brochure parco ecologico san jachiddu 2009

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parco ecologico San Jachiddu storia, attività, progetti

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Fascicolo illustrativo di storia, attività e progetti del parco ecologico san jachiddu, Messina.

Transcript of brochure parco ecologico san jachiddu 2009

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parco ecologicoSan Jachiddustoria, attività, progetti

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Dimorare è il modo di esseredella saggezza. Si dimora creando

un posto, scoprendo un luogo.Non si dimora da qualunque parte,

ma presso o in un luogo determinato. Questo luogo è la terra,

la casa o il cuore umano.La saggezza è sempre ospite. (…)

Preparare una dimora alla saggezza equivale a mettere radici

nel cuore della realtà.

R. Panikkar, La dimora della saggezza

Vi sono luoghi in cui la natura sembra incontrare il sogno d’armonia del cuore degli uomini, in cui il nostro soggiornare su questa terra presagisce il risplendere di un mistero che, provocandoci alla condivisione e alla speranza, ci eccede infinitamente e ci accoglie. Vi sono luoghi in cui il volto di luce del cielo e il fragile splendore delle prime fioriture di primavera sembrano trarre forma dalla spirituale azzurra profondità di una lingua di mare stretta tra due terre tormentate. Vi sono luoghi in cui la corteccia nodosa di una quercia disegna silenziosamente i sigilli delle infinite migrazioni degli uomini sulla terra e nel tempo.

Il Parco S. Jachiddu vuole essere il dono e la costruzione infaticabile di uno di questi luoghi.

paesaggio e dimora

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il parco ecologico

arte e natura

attività

parco scuola

eventi

laboratori artigianali

servizi

la cooperativa

collaborazioni e partner

parco ecologicoSan Jachiddustoria, attività, progetti

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Forte San Jachiddu sorge all’interno di un complesso col-linare molto articolato, che con profonde digitazioni si in-serisce fra le tre vallate dell’Annunziata, di S. Licandro e di Giostra/S. Michele della. Le pendici retrostanti dei Pelori-tani consentono di raggiungere, lungo il “sentiero natura”, attraverso un incantato boschetto di querce da sughero, monte Serrazzo (m. 428) e rocca dell’Arme (m. 470); su-perata portella dell’Urgo, si percorre la linea di cresta fino a monte Tidora (m. 604) e monte Ciccia (m. 609), da cui si dominano entrambi i versanti ionico e tirrenico con una spettacolare vista sulle isole Eolie e capo Milazzo, per un percorso complessivo di circa due chilometri. Discendendo a portella Castanea è possibile poi proseguire lungo i sen-tieri forestali dei colli S. Rizzo.

Il territorio del Parco, delimitato dal lato nord dai torrenti An-nunziata e S. Licandro, dal lato sud dai torrenti S. Michele e Giostra ed alle spalle dagli ultimi contrafforti dei Pelorita-ni, è strettamente legato alla storia, alle leggende e proba-bilmente ai primi insediamenti stabili di quello che è il più

ampio territorio della Messina attuale. La frequentazione di questi luoghi è stata costante nel tempo e, se pure non dimostrabile da rovine a causa delle periodiche distruzioni che hanno caratterizzato Messina, può essere dedotta da varie notizie storiche e dalla toponomastica. Nel periodo bizantino, precedente pertanto all’insediamento degli arabi a Messina, numerosi furono gli eremiti (tra cui il più noto fu S. Nicandro o S. Licandro) che, seguendo per lo più la regola di S. Basilio, presero dimora nelle cavità ancora oggi visibili nella zona e lì praticarono in solitudine la loro fede. Sulla sponda del Torrente S. Michele, inoltre, i Car-melitani fondarono la loro prima sede (1235 circa), dopo quella abbandonata sul monte Carmelo di Gerusalemme. Quel luogo, a causa della vita eremitica dei frati, si chiamò “Ritiro”, nome conservato ancora oggi per indicare l’intero quartiere; lo stesso Forte S. Jachiddu potrebbe trarre il suo nome da S. Gioacchino, protettore dell’ordine insieme a S. Anna ed a S. Giuseppe.

ubicazione ecenni storici

“Forte S. Jachiddu” rises on a plain, at 330 metres above sea level, and offers a panoramic view of the entire area of the Straits of Messina. It was built in the last decades of the 19th century with other defensive structures planned to fortify both sides of the Straits; having fallen into decay, it was restored towards the end of the 20th century. Today the “Forte” and its surroundings are in the care of the social cooperative Scirin which has promoted for years the project of an ecological park (“Parco Ecologico S. Ja-chiddu”) suited to various experiences: from intense relation with nature to environmental education, territorial promotion, cultural and artistic experimentation, meditation.In fact the park not only offers to the visitors a magnificent view of the Straits, of the city of Messina and of the Peloritani Mountains, but it also gives them the opportunity to follow a guided tour through paths and the reading of informative boards which favour a deep contact with the beauty of the environment by illustrating its peculiarities and the related mythical-symbolic suggestions.

