BRIDGE CLUB RHO - ekojournal.it · chi le regole le aveva già sentite ma se le era dimentica-te...

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BRIDGE CLUB RHO BRIDGE CLUB RHO Periodico dell’associazione a cura del comitato redazionale settembre 2013 n° 3 settembre 2013 n° 3 Babies in arrivo al Bridge Club ! Vinci Roberto, Malandrino Sandra, Germano Magosso, Petrosino Clemy, Ferrarese Giovanni, Grampella Lella, Lampugnani Gabry, Borroni Fabio, Scamurra Giovanna, Martelli Oriana, Maggiora Aldo e Gavazzi Alfonso Con la ripresa dell’attività bridgistica, dopo la pausa delle vacanze, abbiamo il piacere di presentare ai nostri soci un gruppo di nuovi bridgisti che hanno rinvigorito e…. ringiovanito l’organico del nostro club. Questo gruppo, dopo un periodo di fruttuoso addestramento serale condotto nei mesi scorsi da Franco Falletta, si è cimentato ultimamente in una serie di tornei misti, cioè tornei formati da un principiante e da un giocatore “esperto” che hanno dato risultati veramente promettenti. La media è stata di cinque tavoli ! mai visti tanti princi- pianti partecipare tutti insieme ad un torneo ! L’aspetto che maggiormente ci ha impressionato è stato l’entusiasmo, il piacere e l’impegno espresso dai nuovi bridgisti nel mettere in pratica le regole ed i concetti assimilati durante il corso. Abbiamo chiesto al nostro socio Franco Falletta come sia riuscito a realizzare in breve tempo questo bel risultato, creando oltretutto tra i partecipanti un invidiabile contesto allegro, disteso e solidale. Franco ci ha premesso subito che, quando ha iniziato lui stesso come principiante i corsi al Bridge club in via Garibaldi, ha trovato insegnanti molto bravi e preparati, ma poi si è accorto che i risultati ( in termini di allievi che hanno continuato e successivamente hanno partecipato ai tornei ) sono stati molto modesti: Mesi e mesi di lezio- ni per perdere in media il 90% circa dei principianti iscritti ai corsi. In poche parole la montagna ha partorito il classico topolino. Franco ci ha ricordato anche di aver parlato a lungo con gli altri principianti e di essersi reso conto che gli squarci di ...luce bridgistica emanati dagli insegnanti arrivavano agli allievi come tremule fiammelle nella notte buia costi- tuita dalle numerose regole del bridge. Dov’era il problema? Il gioco sembrava bello, i docenti erano tutti bravi, molti aspiranti bridgisti studiavano e ce la mettevano tutta, ma il raccolto di tanta semina era inspiegabilmente scarso. Anzi scarsissimo. Franco ci ha spiegato che aveva avuto un percorso simile con lo studio della lingua inglese: anni e anni di lezioni.. ..per rimanere sempre al palo fino a quando, per esigenze di lavoro, aveva DOVUTO BUTTARSI E PARLARE IN INGLESE PER COMUNICARE CON UN COLLEGA GIAPPONESE. Dopo un settimana il suo inglese era finalmente decollato. ( segue in seconda pagina )

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BRIDGE CLUB RHOBRIDGE CLUB RHO

Periodico dell’associazione a cura del

comitato redazionale

settembre 2013 n° 3settembre 2013 n° 3

Babies in arrivo al Bridge Club !

Vinci Roberto, Malandrino Sandra, Germano Magosso, Petrosino Clemy, Ferrarese Giovanni, Grampella Lella, Lampugnani Gabry, Borroni Fabio,

