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B orromini a Roma Un itinerario tra i luoghi di Roma alla scoperta dei capolavori di Francesco Borromini 1. SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI 2. PALAZZO FALCONIERI 3. SANTA MARIA DEI SETTE DOLORI 4. PALAZZO SPADA 5. SAN GIROLAMO DELLA CARITÀ 6. ORATORIO DEI FILIPPINI 7. PALAZZO PAMPHILJ 8. SANT’AGNESE IN AGONE 9. SANT’IVO ALLA SAPIENZA 10. PROPAGANDA FIDE 11. SANT’ANDREA DELLE FRATTE 12. PALAZZO CARPEGNA 13. S. CARLO ALLE QUATTRO FONTANE (S. CARLINO) 14. PALAZZO BARBERINI 15. SAN GIOVANNI IN LATERANO 16. SAN GIOVANNI IN OLEO turismo

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Borrominia Roma

Un itinerario tra iluoghi di Roma allascoperta deicapolavori diFrancesco Borromini

1. SAN GIOVANNI DEIFIORENTINI

2. PALAZZO FALCONIERI

3. SANTA MARIA DEI SETTEDOLORI

4. PALAZZO SPADA

5. SAN GIROLAMO DELLACARITÀ

6. ORATORIO DEI FILIPPINI

7. PALAZZO PAMPHILJ

8. SANT’AGNESE IN AGONE

9. SANT’IVO ALLA SAPIENZA

10. PROPAGANDA FIDE

11. SANT’ANDREA DELLEFRATTE

12. PALAZZO CARPEGNA

13. S. CARLO ALLE QUATTROFONTANE (S. CARLINO)

14. PALAZZO BARBERINI

15. SAN GIOVANNI INLATERANO

16. SAN GIOVANNI IN OLEO

turismo

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Roma per teCollana di informazioni del Comune di Roma

Realizzazione a cura: Cosmofilm s.p.a. - Elio de Rosa EditoreDirettore editoriale: Paolo GaleottiTesti: Sofia BarchiesiOrganizzazione: Emanuela BosiPlanimetrie: Antonio D’AlessandroProgetto grafico e impaginazione: Marco C. Mastrolorenzi

Foto:

Archivio Reverenda Fabbrica di San Pietro: 6, 7, 8

Archivio Roma Sacra: 21, 22

Eleonora La Vella/Soriani f.c.v.: 17, 18, 19, 20, 23, 28, 30, 31, 32

Musei Vaticani: 10, 12

Comune di Roma: 24

Paolo Soriani: 6, 7, 16, 35

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3

U na serie di guide specialistiche che vogliono es-

sere un invito a prolungare il soggiorno a Roma;

un suggerimento per chi già disponga di qualche

giorno “in più” e desideri approfondire la conoscenza della

nostra città.

Itinerari appositamente studiati per accompagnare il visita-

tore nella scoperta del grande patrimonio del Rinascimento

a Roma attraverso la testimonianza di artisti sommi quali

Caravaggio, Raffaello, Michelangelo.

Passeggiate nell’arte barocca, per ammirare le splendide

architetture di Bernini e Borromini.

Un consiglio per tutti, turisti e romani, per scoprire e gode-

re in tutta tranquillità le testimonianze di epoche che tanta

parte hanno avuto nel costruire la straordinaria immagine

presente della nostra città.

Ufficio Turismodel Comune di Roma

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La pi

anta

4

1. SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI

2. PALAZZO FALCONIERI

3. SANTA MARIA DEI SETTE DOLORI

4. PALAZZO SPADA

5. SAN GIROLAMO DELLA CARITÀ

6. ORATORIO DEI FILIPPINI

7. PALAZZO PAMPHILJ

8. SANT’AGNESE IN AGONE

9. SANT’IVO ALLA SAPIENZA

10. PROPAGANDA FIDE

11. SANT’ANDREA DELLE FRATTE

12. PALAZZO CARPEGNA

13. S. CARLO ALLE QUATTRO FONTANE(S. CARLINO)

14. PALAZZO BARBERINI

15. SAN GIOVANNI IN LATERANO

16. SAN GIOVANNI IN OLEO

F i

CastelSant’Angelo

Piazza delRisorgimento

PiazzFarne

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La Pianta

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Fium

eT

ever

e

PiazzaNavona

PiazzaVenezia

Villa Borghese

Piazzadi Spagna

Pantheon

Colosseo

PiazzaFarnese

PiazzaleNuma Pompilio

PiazzaBarberini

StazioneTermini

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San Giovannidei Fiorentini

E’ la chiesa dei fiorentini a Roma: pa-pa Leone X, della famiglia Medici,affidò l’incarico di costruirla a di-

versi architetti, tra i quali Michelangelo eRaffaello; fu tuttavia Jacopo Sansovino a ini-ziarla nel 1519, ma per un incidente sul can-tiere fu costretto ad abbandonare l’operacontinuata da altri e completata verso la finedel secolo da Giacomo Della Porta. La cupo-la è di Carlo Maderno mentre la facciata èsettecentesca. Tra le opere conservate nel-l’interno, a croce latina con navate lateralidivise da pilastri, sono sculture di Gianloren-zo Bernini, Alessandro Algardi e dipinti diLanfranco. Nella chiesa furono sepolti CarloMaderno e Francesco Borromini.