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Ubicazione, cenni storici,ristrutturazione e recupero dal degrado, fauna e flora dei Peloritani,il circuito dei forti

il parcoecologico

A quota 330 metri, su una piccola area pianeggiante da cui lo sguardo abbraccia tutta l’area dello Stretto di Messina, si erge forte San Jachiddu, tassello di un ampio progetto di fortificazione iniziato negli ultimi decenni del XIX secolo lungo entrambi i versanti dello Stretto. Scoperto e recuperato dal degrado alla fine degli anni novanta, oggi si racconta attraverso l’immensa luce e l’azzurro profondo da cui si resta catturati arrivando in cima alle sue rampe. La sua originaria destinazione bellica viene presto dimenticata per lasciare spazio ad un orizzonte i cui limiti si riescono appena ad immaginare.

Metafora di una Sicilia che patisce il dramma della contraddizione tra le bellezze della natura e l’incapacità della sua gente a vivere in armonia con esse, il fortino si presenta oggi come un belvedere sul mare, accolto ed esaltato dalla natura circostante. Gli anni della sua ‘rinascita’ coincidono con l’elaborazione da parte della cooperativa Scirin del progetto Parco Ecologico S. Jachiddu: un luogo di esperienza della natura ed educazione ambientale, di promozione del territorio, di sperimentazione artistica e culturale e di meditazione, dove la natura si tocca con mano e le pietre “parlano”;

dove si è chiamati non solo ad essere consapevoli ma anche protagonisti della relazione tra natura e cultura; un luogo nel quale l’azione educativa si impegna a creare i presupposti per un’assunzione di responsabilità nei confronti dell’ambiente e della comunità di appartenenza ed a stimolare lo sviluppo di una cultura del territorio e nel territorio a garanzia di un futuro sostenibile che rispetti e rivaluti il patrimonio ambientale e paesaggistico. Una fucina creativa nella quale le diverse realtà del territorio possano interagire per realizzare insieme e diffondere una nuova coscienza ecologica.

Il Parco Ecologico San Jachiddu vuole essere un prototipo dell’abitare luoghi e paesaggi nel tempo della proliferazione dei non-luoghi, privi di identità e di fisionomia. Nel luogo della sua esistenza, l’uomo è chiamato a divenire di casa ed a soggiornare in una comunità con gli altri uomini che rispecchi l’invisibile armonia che lega la goccia di pioggia con l’immensità della terra.

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Tra i mammiferi sono presenti il riccio (Erinaceus europa-eus), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) e la don-nola (Mustela nivalis). Animale protetto in pericolo di estin-zione è l’istrice (Hystrix cristata), i cui aculei sono rinvenibili nei pressi del Parco. Tra i rettili si segnala il nero biacco (Hierophis viridiflavus), ed il raro colubro leopardino (Za-menis situla): questi serpenti, che non costituiscono alcun pericolo per l’uomo, sono di fondamentale importanza in natura perché, nutrendosi di topi ed altri roditori, ne tengo-no sotto controllo la popolazione.

Numerosi sono gli insetti che popolano il Parco: dalle incon-fondibili cicale, alle appariscenti farfalle, fra le quali ricordia-mo: il podalirio (Iphiclides podalirius), il macaone (Papilio machaon) ed alcune migratrici quali la vanessa del cardo (Cynthia cardui) e la vanessa atalanta (Vanessa atalanta).

Tra gli uccelli stanziali, oltre le gazze (Pica pica) e le ghian-daie (Garrulus glandarius), è possibile ascoltare, in lonta-nanza nel bosco, il raro picchio rosso maggiore (Picoides major) che tambureggia sui tronchi degli alberi. Nelle zone più aperte sono osservabili il cardellino (Carduelis carduelis) la cutrettola (Motacilla flava), il fringuello (Fringilla coelebs), il pettirosso (Erithacus rubecula), l’upupa (Upupa epops) e numerosi altri.

L’evento maggiormente attraente che si può osservare nel Parco ogni primavera è, tuttavia, il passaggio sullo Stretto di Messina di migliaia di uccelli migratori: dai falchi pecchia-ioli (Pernis apivorus) ai gruccioni (Merops apiaster) alle cico-gne (Ciconia ciconia e Ciconia nigra), ai fenicotteri (Phoeni-copterus ruber) e molti altri. Il parco ecologico, trovandosi proprio sulla rotta dei migratori, è un luogo privilegiato per l’osservazione di questo straordinario fenomeno che da sempre si ripete nella sua meravigliosa unicità.