Scamurra Giovanna, Martelli Oriana, Maggiora Aldo e Gavazzi Alfonso

Con la ripresa dell’attività bridgistica, dopo la pausa delle vacanze, abbiamo il piacere di presentare ai nostri soci un gruppo di nuovi bridgisti che hanno rinvigorito e…. ringiovanito l’organico del nostro club. Questo gruppo, dopo un periodo di fruttuoso addestramento serale condotto nei mesi scorsi da Franco Falletta, si è cimentato ultimamente in una serie di tornei misti, cioè tornei formati da un principiante e da un giocatore “esperto” che hanno dato risultati veramente promettenti. La media è stata di cinque tavoli ! mai visti tanti princi-pianti partecipare tutti insieme ad un torneo ! L’aspetto che maggiormente ci ha impressionato è stato l’entusiasmo, il piacere e l’impegno espresso dai nuovi bridgisti nel mettere in pratica le regole ed i concetti assimilati durante il corso. Abbiamo chiesto al nostro socio Franco Falletta come sia riuscito a realizzare in breve tempo questo bel risultato, creando oltretutto tra i partecipanti un invidiabile contesto allegro, disteso e solidale. Franco ci ha premesso subito che, quando ha iniziato lui stesso come principiante i corsi al Bridge club in via Garibaldi, ha trovato insegnanti molto bravi e preparati, ma poi si è accorto che i risultati ( in termini di allievi che hanno continuato e successivamente hanno partecipato ai tornei ) sono stati molto modesti: Mesi e mesi di lezio-ni per perdere in media il 90% circa dei principianti iscritti ai corsi. In poche parole la montagna ha partorito il classico topolino. Franco ci ha ricordato anche di aver parlato a lungo con gli altri principianti e di essersi reso conto che gli squarci di ...luce bridgistica emanati dagli insegnanti arrivavano agli allievi come tremule fiammelle nella notte buia costi-tuita dalle numerose regole del bridge. Dov’era il problema? Il gioco sembrava bello, i docenti erano tutti bravi, molti aspiranti bridgisti studiavano e ce la mettevano tutta, ma il raccolto di tanta semina era inspiegabilmente scarso. Anzi scarsissimo. Franco ci ha spiegato che aveva avuto un percorso simile con lo studio della lingua inglese: anni e anni di lezioni.. ..per rimanere sempre al palo fino a quando, per esigenze di lavoro, aveva DOVUTO BUTTARSI E PARLARE IN INGLESE PER COMUNICARE CON UN COLLEGA GIAPPONESE. Dopo un settimana il suo inglese era finalmente decollato. ( segue in seconda pagina )

Settembre 2013 pagina 2

Quindi il segreto era la PRATICA QUOTIDIANA, PAR-LARE LA LINQUA STRANIERA FIN DAL PRIMO GIORNO ! Cosi ha voluto provare a trasferire la stessa metodolo-gia dalla lingua inglese al gioco del bridge. A partire dallo scorso mese di settembre ha iniziato con due “allieve” che già al primo incontro, con le carte in mano, hanno imparato a contare i punti e ad aprire. Un successo! Al secondo incontro le allieve erano già tre: hanno coinvolto un’amica che poi è rimasta anche lei: Oggi , tra principianti “nuovi di zecca” ed ex parteci-panti ai corsi ( che fatalmente avevano abbandonato il bridge ) il numero delle sue “vittime bridgistiche” non è mai diminuito, anzi è salito a 12 unità. A questo punto, dati alla mano, Franco ritiene che l’e-sperimento sia riuscito: è stato provato che è fondamen-tale “giocare fin dal primo giorno” e quindi spiegare le regole man mano che capitano nelle partite casuali. Anche perché, avendo constatato che i concetti e le regole, per entrare definitivamente nella testa dei princi-pianti, dovevano essere ripetute almeno ...venti volte, questo sistema di insegnamento permetteva di far eser-citare insieme sia chi cominciava per la prima volta, sia chi le regole le aveva già sentite ma se le era dimentica-te Poi, alla ventesima volta, ormai il ciclo era finito e le regole non si dimenticavano più. Poi Franco ha candidamente confessato di aver avuto varie fortune: il gruppo delle tre amiche Clemy,Gabriella e Oriana che hanno fatto da cemento per l’amicizia al-largata a tutti. Clelia che ha ospitato i primi tornei, gli “esperti” che hanno accettato di giocare con i principian-ti, i consiglieri del nostro Club che hanno sposato la sua causa andando prima ad Arese da Clelia e poi or-ganizzando i tornei a Rho il lunedì sera. Ora tutti assieme possiamo dire che abbiamo attaccato il virus del bridge a qualche “giovane”. Adesso possiamo solo aspettare che i frutti maturino. Ma, per finire, c’è una annotazione molto importante da rendere pubblica: guardate bene la foto che ritrae i prin-cipianti. Contateli e ricontateli: non sono dodici ma tredici! San-dra, a sinistra con lo scamiciato azzurro vicino al marito Roberto è in dolce attesa. Quindi una delle nostre babies ci darà un altro baby. Abbiamo fatto 13! Congratulazioni vivissime da tutti noi a Sandra e Roberto