1°Iti

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6 Facciata

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L’altare maggiore è il risultato dell’in-tervento di due grandi protagonistidel Barocco: oltre a Borromini, il pit-

tore e architetto Pietro da Cortona. Fu lui a ri-cevere inizialmente la commissione da Ora-zio Falconieri, appartenente alla nobile fami-glia proprietaria del celebre palazzo in viaGiulia. Nel 1634 Cortona realizzò un modelloligneo, che rimase esposto per ben venti an-ni, influenzando artisti come Algardi, Berninie lo stesso Borromini. Nel 1656 l’architettoticinese poneva mano alla sistemazione del-l’altare apportando alcune modifiche chetuttavia non cancellarono l’impronta corto-nesca. I monumenti funebri dei Falconierisulle pareti laterali del presbiterio furono ini-ziati da Borromini e completati da Ciro Ferri:al primo rimanda la forma dell’edicola, al se-condo il disegno del coronamento, di stilecortonesco.Sotto l’altare maggiore, raggiungibile conuna piccola scala a due bracci posta dietrol’altare stesso, è la cripta della famiglia Fal-conieri, non utilizzata poiché la vicinanza delTevere rendeva frequente l’intrusione dell’ac-qua. Questo ambiente fu disegnato da Borro-mini: la pianta è ellittica, con la volta ribassa-ta e percorsa da nervature che, partendo dallatrabeazione, si congiungono su un ovale rac-chiudente un rilievo in stucco con due rami dipalma, nastro e ghirlanda. La cornice sporgein corrispondenza delle otto semicolonne,che inquadrano quattro porte, a loro volta so-vrastate dalle finestre ovali. Nonostante lepiccole dimensioni, il disegno dell’insiemesprigiona un senso di grande energia e legge-rezza. Tutto il sacello è stato recentemente re-staurato e tinteggiato di bianco.

1°Itinerario

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Cripta

Altare maggiore

Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, via Acciaioli 200186 Roma • Tel. 06 68892059Orario: tutti i giorni 7.30-13.00 e dalle 16.00-19.00

Servizi: La chiesa è provvista di pedana per portatori di handicap

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PalazzoFalconieri

L’ edificio affaccia su via Giulia, pri-ma strada a Roma ad andamentorettilineo, aperta da Donato Bra-

mante per volontà di papa Giulio II all’i-nizio del Cinquecento, parallelamente avia della Lungara, sull’altra sponda delTevere. Le due strade erano collegate fraloro da ponte Sisto – a ciò sarebbe dovu-to servire anche un altro ponte, previstodal progetto ma mai costruito, davantiall’ospedale di S. Spirito - secondo untracciato ben preciso che giungeva allabasilica di San Pietro. Sulla strada, carat-terizzata oggi dalle botteghe degli anti-quari, si affacciano splendidi palazzi no-biliari, come Palazzo Sacchetti, e chieseimportanti: tra le altre, la rinascimentaleS. Eligio degli Orefici, attribuita a Raf-faello, S. Giovanni dei Fiorentini, S. Ma-ria dell’Orazione e Morte, queste ultimebeneficiate entrambe dal mecenatismodei Falconieri. Il loro palazzo è oggi sededell’Accademia di Ungheria.

2°Iti

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8 Facciata

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OOrazio Falconieri affidò a Borromini,intorno al 1645, l’ampliamento e il re-stauro del palazzo di via Giulia che

aveva acquistato nel 1638 dai Farnese. L’in-tervento interessò soprattutto la facciatasul Tevere. L’architetto aggiunse un nuovobraccio creando una forma a “L” con la log-gia a tre arcate, ispirata a Palladio e sovra-stata da una balaustra con mascheroni. Lafacciata su via Giulia fu ampliata ma rispet-tando il disegno dell’originario palazzo cin-quecentesco, fatta eccezione per le originalierme con la testa di falco – chiara allusio-ne al nome della famiglia - poste negli angoli.All’interno sono celebri i suoi dodici soffit-ti, ornati da complessi fregi floreali in stucco.

2°Itinerario

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Palazzo Falconieri, Accademia di Ungheria, via Giulia, 100186 Roma • Tel. 06 6889671 • Fax 06 68805292www.magyarintezet.hu • [email protected]: tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.30 alle 19.30,

domenica chiuso

Servizi: il palazzo non è provvisto di pedana per portatori di handicap

Lato sul Lungotevere

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Santa Mariadei Sette Dolori

Il complesso di Santa Maria dei Sette Dolori venne fat-to costruire da Camilla Virginia Savelli (1602/1668),moglie di Pietro Farnese, duca di Latera. La donna,

senza figli, aveva radunato nel piccolo centro alcunegiovani, desiderose di seguire una vita religiosa. Tra-sferitasi a Roma la nobile, dopo aver superato alcunedifficoltà economiche, acquistò un terreno con lo sco-po di fondare il monastero che, ancora oggi, ospita leoblate agostiniane. La costruzione del complesso furitardata per problemi finanziari e giunse al terminesolo nel XVIII secolo. Durante la Repubblica Romana(1849) il convento fu sede di un ospedale militare e nel1870 fu danneggiato dalle cannonate di Nino Bixio.

3°Iti

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10 Facciata

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La chiesa, progettata da Francesco Bor-romini, è inglobata nel convento, co-struito in periodi diversi, tra il 1643 e il

1667 . La facciata, osservabile nella sua ru-stica cortina di laterizi, è delimitata da due alisporgenti che sottolineano la spigolosità de-gli angeli. L’architetto sembra cercare un ef-fetto di chiusura, quasi allusivo alla vita ap-partata delle suore. Dal portale si accede a unvestibolo la cui pianta rivela la conoscenza elo studio dell’architettura classica. La chiesa,parallela alla facciata, ha forma rettangolarecon interno estremamente dinamico. Le cop-pie di colonne infatti, con alta cornice, metto-no in risalto la cappelle laterali e l’altare mag-giore. L’interno fu completamente ridipintonel 1845, alterando la volontà di Borromini direnderlo bianco. Il pavimento originario, incotto, ove erano alternati mattoni arrotati ro-sati e chiari, è andato perduto. La costruzionedella chiesa non fu completata dall’architettoa causa dei pressanti impegni per il restaurogiubilare della basilica lateranense.

3°Itinerario

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Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, via Garibaldi 2700153 Roma • Tel. 06 5897327La chiesa non è visitabile

Portale

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PalazzoSpada

Il palazzo venne costruito e decoratoalla metà del XVI secolo con splendi-di dipinti e stucchi, dal cardinale Gi-

rolamo Capodiferro. Acquistato nel1632 dal cardinale Bernardino Spada,l’edificio fu subito trasformato per acco-gliere la dimora dell’importante prelato.Vennero allora eseguite nuove decora-zioni, anche in vista dell’istituzione del-la quadreria, in cui è possibile ancoraammirare il ricco arredo, le sculture edue mappamondi, a sottolineare i mol-teplici interessi del padrone di casa. Dal1926 il palazzo è sede del Consiglio diStato, ma è anche possibile visitare, inquattro sale, la galleria del colto prelato,con dipinti di artisti celebri, fra cui Tizia-no e Guido Reni.