La flora del Parco è varia ed eterogenea: sono presenti in-fatti più di 100 specie di piante. Nell’area circostante si ha una vegetazione erbacea che in primavera si colora di vi-vaci fioriture di anemoni (Anemone hortensis), zafferanetto (Romulea bulbocodium), iris (Iris shysirinchyum), vulneraria (Anthyllis tetraphylla), lattughella (Fedia cornucopiae), mar-gheritine (Bellis annua). Sono inoltre presenti diverse orchi-dee mediterranee quali Anacamptis pyramidalis, Serapias lingua e Ophrys sphegodes.

Lungo il sentiero che porta a Monte Serrazzo, si costeggia una piccola collina con una fitta macchia mediterranea di arbusti sempreverdi quali eriche (Erica arborea) e corbez-zoli (Arbutus unedo), che in autunno producono saporiti frutti rossi, detti “mbriagheddi”. Nei tratti più aridi si osser-vano altri cespugli della macchia quali il lentisco (Pistacia lentiscus) e il cisto femmina (Cysus salvifolius), che in aprile produce fiori bianchi simili alle rose selvatiche. Ai margini del sentiero si apprezzano le belle fioriture primaverili del bastone di S. Giuseppe (Asphodelus microcarpus) e del-la dafne (Dafne gnidium). Numerose ginestre si incontrano qua e là nella macchia: la ginestra odorosa (Spartium jun-ceum), la ginestra spinosa (Calycotome infesta) e il citiso villoso (Cytisus villosus) dal portamento parzialmente rica-dente. Non mancano specie aromatiche come la nepetella (Calamintha nepeta), l’origano meridionale (Origanum hera-cleoticum) e la micromeria (Micromeria cosentina).

Tra le specie arboree presenti significativa è la sughera (Quercus suber) inconfondibile per la sua corteccia rugosa. Vicino Monte Serrazzo si può passeggiare all’interno di una bellissima sughereta, tra le poche ancora presenti sui Monti Peloritani. Altri alberi, piantati in passato, hanno raggiunto notevoli dimensioni: eucalipti (Eucaliptus camaldulensis), specie esotica di origine australiana, pini marittimi (Pinus pinaster) e pini domestici (Pinus pinea).

la flora la fauna

ambiente naturale

Both flora and fauna of the park are, indeed, very rich: in springtime there is a vivacious blooming of anemones, irises, woundworts and common daisies; shrubs and bushes - typical of the maquis - cover the hills with heathers, strawberry-trees, cistuses and da-phnes, while the most typical arboreal species is the cork oak tree. The park is also populated by a number of mammalians (hed-gehogs, wild rabbits, weasels, porcupines), reptiles (black colubers and other snakes), insects (cicadas, butterflies) and birds (jays, woodpeckers, goldfinches, redbreasts etc.). But the most attractive event is the passing of thousands of migratory birds at every springtime: honey-buzzards, bee-eaters, storks, flamingos and many others.

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Il progetto di riqualificazione socio-ambientale del Forte San Jachiddu realizzatosi alla fine degli anni novanta nasce all’interno del più ampio progetto Life-ambiente, promosso dal C.R.I.C. (Centro Regionale d’Intervento per la Coope-razione) e cofinanziato dal Comune di Messina e dalla Co-munità Europea, per la riqualificazione dei quartieri Giostra-Ritiro-Tremonti.

Il processo di recupero del Forte si è sviluppato in varie fasi, non sempre lineari. Lentamente i colli circostanti hanno ini-ziato a stabilire una nuova relazione con il fortino, recupe-rando il legame che paradossalmente già esisteva prima dell’abbandono. Dopo il primo momento di entusiastico coinvolgimento di gruppi di volontari, persone singole, pub-blica amministrazione ed associazioni, rendere concreta la scelta iniziale ha richiesto fatica, impegno, tempi lunghi. Ma dopo ormai un decennio di lavoro il forte, inserito nel più ampio progetto del Parco Ecologico, è divenuto uno spazio prezioso di elaborazione di idee in cui svolgere cammini di crescita comune, un luogo vivo di aggregazione e socia-lizzazione grazie ad una trasfigurazione degli spazi interni ed esterni che si prestano oggi ad essere utilizzati in modo versatile e molteplice.

recupero dal degrado

Il Parco offre ai cittadini la possibilità non solo di rivisitare l’ex-struttura militare con la scoperta di un nuovo punto di vista da cui osservare la loro città, ma è anche occasione, grazie ai sentieri proposti e alle tabelle informative, di entrare in contatto con la natura circostante imparando ad apprezzarne la bellezza e scoprendone le caratteristiche peculiari e le valenze mitico-simboliche.

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Il territorio sul quale si sviluppa il Parco Ecologico San Ja-chiddu è strettamente legato alla storia, ai miti e alle leggen-de della città di Messina. Questo legame è divenuto pro-duttivo grazie alle relazioni avviate con artisti e artigiani del luogo che hanno saputo interpretare la natura circostante, procedendo verso un’arte a forte valenza etica, coerente con i valori di promozione della persona, di convivenza, con-divisione, armonia e rispetto della natura e del paesaggio.

