Stelline. Ove necessario, sono stati consegnati un paio di occhiali per la correzione del proprio difetto visivo. L’iniziativa è stata organizzata con l’Assessorato Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, con il Centro Universitario di Ricerca in ottica e optometria dell’Univer-sità Bicocca (COMIB).

#QUALITÀCLINICAUNA GIORNATA DEDICATA ALLA SICUREZZA DELLE CURE

Una campagna social con curiosi “Lo sai che”, una mostra diffusa “La sicurezza. Tutti possiamo prendercene cura”, un desk in ospedale per fornire consigli sulla sicurezza nell’uso dei farmaci e indicazioni sulle fasi di riconciliazione e ricognizione farmaco-logica e il booklet tascabile “le mie medicine” da portare sempre con sé. È la speciale iniziativa organizzata in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita indetta dalla presidenza del Consiglio dei Ministri il 17 settembre. Focus sulla collaborazione attiva del paziente nel processo di cura: la preci-sione delle informazioni che lo specialista riceve sulla terapia in corso di assunzione

(ricognizione), è infatti la base per impostare corretta-mente le nuove prescrizioni (riconciliazione) di farmaci. L’iniziativa è stata l’occasione per valorizzare l’impegno quotidiano degli specialisti per la prevenzione e gestione del rischio clinico, attività coordinate dal Risk Manager dell’ospedale e considerate parte integrante dei processi di cura per garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure.

Nome completo della medicina come riportato

sulla confezione e dosaggio (precisare se gocce, compresse…)Quantità assunta e frequenza (es. 1 compressa, 20 gocce…)

Ora di assunzionePerché viene assunta? Data inizio terapia Data fine terapia Effetti collaterali

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HSP LE MIE MEDICINE ESE-INTERNO ottobre.indd 1

24/09/19 11:15

Al desk dedicato, i medici Vittorio Dehò, Alessandra Piona, Elena Volpini, Maria Bareggi, Marco Lacerenza, Tiziana Torri, farmacista, e Chiara Oggioni, Risk Manager.

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