4°Iti

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12 Facciata

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Borromini ini-ziò a lavorareal restauro di

Palazzo Spada at-torno al 1635. Tra-sformò il grande sca-lone interno e rea-lizzò le due scale achiocciola nella fac-ciata verso il giardi-no. L’opera più im-portante, tuttavia, èla sorprendente Gal-leria Prospettica,voluta dal cardinaleBernardino Spada,appassionato di que-sti virtuosismi ba-rocchi. La galleriafu costruita in un anno, dal 1652 al 1653, incollaborazione col matematico agostinianoGiovanni Maria da Bitonto. La profondità vir-tuale della galleria è di circa 35 metri, ma lemisure reali sono di 8,82 metri! L’illusioneottica fu ottenuta mediante la convergenzadei piani del colonnato verso il punto di fugae l’andamento in salita del pavimento in mo-saico. Al termine della galleria, recentemen-te restaurata, sulla parete di fondo è il calcodi una piccola statua di guerriero di età ro-mana, lì collocata alla metà dell’Ottocento.

4°Itinerario

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Palazzo Spada, piazza Capodiferro, 1300186 Roma • Tel. 06 6874896 • Fax 06 6861158Orario: tutti i giorni tranne il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio e il

25 dicembre dalle 8.30 alle 19.30

Ingresso: intero e 5,00, ridotto e 2,50, gratuito sotto i 18 anni e so-pra i 65.

Servizi: il museo è provvisto di accesso per portatori di handicap

Per le prenotazioni delle visite guidate con storici dell’arte in lingua eper gruppi composti da massimo 25 persone, Tel. 06 8555952 (e 80,00in italiano, e 104,00 in lingua). Prenotazioni e 1,03.

Galleria Prospettica

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San Girolamodella Carità

Sorge sul luogo di una chiesa più piccola, dedicata allo stessosanto che, secondo la tradizione, venne qui ospitato dalla matro-na Paola. Nel 1524 Clemente VII la assegnò alla Compagnia della

Carità, da lui stessa istituita con lo scopo di assistere i poveri. Fonda-mentale nella storia della pia istituzione fu Filippo Neri, che, nel 1551fu qui ordinato sacerdote (sono ancora visitabili le stanze da lui abita-te). Danneggiata a causa di un incendio la chiesa - che comprendevaanche un refettorio, la foresteria ed altri ambienti – venne restaurataper opera di Domenico Castelli (1647), probabilmente sostituito allasua morte da Carlo Rainaldi. L’interno è a navata unica con due cap-pelle per lato e altre due ai lati dell’altare maggiore; conserva l’anticosoffitto ligneo e la copia della famosa Comunione di san Girolamo diDomenichino, trasferita, dopo l’invasione francese, nella PinacotecaVaticana. Da segnalare la splendida cappella Antamoro dedicata asan Filippo Neri, opera di Filippo Juvarra (1707).

5°Iti

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14 Interno

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Nella prima cappellaa destra, apparte-nente agli Spada

dal 1595, si accede con unaccorgimento barocco,spostando cioè le ali in le-gno dell’angelo di sinistra.Dei primi lavori si conoscepoco, ma sono documen-tati quelli iniziati nel 1654per volontà di padre Virgi-lio Spada, intimo amicodell’architetto, anche do-po la stretta collaborazio-ne nel complesso vallicel-liano. Controversa è laquestione se la decorazio-ne della cappella dipendao meno da un disegno diBorromini; probabilmentel’architetto e il religioso se ne occuparonoentrambi, anche se l’opera è lontana dallostile tardo di Borromini. La cappella ha for-ma rettangolare e le pareti sono completa-mente rivestite di marmi policromi di parti-colare effetto scenografico e pittorico: le ve-nature della pietra richiamano infatti unatessitura di damasco. Sulla ricca superficiecampeggiano i tondi in marmo con i profiliin rilievo dei personaggi più importanti dellacasata. Completano la decorazione i duegrandi sepolcri sulle pareti laterali, sopra iquali sono adagiate le statue di due membridella famiglia, opere di allievi di GianlorenzoBernini.

5°Itinerario

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Chiesa di San Girolamo della Carità, via Monserrato 62/a00186 Roma • Tel. 06 6879786Orario: domenica 10.30-11.30, mercoledì su richiesta

Servizi: la chiesa non è provvista di pedana per portatori di handicap

Cappella Spada

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Oratorio deiFilippini

La nascita della Congregazione dell’Oratorio sideve a san Filippo Neri che, nato a Firenze(1515), visse e operò a Roma dal 1533 all’anno

della sua morte, nel 1595. Iniziò da laico una frut-tuosa attività di apostolato e di preghiera: ripristinòl’antica visita alle Sette Chiese, assistette gli infermie fondò la confraternita della SS. Trinità dei Pelle-grini per l’accoglienza dei romei (1548). Divenutosacerdote, diede vita all’oratorio: una forma di pre-ghiera comune che prevedeva l’impiego della musi-ca e del canto ma soprattutto il coinvolgimento atti-vo dei partecipanti. Con forme originali e gioiose Fi-lippo e i suoi seguaci seppero avvicinare il popolo aDio, ottenendo consensi non solo tra le classi piùumili del popolo, ma anche tra i nobili e le gerarchieecclesiastiche. Con l’istituzione ufficiale di GregorioXIII, 1575, la congregazione ebbe sede in S. Maria inVallicella, che fu ricostruita nelle forme attuali e ab-bellita da artisti come Barocci, Caravaggio, Rubense Pietro da Cortona, divenendo uno dei principalicentri pastorali e culturali della città.