La sinergia creata tra artisti, opere e territorio si è dappri-ma manifestata in modo istintivo, mentre solo di recente si è pervenuti ad una consapevolezza ambientale e storica, dove l’arte viene considerata veicolo di sperimentazione, riflessione ed educazione. Coerentemente con la storia di recupero del forte, l’arte è intesa come strumento per ri-costruire un rapporto ormai perduto con la natura.

Il progetto Art Open Air al forte prevede installazioni da collocarsi all’interno del Parco Ecologico S. Jachiddu, sia dentro le mura che nei terrapieni circostanti. Si tratta di ter-ritori di esplorazione, spazi aperti alla trasformazione, dove l’arte, offrendosi al pubblico, invita ad una partecipazione comunitaria e sollecita una rinnovata attenzione ai temi del paesaggio, dell’abitare responsabile e dell’ambiente, al fine di istituire una pratica estetica dove le opere non siano merci disponibili in un mercato ma “eventi” in un lembo di natura non addomesticabile.

Il progetto Art Open Air deve essere considerato come un work in progress, luogo di esposizione e di creazione, luo-go simbolico per la città e lo Stretto di Messina, dove “la gente” sia indotta a trasformare il territorio da spazio astrat-to e cartesiano in dimensione vissuta ed affettiva.

Mi piace pensare che quando l’artenon era ancora stata “inventata”

i nostri antenati si commuovesseroa contemplare un’alba spettacolare,uno stormo in volo, un placido lago

circondato da alberi, il verdeaccecante di certi boschi, le strane

forme delle nuvole. Erano quelli i loro quadri, eternamente mutevoli

e prodotti dalla “musica del caso”.Basta poco a convincersi che,

in fondo, è proprio così:la natura è arte in sé.

Sergio Marino, Direttore generale di Arpa Sicilia

arte open air

According to the project Art Open Air, some installations will be collocated in the spaces of the “Parco Ecologico S. Jachiddu” surrounding the Forte. These installations are meant to suggest to the visitors a communal involvement and to solicit a new kind of attention towards landscape and environment together with a new responsible sense of habitation.The territory occupied by “Parco Ecologico S. Jachiddu” is deeply connected to the historical events, myths and legends concer-ning the city of Messina. This connection has been revaluated and made vital by local artists and artisans who have interpreted the surroundings with great sensibility, aiming at an art coherent with ethical values, such as cohabitation, harmonic and respectful relationship with nature and landscape, promotion of individual growth.

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arte e natura

Il Parco Ecologico S. Jachiddu è un luogo privilegiato dove poter cogliere le forme, i colori, il respiro del paesaggio ed immaginare le molteplici forme d’interazione tra arte, natura e paesaggio. Un’arte che sia capace di entrare in profonda armonia con il territorio, di interrogarlo ma, soprattutto, di lasciarsi docilmente interrogare da esso, divenendo, così, stimolo critico di riflessione sulle devastazioni e gli stravolgimenti delle nostre terre, ma anche invito alla condivisione, al coinvolgimento ed all’azione responsabile. Un’arte come pratica ecologica, un percorso nel quale l’artista – e ogni “animo di artista” – si possa porre in dialogo con l’ambiente alla scoperta-riscoperta delle sue risorse naturali: risorse per l’ambiente e risorse per l’uomo.

Un percorso ed un luogo, il Parco Ecologico S. Jachiddu, reale e simbolico al tempo stesso, nel quale arti visive e musica, paesaggio sonoro e paesaggio visivo, letteratura e poesia, si possano unire per raccontare e progettare il territorio esaltandone la bellezza, facendone emergere la memoria, denunciandone il presente ed immaginandone il futuro.

Attraverso un cammino ancora in divenire il Parco Ecologico S. Jachiddu si apre quindi ad ogni forma d’arte, accogliendo nei suoi spazi installazioni scultoree, mostre fotografiche e pittoriche, concerti ed esecuzioni musicali, rappresentazioni teatrali e di danza, manifestazioni poetiche, letterarie, cinematografiche capaci di “immergersi” nel paesaggio. Si propone, dunque, come spazio fisico e sensoriale in cui l’arte, insieme alle ricerche più avanzate dell’ecologia, sperimenta una diversa dialettica tra natura e territorio.

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Il giardino dei miti ospita varie specie arboree arbustive e floreali dell’ambiente mediterraneo che, attraverso il racconto mitologico rappresentato sinteticamente nelle tabelle in mostra, invitano il visitatore a riflettere sul profondo legame tra uomo e natura. Il giardino tematico delle piante aromatiche e officinali raccoglie varie specie erbacee e arboree con l’in-dicazione del nome e della specie; è corredato da un esaustivo pannello didattico che compendia la loro provenienza, le caratteristiche botaniche e gli utilizzi comuni.

il giardino dei mitipiante aromatichee officinali

Si organizzano, anche su richiesta, presentazioni di libri, incontri culturali, giornate di studio su temi in armonia con la fisionomia culturale e le finalità ideali del Parco.

