Abbiamo domandato a T di raccontarci che mini borsa lavoro fa?Io sono ospite del Rifugio e qui ho un piccolo lavoro. La sera distribuisco il pasto agli altri ospiti.

In cosa consiste il tuo lavoro?Quando arrivo alle 19.00 sistemo la cucina, pulisco i tavoli, lavo le cose che sono rimaste nei lavandini, preparo, il detersivo, do una passata a tutti i mobile della cucina perché il posto deve essere sano e pulito. Poi alle 19.20 arriva il signor Luigi che porta i contenitori con il cibo, devo vedere quanta roba c’è per accontentare tutti gli ospiti, le persone si iniziano a mettere in fila per prendere il cibo, a volte sono contenti e altre oltre sono scontenti perché il cibo e poco o non gli piace, allora con calma gli spiego che tutti devono mangiare e che le porzioni devono essere giuste per tutti. Per chi lo vuole posso scaldare il cibo nel microonde. Quando la maggioranza è stata servita inizio a spostare il cibo nel contenitori di plastica. Per chi non ha da mangiare il giorno dopo preparo qualche panino con gli avanzi. Alla fine inizio a pulire la cucina e tutte le pentole.

Perché hai deciso di fare questa mini borsa lavoro?Nel mio paese, l’Ucraina, la mia mamma ha fatto questo lavoro per quasi tutta la vita, ha lavorato come cuoca in un piccolo ospedale, fino agli ultimi giorni della sua vita. Io da piccola sempre andavo con mia mamma ad aiutarla. Qui in Italia ho lavorato anche come aiuto cuoca alla CAMST tramite l’agenzia Lavoro di Più e facevo le sostituzioni. Ora forse non si ricordano più di me perché non mi stanno chiamando. Cercavo sempre di farmi vedere, facevo sempre le cose velocemente, lavavo i contenitori, lavavo il pavimento, mi stancavo tantissimo fino a farmi fischiare le orecchie, però mi sentivo bene perché l’agenzia mi richiamava. Dopo però sono tornata in Ucraina perché avevo problemi familiari. Quando sono tornata era già iniziata la crisi e quando sono tornata a fare la richiesta di lavoro non potevo specificare che ero la ragazza ucraina che lavorava tanto, loro forse mi avranno cercato. Io fin da piccola ho sempre lavorato più degli latri, mio marito mi diceva sempre ma perché fai così stai calma! A chi serve questo! Adesso non capisco perché non trovo con tutta la voglia di lavorare che ho! Forse il cielo mi sta preparando un lavoro speciale.Quando avevamo un piccolo orto con la mia famiglia, io riuscivo a lavorare la terra molto più veloce di mio marito, lui mi diceva che avevo un motorino nel mio di dietro!!!!Spero di trovare un lavoro, presto.

Che orari fai ?Inizio di solito alle 19.00 e finisco alle 20.30, ma quando c’è la frittata anche alle 21.00perchè si attacca alle pentole e per lavarle ci metto un sacco. Il ragazzo che veniva prima però mi ha spiegato che lui faceva solo una passata veloce e poi la lasciava così e lo faceva pulire alle macchine della mensa.

Quante persone servi ogni sera?I primi giorni erano quasi tutti, 28 persone ora sembrano un po’ meno. C’è qualcuno che mangia alla mensa di Santa Caterina o da Padre Marella, altri dicono che a pranzo vanno all’Antoniano e mangiano troppo e poi la sera non hanno più fame.

Come hai imparato a fare questo lavoro?Da piccola con mia mamma, poi ho fatto il corso per prendere il certificato di alimentarista, ho lavorato anche in una pizzeria a Bologna.

Com’è il rapporto con gli ospiti che servi?Mi trovo molto bene, cerco di essere sempre calma, loro mi aiutano, anche se a volte mi fanno un po’ tribolare, quando gli uomini hanno fame la donna deve essere 100 volte più calma, ci vuole molta pazienza. Qui ci sono tanti signori che la sera arrivano affamati, la donna deve essere più intelligente e pazientare!

Secondo te come si potrebbe migliorare il lavoro che fai?Se io potessi aggiungerei un dolce o uno yogurt alla fine del pasto. Non farei altri miglioramenti, in Italia siete già così buoni, i più buoni del mondo, nel nostro paese è tutto diverso, non si riesce ad andare a mangiare da qualche parte come succede qui gratis, nel mio paese se uno è povero nessuno l’aiuta o va in un altro paese o deve morire per strada. Anche nell’ospedale bisogna pagare, se non dopo un giorno ti mandano via, da noi si dice” se hai una malattia meglio morire prima”.

C’è qualcosa che vorresti dire a chi non conosce la realtà del dormitorio?Io qui in dormitorio ho trovato una famiglia, anche se qui ci sono anche persone che non cercano lavoro, altri invece cercano e sentono un grande appoggio stando qui, mangiare, dormire al caldo, a volte ci sono persone un po’ difficili ma è meglio fare finta di niente e non discutere.Comunque qui ti ambienti subito e dopo non vorresti più cambiare.Anche gli operatori sono bravi anche se sono giovani e donne sono capaci di intervenire anche in situazioni difficili anche quando gli ospiti si sono picchiati, e poi ti ascoltano e ti stanno vicino.