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16 Facciata

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Il primo documentoche informa dei la-vori dell’architetto

ticinese per i Filippiniè del 1636, quandoquesti, ancora “nonconosciuto da alcu-no”, fu impegnato nelrifacimento dell’altaredella sacrestia della Chiesa Nuova. Ben prestoBorromini fu nominato “architetto della casa”, la-vorando nelle cosiddette ‘Stanze di san FilippoNeri’, ricostruite e decorate all’interno del con-vento (1638). Successivamente si occupò dellacostruzione dell’oratorio superando una serie didifficoltà tecniche che scaturivano dalla previstacollocazione di questo accanto alla chiesa. Questeultime vennero brillantemente risolte dall’archi-tetto, che si aggiudicò la commissione, realizzan-do una facciata scandita dall’asimmetria della fi-nestre. I lavori di costruzione vennero incredibil-mente conclusi in soli due anni (1638-40). La fac-ciata è concepita dall’architetto come “figlia” diquella della chiesa, ha minori dimensioni, è co-struita con una “materia inferiore” ma nobile, imattoni, in contrasto con il luminoso travertinodella chiesa. All’interno sono presenti ambientidiversi come l’oratorio (oggi utilizzato come salaper conferenze), la portineria con la soprastanteresidenza dei cardinali, la Biblioteca Vallicel-liana, il refettorio Vallicelliano e la Sala di Ri-creazione con il celebre caminetto borrominia-no. Nell’edificio è ospitato l’Archivio Storico Capi-tolino con l’annessa Biblioteca Romana e la sededella Società Romana di Storia Patria.

6°Itinerario

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Oratorio dei Filippini, piazza della Chiesa Nuova, 1800186 Roma • Tel. 06 68802662Servizi: l’oratorio è provvisto di pedana per portatori di handicapBiblioteca Vallicelliana, piazza della Chiesa Nuova, 1800186 Roma • Tel. 06 6869237Orario: dal lunedì al giovedì: 8.15-19.15

dal venerdì al sabato: 8.15-13.30Archivio Storico Capitolino, piazza della Chiesa Nuova, 18 •00186 Roma • Tel. 06 67108100 • 06 67108130Orario: lunedì e venerdì : 9.00-13.00, martedì, mercoledì e giovedì:

9.00 - 16.00Casa delle letterature, piazza dell’Orologio, 3 • 00186 RomaTel. 06 68134697 • Fax 06 68216951Orario: dal lunedì al venerdì : 9.00-19.00, sabato 9.00-13.00

Sala di Ricreazione in un’antica stampa

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PalazzoPamphilj

Il Palazzo Pamphilj in piazza Navona, oggi sededell’Ambasciata del Brasile, fu costruito da Gi-rolamo e Carlo Rainaldi, ma Innocenzo X che

aveva a cuore la dimora di famiglia, chiamò Fran-cesco Borromini a parteciparvi. L’intervento del ti-cinese (1645-50) è documentato da alcuni disegniche illustrano la grandiosità del progetto. A Borro-mini spetta la decorazione della Galleria Grande -poi splendidamente affrescata con le Storie diEnea da Pietro da Cortona – e della sua testata all’e-sterno, con la finestra “serliana”, ripetuta poi an-che sul lato opposto della chiesa di Sant’Agnese, ela copertura a volta a botte della grande sala dettadel Palestrina, posta fra i due cortili interni.

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Facciata

Palazzo Pamphilj, Ambasciata del Brasile, piazza Navona 1400186 Roma • Tel. 06 68398213 • Fax 06 6867858Orario: Chiuso al pubblico. Possibili visite guidate su prenotazione

Servizi: il palazzo è provvisto di pedana per portatori di handicap

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Sant’Agnesein Agone

La chiesa sorge sul luogo dove la tradizione vuole che sia stata messaalla gogna e mostrata nella sua nudità una delle più popolari verginiromane, santa Agnese, la cui chioma prodigiosamente si sciolse a

coprirla. Di origine medievale, la chiesa fu riedificata alla metà del Seicen-to per volontà di papa Innocenzo X. Inizialmente il pontefice incaricò delprogetto Girolamo e Carlo Rainaldi (1652), non rimanendone tuttavia sod-disfatto. L’anno successivo i due vennero sostituiti da Francesco Borromi-ni, che accolse sostanzialmente le idee dei predecessori in merito allapianta e alla sistemazione dell’interno (a Borromini sono da riferire solo glialtari fra i pilastri principali e i balconi, la pianta della sacrestia e le por-te fiancheggianti l’altare della medesima), mutando però radicalmente ildisegno della facciata, concepita con un ampio fronte concavo, che si ri-collega alla forma della piazza di cui vuole essere il centro significativo. I due campanili laterali ne inquadrano la cupola con l’alto tamburo.

8°Itinerario

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Facciata

Chiesa di Santa Agnese in Agone, piazza Navona00186 Roma • Tel. 06 3292326 - 06 68192134Orario: tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00

(tranne il lunedì)

Servizi: la chiesa non è provvista di pedana per portatori di handicap

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Sant’Ivo allaSapienza

L’ Università di Roma, lo Studium Urbis, venne istituita daBonifacio VIII nel 1303. La sede iniziale, probabilmente, erain Trastevere ma con la bolla del 1431 di Eugenio IV, fu tra-

sferita nel rione di S. Eustachio. Nel corso del tempo numerosi fu-rono i pontefici che si preoccuparono di dotare l’università di unasede decorosa: Alessandro VI Borgia alla fine del ‘400, finanziò lacostruzione di un nuovo edificio (situato sul luogo dell’attualecomplesso della Sapienza), ampliato più tardi da Leone X e rinno-vato da Pio IV nel 1561. Dopo Guidetto Guidetti e Pirro Ligorio su-bentrò nella vicenda della fabbrica Giacomo Della Porta, sul cuiprogetto Borromini innestò il suo intervento. Sull’altare dellachiesa, sant’Ivo è ricordato dalla grande pala commissionata aPietro da Cortona e terminata dal un suo allievo. Nel 1936 le fa-coltà furono spostate nella Città Universitaria, immediatamentefuori del centro storico; oggi l’antica sede accoglie l’Archivio diStato e alcuni uffici del Senato della Repubblica.