Si propongo, inoltre, progetti di ricerca ed esplorazione dell’ambiente:“settimane verdi”, stages, seminari, corsi intensivi, escursioni,

attività fisiche a contatto con la natura.Destinatari: singoli cittadini, gruppi organizzati, insegnanti, associazioni.

Proposte specifiche per bambini, anziani e disabili.

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Percorsi naturalistici (osservazioni botani-che, osservazione degli uccelli migratori), orti biologici, itinerari per un turismo sostenibile ed ambientale, percorsi di trekking sui Peloritani.

attività

La vocazione e la collocazione geografica del Parco Ecologico San Jachiddu lo portano ad essere il punto di partenza naturale per molti itinerari di riscoperta della natura dell’area dei Peloritani, siano essi percorsi organizzati di trekking (anche in collaborazione con altre associazioni ed enti del territorio) o escursioni estemporanee di gruppi e comunità, nella convinzione che una delle risorse più feconde e scarsamente utilizzate del nostro territorio sia un turismo sostenibile e solidale che dia la possibilità a tutti di godere delle bellezze del nostro ambiente naturale e concedere a ciascuno l’occasione di una rigenerazione del corpo, della mente e dell’anima.

I percorsi naturalistici, percorribili con guida, permettono non solo di ammirare lo splendido panorama dello Stretto e dei due mari (Tirreno e Ionio) che si gode inoltrandosi lungo i sentieri che salgono verso i Peloritani, ma anche di approfondire la conoscenza dell’ambiente con notizie di carattere storico geografico e naturalistico, osservazioni delle specie botaniche, riconoscimento delle tracce della ricca fauna del territorio e, in particolare, con l’osservazione

degli uccelli migratori che ogni anno sorvolano nelle loro migrazioni intercontinentali la zona dello Stretto.

Il Sentiero Natura “Serrazzo”, inoltre, dà la possibilità di acquisire autonomamente le informazioni anche senza l’ausilio di un accompagnatore, mettendo in evidenza, per mezzo di un’opportuna segnaletica, i vari soggetti botanici, paesaggistici, zoologici ed ambientali.

I soci della cooperativa Scirin sono impegnati nella coltivazione di orti biologici in vista di un loro utilizzo a scopo didattico-dimostrativo con particolare attenzione alle varietà più tipiche della tradizione contadina dell’area dei Peloritani.

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Una proposta nella quale gli studenti sono invitati ed ac-compagnati, prima di ogni apprendimento nozionistico, ad entrare in punta di piedi nella natura, non solo per “guar-darla” ma per immergersi in essa con tutti e cinque i sen-si. L’obiettivo è quello di destare la curiosità che porta alla scoperta e ad un successivo approfondimento e sollecita-re, così, l’assunzione in prima persona di comportamenti responsabili ed ecosostenibili.

Gli argomenti nei quali sono suddivisi gli itinerari proposti sono: accoglienza e socializzazione, esplorazione della natura e avventura nell’ambiente, scoperta dell’ambiente attraverso il gioco, terra, alberi, piante ed animali, energie della natura, riscoperta delle tradizioni e dei mestieri, rici-claggio e abilità manuale, natura e mito, pace e ambiente, intercultura e ambiente.

La cooperativa, inoltre, mette a disposizione la struttura e la professionalità dei suoi soci e di collaboratori esterni per costruire e realizzare, insieme agli insegnanti, non solo per-

corsi personalizzati, attuabili anche in un weekend o nello spazio di più giorni e comprendenti, eventualmente, più di una delle nostre proposte, ma anche progetti di più ampio respiro da poter inserire nella programmazione scolastica.

Una dettagliata descrizione delle nostre proposte per le scuole si può scaricare dal nostro sito sotto il titolo “Per-corsi di Educazione Ambientale”.

La cooperativa opera altresì nel settore dell’educazione, formazione, informazione e ricerca ambientale attraverso l’organizzazione di stage, seminari, convegni, corsi in full-immersion, presentazioni multimediali di materiali didattici e/o scientifici su specifici aspetti/problemi dell’ambiente ri-volti ad insegnanti, educatori e operatori dell’ambiente.

Non vivere su questa terracome un estraneo

o come un turista della natura.Vivi in questo mondo

come nella casa di tuo padre:credi al grano, alla terra, al marema prima di tutto credi all’uomo.

Ama le nuvole, le macchine, i librima prima di tutto ama l’uomo.

Senti la tristezza del ramo che seccadell’astro che si spegne

dell’animale ferito che rantolama prima di tutto

senti la tristezza e il dolore dell’uomo.Ti diano gioia tutti i beni della terra:

l’ombra e la luce ti diano gioiale quattro stagioni ti diano gioia

ma soprattutto, a piene mani ti dia gioia l’uomo!