Carte Viste

Il problema a doppio morto per solutori

abili e….pazienti.

Contratto: 6 picche

Attacco: dama di fiori

Il contratto si batte con attacco Asso di cuori

Soluzione:

Asso di fiori, picche per la dama, quadri per il

Re, Asso e Re di picche ( scartando cuori ) e tut-

te le fiori, tagliando l’ultima in mano;

Il finale:

Sud intavola il Fante di picche ed Ovest è senza

difesa:

se scarta quadri perde la presa nel colore.

se scarta il Fante di cuori viene messo in

presa nel colore per la successiva uscita a

quadri,

Se scarta l’Asso di cuori, il dichiarante

scarta quadri e gioca la Dama di cuori af-

francando il 10 del morto.

Settembre 2013 pagina 3

L’Elzeviro !!!

L’insostenibile leggerezza dell’essere

…...bridgisti !

Dalle sensibili e profonde pagine del romanzo

di Milan Kundera ove si sostiene che ciò che si

verifica una sola volta è come se non fosse mai

successo e quindi, estremizzando l’argomento,

l’esistenza e le scelte che ognuno dei protagoni-

sti del romanzo compie nella sua breve o lunga

esistenza appaiono all’autore del tutto irrilevanti

e in ciò risiede la loro leggerezza.

E’ come giocare la stessa mano cento vol-

te...ogni volta, chissà perché, è sempre la prima

volta e cosi gli errori o le giuste intuizioni risul-

tano…..inutili o ininfluenti ed avranno cosi una

loro leggerezza.

Vi ricordate la prima volta… a bridge.. ovvia-

mente… il resto è sepolto nella valle dei ricordi

o dei rimpianti.

E nell’attesa della mano perfetta, quella che si

gioca una sola volta nella vita, andiamo alla ri-

cerca di quel qualcosa di sublime che è nascosto

nella sconfitta vincente !!

E per concludere vi chiedo, tra chi ha buon

gusto e chi ha un sincero disgusto

“ chi è più vicino alla bellezza” !!!

Il Punto Per quest’ultimo bimestre ( luglio e agosto) non abbiamo particolari notizie da segnalare. La maggior parte dei nostri soci si sono assentati per le vacanze estive e anche la presenze ai nostri tornei si sono di conseguenza notevolmente ridotte. Nel mese di agosto abbiamo rilevato comunque una buona presenza di ospiti esterni, rimasti momenta-neamente orfani dei loro abituali ritrovi. Gli incassi del circolo alla fine dei primi otto mesi dell’anno si mantengono soddisfacenti con un in-cremento del 6% circa rispetto allo scorso anno e sono perfettamente in linea con il target previsto per il 2013, malgrado il calo di presenze dei soci nei tornei di bridge.

Corsi e lezioni di apprendimento.

Il circolo intende organizzare per i prossimi mesi autunnali ( ottobre, novembre e dicembre) dei corsi per le seguenti attività svolte dal circolo. Corso di bridge per principianti Lezioni di burraco Lezioni di scacchi Il corso e le lezioni sono completamente gratuite per i soci e per chi vorrà iscriversi al circolo anche temporaneamente. Le persone interessate sono pregate di segnalare il proprio nominativo in segreteria oppure presso i seguenti recapiti:

Cell. 347/3570432—347/0359651 E.mail: [email protected]

La lettera

In questi ultimi mesi non abbiamo ricevuto richieste, consigli o proposte dai nostri soci, sicuramente troppo presi e distratti dal lieto periodo va-canziero.