9°Iti

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20 Facciata

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La chiesa, inserita nello sceno-grafico cortile, è uno dei capo-lavori dell’architetto ticinese.

L’incarico di completare la costru-zione dell’edificio universitario fudato a Borromini da Urbano VIII suconsiglio di Gianlorenzo Bernini,nel 1632. Negli anni che seguironol’architetto progettò la chiesa, ovve-ro la cappella dell’università, chevenne dedicata a S. Ivo, protettoredegli avvocati concistoriali e gene-roso soccorritore dei poveri. La fac-ciata coincide con l’esedra di DellaPorta; su questa Borromini aggiun-se l’attico con i monti, emblemi diAlessandro VII, il pontefice che con-sacrò la chiesa. La facciata è carat-terizzata dalla celebre lanterna cul-minante a spirale, che sembra vo-lersi avvitare nel cielo. Sia l’esternoche l’interno sono completamentebianchi. La pianta centrale, con di-segno a stella esagonale, è data dal-la compenetrazione di due triangoliequilateri; le pareti sono decoratecon elementi architettonici alternatia nicchie destinate in origine ad ac-cogliere statue. La cupola, divisa inspicchi, è decorata da file di stelle,cherubini, monti chigiani e ghirlande d’alloro,culminanti con la colomba dello Spirito San-to. L’insieme della decorazione, interna edesterna, esalta il tema della sapienza divina.

9°Itinerario

21

Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, Corso Rinascimento 4000186 Roma • Tel. 06 6864987 • 06 3612562e-mail: [email protected]: dal lunedì al venerdì: 8.30 - 14.30; sabato: 10.00 - 13.00;

domenica 09.00 - 12.00Servizi: la chiesa non è provvista di pedana per portatori di handicap

Interno

Lanterna

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PropagandaFide

Aseguito del diffondersi in Europa della Rifor-ma protestante, la chiesa di Roma si trovò adintraprendere una nuova opera di evangeliz-

zazione e difesa della fede cattolica. Per affrontarel’impresa necessitavano religiosi provenienti dallediverse nazioni in mano ai protestanti, che fosseroperò adeguatamente preparati: uno strumento indi-spensabile fu individuato nell’istituzione di collegiatti a formare il clero. In particolare Gregorio XIII siprodigò nella fondazione di numerose istituzioni - icollegi Armeno, Maronita, Greco, Inglese, Irlandese- potenziò l’università dei gesuiti, il Collegio Roma-no e protesse quello Germanico-Ungarico. Clemen-te VIII fondò alla fine del Cinquecento il collegioScozzese. Ispirandosi ai suoi predecessori, Grego-rio XV istituì nel 1622 la Congregazione “pro Propa-ganda fide”. Il collegio nasce come luogo dove edu-care i giovani religiosi didiversa nazionalità, dainviare, una volta pronti,ad evangelizzare popolilontani. La congregazio-ne divenne ben prestouno dei più potenti stru-menti della chiesa.

10°I

tiner

ario

22Ingresso

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Nel 1626 un sacerdote spagno-lo, Juan Baptiste Vives, donòalla Congregazione di Propa-

ganda Fide, il palazzo, già Ferratini,posto sul lato meridionale di Piazzadi Spagna. L’anno successivo il car-dinale Antonio Barberini senior, isti-tuì qui l’Alunnato, per i giovani disei diverse nazioni (detto CollegioUrbano in onore del papa regnan-te). Un primo intervento sul palazzo,è del 1634 e spetta a GianlorenzoBernini, che vi progettò una cap-pella interna, dedicata ai Re Magi, munita di un ingresso auto-nomo sulla strada. Più tardi la con-gregazione decise di acquistare l’in-tero isolato (1644), e venne dunqueedificata la facciata sulla piazza. Nel 1646Francesco Borromini venne incaricato diprogettare la nuova ala su via della Mercede.Inizialmente l’architetto pensò di adattare lacappella preesistente all’interno del nuovoedificio, ma in seguito (1660) decise di rico-struirla più grande, provocando contrasticon Bernini. Lo schema rettangolare del-l’ambiente viene alleggerito grazie alle nu-merose fonti di luce e alla grande dinamicitàsuggerita dal disegno che vede sulla voltaarchi intrecciati, mentre sulle pareti sonograndi finestre.

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Propaganda Fide, via Propaganda Fide 1/c 00186 Roma • Tel. 06 69879299 • Fax 06 69880118Orario: visitabile su richiesta (fax 06 69880246)

Servizi: il palazzo è provvisto di pedana per portatori di handicap

Volta

10°Itinerario

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Sant’Andreadelle FratteLa chiesa è denominata “delle fratte” perché in

epoca medievale era ubicata fuori dell’area abita-ta. Dopo essere stata nel Medioevo sede della na-

zione scozzese, la chiesa fu donata da papa Sisto V(1585) ai padri minimi di san Francesco di Paola. Rico-struita all’inizio del ’600 per il marchese Paolo Del Bufa-lo, su progetto di Gaspare Guerra, la chiesa presentaforme di gusto tardo cinquecentesche. L’interno è a na-vata unica con volta a botte e tre cappelle per lato; al-l’interno sono due dei celebri angeli in marmo di Berni-ni per ponte S. Angelo (ritenuti da Clemente XI troppobelli per essere esposti alle intemperie, rimasero nellostudio dell’artista e vennero donati dal nipote Prosperonel 1729). Di grande effetto scenografico è poi la cap-pella di san Francesco di Paola realizzata nel 1726 da Fi-lippo Barigioni. Si conservano anche le stazioni dellaVia Crucis realizzata da diversi pittori, italiani e stranie-ri, legati alla cerchia dei Nazareni, che frequentavano lazona all’inizio dell’Ottocento.

11°I

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24 Interno

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Nel 1653 Borromini si vide affidare dalmarchese Paolo del Bufalo l’incarico dicompletare la chiesa di S. Andrea delle

Fratte, mancante ancora a quella data, del co-ro, del transetto e della crociera. Dopo averproposto una cupola ovale, idea rifiutata dalcommittente, Borromini ne concepì una circo-lare, ma incassata in un alto tamburo qua-drato con gli angoli smussati. Bizzarro e spet-tacolare è il disegno del campanile, a piantaquadrata, che riprende quello del tamburo,culminando nei cherubini con le ali piegate afungere da erme e nelle quattro volute soste-nenti gli emblemi del santo e della famiglia.