Nazim Hikmet - Ultima lettera al figlio

educazione ambientale

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Progetti di educazione ambientale;esperienze didattiche dell’ambiente naturale e della relazione uomo-natura, educazione al consumo critico,educazione alla pace, energie rinnovabili.

parco scuola

La cooperativa Scirin propone percorsi didattici per tutti gli ordini di scuola, nel desiderio di poter divenire, con la collaborazione degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e dell’Amministrazione Comunale, un punto di riferimento stabile per l’educazione ambientale nella città di Messina.

I percorsi sono finalizzati non solo a promuovere la scoperta della natura e dell’ambiente ma soprattutto ad apprezzarne la bellezza e a coglierne i significati più profondi sviluppando il senso dell’osservazione, la creatività individuale e collettiva, la capacità di meravigliarsi.

In una relazione educativa il cui ambiente privilegiato è quello naturale, tali percorsi propongono la scoperta e l’approfondimento delle diverse tematiche ambientali ed ecologiche attraverso l’osservazione diretta, il gusto per l’esplorazione e per il gioco, la scoperta dei vari tipi di linguaggio verbale e non verbale, la sperimentazione scientifica e la documentazione utilizzando il gioco, l’avventura, le capacità espressive (manuali, grafico-pittoriche, sonoro-musicali e corporee) non solo come strumenti (i “giochi”, le “avventure”), ma come dimensioni significative del modo di essere ed intervenire nell’ambiente.

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laboratori artigianali

Il museo del ferro battuto nasce dalla collaborazione con l’associazione di arte fabbrile “Efestus”; custodisce rari utensili e macchine d’epoca e promuove, nell’annesso la-boratorio, percorsi informativi e formativi sulla lavorazione artigianale ed artistica del ferro.

Il laboratorio di ceramica realizza regolarmente corsi di ceramica per amatori; ricerca e propone degli stili tipici che riescano a riprodurre ed esaltare gli elementi distintivi e la fisionomia del Parco. Recentemente questa ricerca si è concretizzata nella realizzazione delle “Terre del Forte”, una nuova linea di ceramiche artistiche (produzione anche su commissione) ideata da un gruppo di ex corsisti guidati da un artigiano esperto.

The “Festa della Primavera” (Springtime Festival) has represented in the last ten years the most renowned and frequented “show window” of the Parco: it gives to the participants the opportunity to welcome all together the arrival of the warm season which breaks out in the multicoloured blooming of fields and slops, in the fragrances of the aromatic herbs, in the luxuriance of trees and shrubs. In a joyful atmosphere of participation it is possible to consume traditional drinks and dishes, and to buy typical goods on show: agricultural edible products, handicrafts and nursery-garden specialities. Recurring at the beginning of autumn, the “Festa del Peperoncino” (Chilli Pepper Festival) is dedicated to the savours of chilli pepper and to its traditions.During the summer the Parco offers a rich programme of theatrical performances (“ForteTeatro”), as well as concerts, ballets, and filmfestivals (“ForteCinema”). An up-to-date detailed programme of Festivals, performances and various events is available on our web site: www.fortesanjachiddu.itThe pottery workshop regularly holds courses for amateurs. The courses are based on the research of a style coherent with the cha-racteristics of the Parco, as fundamental premise to the realization of the pottery works. A new line of artistic pottery has recently been set up and the works realized can be bought in the Forte itself: “Le Terre del Forte”.The “Museo del Ferro Battuto” (Wrought Iron Museum) guards ancient and rare tools and machines, and is run with the collabo-ration of the blacksmith art association “Efestus”.

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Festa della primavera e Festa del peperoncino, spettacoli di teatro, musica, danza, cineforum.

Il programma dettagliato delle Feste, degli spettacoli e di tutti gli altri appuntamenti è disponibile, costantemente aggiornato, sul nostro sito web:www.fortesanjachiddu.it

eventi

La Festa della primavera, che vanta una tradizione ormai decennale, rappresenta la più nota e frequentata vetrina del Parco. L’appuntamento si svolge generalmente nella seconda metà del mese di aprile ed è l’occasione per vivere insieme l’arrivo della bella stagione che esplode nelle fioriture variopinte dei prati e delle pendici dei colli, nei profumi delle erbe aromatiche e nel rigoglio di alberi ed arbusti. L’esposizione e la vendita di prodotti agro-alimentari ed artigianali tipici del territorio e di specialità vivaistiche si coniuga con le dimostrazioni sulle energie rinnovabili, gli spettacoli teatrali e musicali legati alle tradizioni locali e con la possibilità di consumare insieme pietanze tradizionali in un clima di allegra condivisione del luogo, delle sue risorse e meraviglie.

All’inizio dell’autunno si colloca, invece, la Festa del peperoncino, dedicata ai saperi e ai sapori del peperoncino, ma anche occasione per passeggiate naturalistiche guidate, conversazioni sul nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, mostre pittoriche, musica dal vivo e “a ciuri di pipi” e, naturalmente, degustazioni di ogni sorta di invenzioni culinarie a base di peperoncino!