Noi comunque non demordiamo e rimaniamo sem-pre in attesa della collaborazione dei soci per cerca-re di rendere più vivo e vivace il notiziario e so-prattutto per animare l’attività stessa del nostro circolo.

I viaggi di Gianpiero Nebuloni: YEMEN—SANA’ A

Un paese splendido, credo sia il più bello e interessante mai visitato, una natura ricca e varia, wadi circondati da palme, alte montagne che si perdono tra le nuvole, de-serti di sabbia e rocce, villaggi la cui bellezza lascia senza fiato, architetture medievali ingentilite da fregi e arabeschi. Siamo nello Yemen, un paese da “Mille e una Notte.” Conosciuta dai romani come Arabia Felix, produceva prodotti ricercatissimi per la società di allora. Quali la mirra, l’incenso e i profumi; qui giungevano ricchezze da paesi lontani: le perle dal Golfo Persico, la seta dalla Ci-na, i tessuti dall’India. Pier Paolo Pasolini di questi luoghi si innamorò; nel 1970 girò il film “ Il Fiore delle Mille e una Notte”, e un docu-mentario intitolato le “Mura di Sana’ a”. Ha dichiarato: “Architettonicamente è il paese più bello del mondo”. Lo Yemen è il paese dove fiori’ il favoloso regno di Saba, la cui esistenza è testimoniata fin dall’VIII. Sec. a.C.; que-sto regno si estendeva fino alle coste dell’Abissinia.

La sua regina è celebre per l’incontro avuto con il Re Sa-lomone a Gerusalemme, dalla loro relazione sarebbe nato Menelik, capostipite degli imperatori etiopici. Sana’a, la capitale, sdraiata su un altopiano a 2350 me-tri, è un museo a cielo aperto. Entriamo in città dalla porta BAB-AL-YEMEN, da qui si estende un immenso suq che arriva fino alla città vec-chia, ci assale un’orgia di colori e profumi, è frequentato solo da uomini e torme di ragazzini; troviamo venditori di stoffe, argenti, spezie, artigiani del ferro e del legno, che lavorano con attrezzi rudimentali, in un dedalo di stradine. Le costruzioni spesso raggiungono l’insolita altezza di 5-6 piani, le facciate sono finemente decorate con ornamen-ti di gesso bianco e hanno vetrate colorate. Una splendida architettura medievale con minareti e cupole dell’Islam domina la città. Vediamo un dromedario bendato che muove un fran-

toio, girandovi incessantemente attorno, vicino ci sono tante parabole televisive; di donne se ne vedono pochis-sime, avvolte nei loro mantelli neri che risparmiano solo gli occhi, sfilano discrete e silenziose nelle stradine. La gente in giro è spesso armata, pistole e fucili sono

facilmente reperibili, tutti ostentano lo JAMBIYA, un pu-gnale a lama corta e ricurva che portano infilato nella cintura; è uno status symbol, i ragazzi lo ricevono quan-do escono dall’adolescenza. Molti masticano il Qat, un arbusto le cui foglie, produco-no un effetto allucinogeno a causa dei vari alcaloidi con-tenuti, il suo uso smorza la fame e offusca la mente; vie-tato in tutti i paesi arabi, qui è consentito, una volta era privilegio delle classi elevate, ore è consumato da tutti. Non è semplice visitare il paese, dominato da tribù belli-cose in lotta tra loro, bisogna stare molto attenti, ancora oggi si hanno notizie di aggressioni e sequestri. E’ un paese che per molti aspetti vive ancora nel me-dioevo, le usanze tribali, la condizione della donna, la struttura sociale, la modernità fatica a farsi strada. All’imbrunire quando le luci si accendono, la realtà cede il posto alla fantasia, le case arabescate diventano fiabe-sche, i riflessi prodotti dalle vetrate, danno la sensazione di essere entrati nel mondo da sogno raccontato dalla bella e saggia SHAHRAZAD, nel capolavoro della lettera-tura araba: “Le Mille e una Notte”.

Settembre 2013 pagina 4

Hanno collaborato al giornalino i soci: Falletta, Magno. Nebuloni, Plona