11°Itinerario

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Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, via S. Andrea delle Fratte 100186 Roma • Tel. 06 6793191 • Fax 06 6780752Orario: 6.30-12.30, 16.00-19.00; sabato e domenica 6.30-12.30,

16.00-20.00Servizi: la chiesa è provvista di pedana per portatori di handicap

Campanile

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PalazzoCarpegnaLa costruzione del palazzo, nei pressi

della Fontana di Trevi, è stata datata al-la fine del XVI secolo e attribuita a se-

guaci del celebre Giacomo Della Porta. L’edi-ficio commissionato dalla famiglia Vaini nonera sufficientemente prestigioso poiché, co-me risulta dai documenti, quando i Carpe-gna lo acquistarono negli anni trenta del Sei-cento, ne decisero immediatamente la tra-sformazione e l’ampliamento. Dal 1932 il pa-lazzo è sede dell’Accademia Nazionale diSan Luca, sorta nel 1577; l’antica istituzionetrasferì dalla demolita sede di Ss. Luca eMartina le opere che compongono la Galle-ria dell’Accademia di S. Luca, tra cui dipintidi Raffaello, Jacopo Bassano, Guido Reni,Pietro da Cortona e Baciccia.

12°I

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26 Facciata

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La ristruttura-zione del pa-lazzo può es-

sere riferita al perio-do che va dal 1638al 1647. Dai disegnirimasti, si può com-prendere che, pur-troppo, ben pocovenne eseguito delprogetto borromi-niano. Spettano al-l’intervento di Fran-cesco Borromini –su richiesta del con-te Ambrogio Carpe-gna, da poco pro-prietario dell’immo-bile - il grande sca-lone ‘a lumaca’ , ilporticato interno,il cortile e soprat-tutto il sorprenden-te portale d’ingres-so interno. Que-st’ultimo è caratterizzato da due colonne so-stenenti altrettante cornucopie rovesciate al-le cui estremità l’ovale alato è, con il voltodella Medusa, un classico motivo che si rite-neva allontanasse gli influssi malefici. Daicapitelli pende un festone di alloro e di fioriche insieme all’ornato superiore disegna unoriginale ovale.

12°Itinerario

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Galleria dell’Accademia di San Luca, piazza Accademia diSan Luca, 77 • 00187 Roma • Tel. 06 6798850 - 06 6790324Fax 06 6789243 • www.accademiasanluca.it •[email protected]: dal lunedì al sabato 10.00 - 12.30

Ingresso: gratuito

Servizi: la galleria è provvista di accesso per portatori di handicap

Portale

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13°I

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S. Carlo alleQuattro Fontane

(S. Carlino)

L’ ordine religioso dei Trinitari venne fon-dato a Parigi da Giovanni di Matha e Feli-ce di Valois alla fine del XII secolo. Scopo

principale dell’istituzione era la redenzione de-gli schiavi a cui si aggiunse poi l’assistenza agliinfermi. La prima attività va collegata alla ricon-quista della Terra Santa, dopo la caduta di Geru-salemme nelle mani del feroce Saladino (1187);fu infatti nel corso delle battaglie che numerosicristiani vennero catturati e resi schiavi dai mu-sulmani. L’ordine ricevette l’approvazione dipapa Innocenzo III- collega e intimoamico di Giovannidi Matha all’uni-versità di Parigi -a Roma nel 1198.

Facciata

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13°ItinerarioLa chiesa sorge sul luogodella piccola cappella de-dicata alla Trinità e a san

Carlo Borromeo, edificata nel1611 dai padri Trinitari scalzispagnoli. Sull’altare del sacelloera collocata la pala di OrazioBorgianni, amico di Caravag-gio, ora in sacrestia. Con l’andar del tempocrebbe l’importanza dell’ordine religioso tantoche, nel giro di pochi anni, i padri acquistaronoterreni limitrofi allo scopo di edificare un con-vento ed ingrandire l’edificio sacro. Il progettovenne affidato al Borromini che realizzò in dueanni (1634– 36) il convento, successivamenteampliato nel corso del XVIII secolo. I lavori perla chiesa iniziarono qualche anno dopo e la suaconsacrazione avvenne solo nel 1646, nono-stante la mancanza della facciata. Quest’ultimavenne cominciata nel 1664, ma tre anni dopo,quando l’architetto morì, non era ancora ultima-ta. La chiesa, chiamata di San Carlino per le suepiccole dimensioni, è così il primo ma anchel’ultimo lavoro dell’architetto ticinese, che nonvolle essere retribuito. La facciata in travertino,si distingue per l’andamento ondeggiante dellesuperfici ed è arricchita dalle colonne, dal balco-ne, dal grande ovato sostenuto dagli angeli edalle statue del Borromeo e dei due fondatoridei Trinitari. L’interno ha una pianta particolareche risulta dall’inserzione di un ottagono inun’ellisse. La cupola è ovale con cassettoni divaria forma, ottagonale, esagonale e a croce: alcentro è il simbolo della Trinità, emblema del-l’ordine. Dal convento si accede al piccolo chio-stro - posto parallelamente all’asse principaledella chiesa - dalla pianta ottagonale schiacciatae caratterizzato dai due ordini di logge.

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Volta

Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, via del Quirinale 2300187 Roma • Tel. 06 4883261 • Fax 06 4817301 www.sancarlino.borromini.it • [email protected]: Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00Servizi: la chiesa non è provvista di pedana per portatori di handicap

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14°I

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PalazzoBarberini

ACarlo Maderno si deveil primo progetto delpalazzo, la cui costru-

zione fu portata avanti conl’aiuto di Borromini, suo nipo-te. Alla morte di Maderno(1629), subentrò nella direzio-ne del cantiere GianlorenzoBernini che continuò a valersidell’aiuto prezioso del giova-ne ticinese fino al 1632. A Bor-romini possono riferirsi consicurezza la grande scala achiocciola (realizzata sul mo-dello classico del Palazzo diCaprarola), le porte del saloned’onore (seppure limitate dalprogetto del Bernini), le finestre laterali ac-canto al loggiato in facciata, importanti per losviluppo dell’architettura barocca a Roma eriprese da quelle dello zio nella facciata diSan Pietro, e quelle del prospetto posteriore,di netta influenza michelangiolesca, ma conuna bizzarra connotazione antropomorfa chele rende somiglianti a mascheroni.