Durante i mesi estivi il Parco offre un cartellone di spettacoli teatrali ( ForteTeatro ), musicali e di danza, insieme con rassegne cinematografiche ( ForteCinema ) che costituiscono una occasione unica per sfuggire alla calura cittadina sotto il cielo stellato del Forte e partecipare agli eventi artistici ricchi di stimoli ed emozioni in profonda sintonia con la silenziosa natura circostante.

E dopo gli spettacoli si resta ancora insieme a gustare il pane caldo appena sfornato e condito!

Il Parco è frequentato, soprattutto in occasione delle feste e degli altri eventi, da un numero sempre crescente di persone (per gli appuntamenti più tradizionali si supera il migliaio di presenze) di disparata estrazione sociale e provenienti da diversi tipi di esperienze: professionisti impegnati nella tutela e valorizzazione del territorio, operatori sociali attivi nel volontariato, artisti ed artigiani, imprenditori, membri di associazioni varie e società di servizi, singoli cittadini e famiglie; tutti accomunati dalla scoperta e dall’amore del nostro patrimonio ambientale.

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La cooperativa Scirin, che gestisce il Forte dagli anni della sua riqualificazione e che ha elaborato il Progetto del Par-co Ecologico, si compone di operatori sociali ed educatori da anni impegnati in esperienze di insegnamento e promo-zione umana, esperti in educazione ambientale, artigiani, imprenditori e singoli volontari ed appassionati che, con-quistati dalla bellezza e dalle potenzialità di questo luogo, hanno deciso di investire lavoro, risorse ed immaginazione affinché il Parco possa diventare patrimonio condiviso di comunità e di singoli, convinti come siamo che solo quan-do la fatica della terra si unisce alla forza dei sogni qualcosa di duraturo e di bello possa realizzarsi.

Coop. Soc. Onlus “Scirin”

Consiglio di amministratoreSandro Gorgone

presidente

Giacomo Farinavicepresidente e refernte per gli spettacoli

Antonino Mantineoconsigliere e responsabile rapporti

con istituzioni e associazioni

Direttore del ForteMario Albano

Responsabile tecnicoMichele Borgia

Operatori del ParcoCettina Catania, Antonino Giachinta,

Salvatore Giachinta, Antonino Anastasi

Responsabili educazione ambientaleLucia Guarino, Pucci Valenti

Informazioni+39 3290476468

Per ospitalità: +39 3498021849Per attività scuole: +39 3493285076

Per eventi e manifestazioni:+39 3296153824; +39 3473711546

The Parco offers the following services to the visitors: a libra-ry on ecology containing a number of publications on territo-ry, flora and fauna of the Peloritani Mountains; the possibility for groups of tourists and for communities to be received and entertained; organization of meetings, seminars and stu-dy groups on topics concerning nature and environment.

[email protected]

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Biblioteca ambientale, ospitalità,accoglienza di gruppi e comunità,seminari e giornate di studio,attività autogestite.

La biblioteca ambientale nasce dalla collaborazione con il CESV (Centro Servizi per il Volontariato) di Messina. Con il suo patrimonio di libri e riviste sul territorio, la flora, la fauna dei Peloritani e sulla legislazione ambientale, si propone come luogo di incontro e di approfondimento delle tematiche ambientali a servizio di tutti i visitatori del Parco, siano essi scolari, studenti o semplici cittadini.

Collocata nella stanza superiore della caponiera del Forte, la cappella rappresenta il cuore spirituale del Parco Ecologico, luogo di preghiera e di meditazione ed emblema della nostra più grande scommessa: trasformare una struttura al servizio della guerra in un luogo di pace e di crescita umana.

Le strutture del forte offrono ospitalità a gruppi organizzati e comunità anche di disabili per attività autogestite che si inseriscano all’interno degli obiettivi e delle finalità ideali proprie del Parco. È possibile anche pernottare nei locali del Forte e della annessa foresteria.

servizi

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Questa suggestiva e immaginaria scena di un Omero cieco che abbraccia le rovine di Troia e le interroga sugli ultimi giorni prima della sua caduta, mi accompagna mentre percorro il sentiero che dal forte S. Jachiddu sale verso i Peloritani. La città di Messina anche se ben visibile è lontana, molto più lontana della sua reale distanza fisica. C’è tanta pace e tanto silenzio; ma un silenzio particolare, molto diverso dal silenzio che si sperimenta in una