Finestra

Galleria Nazionale d’Arte Antica, via Barberini, 18• 00184 RomaTel. 06 4814591 • Fax 06 32651329 • [email protected]/barberini/it .

Orario: dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 19.00, chiuso il1° gennaio, il 25 dicembre.

Ingresso: intero e 5,00, gratuito sotto i 18 anni e sopra i 65, ridottoe 2,50.

Servizi: il museo è provvisto di accesso per portatori di handicapPer le prenotazioni delle visite guidate con storici dell’arte in lingua eper gruppi composti da massimo 25 persone, Tel. 06 8555952 (e 80 initaliano, e 104 in inglese).

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San Giovanniin Laterano

La basilica – propriamente detta del SS. Salvatore e dei Ss. Gio-vanni Battista e Giovanni Evangelista – è la cattedrale di Roma.Fu eretta in forma basilicale a cinque navate come l’originaria

San Pietro, su costruzioni antiche - le caserme della guardia a cavallodell’imperatore -, per volontà di Costantino, che la donò al papa afri-cano Melchiade. Inaugurata nel 327 venne dedicata solo al Salvatore.Più volte danneggiata e restaurata, la basilica fu sempre oggetto diimportanti interventi artistici: dopo quelli medievali da segnalare, tragli altri, gli affreschi perduti di Gentile da Fabriano e Pisanello. Deter-minanti furono i lavori intrapresi sotto Sisto V, interessanti anche il li-mitrofo Palazzo Lateranense, dimora dei pontefici fino al periodo del-la cattività avignonese. Oltre al restauro del Borromini, la basilica sidistingue per la grandiosa facciata, innalzata su disegno di Alessan-dro Galilei (finita nel 1735). Nell’interno, sotto al tabernacolo, è l’alta-re papale ( dove solo i pontefici possono celebrare la messa) dove siconserva l’antico altare ligneo. Oltre alle numerose opere conservate,di notevole importanza è il chiostro dei Vassalletto e il vicino battiste-ro ottagonale, sempre eretto da Costantino su un edificio termale delII secolo d.C.

15°Itinerario

31Facciata

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15°I

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I l restauro della basilica è senz’altro l’in-carico più importante ricevuto da Borro-mini. Fu Innocenzo X Pamphilj a ordinar-

gli, per il Giubileo del 1650, il ripristino del-l’edificio che versava in uno stato di degra-do. Il papa limitò tuttavia le geniali soluzionipresentate dall’architetto, poiché intendevaconservare quanto più possibile dei prece-denti interventi. La decisione più drastica in-teressò la rinuncia della costruzione dellavolta della navata maggiore, progettata abotte a pieno sesto cassettonata, e rimastainvece con il precedente soffitto ligneo dellametà del Cinquecento. La navata maggiorepresenta pilastri con dodici edicole decoratenel timpano dalla colomba papale, entro lequali, nel XVIII secolo vennero inserite sta-tue colossali. Nelle navate laterali l’architet-to sistemò in modo assolutamente originale,i frammentari sepolcri di età precedente pre-senti nella basilica, inserendoli entro edicolescavate nel muro e arricchendoli con ele-menti decorativi di sua invenzione.

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Basilica di San Giovanni in Laterano, piazza di S. Giovanni inLaterano • 00184 Roma • Tel. 06 69886433 • Segreteria 0669886452 • Fax 06 69886535Orario: tutti i giorni dalle 7.00 alle 19.00

Servizi: la basilica è provvista di pedana per portatori di handicap

Interno

Page 33: Borromini (.pdf 1,17MB)

San Giovanniin Oleo

Le origini della via Latinasono remote e configurategià in natura. La via fu uti-

lizzata dagli Etruschi per colo-nizzare la Campania e venne de-finitivamente tracciata nei seco-li IV e III a. C. Essa rappresenta-va un’alternativa all’Appia, poi-ché, come la “Regina Viarum”,la Latina giungeva a Capua, toc-cando però le valli del Liri e delSacco. L’attuale percorso ricalcaquello romano. Lungo il traccia-to sorsero monumenti funebri,ville patrizie e catacombe quasicompletamente perdute a causadella forte espansione urbani-stica intrapresa del secondo do-

poguerra. Ancora in uso nel Medioevo, fu abban-donata nel corso del XIV secolo, nel tratto inizialeche congiungeva Roma con Anagni.La porta urbana all’imbocco della via ha conser-vato le caratteristiche architettoniche originarie.

16°Itinerario

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I l piccolo sacello nei pressi di Porta Latina risale al V secolo d. C.e fu costruito nel luogo dove tradizione vuole sia avvenuta l’im-mersione di san Giovanni Evangelista in un recipiente di olio

bollente, prova terribile che miracolosamente non uccise il santo.L’edificio fu rinnovato da Baldassarre Peruzzi o Antonio da Sangal-lo agli inizi del Cinquecento. L’intervento di Borromini, commissio-nato dal cardinale Francesco Paulucci, è del 1658 e si limitò al tam-buro, sul quale l’architetto aggiunse un alto fregio. Sulla calottinaconica è posto un motivo goticheggiante, con palme e rosoni ac-coppiati. Nel 1716 l’interno fu decorato da Lazzaro Baldi, allievo diPietro da Cortona.

Sacello

La cappella, situata lungo la via Appia, è visitabile su richiesta(rivolgersi alla Chiesa di S. Giovanni a Porta Latina, tel. 06 70491777)Servizi: La cappella non è provvista di pedana per portatori di handicap.

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La vi

ta

La vita dell’artista

Francesco Castelli, che dal 1628 si firma Borromini – da“Bromino” o “Brumino”, soprannome adottato dalla suafamiglia e derivato dal nome di un’antica località o dal le-

game con i Borromeo – nasce a Bissone, nei pressi di Lugano, il27 settembre 1599. È il primogenito di quattro fratelli ed è figliod’arte: sia la famiglia paterna sia quella della madre, una Garvo,hanno nelle loro fila architetti, ingegneri scalpellini e scultori.Ciò non deve meravigliare poiché furono davvero numerose nelcorso dei secoli le famiglie di scalpellini e architetti provenientidal Canton Ticino e attive in tutta Europa. Francesco lascia il pae-se a soli nove anni, nel 1608, per recarsi a Milano “ad impararel’arte di intagliatore in pietra”: dopo l’apprendistato partecipa,tra l’altro, al cantiere del Duomo. Nel 1619, “intesosi con alcuni giovani della sua età”, va a Romadove è ospitato dal cugino Leone Garvo, il quale è nipote acquisi-to di Carlo Maderno. Fu quest’ultimo, autorevole architetto, a in-trodurre Borromini nel cantiere di San Pietro. Sempre Maderno,avendo notato la passione con cui il giovane Francesco assolvevagli incarichi affidatogli, “li dava da fare et tirare disegni in polito”,incarico che Borromini prese a cuore: “ li disegni erano li suoi fi-glioli”. Dopo la morte accidentale del cugino nel cantiere di SanPietro, Francesco acquisì alcuni beni dello sfortunato parente(marmi e strumenti di lavoro) e lo sostituì nella società con altridue lapicidi ticinesi. Leone Garvo probabilmente abitava nellastessa casa ove poi avrebbe vissuto Borromini, in via dell’Agnellon. 3, non lontano da San Giovanni dei Fiorentini. Con MadernoBorromini lavorò anche nei cantieri di Sant’Andrea della Valle(decorazioni del lanternino) e di Palazzo Barberini, poi affidato aGianlorenzo Bernini. Con quest’ultimo collaborò alla realizzazio-ne del baldacchino della basilica vaticana (1631-33). Era già inizia-ta la grande rivalità tra i due artisti: da una parte Borromini, satur-nino e malinconico, di grande sensibilità morale, fiero e intransi-gente nella sua professione tanto da essere soggetto a forme dinevrosi; dall’altra Bernini, astuto e disinvolto nel muoversi tra lealte gerarchie della Roma papale. Sotto Urbano VIII l’architetto ti-cinese ebbe un solo incarico ufficiale, peraltro dietro indicazionedi Bernini: la nomina ad architetto dell’università alla Sapienza(1632); i lavori per la chiesa dell’università, Sant’Ivo, inizieranno

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Borromini

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La vita

tuttavia solo dieci anni dopo. Tra il 1634 e il 1641 è impegnatonella sua prima opera come archi-tetto indipendente: la chiesa e ilconvento dei Trinitari spagnoli diSan Carlo alle Quattro Fontane.Evidentemente le commissioni de-gli ordini religiosi si addicevano dipiù a Borromini, che in quegli anni lavorò principalmente per glioratoriani di san Filippo Neri (fino al 1650). Lo sbalorditivo disegno di San Carlino, impressionò l’arcivesco-vo napoletano Ascanio Filomarino, che gli affidò l’altare nel cap-pellone dell’Annunziata nella chiesa di Ss. Apostoli a Napoli.Nella città partenopea eseguì anche la perduta decorazione del-l’abside e del ciborio di S. Maria a Cappella Nuova (1639-42). Non abbandona l’antico mestiere di scalpellino perché disegna erealizza nel 1642 il monumento Merlini in S. Maria Maggiore.A seguito dell’elezione di papa Innocenzo X Pamphilj ha inizioper Borromini un periodo di grande successo, a scapito di Berni-ni, caduto temporaneamente in disgrazia. Per la famiglia papalelavora al palazzo di Piazza Navona e alla chiesa di Santa Agnese,progetta il casino della villa Pamphilj nei pressi di porta San Pan-crazio e interviene a San Martino al Cimino (la porta Romana,forse il disegno della cinta urbana e la scala a lumaca nel palazzodella famiglia). Su incarico di Innocenzo X curò il restauro dellabasilica di San Giovanni in Laterano, per il Giubileo del 1650.Nello stesso periodo lavora alla chiesa e al convento di SantaMaria dei Sette Dolori ma anche per le nobili famiglie degli Spa-da, Carpegna e Falconieri.Nel frattempo, tra il 1645 e il 1648, lavorò per il Palazzo di Spagnae nel 1646 fu nominato Architetto delle Strade e della Congrega-zione di Propaganda Fide; interviene anche in Palazzo Giustinianie in Sant’Andrea delle Fratte e, fuori Roma, progetta l’altaremaggiore e il ciborio di San Paolo a Bologna. Nel 1652 riceve dapapa Pamphilj la nomina di cavaliere dell’Ordine di Cristo, madopo la morte del pontefice, 1655, iniziò un periodo di grave cri-si, in cui alla creatività si intrecciano tormento psicologico e do-lore; ne è chiara testimonianza la vicenda del suicidio dell’archi-tetto, avvenuto la notte del 2 agosto 1667.

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Ritratto di Francesco Borromini

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Le Op

ere

• Campanile del Monte di Pietà

• Tomba Merlini a Santa Maria Maggiore

• Lavori in Palazzo Giustiniani

• San Pietro in Vaticano:decorazione della Loggia della Cupola del Volto Santo,piedistallo della Pietà di Michelangelo;Cappella del SS. Sacramento;Altare di San Leone;Sistemazione della Navicella di Giotto, parete d’ingresso;Fontana delle Api, ingresso di Sant’Anna

• Convento di Sant’Agostino

• Tomba Ceva, Battistero di San Giovanni in Laterano

• Lavori in Palazzo del Quirinale

• Lavori in Palazzo di Spagna

• Chiesa di S. Lucia in Selci

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Altre opere diFrancesco Borrominia Roma