stanza chiusa dove il rumore dei pensiero è molto opprimente. È un silenzio comunicativo che mi fa percepire la vitalità della natura che mi circonda, che mi fa sentire compagno di vita delle querce da sughero, del corbezzolo, dell’erica, del piccolo crocus, dei tanti piccoli animali ubriachi di vita.Allora sento il bisogno di sedermi. C’è l’imbarazzo della scelta se rivolgere le spalle ai Peloritani o allo Stretto. Poi mi accorgo che non c’è un davanti e un di dietro. È un tutt’uno. Non distinguo bene se i colli, come un gregge di agnelli, escono dal mare o vanno verso il mare.Seduto. Guardo e sono guardato.E come Omero vedo e sento la storia di questo luogo. La storia di quando gli dei e le ninfe passeggiavano su sentieri non diversi da questo; vedo la barca di Ulisse che lotta contro i flutti di Cariddi per non finire sugli scogli di Scilla; vedo vecchi eremiti segnati dalla sete dell’Assoluto seduti accanto a me che guardano il sole che sta tramontando; e vedo anche abbronzati contadini che nell’aia accanto a me, cantando vecchie nenie, fanno girare i muli sui covoni per separare il grano dalla pula. Come mi sembrano strani e fuori luogo nella mia fantasia i cannoni del forte puntati verso il mare: aspettano caparbiamente da cento anni un nemico che non viene. No, il nemico è venuto ma i cannoni non ci sono più. È venuto, il nemico, senza divisa militare, ma con la cravatta, accompagnato da ruspe, betoniere e da torce incendiarie.Gli alberi, il filo d’erba, gli affioramenti rocciosi mi raccontano tutte queste cose: senza astio, senza rancore, perché sanno che la vita è più forte della morte. Mi dicono che anche le ferite dell’ultimo incendio si stanno cicatrizzando.Così, mentre inconsapevolmente sto accarezzando un cespuglio di lentisco, mi accorgo che un gruppo di ragazzi sta percorrendo lo stesso mio sentiero. Sono chiassosi ma non disturbano. Uniscono le loro voci al cinguettio della natura. Il mio cane è euforico e va loro incontro scodinzolando.È la vita.

vibrare con la natura«[…] Un dì vedretemendico un cieco errar sotto le vostreantichissime ombre, e barcollandopenetrar negli avelli, e abbracciar le urnee interrogarle. […]»

da Ugo Foscolo, Dei Sepolcri

Mario Albano

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5permille come raggiungerci

La cooperativa Scirin ringrazia per la collaborazione al progetto del Parco Ecologico S. Jachiddu tutti i singoli, i gruppi, le associazioni e gli enti, senza il cui sostegno e solidarietà la nostra avventura non avrebbe potuto tradursi in realtà.

Associazione “Nuovi Orizzonti”CESV MessinaOrto Botanico “Pietro Castelli” - Università di MessinaCaritas Diocesana MessinaAzienda Foreste Demaniali MessinaAssessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di MessinaAssessorato alle Politiche Culturali del Comune di MessinaV Circoscrizione Territoriale “Antonello da Messina”

Tre Emme - Progetto 2000 s.r.l.Associazione Amici del FortinoAssociazione “Efestus”

Il Parco esiste grazie all’impegno volontario e alla tenacia di chi vi lavora. Non usufruisce di finanziamenti pubblici; è so-stenuto soltanto dalla gente, dalle donazioni del 5 per mille (Coop. SCIRIN; CF: 02031490838), da quelle volontarie di singoli ed aziende una tantum o finalizzate a specifici progetti. Il Parco crescerà soltanto con il sostegno di tutti.

Il Parco Ecologico S. Jachiddu dista 5 km dal centro di Messina; si raggiunge percorrendo il viale Giostra (zona nord della città di Messina, presso lo sbarco del servizio privato di traghettamento dello Stretto) e proseguendo lun-go via Seminario Estivo e poi via Tremonti. Seguire le appo-site indicazioni stradali.

“Parco Ecologico S. Jachiddu” lies 5 kilometres away from the centre of Messina; it can be reached going along Viale Gio-stra (in the north area of the city of Messina, near the private embarcadero of the ferries to and from Calabria), then con-tinuing along Via Seminario and Via Tremonti. Then follow the given indications.

Porta dei PeloritaniDedicata a Sandro Asinara, geologo, appassionato di natura e amante della sua terra, la “Porta dei Pelorita-ni”, oggi distrutta dal fuoco degli incendi, sarà di nuo-vo eretta per ribadire simbolicamente la missione del Parco: porta aperta tra “natura e cultura”, in grado di abbattere i troppi muri visibili ed invisibili che separano l’uomo dalla terra, dalle piante e dal cielo, soglia di in-gresso del costituendo Parco dei Peloritani.

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Parco ecologico San Jachidduaprile 2009

testi:coop. Scirin - Parco ecologico San Jachiddu

fotografie:archivio Parco ecologico San JachidduRoberto AbateCaspar, Lia e Hans VermeulenValeria CarigliaAntonina Marguccio

grafica:Marco Lo Curzio

stampa:Tipolitografia “A. Trischitta”, Messinastampato su carta ecologica

[email protected]

via Seminario estivoviale Regina Margherita

viale Giostravia Garibaldi

piazza Castronovo

via Tremonti

Parco San Jachiddu